Corratec CCT EVO Disc è la bici che mette d’accordo scalatori e velocisti ed è la specialissima che usano i corridori della Vini Zabù. Durante il ritiro di Montecatini abbiamo avuto modo di esaminarla da vicino, anche grazie al meccanico del team toscano, Sandro De Gennaro, che ci ha svelato alcune chicche.
Ma prima diamo un’occhiata generale a questo telaio che sembra piuttosto massiccio. E che molto è piaciuto a Jakub Mareczko.
Ponticello “magico”
«Il Corratec CCT EVO Disc è un telaio monoscocca in carbonio T1000 – dice De Gennaro – è molto rigido ma al tempo stesso i tubi hanno profili aerodinamici».
In effetti i diametri dei tubi sono marcati. In particolare gli steli della forcella e i foderi (alti e bassi) del carro ci hanno dato questa impressione.
La forcella è la Corratec Pro Control Carbon Disc, davvero massiccia. Il profilo degli steli è aero e piatto nella facciata interna. Questo consente di utilizzare coperture anche molto larghe.
Anche il carro presenta questi tubi dalla sezione maggiorata ma una delle particolarità è che rispetto a molti modelli attuali l’attacco dei foderi alti sul piantone non è abbassato, ma è più “tradizionale”. Tuttavia la rigidità è assicurata dal ponticello: benché parliamo di una bici con freno a disco questo è rimasto. E la soluzione a quanto pare è piaciuta anche ai corridori. «La bici non flette ed è molto veloce», hanno detto in coro. Quel ponticello fa una bella differenza.
Manubrio futuristico
Se il telaio è pulito e rifinito al meglio (la colorazione è fortemente personalizzata), meritano attenzione due elementi di Ursus: il reggisella e il manubrio.
Il reggisella è decisamente rigido, ma al tempo stesso comodo. E’ in fibra ad alto modulo Ud. Pesa solo 180 grammi, ha un diametro di 27,2 millimetri ed è particolare la sua testa: questa è “oversize”. E’ un blocco unico che smorza molto le vibrazioni.
Il manubrio è integrato. E’ il Magnus ma con finiture estetiche leggermente diverse rispetto a quelle da catalogo. La piega ha un profilo aerodinamico. L’attacco ha una forma affusolata e per non intaccare minimamente la struttura. In Ursus hanno inserito due placchette di alluminio per il serraggio sul tubo della forcella. Una scelta il cui impatto estetico è notevole (la placchetta argentata spunta in mezzo a tutto il nero del carbonio) ma al tempo è stesso è davvero valida: non si va a “disturbare” la struttura della piega. Un elemento che ci dice quanto sia curata questa bici.
Il manubrio consente anche il passaggio interno dei cavi (idraulici) dei freni. Particolari le sue misure, definite per taglie in proporzione a larghezza della piega e lunghezza dell’attacco. Attacco che propone misure massime di 125 millimetri, seguendo le nuove tendenze che li vogliono più corti.
Il ponticello “magico” che conferisce rigidità al carro, molto apprezzato dai corridori Il manubrio integrato di Ursus Per la Vini Zabù a disposizione l’intera gamma Selle Italia Presto le corone Sram 50-37 saranno sostituite dalle 52-39
Equipaggiamento top
«Riguardo alle selle – spiega De Gennaro – abbiamo a disposizione tutta la gamma di Selle Italia. I corridori in base alle proprie preferenze e caratteristiche scelgono il modello. Il 90% di loro utilizza la Slr Boost o la Superflow, che sarebbe quella aperta, ma qualcuno opta anche per quella chiusa».
«Le ruote – riprende De Gennaro – sono le Ursus disc da 37 o 47 millimetri. Le coperture sono Challenge. Per le gare ne abbiamo due modelli: gli Strada, che sono da 25 millimetri, e i Roubaix, che sono da 27. I ragazzi quasi sempre scelgono gli Strada, ma per la Strade Bianche tutti utilizzeranno i Roubaix. I dischi che montiamo sono da 140 millimetri, sia all’anteriore che al posteriore».
La scheda tecnica
Gruppo | Sram Red eTap AXS |
Ruote | Ursus |
Pneumatici | Challenge |
Manubrio | Ursus |
Sella | Selle Italia |
Reggisella | Ursus |
Pedali | Xpedo |
Discorso rapporti, che molto fece penare i ragazzi della Zabù lo scorso anno. La squadra è rimasta fedele al gruppo Sram Red eTap AXS che di sicuro è valido da un punto di vista meccanico ed anche estetico: non ci sono cavi e la bici è di una “pulizia” unica, ma presto cambieranno i rapporti. «Per adesso abbiamo ancora le guarniture con il 50-37, ma in vista del Giro d’Italia arriveranno i 52-39».
Infine un piccolo sguardo al peso. Qualche corridore ci ha confidato che gradirebbe qualche grammo in meno. Tuttavia ci è sembrata una bici assolutamente nella media con le “colleghe” del gruppo.