La nuova Scott Addict RC del Team DSM è una bici leggera, reattiva. A primo impatto sembra essere studiata per gli scalatori (in apertura le gambe e la bici di Romain Bardet al Tour of the Alps), ci sono però alcuni aspetti che vanno approfonditi con maggiore attenzione.
La bici è equipaggiata con ruote e gruppo Shimano Dura Ace, il top di gamma che ben si addice a una bicicletta da WorldTour. Ma la prima particolarità che salta all’occhio sono i cavi totalmente integrati: un dettaglio studiato nei minimi particolari per rendere la bici più aerodinamica, quindi più performante. Questa soluzione è stata resa possibile anche dall’introduzione di un asse eccentrico per la forcella. Una caratteristica che semplifica il lavoro dei meccanici proprio in relazione al passaggio interno dei cavi.
«E’ una bici leggerissima – dice Alberto Dainese, velocista del Team DSM – si potrebbe pensare, a prima vista, che sia pensata solo per gli scalatori. Ma non è così: la Scott Addict RC ha tutte le qualità per esprimersi al meglio anche negli sprint. Dal mio punto di vista – continua – la bici deve essere rigida onde evitare dispersioni di watt. E’ giusto che si muova un po’ per assecondare i movimenti del corpo, soprattutto nelle volate, ma non troppo. In questo devo dire che la bici è perfetta».
Flussi d’aria ottimizzati
Per i tubi del triangolo principale è stata adottata la geometria (brevettata) del profilo aerodinamico per ottimizzare il flusso d’aria e minimizzare la resistenza alla penetrazione. Le tubazioni sono oversize, danno un senso di affidabilità importante, mentre i forcellini della nuova Addict RC si integrano perfettamente con il perno passante per merito di un’attenta sagomatura dei tubi. La bici è montata con i freni a disco, seguendo la tendenza delle ultime stagioni in cui ormai la transizione sta diventando definitiva.
«Il telaio è leggermente sloping – riprende Dainese – e il fatto che sia così leggero mi aiuta in salita. Però quando si tratta di sprigionare watt vi assicuro che riesce a dare il meglio di sé. E non è una cosa scontata. Se dovessi definirla con tre parole direi che è una bici, nel suo complesso, rigida, reattiva e sicura. Capite perché è bello correre su un telaio del genere? Ha tutto quello che serve. Inoltre tra le qualità di maggior rilievo aggiungo anche l’alta scorrevolezza delle ruote Shimano e del movimento centrale».
Leggera e reattiva
La leggerezza è un motivo di grande attenzione da parte dei tecnici del Team DSM: si capisce dalla scelta dei componenti. La sella che usano i corridori è la PRO Falcon che pesa 209 grammi. Mentre il reggisella è il Syncros Duncan SL aero. E’ stato diminuito anche il peso del nuovo collarino reggisella: appena 12 grammi e ugualmente una chiusura ideale per la fibra di carbonio.
«Quando ci passi tante ore al giorno – riprende Dainese – riesci a renderti conto se la bici è confortevole: sotto questo punto di vista non mi posso veramente lamentare. Un’altra caratteristica importante riguarda la guidabilità in discesa. Quando sbagli una curva, hai la possibilità di correggere la traiettoria. Non è sempre è possibile, ci sono delle bici molto più rigide che non ti perdonano errori».
Le bici del Team DSM al Tour of the Alps I forcellini si integrano perfettamente con il perno passante, grazie a tubi ben sagomati Il collarino pesa 12 grammi e permette un ottimo serraggio per la fibra di carbonio Neppure un cavo nella parte anteriore della bicicletta Il manubrio è integrato: aerodinamica e rigidità al massimo
Le bici del Team DSM al Tour of the Alps I forcellini si integrano perfettamente con il perno passante, grazie a tubi ben sagomati Il collarino pesa 12 grammi e permette un ottimo serraggio per la fibra di carbonio Neppure un cavo nella parte anteriore della bicicletta Il manubrio è integrato: aerodinamica e rigidità al massimo
Un look scintillante
La colorazione della bici del team è di un intenso blu scuro brillantinato, altri modelli in commercio, sia pure con allestimenti diversi, propongono la tinta Prism Grey Green oppure il Pearl White. In ogni caso, è impossibile non notarla: elegante e appariscente, grazie a un design moderno.
«Le cose che più apprezzo in una bici? L’estetica, perché anche l’occhio vuole la sua parte. Poi la rigidità e la reattività, perché da questo abbinamento di caratteristiche nasce una vera bomba per le volate. Sono veramente contento di correre con una bici così ben concepita», conclude il corridore veneto.