Giovanni Visconti

Visconti beffato, ma la gamba c’è

07.10.2020
4 min
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Le nubi inghiottono l’Etna, quando Visconti arriva al pullman della Vini Zabù-Ktm. La mantellina pesante, le braccia che si allargano. Ha creduto di vincere fino a 5 chilometri dall’arrivo. Poi Caicedo lo ha staccato e la sua rincorsa si è andata spegnendo. Secondo a 21 secondi dall’ecuadoriano. Rabbia e insieme le sensazioni giuste.

Jonathan Caicedo, campione dell’Ecuador, stacca visconti e vince sull’Etna
Jonathan Caicedo, Giro d'Italia 2020, Etna
Jonathan Caicedo, campione dell’Ecuador, stacca visconti e vince sull’Etna

La rabbia di Scinto

Durante l’attesa, Scinto era ancora furibondo con il giudice di gara che gli ha impedito di dare acqua a Giovanni. Al toscano in serata arriverà anche una multa di 500 franchi svizzeri per aver scagliato la borraccia al suolo in segno di stizza.

«Mi hanno chiamato a 10,5 chilometri dall’arrivo – diceva – ma fra moto e ammiraglie, non sono riuscito a passare. Quando ci sono riuscito, ho chiesto al giudice di chiudere un occhio. Il limite è a 10 chilometri, eravamo a 9,9 dall’arrivo, cosa cambia? Gli ho detto: se non mi dai il tempo di passare, come faccio? Non so se non poter bere ha danneggiato Visconti. Non ha mai chiesto un cambio, ma si sentiva talmente forte da aver creduto che Caicedo non ce la facesse più…».

Giovanni Visconti_Giro 2020_ Etna
Il palermitano sull’Etna e intorno poche mascherine…
Giovanni Visconti_Giro 2020_ Etna
Il palermitano sull’Etna e intorno poche mascherine…

Lite dopo Agrigento

Visconti si avvicina alla transenna. Ha addosso la calma della rassegnazione e insieme il tono duro. La partenza da casa sua, a Monreale, lo ha emozionato. Ma le cose vanno veloci. Ieri hanno discusso e forse non se lo aspettava da parte di chi gli è più vicino. Da una parte la sua voglia di restare coperto sull’arrivo di Agrigento, dall’altra le pressioni della squadra perché si butti ogni giorno.

«Cosa me ne faccio di un decimo posto? Volevo provare la fuga oggi. Speravo ci lasciassero più spazio, anche se alla fine non è successo. Abbiamo dovuto guadagnarcela. Ai 10 dall’arrivo non ero convinto di arrivare, perché erano vicini. Invece abbiamo fatto una gran bella scalata noi due davanti».

La finta di Caicedo

L’Etna lo ha abbracciato. E mentre dietro Matteo Fabbro picchiava duro sui pedali, davanti sono rimasti in due. Chi aveva visto correre Caicedo al Tour Colombia sapeva che fosse un corridore forte. Visconti laggiù non c’era ed ha abboccato alle tattiche tutte sudamericane del campione dell’Ecuador.

«Mi sono fatto ingannare – dice – perché lui faceva le smorfie, faceva finta di farsi staccare. Quando andava avanti rallentava e io pensavo che fosse a tutta. Così ho fatto due, tre, quattro scatti… e alla fine mi ha lasciato lì! Prima dell’arrivo c’è stato un momento in cui pensavo di riprenderlo, perché lui si era un po’ piantato e io avevo il tifo per me. Una cosa da brividi, ma non è bastato».

Tornato al pullman, Visconti è deluso, ma ha tempo per scambiare due parole
Giro dItalia 2020_Giovanni Visconti_Etna
Giro dItalia 2020_Giovanni Visconti_Etna

La svolta attesa

Visconti ha lavorato tanto e bene, ma non era ancora riuscito a sbloccarsi. La mancata vittoria ha lasciato l’amaro in bocca, ma se non altro è stata un grandioso segno di vita.

«Io mi devo gestire – dice – non sono scalatore come lui. Sapevo di avere queste sensazioni sulle salite lunghe. Sono consapevole di non essere più esplosivo come una volta, quindi qualcuno quando mi vede arrivare in certi arrivi, storce la bocca. Passano gli anni e io sono ancora forte. Sto molto bene da una ventina di giorni. Solo che è un momento storto mentalmente, non fisicamente. Sto bene. Ho bisogno di azzeccare la giornata giusta. Magari spero che questa giornata mi faccia cambiare il Giro e la mentalità. Quando manca la testa, manca poi tutto il resto».