Per il terzo anno di fila ritorna “Liv Committed”, la campagna promossa a livello globale dal marchio Liv per sottolineare il legame che unisce fra di loro le donne grazie alla passione comune per la bicicletta (foto apertura Luke Frazier). Nel 2021 tema della campagna era stato la celebrazione della resilienza che la comunità femminile a due ruote aveva mostrato nei confronti della pandemia Covid. Per quest’anno si è deciso di puntare su temi quali l’impegno, l’inclusività e l’uguaglianza nel mondo del ciclismo. Lo slogan scelto per l’edizione 2022 è “We’re All Inn”.
Un video e nuove testimonial
Per promuovere la nuova campagna è stato realizzato un video che vede protagoniste le nuove testimonial del brand. Stiamo parlando in particolare della tredicenne Tayte Proulx – Royds del Liv off-road team, di Allysa Seely che alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 ha bissato l’oro conquistato nel triathlon a Rio 2016, prima donna nella storia a farlo. Accanto a loro troviamo i membri di The Black Foxes, l’associazione internazionale che riunisce ciclisti di colore come Alexa Everson e Shequaya Bailey. Una menzione particolare va sicuramente fatta per Vanessa Lebrun in quanto si tratta della marketing manager di Liv per il Canada.
Nel video ogni ragazza parla della propria passione legata alla bicicletta raccontandoci cosa significa per ciascuna di loro andare “all in”.
La nuova campagna “Liv Committed” sarà promossa a livello globale per tutto il 2022 in più di 50 paesi, inclusi Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Australia, Canada, Taiwan, Giappone, Corea e Paesi Bassi. L’obiettivo finale è quello di raggiungere complessivamente 16 milioni di persone.
Team femminile LivRacing Xstra (foto Jeff Clark Photography) Team femminile LivRacing Xstra (foto Jeff Clark Photography)
Dalle pro’ al Tour
Liv è da qualche anno presente anche nel mondo del ciclismo professionistico femminile. Sono infatti ben due i team che utilizzano bici Liv e gareggiano nell’UCI Women’s WorldTour. Stiamo parlando del Liv Racing Xstra e della BikeExchange-Jayco. In entrambe le formazioni gareggiano alcune delle migliori cicliste italiane come Rachele Barbieri, Katia Ragusa e Arianna Fidanza.
Per tutte loro c’è una bellissima novità in arrivo. Stiamo parlando della prima edizione del Tour de France Femmes avec Zwift. Liv sarà partner della manifestazione sponsorizzando la maglia bianca riservata alla migliore giovane.
Il brand taiwanese è andato oltre offrendo a due fortunati la possibilità di vivere da vicino la partenza della corsa a tappe francese. Lo scorso 19 aprile è stato lanciato un concorso grazie al quale due persone potranno vincere un viaggio e soprattutto vivere un’esperienza da VIP in occasione della tappa di apertura della corsa in programma a Parigi il prossimo 24 luglio.
L’obiettivo di Liv è sempre stato quello di unire le donne grazie alla passione per la bicicletta L’obiettivo di Liv è sempre stato quello di unire le donne grazie alla passione per la bicicletta
Chiudiamo con un pensiero di Bonnie Tu, fondatrice di Liv e presidente di Giant Group:
«In qualità di marchio impegnato in favore delle donne, continueremo a cercare attivamente modi per coinvolgere più donne sia nello sport che nel mondo del lavoro. Per noi, dare il massimo significa accogliere tutte le donne nel ciclismo femminile, indipendentemente dal fatto che si tratti di atlete o semplicemente di donne che vogliono andare in bici».
Giant lancia il bike computer gps Dash ed è disponibile in due versioni L e M. I modelli si differenziano prima di tutto per le dimensioni, il modello L è più grande, ma entrambi sono ricchi di funzioni e hanno lo schermo a colori. I nuovi Dash sono da considerare dei veri e propri strumenti di lavoro, adatti a chi utilizza il computerino da bici per allenamenti specifici e di qualità. Non manca il divertimento, grazie ad una connessione costante, all’ampia personalizzazione e ad una facilità di accesso esemplare.
Questo dispositivo è in dotazione anche al Team BikeExchange-Jayco Questo dispositivo è in dotazione anche al Team BikeExchange-Jayco
Nati dai gps Stages
Giant Dash L200 e M200, sono stati sviluppati sulla base dei devices Stages di ultima generazione, strumenti creati per un pubblico esigente. Questo diventa anche un fattore importante ed un filo diretto che riporta ad una completa connessione con i powermeter e con le piattaforme di rulli smart. L200 ha lo schermo da 2,7”, mentre Giant Dash M200 da 2,2”, leggermente più compatto, nonostante un’alta definizione comune ad entrambi i modelli, questo grazie alla tecnologia Everbrite, per colori sempre vivi e contorni definiti. Non è un semplice dettaglio, un aspetto che diventa un valido aiuto quando si effettuano dei lavori specifici in bici ad elevata intensità.
I tasti permettono un utilizzo anche con i guanti oltre che essere facilmente fruibili in condizioni di bagnato e sudorazione sullo schermoI tasti permettono un utilizzo anche con i guanti oltre che essere facilmente fruibili in condizioni di bagnato e sudorazione sullo schermo
Easy Start e App Stages
La configurazione iniziale di Giant Dash, comune alle due versioni, è intuitiva e adotta il QR da scansionare con la App Stages Cycling. Questa, disponibile anche in italiano è sequenziale nei suoi passaggi, molto facile anche per chi non ha dimestichezza con i dispositivi elettronici e con le applicazioni smart di ultima generazione.
L’associazione con il Dash è immediata e uno dei primissimi download è riferito alle mappe della Nazione desiderata: molto utile. Da questo momento in avanti si può dare il via ad una serie di customizzazioni che riguardano funzioni, setting del dispositivo e pagine, campi dati e gestione del profilo personalizzato specifico per gli allenamenti. Inoltre, cosa di non poco conto, tramite la App Stages è possibile scaricare degli allenamenti pre-impostati, che si adeguano in automatico alle soglie di lavoro impostate nel profilo personale.
Le grafiche delle pagine sono semplici e interfacciabili secondo le proprie esigenze e sensori collegatiLe grafiche delle pagine sono semplici e interfacciabili secondo le proprie esigenze e sensori collegati
Tutto è associabile
A partire dai sensori esterni come fascia di rilevazione cardiaca e luci, misuratori di potenza e rulli interattivi, fino alle smart bike. Ma anche i radar per il traffico e le e-bike. I modelli Giant Dash adottano il protocollo di connessione Ant+, mentre per l’associazione con lo smartphone utilizza il Bluetooth.
E’ possibile memorizzare anche la rete wi-fi, particolarmente utile per i download e upload diretti. Dash L200 e M200 hanno un sistema operativo ed una app che li rende interfacciabili con i sistemi Android ed iOs.
Il display è chiaro e leggibile con qualsiasi condizione di luce grazie alla sua luminosità regolabileIl display è chiaro e leggibile con qualsiasi condizione di luce grazie alla sua luminosità regolabile
Le altre peculiarità
Sono waterproof IP57, ovvero uno step superiore rispetto agli standard comuni. Giant Dash L200 e M200 hanno un peso dichiarato, rispettivamente di 105 e 77 grammi. Hanno una batteria al litio integrata e ricaricabile con porta usb. L’autonomia sfiora le 18 ore ( 10 con i sensori associati al massimo dell’operatività). Entrambi hanno una memoria interna di 16gb. I modelli di bike computer Giant sono dotati del supporto frontale al manubrio. Ci sono 5 pulsanti, 4 sulla base della scocca, che attivano diverse funzioni e sono semplici da raggiungere quando si pedala. Il quinto è posizionato sulla sinistra ed è quello dell’accensione spegnimento del dispositivo.
Il Dash è adatto a qualunque utilizzo delle due ruote, dall’asfalto al gravel più avventurosoIl Dash è adatto a qualunque utilizzo delle due ruote, dall’asfalto al gravel più avventuroso
In conclusione
Giant Dash, a prescindere dalla versione è un bike computer gps di alto livello, con un rapporto ottimo tra la qualità che offre ed il prezzo. Giant Dash M200 ha un prezzo di listino di 279,99 euro, mentre L200 di 329,99 euro. Inoltre per la sua completezza delle funzioni, per il grado di personalizzazione e per la qualità dello schermo, ma anche per la app alla quale è associato è da considerare uno strumento di fascia alta.
E’ un dispositivo tecnico, ma non è complicato da approcciare e da gestire, fin dalle prime battute. Questo fattore lo rende versatile e ampiamente sfruttabile anche da quella tipologia di utenti che il bike device lo usano per diletto, senza l’ossessione dei numeri, delle ripetute e delle ore di allenamento. Da segnalare, tra i diversi “allarmi” impostabili, quelli che ricordano quando mangiare e bere, differenziati tra loro, un valore aggiunto, utile a tutte le categorie di utilizzatori.
Lo spunto è la caduta alla Danilith Nokere Koerse. La manovra poco ortodossa di una rivale che stringe davanti e Arianna Fidanza cade pesantemente sul rettilineo. Ha un male cane, ha battuto forte prima il fianco e poi la testa. Dopo la sfortuna degli anni scorsi, la bergamasca vede di nuovo nero, ma per fortuna alla fine tutto si risolverà con un grosso spavento. La stagione va avanti, il dolore passa, il casco si è rotto e ha fatto il suo dovere.
Ne avevamo già parlato per Matteo Trentin, cui poteva andare molto peggio. Il casco ha assorbito il colpo e lui è dovuto rimanere fermo per una decina di giorni, per assorbire la commozione cerebrale derivante dall’impatto.
Una manovra scorretta e caduta alla Nokere Koerse. Dolore e paura, poi tutto a posto. Casco inclusoUna manovra scorretta e caduta alla Nokere Koerse. Dolore e paura, poi tutto a posto. Casco incluso
Il casco rotto
Che rapporto c’è fra un’atleta e il suo casco? In questo caso, che rapporto c’è tra Arianna Fidanza e il suo LIV REV PRO Mips, dotato cioè della tecnologia brevettata per aggiungere protezione nei caschi contro il movimento rotazionale?
«In squadra abbiamo due modelli – racconta Arianna – uno più leggero e uno più aerodinamico ed entrambi mi fanno sentire al sicuro. Qualche giorno fa al Danilith Nokere Koerse nella combattuta volata finale in leggera salita, sono finita a terra e ho visto svanire un probabile piazzamento. Il casco si è rotto, ma mi ha salvato. Ho avuto un forte mal di testa durante la notte, ma la mattina seguente stavo già meglio. Questo penso sia dovuto al lavoro eccellente che ha fatto il casco, rompendosi sì, ma non recandomi ulteriori danni».
Il sistema Cinch Pro MIPS offre una copertura ottimale, cullando l’osso occipitale per una protezione completaIl sistema Cinch Pro MIPS offre una copertura ottimale
Sistema Mips
Il casco del Team Bike Exchange ha la forma ottimizzata dalle analisi CFD, che permettono di combinare la massima ventilazione a un profilo aerodinamico ottimale. Ampie prese d’aria e canali interni forniscono infatti un costante flusso d’aria senza intaccare l’aerodinamica.
Sul fronte della sicurezza il sistema Cinch Pro MIPS offre una copertura ottimale cullando l’osso occipitale per una protezione completa, supporto e comfort. Come già detto, il sistema Mips ha dimostrato scientificamente di ridurre il movimento di rotazione, assorbendo e reindirizzando le energie e le forze trasferite al cervello.
«A volte per essere sicura – spiega Arianna – mi è capitato di stringerlo molto, ma ho notato che non mi ha creato dolore e fastidio. Volendo potrei anche tenerlo più largo, perché mi starebbe saldo sulla testa e comodo anche senza stringerlo così tanto».
Il sistema MIPS garantisce la protezione dagli impatti multidirezionali
Sul REV PRO MIPS ci sono 21 fori di aerazione
Costruzione all-in-one in-mold per resistenza agli urti, durata e protezione
La rotellina posteriore permette di stringere il casco e “fissarlo” per la migliore sicurezza
Il Direct Flow Cooling guida il flusso d’aria nei canali interni ottimizzando la ventilazione ad alte e basse velocità
I canali di ventilazione ACE permettono un flusso ottimale dell’aria
Il sistema MIPS garantisce la protezione dagli impatti multidirezionali
Sul REV PRO MIPS ci sono 21 fori di aerazione
Costruzione all-in-one in-mold per resistenza agli urti, durata e protezione
La rotellina posteriore permette di stringere il casco e “fissarlo” per la migliore sicurezza
Il Direct Flow Cooling guida il flusso d’aria nei canali interni ottimizzando la ventilazione ad alte e basse velocità
I canali di ventilazione ACE permettono un flusso ottimale dell’aria
Leggero e fresco
La regolazione dell’altezza è prevista in cinque posizioni incorporata nello strato di schiuma EPS inferiore.
Il rivestimento è in policarbonato con schiuma EPS che fornisce la massima protezione ottimizzando il comfort, mentre l’Element Strap System offre cinturini monostrato facilmente regolabili e ultrasottili. La membrana TransTexturaPlus interna è molto sottile e avvolge la testa offrendo una vestibilità sicura e confortevole. Essa è anche idrorepellente, quindi non assorbe il sudore ed evita cattivi odori.
Element Strap System (ESS) offre cinturini monostrato LiteForm facilmente regolabili, ultrasottili
La calzata del REV PRO MIPS è davvero perfetta, sensazioni confermate
Element Strap System (ESS) offre cinturini monostrato LiteForm facilmente regolabili, ultrasottili
La calzata del REV PRO MIPS è davvero perfetta, sensazioni confermate
Il test della… treccia
Il test svolto ha permesso inoltre di evidenziare alcune specifiche del nascere come casco per le donne.
«Noi ragazze che abbiamo i capelli lunghi – spiega Arianna Fidanza – non sempre riusciamo a trovarci comode con determinate tipologie di casco. A volte la treccia gonfia un po’ i capelli e rendono il casco scomodo e stretto, ma da quel che ho potuto osservare utilizzando il casco Liv, non è questo il caso. Personalmente a volte faccio anche la coda e altre la treccia, però in entrambe le acconciature mi trovo molto bene, dal momento che il casco gode di un’ampia regolabilità».
Dopo lo spavento alla Nokere Koerse, Arianna Fidanza è ripartita senza problemiDopo lo spavento alla Nokere Koerse, Arianna Fidanza è ripartita senza problemi
Un tocco di stile
E poi anche l’occhio vuole la sua parte. Su questo l’accordo con Arianna Fidanza è stato immediato.
«Il LIV REV PRO Mips è molto bello ed elegante – dice – richiama la maglia e la bici ed è molto femminile, si vede subito in gruppo ed è appariscente. Non è un aspetto fondamentale, ma indossare un casco così bello rende il tutto più carino».
Carino e sicuro. Inutile pensare a cosa sarebbe successo se su quel rettilineo acciottolato in leggera salita non lo avesse indossato o si fosse sfilato o peggio ancora non avesse ceduto…
Trentin e Nizzolo, entrambi nei 10, sono le due facce diverse degli italiani a Kuurne. Attaccante il primo, a inseguire il secondo. Si ritrovano a Sanremo
Giant torna nel mondo delle corse dei pro‘ e non lo fa in maniera banale, ma affiancando una compagine tra le più in vista del World Tour, ovvero il Team BikeExchange Jayco. I corridori sono una sorta di banco di prova per le bici, ma quando si tratta di passare da una tipologia di materiali ad un’altra, tutto il sodalizio è coinvolto, tra operatività, umori ed emozioni. Abbiamo chiesto a Fausto Oppici, capo meccanico del team e uomo particolarmente apprezzato nel circus.
Fausto Oppici, capo meccanico del Team Bike Exchange Jayco (foto BEX Media)Fausto Oppici, capo meccanico del Team Bike Exchange Jayco (foto BEX Media)
Fausto, cosa hai pensato quando hai saputo che Giant sarebbe tornata in gruppo con le sue bici e i suoi prodotti?
Quando abbiamo saputo del cambio è stata una bella sorpresa. C’è stato un po’ di stupore. Ma tutto sommato, è stato un cambio avvenuto in tempi brevi. Comunque lo abbiamo accolto con molta positività, perché Giant è un marchio di prestigio e apprezzato dagli atleti. Da subito siamo stati ben supportati e ci siamo resi conto, noi dello staff e i corridori, che ci avrebbe soddisfatto sotto tutti i punti di vista e nelle richieste.
Il sodalizio conta anche sulla compagine femminile, con le bici Liv (foto BEX Media)Il sodalizio conta anche sulla compagine femminile, con le bici Liv (foto BEX Media)
Quante bici sono arrivate da montare? Quali modelli?
Bisogna dividere la compagine maschile da quella femminile, perché nel nostro caso molte attività sono parallele. Se consideriamo la squadra maschile, questa è composta da 29 corridori.Ad ognuno di loro sono state fornite 4 bici road e 3 biciclette da crono. Di solito i leader hanno una bici in più e può essere che nel corso dell’annata vengano forniti dei telai da provare, ma questo si vede con il prosieguo della stagione.
Una bella mole di materiale…
Sono stati forniti dei pacchetti completi: telaio e forcella, selle e manubri, ma anche le ruote, che pur essendo Cadex sono comunque di matrice Giant. I modelli sono il TCR SL, Propel per i velocisti e i per i gregari degli sprinter, oltre alla Liv Advanced Pro Disc per le ragazze. Tutte disco. Quella da crono invece è con i rim.
Giant TCR SL Disc (foto BEX Media)
La TCR è il modello per scalatori. Meno “forza”, tanta legerezza (foto BEX Media)
Giant Propel SL Disc (foto BEX Media)
Il carro della Propel e il piantone parlano di solidità e aerodinamica (foto BEX Media)
Il cockpit della Giant Propel è ispirato alle esigenze degli uomini veloci (foto BEX Media)
Il modello da crono non prevede i dischi (foto BEX Media)
La versione Liv Advanced Pro Disc per le donne (foto BEX Media)
Giant TCR SL Disc (foto BEX Media)
La TCR è il modello per scalatori. Meno “forza”, tanta legerezza (foto BEX Media)
Giant Propel SL Disc (foto BEX Media)
Il carro della Propel e il piantone parlano di solidità e aerodinamica (foto BEX Media)
Il cockpit della Giant Propel è ispirato alle esigenze degli uomini veloci (foto BEX Media)
La versione Liv Advanced Pro Disc per le donne (foto BEX Media)
Il modello da crono non prevede i dischi (foto BEX Media)
Fornitura Giant 100%
In sostanza i modelli di biciclette per gli atleti sono quattro: Giant TCR SL e la Propel SL per la compagine maschile, entrambe con i dischi. La bici da crono invece ha i freni tradizionali.
Interessante la scelta della bici Liv per le ragazze, con la versione Langma Advanced Pro Disc, senza seat-post integrato. Stem e piega manubrio Giant, selle e ruote Cadex (made in Giant), con una fornitura che prevede anche la configurazionehookless tubeless e non è un semplice dettaglio.
I pedali e le trasmissioni Shimano. Inoltre, molti atleti, uomini e donne utilizzano le calzature Giant e Liv, così come i caschi nel modello Rev Pro. Ma torniamo all’intervista con Fausto Oppici.
Il casco Rev Pro con la livrea maschile (foto BEX Media)
Una parte degli atleti indossano le calzature Giant (foto BEX Media)
La versione femminile del casco, sempre Rev Pro (foto BEX Media)
La dotazione prevede anche le ruote Cadex tubeless con cerchio hookless (foto BEX Media)
Il casco Rev Pro con la livrea maschile (foto BEX Media)
La versione femminile del casco, sempre Rev Pro (foto BEX Media)
Una parte degli atleti indossa le calzature Giant (foto BEX Media)
La dotazione prevede anche le ruote Cadex tubeless con cerchio hookless (foto BEX Media)
Le bici sono equipaggiate con il nuovo Shimano Dura Ace Di2 a 12v. Quali rapporti hanno chiesto i corridori?
Una parte del materiale è stata consegnata e molto sta arrivando anche in quest’ultimo periodo. Posso dire che a tutti i corridori abbiamo montato l’11-30 dietro, avremo anche la ruota libera 11-34, mentre per la guarnitura davanti, solo la combinazione 54-40.Il Dura Ace è più facile.
Dylan Gronewegen, acquisto interessante del team australianoDylan Gronewegen, acquisto interessante del team australiano
Dopo le prime uscite avete eseguito dei cambi radicali nel montaggio, oppure tutto è rimasto uguale e avete fatto solo le regolazioni di rito?
Il montaggio è rimasto uguale, non ci sono stati atleti che hanno stravolto le scelte iniziali. L‘operazione più richiesta dai corridori è quella che si riferisce alla sistemazione dell’altezza delle leve, ma è abbastanza normale ad inizio stagione, perché anche loro devono prendere confidenza con i nuovi equipaggiamenti. Inoltre il Dura Ace a 12 velocità è molto differente, se paragonato al precedente, anche in fatto di ergonomia.
E voi meccanici come vi siete trovati?
Io mi sono trovato particolarmente bene con la nuova trasmissione, che è più facile e veloce da montare, vista l’assenza dei cavi ai manettini. Aggiungo anche che il modello TCR è facile da montare e sistemare, anche nella parte idraulica delle guaine, perché queste ultime non scorrono all’interno del tubo sterzo.
Il cockpit delle biciclette è firmato dalla casa taiwanese (foto BEX Media)
Le bici hanno tutte il Dura Ace (la guarnitura vecchia è stata usata per le foto)
Le bici in dotazione agli uomini sono le versioni SL, con il reggisella integrato (foto BEX Media)
Il cockpit delle biciclette è firmato dalla casa taiwanese (foto BEX Media)
Le bici hanno tutte il Dura Ace (la guarnitura vecchia è stata usata per le foto)
Le bici in dotazione agli uomini sono le versioni SL, con il reggisella integrato (foto BEX Media)
Di solito ci sono variazioni in proposito tra l’inizio e il cuore della stagione agonistica?
E’ difficile trovare un corridore che cambia completamente, a meno che non sorgano dei problemi. Ti posso dire una delle richieste più frequenti: controllo dell’altezza sella e all’inclinazione della punta.
Quando avete iniziato a montare le bici, qual è la cosa che ti ha colpito maggiormente lavorando sulle bici Giant?
Sicuramente la leggerezza della bici degli uomini, la TCR SL, ma anche di quella aero, la Propel SL. Quest’ultima considerando la categoria delle biciclette aerodinamiche.
Michael Matthews con la TCR SL (foto BEX Media)
Arianna Fidanza e la sua Liv Advanced Pro Disc (foto BEX Media)
Michael Matthews con la TCR SL (foto BEX Media)
Arianna Fidanza e la sua Liv Advanced Pro Disc (foto BEX Media)
La versione SL della Giant TCR è una delle poche che tiene fede al reggisella integrato. È un fattore che vi crea problemi quando dovete posizionare e fare il setting per il corridore?
Non è facile all’inizio, anche se vi devo dire che ha un margine di aggiustamento di 2,5 centimetri, che per un integrato non è poco. Ma per noi meccanici è fondamentale lavorare con i millimetri e bisogna essere precisi e abili quando si taglia il carbonio. E’ necessario azzerare gli errori.
C’è un corridore che ti ha colpito per la sua pignoleria e precisione?
Sì, è Simon Yates, perché è molto preciso e vuole provare diverse soluzioni. E’ un corridore che capisce il mezzo ed è in grado di fornire dei feedback importanti.
Simon Yates, corridore apprezzato dai meccanici per la sua capacità di “capire” la bicicletta (foto BEX Media)Simon Yates, corridore apprezzato dai meccanici per la sua capacità di “capire” la bicicletta (foto BEX Media)
Quale è il feedback di un atleta, uno di quelli che ti ha colpito maggiormente?
Non uno nello specifico, ma in generale apprezzo quei corridori che capiscono la differenza di rigidità tra un telaio ed un’altro. Oppure quelli che percepiscono la differenza anche di un solo millimetro nell’altezza sella.
Quale è stata la richiesta più strana che hai ricevuto da parte di un atleta?
In merito ad una bici da crono, quando il corridore ha voluto una prolunga più lunga dell’altra, richiesta strana e assecondabile, perché è sempre il corridore che si deve trovare bene sulla bicicletta.
Il 2020 è un anno segnato dal Covid-19 che ha creato molti problemi. Ci siamo chiesti come sarà Eurobike, la fiera di settore più importante di europa.
Una bicicletta da donna, progettata dalle donne. Ecco la LIV Langma Advanced Disc 1, la sorellina minore delle top di gamma con cui nel 2022 correranno le ragazze del team ufficiale – il LIV Racing Xstra in cui militeranno Rachele Barbieri e Katia Ragusa, guidate da Giorgia Bronzini – e quelle del Team BikeExchange-Jayco, passate da Bianchi a Giant. LIV è infatti la proposta al femminile del colosso taiwanese e a fronte delle migliaia di donne che hanno scoperto la bici, non si può dire che non si sia trattato di una mossa azzeccata.
Il test si è svolto sulle strade intorno Palermo: qui la salita di Monte PellegrinoIl test si è svolto sulle strade intorno Palermo: qui la salita di Monte Pellegrino
Una bici compatta
La Langma Advanced Disc nasce attorno a un telaio ultraleggero in carbonio Advanced-Grade che offre un ottimo rapporto rigidità e peso. La bici che se ne ottiene è pronta alla risposta e adatta alla gara. Il tubo obliquo, che presenta una geometria a ellissi orientate, riduce la resistenza al vento e aumenta l’efficienza in fase di accelerazione. In abbinamento con il piantone, sagomato per avvicinare il centro della ruota posteriore al movimento centrale, compone una bici davvero veloce.
Il telaio da noi provato è una S ed è davvero un giocattolino di leggerezza e stile. Il piantone misura 45 centimetri, l’angolo del piantone è di 74°30’ mentre quello di sterzo da 72° permette di avere il trail da 61,4 millimetri, che permette alla bici di essere guidabile. Il carro posteriore è compatto (lunghezza dei foderi di 40,5 centimetri).
La bici è equipaggiata con gruppo Shimano Ultegra (guarnitura 36-52)
Il carro posteriore è molto breve. Il perno passante rende la bici super rigida
Perno passante ovviamente anche all’anteriore e freni a disco
Manubrio e attacco sono by Giant-LIV nel segno della grande pulizia
La bici è equipaggiata con gruppo Shimano Ultegra (guarnitura 36-52)
Il carro posteriore è molto breve. Il perno passante rende la bici super rigida
Perno passante ovviamente anche all’anteriore e freni a disco
Manubrio e attacco sono by Giant-LIV nel segno della grande pulizia
Controllo totale
I freni a disco integrati flat mount offrono la sicurezza necessaria per mantenere la velocità anche in curva e pedalare in condizioni meteorologiche variabili. Langma consente il montaggio di pneumatici fino a 32 millimetri, quindi si può personalizzarne l’assetto in base alla strada che si sceglie di percorrere.
Sul fronte delle ruote, si sono scelte le PR2 che Giant offre come primo montaggio. Sono tubeless ready e pesano 1.800 grammi la coppia. Una soluzione interlocutoria, adatta per strade non proprio perfette, mentre su alcuni modelli viene previsto il sistema Giant SLR 36 Disc che riduce la resistenza aerodinamica.
Il reggisella Variant Composite regolabile offre infine un’elasticità superiore, in modo da ottenere una guida reattiva per affrontare facilmente strade sconnesse.
Ultegra meccanico
Sul fronte dei componenti, la bici che abbiamo provato è montata con lo Shimano Ultegra meccanico, con guarnitura 36-52 e pedivelle da 170, con pacco pignoni 11-32 a 11 velocità.
L’attacco manubrio è il Liv Contact da 38 centimetri di larghezza, con attacco manubrio Giant Contact da 90 millimetri.
E’ made il LIV anche la sella, modello Approach. Mentre tornando per un istante al reggisella, si tratta di un design brevettato che ottimizza l’equilibrio tra leggera e rigidità. Il sistema a expander grazie al quale viene effettuato il bloccaggio si basa su un nottolino in lega leggera, composto da tre parti: quella centrale e le due laterali che si allargano fino a bloccare il reggisella all’interno del piantone, in cambio di una notevole pulizia estetica. La bici così assortita è in vendita a 2.899 euro.
Una raccolta di pensieri di Giovanni Visconti, dopo aver portato a termine la Sicily Divide. Tre giorni nel silenzio. Le parole. I sapori. I colori. La vita
Sofia Bertizzolo ha 23 anni, perciò ogni parola che dice, anche quando racconta di qualche intoppo, trasuda freschezza. Anche se percepisci chiaramente che i chilometri e la vita vista dal manubrio fanno crescere più in fretta del normale. Lasciando stare per un attimo il 2020, la stagione precedente l’aveva segnalata fra migliori giovani del gruppo. Era facile (lo è ancora) immaginarla presto a lottare fra le grandi. Nel fantastico Grande Fratello che è il mondo ai tempi del Covid, questa chiacchierata si svolge dopo che la vicentina è rientrata a casa dall’aver fatto la spesa a Bassano del Grappa, dove da poco si è trasferita.
«Ma io non so – dice Sofia- che cosa mi porterà il 2021, perché può succedere di tutto. Spero di cuore che sia un anno da vivere, sul piano sportivo e su quello personale. Vorrei ritrovarmi. Dopo il bel 2019 delle classiche, l’anno scorso è stato pesante psicologicamente e fisicamente. Dopo due mesi sui rulli, ho avuto diversi problemi fisici. Se c’è una cosa che ho imparato è che, stando così le cose, pianificare diventa difficile. Voglio godermi tutte le corse. Non sono di quelle che può dichiarare che andrà alle Olimpiadi. Devo sudarmi ogni passo».
Argento juniores per Sofia a Ponferrada 2014. Al brindisi azzurro partecipano anche Nibali e BennatiArgento a Ponferrada 2014, al brindisi anche Nibali
Perché il 2020 è stato così pesante?
Mi sono sentita imprigionata. Ero abituata ad avere tanti spazi aperti, nel campo dietro casa dei miei. Invece mi ero appena trasferita in appartamento a Bassano e mi sono ritrovata fra quattro mura. Mi hanno rubato due mesi di libertà. Sono andata solo due volte dai miei genitori, sentendomi una ladra. Facendo certe stradine che la macchina spera di non dover fare mai più, per evitare le multe.
Invece con le restrizioni di adesso?
Ho imparato a gestirle. Già il fatto di non dover stare in casa è una conquista. Vedo tanta gente in bici, è impossibile costringere le persone a stare rinchiuse e comunque sono una professionista e posso allenarmi. Perciò la vivo meglio, anche se non riesco a stare al passo con tutte le regole.
Hai detto: «Non sono una che può dichiarare che andrà alle Olimpiadi». Però almeno lo speri?
Penso che le Olimpiadi siano il più grande sogno. Per farvi capire, finora l’esperienza più bella sono stati i Giochi del Mediterraneo del 2018, a Tarragona, in Spagna. Respiravo la presenza degli atleti di altri sport. Osservavo cosa facessero e come. Cosa mangiavano. Sembrano cose banali, ma ognuno di noi fa quello che la sua disciplina richiede. Immaginate che cosa possono essere le Olimpiadi. Certo che sento il fascino…
Dovevi andare alla Movistar.
Mi sarebbe piaciuto, perché l’ho sempre vista come l’unica squadra WorldTour che dà alle donne lo stesso materiale degli uomini, altro che Astana e CCC. Invece non potevano assumermi come dilettante e mi hanno chiesto di licenziarmi dalle Fiamme Oro, cosa che non era pensabile. E così sono rimasta dov’ero, in una squadra rivoluzionata da cui è andata via Marianne Vos, che ne era la bandiera e a un certo punto ha voluto fare esperienze nuove.
Come è stato correrle accanto?
Me la sono goduta poco. Non ti insegna spiegandoti, devi guardare dove va. Quando si muove Marianne, sta per succedere qualcosa. E’ stata davvero una bella esperienza. E poi malgrado tutto quello che ha vinto, è una persona rispettosa.
In cosa pensi di dover migliorare?
Nella cura del dettaglio, in tutti quegli aspetti che se curati fanno la differenza. Parlo di aerodinamica, alimentazione… Su questo fronte sono ancora un po’ grezza, anche perché nessuno mi si è mai messo a tavolino a fare l’elenco di cosa serve, quindi ogni anno imparo cosa serve, anche guardando le mie compagne.
Un punto di forza?
L’essere sempre critica, nel senso di interrogarmi su quello che faccio e quello che fanno gli altri. Questo mi permette di capire se quello che sto facendo mi fa bene e anche se è giusto quello che gli altri vogliono farmi fare. Che non è sempre per il mio bene.
Sofia Bertizzolo, Fiamme Oro, al tricolore crono 2020Campionati italiani della crono 2020
Quanto pesa questa vita a 23 anni?
Devi sacrificare la vita sociale. L’aperitivo con le amiche puoi farlo, ma puoi prendere uno spritz al mese e per il resto solo thè. Ormai ho quasi 24 anni e per fortuna i ragazzi della mia età lavorano. A Natale sono uscita in bici. E mi dà fastidio il fatto che se devo spostarmi per più di un giorno, devo portarmi dietro la bici.
Sofia, hai mai pensato di lasciar stare?
No, ma piuttosto mi sono resa conto di non averlo mai scelto. Al 2° anno junior, in quarta liceo, sono entrata nelle Fiamme Oro. Ho fatto il corso a Nettuno, quindi non ho mai vissuto il passaggio tra fine del ciclo didattico e il salto fra le elite. Non so se resterò a vita nella Polizia, ma di certo non potrei vivere di solo ciclismo. Con le spese che devo sostenere per fare questo mestiere, dal costo dei tamponi alle barrette proteiche, non potrei permettermelo. Il guaio è che dal 2023 dovrebbe cambiare l’ordinamento quindi si dovrà scegliere fra corpi militari e una squadra minore, oppure fare le professioniste. Siamo in una squadra WorldTour, siamo d’accordo, ma non si può fare paragoni con gli uomini.
Dopo essere stata per anni la portabandiera del team CCC-Liv nella prossima stagione Marianne Vos vestirà la maglia di una nuova squadra. Liv Cycling, il brand di Giant pensato per il mondo femminile, ha voluto ringraziare la fuoriclasse olandese realizzando per lei un video speciale. Con questo gesto elegante Liv Cycling ha voluto ringraziare Marianne per tutto quello che ha fatto per il brand e per il movimento del ciclismo femminile a livello mondiale.
Con questo video, Liv ha inteso salutare Marianne Vos per gli straordinari anni insieme
Il 2020 è stata la quattordicesima stagione come ciclista professionista di Marianne Vos che ha iniziato la sua partnership con Liv Cycling nel 2012 gareggiando con il Rabobank Women Team (in seguito diventato Rabo-Liv). Va ricordato che nella sua straordinaria e vincente carriera la Vos ha vinto 2 medaglie d’oro alle Olimpiadi, 3 titoli mondiali su strada, 7 mondiali nel ciclocross e 2 su pista.
Marianne Vos vince a Nola la 6ª tappa del Giro Rosa Iccrea (foto Cor Vos)A Nola la 3ª vittoria al Giro (foto Cor Vos)
Definita la più grande ciclista di tutti i tempi, nel corso della sua carriera, Marianne Vos è stata una forza trainante per maggiori opportunità, brand awareness e diritti per le cicliste. L’azienda e Marianne Vos condivideranno sempre lo stesso obiettivo: portare più donne in bicicletta. Quindi, indipendentemente dalla maglia che indosserà o dalla bici che utilizzerà, il grande marchio di bici continuerà ad essere fan di Marianne Vos.
Giorgia Bronzini in Australia ha vinto il suo primo mondiale. Un trionfo inaspettato ma studiato. La piacentina racconta e dà consigli a Balsamo e Zanardi
Fu la Vos, 9 anni fa, a sedersi al tavolo delle trattative perché rinascesse il Tour donne. Oggi che è tornato, l'olandese ha coronato il suo sogno giallo
Si chiama Settimana ed è la nostra speciale selezione di contenuti editoriali pubblicati su bici.PRO negli ultimi sette giorni.
La riceverete puntualissima ogni lunedì direttamente nella vostra casella di posta elettronica.
Your information will *never* be shared or sold to a 3rd party.
Iscriviti alla newsletter
Si chiama Settimana ed è la nostra speciale selezione di contenuti editoriali pubblicati su bici.PRO negli ultimi sette giorni.
La riceverete puntualissima ogni lunedì direttamente nella vostra casella di posta elettronica.
Your information will *never* be shared or sold to a 3rd party.