OBERTILLIACH (Austria) – Il Tour of the Alps sconfina nel Tirolo austriaco proponendo una tappa impegnativa e adatta solo a corridori dalle gambe forti. Se a questo aggiungiamo il meteo avverso, con freddo e pioggia a colpire duramente i protagonisti di giornata, il risultato diventa quello che abbiamo sotto gli occhi. Volti scavati dalla fatica, labbra che tremano ancora intorpidite dal freddo e occhi spiritati. Sulla strada l’azione di Thymen Arensman ha scavato solchi profondi in classifica e l’olandese alto e magro dai lineamenti decisi ha preso in un colpo solo la gloria e la maglia verde.
Nulla di programmato
Su questa piccola frazione austriaca, adagiata su una vallata che sembra senza fine, le nuvole grigie e cariche di pioggia nascondono le vette innevate. Quando il corridore della Ineos Grenadiers approccia l’ultima salita la pioggia inizia a picchiettare sul casco, rendendo ancora più complicati i chilometri conclusivi.
«L’unica cosa pianificata di questa tappa – spiega Arensman – è stato il mio primo attacco. Volevo essere nella fuga. Nella prima discesa il freddo ha lasciato un piccolo gruppo di pretendenti alla vittoria e ci sono stati degli attacchi. Durante le scalate successive ho continuato ad attaccare, volevo mettere fatica nelle gambe dei miei avversari. Quando sono rimasto solo non ho fatto nessun ragionamento, ho spinto fino alla fine cercando di tenere un passo regolare».
La prima tra i granatieri
Nel 2022 Arensman ha lasciato il Team DSM per accasarsi alla Ineos Grenadiers. La vittoria di tappa al Tour de Pologne prima e alla Vuelta poi avevano evidenziato le doti del ragazzo olandese. Il team britannico, che nell’inverno di quella stessa stagione contava su tanti pretendenti ai grandi giri, non ha spinto sull’acceleratore e ha lasciato ad Arensman il tempo di lavorare e imparare. La sua prima vittoria è arrivata oggi sulle strade di questa breve e intensa corsa a tappe ma il cammino era già stato tracciato.
«Il primo successo in maglia Ineos – dice ancora – è una bellissima sensazione. Sono entrato nella squadra alla fine del 2022, ed era qualcosa di completamente nuovo per me. Ho dovuto imparare a conoscere questo team e ho avuto come insegnanti i migliori compagni che potessi immaginare. Al primo anno sono stato accanto a Geraint Thomas al Giro, facendogli da spalla. Da quell’esperienza ne è scaturito un sesto posto finale, ed è stato fantastico e anche un onore. Durante queste due stagioni la squadra mi ha lasciato lo spazio per provare a fare la corsa e mettermi in mostra per ciò che ero. Dal canto mio sento di essere cresciuto anno dopo anno. Lo staff e i compagni mi hanno dato fiducia e io ne ho acquisita rispetto alle mie qualità. Questa vittoria credo sia il modo migliore per ripagare la squadra e spero ne possano arrivare tante altre».
Lo spunto rosa
La Ineos Grenadiers torna al Giro d’Italia con un gruppo solido e con Thomas dirottato sul Tour de France si apre lo spazio per vedere di che pasta è fatto Thymen Arensman. Senza dimenticarci di Bernal, sparito dai radar da quasi un mese ma pur sempre al lavoro per il Giro.
«Gli anni scorsi – conclude Arensman – arrivavo al Giro condividendo il ruolo di capitano con Thomas. A maggio, invece, saremo Egan Bernal ed io a curare la classifica generale. Siamo due corridori completamente diversi, io sono un atleta che fa del passo il suo forte. Inoltre ho ottime doti anche a cronometro. Bernal, invece, è uno scalatore puro. La squadra avrà due carte da giocare. Quando correvo accanto a Thomas l’approccio era più conservativo, visto che abbiamo caratteristiche molto simili. Sono sicuro che Bernal attaccherà su ogni salita, mentre io avrò come focus le cronometro per guadagnare tempo. Poi magari arriveranno giornate buone come quella di oggi. Sono sicuro che avere due approcci diversi alla gara sarà un cambiamento positivo».