Da Froome a Bernal, il consiglio è non avere fretta

24.03.2022
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Froome scende dal pullman dieci minuti prima della firma di partenza. L’addetto stampa gli ha detto che abbiamo qualche domanda e nella mattina che annuncia l’arrivo di Longiano della Settimana Coppi e Bartali, ieri, Chris sembra di buon umore. Solo che con il casco, gli occhiali e la mascherina fin sotto gli occhi, si fa fatica a riconoscerlo.

Tour Colombia 2019, prima dell’incidente di Froome, prima del Tour di Bernal
Tour Colombia 2019, prima dell’incidente di Froome, prima del Tour di Bernal

Si parla di Bernal

Se vuoi chiedergli una previsione sulla stagione – dice l’addetto stampa – non se ne fa nulla. Per fortuna non siamo qui per questo. L’incidente di Bernal ci ha fatto pensare a lui. Chris sa esattamente quello che sta vivendo Egan, perché lo sta ancora scontando sulla pelle. Sei un gigante del tuo sport. Hai vinto il Tour. Hai vinto il Giro. La squadra, l’enorme Sky poi diventata Ineos, conta su di te. E un incidente ti spazza via mentre ti stai allenando sulla bici da crono. Troppe coincidenze per non pensarci.

«Ci ho pensato anche io – dice – abbiamo capito subito che era incidente molto serio, molto grave. C’era qualche cosa di simile al mio. La bici da crono, la velocità molto alta. Lui contro un bus, io conto un muro…».

C’è dell’amaro sarcasmo nel sorriso che affiora attraverso il tono di voce. Mentre parla, Chris aggancia il computerino sul manubrio, ma di tanto in tanto solleva lo sguardo e ci fissa.

Un giorno per volta

Il 12 giugno del 2019 era di mercoledì. Al Delfinato era il giorno della crono, Froome era staccato di 24 secondi da Dylan Teuns e avrebbe potuto conquistare la maglia di leader. Chris aveva vinto il Giro dell’anno precedente e si era poi piazzato terzo nel Tour vinto da Thomas. Nello stesso Tour debuttò Bernal, da poco passato dalla Androni al Team Sky.

Egan al Delfinato non c’era, la squadra lo aveva mandato al Giro di Svizzera. Per cui non fu testimone del tremendo incidente del suo capitano. Durante la ricognizione sul percorso della crono, Froome fu investito da una raffica di vento e finì contro un muro. La diagnosi fu impietosa e in qualche modo pose fine alla sua carriera. Fratture al femore, al gomito, a diverse costole, all’anca e al collo.

Froome ha fatto il suo debutto 2022 alla Coppi e Bartali, per cui tanta fatica e fiato grosso
Froome ha fatto il suo debutto 2022 alla Coppi e Bartali, per cui tanta fatica e fiato grosso

Da allora Chris non ha più vinto una corsa e non è più stato il corridore che era. Eppure sta affrontando la seconda parte della sua carriera con grande dignità.

«Un consiglio che posso dare a Egan – dice – è di vivere settimana per settimana, di non pensare troppo avanti. Dovrà fare il massimo in ogni momento per tornare. Non bisogna avere fretta, si rischia di commettere qualche errore. Poi bisogna fermarsi e ripartire da capo. Comunque mi sono reso conto che è stato una fortuna essere ancora professionista dopo un incidente così brutto. L’alternativa era fermarsi e restare a casa».

La fortuna di tornare

Lo sollecitano. La sensazione è che lui resterebbe a parlare, ma lo tirano per la manica e serve mettersi di traverso per avere un’altra risposta.

Alla firma del foglio firma a Riccione, al via della seconda tappa, super mascherato
Alla firma del foglio firma a Riccione, al via della seconda tappa, super mascherato

«Mi sento molto fortunato ad aver avuto l’opportunità di tornare – dice – e credo che alla fine sarà così anche per Egan. Quando ho visto le foto, ho capito subito che le gambe erano rotte, un po’ come me, però c’erano anche aspetti differenti fra i due incidenti. Ho pensato subito che era serio e da quel momento ho iniziato a pensare alla pericolosità delle bici da crono negli allenamenti di tutti i giorni. Quando sei lì sopra, non hai le mani sui freni. E devi stare seduto in una posizione che non è molto sicura. La crono fa parte del ciclismo, ma a qualche punto dovremo chiederci dove sia la linea che separa la prestazione dalla sicurezza».