Nuova Scott Addict RC, la bici racing concept torna a dettare legge

26.11.2024
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GIRONA (Spagna) – Una Scott con una sorta di target, ovvero un valore alla bilancia complessivo che arriva anche al di sotto dei 6 chilogrammi, incredibile. La nuova era del carbonio è iniziata. Un risultato ottenuto grazie all’impiego della fibra di carbonio HMX SL evoluta e grazie ad un pool di tecnologie non disponibili 16 anni fa (la prima Addict risale al 2008). E’ cambiato completamente il concetto di posa delle pelli di carbonio (e dell’utilizzo del mandrino interno ai profilati e della forcella, in fase di costruzione). Per ogni singolo telaio vengono impiegati oltre 200 pezzi di tessuto composito.

La nuova piattaforma Addict RC di Scott è frutto di 4 anni tra progettazione, sviluppo e test. Sono cinque gli allestimenti disponibili, Ultimate e RC Pro, RC10, 20 e 30, con un range di peso compreso tra i 5,9 e 7,7 chilogrammi. La Ultimate adotta il carbonio SL, dalla versione Pro in avanti la HMX “standard”. Prima di entrare nel dettaglio del nuovo progetto, vediamo anche alcune battute di David De La Cruz (Q36.5 Pro Cycling Team), tra i primissimi atleti ad usare la nuova Addict.

David De La Cruz, 35 anni, esperto corridore del Q36.5 Pro Cycling Team (foto Brazodehierro)
David De La Cruz, 35 anni, esperto corridore del Q36.5 Pro Cycling Team (foto Brazodehierro)

Una bici del genere fa la differenza

«Scott mi ha coinvolto nelle prime fasi di test ufficiali su strada – ci racconta David De La Cruz – non in fase prototipale. La Nuova Addict mi è stata fornita nelle giornate che hanno preceduto il mondiale di Zurigo. Rispetto alla Foil, a parità di configurazione gara, la Addict è circa 800 grammi più leggera, un’enormità a questi livelli. Stabile e precisa davanti nonostante il peso ridotto, facile da rilanciare anche alle basse velocità e ovviamente, come è facile immaginare, una vera belva quando la strada sale. E poi è fluida e stabile.

«Anche per questi motivi e considerando che si tratta di una bici più giovane – prosegue lo spagnolo – rimango sorpreso una volta di più dalla validità della Foil, una bici che nasce aero e che noi e i ragazzi della DSM abbiamo preso come riferimento anche per i Grandi Giri e tappe molto impegnative. Tornando alla nuova Addict, un grande vantaggio – conclude De La Cruz – è che mette insieme una notevole tenuta della velocità e tanti grammi risparmiati, quindi bene in pianura, molto bene in salita e nelle fasi di rilancio».

Il punto fermo è il DNA Scott

Il peso ridotto è molto più che un biglietto da visita e un numero sul quale puntare la campagna di promozione della nuova bici. E’ un valore che la Addict ha fatto suo fin dalla prima versione, fattore emulato da molti che in seguito hanno sviluppato e prodotto bici super leggere in carbonio. Ma le tecnologie progrediscono, così come i materiali e la nuova Scott è frutto anche di una ricerca tecnologica tanto esasperata, quanto capace di raggiungere livelli impensabili.

Pur mutuando il DNA race di Scott e richiamando in parte alcune soluzioni estetiche della Addict precedente e della Foil, siamo di fronte a una bici tutta nuova. E’ stato completamente rinnovato il blend di carbonio per entrambe le versioni. Un telaio SL nella misura media (senza verniciatura) arriva a pesare meno di 600 grammi, con una rigidità ben oltre la media (rispetto al precedente è sceso di oltre 160 grammi). Impressiona anche la riduzione di peso che ha coinvolto la fibra HMX (ora a 650 grammi dichiarati), con un risparmio di quasi 180 grammi se paragonata al modello 2020. La cura dimagrante riguarda anche la forcella (circa 50 grammi a prescindere dalla versione). L’aerodinamica non è stata dimenticata, anche se non è il fattore chiave, ma alcuni accostamenti con la Foil sono lampanti (zona dello sterzo, inserzione dei foderi obliqui e geometrie).

E’ stato adottato un concetto di integrazione evoluto di ogni singolo componente, soluzione che ha permesso di risparmiare complessivamente tanti grammi (includendo anche la verniciatura e ogni singolo componente di assemblaggio). Più margine per il comfort, grazie all’eventuale impiego di coperture fino a 34 millimetri, una bicicletta più bassa (rispetto alla versione precedente) e una geometria corsaiola, ma non eccessivamente tirata (nonostante un accorciamento del carro posteriore). Il feeling delle geometrie e la posizione in sella del corridore sono del tutto accostabili alla Foil.

Il ritorno di un obliquo “quasi” rotondo

Ogni tubazione ha una posa dedicata del carbonio (ogni singolo profilato si ottiene con quattro strati), spessori variabili in base alle zone e forme altrettanto specifiche, frutto anche dell’orientamento del carbonio e dell’aerodinamica (in alcuni punti gli spessori sono al di sotto di 0,6 millimetri).

E poi una sorta di “ritorno” di una tubazione arrotondata (non completamente, in quanto la superficie rivolta all’interno del triangolo mostra un appiattimento), voluta per donare una maggiore rigidità d’insieme e per sfruttare al massimo la svasatura dello sterzo. Quest’ultima sezione è complessivamente più efficiente della “vecchia” Addict, intorno al 15% e paragonabile alla Foil in fatto di penetrazione dello spazio.

Viti T25 e multitool nella piega

Tutta la viteria che riguarda il frame-kit e i componenti Syncros è di natura Torx25. Una soluzione votata a semplificare una gestione talvolta complicata e confusionaria, davvero molto apprezzabile. Inoltre è possibile integrare un mini-tool leggero all’interno della piega (all’interno del terminale della curva), completamente nascosto e semplice da estrarre in caso di necessità.

Parliamo ora del reggisella e del cockpit integrato. Il primo ha mutuato le forme dalla versione più anziana, ma è stato rivisto nella costruzione e nella sostanza. E’ disponibile con uno off-set di 0,5 centimetri e uno maggiormente scaricato verso il retro, quest’ultimo integra anche una luce led ad alta visibilità. La versione con arretramento maggiorato garantisce (sempre compatibile, ma disponibile come standard dall’allestimento RC 10 in poi) il 36% di flessioni in più, magari utile in caso di sconnesso, oppure per chi vuole un “maggiore effetto compliance”. E poi il nuovo manubrio integrato Syncros R100 SL, più magro rispetto a quello in dotazione alla Foil, con un’ergonomia ottimizzata e una svasatura di 1,5 centimetri per lato (più stretto sopra e largo sotto), circa 6°.

Occhio ai prezzi e alla bilancia

La Scott Addict RC Ultimate, quella con le ruote Syncros Capital SL (tutte in carbonio) da 40 ed il pacchetto Sram Red, ferma l’ago della bilancia a 5,9 chilogrammi con un prezzo di listino di 12.999 euro. Appena sotto c’è la RC Pro con lo Shimano Dura Ace, ruote Syncros raggiate in acciaio (cerchio da 40 millimetri), peso dichiarato a 6,5 chilogrammi e 8.699 euro.

Le versioni RC 10, 20 e 30, hanno rispettivamente le trasmissioni Shimano Ultegra (10 e 20, la prima ha il cockpit integrato) e Shimano 105 Di2. I pesi dichiarati sono di 7,1, 7,4 e 7,7 chilogrammi, tutti numeri estremamente interessanti, con prezzi di 6.999, 5.999 e 4.999 euro. Le taglie disponibili sono 7, dalla XXS fino alla XXL.

Scott

Scott e Syncros: punti fermi per la DSM-Firmenich PostNL

18.01.2024
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Scott ed il team DSM-Firmenich PostNL hanno svelato il nuovo look della Foil RC in dotazione alla squadra per la stagione 2024. Mentre la compagine olandese inaugura la stagione ufficializzando un nuovo nome ed una nuova grafica per divise da gara (disegnate e prodotte dalla italiana Nalini) e mezzi, Scott ha presentato il nuovo look della Foil RC fornita al team. In aggiunta alle biciclette, Scott prosegue a sostenere e ad affiancare lo stesso gruppo WorldTour anche per quanto riguarda la fornitura di componenti ed accessori a marchio Syncros: un brand che come è noto è parte integrante del gruppo Scott Sports.

Il nuovo design – davvero molto elegante – della Foil RC del team DSM-Firmenich PostNL presenta lampi di colore su una base bianca. Le due strisce distintive della squadra “Keep Challenging” assumono quest’anno un sorprendente colore arancione andando ad evidenziare l’ingresso di uno sponsor importante, ovvero le Poste Olandesi (PostNL). Ulteriori dettagli blu e azzurri ben evidenziano il nuovo colore arancione, contrastando con il fresco design della base bianca della Foil RC, con l’obiettivo di distinguendosi molto chiaramente anche nella “pancia” del gruppo. 

Il “vantaggio” Foil RC

Scott collabora con il team DSM-Firmenich PostNL dal 2021 e lo stesso team è stato parte integrante dello sviluppo della Foil RC che i corridori hanno utilizzato per la prima volta nel 2022. Da allora, la squadra ha ottenuto grandi successi, tra cui 19 vittorie nel corso della stagione scorsa per il team femminile, 11 per il maschile, un secondo posto al Giro Donne e un quinto posto al Tour de France Femmes per Juliette Labous. Oltre a cinque giorni in maglia rosa per Andreas Leknessund in occasione del Giro d’Italia 2023 e tre complessive vittorie di tappa nei Grandi Giri. La stagione agonistica appena avviata offrirà un’ulteriore opportunità alla squadra per compiere un passo in avanti, spingendosi verso obiettivi più ambiziosi.

Romain Baradet con la nuova divisa del Team DSM-Firmenich PostNL
Romain Baradet con la nuova divisa del Team DSM-Firmenich PostNL

«Siamo davvero molto contenti – ha dichiarato Narelle Neumann, la responsabile del team Scientifico DSM-Firmenich PostNL – dei progressi che abbiamo fatto in tutti e tre i nostri programmi quest’inverno, e crediamo di avere una solida base per iniziare la stagione. Abbiamo lavorato duramente dietro le quinte con Scott, sempre supportati al meglio, e crediamo che i nostri materiali ed il nostro setup siano ora… più veloci che mai!».

«I chilometri pedalati in dicembre ed in questa prima parte di gennaio in sella alla mia nuova bicicletta – ha dichiarato entusiasta il nuovo arrivato Fabio Jakobsen – sono stati a dir poco fantastici. La Foil RC è davvero una bici estremamente veloce, proprio come piace a noi sprinter».

Scott

Syncros per DSM: raggi e cerchio in un solo pezzo di carbonio

24.07.2023
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COMBLOUX – Nel giorno del lancio, abbiamo passato qualche minuto con il loro progettista William Juban. Di lì a poche ore, le nuove ruote Capital SL di Syncros avrebbero debuttato ufficialmente nella cronometro del Tour de France sulle Scott del Team DSM-Firmenich. Alle loro spalle un lavoro davvero lungo, frutto di una collaborazione con la squadra. E se l’obiettivo per la WorldTour di Bardet e compagni era arrivare a un set di ruote per la crono (nello stesso giorno debuttava anche la lenticolare posteriore), la genesi del progetto Capital risale ad almeno 5 anni fa. Il debutto infatti risale a un terreno diametralmente opposto: quello della mountain bike. La stessa tecnologia era alla base delle Silverton SL, portate in gara da Nino Schurter e con cui Pidcock ha vinto le Olimpiadi a Tokyo.

Da dove vogliamo cominciare?

Dal fatto che queste ruote sono piuttosto diverse dal solito. Sono realizzate in un unico pezzo di carbonio. Non ci sono raggi e non ci sono nipples. E’ un pezzo unico, dal centro e fino al cerchio. Solo il mozzo dove alloggiamo i cuscinetti è in alluminio ed è incollato nella struttura. Il resto è una vera costruzione in un unico pezzo, con la novità che possiamo variare ugualmente tensione nei raggi, che quindi si comportano come in una ruota tradizionale.

Come è possibile?

Grazie a un processo brevettato di Syncros. Nella fase in cui inseriamo il mozzo nella parte centrale della ruota e lo incolliamo, riusciamo a portare la tensione nei raggi. Nella ruota normale, lo fai tirando i nipples, qui lo facciamo attraverso il mozzo e tirando le due flange della ruota. E’ tutto ottimizzato al meglio.

Ottimizzato cosa?

L’interazione fra tutte le parti che compongono la ruota. La forma dei raggi, il numero di raggi, la posizione dei raggi perché lavorino perfettamente con la forma del cerchio. Lavorando su un unico pezzo, non abbiamo dovuto integrare una serie di componenti, ma abbiamo sviluppato una singola entità.

Ci fai un esempio?

Non avere i nipples significa ad esempio che non abbiamo bisogno di rinforzare l’area in cui i raggi si inseriscono nel cerchio. E’ tutto nello stesso layup. Guardando con attenzione, si può notare la fibra del raggio che arriva alla flangia. Il raggio che proviene dal mozzo va verso il cerchio e lo attraversa. Anche i raggi si incrociano, ma non sono incollati uno sull’altro. Sono davvero fibre che si sovrappongono e si fondono insieme. Il carbonio o i compositi danno il meglio quando vengono utilizzati sotto tensione e il raggio per natura è sotto tensione. Quindi l’uso dei raggi in carbonio aveva molto senso e ci ha permesso di mettere a punto la geometria e la forma dei raggi in modo che abbiano un profilo aerodinamico.

Quale forma hanno?

Sono schiacciati, ma abbiamo aumentato un po’ la loro sezione, arrivando a renderli il 35% più resistenti di un raggio d’acciaio. Questo ci ha permesso di ridurne il numero, infatti abbiamo solo 16 raggi e grazie ai quali otteniamo anche un ottimo risultato aerodinamico. La stessa assenza dei nipples concorre a questo risultato, grazie a forme assolutamente fluide.

Ruote hookless per tubeless: unica opzione?

Crediamo che sia il futuro. La ruota per la crono è larga 23 millimetri, questa che vi sto mostrando è da 25, per cui la dimensione minima del pneumatico da utilizzare è 28. Non abbiamo bisogno di nastro sulle ruote perché escono dallo stampo perfettamente lisce. In questo modo il team sta risparmiando qualcosa fra i 300 e i 400 grammi rispetto alla configurazione che avevano prima e ne sono entusiasti.

Quali feedback avete avuto dai corridori in termini di resa?

Prima si sono stupiti per la reattività delle ruote, perché sono più leggere di quelle che avevano prima. Poi, dopo averci pedalato più a lungo, si sono molto sorpresi dalla stabilità. Quindi abbiamo lavorato molto nello sviluppo dell’aerodinamica per assicurarci che i venti trasversali non influiscano troppo sulla stabilità di guida e le loro valutazioni vanno tutte in questo senso. Un altro aspetto che li ha sorpresi è il comfort. Le ruote possono sembrare un po’ troppo rigide, ma non lo sono. Rimangono elastiche e confortevoli.

Sono ruote per il solo uso crono?

No, in realtà sono state sviluppate anche per l’uso gravel, ovviamente con pneumatici più grandi. Abbiamo appena detto che la misura più redditizia di pneumatico sia la 29, in realtà si può arrivare fino a pneumatici da 50. Tuttavia, queste non sono ruote da mountain bike, quindi bisognerebbe restare in un corretto utilizzo gravel. E poi ovviamente si potranno usare nelle gare su strada. Qui al Tour abbiamo portato la versione più leggera, quindi con cerchio da 40 millimetri, ma si può salire senza problemi.

Al Tour ha debuttato anche la nuova ruota a disco.

Parte da una base simile a quella della ruota anteriore, come ci è stato richiesto dal team. Dopo i primi test di giugno 2022, infatti, ci hanno chiesto di sviluppare la lenticolare posteriore. In pratica partendo da un disco da 40, abbiamo applicato due coperture aerodinamiche, una per lato.

Quindi il disco non è portante?

No, c’è sotto la struttura in carbonio. Gazie a questa costruzione e alle nostre ruote super leggere come base, abbiamo raggiunto la ruota a disco più leggera del mercato. Quindi il peso finale è di 970 grammi con specifiche molto moderne, quindi canale da 25 millimetri, cerchio hookless tubeless ready. Questo per noi è il futuro.

Sono serviti davvero 5 anni?

Cinque anni di sviluppo, da quando abbiamo lanciato le Silverton SL. Avevamo appena iniziato lo sviluppo della versione strada. Nel 2018 siamo passati nella galleria del vento, distaccando sul progetto due ingegneri che ci hanno lavorato a tempo pieno per cinque anni. Ora le ruote esistono e vengono prodotte come i nostri telai in Asia, perché sono i migliori partner e hanno la tecnologia più avanzata. In Europa non esistono realtà industriali di questo livello. 

Nuove ruote Syncros Capital, l’asticella molto in alto

17.07.2023
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Capital SL sono le nuovissime ruote in carbonio di Syncros, costruite per essere un unico pezzo. In questo progetto (che è parte del portfolio Scott), che vede il suo risultato dopo uno sviluppo che dura da circa un lustro, coincidono aerodinamica, leggerezza e un insieme di tecnologie legate alla lavorazione del carbonio.

Le versioni disponibili sono due, quella più leggera da 1.170 grammi, ovvero la Syncros Capital SL e quella con un concept aerodinamico estremizzato, la Capital SL Aero da 1.290 grammi, alte rispettivamente 40 e 60 millimetri. Entriamo nel dettaglio.

La versione Capital SL da 40 (foto eltoromedia-Scott)
La versione Capital SL da 40 (foto eltoromedia-Scott)

Nuove Syncros, un pezzo unico

Le Capital SL sono un sistema che si basa sulla costruzione monoblocco, in cui è considerato anche lo pneumatico ai fini della performance complessiva. Dal cerchio ai raggi, fino ad arrivare all’inserimento al mozzo (che è disegnato sulla base del DT Swiss 240 EXP), tutto è un unico blocco di carbonio. Spariscono i nipples in acciaio e vengono eliminate le flange del mozzo di tenuta dei raggi. Tecnicamente si tratta di un prodotto hors categorie che ha obbligato Syncros a sviluppare anche una serie di nuove metodologie di lavoro.

Sono fatte a mano grazie ad un processo di pre-tensione dei raggi, fattore che rende la ruota un corpo unico, ma al tempo stesso permette di personalizzare la tensione dei raggi nelle fasi di costruzione. Il tessuto di carbonio non è interrotto tra il cerchio ed i raggi, fino ad arrivare alla flangia ad anello che si accoppia al mozzo. Anche qui non c’è interruzione, perché la fibra di carbonio prosegue dall’altro capo del cerchio.

Traducendo: si aumenta e migliora la rigidità torsionale, il valore alla bilancia è inferiore (se paragonato ai profilati in acciaio) e sono più resistenti. Le ruote risultano più precise, rigide e guidabili in diverse situazioni, ma anche più reattive nel corso delle accelerazioni. Le Syncros Capital sono anche più guidabili e stabili nelle fasi di piega e curva.

Il cerchio è hookless

In entrambe le versioni il cerchio adotta la soluzione hookless ed ha una larghezza del canale interno pari a 25 millimetri. Questo permette di sfruttare in modo ottimale le coperture (tubeless) da 28 millimetri di sezione (e anche oltre), grazie ad un’interfaccia perfetta tra cerchio e gomma, il tutto in linea con gli standard ETRTO.

Anche la lenticolare che debutta al Tour

Al pari delle nuove Capital SL, debutta anche la lenticolare di Syncros, che vedremo domani sulle Scott Plasma RC TT dei corridori del Team DSM-Firmenich, abbinata all’anteriore da 60 (Capital SL Aero). La Capital SL Disc è una ruota specifiche per le prove contro il tempo, con un valore alla bilancia dichiarato di 970 grammi e con la predisposizione tubeless.

Sviluppate a braccetto con Schwalbe

Le Syncros Capital SL sono state sviluppate grazie al contributo di Schwalbe, anche per questo motivo si parla e si scrive di “sistema”. Grazie a questa collaborazione tra i due brand nasce anche il nuovo tubeless Schwalbe, il Pro One Aero, che presenta un design maggiormente efficiente in termini di aerodinamica, più da facile da abbinare ai cerchi di ultima generazione come lo sono i nuovi Syncros.

Disegno differenziato

Gli Schwalbe Pro One Aero sono dei tubeless da 28 millimetri di sezione, che però presentano una costruzione differenziata tra anteriore e posteriore. Questo fattore fa si che la larghezza reale cambia tra davanti e dietro, a parità di cerchio. Davanti abbiamo uno pneumatico con un’ampiezza compresa tra i 27,5 e 28,5 millimetri, mentre dietro è tra i 29,5 e 30,5 millimetri. Cambia anche lo spessore del battistrada, 0,8 (davanti) e 1,2 millimetri (posteriore).

Questi tubeless sono ovviamente compatibili con la tecnologia hookless del cerchio e ottimizzati per i canali interni da 23/25 millimetri di larghezza.

Syncros

La Scott Foil di Alberto Dainese e del Team DSM

08.02.2023
5 min
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Presentata ufficialmente l’estate scorsa, l’ultima versione della Scott Foil è una bici marcatamente aerodinamica nelle forme e nel concept. Quello che sorprende però, è il fatto che viene utilizzata anche dagli scalatori del Team DSM, uno su tutti Romain Bardet, corridore attento ai dettagli tecnici, al peso e alle performances della bicicletta. L’atleta transalpino ha usato la Foil anche nel corso delle frazioni più impegnative del Tour.

Dainese al campionato europeo 2022 di Monaco
Dainese al campionato europeo 2022 di Monaco

Ovviamente la Scott Foil è un riferimento per i velocisti e per i passisti. Abbiamo chiesto ad Alberto Dainese di descrivere la sua bici nella versione 2023, che rispetto a quella utilizzata nella seconda parte di stagione 2022 presenta delle differenze. La famiglia Syncros/Scott fornirà anche le selle (al posto di Pro Bike Gear) e ci sarà un’impiego maggiore dei tubeless. Entriamo nel dettaglio

Quando hai iniziato ad usare l’ultima versione della Scott Foil?

Mi è stata consegnata poco prima del Tour 2022 e da quel momento non l’ho più abbandonata. In precedenza non utilizzavo la Foil, parlo della versione precedente, ma la Addict ed effettivamente le due bici sono molto differenti. Di sicuro la bici aero è più adatta alle mie caratteristiche, ma è ampiamente utilizzata anche dagli scalatori.

Il profilo ridottissimo del manubrio Syncros e gli shifters leggermente all’interno (eltoromedia.com)
Il profilo ridottissimo del manubrio Syncros e gli shifters leggermente all’interno (eltoromedia.com)
Quali sono le differenze maggiori che hai notato, rispetto alla Addict?

La Foil è molto veloce, fattore che diventa un supporto notevole alle mie caratteristiche, è una di quelle biciclette che scappa via quando cambi ritmo, davvero facile da lanciare. E’ più rigida della Addict, che invece mi trasmetteva un comfort maggiore. Durante le azioni di rilancio, ad esempio negli sprint, la nuova Foil sostiene di più nella parte anteriore e il carro posteriore sembra scaricare maggiormente la potenza espressa.

La Addict non era ugualmente rigida?

Non è quello, solo che la rigidità della Foil è una delle peculiarità che ha lasciato impressionati parecchi di noi corridori. E poi il peso contenuto, anche questo un fattore che è stato considerato in maniera positiva anche dal gruppo degli scalatori del team.

Effettivamente al Tour è stata usata anche da Bardet!

Si esatto, non solo da lui, ma come dicevo da tutti gli scalatori. Bardet argomentava proprio il fatto che non avendo una grossa differenza di peso con la Addict, ma essendo più rigida, reattiva e fluida anche intorno ai 30 all’ora, ci stava il fatto di usarla anche su ascese lunghe ed impegnative. Ormai si tengono delle andature elevate anche in salita e per lunghi tratti quando il naso è all’insù. Non sono uno scalatore, ma credo che una bici aero possa dare un aiuto e una serie di vantaggi.

Anche la versione dei tubeless N.EXT in dotazione al team (eltoromedia.com)
Anche la versione dei tubeless N.EXT in dotazione al team(eltoromedia.com)
Qual’è il tuo setting preferito per le gare?

Preferisco sempre le ruote con il profilo da 50, che ormai sono da considerare intermedie. Solo in qualche occasione chiedo di usare le 60, quando le tappe sono piatte. Abbiamo i tubeless Vittoria, con sezioni comprese tra i 26 e 28 millimetri. Per i rapporti prediligo la combinazione 54-40 per le corone. Ho montato il 56 solo un paio di volte, una al Giro e una all’UAE Tour, ma onestamente preferisco sfruttare una maggiore agilità.

Hai cambiato qualcosa rispetto al 2022?

Rispetto alla stagione scorsa ho chiesto di allungare lo stem del manubrio integrato e utilizzo, quasi in controtendenza, il manubrio da 42 centimetri di larghezza. Facendo un paragone con la stagione passata, abbiamo cambiato le selle, che ora sono Syncros e io utilizzo la versione Belcarra.

Per quanto riguarda i rapporti dietro?

Lo standard è 11-30, almeno per quello che mi riguarda. Poi ci sono delle situazioni in cui viene montata la scala 11-34, ma è per salvare la gamba nelle frazioni più dure e non adatte a me.

La bici da gara si discosta da quella che hai per l’allenamento?

E’ uguale, non ci sono differenze ed è un vantaggio non da poco, perché il feeling rimane quello. L’unica diversità sono gli pneumatici, in allenamento uso le camere d’aria, più che altro per una questione di abitudine.

Selle Syncros e Team DSM: collaborazione vincente

06.02.2023
2 min
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Il Team DSM ha rinnovato ancora per due stagioni il proprio rapporto di sponsorizzazione e di collaborazione tecnica con Scott. In virtù di questo specifico accordo, Scott continuerà a supportare la stessa formazione WorldTour olandese in qualità di fornitore ufficiale sia per quanto riguarda le biciclette che per i caschi. Ma da quest’anno va registrata, ad integrazione di questa proficua collaborazione, una ulteriore novità. Syncros, brand facente parte del gruppo Scott Sports, amplierà difatti la propria partnership con la squadra diventando di fatto per il Team DSM anche il fornitore ufficiale delle selle.

Le varie squadre del Team DSM correranno con selle Syncros
Le varie squadre del Team DSM correranno con selle Syncros

Tecnologia per i corridori

Il binomio Team DSM e Scott si è attivato dall’inizio della stagione 2021, con la stessa formazione WorldTour che di fatto, nel corso di questo biennio, è stata parte integrante dello sviluppo del nuovissimo Foil RC: il nuovo telaio che i corridori della squadra hanno avuto modo di conoscere ed utilizzare per la prima volta nel 2022.

Per la corrente stagione, i Team DSM maschile, femminile, oltre a quello dei più giovani, si allenano e gareggiano pedalando i modelli Foil RC e Plasma. Oltre alle biciclette, i corridori della DSM indossano i caschi – sempre Scott – Cadence, Centric e Split, e le selle Tofino, Savona e Belcarra proposte da Syncros.

Una delle bici in dotazione alla squadra olandese è la Foil RC
Una delle bici in dotazione alla squadra olandese è la Foil RC

«Il Team DSM punta con ambizione a grandi successi nel novero delle squadre WorldTour – ha dichiarato il vicepresidente di Scott Sports Pascal Ducrot – e per noi di Scott questa formazione rappresenta un partner eccezionale. La squadra, con la sua distintiva filosofia Keep Challenging si adatta difatti perfettamente alla nostra passione per l’innovazione, per la tecnologia, per le alte prestazioni e per il design.

«Siamo davvero lieti che questa partnership possa continuare a crescere e ad estendersi con Syncros: i nostri ingegneri hanno utilizzato analisi approfondite per poter offrire una gamma di selle in grado di ottimizzare l’adattamento del corpo a seconda delle differenti condizioni del ciclista con l’obiettivo di garantire sempre il massimo in termini di livello di prestazione».

Scott

La nuova Scott Foil RC, una aero bike che non ti aspetti

29.06.2022
9 min
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La nuova Scott Foil RC di terza generazione. Prosegue la storia di una delle bici più vincenti sulla quale si cominciò davvero a studiare l'aerodinamica riferita a un telaio da strada. L'abbiamo provata nel circuito Porsche sul Lago di Iseo. Ecco che cosa è emerso.

E’ stata presentata in modo ufficiale la terza generazione di una delle biciclette aero-concept più vincenti, una delle prime ad utilizzare il filo conduttore che fa collimare leggerezza, efficienza aerodinamica e comfort: la nuova Scott Foil RC.

Con un design ed un impatto estetico completamente stravolti rispetto al passato, l’ultima Foil RC conserva quel DNA che è una sorta di family feeling Scott.

Nuova Scott Foil RC Ultimate (@markus greber Scott)
Nuova Scott Foil RC Ultimate (@markus greber Scott)

Aero bike prima di tutto

La prima versione della Foil RC nasce nel 2010, quando i freni a disco erano ancora un progetto embrionale in ambito road. Era una bicicletta diversa dagli standard dell’epoca. Aerodinamica certo, ma non eccessiva, capace di essere un riferimento per versatilità, comfort (in considerazione della categoria aero) e anche leggerezza.

La seconda generazione viene lanciata nel 2015 e ripresa in seguito (definita Scott Foil RC face lift) con le modifiche legate ai freni a disco. La nuova Scott Foil RC di terza generazione segue il fil rouge della piattaforma Foil, che è una bicicletta aerodinamica prima di tutto il resto, ma vuole essere anche un riferimento in fatto di trasversalità. La vedremo al Tour de France, in dotazione al Team DSM.

Anteriore e posteriore, due punti chiave del design
Anteriore e posteriore, due punti chiave del design

Un 25% da sfruttare al meglio

La bicicletta non è la variabile più importante, perché è il corridore che oppone la resistenza maggiore. Si potrebbe scrivere che l’atleta influisce al 70%, la bicicletta il 25% e le ruote il 5%. Concentrandosi sul mezzo meccanico, la differenza la può fare il modo in cui si sfrutta quel 25% della bicicletta. Tradotto in numeri: ad una velocità di 40 all’ora, la nuova Foil è più veloce della precedente e permette di risparmiare 1’18”. Lo sviluppo dei concetti aero legati alla nuova Scott Foil RC partono proprio da queste basi.

Come è fatta

E’ tutta in carbonio ed è monoscocca, anche se il blocco unico del modulo è riferito nello specifico al triangolo anteriore. Il carro posteriore è diviso in più parti e unito all’anteriore in un secondo momento. La nuova Scott Foil RC vede l’ingresso anche di un carbonio “alleggerito”, ovvero l’SL, tessuto composito che si riferisce alla top di gamma Ultimate.

La base del carbonio è sempre l’HMX, comune a tutte le altre versioni del catalogo: Pro, 10, 20 e 30. Alcuni numeri interessanti del carbonio: per la versione Ultimate con tessuto HMX SL sono necessarie 558 pezze di carbonio ed il valore alla bilancia dichiarato è di 915 grammi nella taglia media (inclusi il forcellino, il blocco del reggisella e il supporto della batteria Di2). Per il modulo standard HMX si devono considerare 70 grammi in più. Il design della bicicletta è comune a tutti i modelli. Nel complesso abbiamo un prodotto che trova la luce dopo tre anni di ricerca e sviluppo e oltre 300 simulazioni.

Confronto con la Foil precedente

Le forme parlano chiaro, la bicicletta è tutta diversa, lo è nel design e anche nei numeri. La terza generazione è il 20% più veloce, il 9% più leggera ed esprime un concetto di comfort maggiormente efficiente del 10%. Tutte le tubazioni hanno dei profili NACA, con delle superfici definite Transition, più efficaci nella penetrazione dello spazio.

La bicicletta è più massiccia nella parte frontale, con una forcella full carbon voluminosa nelle sezioni laterali. Spariscono le due ali vicino al perno passante. Anche il profilato dello sterzo è più grosso e c’è un nuovo manubrio, sempre della famiglia Creston, diverso da quello che troviamo sulla Addict RC.

Reggisella con flessioni controllate

L’attenzione si sposta sulla vistosa curvatura del piantone che rientra verso l’interno della bici. Ci sono i foderi obliqui che si innestano al centro, leggermente spanciati verso l’esterno della bicicletta e sembrano proteggere la gomma. Lo shape di questa zona e la parte posteriore dello stesso piantone sono ottimizzati per uno pneumatico da 28 millimetri, il compromesso migliore tra aerodinamica e comfort. Qui c’è anche una scatola del movimento centrale davvero abbondante, arrotondata, ma anche parecchio definita e con linee marcata dove i foderi bassi si innestano.

La parte alta del seat-tube invece è… magra, una sorta di lama che fa alloggiare il reggisella che prende il nome di Duncan. Quest’ultimo è disponibile in due versioni, quello più rigido in un blocco unico di carbonio HMX, oppure quello costruito con due blocchi separati (abbiamo usato questo) che sfrutta delle flessioni orizzontali a favore di comfort e stabilità (una volta su strada si sentono ed è un beneficio non da poco). Qui rimane lo spazio per un inserto che “riempie il reggisella”, disponibile anche con una luce integrata da 20 lumen, customizzabile nelle modalità.

Il carro posteriore

Mentre i due foderi bassi del carro hanno dei volumi importanti e alternano arrotondamenti e linee più marcate, quelli obliqui sono una lama e si allargano vistosamente nel punto di connessione, dove per altro c’è il perno passante e la pinza del freno. Sono belli da vedere e in linea con un telaio che esprime performance al solo sguardo.

Gli altri punti chiave

La tolleranza massima consentita per il passaggio degli pneumatici è di 30 millimetri, per avantreno e retrotreno. Però, per sfruttare al massimo l’aerodinamica, tutte le versioni della nuova Scott Foil RC hanno la gomma anteriore da 25 (oppure 26) e quella posteriore da 28. La serie sterzo non ha dei blocchi che limitano il raggio del manubrio e lo stelo della forcella è compatibile con gli stem comuni.

Le due versioni al top del listino, RC Ultimate e RC Pro hanno in dotazione il nuovo cockpit integrato Creston; gli altri adottano lo stem e la piega Syncros separati. Nel complesso la compatibilità con le trasmissioni meccaniche è possibile. Da non dimenticare, per gli amanti del monocorona, la possibilità di rimuovere il supporto del deragliatore. Infine le geometrie, che sono le medesime della Addict RC, ma con i punti di contatto principali che sono stati ridefiniti.

Cinque allestimenti e sette taglie

RC Ultimate, RC Pro, RC 10, 20 e 30, queste le versioni disponibili. La prima si basa sulla trasmissione Sram Red eTap e le ruote Zipp 454NSW, mentre la seconda sul pacchetto Dura-Ace di ultima generazione, per trasmissione e ruote. La 10 ha l’Ultegra a 12 e le ruote Syncros 1.0, mentre la Scott Foil RC 20 ha le stesse ruote della 10, ma con il cambio Sram Rival AXS eTap. L’allestimento prevede una trasmissione Shimano e le ruote Syncros in alluminio. I prezzi e la disponibilità sono in via di definizione. In aggiunta, un interessante podcast prodotto da Scott che offre ulteriori spunti sulla nuova bicicletta.

Le prime impressioni

E’ una bici di nuova generazione capace di offrire dei feedback “quasi” inaspettati. Fluida e “facile”, con una semplicità di approccio che è parte integrante di Scott e che viene ripresa sulle biciclette del brand. E’ comunque una bici racing e lo si vede nelle forme, ma anche nella geometria.

Taglia per taglia ha un reach compatto che aiuta a caricare buona parte del peso sull’anteriore, a favore di una guida aggressiva. Il valore dello stack invece è ottimale, grazie ad un tubo dello sterzo non troppo corto.

scott

La Scott Addict RC e le scelte tecniche di Bardet

21.04.2022
3 min
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Dopo l’intervista di ieri, ecco un approfondimento legato alle scelte tecniche che troviamo e che troveremo sulla Scott Addict RC di Romain Bardet. Ci sono i tubolari, ma il profilo delle ruote cambia in base alla planimetria delle tappe e poi c’è anche la corona da 36 per fare agilità e “salvare” la gamba.

La Addict RC di Bardet
La Addict RC di Bardet

Framekit e manubrio

E’ il modello che utilizza il corridore francese, che punta dritto sul prossimo Giro d’Italia. Rispetto alla versione che troviamo normalmente a catalogo, non ci sono differenze e le variabili sono legate al setting e all’allestimento. C’è il manubrio Syncros Creston in carbonio. Tutti i corridori presenti al Tour of the Alps utilizzano questo binomio e la trasmissione Shimano Dura-Ace a 11 velocità.

Trasmissione ad 11 rapporti nella sua completezza e device Wahoo
Trasmissione ad 11 rapporti nella sua completezza e device Wahoo

Bardet, corridore tecnico e tattico

Romain Bardet non ha mai nascosto la sua passione per le soluzioni tecniche legate alla bicicletta e la capacità di sfruttare il mezzo meccanico sotto vari aspetti. Un esempio è la scelta delle corone anteriori. Al plateau più grande da 54 denti, Bardet abbina una corona più piccola da 36 (e non viene impiegato un chain catcher), per far girare la gamba e non appesantire i muscoli in vista delle frazioni più impegnative, dove torna ad utilizzare la combinazione 54-39.

Il Team DSM non usa i tubeless

Per lo meno al Tour of the Alps, dove tutti gli atleti hanno le ruote Dura Ace con predisposizione tubolare (Vittoria Corsa da 26). Gli atleti hanno la possibilità di scegliere tra le C60 e le C40. Le selle sono Pro Bike Gear, brand nell’orbita di Shimano. Romain Bardet utilizza il modello Griffon con lunghezza standard (non una sella corta). Inoltre il setting da lui utilizzato è sempre aggressivo, con una differenza notevole tra manubrio e sella, ma sembra leggermente più “morbido”, se paragonato con il passato.

L’imbottitura esterna applicata sulla salopette
L’imbottitura esterna applicata sulla salopette

Una doppia imbottitura?

Non è il caso di Bardet, ma abbiamo notato una sorta di seconda imbottitura, applicata esternamente ad alcuni corridori del Team DSM. Curiosa ed interessante come soluzione, chissà che non provino qualcosa di “nuovo” in vista dei grandi Giri.

Scott Addict Tuned, per i veri appassionati del gravel

14.07.2021
4 min
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Per chi mastica pane e ciclismo, il nome Addict è sin dalla sua nascita sinonimo di altissima gamma da corsa: i più grandi risultati degli atleti equipaggiati Scott sono venuti proprio in sella a questo modello. Ora però la casa estende la… magia di Addict anche al gravel e lancia la nuovissima Addict Gravel Tuned, una bici che garantisce il massimo del sostegno e dell’affidabilità senza tralasciare la performance. Non a caso tutti i modelli della nota collezione Scott Addict garantiscono leggerezza e resistenza: il peso complessivo della Addict Gravel Tuned è di 1,325 chili: 930 grammi per il telaio e 395 per la forcella. Ovviamente l’Addict per il fuoristrada non può avere le stesse geometrie della versione da strada, infatti basta approfondire il discorso per accorgersi delle differenze.

Guidabilità al top

La guidabilità del modello gravel è stata incrementata con quattro semplici mosse: il reach maggiorato (la distanza orizzontale fra il centro del movimento centrale e l’asse del tubo di sterzo), il rake della forcella più lungo, il movimento centrale più basso e l’attacco manubrio più corto. La somma di questi 4 accorgimenti ha permesso alla Addict Gravel Tuned di elevare la sua guidabilità a un livello eccellente, garantendo al tempo stesso una confortevole posizione in sella.

A completare il quadro, visto il terreno su cui questa bici si troverà a correre, si è pensato anche alla scorrevolezza portando il passaggio interno fino a 45 millimetri offre una eccellente libertà di movimento alle ruote anche in presenza di fango.

Componenti Syncros

A rendere ancora più speciale l’Addict Gravel Tuned, c’è anche lo zampino di Syncros (il marchio dei componenti by Scott). Nel suo allestimento spicca infatti il manubrio integrato Syncros Creston iC SLX, che conferisce alla bici una maneggevolezza degna di nota. Il passaggio dei cavi invece è totalmente interno sia per quanto riguarda il gruppo meccanico sia quello elettronico: aspetto da non sottovalutare dato che migliora l’estetica della bici, aumentandone anche il comfort.

E’ giunto il momento di parlare delle prestazioni, cui abbiamo dedicato un breve accenno in precedenza. Esse sono ottimizzate grazie alla progettazione dei tubi che compongono il triangolo principale: obliquo, orizzontale, piantone, che offrono il notevole vantaggio di ottimizzare il flusso d’aria, riducendo così la resistenza aerodinamica senza compromettere il comfort e la rigidità.

Bikepacking ready

La Addict Gravel Tuned è dotata inoltre di freni a disco idraulici con rotori da 160 millimetri che garantiscono una frenata ottimale. Il gruppo montato sulla bici è lo Sram Red AXS 24 Speed, mentre per le ruote troviamo le DT Swiss GRC 1100 Disc Wheels.

Spicca inoltre la possibilità di utilizzare borse da innestare sul tubo orizzontale e dei parafango che proteggono il ciclista da acqua e fango. Il prezzo consigliato al pubblico è di 8.699 euro.

scott-sports.com