Ciuccarelli manda giù il rospo e ci riprova

29.12.2022
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Il terremoto che ha investito la Drone Hopper e ha portato alla successiva chiusura, ha causato un effetto a cascata. A farne le conseguenze, oltre a chi nel team di Savio già c’era, è stato Riccardo Ciuccarelli (in apertura foto Instagram al Giro della Val d’Aosta corso con la nazionale). Il ventiduenne della Biesse Carrera era stato promesso sposo della Drone Hopper per questo 2022. La chiusura della squadra ha spazzato via le certezze sul futuro e quel contratto che lo avrebbe portato nel mondo dei professionisti.

«Non è facile descrivere il mio stato d’animo – racconta Ciuccarelli – soprattutto quando tutto questo ti capita a vent’anni. Hai una prospettiva e rimani spiazzato, così all’improvviso».

Da sinistra: Marco Milesi, Riccardo Ciuccarelli e Gianni Savio, al momento della firma del contratto l’inverno del 2021
Da sinistra: Marco Milesi, Riccardo Ciuccarelli e Gianni Savio, al momento della firma del contratto l’inverno del 2021
Quando hai scoperto che la Drone Hopper avrebbe chiuso?

Dai giornali, come tutti gli altri. Quando ho iniziato a leggere i primi articoli mi sono preoccupato subito. Mi stavo allenando con un obiettivo preciso e poi più nulla. 

Rischiavi di rimanere fuori da tutto…

Sì, da essere praticamente un professionista ho rischiato di non avere squadra per il 2023. Con la Biesse Carrera naturalmente non avevo un contratto per la prossima stagione. Per fortuna tutto si è risolto nelle ultime settimane di dicembre e di questo devo ringraziare la Biesse ma anche Savio. Gianni ci ha tenuto a contribuire a pagare parte del mio contratto per il 2023. 

Nel 2023 Ciuccarelli sarà ancora con la Biesse, qui al campionato italiano under 23 di Carnago
Nel 2023 Ciuccarelli sarà ancora con la Biesse, qui al campionato italiano under 23 di Carnago
Con il punto interrogativo sul 2024…

Non c’è nulla di ufficiale, i progetti sono diversi, ma non abbiamo nulla di concreto. 

Si riparte da zero, con che spirito?

Bisogna far finta che non sia successo nulla prima e lavorare bene per la stagione che sta arrivando. Tra un anno tireremo le somme. E’ stato difficile rimettersi in sesto perché mentalmente ero già tra i professionisti. Una volta finita la mia esperienza da under 23 volevo provare a passare. 

Invece inizia il primo anno da elite.

Nella mia testa la categoria che conta è quella degli under 23. Lo vediamo sempre più spesso, ormai si diventa professionisti al secondo o terzo anno. Per me sarebbe stato esattamente così, poi invece…

A cosa si punta nel 2023?

A rimettersi in gioco, devo trovare la voglia di riscattarmi. Devo pensare a cosa posso fare e metterci tutto me stesso. Nel ciclismo moderno non puoi fare le cose al cinquanta per cento, devi essere sempre al top. 

Quali sono stati i giorni più duri?

I primi dopo la notizia, ottobre più o meno. La prima settimana avevo quasi pensato di mollare. Lì sei in balia delle tue emozioni, un giorno ti svegli e ti alleni di rabbia e voglia. Quello successivo non hai nemmeno le forze di scendere dal letto. Poi piano piano ragioni e ricostruisci il tutto.

Ripartire dalla Biesse Carrera può essere un vantaggio, conosci già l’ambiente.

Questo mi ha dato maggiore tranquillità, con Milesi e tutto lo staff mi trovo bene. Li sto sentendo tutti i giorni e non saprei come ringraziarli. Il consiglio è di fare una bella stagione lavorando bene e tutto si sistemerà. Dobbiamo provarci, di nuovo. Il 2022 non è stato roseo come il 2021, devo ritrovare quelle sensazioni.

Essere elite non sarà semplice visto che cambieranno anche le regole per le gare regionali, il calendario sarà più ristretto ma potresti lavorare per obiettivi. 

Il calendario le delineeremo poi. Però da elite bisogna partire forte altrimenti sei tagliato fuori, devi essere subito pronto. Lavorare per obiettivi sarà probabilmente la via giusta da seguire. Ho avuto modo di capire che con il mio fisico leggero (165 centimetri per 65 chili) non è facile mantenere la condizione per lunghi periodi. Molto meglio fare meno gare ed essere al top