Search

Preso il Tour of the Alps: ora la Ineos punta al Giro

21.04.2023
6 min
Salva

BRUNICO – Arriva, per la seconda volta di fila, la fuga. Con Simon Carr che conquista l’ultima tappa della corsa trentina. La Ineos, invece, si porta a casa questa edizione del Tour of the Alps, i granatieri tagliano il traguardo tutti insieme, allineati e seri. Con un bel gesto di Tao Geoghegan Hart che dà una pacca sulla spalla a Thomas una volta tagliato il traguardo.

Sopra l’ammiraglia, in questi giorni, c’era Matteo Tosatto, il quale si avvicina all’ennesimo Giro d’Italia alla guida della Ineos Grenadiers. Quando si parla della formazione inglese non si può non annoverarla tra le favorite alla Corsa Rosa. Le settimane al via del Giro sono sempre meno, la tensione tra gli appassionati e gli addetti ai lavori sale. Dopo la vittoria della classifica generale al Tour of the Alps gli occhi saranno ancora di più addosso alla formazione britannica.

Simon Carr a Brunico ha regalato la vittoria alla EF Education Easy Post
Simon Carr a Brunico ha regalato la vittoria alla EF Education Easy Post
Tosatto, questo Tour of the Alps ha dato delle prime risposte?

Probabilmente sì, i ragazzi che hanno corso qui hanno tutti fatto un training camp in altura nelle settimane precedenti, sapevamo di arrivare con una buona condizione. Tao (Geoghegan Hart, ndr) ha vinto le prime due tappe, è stato in maglia dal primo all’ultimo giorno e penso che sia in ottima forma.

E’ arrivata qualche informazione in più in questi giorni?

La situazione è molto chiara, la cosa principale adesso è recuperare in vista del Giro. Anche le gerarchie sono certe: Geoghegan Hart è in ottima forma e Thomas migliora giorno dopo giorno, loro saranno i nostri capitani al Giro d’Italia.

Geoghegan Hart è andato forte, possiamo dire che lo avete ritrovato? 

Quest’anno è stato molto regolare, da febbraio ad oggi si è messo sempre in luce, sta acquistando un’ottima forma. Anche se al Giro manca ancora tanto, soprattutto all’ultima settimana, dobbiamo stare calmi e fare la migliore selezione.

Tanta salita e altrettanta fatica qui in Trentino…

Il Tour of the Alps è sempre una bella corsa per noi, ci sono tappe corte ma impegnative che ci danno una grossa mano a preparare il Giro al meglio.

Il percorso del Giro è particolare, con tre cronometro un po’ atipiche.

Tutti dicono che sono tre prove contro il tempo, io ne considero solamente due. L’ultima è una cronoscalata molto difficile, con una salita vera da fare al ventesimo giorno di corsa. Le prime due cronometro sono adatte ai nostri ragazzi se ci pensiamo bene. Però, mi sento di dire che con il livello che c’è non si potrà fare molta differenza. 

Le altre tappe come le hai trovate?

Impegnative, l’ultima settimana è davvero tosta. Ma anche prima non si scherza, la tredicesima frazione, con arrivo a Crans Montana, prevede due salite lunghe dove si toccano quote importanti. Lì si potrà fare la differenza, penso sarà un Giro aperto per molti corridori. 

Dove si può vincere questo Giro?

Il Giro d’Italia, in generale, si vince e si perde in salita, bisogna essere pronti nelle tappe impegnative e saper soffrire nei momenti in cui si dovrà farlo. 

Avete già evidenziato qualche tappa?

Abbiamo fatto delle ricognizioni, penso che si debba partire bene e stare lontani dai pericoli. La prima tappa spartiacque sarà quella di Crans Montana e l’ultima settimana in toto. I ragazzi affronteranno delle salite davvero impegnative, la storia poi insegna che negli giorni finali, si può perdere il Giro ovunque, anche su una salita al cinque per cento. 

Il percorso si avvicina molto alle caratteristiche di Arensman, il vostro ultimo acquisto, come lo gestirete?

E’ al primo anno con noi e non è facile adattarsi ai metodi di lavoro di una nuova squadra. Ha fatto una prima parte di stagione correndo in supporto dei suoi compagni, sicuramente, come dicevamo, fare il Giro accanto a Thomas gli sarà utile. Si tratta di un’esperienza importante da portare a termine ed avrà l’occasione di imparare molto. E’ cresciuto anche lui con il passare delle tappe, ha avuto un po’ di problemi post altura.

A differenza dello scorso anno vi presenterete con più di un capitano?

E’ fondamentale avere una “carta di scorta”. Fare un Giro per provare a vincerlo con tre o quattro capitani è difficile, tuttavia penso che avere due ragazzi che partono allo stesso livello sia importante. Poi la strada dirà chi è il più forte, le gerarchie si decideranno insieme loro e con lo staff. 

Avete due corridori, Thomas e Geoghegan Hart, che hanno già vinto dei Grandi Giri, quanto è importante avere questo tipo di esperienza?

Sarà assolutamente un punto di forza per noi, partire con un corridore che ha già vinto un Tour de France (Thomas, ndr) e l’altro che ha vinto il Giro (Geoghegan Hart, ndr) ci rende più tranquilli per la gestione della corsa. Poi ripeto, saranno le gambe a fare la differenza, vedremo ai momenti cruciali come ci arriveremo.

Con Tosatto nel debutto di Arensman: che cosa ha visto?

09.02.2023
6 min
Salva

Alla Volta a la Comunitat Valenciana ha fatto il suo esordio tra le fila dei “Grenadiers” Thymen Arensman. Giovane e slanciato olandese che nel corso della passata stagione si è messo in mostra in più di un’occasione con il Team DSM. Dopo due anni e mezzi con la WorldTour olandese Arensman è passato alla corte britannica. Matteo Tosatto, diesse della Ineos, lo ha avuto tra le mani in questi primissimi assaggi di stagione. 

Matteo Tosatto (classe 1974) è sull’ammiraglia dal 2017
Matteo Tosatto (classe 1974) è sull’ammiraglia dal 2017
Che cosa hai visto in lui in queste prime uscite insieme?

Già dalla scorsa stagione – racconta il tecnico veneto – avevamo visto delle belle cose. E’ sempre stato un grande avversario, molto serio e preparato. Fin dalle prime pedalate dei vari ritiri invernali ho notato una grande professionalità ed un atteggiamento molto serio. 

E’ molto alto e slanciato, un fisico da corridore moderno…

Fisicamente è ottimo, si tratta di un atleta giovane e forte. La cosa più importante è che si tratta di un corridore completo, questo grazie alle sue caratteristiche. E’ molto bravo a cronometro ed in salita ha un bel passo, tant’è che ha vinto la tappa regina della Vuelta a Sierra Nevada. 

Il suo arrivo fa parte di quello che è un ricambio generazionale?

Beh sì. Con la partenza di Carapaz abbiamo deciso di prendere corridori giovani sui quali lavorare. Thymen (Arensman, ndr) ha tanti anni davanti dove può crescere e fare bene. 

Arensman ha già avuto modo di confrontarsi con Evenepoel, i due potrebbero incontrarsi al Giro quest’anno
Arensman ha già avuto modo di confrontarsi con Evenepoel, i due potrebbero incontrarsi al Giro quest’anno
Anche perché c’è il dubbio sulla ripresa di Bernal?

Lui è un punto interrogativo per tutti, fin dall’anno scorso ha lavorato molto per riprendersi e tornare ai suoi livelli. Sta facendo e farà delle corse che potranno darci delle risposte. Alla Vuelta a San Juan si è rivisto poi, vista la botta al ginocchio subita nella prima tappa, abbiamo deciso di fermarlo. Non deve avere fretta, ha davanti a sé un percorso da fare. 

Tornando a Arensman, come si è ambientato nel vostro gruppo?

Sono stato un po’ di tempo con lui. Due settimane nel ritiro di dicembre e poi a quello di gennaio. Più la sua prima corsa con noi, la Valenciana appunto. Si è visto anche dalla corsa a tappe spagnola la sua voglia di mettersi in mostra dando una mano anche ai compagni, come Geoghegan Hart.

Cosa gli manca secondo te?

Un po’ di consapevolezza in più sulla sua forza, è giovane ed ha paura di sbagliare, deve trovare un po’ più di coraggio. 

L’olandese è molto forte a cronometro gran parte dei suoi risultati migliori sono arrivati nelle prove contro il tempo
L’olandese è molto forte a cronometro gran parte dei suoi risultati migliori sono arrivati nelle prove contro il tempo
E’ un corridore che ha ottenuto gran parte dei suoi risultati a cronometro, voi avete una tradizione importante in quella disciplina. 

Già da dicembre ha lavorato molto con dei test in pista e sulla posizione. Era presto per fare dei lavori specifici, ma ha preso dimestichezza con il mezzo ed i materiali. E’ molto contento della bici, ha trovato subito un buon feeling e questo per lui è molto importante per trovare la consapevolezza che dicevo prima. 

Avere Ganna al suo fianco sarà un bel vantaggio…

Quando hai il due volte campione del mondo ed il detentore del record dell’Ora al tuo fianco sai già di poter contare su un grande aiuto. “Pippo” potrà essere di grande appoggio a Arensman sia per guidarlo al meglio nella scelta dei materiali ed anche per quanto riguarda la preparazione.

Su strada invece che tipo di scalatore hai trovato?

Si vede che gli piacciono le salite lunghe, anche se alla Valenciana ha fatto bene anche su distanze più brevi. Di certo lavora un po’ più sulla regolarità, non è un corridore che fa dieci scatti in due chilometri. Ma forse non esistono più scalatori di questo genere. In salita gli manca qualcosa e lavoreremo per limare qualcosa senza snaturarlo. Alla fine quel che perde in salita lo guadagna con gli interessi a cronometro. 

Lavorare con Bardet gli ha dato una mano nel percorso di crescita…

Al Tour of the Alps si è messo in gran mostra, anche su salite durissime come quelle che trovi lì. E’ arrivato terzo nella generale alle spalle di Bardet e Storer, ed ha vinto la classifica dei giovani. 

Arensman ha caratteristiche atletiche simili a quelle di Thomas, ma forse è più brillante in salita
Arensman ha caratteristiche atletiche simili a quelle di Thomas, ma forse è più brillante in salita
L’età è un fattore.

E’ un classe ‘99, fa parte della nuova generazione. Ricordiamo che Evenepoel è del 2000, Pogacar del ‘98. E’ sulla falsariga di questi corridori ed ha a disposizione tanti anni. 

Immaginiamo che l’obiettivo che avete con lui è quello di vincere.

Si tratta di un ragazzo sul quale si può fare affidamento, vincere dei Grandi Giri non è facile, soprattutto al primo anno in una nuova squadra, sarebbe sbagliato partire con questo obiettivo. Quel che giusto è prendere le misure, soprattutto quest’anno, si deve essere elastici.

Quest’anno che calendario farà?

Ora andrà alla Volta ao Algarve, poi la Tirreno-Adriatico. La Corsa dei due Mari potrà essere un primo banco di prova. Ci sono delle salite lunghe con l’arrivo a Sassotetto che potrà dire molto. 

Il Giro potrà essere un obiettivo al suo primo anno con la Ineos?

E’ un obiettivo di questa stagione. Non partiremo per vincere ma andremo alla giornata, il primo Grande Giro con una squadra nuova è sempre pieno di incognite. Credo, tuttavia, che Arensman possa fare due Grandi Giri in un anno. Non Giro e Tour, piuttosto Giro e Vuelta. Una volta prese le misure per tutta la stagione potremo alzare l’asticella in Spagna. 

Assomiglia molto a Thomas, vero?

Sì. Sono entrambi molto forti a cronometro, se devo trovare una differenza direi che Arensman è più scalatore di Geraint. Non è un segreto che il britannico sarà al via della Corsa Rosa e farli correre insieme è un bel modo per insegnare al giovane olandese qualcosa. Non è da escludere che le cose possano cambiare nel corso di una gara di tre settimane, lo insegnano la stessa Sky e Thomas (il riferimento è al Tour de France del 2018 vinto dal britannico quando il capitano designato era Froome, ndr). Sono convinto che si trovi nella squadra giusta al momento giusto.

Arensman di forza. E adesso non è più il delfino di Bardet

04.08.2022
5 min
Salva

Thymen Arensman è alto e magro, viso pallido e gote rosse, battuta pronta e sorriso che invoglia a parlarci assieme. La sesta tappa del Tour de Pologne è una cronometro di poco meno di 12 chilometri che dal paesino di Gronkov porta alla stazione sciistica di Rusinski.

Su queste estese colline ricoperte da verdi prati l’occhio si perde verso l’orizzonte, dove si trovano le vette più alte. Inizia a fare caldo in Polonia, dopo sei giorni di nuvole e temperature al di sotto dei 20 gradi, finalmente, esce il sole

La prima da pro’

I giovani olandesi vanno forte, sono venuti qui in Polonia e stanno facendo vedere grandi cose. Prima la volata di potenza e classe di Olav Kooij, poi la cronometro di Arensman, in forza al Team DSM. Una prova di forza da parte di un ragazzo che è nato nel 1999 e che promette un gran bene. Che la cronometro potesse essere il momento decisivo lo si sapeva. E nessuno si è mai nascosto dal dirlo.

«E’ la prima vittoria da professionista e ne sono estremamente felice – i suoi occhi non mentono, dice Arensman – è il primo passo di una carriera che è iniziata da davvero poco tempo. E’ veramente un giorno speciale, la prima vittoria da professionista coincide con la prima nel WorldTour.

«Questa sera avrò qualcosa da festeggiare con i miei compagni, considerando che sono salito anche in seconda posizione nella classifica generale».

Incontro ravvicinato

Mentre ci spostiamo velocemente dal traguardo alla mix zone, notiamo una bici nera che brilla sotto il sole di Rusinski. E’ il mezzo, la Scott Plasma con il quale il giovane olandese ha appena vinto la crono a 40,075 di media oraria, ma con 337 metri di dislivello! Così chiediamo di visionarla ed il meccanico accetta volentieri e ci spiega anche qualche dettaglio. 

«Thymen – ci dice – ha scelto di montare il 56 davanti, la strada era sì in salita ma nella prima parte, ed in alcune sezioni, bisognava fare tanta velocità. Poi lui ha le leve lunghe e quindi ha più facilità nello spingere un rapporto del genere. Al posteriore siamo andati sul classico 30, non servivano altri rapporti (era un percorso da “rapportone” diremmo noi, ndr)».

Terzo nella classifica generale al al Tour of the Alps e miglior giovane, l’olandese corre forte e il futuro lo attende
Terzo nella classifica generale al al Tour of the Alps e miglior giovane, l’olandese corre forte e il futuro lo attende

Crono che passione

Thymen Arensman lo abbiamo visto correre bene, soprattutto in Italia: due secondi posti al Giro d’Italia, il terzo posto nella classifica generale della Tirreno-Adriatico ed il secondo al Tour of The Alps. Una grande passione anche per le cronometro: nelle quattro disputate quest’anno non è mai uscito dalla top ten.

«Le cronometro – dice l’olandese- mi piacciono e le curo bene, per essere un corridore completo da Grandi Giri serve andare forte anche lì. Generalmente percorsi brevi come questo, o quello di Budapest al Giro, non mi piacciono molto. Preferisco avere “minutaggi” più lunghi, anche se oggi ci ho messo 18 minuti, quindi direi che va bene».

La squadra lo ha affiancato a Bardet. Al Tour of the Alps, i due si sono aiutati moltissimo. Soprattutto, Thymen aveva aiutato Romain, il vecchio, il capitano. Ricoprire certi ruoli è importante per crescere e formarsi. Questa vicinanza, che si stava ripetendo anche al Giro lo aveva etichettato come il “delfino di Bardet”: sarà ancora così dopo questo Tour de Pologne?

Una lunga giornata per Arensman che viene via da Rusinski solamente al calar del sole
Una lunga giornata per Arensman che viene via da Rusinski solamente al calar del sole

Verso Cracovia

Arensman ha 23 anni e quest’anno ha corso la sua terza grande corsa a tappe: il Giro, supportando, fino a quando è rimasto della partita, Romain Bardet. Il suo debutto lo ha fatto alla Vuelta, nel 2020, quando è stato prelevato dalla Seg Racing Academy (dove ha corso per 6 mesi con Marco Frigo) e “trasportato” alla Sunweb, poi l’anno successivo diventata DSM. 

«Alla Vuelta sono andato bene già dalla prima esperienza – spiega Arensman – ho ottenuto un terzo posto a Sabinanigo ed un sesto a Ourense. Nel 2021 sono tornato alla Vuelta, facendo prima qualche corsa a tappe sempre in Spagna (Volta a Catalunya e Vuelta a Burgos, ndr).

«Le grandi corse a tappe sono tutte difficili e impegnative, ho fatto prima più gare in Spagna per imparare. Ho un buon recupero tra una tappa e l’altra e la resistenza nell’arco delle tre settimane mi soddisfa, vedremo cosa potrò fare, per ora sono contento così».

Thymen si ferma a parlare con altri colleghi della stampa locale, lo ringraziamo e torniamo a scrivere. Oggi ha vinto un altro olandese, mentre Ethan Hayter si prende la maglia di leader. Domani si arriva a Cracovia, e si chiuderà il 79° Tour de Pologne, probabilmente con una volata di gruppo e pochi sconvolgimenti nella classifica generale. Ma mai dire mai nel ciclismo di oggi.

Arensman, l’angelo di Bardet, ha il futuro già scritto nei Giri

17.05.2022
4 min
Salva

Thymen Arensman è olandese, ha 22 anni ed è alto 1,92, che a parlarci dopo un po’ ti viene il torcicollo. Ha gli occhi furbetti leggermente a mandorla, che poi (data la mascherina) è tutto quel che si vede fuori corsa al Giro d’Italia: unico evento all’aperto ad aver mantenuto i protocolli Covid nel mondo del ciclismo. Inno alla prudenza e monumento alla difficoltà di lavoro per chi deve raccontare e viene tenuto oltre la transenna.

Nel 2022 il ragazzone del Team Dsm, il cui peso forma è di 68 chili, ha incrociato quasi esclusivamente su strade italiane. Fatto salvo il UAE Tour di febbraio, infatti, il suo calendario fin qui lo ha visto alla Tirreno-Adriatico (sesto finale), alla Milano-Torino e al Tour of the Alps (terzo finale e miglior giovane).

«Non avevo mai corso tanto in Italia – dice sorridendo, così almeno possiamo immaginare – ma quest’anno mi sono rifatto. Le strade mi si addicono, in più da ex studente di storia all’Università, riuscire a vedere tanti palazzi è un piacere. Al netto della fatica della corsa, mi sto proprio divertendo».

Decimo nella crono di Budapest, Arensman va molto bene contro il tempo
Al Giro, Arensman è venuto per aiutare Bardet e finora ha fatto un gran lavoro

Promesso alla Ineos?

Le voci di mercato lo vorrebbero già promesso al Team Ineos Grenadiers, che si sta rifondando sui giovani e di qui a 3-4 anni sarà nuovamente formidabile. Thymen ovviamente svia e ancora una volta dà la sensazione di sorridere.

Diventato pro’ dopo due anni e mezzo alla SEG Racing Academy, era già entrato nel radar degli appassionati di ciclismo olandesi nel 2018, con il terzo posto alla Roubaix U23 e il secondo al Tour de l’Avenir. Un minuto e mezzo alle spalle di Pogacar, ma davanti a Vlasov, Sosa e Almeida.

«Non sono sorpreso che Pogacar abbia vinto il Tour – dice – già nel 2018 si vedeva dai valori che facevo per seguirlo che in salita fosse fortissimo. Spero di arrivare al suo livello un giorno, ma sto seguendo un percorso diverso. Il fatto è che non ero molto inferiore a lui, ma andare in bicicletta è più che pedalare duramente. Ad esempio non mi è mai piaciuta la sovraesposizione e per questo ho preferito rimanere nell’ombra».

Sulle strade del Giro, in fondo, per Bardet e Arensman lo stesso copione del Tour of the Alps, chiuso in 1ª e 3ª posizione
Sulle strade del Giro, per Bardet e Arensman lo stesso copione del Tour of the Alps

Un giovane Dumoulin

Arensman è passato professionista nel 2020 al Team Sunweb, poi diventato Team DSM, e non ha fatto in tempo a incontrare Tom Dumoulin, che proprio quell’anno passò alla Jumbo Visma.

«Mi piace qui – dice – voglio avere tutto chiaro e sapere per quale scopo lavoro durante l’allenamento. Per me è stata una scelta facile andare al momento di passare. Ho intrapreso sin da subito una traiettoria a lungo termine. Ad esempio, sin dall’inizio ho potuto decidere da solo come fare con l’alimentazione, pur rimanendo entro le linee guida. Gradualmente i miei allenamenti sono cresciuti, ma non credo di essere ancora al massimo. Quando sarò più grande voglio avere delle percentuali di miglioramento.

«Se guardo alle mie capacità fisiche – prosegue – il futuro è nei Giri. Non sono molto esplosivo, ma ho una soglia anaerobica alta e vado forte in salita. Inoltre, ho fatto grossi progressi a cronometro. Potrei somigliare a Dumoulin, uno scalatore relativamente pesante con molta potenza. Non sembro un colombiano e nemmeno uno spagnolo. Però devo acquisire l’esperienza mentale per vedere se è davvero quello che voglio e posso fare».

Terzo al Tour of the Alps e miglior giovane. La sua Scott ha standard di rigidità notevoli, malgrado la sua altezza
Terzo al Tour of the Alps e miglior giovane. La sua Scott ha standard di rigidità notevoli, malgrado la sua altezza

Tributo alla Scott

Al Giro l’obiettivo è dichiarato e neanche tanto misterioso: aiutare Bardet nel suo piano di classifica. I due hanno già diviso il podio al Tour of the Alps, vinto dal francese.

«Il quinto posto alla Tirreno e il podio in Trentino – dice – fanno capire che ho salito un bel gradino, ma non sono ancora al mio meglio. Cercherò di crescere ancora. L’obiettivo è aiutare Romain, disinteressandomi di ogni altra cosa, compresa la maglia bianca. Se lavori, ci sta che poi perdi terreno. Abbiamo studiato il Giro nei dettagli e ci siamo preparati in base a quello che abbiamo visto. E’ stato studiato tutto in modo preciso, dall’alimentazione alle biciclette. Nonostante io sia molto alto e in squadra ci siano altri come me, le nostre Scott Addict RC sono leggere e rigide, anche in discesa. Su percorsi come quelli che ci aspettano, con certe discese, la bici sarà uno snodo cruciale».