«Forse dopo quella caduta avrei fatto meglio a ritirarmi – dice Carboni – perché non ero presente a me stesso. Non ricordo nulla di quei 30 chilometri per rientrare. E pensa che a ogni compagno cui andavo accanto, chiedevo le stesse cose della caduta. Uno per uno. Come se a quello prima non avessi chiesto nulla. Me lo hanno detto loro, perché io non lo ricordo».
Il marchigiano della Bardiani-Csf – 1,80 per 61 chili e la barba lunga – racconta così la caduta di Vieste che ha dato la svolta negativa al suo Giro d’Italia e ad una stagione da dimenticare. Lo stesso incidente per cui giorni dopo si ritirerà Brambilla, vittima di una contusione al ginocchio.
«Ma per questo – dice Carboni – sono ripartito sul serio dal 23 novembre. Ho staccato completamente per 20 giorni. Ho dedicato una settimana a raccogliere le olive e poi ho ripreso la bici. Le olive? A San Costanzo, vicino Fano, c’è la vecchia casa dei nonni e il terreno è quasi tutto a uliveto. Sono 150 piante, mio padre ha quattro fratelli e alla fine ne tiriamo fuori l’olio per un anno. In più con mio fratello Matteo (classe 1999, che corre con la Biesse-Arvedi, ndr) abbiamo ricavato un sentiero di mountain bike su cui lasciamo libero passaggio. Nelle settimane in cui non si poteva lasciare il proprio Comune, era un continuo andirivieni».
Che cosa ti resta del 2020, a parte l’olio?
Pensavo molto meglio. A inizio stagione stavo lavorando per la Tirreno-Adriatico e si è fermato tutto. E da lì per un insieme di fattori non ho più trovato il colpo di pedale. Ho finito il Giro per la maglia e per la corsa. E sì che dopo il 26° posto sull’Etna ero fiducioso. Non è un anno di cui tener conto. Preferisco pensare al Carboni del 2019 e ripartire da quelle sensazioni.
Come ti avvicini alla nuova stagione?
Ora costruisco la base aerobica, fra mountain bike, strada e palestra. In fuoristrada mi diverto, sono in mezzo alla natura e non ho lo stress delle macchine. Durante la settimana pedaliamo su strade bianche, ma nei weekend andiamo alle Cesane nel bike park e lì è tutto più tecnico.
Hai parlato di palestra.
Sono i giorni più importanti. Per fortuna, sebbene siano chiuse al pubblico, sono professionista e posso allenarmi individualmente. Lavoro per i muscoli che in bici sono sempre sotto stress, come dorsali e addominali. Poi ovviamente esercizi di forza per le gambe.
Alla ripresa delle gare la palestra finirà?
L’anno scorso, per una caduta ho avuto problemi alla gamba sinistra. Dovevo rinforzare il gluteo e ho cominciato ad andare in palestra da metà stagione. Oltre a sistemare la gamba, mi ha dato stabilità e ha eliminato il mal di schiena che di solito mi veniva nelle corse dure o nelle gare a tappe. Se hai una cinta addominale forte, sei un passo avanti. Siamo ciclisti e dobbiamo specializzarci nel gesto tecnico, ma essere atleti significa curarsi di tutto il corpo. Quindi continuerò di certo.
Base aerobica fino a quando?
Fondo lungo e poi medio fino a dicembre, poi da gennaio si alza il medio e in ritiro via con i lavori di soglia. Il bello della mountain bike comunque è che per passare certe salite devi per forza andare oltre il medio e viene fuori un lavoro aerobico completo. Su salite come il Monte Catria non puoi… controllarti troppo. E poi ogni tanto c’è anche il gusto di mettersi alla prova.
Come andiamo col peso?
Sono fortunato, non ingrasso. Nei giorni di lavoro, mangio in modo oculato, ma nei weekend non mi privo di quello che mi piace. Seguo una dieta nel senso di un regime alimentare, ma lo farei anche se non corressi. La bruschetta con l’olio nuovo e il vino novello non sono mancati, insomma…
Freddo in questi giorni?
Non ancora e magari riesco ad allenarmi bene anche a dicembre. Con qualche compagno si pensava di spostarci in Sicilia prima o subito dopo Natale. Vedremo se sarà possibile. A fine stagione sarei andato volentieri al mare, ma questo lo ricorderemo come l’inverno in famiglia e degli amici ritrovati. Non è affatto male.
A proposito di Sicilia e di un altro Giovanni, cosa pensi dell’arrivo di Visconti?
Tutto il bene possibile. Visco è un grande valore aggiunto. Ha esperienza e carisma, che in una squadra giovane come la Bardiani potrà portare solo benefici. Credo che Reverberi lo abbia preso per questo. Un professionista da seguire e da cui imparare.