Scartezzini e Bertazzo su strada. Villa, a te la parola

02.04.2021
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Liam Bertazzo e Michele Scartezzini, due pistard su strada. Li avevamo visti alla Coppi e Bartali, pedalare sotto gli occhi del cittì Marco Villa che era venuto in Romagna appositamente per loro.

E proprio con il cittì del parquet (in apertura di spalle con Scartezzini, ndr) parliamo di questi due “vagoni” del team che ruota attorno al quartetto delle meraviglie. “Scarte” ha corso in azzurro e Bertazzo con la maglia della sua squadra, la Vini Zabù.

La mole di Scartezzini (in penultima ruota) durante la cronosquadre della Coppi e Bartali
La mole di Scartezzini (in penultima ruota) durante la cronosquadre della Coppi e Bartali
Marco, come hai visto i tuoi ragazzi in corsa?

Liam qualcosina di più aveva fatto ad inizio stagione, ma era un anno e mezzo in pratica che non correva sua strada. Ricordiamo che lui era stato rallentato dall’ernia al disco. Alla fine si era dovuto anche operare, ma sta recuperando bene. Scarte invece non avendo un team per correre su strada, quando c’è la nazionale ne approfittiamo in accordo con Marino Amadori per buttarlo nella mischia. E’ un qualcosa che chiaramente rientra nel progetto olimpico.

Quali sono state le loro difficoltà maggiori?

Che erano alle prime gare. Hanno trovato un livello molto alto: hanno faticato un po’ con il ritmo, non era tanto il discorso che sono dei pistard che passano alla strada. Viviani o Consonni cosa sono allora? Pistard o stradisti? Per me sono atleti della nazionale. Liam e Michele hanno fatto fatica, perché non avevano giorni di corsa nelle gambe. E comunque non sono stati da meno rispetto a tanti altri.

Liam Bertazzo in azione alla Coppi e Bartali
Liam Bertazzo in azione alla Coppi e Bartali
E con la distanza? Hai qualche dato che certifichi il loro maggior dispendio energetico, pensando alla loro muscolatura importante?

Sì, il cronometro! Osservavo le classifiche e vedevo che arrivavano a 10′, 20′ dai primi. Ma è normale, come detto non avevano quel ritmo gara. Poi però guardo le graduatorie – il tono di Villa si fa più serio – e vedo anche che Hayter ha vinto una tappa e ha fatto quinto nella generale: e lui fa parte del quartetto inglese. Questo per dire che fare strada e pista è ormai un qualcosa di normale per chi fa certe attività.

Perché è importante fargli fare queste corse?

Nell’eventuale convocazione olimpica tutti loro, anche Bertazzo e Scartezzini, devono essere al pari di Ganna, Consonni, Viviani… che corrono con costanza su strada e tanto più nel WorldTour, è questione di omogeneizzare il lavoro. Deve esserci sintonia anche in questo.

Non si lascia nulla al caso, insomma… Ci ha colpito una foto di Scartezzini a crono: in pista sembra piccolo, su strada un gigante.

Ha messo su almeno 8 chili, ha lavorato molto in palestra ed ha abbandonato definitivamente il discorso del professionismo su strada. Adesso è un pistard al 100%. Chiaramente essendo più grande ha fatto molta fatica in salita, ma è stata una scelta sua, una scelta di vita. Adesso fa parte di un corpo militare e questo gli consentirà di avere un futuro anche dopo il ciclismo.

Invece Bertazzo potrebbe addirittura andare al Giro, qualora dovesse far parte del treno per Mareczko. Per te sarebbe un problema in ottica preparazione olimpica?

Un problema? Assolutamente no. Anche Viviani e Ganna faranno il Giro. Elia quando vinse a Rio aveva fatto il Giro. Io sono il primo a dire ai miei ragazzi di fare attività su strada. Hayter per l’Inghilterra, Kluge per la Germania, Meyer per l’Australia… il ciclismo di adesso è questo.

Parte della rosa del quartetto: (da sinistra) Viviani, Lamon, Ganna, Scartezzini e Bertazzo
Parte della rosa del quartetto: (da sinistra) Viviani, Lamon, Ganna, Scartezzini e Bertazzo
E come ne sono usciti i ragazzi? Che sensazioni avevano?

Ne sono usciti stanchi, però posso dire che questa settimana hanno fatto uno stage a Montichiari e il quartetto andava fortissimo. C’erano anche Ganna e Consonni, che veniva dal Belgio. Simone mi ha detto di avere avuto buone sensazioni. A me servono corridori pronti, non potendoli avere ogni volta per 15 giorni di seguito. 

Avete affinato il metodo…

Ormai da un po’ la nostra tecnica è questa: corrono su strada e subito gli faccio fare degli allenamenti in pista, devono reagire subito a questo tipo di sforzo e vedo che vanno bene. Ai ragazzi piace. E poi al contrario si sentono bene quando ritornano in pista.

Un’ultima domanda, cittì, ma come mai Bertazzo e Scartezzini si sono fermati nell’ultima tappa della Coppi e Bartali? Era concordato?

No, semplicemente c’è stato un grande sparpaglio. E’ venuta fuori una corsa durissima. Ha attaccato un gruppetto da lontano con dentro un uomo di classifica e ne hanno pagato le spese. Ma non solo loro. In pochissimi l’hanno finita.

Vini Zabù: a Mareczko il compito di finalizzare

02.04.2021
3 min
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Tanti cambiamenti nella squadra italiana, il team di Citracca e Scinto ha profondamente cambiato il suo roster e a ben guardare la rivoluzione è tesa a un salto di qualità. Si punta fortissimo su Jakub Mareczko, che fa un salto indietro lasciando il World Tour, ma ha in questo modo più spazio e una squadra che crede fortemente in lui come futura stella internazionale delle volate. Nella Vini Zabù oltretutto ci sono molti corridori che possono costruire lo sprint ideale per il corridore di nascita polacca, a cominciare da Liam Bertazzo e Marco Frapporti, passisti da anni nel giro della nazionale su pista.

Mareczko vince su Cavendish la prima tappa della Coppi e Bartali
Mareczko vince su Cavendish la prima tappa della Coppi e Bartali

Ci sono anche Panama e Serbia…

In casa Vini Zabù si fa molto affidamento sull’esperienza di gente come Zardini e Stacchiotti per gestire in corsa i più giovani, sapendo che alla squadra si chiede soprattutto di mettersi in mostra il più possibile in ogni occasione. Un’occhiata di riguardo la meritano due corridori provenienti da nazioni che non hanno certamente una grande tradizione ciclistica, ma il panamense Gonzalez e il serbo Stojnic hanno già dimostrato di sapersela cavare più che bene, soprattutto il secondo, i cui limiti sono tutti da scoprire.

Riccardo Stacchiotti, confermato per tirare le volate di Mareczko
Riccardo Stacchiotti, confermato per tirare le volate di Mareczko

Due tricolori in cerca di rilancio

Un cenno a parte lo merita Mattia Bevilacqua, campione italiano junior nel 2017, che dopo un primo approccio nel mondo professionistico con tanta voglia d’imparare è pronto ora a mostrare le sue qualità, anche come finalizzatore. Lo stesso dicasi per Simone Bevilacqua (non sono parenti), tricolore su strada tra gli Under 23 nel 2015, corridore con tutte le caratteristiche del finisseur.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Andrea BartolozziBorgomaneroIta03.05.19992019
Liam BertazzoEsteIta17.02.19922015
Mattia BevilacquaLivornoIta17.06.19982020
Simone BevilacquaThieneIta22.02.19972018
Matteo De BonisGaetaIta26.09.19952020
Andrea Di RenzoLancianoIta24.01.19952016
Marco FrapportiGavardoIta30.03.19852008
Roberto GonzalezPanama CityPan21.05.19942019
Kamil GradekKozieglowyPol17.09.19902013
Alessandro IacchiBorgo San LorenzoIta26.05.19992019
Jakub MareczkoJaroslaw (POL)Ita30.04.19942015
Davie OrricoComoIta17.02.19902011
Daniel PearsonCardiffGbr26.02.19942015
Jan PetelinCittà del LussemburgoLux02.07.19962016
Joab SchneiterIttigenSui06.08.19982019
Riccardo StacchiottiRecanatiIta08.11.19912014
Veljko StojnicSomborSrb04.02.19992020
Leonardo TortomasiPartinicoIta21.01.19942020
Wout Van ElzakkerHoogerheideNed14.11.19982019
Etienne Van EmpelTrichtNed14.04.19942020
Edoardo ZardiniPeschiera del GardaIta02.11.19892013

DIRIGENTI

Angelo CitraccaItaGeneral Manager
Luca ScintoItaDirettore Sportivo
Francesco FrassiItaDirettore Sportivo
Tomas Aurelio Gil MartinezEspDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Per la Vini Zabù la Corratec ha messo a disposizione il modello CCT EVO, bici molto rigida soprattutto nella parte posteriore del telaio, in grado di supportare al massimo lo sprint di Mareczko e non solo. La maglia è targata BicycleLine.

CONTATTI

VINI ZABU’ – ITA

Tharcor Limited, 69 Trinity Street, Dublin 2 Dublin (IRE)

admin@tharcorltd.com – www.vinizabuprocyclingteam.com

Facebook: @ViniZabuProTeam

Twitter: @ViniZabuProTeam

Instagram: vinizabu_procyclingteam

Liam Bertazzo

Tokyo, Bertazzo spera: «Darò il massimo»

26.12.2020
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Non è facile lavorare per un obiettivo che sai potrebbe non arrivare, anche mettendocela tutta. Questo è quel che riguarda alcuni degli atleti di Marco Villa, che sperano di trovare un posto nel quartetto dell’inseguimento a squadre in quel di Tokyo. Tra i ragazzi in bilico c’è anche Liam Bertazzo, passistone veneto, da anni pilastro delle maglie azzurre che sfrecciano nei velodromi. Uno dei veterani del gruppo. Uno che respira parquet da sempre e la pista ormai ce l’ha scolpita nel Dna.

Liam, sei una delle colonne di questa nazionale…

Sono oltre dieci anni che faccio parte di questo gruppo. Il primo mondiale risale a Mosca 2009 da juniores e… sì, siamo una bella squadra.

Liam Bertazzo
Liam Bertazzo (a sinistra) e Davide Plebani (a destra) durante il ritiro di Formia
Liam Bertazzo
Bertazzo (sinistra) e Plebani durante il ritiro di Formia
Sei consapevole che rischi di non correre a Tokyo?

Sì, questo è il prezzo da pagare adesso che siamo arrivati a grandi livelli e a grandi risultati. Sappiamo che potenziale abbiamo. Da parte mia so che se m’impegno e do tutto non avrò rimorsi.

Parli al plurale. Villa vi ha mentalizzato bene, vi sentite tutti parte in causa?

Sono cresciuto con questo gruppo. C’ero quando facevamo 4’12” e la Bielorussia con bici peggiori delle nostre ci stava davanti e ci arrivavano le critiche. Siamo arrivati dove siamo arrivati solo per il nostro affiatamento. Prima che ciclisti siamo amici.

Come si fa a trovare gli stimoli sapendo di poter non esserci?

Si trovano anche fra noi quelli. Per uno che migliora anche l’altro cerca di farlo. E’ la forza gruppo. Insieme si cresce: potenziale, morale alto, vittoria… Sono consapevole che potrei restare fuori, ma significherebbe che gli altri sono più forti e per la squadra va bene così. Intanto pensiamo giorno per giorno. Ho passato momenti difficili, ho avuto problemi di salute e questo mi ha aiutato a capire quanto siamo fortunati quando stiamo bene. Come detto, se avrò dato tutto non avrò nessun rammarico. Mi sento parte del gruppo e l’obiettivo è comune. E poi da qui a sei mesi possono succedere tante cose.

Liam Bertazzo
Adesso che i problemi legati all’ernia sono superati, Liam può tornare ad allenarsi al meglio
Liam Bertazzo
Problemi fisici superati, Liam può allenarsi al meglio
Che problemi fisici hai avuto?

Venivo da un 2019 abbastanza traumatico, un’ernia alla schiena tra le vertebre L5-S1. Ho provato a tenere duro per non operarmi, ma alla fine non camminavo più. Avevo fatto dell’ozonoterapia, infiltrazioni… le cose sembravano andare un po’ meglio. Poi però lo scorso gennaio con l’arrivo del freddo tutto è peggiorato. Avevo dolore, le gambe indolenzite, avevo perso muscolo. Il dolore era insopportabile, soprattutto nelle partenze. Non si poteva andare avanti. Oggi a volte non basta allenarsi al 100% figuriamoci in quelle condizioni. Con l’aiuto di Fred Morini ho trovato un neurochirurgo che mi ha operato. Quindi man mano ho ripreso. Vedevo i ragazzi ai mondiali fare quel che hanno fatto. Per questo agli europei di Plovdiv ci puntavo tanto, ma il Covid mi ha impedito di andarci.

L’arrivo di Milan, che è l’ultimo arrivato in ordine cronologico, è uno stimolo o un’impedimento in più?

E’ quasi un peso, perché con uno così sei obbligato a puntare alle prime due posizioni alle Olimpiadi. Lui è fortissimo. Siamo completi in tutti i ruoli. Un Milan così è un piccolo Ganna e con due come loro per stare dentro devi essere al 130%!

Liam Bertazzo
Bertazzo (28 anni) è nella Vini Zabù-Ktm dal 2019
Liam Bertazzo
Bertazzo (28 anni) è nella Vini Zabù-Ktm dal 2019
Qual è il ruolo di Bertazzo nel quartetto?

Io sono il secondo, quello che deve portare il team in tabella, cioè al ritmo della tabella di marcia prestabilita. Abbiamo fissato 14″200 a giro? Io devo portarli a 14″200. Almeno era così fino a gennaio scorso… I primi due sono quelli che più di tutti subiscono la partenza, prendono aria subito, gli altri hanno più tempo per “sistemarsi”.

Si parla di decimi, ormai avete la sensibilità per capire se state andando forte o piano?

Insomma. Siamo molto abituati a far riferimento al cronometro. Sì, magari i primi due chilometri osservi i tempi, cerchi di regolarti, ma gli ultimi 2.000 metri non guardi più nulla e dai tutto. Ogni gara è a sé. Alle Olimpiadi del 2016 con un quartetto molto più “improvvisato” non abbiamo ragionato molto, prima del via ci siamo detti: si dà tutto e basta.

Riuscite a “parlare” in quei frangenti?

No, semmai si sente giusto un cala, aumenta.

Quanto sei cambiato in questi dieci anni di pista?

Se devo essere sincero, preferivo il Liam ragazzino che non aveva paura di nulla e che pensava di poter fare tutto, però sono contento di chi sono diventato. Adesso so che l’impegno non è solo in quelle due settimane prima della gara, ma inizia mesi e mesi prima. Ho consapevolezza dei sacrifici che servono per raggiungere l’obiettivo. Però sono fiducioso, anche con l’arrivo di “Kuba” (Marezcko, ndr) in squadra (la Vini Zabù-Ktm, ndr) avremo modo di correre in un certo modo su strada, impostando le volate. E anche questo può aiutare.