Baldato, il volo di Pogacar e le moto della tivù

04.04.2023
6 min
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Il giorno dopo ha portato in Belgio un bel sole tiepido che sa di primavera, tanto da rendere allegri anche i tetti scuri di Kortrijk. Baldato è rientrato in Italia e tornerà su per la Roubaix, mentre i social hanno reso virale il video di Velon (immagine di apertura) che racconta l’esultanza e le lacrime sue e di Marcato nell’ammiraglia del UAE Team Emirates. Avevamo incontrato Fabio il venerdì prima del Fiandre, per approfondire con lui il ragionamento di Bartoli sul fatto che Pogacar fosse avvantaggiato rispetto ai due contendenti più grandi e più grossi. Oggi vogliamo vivere la corsa nei ragionamenti dell’ammiraglia. E’ fuori discussione infatti che la tattica della squadra guidata da Baldato sia stata praticamente perfetta.

La serenità di Pogacar al via da Bruges poggiava su una squadra unita e motivata
La serenità di Pogacar al via da Bruges poggiava su una squadra unita e motivata
Quando si parte per il Fiandre sapendo di avere due rivali così forti, si ragiona anche sulle loro squadre, quindi su Alpecin-Deceuninck e Jumbo-Visma?

Principalmente su di loro, ma ci siamo accorti subito che la Alpecin si è spremuta per riportare dentro Van der Poel, rimasto indietro per una sua leggerezza e poi per essersi fermati a fare pipì poco prima del punto in cui Team DSM e Ineos hanno fatto il barrage. A lui non è costato nulla, ma di certo ha sfruttato i compagni.

Trentin dice che con lui davanti, Alpecin e Jumbo sono state costrette a tirare.

E’ vero in parte. A un certo punto anche in ammiraglia non eravamo sicuri che la Alpecin riuscisse a tenere la fuga sotto controllo. Noi avevano due punte e una delle due era nella fuga. Ma si trattava di scegliere fra Trentin contro altri otto e Pogacar contro altri due. Con la Jumbo-Visma invece c’è stata una guerra di nervi.

La Alpecin (qui Michael Gogl) ha sprecato tanto per riportare due volte VdP in gruppo: nel finale non c’erano
La Alpecin (qui Michael Gogl) ha sprecato tanto per riportare due volte VdP in gruppo: nel finale non c’erano
In che senso?

Anche loro avevano uno davanti, Van Hooydonck, che però dava meno garanzie di Trentin. Quindi mi aspettavo che tirassero, invece non si muovevano. Non è bello avere un uomo davanti e tirare con quelli dietro, ma quando Tadej ha detto che stava bene, ci siamo mossi come nel piano previsto. Sapevamo che se sul Koppenberg fossero andati via, come sempre negli ultimi anni, la corsa si sarebbe aperta e avere Trentin davanti avrebbe avvantaggiato Pogacar.

Non è possibile che la Jumbo-Visma esitasse, sapendo che Van Aert non fosse al meglio?

Possibile anche questo. Loro hanno perso Affini, come noi abbiamo perso Wellens, quindi c’è da capire come stessero. Per noi perdere Tim è stato un brutto colpo, perché anche lui davanti sarebbe stato un ottimo supporto per Tadej.

Van Aert ha tenuto Laporte con sé: poteva mandarlo in fuga?
Van Aert ha tenuto Laporte con sé: poteva mandarlo in fuga?
Intanto però Van der Poel ha fatto fuori Van Aert.

Ha fatto quello scatto sul Kruisberg. Tadej era a ruota di Van Aert e ha dovuto fare lo sforzo per rientrare, poi però non ha avuto mezzo problema a stare con lui. Ma la corsa è diventata dura. Tanto che quando Pogacar e VDP sono rientrati sulla fuga, Trentin ha tirato per non far rientrare Van Aert. A quel punto avevano entrambi mal di gambe, Tadej ha detto che sul Paterberg gli bruciavano, conosco quella sensazione.

Dallo scollinamento all’arrivo, è stata una lunga crono…

Esatto, con Van der Poel che per un po’ ha avuto il vantaggio di una moto della televisione che gli ha permesso di guadagnare dieci secondi. Per fortuna sono riuscito ad affiancare la macchina della Giuria e farglielo presente, finché è stato dato via radio l’annuncio che non dovevano più esserci moto davanti ai due, solo di lato, come poi è stato. Ma gli ultimi 4,5 chilometri, dritti e col vento contro, sono stati una sofferenza.

Il plauso di Baldato va a tutti i corridori del team: capaci di avvicinare la fuga
Il plauso di Baldato va a tutti i corridori del team: capaci di avvicinare la fuga
Il vantaggio non è mai sceso in modo preoccupante.

Lo so, ma ci siamo tranquillizzati quando siamo arrivati con l’ammiraglia dietro Van der Poel e abbiamo visto che non aveva moto davanti e che Tadej era 300-400 metri davanti.

L’emozione in macchina dipendeva dalla tua storia col Fiandre o dalla grandezza della vittoria?

Un po’ entrambe. Sembrava che per me il Fiandre fosse una corsa stregata. Due volte secondo da corridore (nel 1995 e 1996, ndr), secondo e terzo anche in ammiraglia con Van Avermaet (nel 2014 e 2015, ndr). Sembro burbero, ma quello è il mio carattere. E se faccio questo lavoro è perché ti fa emozionare e ti dà delle scariche di adrenalina. Non stavamo recitando. Bisogna stare al gioco dei social, ma per fortuna prima che quei video vengano pubblicati, possiamo rivederli. In ammiraglia con Marcato parlavamo dialetto veneto e qualcosa di troppo colorito potrebbe essere anche venuto fuori (ride, ndr).

Durante l’inseguimento finale, Van der Poel è stato agevolato da una moto della televisione, poi mandata via dalla Giuria
Durante l’inseguimento finale, Van der Poel è stato agevolato da una moto della televisione, poi mandata via dalla Giuria
Tadej sembra così naturale, ma lo è davvero?

Lo è davvero, ma gli piace vincere e fare le cose per bene. Quindi serve gente che lo capisca e non gli metta stress, affinché lui possa rimanere com’è. Il Fiandre gli era rimasto in gola dallo scorso anno: voleva trovare il modo per vincerlo e lo ha trovato.

La squadra ha lavorato bene.

Benissimo. Perso Wellens, sono contento di tutti, uno per uno. Hanno tirato solo per una decina di chilometri, ma hanno limato quel minuto alla fuga che ha permesso a Pogacar di attuare il piano. Si tira a denti stretti avendo uno davanti, però Trentin sapeva quello che avremmo fatto. Lui stesso in fuga non ha mai tirato a fondo. Ha corso come doveva. Peccato solo per i 100 metri persi sul Paterberg. Se fosse passato in cima con gli altri, avrebbe potuto sprintare per il podio, perché come esplosività non ha niente da invidiare a Pedersen e Van Aert. Trentin ha fatto un grande Fiandre, seguendo uomini molto pericolosi. Se lo sarebbe meritato.

Trentin in fuga ha svolto il lavoro stabilito, alla fine secondo Baldato avrebbe potuto lottare per il podio
Trentin in fuga ha svolto il lavoro stabilito, alla fine secondo Baldato avrebbe potuto lottare per il podio
Tornando alla volata, sei davvero convinto che in uno sprint a due con Van der Poel, Pogacar non avrebbe vinto lo stesso?

No, non lo avrei dato per battuto. La forza di Van der Poel in volata è devastante se ti porta quasi fermo ai 200 metri, se gli permetti di farlo, come si è accorto Van Aert ai mondiali di cross. Ma se lo costringi a una volata lanciata che parte da 45-50 all’ora dopo 270 chilometri, sono convinto che Tadej potrebbe giocarsela. Ma secondo me ha pensato che non gli conveniva mettersi a pensare a come fare la volata e ha preferito staccarlo. Cos’altro dire? E’ stato bravissimo…