Manolo Saiz ne sa una più del diavolo. Per cui quando nel 1998 la sua Once si presenta al via della stagione con le Giant a forma di mountain bike, i meccanici e i corridori del gruppo drizzano le orecchie avendo fiutato la novità. Mentre le case produttrici di casa nostra con un po’ del solito snobismo fanno spallucce e tirano dritto. La casa taiwanese viene ancora vissuta come l’assalto dell’Oriente alla tradizione europea e a leggere come è finita la storia viene da sorridere.
Già nel 1987, Giant ha lanciato il carbonio per tutti, introducendo nel mercato la Cadex 980 C, con tubazioni in fibra e congiunzioni in alluminio incollate. Il telaio della Once però è un passo avanti vertiginoso. E’ il primo Compact Road. Ha il tubo orizzontale incredibilmente inclinato e il triangolo posteriore compatto. Le bici sono mediamente più piccole e più rigide grazie al nuovo disegno. Fra i corridori che ne fanno uso, Jalabert (foto di apertura) se ne serve per arrivare secondo dietro Bartoli alla Liegi del 1998, in una stagione comunque da 13 vittorie.
Beloki e il Tour
I nostri fanno spallucce e orecchie da mercanti fino a un certo punto. Gradualmente infatti il mercato si sposta verso lo sloping: ha il tubo superiore inclinato anche la Bianchi di Pantani, perché Marco apprezza e pretende. Chi può col carbonio, gli altri con l’alluminio che in quegli anni ha comunque soppiantato il carbonio.
Giant fa scuola. La sua Tcr ha aperto la strada e i corridori della Once continuano a usarla e a vincere. Nel 1999, Jalabert arriva quarto al Giro. Joseba Beloki arriva per due volte terzo al Tour (2000-2001) e una volta secondo (2002). La sua progressione si infrange sull’asfalto della nona tappa del Tour 2003, quando cade rovinosamente (mentre Armstrong si salva tagliando in un campo), riportando la frattura del femore, che di fatto chiude la sua carriera ad alto livello.
Il 2003 è anche l’ultimo anno della Once in gruppo. Saiz va avanti con Liberty Seguros e biciclette Bh, mentre per rivedere il marchio Giant ci sarà da aspettare il 2009.
Menchov, primo Giro
A volere il marchio di Taiwan al suo fianco è infatti la Rabobank, che per anni ha corso su biciclette Colnago. La squadra di Menchov, del giovanissimo Mollema, di Freire, Flecha e di Gesink è uscita dal 2008 con il terzo posto di Menchov al Giro d’Italia, alle spalle di Sastre ed Evans. Per il 2009 si vuole il salto di qualità e probabilmente, oltre alle bici, Giant porta anche le risorse per investire di più. I risultati si vedono.
In sella all’ultima versione della Tcr montata Shimano, Denis Menchov vince il Giro d’Italia, battendo Di Luca, Pellizotti e Basso al rientro dalla squalifica. Garate invece vince una tappa al Tour de France.
Con il Team Blanco
Il legame fra il gruppo olandese e Giant è forte al punto che quando alla fine del 2011 Rabobank deciderà di uscire da ciclismo in seguito alle ammissioni di Armstrong (avendo altri due anni di contratto, la banca olandese continuerà a pagare il suo impegno, anche se la squadra si chiamerà Team Blanco), la casa orientale rimarrà al suo posto fino al 2013. Il gruppo olandese assumerà poi la denominazione di Belkin e adotterà bici Bianchi, interrompendo una collaborazione andata avanti per cinque stagioni.
Dumoulin, seconda rosa
Ma di uscire non se ne parla. E così a partire dal 2014, Giant diventa primo nome di una nuova squadra assieme a Shimano, che per i due anni successivi sarà Giant-Alpecin. Con la maglia bianconera corrono il giovane Dumoulin, John Degenkolb e Marcel Kittel. Un team per classiche e volate, mentre Dumoulin cresce.
Le bici ora sono due. Il Tcr, è sempre sloping e leggero, ha il telaio in carbonio e va decisamente veloce. Poi c’è la Propel per le classiche, anch’essa sloping e in carbonio, ma antesignana delle bici aero. In tre anni, Degenkolb vince Gand, Sanremo e Roubaix. Kittel ne vince 14, compresa la tappa di Parigi del Tour. Ed è quando la squadra diventa Team Sunweb nel 2017, che Giant vince nuovamente la maglia rosa.
Ci pensa Dumoulin sulla classicissima Tcr e la Trinity per le cronometro che in effetti domina. Le Olimpiadi del 2016, chiuse con l’argento alle spalle di Cancellara, sono state un ottimo banco di prova e quando l’olandese porta la sua bici da crono in trionfo nella crono di Milano, per Giant si chiude un altro cerchio. A fine stagione il Team Sunweb conterà anche l’Eneco Tour dello stesso corridore olandese, ma il marchio taiwanese dirà addio al gruppo dei pro’.
La nona Tcr
La lunga storia continua. Chiude Bmc e il blocco di Ochowitz viene rilevato dalla polacca CCC. Forse per avere appoggio finanziario, Giant viene in soccorso della squadra e in collaborazione con la squadra lancia la TCR di nona generazione. La TCR Advanced SL (anche in versione Disc) è l’ultima versione della bici nata nel 1998. La usano Trentin e De Marchi e faranno fatica a separarsene.
Ritorno nel 2022
Se a questo punto vi starete chiedendo il perché di questo articolo, bisognerà che vi anticipiamo quello che per il gruppo non è più un segreto da qualche mese. Giant sta per tornare. I corridori hanno ricevuto le bici e le stanno provando. Ma poiché il rapporto fra la squadra che le userà e il marchio uscente non si è chiuso in modo proprio amichevole, finora non si sono visti annunci.
Il riferimento è al Team Bike Exchange e ancora una volta, saltato a quanto si sa l’accordo con Premier Tech, è lecito supporre che oltre alle bici farà comodo l’ossigeno della grandissima azienda orientale. Mentre sul fronte delle voci, queste sì del tutto soggette a cambiamenti, gira anche quella secondo cui dal 2023 anche Dumoulin potrebbe tornare sulla bici che gli portò la maglia rosa.