Su e giù dal San Baronto per riaccendere il motore

29.04.2021
4 min
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Visconti s’era un po’ perso dietro a qualche acciacco, ma adesso che tutto sembra avviato a soluzione, il tono di voce ha riscoperto la brillantezza di prima e il motore ha ripreso a girare. Come i primi mesi con la Bardiani, quando il mondo sembrava un buffet da cui semplicemente servirsi. La storia di Giovanni è affollata di stop indesiderati, forse per questo il siciliano di San Baronto ha sviluppato il modo di farvi fronte e pedala convinto verso il Giro d’Italia.

Giovanni Visconti, San Baronto 2020
La “gippetta” verde, che poi è una Suzuki, ora è completamente restaurata
Giovanni Visconti, San Baronto 2020
La “gippetta” verde, che poi è una Suzuki, ora è completamente restaurata

«Oggi ho fatto tremila metri di dislivello sul San Baronto – dice – la corsa in Serbia non aveva grandi pendenze e purtroppo dopo la Turchia abbiamo avuto tre giorni di viaggio senza toccare la bici. Ma nel tempo che manca al Giro, conto di dare una limatina al peso e di fare il resto in corsa. Sono motivato, questo è l’importante. E quando si sta bene, si lavora con voglia».

Nuova ripartenza

Sono settimane convulse. Prima del Giro il tempo è sempre stretto per metterci dentro quello che non si avrà il tempo di fare poi.

Le prime corse di stagione sono state molto dure, qui alla Strade Bianche
Le prime corse di stagione sono state molto dure, qui alla Strade Bianche

«Si va al Giro – dice – con una squadra competitiva per le fughe. Non fughe tanto per farsi vedere, ma per arrivare. Avremo uomini come Battaglin. Carboni che va forte in salita. Occhi aperti su Zoccarato, che è un cavallo pazzo. Scatta sempre a tutta. Ti fa morire dalle risate. E’ capace di partire a 40 dall’arrivo e di rilanciare in pianura a 60 all’ora. E’ un mulo, in futuro lo vedrei bene alla Deceuninck-Quick Step al Nord. Poi c’è Marengo, che è di Torino e ha il morale a mille. Tutta gente che va bene in salita e, se becca la fuga, è anche veloce. La prima settimana magari si starà tranquilli per scaldare il motore, ma poi si attacca per arrivare».

Fiorelli cresce

Per sé tiene un ruolo importante, ma preferisce non parlarsi addosso. Quella prima settimana di attesa sarà tutta uno stringere i denti, ma quando arriverà la condizione giusta, anche Visconti sarà in prima fila. Nel frattempo, si è messo a osservare Pippo Fiorelli e un po’ ci si rivede.

Zoccarato porterà al Giro il suo estro di attaccante: ha 23 anni, è un neopro’ e ha un gran motore
Zoccarato al Giro con il suo estro di attaccante: ha 23 anni ed è neopro’

«Ha preso coraggio – dice – sa che non è facile come sembra, ma ha capito che può sognare più in grande. E’ uno che tiene i 10 minuti in salita e ha la cattiveria per essere davanti nei finali. Mi ricorda il Visconti dei primi tempi, si sta avviando verso quel tipo di corridore. Spero per lui anche meglio di me. Se crescendo perderà qualche chiletto, se arriverà sui 66-67, potrà specializzarsi nelle corse dure con arrivo di gruppetto. E’ troppo leggero per fare il velocista e non è uno scalatore, ma siate certi che al Giro lo vedrete sgomitare. In Serbia, sull’unica salita di tutta la corsa, era così forte che si è messo a scattare e alla fine l’ha buttata. Io salivo a 420 watt medi, lui intorno ai 440: il motore c’è. Ha sbagliato, ma era il più forte. Con un altro Giro, si assesta e poi diventa un brutto cliente».

Due torinesi

Il sottofondo è quello di Thomas che è uscito dalla scuola calcio. C’è tempo per altre due chiacchiere sulla Jeep verde che ormai ha finito di restaurare e sulla bicicletta per il Giro, che poi sarà la stessa usata finora.

Per Marengo, torinese, il Giro d’Italia sarà una scarica di adrenalina
Per Marengo, torinese, il Giro d’Italia sarà una scarica di adrenalina

«La bici è fantastica – dice – davvero bella. Con un paio di accorgimenti starebbe tranquillamente sotto i 7 chili, ma ha una tale rigidità per essere anche veloce, che proprio non te ne accorgi. Per il Giro forse avremo il nastro rosa e rosa saranno anche le mascherine. La squadra tiene a questi particolari e per noi è il modo di sentirci importanti. Ieri mi ha chiamato un giornalista piemontese, visto che sono nato a Torino. Voleva sapere che cosa significhi partire col Giro dalla propria città. Forse poteva chiedermelo l’anno scorso che si partiva da Palermo. Vorrà dire che la Bardiani-Csf al via avrà due torinesi. Marengo e il palermitano Visconti…».