Il bilancio Colnago 2023 tutto in positivo

27.04.2024
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Il matrimonio “sportivo” con il UAE Team Emirates, ed in particolare con Tadej Pogacar, continua a regalare al marchio Colnago una serie impressionante di successi sportivi. L’ultimo in ordine di tempo è stato il trionfo dell’asso sloveno alla recente Liegi-Bastogne-Liegi di domenica scorsa. I successi sportivi, seppure importanti, avrebbero un peso di per sé relativo se non fossero accompagnati da successi altrettanto importanti in ambito amministrativo. Il bilancio 2023, approvato lo scorso 23 aprile, è lì a confermare lo stato di ottima salute di cui gode la Colnago Ernesto & C. S.r.l. anche da un punto di vista finanziario.

Tadej Pogacar insieme a Nicola Rosin, amministratore delegato di Colnago
Tadej Pogacar insieme a Nicola Rosin, amministratore delegato di Colnago

Fatturato triplicato

Prendendo come riferimento il 2020, anno in cui è avvenuta l’acquisizione da parte dei nuovi soci di maggioranza, è possibile notare un trend di crescita che è continuato anche nel 2023 e che ha portato ad un fatturato più che triplicato rispetto allo stesso 2020. I numeri forniti dalla stessa Colnago sono lì a confermare questa straordinaria crescita.

Nel 2023 il fatturato è stato di 55.715.101 euro, con un aumento del 33% rispetto all’anno precedente per una differenza in positivo di 13.779.358 euro. Da segnalare inoltre un EBITDA di euro 14.015.100, ovvero il 25,15% del fatturato (ricordiamo che l’EBITDA è un indicatore che aiuta a valutare il profitto di un’impresa, escluse le imposte, gli ammortamenti, i deprezzamenti e gli interessi aziendali, ndr).

Tutti questi numeri confermano il forte consolidamento del marchio Colnago che va ad affiancarsi, come già anticipato, ai successi sportivi del UAE Team Emirates, ma anche a quelli della formazione femminile della UAE Team ADQ.

Giusto ieri al Tour de Romandie, McNulty ha portato al successo la sua Colnago da crono
Giusto ieri al Tour de Romandie, McNulty ha portato al successo la sua Colnago da crono

Parola all’Amministratore Delegato

I motivi di un successo così importante, avvenuto soprattutto in un periodo di flessione del mercato ciclo a livello globale, sono perfettamente riassunti nelle dichiarazioni di Nicola Rosin, Amministratore Delegato di Colnago, rilasciate a seguito dell’approvazione del Bilancio 2023.

«La nostra missione è quella di essere il marchio di biciclette più desiderabile al mondo. A questo punto pensiamo ovviamente di essere sulla buona strada. Colnago è un’azienda ben organizzata, con manager capaci e con un grande senso di appartenenza. L’opportunità di avere due grandi team nel World Tour sia maschile sia femminile, UAE Team Emirates e UAE Team ADQ alza il livello delle richieste e ci stimola quotidianamente a migliorare il prodotto. Abbiamo inoltre una proprietà che vuole successo e crescita costante, ottenendoli però in maniera sana: una governance armoniosa permette a noi manager di svolgere il nostro lavoro nel modo più sereno possibile. Questo vale davvero molto!».

I successi sportivi, accanto a quelli finanziari, si accompagnano naturalmente al lancio di nuovi prodotti. Recentemente Colnago ha presentato la C68 Gravel e fra pochi giorni svelerà una nuova novità sempre relativa al mondo gravel.

Colnago

Colpo Look in vista del Tour: ecco Pogacar!

30.06.2022
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Siamo ormai giunti alla vigilia di una nuova edizione del Tour de France. La corsa a tappe francese è da sempre l’occasione ideale per presentare delle novità di prodotto o annunciare nuove partnership. Non si è tirata indietro Look Cycle, che ha appena reso ufficiale una collaborazione davvero di prestigio con Tadej Pogacar, il vincitore delle ultime due edizioni della Grande Boucle.

L’asso sloveno diventa testimonial ufficiale dei pedali di punta del marchio francese. Stiamo parlando dei Keo Blade Carbon Ceramic Ti. Un pedale che presenta una superficie di contatto di 700 millimetri quadrati, cuscinetti in ceramica per una maggiore durata e un peso incredibilmente ridotto di 95 grammi.

Tadej Pogacar insieme ai ragazzi del Pogi Team, squadra di sviluppo giovanile fondata dal campione sloveno
Tadej Pogacar insieme ai ragazzi del Pogi Team, squadra di sviluppo giovanile fondata dal campione sloveno

Al fianco di Pogacar

Il legame con Look ha permesso a Pogacar di raggiungere successi davvero importanti, considerando soprattutto la sua giovane età: due Tour de France, una Liegi-Bastogne-Liegi, un Lombardia, solo per citare i più importanti. Questa nuova partnership diventa quindi il giusto coronamento di una collaborazione tecnica di successo. 

La partnership coinvolgerà anche il Team Pogi, la squadra di sviluppo giovanile fondata da Pogacar, con sede in Slovenia. I ragazzi del team avranno così l’opportunità di utilizzare gli stessi pedali del loro idolo. 

Insieme a Look, Pogacar ha conquistato due corse monumento e due Tour de France
Insieme a Look ,Pogacar ha conquistato due corse monumento e due Tour de France

Parola ai protagonisti

Pogacar si è dimostrato estremamente contento dell’accordo raggiunto con Look, formalizzato alla vigilia del Tour de France, che scatterà domani, primo luglio.

«Per me i pedali Look – racconta – sono la scelta più performante. I Keo Blade sono fantastici, con un’ampia superficie di appoggio e un peso minimo. Sono perfetti per un trasferimento ottimale della potenza. Oltre a essere partner tecnico del team UAE Emirates, Look è partner del team Pogi, che è molto importante per lo sviluppo dei futuri talenti in Slovenia. Sono orgoglioso di pedalare con Look – ha aggiunto l’asso sloveno – che ha inventato il pedale automatico e che utilizzo da quando ho iniziato a gareggiare. Intendo avere Look al mio fianco per molti anni a venire».

Estremante soddisfatto anche Federico Musi, CEO Look Cycle: «Tadej rappresenta i valori del nostro marchio – ha dichiarato – performance, brio, coraggio… Dopo oltre 35 anni di storia e milioni di pedali prodotti nella nostra fabbrica in Francia, la collaborazione con Pogacar rappresenta un capitolo meraviglioso per Look.

«Siamo entusiasti di sostenere Tadej, il UAE Team Emirates e il Pogi Team. Vogliamo coltivare i giovani talenti del futuro e portare la passione del ciclismo a un pubblico più vasto in Slovenia e in Europa. La nostra esperienza tecnica Made in France nella produzione di pedali vuole essere una risorsa importante per aiutare Tadej sulle strade di Francia».

Tanto Tour

A proposito di Tour de France, non va dimenticato che Look è da tanti anni protagonista della Grande Boucle. Fino ad oggi la casa francese ha ottenuto ben 213 successi di tappa. Hanno corso con pedali Look campioni del calibro di Bernard Hinault e Alberto Contador, solo per citare i due più vincenti sulle strade di Francia, naturalmente insieme a Pogacar. Complessivamente dal 1985 ad oggi, sono stati più di 2.500 i corridori che al Tour hanno utilizzato pedali Look percorrendo all’incirca 7.680.000 chilometri.

Quest’anno Look sarà al Tour de France affiancando i seguenti team: AG2R Citroën Team; Astana Qazaqstan Team; Team Cofidis; Intermarché Wanty Gobert Team; Team Lotto Soudal; Movistar Team; UAE Team Emirates.

Look

“Ride your best” è il nuovo motto di Dmt

16.05.2022
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“Ride your best”, che letteralmente significa “pedala al tuo meglio”… E’ questo il nuovo motto che identifica l’attività e la comunicazione di Dmt a partire dal Giro d’Italia, l’evento RCS Sport in pieno svolgimento del quale il brand stesso è partner ufficiale.

E proprio per celebrare al meglio la corsa rosa, Dmt ha recentemente introdotto sul mercato una speciale versione delle “best seller” KR0 (per intenderci le scarpe usate in gara ed in allenamento da corridori del calibro di Tadej Pogacar, Elia Viviani e Juan Ayuso…) denominate appunto KR0 Giro. Una calzatura in edizione limitata, contraddistinta da una livrea originale ispirata al Giro d’Italia, leggera, veloce ed estremamente confortevole. 

Nel segno di “Ride your best”, per il Giro d’Italia il brand ha ideato una nuova versione del modello KR0 in versione limitata
Nel segno di “Ride your best”, per il Giro c’è una nuova versione del modello KR0 in versione limitata

La “limited” KR0 Giro

La sigla KR0 identifica e rappresenta per Dmt l’apice della performance, avendo migliorato con questo prodotto tutte le singole caratteristiche delle calzature in maglia realizzate dello stesso brand. Lavorando mediante l’impiego della tecnologia proprietaria “Knit”, i tecnici Dmt con KR0 hanno creato una scarpa per il ciclismo estremamente leggera e terribilmente performante. Una scarpa in grado di offrire un eccellente trasferimento di energia, grazie alla suola anatomica costruita in fibra di carbonio SL di nuova generazione.

Pogacar e Dmt hanno esteso la loro collaborazione fino al 2027
Pogacar e Dmt hanno esteso la loro collaborazione fino al 2027

Il sistema di chiusura prevede un doppio rotore Boa. La costruzione della tomaia è integrata, in modo tale da adattarsi perfettamente a qualsiasi tipologia di piede. Dmt KR0 è stata a lungo sviluppata e testata grazie al prezioso supporto di alcuni dei migliori atleti e team (Intermarché Wanty-Gobert e Eolo Kometa) del circuito professionistico.

Dmt

Pogacar, Viviani e Dmt: “ciak” sulle strade di Monaco

11.02.2022
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Metti una piacevole giornata di sole a Montecarlo in compagnia, rigorosamente in bicicletta, di due grandi campioni del professionismo mondiale: Tadej Pogacar ed Elia Viviani. E’ proprio questo quanto accaduto a fine gennaio, grazie allo spunto e alla complicità di Dmt che ad entrambi i corridori fornisce le scarpe, e che in occasione di questa giornata di lavoro nel Principato ha organizzato un photo-shooting utile alla prossima promozione digitale delle calzature prodotte dal celebre brand italiano: su tutte il modello KR0.

A coordinare le sessioni foto e video in bici dei due top atleti Dmt ci ha pensato Mauro Scovenna, il marketing manager & events specialist del marchio di calzature veronese, ed il “risultato” di questo lavoro sarà presto visibile sia sulle piattaforme digital ufficiali Dmt, sito web e canali social attivi, quanto sui principali magazine online nel mondo.

Innovazione e zero compromessi

Dal 1983 Dmt lavora per ridefinire ciò che è standard con l’obiettivo dichiarato di creare qualcosa di completamente nuovo. La costante collaborazione con alcuni dei ciclisti più vincenti, ed al tempo stesso maggiormente esigenti dal punto di vista tecnico al mondo, hanno da sempre appassionano ed impegnato i tecnici Dmt sul tema dell’innovazione e su quello del miglioramento delle performance sportive. 

«All’interno dei nostri stabilimenti concentriamo i nostri sforzi e le nostre conoscenze per superare i limiti delle tecnologie esistenti e svilupparne di nuove. Siamo stati i primi a creare una scarpa da ciclismo 100% “full 3D Knit Technology”: un materiale composto da migliaia di fili che si intrecciano gli uni sugli altri, avvolgendo il piede come un calzino. Un modello estremamente leggero, traspirante e così comodo che sembra davvero di non averlo ai piedi».

Tadej Pogacar con le sue scarpe Dmt sulle strade di Montecarlo
Tadej Pogacar con le sue scarpe Dmt sulle strade di Montecarlo

La gamma? 100% calzature in maglia 

E proprio Elia Viviani, veronese anche lui come Dmt, ha sempre avuto un rapporto particolare con l’azienda del Gruppo Zecchetto. Elia ha difatti contribuito fortemente allo sviluppo della tecnologia proprietaria Dmt per la produzione di calzature in maglia: esprimendo pareri, dando giudizi, testando sia su pista quanto su strada, ridefinendo e “limando” come si dice in gergo… Il suo contributo più concreto è stato quello di aver portando dal 2018 questa tipologia di scarpa sul gradino più alto dei podi più prestigiosi.

Il resto lo hanno fatto e lo fanno tutt’oggi i tecnici dell’R&D di Dmt, “forti” di decadi di esperienza
manifatturiera e potendo contare su laboratori per i test di performance e resistenza allo stress, su un fondamentale laboratorio progettazione e di prototipazione, su ben due linee produttive in Italia e su un’altra – decisamente all’avanguardia – a Kotor Varoš, in Bosnia.

KR SL, la regina del Tour

L’ultima calzatura destinata al corsa ad essere stata presentata è stata il modello KR0: leggera, veloce ed estremamente confortevole rappresenta l’apice della performance in casa Dmt, migliorando tutte le caratteristiche dei precedenti modelli in maglia.

Le scarpe DMT KR0 sono estremamente leggere, solo 210 grammi nella taglia 42
Le scarpe DMT KR0 sono estremamente leggere, solo 210 grammi nella taglia 42

Applicando la propria tecnologia Dmt è così riuscita a creare una scarpa estremamente leggera. Allo stesso tempo la KR0 è in grado di offrire un eccellente trasferimento di energia, grazie alla suola anatomica in carbonio SL di nuova generazione. La chiusura è una Li2 BOA Fit System e ad una costruzione della tomaia integrata che si adatta perfettamente ai piedi di qualsiasi ciclista.

Ricordiamo che Tadej Pogacar ha portato ancora al successo nel luglio del 2021 in occasione del suo secondo vittorioso Tour de France il modello KR SL: la calzatura Dmt in maglia con i lacci alla quale lo stesso campione sloveno è estremamente affezionato.

Dmt

Scicon, un anno di occhiali dalla principessa a Pogacar

27.10.2021
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Conosciamo tutti Scicon come specialisti nella produzione di borse da viaggio per trasportare in tutta comodità le bici. Claudio Fantin (in apertura con i corridori della UAE), dopo trent’anni in questo mondo e dopo aver fatto diventare Scicon una delle aziende leader in questo campo, ha deciso di spostarsi sulla produzione di occhiali. Una scelta coraggiosa avvenuta nel 2018 e che dopo un paio d’anni di progresso e sviluppo, sempre sotto il suo controllo attento, è approdata nel WorldTour. Scicon, nel 2020, ha iniziato a fornire occhiali a tre team: Ntt Pro Cycling Team (ora Qhubeka Next Hash), Israel Start-Up Nation e UAE Tam Emirates.

Nel 2021 la partnership si è allargata anche alla Israel Start-Up Nation e De Marchi ha portato a Scicon anche la maglia rosa
Nel 2021 la partnership si è allargata anche alla Israel Start-Up Nation e De Marchi ha portato a Scicon anche la maglia rosa
Claudio, quando è nato il primo occhiale Scicon?

A Montecarlo, quando la principessa Charlene mi chiese di fare un’occhiale per un evento water bike che da Nizza avrebbe portato i partecipanti fino al Principato. Così un po’ casualmente nacque l’idea di un primo occhiale e sull’onda dell’entusiasmo ci siamo lanciati in questo mondo.

Come avete fatto a fornire fin da subito team così importanti?

Con il team UAE grazie alla fiducia ricevuta da Giannetti, mentre avevamo già una collaborazione con NTT e Israel ad inizio 2020. Con NTT abbiamo vinto europeo e campionato italiano con Nizzolo, la nostra stagione era già iniziata alla grande…

Poi il Tour con Pogacar

Quello non me lo aspettavo, è stato tutto perfetto. Ad inizio Tour alla squadra fornivamo solo tre pezzi del nostro nuovo modello, Aeroshade e li avevamo dati a Kristoff, Formolo e Pogacar. Poi a Nizza, Kristoff ha vinto la volata e si è preso la maglia gialla… Lì mi sono detto: «Basta, posso chiudere l’album delle fotografie». Invece Tadej ci ha regalato il trionfo finale. Devo ammettere di essermi commosso in quel caso, è stato un tripudio di emozioni.

Come partite per lo sviluppo di un modello?

Ti faccio l’esempio più recente: l’occhiale con cui Pogacar ha vinto il Lombardia è il prototipo di un nuovo modello. Si parte dal farlo provare al corridore in un momento di incontro, non per forza programmato, in quel caso fu a Trento per glil europei. Tadej ci ha dato dei primi feedback e abbiamo lavorato su quelli. Poi ci siamo rivisti a Leuven, ai mondiali, e abbiamo fatto la stessa cosa. Così infine al Lombardia ci ha potuto correre la prima volta.

Quante prove su strada si fanno prima di andare in corsa?

I corridori sono persone molto curiose e l’allenamento lo prendono come un momento in cui testare dei nuovi prodotti. Già dalle prime uscite prendono le misure e ci danno spunti su cui lavorare. La gara però è il banco di prova finale, se un corridore vince vuol dire che hai lavorato bene, perché tutti i dettagli contribuiscono alla vittoria finale.

Insomma, si parte da lontano

Si parte da lontano e dall’estetica. Il modo in cui il corridore si vede con quegli occhiali addosso è molto importante, quasi quanto la tecnica. Per noi i feedback fondamentali non sono quelli presi singolarmente, ma quelli durante i momenti conviviali. Mentre i corridori parlano tra di loro, magari davanti ad una pizza, dicono delle cose che tu devi essere bravo a captare.

Non tutti i corridori però hanno le stesse esigenze.

No, sono molto diversi. Per esempio Froome è uno molto tecnico ed attento al dettaglio. Per lui si fanno modifiche dettagliate. Si parla di ultra-racing, ovvero modifiche che non si commercializzano. I corridori hanno fisionomie differenti e in questo caso si cerca di rendere il prodotto “elastico”, cioè indossabile da tutti. Ascoltando le esigenze di un corridore soltanto, si renderebbe indossabile l’occhiale per uno, sta a noi creare un modello polivalente.

I “rifornimenti” come si organizzano?

Andiamo ai training camp ad inizio stagione e facciamo delle visite oculistiche a tutta la squadra ed allo staff perché forniamo occhiali a tutti. In un team si contano 120 persone compresi i corridori. Siamo soliti portare un ottico a questi incontri per fare visite e capire quante montature da vista servono o come lavorare con gli occhiali da corsa.

Chris Froome è uno dei corridori più esigenti e meticolosi in gruppo, con lui Scicon lavora molto per gli sviluppi tecnici
Chris Froome è uno dei corridori più esigenti e meticolosi in gruppo
Tanto lavoro…

Siamo sempre a mille all’ora ma funziona così se vuoi restare ai massimi livelli.

Quali sono i corridori più “complicati”?

Quelli che sono obbligati ad indossare lenti a contatto in corsa hanno delle esigenze diverse. Tendenzialmente un corridore cerca di non indossarle, ma non sempre è possibile e in quel caso interveniamo noi. Il vero problema di chi indossa le lenti da vista è che dopo 6-7 ore si seccano. In quel caso si fanno delle lenti racing più grandi ma si alza il rischio di appannarle e così si mettono delle aperture sulle bacchette…

Scarpe e corridori, DMT ci svela i suoi segreti

26.10.2021
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Le scarpe per i corridori sono sempre state fondamentali essendo uno degli appoggi diretti con la bici. La tecnologia ed il progresso avanzano e i materiali utilizzati sono sempre più efficaci. Ma come si coordina il lavoro di ricerca e sviluppo con quello di rifornire i team? Ne parliamo con Glen McKibben, brand director di Diamant, azienda che produce Dmt. Il suo è un lavoro di supporto costante e per seguire le esigenze dei corridori li segue in tutta Europa, dalle gare ai training camp.

«Lavoriamo da tanti anni a contatto con i corridori – inizia Glen – quel che è cambiato maggiormente nel lavoro con gli atleti sono i materiali. Anni fa si facevano le scarpe su misura, mentre ora grazie alla tomaia più morbida i corridori usano le scarpe che si trova in commercio».

Dmt collabora anche con RCS ed in onore del Giro d’Italia 2021 hanno prodotto una scarpa celebrativa
Dmt collabora anche con RCS ed in onore del Giro d’Italia 2021 hanno prodotto una scarpa celebrativa
Quindi è un lavoro più semplice?

E’ stato un lavoro di ricerca e sviluppo molto complicato per far in modo di fornire una scarpa comoda per la maggior parte degli atleti. Dico “maggior parte” perché c’è una piccola parte di loro più sensibile ai materiali che ci da un feedback per continuare a sviluppare i nostri prodotti.

Quanto è importante per voi avere una collaborazione continua con gli atleti?

E’ la base del nostro lavoro, per far uscire un nuovo modello di scarpa spesso si lavora mesi se non anni sui prototipi. Diamo ai corridori un modello di prova da usare inizialmente in allenamento e poi se tutto procede bene si portano in gara. Per evitare di essere “spiati” le camuffiamo con colori delle scarpe già in uso.

In questi casi lavorate con i corridori con maggior sensibilità o anche altre caratteristiche?

Allora, a volte per evitare di dare nell’occhio diamo le scarpe di prova a corridori un po’ meno conosciuti, diciamo che lavoriamo sottotraccia. Ci sono molti corridori sensibili ai cambiamenti e non sono sempre i più gettonati dalla stampa.

Elia Viviani è da tanti anni nel mondo Dmt e con loro ha collaborato per la riuscita di nuovo prodotti, come la tomaia utilizzata per le Kr0
Elia Viviani ha collaborato per la realizzazione della tomaia utilizzata per le Kr0
Voi lavorate a stretto contatto con grandi campioni, uno di questi è Tadej Pogacar

Il lavoro con lui è fondamentale, sia per immagine dei prodotti che per il feedback che ci dà. Abbiamo fatto molte scarpe celebrative con lui, ma anche con Elia (Viviani ndr), con cui lavoriamo da molti anni. Con Tadej Dmt ha sviluppato anche la chiusura a laccio.

Quanto è importante avere una collaborazione così lunga con un corridore?

Immensamente, come ho detto una scarpa in Dmt la lavoriamo per anni ed avere un corridore con cui portiamo avanti lo sviluppo è fondamentale. L’ultima lanciata sul mercato ha una storia di ricerca sui materiali di 3 anni.

Parliamo un po’ anche di forniture ai corridori, come fate?

Ad inizio anno diamo 3-4 paia di scarpe ad ogni corridore, consideriamo che sia il numero giusto: un paio per allenarsi e correre e due paia per le borse del freddo. Però non è che una volta consegnate le scarpe il nostro lavoro finisce, la cosa più importante sono gli incontri che facciamo nel corso della stagione. E’ raro che un corridore usi le stesse scarpe tutto l’anno, si fanno delle piccole modifiche o addirittura si propone il nuovo modello appena fatto.

Quante volte vi vedete?

Dalle 7 alle 10 volte all’anno, seguiamo molto le corse, per esempio ad inizio stagione alla Tirreno-Adriatico abbiamo avuto i primi feedback. Sono importanti anche questi incontri in corsa perchè in breve tempo raccogli più impressioni. Andiamo anche ai training camp delle varie squadre, ma quello è un lavoro dedicato ad un team.

E per le scarpe celebrative come vi organizzate?

Nel caso più recente che è quello di Pogacar al Tour le prepariamo prima (foto apertura). Per lui abbiamo addirittura preparato sia quelle gialle che quelle a pois, ci siamo detti: «Male che vada, vince la classifica degli scalatori» (dice con una lieve risata Glen, ndr). Alla fine ha vinto tutte e due le classifiche, una doppia vittoria anche per noi di Dmt che abbiamo usato tutte e due le scarpe preparate.

Alberto Contador è un punto di appoggio fondamentale per lo sviluppo delle scarpe Dmt, che fornisce le scarpe alla Eolo-Kometa
Alberto Contador è un punto di appoggio fondamentale per lo sviluppo delle scarpe Dmt
Lavorate anche con la Eolo-Kometa e di conseguenza con Contador…

Alberto è fondamentale per noi per due motivi: il primo è la sua grande esperienza nel ciclismo ed il secondo che è anche un “modello” molto seguito. Spesso gli diamo delle scarpe da provare ed il suo feedback è importante anche per lavorare bene con il team. Insomma, se una scarpa te la consiglia Contador ti fidi, sia che tu sia un professionista sia che tu sia un amatore.

Le vostre chiusure sono Boa, prendono parte allo sviluppo?

Boa è partner di sviluppo a tutti gli effetti. Mandiamo loro i disegni dei modelli che vogliamo progettare così ci dicono se le loro chiusure sono applicabili su quel modello. Una volta accordato tutto e parte la produzione del modello ci forniscono tutti i materiali necessari.

Dmt

Campagnolo Bora Ultra WTO, le preferite di Pogacar

09.07.2021
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Il successo del campionissimo sloveno Tadej Pogacar, attuale maglia gialla al Tour in forza al UAE Team Emirates è dovuto anche ai componenti con cui è equipaggiata la sua Colnago V3Rs. Oggi vi parliamo delle Campagnolo Bora Ultra WTO (Wind Tunnel Optimized) che Pogacar sta utilizzando sulle strade francesi, alternandole con le Campagnolo Bora One.

Vari profili

Le Bora Ultra WTO, per freni a disco, sintetizzano tutto ciò che Campagnolo rappresenta per il ciclismo mondiale: passione, amore e massima professionalità. Per dare un’idea dello studio e della dedizione che c’è dentro basti pensare che il lavoro per realizzare le Bora Ultra WTO (disponibili con profili da 33, 45 e 60 millimetri) è durato tre lunghi anni.

Campagnolo Bora Ultra WTO
Campagnolo Bora Ultra WTO

Tecnica innovativa

Tra le tecnologie utilizzate per realizzarle troviamo la H.U.L.C.(Hand Made Ultra-Light Carbon) grazie alla quale è stato possibile ottimizzare l’uso di fibre e resina da parte degli ingegneri Campagnolo (che hanno elaborato il progetto nella sede centrale di Vicenza) ottenendo ruote notevolmente leggere. Prendendo in considerazione i vari profili il loro peso è di: 1,385 kg per quanto riguarda il profilo da 33 millimetri, passando per i 1,530 kg del profilo da 60 millimetri fino ai 1.425 grammi del profilo da 45 millimetri. Le Bora Ultra WTO inoltre sono pensate per i tubeless, per cui Campagnolo ha realizzato la finitura Luxury a specchio (C-Lux) che migliora il posizionamento del pneumatico, rendendolo più sicuro. Quest’ultima finitura, presente anche sul mozzo anteriore, è perfettamente liscia e non richiede l’utilizzo di verniciatura. Riesce infine a ridurre il peso e a migliorare l’estetica delle ruote

Aerodinamiche e performanti, scelte dal UAE Team Emirates
Aerodinamiche e performanti, scelte dal UAE Team Emirates

Lavorazione attenta

L’attenzione degli ingegneri Campagnolo è ricaduta anche sull’aerodinamica, migliorata con i nipples interni Aero Mo-Mag. Questo sistema garantisce un flusso d’aria più fluido ed efficiente oltre alla possibilità di ricavare i fori dei nipples e delle valvole direttamente dallo stampo del cerchio, senza dover forare il carbonio… Un ulteriore vantaggio è il migliore montaggio dei tubeless grazie alla totale assenza del nastro. Anche i raggi ellittici hanno permesso di migliorare l’aerodinamica delle Bora Ultra WTO, che grazie al comportamento su strada e a queste accortezze tecniche hanno conquistato la fiducia dello sloveno Pogacar.

Mozzi e raggi

Il sistema di raggiatura è il G3, timbro di riconoscimento dell’azienda vicentina. Quest’ultimo offre un ottimo trasferimento della potenza, aspetto utilissimo per Pogacar, e migliora la frenata. I mozzi sono realizzati con materiali diversi: quello anteriore in carbonio e quello posteriore in alluminio. Questa scelta permette di equilibrare le differenti forze che agiscono sul sistema ciclico delle ruote dato che quella anteriore presenta il freno a disco e quella posteriore anche il corpetto integrato. I cuscinetti all’interno dei mozzi invece si avvalgono della Ceramic Ultimate Level Technology (CULT) e presentano una flangia più stretta in grado di migliorarne la scorrevolezza.

Il mozzo in carbonio della ruota anteriore
Il mozzo in carbonio della ruota anteriore

Il canale interno delle Bora Ultra WTO cambia in base ai profili. Quelle da 33 millimetri hanno una larghezza del canale interno di 21 millimetri. Mentre le ruote da 45 e 60 millimetri presentano una larghezza di 19 millimetri. Ricordiamo infine che le Bora Ultra WTO utilizzano il corpetto ruota libera Next 3Ways (N3W) che può ospitare cassette Campagnolo fino a 11, 12 e 13 velocità. Le nuove ruote sono inoltre disponibili con corpetto ruota libera Shimano HG e Sram XDR.

Il prezzo consigliato al pubblico è a partire da 3150 euro.

campagnolo.com

Pogacar, Roglic, la Ineos e la Movistar: il Tour secondo Garzelli

21.06.2021
6 min
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Ed eccola la settimana del Tour de France. Sabato prossimo scatterà la Grande Boucle. Già si parla del derby sloveno tra Pogacar e Roglic, di Thomas come terzo incomodo, la Movistar come quarto. Ma davvero il Tour de France è tutto qui? Ci potranno essere altri protagonisti? Altri corridori che scompagineranno gli equilibri di una gara che sulla carta è molto incerta? Ci potranno essere sorprese?

A queste domande cerchiamo di rispondere con Stefano Garzelli, grande ex e oggi commentatore tecnico per la Rai. Tra l’altro lui stesso sarà uno degli inviati in Francia della tv di Stato.

Garzelli (con Alessandra De Stefano) ai microfoni Rai al Tour de France
Garzelli (con Alessandra De Stefano) ai microfoni Rai al Tour de France

Slovenia favorita

«Roglic e Pogacar anche nel 2021 hanno dimostrato il livello dell’anno scorso – spiega Garzelli – Stanno andando fortissimo. Pogacar viene dalla vittoria al Tour e Roglic da quella della Vuelta. Entrambi sono molto motivati. Sono i più forti. Oltre a loro due vedo dei blocchi, a cominciare da quello della Ineos Grenadiers e dalla Movistar

«Gli Ineos nella passata stagione hanno avuto delle difficoltà legate secondo me anche al cambio di data, però hanno dimostrato con Porte, Thomas, Geoghegan Hart e Carapaz che vanno davvero forte. Però non sono i più forti nel duello diretto con i due sloveni e per questo dovranno inventarsi qualcosa, dovranno cambiare la loro tattica che li vede imporre alti ritmi nei momenti delicati. Ma con quella squadra ce la potranno fare. Da loro mi aspetto pertanto una corsa diversa rispetto al solito».

Al Giro di Svizzera Richard Carapaz ha vinto mostrando una grande condizione
Al Giro di Svizzera Richard Carapaz ha vinto mostrando una grande condizione

Carapaz e i due leader

Matteo Tosatto, diesse della corazzata inglese, ci aveva detto che Carapaz è leader designato per il Tour in casa Ineos. E non Thomas come tutti si aspettano. Però ci sono dei però: che garanzie dà l’ecuadoriano? Come se la vedrà con i 57 e passa chilometri a crono?

«Non sapevo di questa soluzione in casa Ineos – riprende Garzelli – e dico che ne sono convinto. Il Thomas visto al Delfinato mi è piaciuto molto. Ha corso e ha mostrato la condizione di  chi vuol vincere il Tour. Carapaz rispetto a lui ha l’handicap delle due crono, si difende, ma lui già sa che dovrà attaccare. Io lo vedo al pari di Thomas, poi sarà la strada a decidere chi sarà il vero leader. So per certo che si è preparato molto bene, che ha fatto tantissima altura a casa sua. Non credo che sacrificheranno uno dei due finché entrambi saranno nel pieno della lotta».

«E poi – continua Garzelli – avere due leader è buona cosa da una parte, ma meno buona dall’altra. E nei grandi Giri si è visto che il leader deve essere uno. Innanzitutto si corre in otto e non più in nove e avere due leader significa che hai solo sei gregari. Se c’è da lavorare, se ci sono ventagli… non è poco alla fine il lavoro in più nell’arco delle tre settimane».

Al Delfinato Valverde ha aiutato Lopez, sarà così anche al Tour…
Al Delfinato Valverde ha aiutato Lopez, sarà così anche al Tour…

I dubbi Movistar al Tour

E poi si va in Spagna. Anche Unzue presenta una gran bella corazzata. Miguel Angel Lopez sarà il leader, al suo fianco Soler, Mas, Valverde, Verona.

«Lopez lo ha preparato benissimo questo Tour. Ha avuto molti problemi con il Covid ma alla fine ha puntato solo su questo, anzi a quel punto lo hanno dirottato anche con la preparazione solo sulla Grande Boucle. Ha fatto un buon Delfinato e poi ha vinto sul Mont Ventoux. E’ vero che quel giorno il livello non era alto, ma infatti a me più che per la vittoria ha stupito per come andava. Pedalava con molta facilità. Sembrava si stesse allenando.

«Semmai della Movistar mi convince meno la tattica. Loro al Tour hanno sempre corso malino. Ricordo l’anno in cui avevano Quintana, Valverde e Landa. Una volta mandavano avanti uno, poi fermavano l’altro… hanno fatto dei “casini” pazzeschi. Una cosa è certa: con tutta quella crono Lopez e la Movistar dovranno attaccare».

Anche lo scorso anno Alaphilippe ha indossato la maglia gialla
Anche lo scorso anno Alaphilippe ha indossato la maglia gialla

L’errore di Alaphilippe

Se Argentin vede bene il campione del mondo al Tour, Garzelli non la pensa così. Dopo i blocchi della Slovenia, della Movistar e della Ineos, si passa agli outsider di lusso… ma sempre outsider, corridori che Garzo vede più lontani per la lotta al podio e tra i quali mette anche Julian.

«Secondo me Alaphilippe ha sbagliato a puntare sul Tour e a lasciare le Olimpiadi. Da quel che mi diceva Cassani quello di Tokyo era un tracciato perfetto per lui. E se ci rinunci è perché vuoi fare il Tour a tutta fino in fondo. Okay anche il percorso è disegnato per lui perché non ci sono tappe impossibili. Le Alpi non sono durissime. C’è il Ventoux ma l’arrivo non è in cima. Due anni fa si ritrovò a fare classifica, non ci era partito, il che è cosa ben diversa. Non sempre ti vengono bene le tre settimane se sei un uomo da corse di un giorno. E per me lui è un uomo da corse di un giorno.

«Poi può fare bene, per carità. Allo Svizzera è andato bene, anche a crono si è mostrato all’altezza e come ripeto il Tour è stato disegnato per lui. Già al secondo giorno c’è l’arrivo sul Mur de Bretagne. Quindi sarà una via nervoso. Le prime tappe di un grande Giro sono sempre nervose, ma quando non c’è il prologo lo sono ancora di più perché in tanti possono aspirare a prendere la maglia».

Gaudu ha vinto la maglia bianca di miglior giovane all’ultimo Delfinato
Gaudu ha vinto la maglia bianca di miglior giovane all’ultimo Delfinato

Sorprese? Anche no

Altri nomi il “Garzo” non ne vede, almeno non per il podio o per i primi cinque. E allora un nome glielo gettiamo noi sul piatto: David Gaudu.

«Un bel corridore, che sta crescendo. A crono è migliorato. E’ giovane, gli manca l’esperienza sulle tre settimane e poi ha il peso di essere francese. Lui rischia molto. I francesi aspettano un vincitore da anni ed hanno aspettative enormi. Lo vedo nei dieci, magari in lotta per vincere una tappa o con la magia a pois».

E poi?

«Poi – conclude Garzelli – non so… Mi viene in mente Uran. C’è Fuglsang. Avrei detto Hirschi, ma è passato alla Uae e dovrà aiutare Pogacar… e comunque parliamo di gente che al massimo può arrivare tra il quinto e il decimo posto. No, grosse sorprese non ne vedo. Nel ciclismo moderno i favoriti difficilmente sbagliano».