In un ciclismo che corre sempre più veloce fin da quando i ragazzi si trovano nella categoria juniores ha senso, per una squadra continental, puntare su corridori di quarto anno? La domanda è nata dopo un colloquio con Renzo Boscolo, diesse del team CTF Victorious e ci è riecheggiata in testa per un po’. Il fatto di essere stati all’Eroica Juniores, poi, ci ha fatto crescere ancora di più la curiosità riguardo questo tema. Allora ieri ci siamo messi a parlare con Boscolo e ne sono nati spunti interessanti.
Eccezioni, non regole
Negli ultimi anni, tra i corridori degni di nota all’interno del CTF, ci sono stati solamente due ragazzi giunti al quarto anno della categoria U23. Il primo è stato De Biasi, il secondo, invece, è Stockwell.
«Al CTF – ci dice – come ragazzo di quarto anno abbiamo solo Oliver Stockwell. La scelta è dovuta al fatto che ha perso un anno a causa di una frattura al femore, così la decisione di tenerlo con noi ci è sembrata naturale. Come lo era stata per De Biasi, che era arrivato da noi nell’anno del Covid, avendo perso un anno ci è sembrato giusto fargli proseguire il cammino. Al di là di casi del genere, noi come CTF riteniamo che un ragazzo di quarto anno non lo teniamo».
Come mai?
Ci siamo resi conto, numeri alla mano, che non ha senso. Il percorso di crescita previsto per i ragazzi dura tre anni, il quarto anno di categoria aggiunge ben poco. Guardando i dati, si vede che la curva di miglioramento si sviluppa, nella sua massima espressione, tra il secondo e il terzo anno da U23.
Al quarto anno i margini sono minori?
Oltre ad essere minori si rischia l’effetto opposto. Un ragazzo al quarto anno si ritrova con l’acqua alla gola, perché in questa categoria viene visto come all’ultima spiaggia. Il discorso poi cambia radicalmente quando si passa elite.
Ci sono ragazzi che da elite si sono guadagnati lo spazio tra i pro’.
Sono eccezioni italiane o internazionali? Per come la vediamo noi al CTF, gli elite non hanno grande senso. Noi siamo una squadra di sviluppo della Bahrain, quindi il nostro ragionamento è diverso da chi ha una continental. In altri Paesi una squadra continental può svolgere il ruolo che da noi hanno le professional. Ad esempio: la Polonia ha un bel movimento ma non ha team professional, quindi le loro continental hanno una logica diversa dalle nostre.
In Italia le professional ci sono…
E ci sono anche le continental che ragionano sulle vittorie e sul voler sembrare dei team di professionisti. Allora portano ragazzi grandi a fare corse con i pro’ così si fanno vedere. Il discorso per loro funziona, per noi no.
Voi da quanto avete “accantonato” il discorso quarti anni ed elite?
Da quando abbiamo iniziato a girare molto di più l’Europa. Negli ultimi 7-8 anni il mercato è cambiato, prima passavano anche corridori elite, ora si cercano i ragazzi prima.
Se si pensa che Kristoff, vincitore di due tappe all’Eroica Juniores, ha già un contratto firmato con una squadra WorldTour…
Capite? Non sto dicendo che sia giusto o sbagliato, ma il mercato va in questa direzione. Anche noi abbiamo ragazzi che hanno già un contratto con la Baharain per i prossimi anni (Ermakov ed Erzen, ndr). Il sistema messo in piedi è questo e bisogna ragionare così.
Lo fareste anche senza un legame con un team WT?
Sì. Io credo che un team continental debba far crescere i ragazzi. Siamo appena stati alla Gent U23 dove Borgo è arrivato quinto (in apertura foto Ieper.Fietst, ndr). Lui è un primo anno, in squadra ne abbiamo ben cinque, la nostra scelta è di puntare sui giovani.
E’ una questione di scelte, o si punta sui giovani o su corridori più maturi, ma entrambi non possono coesistere.
E’ così. Per come interpretiamo noi l’attività, è corretto avere ragazzi di primo anno. In generale preferiamo partire piano e aumentare la caratura delle corse mese dopo mese. Inserire un ragazzo di quarto anno in una struttura del genere rischia di farla esplodere.
Perché?
Un corridore di quarto anno deve partire forte, per trovare risultati e farsi vedere, perché le squadre professionistiche a giugno hanno già la rosa chiusa. Inserire un ragazzo così vorrebbe dire cambiare il nostro calendario e portare la squadra a fare corse impegnative fin da subito, come il Laigueglia. Ma che senso ha far correre ad un ragazzo di primo anno una gara del genere a inizio stagione? Nessuna. Ripeto la nostra scelta è di puntare sui giovani e farli crescere, non di metterli in vetrina.
Ragazzi al primo anno come Borgo, Capra e Mottes hanno già esperienze importanti…
Borgo ha fatto sesto alla Youngster e quinto alla Gent U23. Capra non ha vinto, ma è stato fondamentale per la squadra e Mottes ha potuto fare gare importanti e imparare. Questi potrei portarli al circuito di paese e vincerebbero, ma che senso avrebbe?