Rincorsa ai carboidrati, partì davvero tutto col Covid?

04.02.2025
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Di colpo in gruppo si è cominciato a parlare di carboidrati e quanti mangiarne ogni ora per essere forti fino alla linea del traguardo. Niente più crisi di fame, massima efficienza dall’inizio alla fine e la necessità di allenarsi per mandarli giù e farci poi la pace. Sarà stato un caso, ma la svolta è diventata evidente a partire dal 2020, l’anno frenetico della ripresa post lockdown, quando ogni corsa rischiava di essere l’ultima per chissà quanto tempo ancora.

Che cosa è successo in quei tre mesi di chiusura totale? I nutrizionisti hanno avuto il tempo per studiare oppure si è andati avanti sulla cresta di un’onda che era già partita in precedenza? Cercheremo di scoprirlo coinvolgendo due nutrizionisti del gruppo: Laura Martinelli del Team Jayco-AlUla e Nicola Moschetti del Team Bahrain Victorious.

Laura Martinelli è la nutrizionista del Team Jayco-AlUla (foto Jayco-ALula)
Laura Martinelli è la nutrizionista del Team Jayco-AlUla (foto Jayco-ALula)
E’ stato per caso che di tanti argomenti si sia iniziato a parlare alla ripresa dal Covid?

MARTINELLI: «Da un lato forse è una coincidenza, dall’altro invece no. Un’attenzione così grande nei confronti della nutrizione, secondo me a volte anche eccessiva, è multifattoriale. Tra i fattori possono essere stati il Covid e la necessità di gestire il peso e la forma fisica senza la reale possibilità di allenarsi. Ci siamo tutti trovati in una situazione straordinaria in cui il corridore spesso lavorava sui rulli e non poteva uscire o poteva farlo in maniera limitata, senza sapere quando sarebbero riprese le corse. Però l’attenzione verso questi aspetti era già schizzata in maniera vertiginosamente alta fra il 2010 e il 2015. Probabilmente il Covid ha alimentato una tendenza che era già viva».

MOSCHETTI: «Forse è successo che fermandosi il mondo intero, si è approfondito di più l’aspetto. Dal punto di vista nutrizionale, fino a otto anni fa il massimo di carboidrati che si poteva pensare era di 90 grammi/ora. Invece gli ultimi studi evidenziano come 120 grammi/ora in sport di endurance o gare di alta intensità siano fondamentali per massimizzare la performance in tutte le categorie. Prima i più giovani non ponevano attenzione all’alimentazione, adesso la pongono e soprattutto si adattano. Arrivano anche loro a 120 grammi/ora e secondo me certe prestazioni sono la conseguenza. Mentre atleti più maturi, abituati da dieci anni a mangiare anche 50 grammi di carboidrati/ora, hanno sofferto per questa capacità di utilizzo che non avevano. Anche prima del Covid erano iniziati gli studi su questo assorbimento dei carboidrati, però poi è stata tutta un’evoluzione».

Nicola Moschetti è il nutrizionista della Bahrain Victorious
Nicola Moschetti è il nutrizionista della Bahrain Victorious
E’ pensabile che i nutrizionisti abbiano sfruttato il lockdown per studiare e mettere a punto nuove strategie?

MARTINELLI: «E’ innegabile che nei mesi di chiusura, io ad esempio abbia studiato molto più del solito. Eravamo a casa e ho avuto più tempo da dedicare all’aggiornamento e allo studio. Un po’ anche per necessità, dato che ci siamo dovuti confrontare con uno scenario nuovo e quindi nel cercare soluzioni alternative, ti metti a studiare. Almeno io faccio così. Ricordo che facemmo delle riunioni proiettando delle slide, delle presentazioni preparate insieme ai preparatori e ai medici, anche perché c’era anche una certa competitività con le altre squadre. Non era più legata a chi avesse i cavalli migliori, ma anche chi li gestisse meglio».

MOSCHETTI: «Il fatto che tutto questo sia avvenuto durante il lockdown può essere anche stato una coincidenza. Possono esserci più fattori che abbiano influenzato e spinto gli stessi professionisti della nutrizione ad approfondire la letteratura. Provo e sperimento, perché finalmente ho il tempo per farlo. Quello che ha dato la sferzata maggiore in effetti è stato il tempo, averne di più per riflettere e fare degli esperimenti». 

Per tre mesi nel 2020 i corridori si sono allenati sui rulli con diverse esigenze alimentari. Qui Roglic
Per tre mesi nel 2020 i corridori si sono allenati sui rulli con diverse esigenze alimentari. Qui Roglic
Può essere che l’attenzione sia aumentata per evitare che, allenandosi solo sui rulli, i corridori assumessero più carboidrati del necessario?

MARTINELLI: «Ricordo che ero ancora al Bahrain e con Landa si era fatta una programmazione in modo che non prendesse peso nello stare fermo. Quindi magari il Covid ha limitato l’allenamento, ma non ha limitato la nutrizione. Anzi, era una delle poche variabili che si riuscivano a controllare. Non credo però che si sia studiato per tenere sotto controllo il quantitativo di carboidrati che gli atleti prendessero quando si allenavano sui rulli. Perché alla fine erano gli amatori che passavano anche 5-6 ore sui rulli, i professionisti facevano al massimo un’ora, un’ora e mezza».

MOSCHETTI: «Forse c’è stata un’attenzione maggiore perché durante il lockdown la difficoltà principale per gli atleti era allenarsi senza poter uscire e quel periodo ha trasformato l’allenamento sui rulli. L’alimentazione è stata adattata, per la paura di aumentare di peso. Un’attenzione maggiore che su strada si è sposata all’aumento dell’intensità. E’ evidente che il livello di questi ultimi tre anni sia folle. In tutte le categorie, non solo nel WorldTour, lo vedo anche fra gli allievi, gli juniores e gli under 23».

Da principale fonte di carboidrati, la pasta è stata affiancata se non sostituita da prodotti specifici
Da principale fonte di carboidrati, la pasta è stata affiancata se non sostituita da prodotti specifici
Quindi è possibile che semplicemente il lockdown abbia fatto sembrare più brusco il cambio di passo, che però era già iniziato prima?

MARTINELLI: «Secondo me in ambito scientifico era un tema emerso prima e poi venuto fuori in maniera sempre più prepotente. La ricerca si è accorta che i trasportatori del fruttosio non si saturano a 20 grammi/ora come pensavamo prima e allora si è provato ad aumentare. Ci sono state varie congetture da parte dei soliti noti, i due o tre esperti mondiali di riferimento, che ci hanno visto giusto. Da lì poi hanno innescato un circolo virtuoso di nuovi ricercatori appassionati che hanno pubblicato sul carboidrato».

MOSCHETTI: «E’ possibile, come credo che non si potrà andare avanti a oltranza. Non penso che ora si possa arrivare a 200 grammi di carboidrati oppure anche 150-160, anche se il limite si sta spostando sempre verso l’alto. Adesso è alla quota di 130 grammi/ora, ma si ragiona già di più sulla distribuzione in gara, in base ai percorsi e al ruolo del singolo atleta. Si arriva a 130 se ad esempio nella seconda ora di gara hai una salita impegnativa, ma scendi a 100 se l’ora successiva si farà a ritmo più blando».

La quota carboidrati in corsa viene raggiunta principalmente tramite borracce o gel
La quota carboidrati in corsa viene raggiunta principalmente tramite borracce o gel
Se con i carboidrati abbiamo raggiunto il limite, su cosa si concentrerà ora l’attenzione?

MARTINELLI: «Qualcosa si sta muovendo con le proteine. Per decenni si è pensato che ci fosse un limite di assorbimento intestinale, oltre al quale l’eccesso di proteine veniva convertito in grassi. L’anno scorso invece un ricercatore ha avuto l’intuizione giusta e ha dimostrato il contrario, quindi mi aspetto a breve più interesse dalla comunità scientifica verso le proteine. Quel limite in realtà non era reale e quindi si proverà ad oltrepassarlo. La stessa cosa fatta dieci anni prima con i carboidrati. L’aspetto proteico potrebbe essere il prossimo fronte di approfondimento. Anche perché negli ultimi anni i corridori sono ovviamente magri, però secondo un concetto diverso di magrezza. Hanno una muscolatura superiore rispetto a vent’anni fa, quando la magrezza era piuttosto un deperimento».

MOSCHETTI: « Secondo me quello che accadrà sarà invece lo studio a livello di intestino, cioè la flora batterica intestinale che è diversa per ognuno di noi. Quindi si lavorerà sull’utilizzo di probiotici specifici, ragionando su tutto l’asse intestinale. Il microbioma intestinale, lo studio sul microbioma e l’aumento della personalizzazione. Proprio per questo li seguiamo 365 giorni l’anno. Inviamo loro la quantità di grammi di grassi e proteine che devono mangiare per ogni pasto. Dalla colazione fino alla cena: in ritiro, a casa e anche in gara. In base al tipo di allenamento, in base alla potenza che hanno fatto, in base ai tanti fattori nella vita di un atleta professionista».

Alimentazione 3.0? I tre cardini… secondo Moschetti

25.12.2024
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Nel mondo del ciclismo professionistico, l’alimentazione ha assunto un ruolo centrale, pari a quello della preparazione fisica. Questo aspetto è sempre più determinante e se già 10 anni si parlava di alimentazione 2.0, oggi è lecito di parlare di alimentazione 3.0.

Ci immergiamo in questa tematica con Nicola Moschetti, nutrizionista della Bahrain Victorious, per esplorare come la pandemia da Covid-19 abbia segnato un punto di svolta, trasformando il rapporto tra gli atleti e la nutrizione. Moschetti ha individuato tre pilastri fondamentali che definiscono le attuali strategie alimentari: l’attenzione ai carboidrati, il controllo dei grassi e una maggiore consapevolezza generale.

Nicola Moschetti, giovane nutrizionista della Bahrain Victorious
Nicola Moschetti, giovane nutrizionista della Bahrain Victorious

Rivoluzione carboidrati

Moschetti non ha dubbi e parla immediatamente di carboidrati. Quante volte abbiamo affrontato questo argomento: tipologia dei carbo, quantità prima, dopo e soprattutto durante, quando parliamo di grammi/ora.

«Il punto di partenza – spiega Moschetti – è stato educare i corridori a calcolare i carboidrati in modo preciso, una pratica mutuata dall’ambito clinico, come accade per i pazienti diabetici». Questa metodologia è diventata una consuetudine: oggi ogni ciclista sa quanta pasta mangia o quanti carboidrati ci sono in quattro albicocche. Rispetto a cinque anni fa, quando leggere le etichette dei prodotti era un’eccezione, ora è diventato un gesto naturale.

Il lavoro dei nutrizionisti va oltre il semplice conteggio delle calorie. «Noi ci occupiamo di conteggiarle – prosegue Moschetti – ma l’obiettivo è far comprendere ai corridori la qualità di ciò che mangiano. La bilancia non è più vista come un obbligo, ma come uno strumento. Questa educazione si svolge sin dai ritiri invernali e consente agli atleti di affrontare la stagione con una mentalità diversa.

«Un altro concetto chiave è il “train the gut”, ovvero l’allenamento dell’intestino. Facciamo assumere anche 120 grammi di carboidrati all’ora durante gli allenamenti. Prima era impensabile. Una volta si mangiava poco per dimagrire; oggi si mangia bene per allenarsi meglio. Questo cambio di mentalità evita problemi gastrointestinali in gara e migliora la performance complessiva».

Un tempo i grassi erano scartati a prescindere, oggi si usano e sono ben bilanciati
Un tempo i grassi erano scartati a prescindere, oggi si usano e sono ben bilanciati

Controllo dei grassi

Il secondo pilastro riguarda i grassi e soprattutto la loro gestione, il loro controllo sia in termini quantitativi che qualitativi.

«Gli atleti sono sempre più attenti – dice Moschetti – e controllano anche le etichette per verificare la presenza e la tipologia di grassi. Questo cambio di prospettiva riflette una maggiore consapevolezza rispetto al passato, quando l’obiettivo principale era eliminarli il più possibile.

«Oggi – prosegue il nutrizionista – non si tratta più di demonizzare i grassi, ma di integrarli in modo equilibrato. Hanno una funzione essenziale e fanno parte di un’alimentazione bilanciata. Questo approccio è frutto di una rivoluzione culturale nel modo di concepire la nutrizione».

Che sia il van cucina o la sala di un hotel, la food room è ormai un passaggio fondamentale per gli atleti (foto Charly Lopez)
Che sia il van cucina o la sala di un hotel, la food room è ormai un passaggio fondamentale per gli atleti (foto Charly Lopez)

Più consapevolezza

La terza grande trasformazione è legata proprio alla consapevolezza, termine che è comparso più volte in questo articolo.

«In passato – racconta Moschetti – il rapporto tra cibo e ciclista era conflittuale. Si pensava che mangiare poco, essere magri a prescindere, fosse sinonimo di successo. Oggi questa concezione è stata completamente superata. Gli atleti hanno capito che l’alimentazione non è una privazione, ma una componente fondamentale della performance.

«Abbiamo raggiunto grandi risultati – spiega Moschetti – grazie a una maggiore educazione alimentare. Gli atleti mangiano con cognizione di causa e hanno meno stress, quando vengono nella food room sono più curiosi, più tranquilli e più informati».

Per esempio, come ci diceva anche l’altro giorno Martina Fidanza, un pezzetto di cioccolato non è più visto come un “vade retro Satana”, ma come un alimento da inserire in modo intelligente nella dieta.

Questa rivoluzione dell’alimentazione è stata resa possibile anche dalla presenza costante di figure come Moschetti, che supportano gli atleti nel fare scelte alimentari consapevoli. Oggi ogni squadra ha ben più di un nutrizionista nell’organico, cosa impensabile fino ad un lustro fa, quando solo alcuni team ne avevano uno o al più c’erano delle collaborazione esterne più o meno forti.

«La nostra funzione – conclude Moschetti – non è solo quella di controllare, ma di mettere gli atleti nelle migliori condizioni per mangiare bene senza stress. L’alimentazione è ormai parte integrante dell’allenamento e contribuisce non solo al loro benessere, ma anche ai loro successi. Il futuro del ciclismo si gioca anche a tavola, dove scienza e consapevolezza lavorano insieme per fare la differenza».

Tiberi: dopo le fatiche del Mottolino, cena con pizza e dolce

20.05.2024
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LIVIGNO – Il Giro d’Italia si lancia verso l’ultima settimana dopo le fatiche del Mottolino, dalle quali Tiberi si è ripreso con una “cena premio”. I corridori si devono preparare alle ultime fatiche della corsa rosa, ma per farlo devono prima fare il carico di energie. Questo dettaglio, in particolare, passa dall’alimentazione che diventa sempre più specifica e curata. Tre settimane di corsa sono tante, insieme al capo dei nutrizionisti del team Bahrain Victorious Nicola Moschetti parliamo di come cambia tra il primo e l’ultimo giorno. 

«Partiamo dai giorni prima del Giro – dice Moschettiquelli di transizione nei quali è un po’ più difficile gestire tutto dal punto di vista nutrizionale. Partendo dai carboidrati possiamo dire che il livello di assunzione è medio-basso, al fine di non aumentare troppo di peso visto che gli allenamenti sono meno intensi».

Tiberi e compagni al Giro hanno al seguito il van cucina (foto Charly Lopez)
Tiberi e compagni al Giro hanno al seguito il van cucina (foto Charly Lopez)

Inizia il carico

Il giorno della vigilia del debutto rosa a Torino i corridori hanno iniziato a immagazzinare energie in vista degli sforzi della corsa rosa. 

«Nello specifico si assumono più carboidrati – continua – lo si fa in base alla tipologia di tappa e allo sforzo previsto. Nella tappa di Torino il percorso non era troppo esigente, ma il giorno dopo c’era già il primo arrivo in salita, quello di Oropa. Per questo fin dalla vigilia del Giro i ragazzi hanno assunto il quantitativo di carboidrati indicato per essere pronti allo sforzo della seconda tappa».

Dopo tanti giorni la necessità di integrare la giusta quantità di carboidrati va accompagnata al gusto
Dopo tanti giorni la necessità di integrare la giusta quantità di carboidrati va accompagnata al gusto
Il carico di carboidrati è uguale per tutti?

No. L’apporto di carboidrati durante la gara varia in base alla tipologia di tappa e alla strategia. Ci sono le frazioni per i velocisti dove è più elevato, si raggiungono i 120 grammi ora. Nella tappa di ieri, ad esempio, che era per scalatori come Tiberi e Caruso, i velocisti hanno assunto meno carboidrati, diciamo 100 grammi l’ora. Gli scalatori, invece, che erano chiamati a un grande sforzo sono arrivati a 120-130 grammi l’ora. 

La strategia è differenziata tra atleta e atleta? 

Esatto, ogni corridore è seguito da me giornalmente. Mi baso sul suo dispendio energetico e calorico, sulla potenza che ha durante la gara e da lì si cerca di massimizzare il recupero dopo la tappa. Poi dalla cena e con la successiva colazione si fa già il carico in base al giorno successivo. Noi programmiamo e studiamo tutto, ma poi la corsa è corsa e va in modi diversi a volte. Succedono tante cose che poi vengono aggiustate a fine giornata e da lì si cerca di massimizzare il rendimento e la performance degli atleti. 

Ad esempio?

Ieri è stata una delle tappe più dure dal punto di vista nutrizionale (222 chilometri per 5.300 metri di dislivello) perché gli atleti hanno consumato dalle 7.000 alle 10.000 calorie. Quindi il carico di carboidrati non è stato possibile farlo solamente il giorno prima perché la quantità sarebbe stata troppo elevata da gestire e da digerire. Non ci sarebbe stato il tempo di assumere la quantità necessaria.

Il pasto del giorno di riposo è calibrato anche per immagazzinare la giusta quantità di energie in vista dell’ultima settimana
Il pasto del giorno di riposo è calibrato anche per immagazzinare la giusta quantità di energie in vista dell’ultima settimana
Si parla di numeri così elevati?

Stiamo tra i 260-280 grammi di carboidrati a cena e a colazione. In più la colazione l’hanno dovuta fare molto presto perché la tappa iniziava alle 10,25 quindi c’è stato anche un problema di tempistiche e di conseguenza abbiamo iniziato a caricare già dalla crono. 

Per arrivare a quei quantitativi di carboidrati che alimentazione proponi? 

Si cerca di far assumere alimenti che siano uno facilmente digeribili, assorbibili ma anche palatabili. I corridori devono essere invogliati a mangiare perché il problema soprattutto nella terza settimana è che l’appetito si riduce. A volte fanno difficoltà a raggiungere quella quota di carboidrati perché sono abbastanza stanchi e di conseguenza anche l’appetito si riduce. Per stimolarli si propone pasta con condimenti anche di buon gusto: aglio e olio, pesto, pomodorini e prosciutto. 

Questo ragionamento riguarda tutti gli alimenti?

Sì, anche i dolci ad esempio. Si cerca di fare dolci ricchi di carboidrati come la crostata, la crema catalana, lo strudel, la torta di mele. Tutte cose che aiutino ad aumentare l’apporto di carboidrati in modo da raggiungere la quota di 260-280 grammi. 

In corsa bisogna trovare il giusto equilibrio tra carboidrati solidi e liquidi
In corsa bisogna trovare il giusto equilibrio tra carboidrati solidi e liquidi
Dopo due settimane di corsa si fa un compromesso tra appetito e necessità.

Esatto, potremmo anche dargli le patate ma sono un alimento sostanzioso e con un apporto di carboidrati ridotto. Anche il pane si limita un po’ ad esempio 100 grammi di pane porta circa 50 grammi di carboidrati…

A colazione invece?

Si usa tanto riso, che occupa poco volume e fornisce carboidrati anche facilmente assorbibili. Piacciono tanto le crepes con la marmellata, sono una “botta” di carboidrati e zuccheri importanti. Si sta sull’ordine di 3-4 crepes con tanta marmellata, miele, sciroppo d’agave, in modo tale che siano stimolati a mangiare. 

Quanto si riduce l’appetito dei corridori durante il Giro?

C’è un discorso metabolico, di fatica, di stress e quindi si riduce tutto. Dopo l’arrivo di ieri molti facevano proprio fatica a mangiare perché erano veramente al limite. Anche perché alle spalle arrivano da due settimane dure.

In tavola il pane e i condimenti non possono mai mancare (foto Charly Lopez)
In tavola il pane e i condimenti non possono mai mancare (foto Charly Lopez)
Tiberi ieri che ha perso un minuto dai diretti rivali ha sofferto tanto. 

Tiberi, come tutti gli uomini di classifica, è stato chiamato a fare due tappe davvero impegnative. In quel caso entrano in gioco gli integratori che i nostri sponsor ci forniscono. 

Nel corso del Giro cambia qualcosa tra assunzione di carboidrati liquidi e solidi?

Bisogna trovare il giusto equilibrio che però è soggettivo. Esagera con i liquidi può portare a problemi gastrointestinali. Ieri però nella prima parte era difficile mangiare, per assumere qualcosa di solido hanno dovuto aspettare la parte di vallata dopo il Mortirolo. La strategia alimentare era studiata per fargli raggiungere l’apporto adeguato e avere anche i tempi digestivi corretti.

A livello di assimilazione ci sono dei cambiamenti nelle tre settimane?

Noi alleniamo gli atleti a casa ad assorbire un’elevata quantità di carboidrati, questo ci aiuta poi durante le tre settimane. Durante le prime due settimane comunque l’assunzione è massima, il rischio è che nell’ultima la capacità di assimilare energie si riduca. Tiberi, come gli altri, negli allenamenti a casa si educano a mangiare 120-130 grammi di carboidrati l’ora due volte a settimana. 

In corsa i corridori devono consumare una borraccia ogni ora per una giusta idratazione
In corsa i corridori devono consumare una borraccia ogni ora per una giusta idratazione
Per quanto riguarda gli altri macronutrienti?

I grassi e le proteine vengono calcolati tappa per tappa ma non hanno variazioni nel corso delle tre settimane. Si parla di avocado, frutta secca o olio. Se c’è una tappa più impegnativa si incoraggia l’atleta a mangiare più grassi. L’obiettivo non è andare a perdere peso quindi l’integrazione viene fatta in questo senso. 

Per l’idratazione invece?

In corsa si beve sempre un mezzo litro d’acqua ogni ora (una borraccia, ndr). Noi monitoriamo il peso dell’atleta e se questo scende del 5 per cento siamo davanti ad un caso di disidratazione. In questo caso interveniamo per reintegrare quanto perso.

La ripresa passa anche da tavola: libertà sì, ma non troppa

21.11.2023
5 min
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Insieme a Salvatore Puccio abbiamo visto come un corridore affronta il periodo di ripresa dopo la pausa invernale. Ma non basta solamente salire in bici; come ormai si è visto negli ultimi anni l’alimentazione è un qualcosa che va curato in ogni dettaglio. Non fa eccezione l’inverno, periodo dove si costruisce la base per la stagione che verrà, e si parte dalla tavola. 

Nicola Moschetti assieme ad Edoardo Zambanini alla fine del Giro d’Italia 2023 (foto Instagram)
Nicola Moschetti assieme ad Edoardo Zambanini alla fine del Giro d’Italia 2023 (foto Instagram)

Via i vecchi dogmi

Nicola Moschetti, dietista che lavora con la Bahrain Victorious, ci introduce nel mondo dell’alimentazione in inverno e della ripresa dopo le vacanze. 

«Anche nel periodo di off season – spiega Moschetti appena rientrato da una riunione del gruppo performance tenutasi a Conegliano – diamo delle linee guida ai corridori, così da non trovarsi spiazzati alla ripresa, una volta rientrati dalle vacanze. Si tratta di dare dei consigli, sono liberi, ma devono sapere che non possono esagerare nelle quantità. L’accesso alla cucina è libero, sono tuttavia consapevoli che in vacanza non devono superare l’aumento del 5 per cento del peso corporeo. Questo vuol dire che se un atleta pesa 60 chili, può prenderne 3, non di più. Non vogliamo creare dei divieti, perché un’alimentazione troppo rigida è causa di stress.

«Vogliamo però allontanarci – continua – dalla vecchia convinzione che in inverno si possano prendere anche 10 chili. Una volta il ritiro di dicembre serviva per perdere peso, ora non più. Se si arriva al primo ritiro troppo fuori forma, si rischia di rimanere indietro con il lavoro. Alcuni atleti a gennaio saranno già in gara, per cui anticipano la ripresa e devono arrivare a dicembre in buona condizione».

Rice cake e barrette sono gli alimenti indicati per la preparazione invernale servono carboidrati
Rice cake e barrette sono gli alimenti indicati per la preparazione invernale servono carboidrati
Ma facciamo un passo indietro, quando riprendono gli allenamenti come viene curata l’alimentazione?

Le due o tre settimane in cui i corridori sono al mare, sono totalmente liberi ed il loro corpo “dimentica” cosa vuol dire seguire una dieta da atleta. Nelle prime settimane di lavoro dobbiamo riabituarli e questo vuol dire tornare a mangiare correttamente e in questo li seguiamo giornalmente. 

Curate tutta la giornata quindi?

Tutti i pasti, di solito sono 5: colazione, rifornimenti durante l’uscita in bici, pranzo, spuntino e cena. A colazione assumono una buona dose di carboidrati, di solito i ragazzi preferiscono pane, cereali e porridge. In allenamento si reintroduce la linea alimentare passo per passo. Mentre nel resto della giornata si alternano i macronutrienti in modo da avere un equilibrio. In questo periodo se c’è stato un aumento di peso, si definisce un regime alimentare di deficit calorico. 

A colazione la scelta è classica: porridge, cereali o pane per introdurre la giusta dose di carboidrati (foto charlylopez)
A colazione la scelta è classica: porridge, cereali o pane per introdurre la giusta dose di carboidrati (foto charlylopez)
Cosa vuol dire?

Che si assumono meno calorie del previsto così da perdere il peso in eccesso, si applica un regime restrittivo. Non troppo però, la perdita di peso deve essere graduale, non più di due chili al mese. 

Passiamo all’allenamento, come ci si riabitua a mangiare in bici?

Si parla di carboidrati principalmente. Il corpo dell’atleta è abituato ad assumere determinate quantità di carboidrati, ma la pausa di un mese fa perdere in parte questa capacità. Bisogna quindi reintrodurli e lo si fa gradualmente, in relazione al tipo di allenamento.

Durante la ripresa della preparazione nelle borracce si inseriscono 30 grammi di carboidrati (foto charlylopez)
Durante la preparazione nelle borracce si inseriscono 30 grammi di carboidrati (foto charlylopez)
Se si fa fondo, quindi Z2?

In questo caso, per allenamenti a bassa intensità l’assunzione va dai 40 ai 60 grammi di carboidrati l’ora. Questa quantità viene ingerita con i soliti prodotti: maltodestrine, panini, rice cake e barrette. Poi sta al singolo decidere se preferisce mangiare di più o se al contrario bere. Nel caso di un allenamento di fondo si può anche optare per un low carb, quindi riducendo al minimo i carboidrati: anche questo rientra nel processo di perdita di peso. 

Quanto è importante riportare il fisico dell’atleta a regime, quindi ad assumere alte dosi di carboidrati?

Tanto, perché in piena stagione, durante una gara, si possono ingerire anche 120 grammi di carboidrati l’ora. Capite che per far questo il fisico deve essere allenato, altrimenti il rischio è di non assimilare nulla o peggio di stare male. In una fase successiva che è quella del primo ritiro si aumentano le dosi, arrivando anche a 80 grammi all’ora. 

In preparazione non si usano gel, gli sforzi non richiedono apporto immediato di zuccheri (foto charlylopez)
In preparazione non si usano gel, gli sforzi non richiedono apporto immediato di zuccheri (foto charlylopez)
Il primo punto di confronto sarà quindi il ritiro?

Sì, il lavoro sarà già avviato, ma è la prima volta che vedremo i corridori, quindi si faranno le varie misurazioni. In quei giorni ci coordineremo con i cuochi per stilare un programma alimentare in relazione agli allenamenti. Perché, ripeto: a dicembre la stagione è praticamente iniziata. 

Bahrain-Victorius: la gestione dei carbo nella terza settimana

15.09.2023
5 min
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L’ultima settimana della Vuelta quest’anno è estremamente dura: tanti arrivi in salita e la tappa tremenda di domani. Il recupero è determinante, soprattutto se si considera tutti i chilometri che questi ragazzi hanno già macinato negli ultimi giorni. Con il dottor Nicola Moschetti, nutrizionista del team, scopriamo come viene gestita l’alimentazione in casa Bahrain-Victorious per garantire il recupero anche in queste ultime tappe. In particolare il computo dei carboidrati.

Il nutrizionista Moschetti al centro della foto, con altri ragazzi del personale Bahrain
Il nutrizionista Moschetti al centro della foto, con altri ragazzi del personale Bahrain
Perché è importante curare l’alimentazione in dettaglio?

Durante un grande Giro, gli atleti sono già molto stressati dagli sforzi fisici. È importantissimo fornire all’organismo tutto ciò di cui ha bisogno. Un deficit calorico infatti comporterebbe un calo di peso, che molto probabilmente indurrebbe anche una perdita di potenza. Una volta era normale perdere peso durante i grandi Giri, ma questo spesso compromette la performance, pertanto lo evitiamo.

Come fate a calcolare i fabbisogni di ciascun atleta?

Siamo quattro nutrizionisti in squadra e seguiamo i corridori individualmente per tutta la stagione, quindi per esperienza conosciamo esattamente come varia il loro consumo calorico in relazione alla gara. Per il calcolo del fabbisogno ci basiamo su delle equazioni precise, sulla potenza media registrata durante la tappa e sulla tappa del giorno dopo.

Come verificate che il corridore si sia alimentato a dovere?

Sappiamo che l’atleta inizia il grande Giro al suo peso forma, quindi prendendo il peso quotidianamente, verifichiamo che i calcoli siano giusti. Inoltre al termine di ogni tappa, gli atleti compilano un questionario, molto utile per capire quanto hanno effettivamente mangiato, bevuto e consumato.

Con questa successione di tappe di montagna, i corridori riescono a mangiare a sufficienza?

In linea di massima i nostri corridori riescono a mangiare tutto, anche perché il solo giorno di riposo non basterebbe per colmare il deficit calorico accumulato nei tre giorni precedenti. Abbiamo la fortuna di utilizzare gli integratori di Never Second. Integratori che col tempo sono stati perfezionati, grazie alla continua collaborazione, proprio per fornire soluzioni pratiche, che rendono più facile il raggiungimento della quota di carboidrati all’ora necessaria.

Quando “si fa la tappa” in Bahrain si utilizzano le malto con più carbo, come quelle da 90 grammi in foto
Quando “si fa la tappa” in Bahrain si utilizzano le malto con più carbo, come quelle da 90 grammi in foto
Cosa intendi per soluzioni pratiche?

Intendo contare i carboidrati introdotti. Barrette, gel e maltodestrine forniscono sempre 30 grammi di carboidrati. In più essendo soluzioni isotoniche, non causano problemi gastrointestinali. In Bahrain abbiamo a disposizione anche delle maltodestrine che contengono addirittura 90 grammi di carboidrati. Queste sono molto utili per le tappe più impegnative, in cui i corridori necessitano di tanta energia, ma tra salite dure e discese tecniche, non hanno molte occasioni per rifornirsi. In questi casi, è sufficiente bere una borraccia di malto con 90 grammi di carboidrati isotonici, insieme a un gel, per soddisfare il fabbisogno di carboidrati all’ora, senza rischiare di appesantire lo stomaco.

Ma come varia quindi l’integrazione tra una tappa e l’altra?

Studiamo dei programmi personalizzati per ciascun atleta, perché l’integrazione dipende da diversi fattori: la temperatura, la tipologia di atleta, la tattica di gara, la sua condizione fisica nei giorni precedenti, e quello che lo aspetta il giorno successivo. Un corridore di classifica per esempio può passare da 120 grammi di carbo all’ora in una tappa di montagna, a 70-80 grammi/ora in una tappa di pianura, dove invece risparmia energie. Un corridore che invece va in fuga nella stessa tappa di pianura, avrà un consumo nettamente superiore al corridore di classifica, quindi in base alla tattica di gara, viene fatto anche il programma nutrizionale.

Capita che nella terza settimana venga meno la voglia di mangiare per stanchezza?

Ottima domanda, in effetti nel tempo ci si stufa. Per questo insieme allo chef abbiamo elaborato un menù ricco di ricette alternative a pasta, riso e porridge. Versioni facili da digerire di pasta all’amatriciana, al ragù, al pesto, risotti vari e dessert vengono preparati dallo chef quotidianamente nel nostro grande food track. Spesso quando i corridori non riescono a mangiare tutta la pasta, prendono magari più dessert, così compensano. In gara invece per variare un po’ sapore e consistenza, ci sono sempre banane, ricecakes, paninetti, preparati con ricette per garantire soprattutto una buona quantità di carboidrati.

I carboidrati sono importanti, ma anche le proteine hanno il loro peso
I carboidrati sono importanti, ma anche le proteine hanno il loro peso
Abbiamo parlato dei carboidrati, ma le proteine possono aiutare il recupero?

Generalmente tendiamo a coprire il fabbisogno proteico con lo shake del recupero all’arrivo e il pasto dopo gara. Questo è sempre personalizzato, in base alle preferenze dell’atleta ed è composto da un paio di fonti proteiche alimentari di qualità, come il tonno, il pollo o le uova. In gara invece non c’è la necessità di consumare proteine, quindi la priorità restano i carboidrati.

L’idratazione invece come viene monitorata?

Cerchiamo sempre di ricordare ai corridori di idratarsi durante tutta la giornata, gara compresa. Attraverso i questionari poi calcoliamo quanto si sono idratati in totale e all’ora, e capiamo se il corridore ha bisogno di integrare con dei sali, che magari consuma a cena o a colazione se necessario. È importante partire con il giusto stato di idratazione, per prevenire l’insorgenza di crampi e il calo della performance.

Infine la caffeina è utilizzata?

La caffeina è utile per ridurre la percezione della fatica sia fisica che mentale, ma proprio per evitare che peggiori la qualità del sonno e del recupero, tendenzialmente viene usata solo quando si punta alla gara o si affronta una fase di gara in cui bisogna essere attenti e reattivi.

La strategia alimentare per le cotes della Doyenne

22.04.2023
5 min
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Liegi-Bastogne-Liegi: 258 chilometri e 4.450 metri di dislivello, la classica Monumento più dura. Tutto deve essere preparato a puntino e per correrla bene dal primo all’ultimo chilometro è importante attuare una valida strategia alimentare. Bisogna considerare gli strappi in successione, le pendenze a doppia cifra, le curve… In questa gara non è “facile” mangiare come in una Sanremo o anche in una Roubaix che, per quanto stressante, presenta stradoni larghi e piatti tra un settore e l’altro.

Strategia per la Doyenne, la decana delle classiche così è chiamata anche la Liegi, che noi chiediamo di illustrarci a Nicola Moschetti, nutrizionista in forza alla Bahrain-Victorious (in apertura @charlylopezph).

L’altimetria della Liegi: 258 km e tante cotes, concentrate soprattutto nella seconda metà quando si decidono i giochi
L’altimetria della Liegi: 258 km e tante cotes, concentrate soprattutto nella seconda metà quando si decidono i giochi
Nicola, la strategia alimentare per la Liegi…

Direi che parte già dal giorno prima con un apporto maggiore di carboidrati nell’arco dei tre pasti principali. Già a colazione si vanno a caricare i carbo. L’obiettivo è quello di completare le riserve di glicogeno, affinché si sia pronti per il giorno dopo. Quindi se a colazione un corridore solitamente manda giù 120 grammi di carboidrati, alla vigilia della Liegi ne prenderà 160-180. Poi dipende anche dal tipo di corridore, dall’obiettivo, dal suo ruolo… ma di base la regola è questa. Che poi soprattutto con le corse di un giorno e in Belgio, se si aumenta un filo di peso (i carbo possono dare ritenzione idrica, ndr) non è un problema. Guardate Pogacar che ha detto di correre queste prove con un chilo e mezzo in più!

A pranzo e a cena?

La stessa cosa: più carboidrati, cercando però di limare un po’ i grassi, ma non le proteine che aiuteranno il muscolo a non andare in sofferenza il giorno dopo. Quindi porzioni maggiori di riso o pasta. Un altro accorgimento è il “low fiber”, vale a dire quello di ridurre o addirittura eliminare le verdure, per agevolare l’assorbimento dei carboidrati.

Passiamo quindi alla corsa. Altimetria alla mano cosa consigli ai tuoi ragazzi?

Come accennavate anche voi, non è facile alimentarsi in una corsa del genere. Almeno non con i cibi solidi, come barrette, banane o rice cake. I cibi solidi, a seconda dei tratti e delle andature, non sono facili né da ingerire, né da digerire e quindi si tende a scegliere fortemente le maltodestrine disciolte nelle borracce. E anche i gel. Noi in Bahrain-Victorious per esempio usiamo le malto C90 della Neversecond, in cui C90 sta per 90 grammi di carboidrati. Vale a dire che in una borraccia ci sono disciolti 90 grammi di carboidrati.

Le malto Neresecond di cui parlava Moschetti. Ogni pack va disciolto in 500 ml di acqua, in pratica in una borraccia
Le malto Neresecond di cui parlava Moschetti. Ogni pack va disciolto in 500 ml di acqua, in pratica in una borraccia
E come vanno prese?

L’ideale è una borraccia l’ora, quindi 90 grammi di carbo, accompagnata da un gel o una rice cake, che ne contengono altri 30, per arrivare così ai 110-120 grammi l’ora di carboidrati che sono l’obiettivo. Va da sé che raggiungere 120 grammi con i cibi solidi sarebbe difficile: bisognerebbe prendere il corrispettivo di quattro barrette o rice cake l’ora. E anche se si deglutiscono bene, alla lunga è più complesso digerirle. Poi è chiaro che se si va piano, e quindi si spende meno, si può anche scendere al di sotto dei 120 grammi di carbo l’ora.

E immaginiamo cambino anche i tempi di assorbimento. I liquidi dovrebbero essere più rapidi…

Esatto e infatti non bisogna guardare troppo avanti: bisogna pensare che quel che serve è ora. Il problema è che spesso i corridori sono presi dalla gara e non è così scontato che mangino con costanza. Pertanto alla base serve la consapevolezza da parte loro. Devono avere una certa educazione alimentare. E questo vale soprattutto per i cibi solidi: che li mangino quando è possibile.

L’ultima “abbuffata” eventualmente di cibi solidi è prima della Redoute, quindi nell’ultima ora e mezza, ora e 20′ di corsa?

Sì, ma un gel dovrebbero prenderlo anche dopo. L‘obiettivo è quello di non arrivare scarichi di carbo nell’ultima ora. Pertanto l’assunzione di quei famosi 120 grammi è ancora più importante nell’ultima ora. E qui è importante che anche l’ammiraglia glielo ricordi. Di certo non devono prendere cibi solidi. In questa fase due gel e mezza borraccia vanno bene. Magari un gel può essere alla caffeina.

Roche aux Faucons è l’ultima cotes della Liegi. Potrebbe essere un momento chiave. Non bisogna arrivarci senza carboidrati in circolo
Evenepoel sulla Roche aux Faucons nel 2022: potrebbe essere un momento chiave. Non bisogna arrivarci senza carboidrati in circolo
La caffeina è usata in modo sempre più ponderato.

Riduce il senso di stanchezza. Ma è importante prenderla al momento giusto. Quando si assume questo gel bisogna farlo sapendo che il picco della caffeina arriva 40′-45′ dopo, quindi bisogna farsi i calcoli. Se il mio punto “X” è la Roche aux Faucons devo prendere quel gel alla caffeina 40′ prima che ci arrivi.

Nella strategia alimentare rientra anche l’idratazione. Hai parlato di malto e con l’acqua invece come la mettiamo?

Quando si prendono le maltodestrine nelle borracce, l’acqua è compresa e paradossalmente non serve. I corridori la cercano per variare un po’ il gusto. Quindi meglio semmai l’acqua nella prima parte accompagnata magari da qualche boccone solido.

La “lista della spesa” per la strategia per Liegi perciò prevede…

Sono circa sei ore di gara, quindi 5-6 borracce di malto, 3 rice cake, 6 gel (1-2 dei quali alla caffeina).

Allenamento low carb, con Moschetti attraverso segreti e rischi

18.02.2023
4 min
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Obiettivo essere magri e possibilmente esserlo sin dall’inizio della stagione. E per dimagrire, uno dei metodi più gettonati attualmente risponde al nome di allenamento low carb, cioè a basso (o nullo) apporto di carboidrati. Ne abbiamo parlato con Nicola Moschetti, nutrizionista in forza alla Bahrain Victorious.

Pochi giorni fa, la sua collega Laura Martinelli ci aveva detto che probabilmente oggi un atleta che si presenta al via della stagione anche solo in leggero sovrappeso non è schierato dal team. Moschetti indirettamente conferma questa tesi.

Eliud Kipchoge, primatista mondiale della maratona: alcune sue strategie di allenamento derivano dal ciclismo
Eliud Kipchoge, primatista mondiale della maratona: alcune sue strategie di allenamento derivano dal ciclismo

L’atleta al centro

Il tema del peso resta centrale nel mondo del ciclismo… e non solo. Se ne parla in relazione ai materiali e al corridore. Ma visto che oggi riguardo ai materiali con la regola dei 6,8 chili questo limite si è ormai raggiunto e s’insiste molto sull’aerodinamica, ecco che ci si concentra sull’atleta.

L’allenamento low carb, se ben strutturato, apporta dei vantaggi fisici e metabolici. Su tutti: stimola l’organismo ad usare meglio i grassi, tanto che è molto usato anche dai podisti. Eliud Kipchoge, per esempio, primatista mondiale e campione olimpico della maratona – tra l’altro supportato da Ineos – ne ha fatto un perno della sua preparazione.

Nicola Moschetti, giovane nutrizionista della Bahrain Victorious
Nicola Moschetti, giovane nutrizionista della Bahrain Victorious

Parla Moschetti

«L’allenamento low carb – spiega Moschetti – serve a migliorare la composizione corporea, quindi ad eliminare la massa grassa (o massa passiva). Si pedala con uno scarso apporto di carboidrati. Ha una durata medio-lunga: 4-5 ore. E’ un allenamento che si fa a bassa o bassissima intensità, quindi Z1, Z2 al massimo. E si fa così perché tagliando i carboidrati automaticamente si riduce la qualità della prestazione.

«Fare dei lavori intensi senza carboidrati è rischioso per i muscoli. Si rischia di danneggiarli. In pratica se si esagera con l’intensità, quella che richiede più zuccheri, si finisce col “mangiarsi” i muscoli. E a fine allenamento magari ho perso mezzo chilo, ma è mezzo chilo quasi totalmente di muscoli. E non va bene».

Nel ciclismo attuale gli atleti sono monitorati costantemente
Nel ciclismo attuale gli atleti sono monitorati costantemente

Obiettivo dimagrire

Dicevamo che si ricorre a questa tipologia di allenamento per dimagrire, ma è anche vero che è un tipo di allenamento che va preso con le molle per più motivi. Non ultimi quelli psicofisici.

«L’allenamento low carb – prosegue Moschetti – è stressante (comunque si pedala senza la migliore benzina, ndr) e per questo si fa soprattutto nel periodo di ripresa, nell’approssimarsi al primo ritiro stagionale proprio per farsi trovare abbastanza pronti per il training camp. Difficile e controproducente farlo nel pieno della stagione. Se può essere visto come “richiamo di emergenza” prima della gara? Sì, può starci, ma è davvero difficile che ciò accada.

«Oggi i corridori sono controllati giornalmente proprio per evitare questi imprevisti (proprio come diceva la Martinelli, ndr). E anche per l’offseason, il momento più rischioso dal punto di vista del peso, ai corridori viene dato un range di chili che è possibile su, solitamente il 5% del proprio peso forma. In questo modo hanno tutto il tempo per farsi trovare pronti al debutto stagionale ed eliminare i chili di troppo senza stress e senza fare danni».

Per gli allenamenti low carb si prediligono le barrette proteiche (foto @charlylopezph)
Per gli allenamenti low carb si prediligono le barrette proteiche (foto @charlylopezph)

Stop carbo 

Ma come ci si “prepara” a questo allenamento? E’ previsto uno scarico di carboidrati anche a monte? Moschetti indica due modalità: una più soft, una più hard.

«Ci sono vari mezzi: posso togliere i carboidrati solo in allenamento o a colazione e in allenamento. Ma in alcuni casi posso toglierli anche dalla cena precedente. Ma certo diventa un bello stress ed anche per questo è una tipologia di allenamento che va fatta non più di una volta a settimana e sotto controllo di specialisti. Questo è un messaggio importante.

«Durante la seduta anziché ingerire le canoniche quantità di carboidrati (tra i 60 e i 120 grammi, l’ora), si prediligono barrette proteiche o addirittura le proteine in polvere sciolte nella borraccia. Questo è importante per un senso di “sazietà” e soprattutto perché in qualche modo si dà qualcosa da “mangiare” al muscolo.

«Anche il recupero è variabile. Nel post allenamento in alcuni casi, ma solo quelli più drastici, i carbo vengono tolti anche nel post seduta, ma è davvero raro. Altrimenti si reintegra con i classici 150-180 grammi di carboidrati, tra riso o pasta, pane e frutta. In ogni caso non bisogna abusarne, ma fare un pasto normale».

Quei 120 grammi di carboidrati (ogni ora) di Milan alla Sanremo

26.03.2022
5 min
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Quella frase di Jonathan Milan sulla corretta gestione alimentare della sua prima Sanremo continuava a risuonarci nella testa. Poi le corse, i pezzi da scrivere e le news stavano per portarla via. Invece eccoci qua, una settimana dopo e alla vigilia di un’altra corsa – la Gand-Wevelgem – in cui quegli stessi concetti torneranno certamente attuali. In che modo ha mangiato il campione olimpico del Team Bahrain Victorious lungo i 300 chilometri da Milano a Sanremo?

Presentazione delle squadre al Vigorelli, tanta curiosità e 300 chilometri da fare
Presentazione delle squadre al Vigorelli, tanta curiosità e 300 chilometri da fare

120 grammi per ora

Lo abbiamo chiesto a Nicola Moschetti, nutrizionista del team, che segue direttamente Milan dal suo debutto nel professionismo.

«Lavoriamo insieme da un anno e mezzo – conferma – e alla fine si è creato un rapporto di fiducia reciproca. Per ogni gara si fa un piano specifico su cosa mangiare e quando. In una corsa così lunga, è fondamentale avere la giusta quota di carboidrati, perché spesso i corridori in gara, presi dall’adrenalina, tendono a non mangiare abbastanza. L’obiettivo per la Sanremo era integrare con maltodestrine, barrette e gel 120 grammi di carboidrati per ora, che sono tanti. Pensate che in 100 grammi di pasta ce ne sono 70 di carboidrati».

Si riesce a reggere una quota così alta senza avere problemi nella digestione?

E’ la prima domanda che ci si deve fare affrontando il discorso. Ci arrivi se ci sono alle spalle degli allenamenti anche in questo senso, affinché soprattutto a livello intestinale l’atleta riesca a digerirli e assorbirli. Perciò durante le due settimane precedenti in certi allenamenti più lunghi e impegnativi, abbiamo iniziato a lavorare in modo da arrivare a 100 grammi per ora. Due settimane è il tempo necessario, anche se è soggettivo, per abituare l’atleta a passare da 60 a 120 grammi di carboidrati per ora.

Al sole del Vigorelli, pochi minuti prima del via: Milan e Caruso alla vigilia di una corsa lunghissima
Al sole del Vigorelli, pochi minuti prima del via: Milan e Caruso alla vigilia di una corsa lunghissima
Ovviamente non si mangia pasta in gara…

Si usano prodotti specifici. Quindi maltodestrine, barrette energetiche e gel glucidici. Integratori facilmente digeribili, perché il problema è essenzialmente digestivo. Vista la posizione in sella, lo stomaco e l’intestino sono quasi compressi, per cui davvero serve allenarli perché riescano a gestire certe quantità.

In che modo è stato rifornito Milan durante la gara?

Di solito si divide la corsa partendo dai due punti di rifornimento previsti dall’organizzazione. E poi inquadriamo la suddivisione delle ore, per cui Jonathan sapeva che ogni ora avrebbe dovuto assumere una malto e due barrette, oppure una barretta, una malto e due gel… In realtà l’obiettivo è dargli l’autonomia per gestirsi al di là delle previsioni. Il corridore si rende conto se nella prima ora sono andati a spasso e magari deve mangiare meno o se nella seconda hanno spinto di più. Alla base c’è l’educazione alimentare che deriva dal rapporto continuato, dal saper ricevere i suoi feedback. Sulla bici c’è lui, alla fine…

Il traguardo di Milan era la curva che immette sulla Cipressa, per tenere davanti Caruso e Mohoric
Il traguardo di Milan era la curva che immette sulla Cipressa, per tenere davanti Caruso e Mohoric
Che cosa ha avuto nelle tasche in quelle sei ore e mezza?

All’inizio panini e rice cake, che contengono 25-30 grammi di carboidrati. Barrette, gel glucidici e maltodestrine nelle borracce. Si passa dai solidi ai liquidi mano a mano che scorrono i chilometri. Da metà gara in poi, i corridori preferiscono liquidi e gel.

Milan ha tirato sul Turchino, poi ha dato la menata più forte andando verso la Cipressa.

In quel momento era necessario che non fosse ingolfato dalla digestione. Nei punti in cui si fa la corsa, è fondamentale che l’atleta abbia energie e non si senta appesantito. Si sente così se è davvero abituato a quella quota di carboidrati. E’ stato decisivo fare quelle due settimane di adattamento, aumentando di 10-15 grammi di carboidrati ogni giorno e ascoltando le sue sensazioni.

Che cosa ha mangiato invece a colazione sabato scorso?

Prima carboidrati, quindi pasta, pane, porridge. Una quota proteica tramite uova e prosciutto, di solito in forma di omelette. Yogurt e frutti rossi che contengono antiossidanti. Smoothies, cioè frullati con vitamine e antiossidanti o comunque con basso contenuto di fibre per non appesantire la digestione e poi altro a suo gusto.

Nelle corse del Belgio la musica sarà la stessa?

Si tenderà ad avere ugualmente una quota elevata di carboidrati, difficilmente si andrà sotto i 90 grammi per ora, viste le distanze, ma bisogna anche entrare nel merito dei percorsi. Se la corsa è altimetricamente facile, come la Sanremo, l’impegno digestivo probabilmente sarà minore. Se è piena di salite, l’organismo sarà più stressato. Bisogna tenerne conto. Il percorso incide sulle scelte e per questo dopo ogni corsa è utile rileggere quello che si è fatto, quello che ha mangiato e come si è trovato.

Dopo la Sanremo, Milan è voltao in Belgio. Domani lo attende la Gand-Wevelgem
Dopo la Sanremo, Milan è voltao in Belgio. Domani lo attende la Gand-Wevelgem
In modo da poter apportare eventuali variazioni?

Esatto. E’ importante che ci sia comunicazione, soprattutto con un atleta così giovane. I suoi feedback permettono di prendere le giuste misure. In questo modo ero abbastanza certo che nel giorno di Sanremo fosse pronto per quel tipo di alimentazione. I suoi commenti dopo ogni allenamento mi dicevano che fossimo sulla strada giusta.

Carboidrati e falsi miti: sfatiamoli con il nutrizionista di Padun

18.06.2021
5 min
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Il racconto di Padun sulla gestione dei carboidrati, sull’intervento da parte del suo nutrizionista e sul dimagrimento ci ha incuriosito. I corridori parlano fra loro e, soprattutto i giovani e quelli che pensano di trovare tutto su internet, si formano spesso convinzioni sballate. Come ad esempio quella di eliminare i carboidrati per restare magri. Il guaio è che ci si accorge del pasticcio quando è tardi e magari per qualche convinzione strampalata si è buttata la stagione.

«La bravura di Mark – spiega Nicola Moschetti, nutrizionista del Team Bahrain Victorious – è stata proprio andare contro queste sue idee, affidandosi a dei professionisti. E’ stato bravo e il risultato è che adesso va alla grande».

E allora entriamo nella vicenda Padun, prendendo scherzosamente in apertura l’immagine di Alberto Sordi e la celebre frase tratta da Un americano a Roma – «Macaroni… m’hai provocato e io te distruggo, maccaroni! Io me te magno!» – per capire che i carboidrati in realtà non vadano affatto evitati. E che la carriera dell’ucraino sia cambiata grazie alla loro corretta assunzione, iniziata con un lavoro di educazione nutrizionale, affinché capisse che la periodizzazione li rende più funzionali ed efficaci.

Fra corridori c’è la credenza sballata che i carboidrati facciano solo ingrassare
Fra corridori c’è la credenza sballata che i carboidrati facciano solo ingrassare
Caro Moschetti, in che modo è iniziato il lavoro con Padun?

Dall’analisi delle sue abitudini. Era capace di fare un carico enorme di carboidrati prima di partire, poi li eliminava completamente, sia durante sia dopo l’allenamento o la gara. I corridori hanno il falso mito che per dimagrire si debba non mangiare in allenamento. E Mark era uno di questi, ma non sapeva che i grassi bruciano alla fiamma dei carboidrati. Per cui può starci qualche allenamento senza usarli per migliorare la definizione corporale, ma il dimagrimento di cui è stato protagonista è derivato proprio dall’uso giusto dei carboidrati.

Che cosa lo rende giusto?

Li assumi quando servono, li riduci quando non servono. In questo modo si dà uno stimolo al metabolismo. Unito al fatto che in altura si brucia di più, ecco spiegati quei 4,5 chili in meno che erano il nostro obiettivo. Ma non si dimagrisce smettendo di mangiare, lo si fa seguendo un piano nutrizionale, per cui perdi peso mantenendo la potenza.

Il calo di peso di Padun è avvenuto durante 25 giorni in altura, mangiando nel modo giusto
Il calo di peso di Padun è avvenuto durante 25 giorni in altura, mangiando nel modo giusto
Cosa è cambiato rispetto al Padun che mangiava grandi quantità di pasta in partenza e poi non mangiava più?

E’ cambiato che a colazione ora mangia i carboidrati attraverso pane integrale, oppure 70-80 grammi di porridge. A questi somma un apporto proteico scegliendo fra latte, oppure yogurt, prosciutto, uova. Poi grassi buoni tramite frutta secca, noci e mandorle.

Durante l’allenamento?

I carboidrati arrivano tramite barrette specifiche, oppure banana o paninetti, altrimenti borracce con maltodestrine o gel. In questo modo, quando rientra, il suo pranzo sarà un piatto di pasta o carboidrati a basso indice glicemico, in modo da scongiurare l’aumento di massa grassa. E anche a cena ci sarà una quota di carboidrati, anche in funzione del lavoro del giorno successivo.

A colazione, per Padun carboidrati attraverso il porridge
A colazione, per Padun carboidrati attraverso il porridge
Una bella differenza…

Se fai il pieno di carboidrati a colazione, vai incontro di sicuro a un calo glicemico, per cui ti ritrovi in allenamento o in corsa svuotato di energie. Quel senso di pedalare a sfinimento non è il segnale che si sta dimagrendo, ma che si sta perdendo capacita di prestazione. La colazione è un pasto importante, ma senza sfondarsi. Perché poi in allenamento puoi dare da 60 a 90 grammi di carboidrati per ora e sei più che a posto.

Confermi che purtroppo una delle brutte abitudini dei corridori sia il sentito dire?

E’ molto diffuso e per questo si deve partire da una buona educazione alimentare di base. E’ vero che i carboidrati in eccesso fanno salire di peso e aumentare la massa grassa, ma è anche vero che sono la sola benzina del nostro corpo. Se li elimini o li riduci troppo, infici la prestazione e il recupero che inizia la sera dopo la tappa o dopo l’allenamento che dir si voglia. Stare troppo leggeri a cena riduce il recupero.

I grassi a colazione li assume anche attraverso frutta secca
I grassi a colazione li assume anche attraverso frutta secca
Padun è stato bravo ad andare contro le sue convinzioni, ma come fate a scongiurare il rischio che ci ricada?

Lo seguo giornalmente. Ci sentiamo, lui ha una tabella e la nutrizione è basata sui suoi feedback dopo il lavoro che ha fatto e quello che deve fare. Perché è vero che ci sono i nutrienti, le quantità e la strategia nell’assumerli, ma alla base c’è comunque il rapporto umano. E’ il solo modo per sgretolare il muro di convinzioni frutto di poca informazioni o di ricerche sbagliate su internet.

I famosi integratori contaminati che hanno rovinato più di una carriera?

Anche quelli. Oppure prodotti miracolosi che fanno perdere peso senza alcuna evidenza scientifica che lo attesti. E poi comunque si parla di integratori, non di alimenti sostitutivi. E l’integratore in quanto tale ha bisogno di poggiarsi su qualcosa di più sostanzioso. Ma credo che la risposta migliore sia stato aver visto Mark vincere in quel modo al Delfinato. Tante teorie senza la prova dei fatti rischiano di rimanere tali.