Pinazzi vince su strada e fa discutere in pista

04.05.2023
6 min
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Due settimane di fuoco. Sono quelle vissute da Mattia Pinazzi. Lo avevamo sentito non più tardi di metà aprile con tutte le sue aspettative e si può ben dire che siano andate anche oltre le previsioni. Facciamo un veloce riassunto, come all’inizio di ogni puntata di una serie Tv: Mattia è stato finalmente convocato per la nazionale per la terza tappa della Nations Cup su pista, a Milton, dopo aver risolto i problemi burocratici che avevano ostacolato la sua presenza nella tappa inaugurale.

Il ventiduenne di Colorno è stato fondamentale per la nazionale, per il quartetto che aveva bisogno come il pane di un risultato importante e in Canada ha contribuito alla piazza d’onore dietro la Gran Bretagna, permettendo di acquisire punti fondamentali per la qualificazione olimpica e non solo. Tornato in Italia, un po’ per i benefici fisici del lavoro su pista, un po’ per l’entusiasmo, fatto sta che Pinazzi ha piazzato un clamoroso uno-due a fine aprile, portando a casa due classiche come la Vicenza-Bionde e il Circuito del Porto (la gara di casa per il suo team, foto di apertura) nello spazio di 24 ore.

Prima volata vincente alla Vicenza-Bionde battendo Epis e Skerl, poi il trionfo al Trofeo Arvedi (foto Italiaciclismo)
Prima volata vincente alla Vicenza-Bionde battendo Epis e Skerl, poi il trionfo al Trofeo Arvedi (foto Italiaciclismo)

Un posto d’onore vitale

Di materiale di cui parlare ce n’è in abbondanza. Così abbiamo interpellato innanzitutto chi ha vissuto da vicino la sua avventura canadese, Marco Villa che su di lui fa molto affidamento: «A Milton ha disputato due gare su tre, saltando solo la finale, ma ha dato un contributo decisivo. Avevo detto che quel risultato ci serviva, sia perché dopo due noni posti la classifica per i posti olimpici cominciava a farsi pericolosa, sia perché tengo ad avere un ranking alto per le gare titolate, in modo da poter partire dopo le principali avversarie. Abbiamo perso solo con i britannici che però avevano tre quarti del team titolare, a noi mancavano Ganna, Milan e Consonni. Per questo è un risultato che vale moltissimo».

Pinazzi è stato impiegato come secondo uomo, raccogliendo l’ideale testimone da Lamon come sempre al lancio: «E’ un ruolo delicato, perché necessità di molta resistenza lattacida, devi reggere l’impatto del lancio e poi mantenere il quartetto in tabella di gara quando finisce la prima azione di partenza. Lui è uno di quelli che ha questi valori più alti di tutti, in quel ruolo è ideale, ma può ricoprirne anche altri. Per me è parte integrante della squadra pur essendo ancora under 23».

Il podio della prova di Milton, con Pinazzi insieme a Lamon, Moro, Boscaro e Scartezzini (foto Fci)
Il podio della prova di Milton, con Pinazzi insieme a Lamon, Moro, Boscaro e Scartezzini (foto Fci)

Un futuro nello scratch

Villa ha un’idea molto chiara sulle possibilità di Pinazzi su pista: «Quartetto a parte, io sono convinto che Mattia possa essere uno dei migliori esponenti al mondo nello scratch e se la cava molto bene anche nella madison. Il suo problema è che è ancora un po’ timido nell’approccio con la gara, deve crederci di più e soprattutto vorrei che quando è a casa si allenasse di più, non aspettasse i lavori su pista per far salire la condizione. Sono temi dei quali spesso parliamo, ma è giovane e sta imparando».

I risultati ottenuti al ritorno in Italia non lo hanno stupito: «Anzi, a dir la verità considerando le sue qualità potrebbe vincere anche di più. Non è un caso se dopo 9 giorni di trasferta e tanti impegni sia tornato in Italia e abbia fatto quel che ha fatto. E’ l’ennesima dimostrazione che la pista fa bene, di esempi ce ne sono tanti, ad esempio c’è chi dopo Milton è andato al Romandia ed era sempre tra i primi, come il portoghese Oliveira».

Su pista Villa è convinto che il parmense possa diventare un big nello scratch
Su pista Villa è convinto che il parmense possa diventare un big nello scratch

I soliti problemi

Figurarsi allora la reazione del cittì quando si accenna che nell’ambiente girano voci sulla volontà del giovane emiliano di mettere in futuro un po’ da parte la pista: «Solo in Italia si sentono queste sciocchezze. Hayter si fa questi problemi? Oppure Thomas? I problemi ce li poniamo solo noi. Bisognerebbe guardare i fatti e i fatti sono che quando torna dalla pista ha una gamba diversa e vince. Io comunque non inseguo nessuno, non l’ho fatto con i quattro che ho portato all’apoteosi olimpica. Chi ci crede è con me, altrimenti ognuno per la sua strada…».

Villa parla a ragion veduta, il caso di Pinazzi vincente dopo la pista è l’ultimo di una lunga serie. Chiedere ad esempio a Ganna se ha intenzione di mollare la pista, come fanno ripetutamente molti addetti ai lavori: «Sento tanti campioni del passato che consigliano a questo o a quello di concentrarsi sulla strada, gente come Moser e Cancellara che poi, quando correvano loro, non stavano a sentire nessuno e vincevano proprio perché seguivano il loro istinto e raccoglievano anche su pista. Ripeto, certi problemi ce li poniamo solo noi».

Villa crede molto in Pinazzi, stimolandolo anche in maniera rude
Villa crede molto in Pinazzi, stimolandolo anche in maniera rude

La risposta Arvedi

Il tema è scottante, d’obbligo allora sondare il terreno in casa Arvedi, parlando con Gaetano Zanetti diesse dell’Arvedi: «Attenzione a non dare troppo credito alle voci di corridoio. Io sono in costante contatto con Mattia e so ad esempio che il suo riferimento è Viviani proprio perché sa abbinare la doppia attività. Lui è convinto di continuare sul doppio binario, poi nel futuro si vedrà. Noi da parte nostra conosciamo bene i benefici della pista e del lavoro con Villa, tanto è vero che Pinazzi è solo uno dei nostri che fa doppia attività, come Galli, Bonelli, Colosio. Siamo convinti che la pista deve prendere sempre più piede. E’ chiaro, gli impegni sono tanti, ma sta a noi saper calibrare il calendario in base ad essi».

Interessante sapere da Zanetti come è stato gestito il ragazzo al suo ritorno dal Canada e come ha fatto quindi a vincere due volte di seguito con ancora leggeri postumi del jet lag: «Non solo questo. In Canada i ragazzi hanno trovato brutto tempo e un clima diverso da quello che c’è qui e anche questo influisce. Noi l’abbiamo lasciato tranquillo al suo ritorno, programmando solo volume per un paio di giorni (mercoledì e giovedì, ndr), poi un po’ di velocizzazione prima delle due gare. Sapeva che erano due eventi ai quali tenevamo moltissimo e li ha onorati al meglio su percorsi per lui ideali».

Pinazzi con Gaetano Zanetti, diesse dell’Arvedi Cycling che punta molto sulla sua crescita
Pinazzi con Gaetano Zanetti, diesse dell’Arvedi Cycling che punta molto sulla sua crescita

50 giorni fondamentali

Ma le ambizioni riposte su Pinazzi non finiscono certo qui: «Ora ci sono un paio di mesi cruciali. Le prossime due gare sono piuttosto dure per lui, con molta salita ma io sono convinto che possa progredire anche su tracciati ostici. Intanto comunque correre e magari lavorare per gli altri gli sarà utile, poi a fine mese ci saranno altri due appuntamenti congeniali e magari potrà rimpinguare il bottino».

Oltretutto Pinazzi, all’ultimo anno nella categoria, è atteso al salto fra i pro e ogni risultato fa gioco in questa fase: «C’è già stato qualche abboccamento da parte di team importanti, ma ancora non ha deciso. Per questo sa che in queste settimane si gioca molto, noi gli daremo tutto il supporto necessario».