Under 23: per i quarti anni inizia la stagione decisiva

12.03.2023
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Con il 2023 già inoltrato verso la primavera e la stagione ciclistica iniziata, è il momento di discutere di obiettivi. La categoria under 23 ha tagliato il nastro con la San Geo, vinta da Persico. Guardando proprio al giovane corridore della Colpack, al suo quarto ed ultimo anno da under, ci siamo chiesti quali siano i ragazzi nella sua stessa situazione. Atleti che si giocano una fetta importante per il loro futuro proprio nella stagione appena cominciata

De Cassan è uno dei ragazzi del CTF che nel 2023 si gioca una bella fetta di futuro
De Cassan è uno dei ragazzi del CTF che nel 2023 si gioca una bella fetta di futuro

Parola al cittì

L’interlocutore adatto a questo discorso è proprio il cittì della nazionale under 23 Marino Amadori. Grazie al suo lavoro negli anni ha avuto modo di vedere questi ragazzi, accompagnandoli per tutto il cammino, che però non è ancora terminato.

«Già al quarto anno da under 23 – incalza Amadori – si giocano poche chance, visto il movimento che ha preso il ciclismo moderno. Si tratta praticamente dell’ultima stagione, anche perché una volta entrati elite il tutto si complica ancora di più. Di ragazzi che si giocano una bella fetta di futuro in questa stagione ce ne sono tanti: Persico è il primo che mi viene in mente. E’ sicuramente partito bene, ma per stuzzicare l’interesse delle squadre WorldTour deve mettersi in mostra anche fuori dall’Italia.

«La Colpack quest’anno ha ampliato il suo calendario aggiungendo tante gare in Europa, la prima sarà la Gand-Wevelgem. A proposito, tra poco faremo un raduno in Puglia di cinque giorni per preparare insieme proprio la trasferta belga: sarà la prima corsa per la nazionale. Oltre a Persico ci sono un’altra decina di ragazzi al quarto anno di buon livello che però sono chiamati a mettersi in mostra anche fuori dall’Italia».

Un altro quarto anno della Colpack è Della Lunga, vincitore del GP La Torre a febbraio (foto Instagram Colpack)
Un altro quarto anno della Colpack è Della Lunga, vincitore del GP La Torre a febbraio (foto Instagram Colpack)

Un occhio ai nomi

Nel curiosare tra le rose delle varie squadre, insieme al cittì, vengono fuori dei nomi importanti, ognuno con delle situazioni differenti. 

«Tra gli atleti del Cycling Team Friuli – continua Amadori – ci sono De Cassan e Debiasi, due ragazzi interessanti. La loro fortuna è che correndo in un team satellite della Bahrain Victorious, riescono ad essere più sotto controllo. Tra i ragazzi della squadra di Boscolo c’è anche Buratti, ma lui ha una situazione differente. Ha già il contratto nel 2024, proprio con la WorldTour. La sua stagione sarà di ulteriore apprendimento, ma potrà correre senza stress e questo è un grande vantaggio. Nella Colpack, oltre al già nominato Persico, abbiamo Della Lunga e Meris. Il primo ha già vinto, ma anche per lui vale il discorso di mettersi in mostra anche fuori dall’Italia».

Nuove realtà

Il 2023 ha portato tante nuove realtà, progetti diversi che hanno lo scopo di far crescere i ragazzi e di dar loro il giusto spazio. 

«Un progetto interessante – dice – è quello messo in piedi dalla Technipes #InEmiliaRomagna. Loro hanno un bel calendario internazionale e tra i ragazzi c’è Dapporto, quarto anno che da questa situazione può trarre grande beneficio. Altri progetti degni di nota sono quelli messi in piedi da Biesse Carrera e dalla continental della Q36.5, nella quale corre Edoardo Sandri. Un ragazzo che in salita va forte ed ha già fatto vedere qualche bel risultato: come l’ottavo posto in classifica generale all’Adriatica Ionica Race nel 2022. La formazione svizzera correrà molto all’estero, ora è in Algeria per una gara 2.2 e poi andranno in Francia, insomma il palcoscenico è quello giusto».

Ora le WorldTour preferiscono prendere gli juniores e farli crescere nei team development (nella foto Mattio con la Jumbo Visma)
Ora le WorldTour preferiscono prendere gli juniores e farli crescere nei team development

In mezzo al cambiamento

La posizione dei ragazzi al quarto anno da under 23, i classe 2001 per intenderci, è difficile. La “colpa” non è solo la loro, ma anche quella di un cambiamento radicale nel ciclismo che ha modificato e non poco le carte in tavola. 

«I quarti anni – spiega il cittì – sono in mezzo ad uno dei più grandi cambiamenti del mondo del ciclismo. Ora le formazioni WorldTour hanno aperto i team development e prendono i ragazzi che escono dalla categoria juniores. Preferiscono formare i corridori fin da subito, prenderne di più grandi non garantirebbe gli stessi risultati. Non per mancanza di qualità, ma per percorsi di crescita differenti. I ragazzi del 2001 dovranno dimostrare un po’ di più degli altri le loro qualità e la loro fame.

«Da questo punto di vista la nazionale può dare loro una mano con tante corse internazionali e con i vari ritiri, serve però anche la collaborazione dei team. Anche in passato ci sono stati tanti ragazzi che si sono messi in luce con la maglia della nazionale alle varie corse. Uno su tutti è Salvatore Puccio che nel 2011 vinse il Fiandre under 23 quando era ancora una prova di Coppa delle Nazioni. In quella squadra c’era anche Trentin, che arrivò quinto. I due, quello stesso anno firmarono poi per due team WorldTour: Puccio la Sky e Trentin la Quick Step»

Papà Collinelli, come vedi il 2023 di Sofia e Luca?

28.02.2023
7 min
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Ogni stagione che inizia ha sempre un motivo d’interesse che va oltre il risultato. Lo stesso vale anche per il genitore, specie se la sua prima vita l’ha passata in sella ad una bici, conquistando fra l’altro anche un oro olimpico. Andrea Collinelli non è un padre qualunque per i suoi figli Sofia e Luca e quest’anno ha più di una ragione per seguire con più attenzione le loro corse.

Sofia è passata alla Israel-Premier Tech-Roland, entrando così nel WorldTour femminile, ed è già partita in modo intenso disputando sette gare, compreso il UAE Tour. Luca ha esordito lo scorso weekend con il suo Team Technipes #InEmiliaRomagna correndo sabato la San Geo e poi il giorno dopo a Misano, dove ha raccolto subito un terzo posto dietro Bruttomesso e Portello. E papà Collinelli come vede il loro 2023? Glielo abbiamo chiesto, naturalmente…

Andrea Collinelli con i figli Sofia e Luca. I due chiedono sempre consigli al padre
Andrea Collinelli con i figli Sofia e Luca. I due chiedono sempre consigli al padre
Andrea andiamo in ordine cronologico partendo dal podio di Luca. Te lo aspettavi?

Sì e no. Chiaramente mi fa molto piacere. Sapevo che durante il ritiro si era fatto trovare pronto. Lui è un 2003 ed è al secondo anno nella categoria U23, ma mi hanno detto che ha fatto grandi cambiamenti. Adesso è più concentrato, più resistente ed è in un squadra che sta facendo le cose molto bene.

A cosa può essere dovuto questo cambiamento?

Forse Luca ha avuto una maturazione più lenta rispetto ai suoi coetanei. E forse subiva un po’ l’immagine di Sofia, che da junior aveva fatto tante vittorie e risultati importanti. Luca ogni anno faceva buone cose, ma diciamo che prima non ci metteva lo stesso impegno di sua sorella. Sappiamo però che la maturazione, appunto, non è uguale per tutti. Ora Luca può essere uno stimolo per Sofia nel rilanciarsi. Infatti quando escono in allenamento assieme, non si risparmiano e se le danno nei denti (sorride, ndr).

Luca che caratteristiche ha?

E’ un passista veloce ed ha potenza. Predilige una volata corta, esplosiva. Si difende bene a crono, dove l’anno scorso avevo conquistato due buone top 10 per essere al debutto nella categoria. Se migliora sulle salite brevi e sugli strappi, può diventare più completo, anche perché gli piacciono le gare dure. Ad esempio domenica a Misano il vento e il freddo hanno condizionato molto la corsa rendendola selettiva. Infatti nel finale era là davanti ed ha fatto un buon risultato.

Quali sono gli obiettivi per Luca quest’anno?

Ne ha uno prioritario: la scuola. Purtroppo ha perso un anno e quindi dovrà concentrarsi sulla maturità. Poi da luglio in avanti potrà dedicarsi al ciclismo. Però se i cambiamenti mostrati in bici valgono su tutto, allora credo che si preparerà bene anche per l’esame. In ogni caso per lui questa stagione sarà ancora di apprendistato. Corre in un team continental che prevede un calendario importante anche in mezzo ai pro’, quindi potrà fare tanta esperienza. Certo, l’obiettivo di ogni corridore è quello di passare professionista, ma non deve avere fretta. Personalmente penso che anche nel 2024 gli converrebbe restare tra gli U23.

Prima facevi riferimento al rilancio di Sofia, che ora corre nel WorldTour. Come sta procedendo?

Bene ma è solo agli inizi. L’ingaggio della Israel è un buon traguardo per avere una buonissima ripartenza. Purtroppo lei ha avuto molta sfortuna nelle ultime stagioni. Prima problemi fisici che nel 2021 l’hanno parecchio frenata. Praticamente per un anno non ha corso. Durante la fase dell’infortunio ha preso qualche chilo. Poi l’anno scorso ha corso tanto, con qualche bel piazzamento che fa bene per il morale. Ha disputato il Giro Donne ma all’ottava tappa è caduta rompendosi due costole. Complessivamente a livello psicologico non è stato facile.

Avete dovuto intervenire su qualche aspetto particolare?

Innanzitutto a livello medico. Sofia ha avuto una doppia pubalgia dovuta al disallineamento del bacino. Le avevano prescritto di stare ferma per sei mesi, che per uno che va in bici è una mazzata. Abbiamo interpellato altri specialisti e alla fine il centro Isokinetic di Bologna, che segue anche il Bologna Calcio, ha trovato la giusta terapia. Ha iniziato ad usare un bite dentale ed ha potuto allenarsi regolarmente. Ancora adesso tiene il problema fisico sotto controllo grazie ad esercizi di routine. Contemporaneamente però c’è l’aspetto psicologico da non sottovalutare.

Cosa avete fatto in questo caso?

Sta facendo un percorso con la dottoressa Valentina Marchesi di Modena, una psicologa che le fa anche da mental coach che la segue fin dai tempi della VO2 Team Pink quando era junior. Sofia si è destabilizzata quando, durante il suo infortunio, ha visto le sue compagne che andavano forte e facevano risultati. Si è buttata giù e le è un po’ scesa la catena, come si dice in gergo. Credo sia normale, sono cose che capitano. Adesso però sta lavorando sodo per ritrovare lo smalto di una volta. Non sarà immediato, ma ha solo 22 anni e quindi tutto il tempo per farlo.

Il contratto biennale in tal senso aiuta. Ha altri obiettivi Sofia?

Avere la possibilità di non dover rincorrere per forza le cose è un bene. La Israel ha un bel progetto per le giovani e non le mette pressione. Adesso che è nel WorldTour deve solo imparare, fare gavetta e migliorare, dando sempre qualcosa in più. Già il fatto che abbia fatto anche il ritiro con la nazionale è un buon segno. Il cittì Sangalli le ha detto di farsi trovare pronta perché una maglia azzurra per lei potrebbe esserci. Se crescerà come spero, Sofia dal 2024 dovrà far rivedere quelle doti del suo passato.

Estate 2022. Sofia e Luca Collinelli, qui sul Gavia, si allenano spesso assieme senza risparmiarsi (foto instagram)
Estate 2022. Sofia e Luca Collinelli, qui sul Gavia, si allenano spesso assieme senza risparmiarsi (foto instagram)
Tre consigli che papà Andrea Collinelli dà ai suoi figli.

Non faccio differenze fra loro. Primo: il corridore si fa d’inverno, a tavola e non. Ripresentarsi ai raduni fuori forma non è un bel segnale. Secondo: dare sempre il 100 per cento per i compagni. Solo facendo così potrai un giorno chiedere indietro il favore. Terzo: divertirsi andando in bici. Adesso c’è sempre più stress. Bisogna cercare di allenarsi, stare bene con i compagni e correre con la mente libera. Tutto sarà più semplice.

Monaco e Innocenti da Cassani: obiettivo riscatto

08.12.2022
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Dal team Technipes#InEmiliaRomagna partono tante storie e inevitabilmente tutte si intrecciano, come nel migliore dei romanzi. Due di queste, tuttavia, ci hanno particolarmente “rapito”: quella di Alessandro Monaco e di Andrea Innocenti. Trame differenti che però condividono uno stesso obiettivo, quello di riscattarsi. O almeno provare a farlo. Monaco riparte dopo un finale di stagione che lo ha visto operarsi all’arteria iliaca. Di Innocenti, invece, vi abbiamo parlato di recente in due modi differenti

Entrambi i corridori, nel momento in cui ci siamo confrontati con loro, hanno detto di essere arrivati in questa squadra grazie al rapporto con Davide Cassani. L’ex cittì ha avuto modo di veder crescere i due ragazzi dalle categorie giovanili, prima che le vicissitudini di entrambi prendessero il sopravvento. 

Cassani ha voluto credere in Monaco ed Innocenti: due storie diverse ma stessa fame di riscatto
Cassani ha voluto credere in Monaco ed Innocenti: due storie diverse ma stessa fame di riscatto

L’occhio di Cassani su Monaco

Cassani risponde al telefono a metà mattinata, le parole escono ponderate dalla sua bocca, l’ex cittì ne conosce il peso e prima di rispondere aspetta sempre qualche istante. 

«Monaco – dice Cassaniha espresso ampiamente la volontà di riprovarci. Dal momento in cui si è accorto del problema alla gamba, ha detto di essere disposto a fare tutto il necessario per tornare ad alti livelli. Lo conosco da diversi anni, da quando correva negli juniores ed era uno dei più bravi, direi tra i migliori d’Italia. E’ stato anche tra i professionisti per due anni, di quel periodo so poco, però mi sento di dire che a volte la fretta porta a scartare certi elementi quando basterebbe aspettare un po’. La sua figura all’interno della squadra sarà importante, sarà uno dei più grandi, se non il più grande. Il calendario che ci aspetta, con tante corse all’estero, ci porta ad affidarci anche a ragazzi con la sua esperienza».

Per l’ex cittì anche il lato umano è importante. Lo studio aiuta a fare crescere l’atleta e viceversa: qui il giorno della laurea di Innocenti
Per l’ex cittì anche il lato umano è importante. Lo studio aiuta a fare crescere l’atleta e viceversa: qui il giorno della laurea di Innocenti

E poi su Innocenti

Per Innocenti il discorso è diverso ma parte sempre dallo stesso punto: la motivazione. E Andrea, per le parole dette e le impressioni lasciate anche al suo rientro, sembra averne parecchia. 

«L’arrivo di Innocenti – riprende Cassani – è legato al fatto che ritengo sia un corridore con numeri notevoli. Non voglio entrare nel merito della vicenda, ma un ragazzo così giovane che durante uno stop di 4 anni reagisce in questo modo merita attenzione. Si è sempre allenato cercando di tornare competitivo e riuscendoci, bisogna stare vicino a determinati ragazzi e sono contento che lo abbiamo preso. Il periodo di stop è lungo ma parliamo di un ragazzo del 1999, è giovane e merita di avere un’opportunità».

Monaco ha un grande bagaglio di esperienza da mettere a disposizione dei compagni
Monaco ha un grande bagaglio di esperienza da mettere a disposizione dei compagni

Il lato umano

Cassani abbiamo imparato a conoscerlo bene, è una persona che all’aspetto umano bada molto. Monaco ed Innocenti lo sanno e parte di questa opportunità passa proprio da questo aspetto. 

«Entrambi – conclude – hanno proseguito gli studi, penso che sia un lato fondamentale della vita che può accompagnare e aiutare l’attività sportiva. E’ finita l’epoca dei corridori con i paraocchi, bisogna essere sempre attenti a quello che succede nel mondo. Sono contento che entrambi abbiano deciso di puntare molto anche sull’istruzione nel tempo libero, senza perdersi in qualcosa di meno importante. La crescita dell’uomo deve andare di pari passo alla crescita sportiva».

Coppolillo non ha dubbi: Monaco e Innocenti hanno la motivazione giusta, l’occasione se la sono meritata
Coppolillo non ha dubbi: Monaco e Innocenti hanno la motivazione giusta, l’occasione se la sono meritata

Parla Coppolillo

Il discorso, ora passa anche attraverso le parole e la visione dei diesse. Parliamo con Michele Coppolillo che ha visto entrambi i ragazzi e, insieme a Cassani, ha deciso di dare loro questa occasione. Facciamoci raccontare cosa ha notato. 

«Quando ho fatto il colloquio con Monaco – dice “Coppo” – sono stato subito chiaro e lui lo è stato con me: non è qui per fare un altro anno e vedere, provare… E’ qui per dare il massimo e fare bene. L’età è un fattore, ma non è “invalidante”. Anche io sono passato professionista a 24 anni e ho fatto le mie dieci stagioni in gruppo. L’infortunio e la conseguente operazione non sono banali, ma le prime sensazioni che ci ha dato sono positive. Lo staff della nostra squadra è di alto livello e questo sarà un fattore determinante per aiutarlo a tornare al 100 per cento. Lui è un ragazzo molto determinato, d’altronde non fai questa operazione a 25 anni se non credi davvero in quello che fai.

«Di Innocenti – riprende con verve – ho avuto una bellissima impressione durante il nostro colloquio. La cosa che mi ha colpito di più è che non si è mai fermato in questi 4 anni, non è una cosa banale, ci vogliono gli stimoli e tanta fame. Lo conosco da quando era junior perché ai tempi ero diesse in una squadra di quella categoria e lo vedevo spesso. Il talento lo ha sempre avuto. Magari all’inizio farà fatica, soprattutto i primi mesi, ma poi dovrà tornare a regime. Anche per lui vale il discorso di Monaco, se sei qui è perché devi provarci con tutto te stesso. Innocenti, secondo me sarà una bella sorpresa, io lo spero e non sarebbe qui se non ci credessi davvero».

Il rientro di Piccolo e Innocenti: i pro e i contro

05.12.2022
6 min
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Il 2022 è stato un anno intenso e ricco di rientri. Quello che ci ha lasciati più sorpresi, per continuità e prontezza, è quello di Andrea Piccolo. Prima alla Drone Hopper e poi subito promosso nel WorldTour con la EF Education Easy Post. Nella pausa invernale, però, c’è stato spazio per un altro bell’annuncio: il ritorno di Innocenti con la Technipes-#InEmiliaRomagna

I due corridori hanno avuto un passato, nelle categorie minori, di tutto rispetto. Entrambi hanno vinto il Giro della Lunigiana: Piccolo nel 2019 ed Innocenti nel 2017. Un passato accomunato da un grande talento ed un presente più difficile. Un’altra cosa che accomuna i due è l’aver lavorato con Pino Toni, che parlando del loro motore, ci disse di aver sempre riscontrato valori molto interessanti.

Piccolo è stato fermo per 6 mesi a causa del problema Gazprom (foto Instagram)
Piccolo è stato fermo per 6 mesi a causa del problema Gazprom (foto Instagram)

L’occhio del preparatore

Cosa vide Pino Toni nei due? Lo chiediamo direttamente al preparatore toscano che ripescando nella memoria, e riallacciandosi con il presente, ha le idee chiare.

«Ora come ora – racconta – di Piccolo ho più informazioni, anche perché lo alleno io. Mi è stato proposto di seguirlo dopo il caso Gazprom, abbiamo parlato un po’ e da allora lavoriamo insieme. Innocenti l’ho visto quando era tra i dilettanti, gli ho fatto qualche test, lui era davvero forte, quello che è successo dopo non me lo spiego. Io non penso sia un dopato, non ne aveva minimamente bisogno…»

Piccolo è tornato con continuità alle corse in maglia Drone Hopper, qui al Trofeo Getxo dove è arrivato secondo alle spalle di Ayuso
Piccolo è tornato con continuità alle corse in maglia Drone Hopper, qui al Trofeo Getxo dove è arrivato secondo
Parliamo prima di Andrea Piccolo, da junior era davvero forte…

Ha sempre fatto bene, sia da junior che da dilettante – ci dice Pino Toni – la sua sfida continua con Tiberi era affascinante. Erano i due punti di riferimento del movimento italiano. Da ragazzino Andrea (Piccolo, ndr) l’ho visto poco anche perché io allenavo Tiberi. Però vedevo spesso le corse e la cosa che mi ha sempre sorpreso è stato l’atteggiamento, la fame e la cattiveria che aveva erano incredibili.

Poi c’è stato lo stop, anzi due: quello con l’Astana e il caso Gazprom.

Il dopo Astana per lui è stato complicato, ma lo ha gestito da sportivo vero, da chi sa cosa vuole. E anche il caso Gazprom non lo ha aiutato. E’ tornato a correre a giugno, dopo mesi di pausa, al campionato italiano, ed è arrivato quarto. Quel risultato ha stupito molto, ma è sintomo che il motore c’è ancora ed oltre alle doti fisiche si aggiungono grandi capacità di concentrazione e di lavoro

Che corridore è?

E’ il tipo di corridore giovane e moderno, si sa allenare ed è capace di fare fatica in allenamento. I corridori al giorno d’oggi devono sapersi allenare perché non puoi andare alle corse e non avere gamba, ti stacchi subito. Bisogna riuscire a soffrire in allenamento per poi dire la tua alle corse

Per Piccolo (al centro) subito la chiamata dal WorldTour, dal 1° agosto approda alla EF (foto Instagram)
Per Piccolo (al centro) subito la chiamata dal WorldTour con la EF (foto Instagram)
Che impressione ti ha fatto? 

Un mio collega in Katusha, Popov, mi ha chiesto se fossi disposto a lavorare con lui. Prima ho guardato i file ed abbiamo fatto delle prove, era incredibile. A dicembre 2021 pesava 74 chili, 8 in più di ora, e i test erano già sorprendenti, questo vuol dire che ha davvero un gran motore. 

Lui ha ripreso a correre da giugno e da allora è stato un continuo crescendo…

Piccolo è un corridore che può andare bene nelle classiche e nei grandi Giri: va forte a crono, cura molto quella disciplina. Da agosto a ottobre è sempre arrivato davanti, scendeva dall’aereo e andava a correre e lo trovavi sempre tra i primi. Questo è sintomo di un grande recupero e di una voglia fuori dal comune. Non ha ancora vinto, per farlo bisogna iniziare a lavorare sul particolare, a concentrarsi su un obiettivo. Il 9 dicembre vado a Girona per parlare con il capo performance della EF per capire il programma di lavoro e il calendario. 

L’11 novembre siamo andati a casa di Innocenti, il suo ritorno meritava di essere raccontato
L’11 novembre siamo andati a casa di Innocenti, il suo ritorno meritava di essere raccontato

Il ritorno di Innocenti

Andrea Innocenti ha alle spalle una storia tanto travagliata che meriterebbe un romanzo a puntate. Il corridore toscano torna a correre dopo 4 anni, un periodo lunghissimo, quasi interminabile. Ma concentriamoci solamente sull’aspetto tecnico, che cosa potrà fare, a che punto lo ritroviamo?

«Lui è stato fermo quattro anni – racconta Pino – sono tanti. Sinceramente è il primo corridore, di cui sono a conoscenza, che torna alle corse dopo un periodo così lungo. 

Il 2017 è l’anno migliore per Innocenti, con 9 vittorie, fra cui il Lunigiana (duzimage)
Il 2017 è l’anno migliore per Innocenti, con 9 vittorie, fra cui il Lunigiana (duzimage)
Ha già ripreso a correre, al Giro del Friuli, e non è andata male.

No, anzi. Questi sono segnali positivi, vuol dire che i numeri li ha, poi per quello che so si è allenato molto. Bisogna vedere dove può arrivare, lo stop è stato sicuramente un handicap, non si può negarlo. 

Lo hai testato più volte, che ci avevi visto?

Era davvero incredibile, un gran motore ed una mentalità da vero corridore. Anche da ragazzino era molto curioso, faceva domande, voleva capire. Sono tanti i corridori che hanno i numeri, ma poi non hanno la testa per spingersi oltre. Sia Piccolo che Innocenti mi hanno sempre dato la sensazione di avere la mentalità giusta per diventare dei signori corridori. Te lo fanno capire che per loro non è un gioco. 

Anche Innocenti era uno dei punti di riferimento del movimento italiano…

Assolutamente, lo ha detto tante volte anche Cassani. Ed il fatto che ritorni a correre con lui alla Technipes-#InEmiliaRomagna vuol dire che ci credono ancora. E’ rientrato in una continental, ma lo staff che c’è in quel team è di altro livello: Coppolillo, Chicchi, Chiesa, Malaguti come preparatore… Insomma, è ben supportato. 

Durante lo stop di 4 anni, Innocenti non ha mai abbandonato la bici (foto Instagram)
Durante lo stop di 4 anni, Innocenti non ha mai abbandonato la bici (foto Instagram)
Quattro anni sono tanti…

E’ difficile tornare, sono 4 anni di fatiche e delusioni mancate, è un buco nella sua carriera. Innocenti è un vero atleta, lo è sempre stato. Su questo non c’è nulla da dire. Non rientra nel professionismo, ma anche nelle continental si va forte.

Possono ancora essere il futuro del ciclismo italiano?

Dopo quello che hanno attraversato, devono capire quale possa essere il loro ruolo in questo mondo. Sicuramente sono due che partono con la mentalità di voler essere dei vincenti, poi si vedrà. Sono giovani, Piccolo è più avvantaggiato perché ha ripreso da qualche mese e questa potrà già essere una stagione di conferme. Innocenti non deve farsi prendere dalla fretta, se i risultati arriveranno bene, ma al momento deve andare alla ricerca del colpo di pedale.