Latte e lattosio oggi sembrano essere il diavolo fatto cibo. Soprattutto nel mondo dello sport sono allontanati il più possibile. Ma perché? Lo abbiamo chiesto al dotto Carlo Giammattei, ora direttore U.O.S. Medicina dello Sport ambito territoriale Lucca-Versilia, ma in passato medico di molte squadre di primissimo livello: Saeco, Mapei, Fassa Bortolo, nazionale italiana…
Dottore, cos’è il lattosio? E perché in molti ne sono allergici o intolleranti?
Il lattosio è il principale zucchero del latte. Rappresenta il 98% degli zuccheri presente nel latte, oltre a essere presente anche in altri prodotti lattiero-caseari derivati. L’allergia alimentare si presenta unicamente in alcuni soggetti predisposti, dopo il contatto anche solo con minime quantità dell’alimento o tracce da contaminazione. L’intolleranza al lattosio invece si verifica in caso di deficienza dell’enzima lattasi che è in grado di scindere il lattosio, il principale zucchero presente nel latte (latte di mucca, di capra, di asina oltre che latte materno), in glucosio e galattosio. Il bimbo appena nato è in grado di produrre l’enzima lattasi ma con il passare degli anni questa capacità si riduce. Questo provoca la cosiddetta intolleranza al latte che, più propriamente, è un’intolleranza al lattosio.
E non si digerisce…
Se non viene correttamente digerito, il lattosio che rimane nell’intestino viene fatto fermentare dalla flora batterica intestinale con conseguente produzione di gas e di diarrea.
Nel ciclismo, ma non solo, viene demonizzato: perché?
Da alcuni anni il numero di italiani intolleranti al lattosio sembra in aumento, forse perché è cresciuta la consapevolezza e la conoscenza sulla patologia e di conseguenza anche i casi diagnosticati. C’è però anche un clima di allarmismo non giustificato nei confronti del latte e ormai da oltre 15 anni sono diffusi in Italia test alternativi per l’individuazione delle intolleranze alimentari, ma spesso non sono attendibili.
Che effetti genera questa intolleranza?
Non determina gravi problemi dal punto di vista clinico. Il lattosio non digerito viene fermentato dalla flora batterica intestinale creando meteorismo, come accade con molte fibre vegetali. Solo una piccola percentuale di persone intolleranti accusa sintomi di rilievo, come la dissenteria ed il gonfiore addominale. Poiché molta gente soffre di gonfiore addominale, frequentemente viene eliminato il latte sulla base di tale sintomo. Questa scelta di solito non apporta miglioramenti significativi, perché il meteorismo spesso è correlato ad altre cause molto diffuse come: sovrappeso, sedentarietà, insufficiente assunzione di frutta e verdura, insufficiente idratazione…
Molti integratori, a partire da quelli proteici, lo contengono… perché?
Il lattosio viene spesso utilizzato anche come additivo per le sue proprietà (conservante, addensante e stabilizzante): è possibile trovare lattosio nel dado, nel prosciutto cotto e altri insaccati e nella maggior parte dei prodotti da forno. Bisogna sempre leggere la composizione di tutti gli alimenti per evitare l’introduzione accidentale di quote di lattosio. Il lattosio si trova anche in molti farmaci da banco.
E come mai yogurt, parmigiano, ricotta…: alcuni cibi sono consentiti (anzi consigliati) pur appartenendo alla categoria dei latticini?
Oltre a cibi delattosati con un processo industriale, in commercio esistono diversi prodotti lattiero-caseari in cui il lattosio è normalmente assente o si trova in quantità molto ridotte, come gli yogurt (se non addizionati di panna), il Parmigiano, il Grana e in generale i formaggi stagionati, quindi questi alimenti possono essere consumati normalmente anche dai soggetti che sono intolleranti al lattosio.
Una volta si diceva che un bicchiere di latte caldo prima di andare a dormire conciliasse il sonno: è vero o è un falso mito?
Non c’è una giustificazione dal punto di vista biochimico. Il latte è sempre un alimento “ricco” che impegna comunque l’apparato digerente. E’ un effetto psicologico. Nel corso degli anni, diversi studi hanno cercato di capire cosa succede se bevi latte prima di dormire. Invece ci sono molti recenti studi che hanno dimostrato che l’assunzione di latte e cioccolato dopo allenamento ha portato ad una maggiore concentrazione di glicogeno nei muscoli 30 e 60 minuti dopo l’esercizio. I ricercatori hanno anche scoperto che bere il latte magro al cioccolato dopo l’esercizio fisico, ha aiutato a diminuire i marcatori di disgregazione muscolare rispetto al bere un comune sport drink e si ha un miglioramento della performance in vista degli sforzi successivi.
Oggi è impensabile vedere un professionista fare colazione con il caro vecchio cappuccino?
In effetti questa abitudine si è persa anche perché le nuove strategie nutrizionali per migliorare la performance negli sportivi prevedono per la colazione un elevato apporto calorico a base oltre che di carboidrati anche di proteine, che non ci possono fornire il classico cappuccino e brioche. Comunque il classico cappuccino può essere tranquillamente mantenuto. La maggioranza degli individui cui è diagnosticata l’intolleranza al lattosio digeriscono fino a 12 grammi di lattosio in una singola dose (in un cappuccino di solito siamo sotto i 7- 8 grammi). Con un apporto di 24 g, invece, si manifestano appieno i sintomi.