Zana, è fatta: «Adriatica Ionica, quarta settimana del Giro»

08.06.2022
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Seduto sotto i portici del Palazzo dell’Arengo ad Ascoli Piceno, Filippo Zana si gode la vittoria della Adriatica Ionica Race. Non l’ha mai data per scontata, anche se si era ormai capito che le strade per metterlo in difficoltà fossero finite. E così la stagione, che doveva essere quella del passo avanti dopo l’eccellente Tour de l’Avenir, si è rimessa in carreggiata.

La primavera e le corse fino al Giro, legate forse a un cambiamento di preparazione dell’ultima ora, non sono state formidabili. Avendo la corsa rosa nel mirino, la squadra aveva concordato che Zana andasse sull’Etna per fare l’altura e poi il Giro di Sicilia. Invece il suo preparatore Paolo Artuso, lo ha dirottato sul Teide con i corridori del Team Bahrain Victorious ed ha poi suggerito che andasse al Tour of the Alps, dove forse il livello era troppo alto e gli ha impedito di arrivare al Giro come avrebbe sperato. In quelle tre settimane s’è invece compiuto il miracolo della condizione. E sulle strade dal Friuli alle Marche, il corridore della Bardiani-CSF-Faizanè è riuscito a rialzare la testa.

Dopo la tappa, Zana serenissimo ha raccontato il suo stato d’animo
Dopo la tappa, Zana serenissimo ha raccontato il suo stato d’animo

«Adesso tutto è basato sui numeri – dice e un po’ sorride – e quando si vede che ci sono i numeri, si capisce che siamo in forma. Però diciamo che ho capito di stare veramente bene nella prima tappa, quando ho fatto l’attacco in salita e ho tirato sempre io. Ho scremato bene il gruppo e poi dopo la discesa ne avevo ancora per chiudere su tutti gli scatti. Quel giorno mi sono detto che la gamba stava tornando…».

E poi c’è stato il Grappa, no?

Sul Grappa mi sono sentito veramente forte. Ho ritrovato la gamba che avevo l’anno scorso quando stavo bene, per esempio al Tour de l’Avenir. Sono veramente contento, tutti i giorni è stata dura però le gambe c’erano, quindi è andata bene.

Per la Bardiani una festa attesa e necessaria nel centro di Ascoli
Per la Bardiani una festa attesa e necessaria nel centro di Ascoli
Si va in paranoia se la condizione non arriva?

Diciamo che ci sono stati momenti non facilissimi, però sono riuscito a rimanere concentrato e diciamo che questa vittoria ripaga un po’ di tutti i sacrifici e le difficoltà che ci sono state fino ad ora. Speriamo di continuare al meglio e che la ruota sia girata. Adesso si arriva fino ai campionati italiani e poi ci sarà bisogno di recuperare per fare una bella seconda parte di stagione.

Possiamo dire che il Giro sia stato per certi versi deludente, ma di certo allenante? 

Questa condizione viene da lì. Dal Giro si può uscire morti o con la gamba. Io per fortuna sono andato in crescendo, si è visto che per me questa è come fosse la quarta settimana del Giro. Avevo buone gambe e sono riuscito a giocarmi la gara.

Come è stato portare la maglia tutti i giorni?

Ho avuto una squadra super, quindi non è stato così stressante. Sicuramente bisognava sempre stare attenti agli attacchi degli avversari, anche perché la classifica era corta, quindi ho dovuto muovermi io in prima persona quando attaccavano i primi di classifica. Però la squadra ha lavorato veramente in maniera strepitosa per giorni e quindi è grazie a loro se sono riuscito a portare a casa questa corsa.

La vittoria cambia faccia alla tua stagione?

Diciamo che ripaga un po’ di sacrifici e di sofferenze avute quest’anno. Quindi adesso abbiamo un’altra metà di stagione bella tosta e sicuramente cercheremo di prepararla nel migliore dei modi, per riuscire a toglierci ancora qualche soddisfazione.

Sul podio finale oltre a Zana c’eranoanche Tesfatsion e Pronskiy
Sul podio finale oltre a Zana c’eranoanche Tesfatsion e Pronskiy

Ha lo sguardo sereno e le gambe che pulsano ancora di caldo e fatica. Adesso vengono a chiamarlo per la premiazione. Ora finalmente potrà salire sul podio e sentire che il discorso è chiuso. Piano con i voli pindarici. La sua carriera è appena agli inizi, ma la continuità nei risultati è di solito sinonimo di qualità. La Adriatica Ionica Race per il vicentino è la terza corsa a tappe vinta in due anni (prima il Sazka Tour e la Course de la Paix del 2021, oltre al terzo posto al Tour de l’Avenir). E questo, lasciandolo crescere come si deve, potrebbe essere un ottimo punto di partenza.

Alberati: ecco perché penso che Giovanni sia ancora vincente

07.12.2021
7 min
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Vedendo la foto di Visconti al lavoro con Paolo Alberati, ammettiamo che un po’ di curiosità c’è venuta. Giovanni aveva lavorato bene con Alessandro Proni, poi il rapporto si era concluso e negli ultimi due anni il siciliano si è allenato da sé, confidando nella propria esperienza. Ma nel ciclismo in cui non si può lasciare nulla al caso e avendo visto il lavoro che Alberati fa già da anni con Fiorelli, anche Visco (che in apertura è ritratto durante la tappa di Sestola al Giro 2021, chiusa al 5° posto) ha deciso di provare.

«Mi ha contattato ad agosto – spiega Alberati, 49 anni – dicendomi che gli avrebbe fatto piacere lavorare con me, ma mettendo subito le mani avanti: se non vuoi, puoi anche dire di no. Io non ho mai avuto rapporti diretti con Giovanni, ma l’ho sempre stimato tanto, perché è sulla breccia da vent’anni e ha sempre dimostrato grande attaccamento al ciclismo. Però una cosa gliel’ho chiesta: verificare che ci fosse la giusta sintonia. Che condividessimo gli stessi punti di vista. Verificato questo, siamo partiti».

Con la sua tesi, Alberati ha fatto luce sul ruolo di Bartali durante la 2ª Guerra Mondiale. Qui con il compianto Ivo Faltoni e Gioia Bartali
Con la sua tesi, Alberati ha fatto luce sul ruolo di Bartali nella 2ª Guerra Mondiale. Qui Ivo Faltoni e Gioia Bartali
Che idea ti sei fatto?

Credo che in questi anni lo scoglio non sia stato solo fisico, a parte l’ultimo in cui ha avuto veri problemi di salute. Giovanni è un gran pensatore, la sua testa è sempre al lavoro. Quando è venuto a Perugia la prima volta, gli ho proposto di lavorare con un mental coach per incanalare i suoi pensieri in una direzione positiva. Inizialmente non è parso molto convinto, ha raccontato che già in passato aveva provato, ma non si era trovato bene. Invece dopo qualche giorno mi ha richiamato, ha detto che avrebbe provato e ha cominciato, trovandosi bene.

Un fatto di convinzione?

Tempo fa eravamo in bici insieme e mi ha fatto vedere una foto in maglia rosa che qualcuno gli aveva mandato. Parlava di sé come se quei traguardi fossero ormai irraggiungibili. Ne ha un’altra in cui è sul podio davanti a Valverde, ma è come se parlasse di sé pensando a un altro. Questa è una cosa positiva nella misura in cui il non essere mai contento gli impedisce di sentirsi appagato, ma diventa un freno se si trasforma nella continua ricerca di conferme.

Da dove comincia il tuo lavoro?

Dall’insegnamento di Alfredo Martini. Di mio sono impulsivo e sbrigativo, ma ricordate cosa diceva Alfredo? Quando sei davanti a un corridore, devi essere rassicurante e convincente. Ed è quello che cerco di fare, prendendo tutto il tempo per spiegare le cose.

Perché si è rivolto a te?

Probabilmente per l’amicizia con Fiorelli, ma anche dall’aver visto che il lavoro funziona e non si riduce a qualcosa di schematico e impersonale. Vanno bene i programmi, ma servono anche elasticità e senso pratico.

Nell’intervista con Giada Gambino, Giovanni ha parlato di cambiamenti nell’alimentazione in bici.

L’altro giorno sono uscito con lui e Fiorelli. Dovevamo fare 4 ore e mezza. Avevamo già scalato Caccamo e tornando verso Palermo, avremmo concluso sul Monte Pellegrino. Dovevano farla piano, anche se in realtà l’hanno fatta a fiamma. Andando verso la salita, gli ho chiesto se avesse mangiato e lui ha risposto che ormai mancava poco, quindi non aveva preso niente. Gli ho risposto che per andare forte sulla salita finale, qualcosa doveva mangiarla. Che lo avrebbe aiutato ad andare meglio, a non finire l’allenamento svuotato, ad avere buone sensazioni e a non arrivare a casa con una fame atavica. Ha provato e alla fine ha ammesso che da questo punto di vista in passato ha sbagliato tanto.

Dice che voleva stare alla larga dai carboidrati…

E’ appena 1,5 chili sopra il peso forma, non ha bisogno di stressare il corpo. E’ rimasto colpito da Supersapiens, il sistema che mostra la variazione della glicemia, che in allenamento si può usare, e ti permette di vedere come il corpo reagisce a un gel, a una barretta e con il passare delle ore.

Monte Pellegrino, salita di due versanti di 8 chilometri nel cuore di Palermo: Visconti, Fiorelli e dietro Alberati a fare la foto
Monte Pellegrino, salita di due versanti di 8 chilometri nel cuore di Palermo: Visconti e Fiorelli
Siete già avanti nel lavoro?

La cosa più difficile è stato convincerlo a riposare sul serio. Voleva rientrare per il Giro di Sicilia, ma era indietro. Gli ho detto che correre sulle strade di casa e prendere legnate lo avrebbe esposto a brutte figure, che si sarebbe portato dietro tutto l’inverno. Dopo un paio di giorni mi ha chiamato e ha rinunciato. Ora è partito con entusiasmo e i risultati si vedono.

In che forma?

A ottobre saliva al massimo fino a 177 battiti. Ora, dopo sei settimane da 18-20 ore di lavoro, è già a 185. Ha detto che quei numeri li faceva da dilettante. Il cuore non sale se sei stanco o se stai male, questa variazione è importante.

Che cosa significa?

Aver riguadagnato elasticità cardiaca è spia del fatto che sta bene, che il fisico è recuperato, più del fatto che l’allenamento ha giovato. Anche perché finora non si è lavorato tanto né forte. Prima dalla soglia in avanti cresceva di 40 watt, ora è già a 100. Quel fuorisoglia è la sua caratteristica, poter fare la differenza quando gli altri sono a tutta. Ma i numeri non sono tutto, vanno mescolati con l’esperienza e con la consapevolezza di essere un corridore importante.

Watt guadagnati tutti in bici?

No, abbiamo ricominciato a fare palestra. Una parte importante di quei watt, anche e soprattutto sull’esplosivo, vengono da lì. Giovanni non riusciva a risalire sopra i 1.000 watt, due giorni fa ne ha fatti 1.147 per 5 secondi.

Esercizi classici?

Stiamo lavorando in modo particolare, con pesi molto alti, una volta alla settimana, ma lo faremo per tutto l’anno. L’esplosività andando avanti con gli anni la perdi, se non la curi con attenzione. Su questo Giovanni è stato molto ricettivo, erano anni che non andava in palestra e il muscolo l’ha sentito. Sulla preparazione muscolare di un atleta maturo, la palestra ben fatta cambia tanto.

Dai numeri comunque si riesce a capire molto…

A dicembre abbiamo fatto un classico test Conconi. Dopo due mesi che sei fermo, non aveva senso fare un test da sforzo di 20 minuti a tutta e neanche di 10. Invece il test Conconi ti porta gradualmente alla soglia e dà risultati attendibili, anche se nel breve periodo. E in quello fatto a dicembre, aveva già 6 watt/kg. Un valore con cui una volta arrivavi davanti in piena stagione, mentre ora è un punto di partenza. Tempo fa con Buitrago ci siamo messi a guardare i valori che aveva alla Vuelta Burgos ed era a 6,9 watt/kg, in gruppo però altri 30 erano messi allo stesso modo. Un’altra volta abbiamo studiato i dati di Wellens su una salita della Vuelta Andalucia. In allenamento aveva rubato un Kom a Valverde, che l’aveva fatto in corsa. E va bene che all’inizio sembra che andassero dietro moto, ma ha pur sempre fatto 7,1 watt/kg.

C’è in corso un’evoluzione della specie?

Giovanni parla spesso dei giovani che ci sono in giro adesso. E’ chiaro che avendo dei super budget, le squadre vanno a pescare i migliori di ogni Continente, per cui in gruppo arrivano solo atleti con grandi motori. Ma anche Saronni e Merckx vinsero da ragazzi come Pogacar ed Evenepoel, le eccezioni ci sono sempre state. Teniamo presente che si tratta di eccezioni. Ma nelle corse di 250 chilometri, quelle del ciclismo più vero che tanto ci piace, l’esperienza e la maturità fisica sono ancora fattori importanti.

Quindi il preparatore Alberati come vede Visconti in questa geografia di fenomeni?

Magari non può arrivare a quei numeri, ma con la sua esperienza e il suo fisico, può raggiungere quei 6,5 watt/kg che gli permetteranno, nei finali delle corse in cui magari sarà in fuga, di giocarsi la vittoria. Per me è ancora un vincente. 

Zoccarato, sfinito e felice: «Ma un dubbio mi resta…»

21.06.2021
4 min
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Salire sul podio al campionato italiano per un neoprofessionista è sempre un grande risultato e ad Imola – nel tricolore organizzato da ExtraGiroSamuele Zoccarato della Bardiani-Csf ha più di un motivo per essere felice. L’ultima volta era successa nel 2014 in Trentino, a Fondo, quando Davide Formolo “rookie” della Liquigas finì secondo dietro a Nibali. Non solo, possono far festa anche Bruno e Roberto Reverberi perché era dal 1994 che un loro atleta non centrava il podio: all’epoca Massimo Podenzana, in maglia Navigare, vinse addirittura il titolo a Cles, bissando quello dell’anno prima.

Nella morsa fra Masnada e Colbrelli, Zoccarato cederà sull’ultima salita
Nella morsa fra Masnada e Colbrelli, Zoccarato cederà sull’ultima salita

205 chilometri di fuga

Possiamo dire che il ventitreenne padovano si è sempre trovato a proprio agio nelle corse allestite da Marco Selleri e Marco Pavarini, ottenendovi alcuni fra i suoi risultati di rilievo: l’anno scorso in maglia Colpack-Ballan centrò un terzo posto all’Aprica nella frazione conclusiva del Giro U23, mentre a Faenza, nella gara dei Monti Coralli, conquistò un incoraggiante quinto posto.

Il valore aggiunto del “bronzo nazionale” di Zoccarato è il tipo di corsa che ha disputato: in avanscoperta dal ventesimo chilometro insieme ad altre dodici unità (compresi i compagni di squadra Maestri e Tonelli) che hanno raggiunto fino a 5’30” di vantaggio ed infine unico superstite dell’azione di giornata con 205 chilometri di fuga, chiuderà a 37” dal neo-campione italiano Colbrelli e Masnada.

Alessandro Tonelli lo ha visto andare via e ha chiuso 55° a 5’39”
Alessandro Tonelli lo ha visto andare via e ha chiuso 55° a 5’39”
Samuele hai disputato una bellissima prova. Potevi ottenere qualcosa di più o è andata come doveva andare?

Il dubbio c’è sempre. Partivo per mostrare la nostra maglia in fuga, non avevo nessuna speranza di provare di arrivare fino in fondo, perché ho chiuso il Giro d’Italia un po’ stanco, poi sono andato a fare il Giro del Belgio e non mi sentivo bene. Quindi ho provato più per un’azione fine a se stessa.

In fuga però non eri l’unico della tua squadra.

Sì, vero, con me c’erano Maestri e Tonelli che mi hanno aiutato tantissimo a gestirmi bene, sia con le energie, sia con l’idratazione nel bere e nel bagnarmi. E questo è stato fondamentale per il finale di gara perché sono riuscito a dare quel qualcosa in più che mi ha permesso di essere ancora lì, visto che Roberto (Reverberi, il team manager, ndr) nel frattempo aveva scelto me, fra noi tre, per fare la corsa.

In fuga dal chilometro 20, della Bardiani con lui anche Maestri e Tonelli
In fuga dal chilometro 20, della Bardiani con lui anche Maestri e Tonelli
Non sembri soddisfatto…

Non ho rimpianti. Ripeto, mi resta il dubbio di capire se avessi potuto dare qualcosa in più sull’ultima salita (la Gallisterna, ndr) dove mi sono staccato, ma sono contentissimo così.

Anche perché i primi due, Colbrelli e Masnada, sono ottimi corridori e che si sono mossi nel finale quando la fuga aveva perso uomini e vantaggio. Alla luce di questo, avresti potuto giocarti qualcosa in più se fossi stato negli inseguitori?

Penso di no, perché sulle salite brevi chi ha gamba riesce a fare la differenza ed anche lo Zoccarato più in forma di ogni tempo non sarebbe riuscito a tenere Colbrelli e Masnada.

Quindi, questo è lo Zoccarato più in forma di sempre?

Non saprei nemmeno io, non so che limiti ho. Sarà forse che adesso mi sento un po’ stanchino, tutto qui, ma sta arrivando il periodo di recupero.

Per la tua squadra è un grande risultato, era da tempo che non saliva sul podio agli italiani.

Esatto (mentre Luca Barioglio, addetto stampa della Bardiani, lo supporta nella risposta, ndr) mancava da un po’. Al Giro ho fatto tante fughe, tra cui quella della vittoria di Taco Van der Hoorn a Canale. Sono uscito con una buona condizione.

Questo risultato fa ben sperare anche per il futuro, giusto?

Il Giro ha aiutato a far crescere il motore, questo italiano invece il morale. L’obiettivo è fare sempre il massimo possibile, avere la solita grinta che mi contraddistingue in ogni gara.

Hai qualcosa da aggiungere?

Sì, sulla mia formazione. Sono contento perché da quando sono arrivato in squadra, anche se ero neopro’, i miei tecnici mi hanno sempre dato diverse possibilità credendo in me. Non potevo chiedere di meglio.

Su e giù dal San Baronto per riaccendere il motore

29.04.2021
4 min
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Visconti s’era un po’ perso dietro a qualche acciacco, ma adesso che tutto sembra avviato a soluzione, il tono di voce ha riscoperto la brillantezza di prima e il motore ha ripreso a girare. Come i primi mesi con la Bardiani, quando il mondo sembrava un buffet da cui semplicemente servirsi. La storia di Giovanni è affollata di stop indesiderati, forse per questo il siciliano di San Baronto ha sviluppato il modo di farvi fronte e pedala convinto verso il Giro d’Italia.

Giovanni Visconti, San Baronto 2020
La “gippetta” verde, che poi è una Suzuki, ora è completamente restaurata
Giovanni Visconti, San Baronto 2020
La “gippetta” verde, che poi è una Suzuki, ora è completamente restaurata

«Oggi ho fatto tremila metri di dislivello sul San Baronto – dice – la corsa in Serbia non aveva grandi pendenze e purtroppo dopo la Turchia abbiamo avuto tre giorni di viaggio senza toccare la bici. Ma nel tempo che manca al Giro, conto di dare una limatina al peso e di fare il resto in corsa. Sono motivato, questo è l’importante. E quando si sta bene, si lavora con voglia».

Nuova ripartenza

Sono settimane convulse. Prima del Giro il tempo è sempre stretto per metterci dentro quello che non si avrà il tempo di fare poi.

Le prime corse di stagione sono state molto dure, qui alla Strade Bianche
Le prime corse di stagione sono state molto dure, qui alla Strade Bianche

«Si va al Giro – dice – con una squadra competitiva per le fughe. Non fughe tanto per farsi vedere, ma per arrivare. Avremo uomini come Battaglin. Carboni che va forte in salita. Occhi aperti su Zoccarato, che è un cavallo pazzo. Scatta sempre a tutta. Ti fa morire dalle risate. E’ capace di partire a 40 dall’arrivo e di rilanciare in pianura a 60 all’ora. E’ un mulo, in futuro lo vedrei bene alla Deceuninck-Quick Step al Nord. Poi c’è Marengo, che è di Torino e ha il morale a mille. Tutta gente che va bene in salita e, se becca la fuga, è anche veloce. La prima settimana magari si starà tranquilli per scaldare il motore, ma poi si attacca per arrivare».

Fiorelli cresce

Per sé tiene un ruolo importante, ma preferisce non parlarsi addosso. Quella prima settimana di attesa sarà tutta uno stringere i denti, ma quando arriverà la condizione giusta, anche Visconti sarà in prima fila. Nel frattempo, si è messo a osservare Pippo Fiorelli e un po’ ci si rivede.

Zoccarato porterà al Giro il suo estro di attaccante: ha 23 anni, è un neopro’ e ha un gran motore
Zoccarato al Giro con il suo estro di attaccante: ha 23 anni ed è neopro’

«Ha preso coraggio – dice – sa che non è facile come sembra, ma ha capito che può sognare più in grande. E’ uno che tiene i 10 minuti in salita e ha la cattiveria per essere davanti nei finali. Mi ricorda il Visconti dei primi tempi, si sta avviando verso quel tipo di corridore. Spero per lui anche meglio di me. Se crescendo perderà qualche chiletto, se arriverà sui 66-67, potrà specializzarsi nelle corse dure con arrivo di gruppetto. E’ troppo leggero per fare il velocista e non è uno scalatore, ma siate certi che al Giro lo vedrete sgomitare. In Serbia, sull’unica salita di tutta la corsa, era così forte che si è messo a scattare e alla fine l’ha buttata. Io salivo a 420 watt medi, lui intorno ai 440: il motore c’è. Ha sbagliato, ma era il più forte. Con un altro Giro, si assesta e poi diventa un brutto cliente».

Due torinesi

Il sottofondo è quello di Thomas che è uscito dalla scuola calcio. C’è tempo per altre due chiacchiere sulla Jeep verde che ormai ha finito di restaurare e sulla bicicletta per il Giro, che poi sarà la stessa usata finora.

Per Marengo, torinese, il Giro d’Italia sarà una scarica di adrenalina
Per Marengo, torinese, il Giro d’Italia sarà una scarica di adrenalina

«La bici è fantastica – dice – davvero bella. Con un paio di accorgimenti starebbe tranquillamente sotto i 7 chili, ma ha una tale rigidità per essere anche veloce, che proprio non te ne accorgi. Per il Giro forse avremo il nastro rosa e rosa saranno anche le mascherine. La squadra tiene a questi particolari e per noi è il modo di sentirci importanti. Ieri mi ha chiamato un giornalista piemontese, visto che sono nato a Torino. Voleva sapere che cosa significhi partire col Giro dalla propria città. Forse poteva chiedermelo l’anno scorso che si partiva da Palermo. Vorrà dire che la Bardiani-Csf al via avrà due torinesi. Marengo e il palermitano Visconti…».

Bardiani-Csf-Faizané: qui c’è tutto lo stile Reverberi

19.04.2021
3 min
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Tante nuove entrate nel team Bardiani-Csf-Faizané, che cambiano un po’ la fisionomia della squadra, introducendovi alcuni elementi esperti ma capaci di raccogliere successi. Già il nome di Giovanni Visconti è una garanzia: l’ex campione d’Italia è come il buon vino e col passare degli anni non ha minimamente perso la sua voglia di vincere, capitano in corsa ma anche maestro per i tanti giovani presenti.

Giovanni Visconti, alla Bardiani dal 2021
Giovanni Visconti, alla Bardiani dal 2021

Torna “Battaglia”

Alla Bardiani torna Enrico Battaglin, che nel team professional potrebbe trovare più spazio per esprimersi e ritrovare quindi quel feeling con il successo tanto ricercato.

Chi questo feeling non l’ha perso è gente come Gabburo e Lonardi, pronti a sfruttare ogni occasione per emergere, facendo leva sulla decisa voglia di emergere e attaccare in ogni situazione propizia come è sempre stato nello spirito delle squadre guidate da Roberto Reverberi.

Per questo la Bardiani si è guadagnata una discreta fama e soprattutto inviti anche in prove di altissimo spessore, dove poter smuovere le acque nelle prime fasi della gara e i corridori adatti per farlo ci sono e sono in tanti, da Covili a Maestri, da Canaveral a Savini solo per fare qualche nome.

Battaglin al Laigueglia 2021: per il vicentino un ritorno dopo gli anni alla Jumbo Visma
Battaglin al Laigueglia 2021: per il vicentino un ritorno dopo gli anni alla Jumbo Visma

Tanti italiani

Una caratteristica della formazione reggiana è quella di avere un gran numero di italiani, solamente due i corridori provenienti da fuori, il che fa della squadra una perfetta palestra per molti giovani che vogliono mettersi in mostra e imparare quanto più possibile. Non è un caso se alla casella delle vittorie, quasi tutti hanno qualcosa da inserire: il primato resta però a Visconti, a un paio di passi da quota 50 e potete star certi che farà di tutto per raggiungere la fatidica soglia…

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Enrico BattaglinMarosticaIta17.11.19892012
J.Canaveras VargasPereira RisaraldaCol02.11.19962018
Giovanni CarboniFanoIta31.08.19952018
Luca CoviliPavullo FrignanoIta10.02.19972019
Nicolas Dalla VallePadovaIta13.09.19972019
Filippo FiorelliPalermoIta19.11.19942020
Davide GabburoBovoloneIta01.04.19932018
Andrea GarosioChiariIta06.12.19932019
Giovanni LonardiVeronaIta09.11.19962019
Mirco MaestriGuastallaIta26.10.19912016
Umberto MarengoGiavenoIta21.07.19922019
Fabio MazzuccoEsteIta14.04.19992018
Alessandro MonacoS.Pietro VernoticoIta04.02.19982017
Kevin Rivera SerranoCartagoCrc28.06.19982017
Daniel SaviniReggio EmiliaIta26.09.19972018
Alessandro TonelliBresciaIta29.05.19922015
Tomas TraininiGussagoIta23.09.20012021
Giovanni ViscontiTorinoIta13.01.19832005
Filippo ZaccantiSeriateIta12.09.19952018
Filippo ZanaThieneIta18.03.19992019
Enrico ZanoncelloIsola della ScalaIta02.08.19972020
Samuele ZoccaratoS.Giorgio PerticheIta09.01.19982019

DIRIGENTI

Roberto ReverberiItaGeneral Manager
Luca AmorielloItaDirettore Sportivo
Alessandro DonatiItaDirettore Sportivo
Mirko RossatoItaDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Il telaio Dolomia è  il più leggero della gamma Cipollini. Nella taglia M pesa 780 grammi. Si tratta di un monoscocca in fibra T1000, la più pregiata e rigida sul mercato. 

CONTATTI

Via Falcone 12, 4221 Bibbiano (RE)

info@gm-sport.it – www.bardianicsf.com

Facebook: @bardianicsffaizane

Twitter: @Bardiani_CSF

Instagram: bardiani_csf

Zana, buona la prima (nel mito di Pantani)

16.03.2021
4 min
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Lo scorso anno Filippo Zana era stato il secondo corridore più giovane del Giro d’Italia, lo aveva battuto di appena 27 giorni il suo compagno di squadra Mazzucco. Roberto Reverberi aveva fiutato le sue doti in salita e decise di dargli questa opportunità.

A distanza di un anno (in realtà solo pochi mesi) rieccoci a parlare del vicentino, stavolta per una vittoria, la prima da professionista. Il che è sempre una bella emozione.

Filippo Zana vincitore della 2ª tappa dell’Istrian Spring Trophy
Zana vincitore della 2ª tappa dell’Istrian Spring Trophy

Buona la prima

«Una vittoria che ho voluto dedicare a mio nonno Sergio, venuto a mancare qualche tempo fa – racconta Zana – Al Giro non ci ero riuscito e il mio primo pensiero dopo la tappa dell’Istrian Spring Trophy è andato a lui. E’ stata un’emozione indescrivibile. Non me lo aspettavo, sapevo di stare bene, ma da qui a vincere… Anche se non era una super corsa c’è sempre qualcuno che va forte. E la squadra ha svolto un lavoro impeccabile».

In ammiraglia, Mirko Rossato ha fatto le prove generali. Il diesse ha cercato di dare un certo imprinting ai suoi ragazzi: dettare la corsa. E così ecco che la Bardiani Csf Faizané ha corso da leader. Visconti e Battaglin a tirare nella prima parte, Marengo a dare la menata finale.

«Si arrivava in salita. La scalata finale misurava 3,5 chilometri. Marengo ha tirato forte all’imbocco e quando è partito Novikov l’ho seguito e siamo andati via in due. Ai 200 metri l’ho passato perché il finale era in pavè e ho voluto anticipare. Eravamo andati a dare un’occhiata a questa salita nei giorni precedenti e vedendo com’era avevamo deciso che sarebbe stato meglio anticipare in quel punto, perché poi passare sarebbe stato difficilissimo. Dispiace che la generale sia sfuggita per poco, ma magari ci riusciremo la prossima volta».

In effetti Zana dopo la sua vittoria è stato anche leader di questa tre giorni croata. Ma nella frazione finale, il giorno dopo, il neozelandese Finn Fisher-Black della Jumbo Visma Developement gli ha sfilato la maglia.

«C’era un traguardo volante con abbuoni – racconta il vicentino – ma lui è stato più veloce di me. Eravamo dietro? No, non ci siamo fatti sorprendere (altrimenti Rossato li avrebbe fatti tornare in bici! ndr) è stato proprio più forte lui».

Filippo Zana ha vinto il Gp Capodarco nel 2019, quando era ancora alla Sangemini-Trevigiani
Zana ha vinto il Gp Capodarco nel 2019

Leader giovane 

Ritrovarsi leader a neanche 22 anni (li compirà dopodomani) con la squadra che tira per te non capita spesso. Lasciamo da parte quei tre-quattro fenomeni a partire da Pogacar, ma se il team corre in tuo appoggio significa che qualcosa di buono devi pur avere.

«Aver visto la squadra lavorare per me mi ha dato una carica indescrivibile e al tempo stesso anche un po’ di pressione. Dopo un lavoro del genere dovevo cercare di ripagarli. E’ stata una bella responsabilità. Vedi Visconti e Battaglin che tirano per tutta la tappa, gli altri ragazzi che ti portano in testa all’imbocco della salita finale…. 

«Visco poi, quando si stacca ti urla, ti incita. Lui è un uomo squadra. Durante il ritiro ci ha dato tanti consigli. Io ero anche in camera con lui».

Zana appare più che consapevole del suo momento della carriera. Pensate che ha scelto di stare in una professional.

«Prima di passare ho avuto qualche offerta da parte di una WorldTour, ma in una professional posso crescere gradualmente. Ho la possibilità di fare gare più adatte a me, non amo fare il passo più lungo della gamba, e penso di aver fatto la scelta giusta. Vero che nelle WorldTour viaggiano ad altri ritmi, ma quando vedo tanti giovani che vanno forte per me è una motivazione in più per allenarmi bene. Se ci riescono loro, penso, ci posso riuscire anche io».

Tra le passioni di Zana ci sono gli animali, tra cui il suo cavallo Dior
Tra le passioni di Zana ci sono gli animali, tra cui il suo cavallo Dior

Non solo scalatore

Il vicentino ha un bel rapporto con la salita, ma Zana non si definisce uno scalatore puro, le scalate da venti chilometri per intenderci non sono il suo terreno ideale. Ciò nonostante si allena spesso verso l’altopiano di Asiago, ad un’ora di bici dalla sua Piovene Rocchette, e uno dei suoi miti è “lo” scalatore: Marco Pantani. Allora gli chiediamo come faccia il Pirata ad essere il suo idolo, se quando Marco compiva le sue imprese lui non era ancora nato.

«Vero – afferma Zana – non l’ho visto in diretta ma ho comprato i dvd sulla sua vita e mi sono gustato le sue vittorie. Quale mi piacerebbe imitare? Tutte! Pantani dava spettacolo, ma se proprio devo dirne una allora scelgo Oropa, quando si fermò per il salto di catena e rimontò tutti.

«Sulle salite lunghe faccio un po’ fatica, preferisco quelle di 5-6 chilometri, soprattutto se nel finale. Mi difendo bene anche in pianura e nei percorsi vallonati, quindi dico che sono più un corridore completo».

Sede Ciclo Promo Components

Ciclo Promo Components partner Bardiani-CSF

11.03.2021
3 min
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Alla base dei successi di un team c’è sicuramente la capacità di saper scegliere partner tecnici affidabili. Per il 2021 la Bardiani CSF Faizanè ha deciso di affidarsi a Ciclo Promo Components, commerciale con oltre trent’anni di esperienza nella distribuzione di prodotti ciclo di alta qualità.
La collaborazione fra il team di Reverberi e la commerciale veneta riguarderà in particolare la fornitura di ciclocomputer GPS a marchio Bryton e di materiali di sigillanti anti-foratura e nastri bioadesivo marchiati Eleven.

Ideale per i pro’

Per quel che riguarda Bryton la scelta è caduta sul modello top di gamma. Stiamo parlando del Rider 750, un ciclocomputer in grado di registrare e valutare le performance dell’atleta in maniera ottimale. Progettato con un ampio schermo touchscreen da 2.8″, il Rider 750 incorpora una nuova interfaccia grafica intuitiva (GUI) con colori dinamici corrispondenti alle zone di potenza / FC personalizzate e icone facili da leggere.
Fra le 99 funzioni disponibili vanno sicuramente segnalate la compatibilità con i sistemi di cambio elettronico Di2, eTap ed EPS che lo rendono uno strumento indispensabile per atleti e staff tecnico del team.

Enrico Battaglin
Enrico Battaglin guarda i suoi dati sul Bryton Rider 750
Enrico Battaglin
Enrico Battaglin guarda i suoi dati sul Bryton Rider 750

Sigillanti per i tubeless

Accanto a Bryton troviamo Eleven, uno dei marchi storici di Ciclo Promo Components. Stiamo infatti parlando di un marchio di proprietà della commerciale veneta creato espressamente per il pubblico dei praticanti offrendo loro la qualità tipica prodotti studiati anche per soddisfare al meglio le esigenze dei professionisti.
Ogni prodotto Eleven è curato infatti nei minimi dettagli per essere funzionale al suo utilizzo. Allo stesso tempo i continui aggiornamenti tecnici ed estetici mantengono i prodotti al passo con le novità del settore. Per quel che riguarda la Bardiani CSF Faizanè l’attenzione si è concentrata in particolare sui sigillanti anti-foratura Eleven. Questi saranno fondamentali per garantire l’utilizzo di coperture tubeless senza camera d’aria, e sull’innovativo nastro biadesivo per tubolari.

Bryton Rider 750
Lo schermo ampio e a colori del Bryton Rider 750
Bryton Rider 750
Lo schermo ampio e a colori del Bryton Rider 750

L’entusiasmo di Reverberi

Roberto Reverberi, team manager della Bardiani CSF Faizanè, ha accolto con entusiasmo il nuovo partner: «Ciclo Promo Components è un riferimento in Italia per la distribuzione di prodotti per i ciclisti. Siamo felici di accoglierli nel nostro team a partire da questa stagione. Dalla loro gamma prodotti abbiamo scelto i ciclo computer GPS a marchio Bryton che affiancheranno i ciclisti del team per tutta la stagione e sigillanti anti-foratura e nastro bi-adesivo per tubolari a marchio Eleven. Il loro catalogo è molto più ampio ovviamente, con ampia scelta per i ciclisti». amatoriali.”

ciclopromo.com

Bardiani in ritiro. Doppia fila e simulazioni di gara

26.02.2021
6 min
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Molta dell’Italia del ciclismo è in Toscana. Dopo essere stati nel covo della Vini Zabù, siamo andati anche in quello della Bardiani Csf Faizanè. La squadra di Roberto e Bruno Reverberi è in ritiro presso la tenuta Il Cicalino, un vero spettacolo tra campi, uliveti e antichi poderi nell’alta Maremma. Qui oltre ai turisti del week-end vengono centinaia di appassionati ciclisti (e biker) stranieri per scoprire i sentieri e le strade poco trafficate tra la costa e le colline. 

E non è un caso che la Bardiani abbia scelto questa location per la preparazione. 

Pronti a partire

Il motorhome dei meccanici e dei massaggiatori troneggia nell’aia del podere dello staff. E’ da qui che si parte per gli allenamenti. La squadra è quasi al completo. Mancano solo coloro che hanno già corso in Turchia, i quali però raggiungeranno presto i compagni.

Mirko Rossato, sempre grintoso e attento ai dettagli, spiega il percorso ai ragazzi. Il menu prevede spesso un bel po’ chilometri. Ma si dà spazio anche alla qualità. La sera lui e l’altro diesse, Luca Amoriello, preparano il percorso e lo inviano ai ragazzi che a loro volta se lo caricano sul computerino. Ma guai a sbagliare, perché basta un nulla che il navigatore li fa tagliare per strade sterrate. Gli è già successo di ritrovarsi… per campi!

Intanto i massaggiatori e i meccanici preparano il riso per le tartine, mentre i paninetti, le borracce e le barrette sono già pronti.

Rossato un mastino!

Ieri Rossato aveva previsto una distanza di circa 160 chilometri. Prima parte piatta, poi una salita pedalabile e un finale ancora in salita. Quest’ultima non era una scalata vera e propria ma un vallonato che prendeva quota, prima di planare sul Cicalino.

«Nella prima salita fanno un minuto a soglia e uno al medio – spiegava Rossato prima dell’allenamento – poi l’ultima ora e mezza faremo una sorta di simulazione gara. Sarà un tutti contro tutti. Avendo corso poco bisogna iniziare a mettere queste fasi più intense nelle gambe. Basta allenarsi ognuno con i propri programmi e con gli strumenti. Bisogna fare anche questi lavori per capire davvero com’è la condizione».

Rossato è un vero mastino. Ci tiene ai dettagli in modo particolare. Per esempio, i ragazzi nella prima parte in pianura si sono fermati per una sosta pipì, ma lui li ha ripresi subito. Gli aveva detto che fino alla prima salita non si sarebbero dovuti fermare. E lo stesso li aveva richiamati quando alle 9,25 più di qualcuno non era ancora pronto e si doveva partire alle 9,30.

Doppia fila e simulazione gara: la Bardiani c’è!

Concentrazione e sicurezza

I diesse sono molto attenti a questo aspetto. Ai ragazzi, benché professionisti, indicano come affrontare i vari segmenti delle strade.

«Occhio alla discesa, che magari è in ombra e può essere bagnata». «State a destra». Direttive come queste per quanto può sembrare strano non sono mai banali, neanche per un pro’. Un’altra cosa che ci ha colpito è stata la doppia fila, quasi perpetua della Bardiani.

«In questo modo – dice Rossato – oltre a stare più raccolti e a tenere la velocità più alta, i ragazzi sono più concentrati. Fanno un ritmo buono, ma non forte. I primi magari hanno 140 pulsazioni e se davanti restano sempre gli stessi quelli dietro pedalano a 90 pulsazioni. Il che non è allenante. Cambiando più spesso invece tutti lavorano di più».

Per la cronaca i ragazzi hanno completato l’allenamento (165 chilometri e 2.200 metri di dislivello) a 36,6 di media oraria!

Verso il Giro

La Bardiani era in qualche modo “tranquilla” riguardo la sua presenza al Giro d’Italia. Il Green Team, non è mai mancato nella corsa rosa. E anche quest’anno con la presenza della Alpecin Fenix, che almeno inizialmente aveva tolto spazio ad una wild card, la fiducia non era venuta meno.

La squadra è in crescita, anche nelle strutture. C’è un’organizzazione che ha poco da invidiare ai team più blasonati. E ci sono molti ragazzi che possono fare bene.

«Tonelli, Zana, ma anche Savini e Gabburo sono tra i più in forma – dice Amoriello, approdato quest’anno alla Bardiani – Zana è il più scalatore ed è già pronto. Savini sta andando bene e Gabburo ha vinto in Turchia. Vero, il livello non era altissimo, ma le corse facili non esistono».

Battaglin e Visconti

In più ci sono i due big: Enrico Battaglin e Giovanni Visconti. Il veneto è tornato alla base. Non è partito forte, ma si dice che lui sappia quando davvero entrare in forma e raggiungere il peso giusto. In fin dei conti “Battaglia” può stare tranquillo: non deve lottare per essere al Giro e può prepararsi come meglio crede.

E poi c’è Visconti. Il siciliano era partito molto bene prima di Natale, poi ha avuto qualche piccolo intoppo e infatti ieri nel momento della “guerra” un po’ era rimasto dietro, almeno all’inizio. Giovanni però ha portato quel senso di gruppo che forse mancava. Uno come lui è un collettore per tutti. Anche se quando gli chiediamo quasi scherzando: «Giovanni, ma questi ragazzi ti ascoltano?», lui ribatte: «I più esperti sì, i più giovani meno!». Motivo in più perché in gruppo serviva un corridore come l’ex tricolore.

Capitolo Fiorelli

Filippo Fiorelli è stata una delle sorprese della passata stagione. Il siciliano si è scoperto velocista, quasi a sua insaputa. Lui s’interfaccia spesso con Cipollini. Re Leone sta seguendo il ritiro di pari passo con la Bardiani Csf Faizanè. E qualche dritta gliela dà. I due impostano diverse sfide e il coraggio (e i watt) non gli mancano.

«A Filippo ho detto di fare le volate – dice Rossato – non perché debba vincere quelle di gruppo, ma perché deve imparare a fare quelle in cui arrivano 50-60 corridori. Quelli sono i suoi arrivi».

«Un treno per lui? No – dice Amoriello – non avrebbe senso. Fiorelli non è un velocista puro. Rischierebbe di fare peggio, lui deve buttarsi e quello che viene… viene. Fiorelli tiene in salita, un po’ come Marengo. Anzi, Umberto forse è anche un pelino più veloce, ma deve ancora esprimersi al meglio».

Clique Fiorelli

Clique ancora con Bardiani CSF Faizanè

22.02.2021
4 min
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New Wave si conferma official sponsor del Team Bardiani CSF Faizanè anche per la stagione 2021 con l’abbigliamento da riposo a marchio Clique. Una fornitura completa ideale per il ciclismo con materiali di qualità per atleti e staff, perfetti per uno sport dinamico come il ciclismo.
La fornitura tecnica Clique non riguarderà solo gli atleti ma interesserà anche management e staff del team.

Una fornitura completa

Davvero ampia la gamma di prodotti in dotazione al team. Ogni capo è stato infatti studiato per rispondere a ogni tipo di esigenza e situazione al di fuori della corsa.
La tuta Clique, in abbinamento con polo e t-shirt, è la risposta perfetta alla necessità che hanno gli atleti di vestire comodi nelle fasi post gara. Capi specifici sono stati invece realizzati per lo staff tecnico costretto spesso a lavorare in condizioni climatiche non sempre favorevoli.

Ragazzi Bardiani Clique
Andrea Garosio con la tuta e Daniel Savini con la t-shirt
Ragazzi Bardinai Clique
Andrea Garosio e Alessandro Tonelli con la tuta insieme a Daniel Savini con la t-shirt Clique

Per ogni condizione meteo

Per le giornate fredde è stato così realizzato un piumino mentre per quelle piovose un antipioggia. Nelle belle giornate, quelle che il team spera di incontrare al prossimo Giro d’Italia, meccanici e accompagnatori potranno utilizzare lo smanicato e il giubbino ideali per i climi primaverili.
Una particolare attenzione è stata naturalmente riservata allo stile che ritroviamo nelle camicie realizzate per i direttori sportivi.
La grande attenzione alle esigenze dei ciclisti passa anche per lo zaino. Perfetto per contenere scarpe, casco e l’abbigliamento da ciclismo con cui gli atleti si recano in partenza. Le “borse del freddo”, ossia dei particolari beauty personali e presenti nelle ammiraglie in corsa, sono ideali per contenere tutto l’occorrente in caso di giornate fredde. La fornitura si completa infine con i cappellini ufficiali del team.

Giovanni Visconti con l’antipioggia, lo zaino e il cappellino
Giovanni Visconti con l’antipioggia, lo zaino e il cappellino Clique

Collaborazione strettissima

Roberto Reverberi, team manager della Bardiani CSF Faizanè non nasconde il suo entusiasmo per la rinnovata collaborazione.

«La partnership con Clique è per noi molto importante. Tra ritiri e giornate di corsa passiamo oltre 150 giornate in giro per il mondo, con differenti stagioni e ogni condizione atmosferica affrontando lunghi viaggi e trasferte. Indossare dei capi belli, comodi e resistenti è davvero fondamentale. Per gli atleti i momenti di riposo fuori gara sono fondamentali per rendere in gara e l’abbigliamento da riposo è un dettaglio importante. Le esigenze di un team di ciclismo sono molte e Clique in questi due anni di partnership le ha soddisfatte pienamente. Ci auguriamo che la nostra possa essere una collaborazione lunga e proficua per entrambi».

Visconti Battaglin
Visconti e Battaglin con la tuta Clique
Visconti Battaglin Fiorelli
Visconti, Battaglin e Fiorelli con l’abbigliamento da riposo Clique

Apprezzamento da tutti

Mario Bianchi, Amministratore Delegato di New Wave Italia Srl ha voluto aggiungere il suo pensiero.

«Siamo felici ed orgogliosi di confermare per il 2021 la partnership fra Clique ed il Team Bardiani-CSF-Faizanè. A dispetto di un’annata travagliata, questa collaborazione si è rivelata molto fruttuosa per il nostro marchio che ha scoperto quanto il Green Team sia popolare ed amato dagli appassionati italiani. La passione straripante per il ciclismo ci accomuna alla famiglia Reverberi che gestisce una struttura organizzata ed efficiente con cui è un vero piacere collaborare. Abbiamo raccolto sia dagli atleti che dallo staff grande apprezzamento per la qualità dell’abbigliamento. Clique ha arricchito il catalogo di nuovi capi personalizzabili per il fuori gara facendo tesoro dell’esperienza maturata al seguito delle corse».

Meccanico Bardiani
Anche lo staff della Bardiani è vestito con i capi Clique
Meccanico Bardiani
Anche lo staff della Bardiani è vestito con i capi Clique

Un marchio leader

Ricordiamo che Clique è un marchio leader a livello europeo nel settore dell’abbigliamento promo-pubblicitario. La collezione comprende un vasto assortimento di capi eleganti, moderni e resistenti, sempre con ottimo rapporto qualità-prezzo. Tutti i prodotti sono idonei alla personalizzazione con stampe e ricami. Il livello di servizio è di assoluta eccellenza. Magazzini sempre riforniti e organizzazione logistica all’avanguardia garantiscono consegne rapide alla capillare rete di distribuzione costituita da rivenditori B2B specializzati in Promowear, Sporstwear e Workwear.

Clique è un marchio registrato di proprietà New Wave Group AB.
New Wave Italia Srl fa parte di New Wave Group AB e dal 1994 distribuisce i propri marchi di abbigliamento: Clique, Harvest, Printer, Projob, Cutter & Buck, Craft.

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