Filippo Fiorelli è in Spagna con la squadra, la Bardiani Csf Faizanè, alla ricerca delle sue caratteristiche da ciclista e ciò lo rende molto determinato e sicuro di sé. Sicuramente, in questa stagione, cercherà in tutti i modi di farsi valere…
Nel 2020 la prima corsa rosa
Sapevo di essermi allenato bene tra altura ed intensi allenamenti. Affrontare una corsa di 21 giorni non è per nulla semplice ed essendo alla mia prima esperienza volevo prepararmi al meglio. Una volta iniziato il Giro mi sono improvvisato velocista e ho scoperto un lato di me che ancora non conoscevo… credevo di essere più passista.
Ti aspettavi di ottenere quei due noni posti?
Sinceramente no, almeno non così. Mi aspettavo di entrare in una fuga e giocarmi un piazzamento. Se mi avessero detto prima che nella quarta e nella settima tappa sarei entrato nella top 10 con un arrivo di gruppo in volata, probabilmente non ci avrei creduto. Non me lo aspettavo completamente!
Un futuro da velocista?
Di certo non sono un velocista puro e non mi impegno a diventarlo perché, probabilmente, potrebbe solo essere una perdita di tempo. Mi sto allenando per reggere di più in salita, con lo scopo di arrivare in volata con un gruppo ristretto. L’essere uno sprinter lo escludo completamente, però nel frattempo mi “diverto” ad improvvisarmi tale quando la squadra ne ha bisogno.
E la volata della Vuelta alla Comunitat Valenciana?
Con Giovanni (Visconti, ndr) e con i compagni del team ne avevamo già parlato, anche quando eravamo ad allenarci a Palermo. Qualora fossimo arrivati in volata, sarei stato io a farla e così è stato. Ho concluso in ottava posizione, ma è un piazzamento che mi sta stretto, non era ciò a cui puntavo. Adesso ho voglia di lottare per vincere, non mi accontento più.
Il ritiro nella tua città
Ho gli amici con cui allenarmi a casa, giù in Sicilia, ma quando hai qualche tuo compagno che ti alza il ritmo durante gli allenamenti non è la stessa cosa. Qui in Spagna siamo ancora di più, la media è diversa e anche il tipo di allenamento. Se sei da solo devi tenere una media che ti permetta di concludere senza arrivare stremato. Se invece si è in squadra anche il tuo impegno fisico cambia. Il piccolo ritiro a Palermo è sicuramente servito anche per fare gruppo, scherzare e conoscerci meglio.
Da Visconti…
Ho tanto da imparare. Abbiamo le stesse caratteristiche bene o male, mi rivedo molto in un lui di qualche anno fa quando era un po’ più veloce. Certo, devo aumentare la cilindrata, ma sono qui per crescere e so di essere in buone mani. I consigli non li fa mai mancare.
Avresti mai creduto che saresti arrivato fino a questo punto?
Se penso al 2018… Stavo per smettere, non riuscivo a trovare una squadra nonostante i vari piazzamenti e vittorie. C’erano persone che credevano tanto in me, altre non ci credevano affatto… Avrei fatto davvero fatica a pensare che oggi sarei stato al mio secondo anno da professionista. E non perché non avessi le capacità, ma era il sistema… mi demoliva mentalmente.
Gli allenamenti con Cipollini?
Mi ero già allenato un paio di anni fa in Toscana con lui e Visconti, ma adesso è con noi in ritiro, ci alleniamo ogni giorno insieme, è tutta un’altra cosa. Mi ha dato qualche consiglio per domenica scorsa visto che sapeva che sarei stato io a fare la volata. Consigli che si incentravano soprattutto sul porre attenzione ai miei avversari e ai loro comportamenti, consigli preziosi.
Il sogno è diventato realtà?
Adesso sì, assolutamente. Guardando i risultati che ho ottenuto, so che ho margini di miglioramento e ci credo davvero. Ancora non so che corridore sono e, proprio per questo motivo, ogniqualvolta mi sentirò bene e avrò il consenso della squadra cercherò di lottare per la vittoria. Tutte le gare son buone… per vincere.