Giovanni Visconti, San Baronto 2020

Discorsi nel bosco, seguendo Giovanni

07.12.2020
6 min
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Visconti ci aspetta vestito per il bosco. L’accordo era proprio questo: si parla mentre si cammina, anche se purtroppo non è più tempo di funghi. Parcheggiata nel giardino, Terminator e le sue gomme cattivissime aspettano solo noi. Giovanni ha chiamato così la piccola Suzuki comprata un paio di giorni fa da un cacciatore di Pomarance, dopo aver fatto qualche giro su quella di Chiarini, gran maestro di bosco e tartufi.

In breve, le immagini della mattina con Visconti

Salendo da Casalguidi, la sua casa è sulla destra. San Baronto è assorta in un silenzio che sa di solitudine. Le ultime quattro settimane per il palermitano sono state un frullatore di emozioni, a partire dalla firma con la Bardiani-Csf e di una scelta che per la seconda volta nella carriera lo porterà via da Scinto, Citracca e la Vini Zabù-Ktm. Inutile dire che la scelta abbia messo in crisi i rapporti con il toscano.

Giovanni Visconti, Paolo Bettini, Giro d'Italia 2008
Visconti tricolore, Bettini iridato: è il Giro d’Italia 2008
Giovanni Visconti, Paolo Bettini, Giro d'Italia 2008
Visconti tricolore, Bettini iridato al Giro 2008

La schiacciata del “Lomba”

Katy si affaccia per un saluto, mascherina e un tocco di gomito. I ragazzi sono a scuola, il tempo sembra reggere. Nel bar in cui ci fermiamo per il primo caffè e la schiacciata del “Lomba” da portare via, la foto di Visconti e Bettini, rispettivamente in maglia tricolore e maglia iridata, sembra quasi un invito a cominciare.

«Alla Quick Step fu un bel periodo – dice – e mi aveva voluto proprio Betto. Accadde a San Sebastian. Ero alla Milram, mi venne accanto in un tratto tranquillo nei primi 50 chilometri e mi disse: “Giovane, mi piacerebbe averti in squadra il prossimo anno”. Ero gasatissimo. Si aprivano delle prospettive bellissime e a fine anno firmai. Feci due stagioni. Vinsi il campionato italiano e presi la maglia rosa, ma ugualmente presi la decisione di tornare a casa. Prevalse la voglia di un ambiente familiare, anche se quella era la fantastica Quick Step degli italiani. Ero legatissimo a questo posto e feci un passo indietro. Tanti si sono chiesti perché. Bettini ogni volta alza gli occhi al cielo. Io dico che ormai è andata. Ho fatto una dignitosa carriera che si ferma a dignitosa. Siamo stati insieme per così tanto tempo, che forse abbiamo dato troppe cose per scontate».

Giovanni Visconti, San Baronto 2020
Prima di riprendere con la bici, camminate nei boschi anche in cerca di funghi
Giovanni Visconti, San Baronto 2020
Prima della bici, camminate nei boschi intorno casa

L’ultimo passo

Il fuoristrada segue rumorosamente uno stradello nel bosco e fra gli alberi si riconosce la piana verso il Monte Serra. Dice che quando è limpido, si vede il faro di Livorno. Poco fa abbiamo incrociato sua madre che dal paese tornava verso casa.

Che cosa avete dato per scontato?

Io che avrei dovuto avere il rinnovo del contratto già a giugno ed ero certo che non mi avrebbero tirato fino a novembre, perché pensavo di meritare un altro trattamento. Scinto invece ha dato per scontato che sarei rimasto a qualunque condizione, senza considerare che in questi ultimi due anni ho tenuto insieme la squadra. Se fossi restato, sarebbero rimasti anche altri. Non era scontato che lo facessi. Per questo quando ho letto una sua intervista secondo cui mi hanno strapagato, sono rimasto male. E’ brutto sentirlo da uno che si proclamava mio fratello. Che vedeva il mio nervosismo per la situazione e che mi diceva «Fai bene a muoverti, a cercare una sistemazione». E che da anni provava a dirmi «Anzi, se ti riesce, portami con te».

Giovanni Visconti, europei 2020, Plouay
Giovanni ha corso gli europei vinti da Nizzolo e poi anche i mondiali di Imola
Giovanni Visconti, europei 2020, Plouay
Ha corso gli europei di Nizzolo e i mondiali di Imola
Perché tornare anche dopo il Bahrain? Che cosa c’è in questa squadra?

Un richiamo. La sento come casa, non lo posso negare. In Bahrain non stavo bene, le comunicazioni arrivavano via mail, io non sono così. Ma mi rendo conto che tante cose non sono andate per il verso giusto. Ho sbagliato a permettere che il rapporto si incanalasse a questo modo. Speravo andasse meglio. Era giusto tirarmi così a lungo? Per questo mi sono mosso.

Cambio di strada

Giura di aver visto un fungo, ma il freddo ormai si è abbattuto sul monte e semmai è rimasto qualcosa al coperto delle foglie. Per questo gira con il suo bastone e le smuove, oramai più per abitudine che per la convinzione di trovarci qualcosa. 

Quando è saltato fuori Reverberi?

Bruno mi aveva già cercato all’inizio del Giro. Con Roberto scherzavamo da tanto che prima di smettere avrei corso con loro. Ma siccome chiedevo a tutti la stessa cifra, sul momento si era fatto indietro.

Giovanni Visconti_Giro 2020_ Etna
Il secondo posto sull’Etna è stato l’occasione più grande di Giovanni nel 2020
Giovanni Visconti_Giro 2020_ Etna
Il 2° posto sull’Etna l’occasione più grande del 2020
Perché la tua dignitosa carriera si ferma a dignitosa?

Perché questo mi hanno permesso le mie potenzialità. Con più fortuna, qualcuno di quei 40 secondi posti sarebbe stato una vittoria. Ne ho 9 fra Giro, Vuelta e Tour e allora il bilancio forse sarebbe diverso. Non so se rimanendo alla Quick Step sarei diventato un uomo da classiche, come diceva Bettini. A primavera non vado, forse potevo vincere il Lombardia. Nel 2008 arrivai quarto, ma non si corse per me. Sono un corridore per l’estate, ma l’estate più schifosa è stata proprio questa.

Un fatto di cuore

Negli ultimi chilometri verso l’Etna aveva la morte in faccia. Poi era subentrata la rassegnazione di aver capito che l’altro lo aveva fregato fingendosi sfinito e poi staccandolo. Ci sono corridori popolari per le vittorie e altri per la generosità, la forza di rialzarsi e lottare contro la sfortuna. Giovanni è uno di loro, per questo gli vogliono bene.

Sei uno degli italiani più seguito sui social.

E’ dura interagire con tutti, ma il ciclista è umile e non può permettersi di non rispondere. Ho spedito 300 euro di maglie autografate e video di auguri. Sono fortunato ad essere qui. A 37 anni sono ancora nel giro della maglia azzurra e so che un’immagine vincente mi aprirà le porte quando smetterò. Altrimenti sparisci. Ma io so che cosa voglio fare dopo aver smesso.

Giovanni Visconti, San Baronto, bici Cipollini del 2011
In casa ha ancora il telaio con cui corse da campione italiano nel 2011, rivincendo il tricolore
Giovanni Visconti, San Baronto, bici Cipollini del 2011
Con questa bici, Giovanni corse nel 2011 da tricolore
Che cosa vuole fare Visconti?

Il cittì della nazionale. Forse prima farò il direttore sportivo, ma come passaggio. Il mio sogno è guidare la nazionale.

Quali sono i tratti del cittì?

Deve avere passione sfrenata per il ciclismo, che deve essere stato la sua vita. Deve conoscere il ciclismo di oggi. Deve essere avanti a livello tecnico. E deve anche avere polso, per cui i corridori al momento giusto devono percepire il distacco. Ho un modello in testa: Franco.

La ripartenza graduale di Visconti su una gravel, in attesa della Cipollini Dolomia
La ripartenza in gravel aspettando la Dolomia da strada
Dal vostro punto di vista Ballerini era così?

A Stoccarda avevo il muso lungo. Avevano messo fuori Di Luca e nonostante ci fossimo Nibali ed io di riserva, Franco aveva chiamato Tosatto. Venne da me con lo sguardo duro. «Giovanni – mi disse – togliti quel muso. Non hai capito che semmai avrebbe corso Vincenzo?». Mi ammazzò, mi aprì gli occhi, mi fece bene. Un commissario tecnico deve essere così.

Giovanni, pensi di aver firmato il tuo ultimo contratto?

Credo di sì, sicuro per un anno e poi vediamo se vado bene di immaginare il secondo. Se devo correre nel 2022 è perché sarò andato forte nel 2021. Alla Bardiani è tutto organizzato come in una WorldTour. Me ne stupisco, ma forse è la normalità.