L’amarezza di Hermans: il Covid non passa più

03.03.2023
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Nella carriera di Ben Hermans c’è un prima e un dopo. 36 anni, colonna dell’Israel Premier Tech dal 2018, vive dall’inizio dello scorso anno un autentico dramma, legato al covid. Parlare oggi di questa malattia riporta a tempi recenti, a un ciclismo assurdo, quello del 2020 vissuto praticamente in tre mesi, con tutte le gare ammassate su se stesse e vissute con la paura di avvicinarsi agli altri, di contrarre il maledetto virus.

In quei mesi, il belga se l’era cavata più che bene. Top 10 al Giro di Lombardia, un onorevole Tour de France lavorando per i compagni, l’anno dopo era andata ancora meglio, con vittorie al Giro dell’Appennino e al Giro di Norvegia e ben 19 Top 10 in 66 giorni di gara. Niente male per un ultratrentenne, ma poi tutto è cambiato.

Hermans, nato ad Hasselt l’8 giugno 1986, è professionista dal 2007, per lui 20 vittorie
Hermans, nato ad Hasselt l’8 giugno 1986, è professionista dal 2007, per lui 20 vittorie

Quella maledetta Valenciana…

Hermans era partito, a inizio 2022, per la Spagna correndo la Volta a la Comunitat Valenciana. Un’edizione con tanti problemi di gestione quando ancora la malattia viveva i suoi ultimi acuti. Molti vennero infettati, fra loro anche il belga. Ricovero in ospedale, cure, una ripresa lentissima e mai completata. Dopo 3 mesi, Hermans era ancora al palo: «Non è che senta ancora i sintomi veri della malattia – raccontava a Cyclinguptodate – ma sono alle prese con una stanchezza che sta diventando cronica e in queste condizioni allenarsi è molto difficile».

Sarebbe tornato in carovana solo a fine luglio, assommando appena 8 giorni di corsa senza alcuno squillo, anzi già il portarle a termine rappresentava un traguardo. Ripresa troppo veloce? A ben guardare e anche ascoltando la sua testimonianza, non si direbbe. A dir la verità però Hermans si era ripresentato in gara già alla Coppi & Bartali in marzo, una sola tappa e poi il ritiro.

Il covid ha colpito il corridore a inizio 2022. Sintomi lievi, ma pesanti strascichi presenti ancora oggi
Il covid ha colpito il corridore a inizio 2022. Sintomi lievi, ma pesanti strascichi presenti ancora oggi

Il problema della ripresa

D’altronde le esperienze accumulate portano ormai ad affermare come il Covid lasci in molti strascichi pesanti e molto dipende anche da come non solo viene affrontato nel pieno dell’infezione, ma anche dopo. Il dottor Roberto Corsetti sottolineava ad esempio, a proposito della tenuta a riposo di Sagan dopo che aveva contratto il covid, come «dopo l’evento infettivo, non è detto che tutto vada bene solo perché l’atleta non ha più la febbre. Il Covid ha portato la consapevolezza che dobbiamo stare attenti. Ci sta trasmettendo in forma ampliata delle conoscenze che avevamo già».

Corsetti raccontava il caso di una bambina impegnata nella ginnastica ritmica, che dopo aver contratto la malattia aveva un ecocardiogramma pulito, ma sotto sforzo aveva tante aritmie, causate chiaramente dal covid. Il problema della ripresa e dei postumi è da tempo argomento di discussione nell’ambiente scientifico e medico, ogni caso è a sé stante e ci si basa sulle esperienze.

Lo scorso anno il belga aveva corso in marzo alla Coppi & Bartali. Un rientro troppo anticipato
Lo scorso anno il belga aveva corso in marzo alla Coppi & Bartali. Un rientro troppo anticipato

Non funziona più niente…

Quelle di Hermans sono largamente esemplificative, ma bisogna anche andare oltre l’aspetto scientifico e guardare a quello umano, perché il belga si trova a un bivio della sua carriera. Quest’anno, in gara in un paio di corse d’un giorno e poi all’Uae Tour, non ha mai trovato il giusto colpo di pedale, ma il problema va ben oltre: «Non funziona più niente – ha confidato alle telecamere di Sporza – quel che una volta mi riusciva semplice, ora è un calvario. La salita di Jebel Jais ad esempio mi era sempre piaciuta, mi aveva visto protagonista, quest’anno non finiva mai e andavo sempre più indietro.

«Non riesco più a recuperare dagli sforzi – è stata la sua candida spiegazione – ho difficoltà a fare qualsiasi cosa. Ogni volta mi dico che migliorerà, sposto un po’ più avanti i miei obiettivi che poi non sono legati alle classifiche, ma semplicemente a sentirmi bene, a tornare quello di prima. Ma non accade mai. Mi sono ritrovato ad accontentarmi per il semplice fatto di aver concluso le prime tappe dell’Uae Tour senza soffrire troppo, diciamo che lo considero un primo passo».

Quest’anno Hermans ha fatto il suo esordio alla Marsellaise, finendo 78°
Quest’anno Hermans ha fatto il suo esordio alla Marsellaise, finendo 78°

Niente grandi giri

La squadra per ora non gli ha affidato mansioni, né un calendario di gare da seguire. Si va avanti a vista, con l’unica sicurezza di non affrontare alcun grande giro: «E come potrei? Che garanzie potrei dare? Spero di essere disponibile per qualche corsa di più giorni in primavera, di sicuro però non voglio chiudere la mia carriera così, non credo di meritarmelo».