Amadori studia come salvare i classe ’98

18.01.2021
3 min
Salva

Il 2020 non è stato un anno facile per i giovani, soprattutto per coloro che erano all’ultimo anno della rispettiva categoria. Abbiamo più volte ascoltato il parere di tecnici (oggi tocca ad Amadori), team e corridori soprattutto relativi agli juniores, ma anche i dilettanti non se la passano bene. O meglio, coloro che dal 1° gennaio 2021 sono al primo anno elite.

I classe 1998, ma non solo loro, sono forse i più penalizzati di tutti in assoluto, anche più degli juniores che con il “terzo anno” opzionale possono salvarsi, ma i ragazzi nati nell’anno della doppietta del Pirata sono ad un vero bivio, che in molti casi li porta a smettere anche se potenzialmente sono forti.

Firenze Empoli 2020 (Foto Scanferla)
Firenze-Empoli (foto Scanferla) e San Geo le prime gare del calendario U23/elite
Firenze Empoli 2020 (Foto Scanferla)
Firenze-Empoli (foto Scanferla) e San Geo, prime gare del calendario U23/elite

Il progetto di Amadori

«Siamo consapevoli di questa situazione – spiega il cittì U23, Marino Amadori – e con gli organizzatori stiamo parlando per far sì che molte gare U23 accettino almeno gli elite di primo anno. Non dico le corse internazionali, altrimenti con le continental si aprirebbero tutt’altri scenari, ma almeno le gare nazionali, che non sono poche. Questo discorso lo abbiamo già sollevato in sede federale con la nostra struttura tecnica. E’ un allarme che con Davide Cassani abbiamo lanciato qualche mese fa e che ci vede concordi al 101%.

«Avevamo avanzato anche all’Uci l’idea di allungare di un anno gli U23, ma non se ne è più fatto nulla».

Intanto la Federciclismo ha varato il calendario relativo alla categoria under 23/elite. Ed è effettivamente abbastanza ricco, come dice Amadori.

La nazionale in soccorso

I giovani italiani più promettenti sono stati spesso convocati in azzurro, ma a volte la stessa nazionale è andata incontro ai ragazzi in difficoltà.

«E quest’anno più che mai – riprende Amadori – cercheremo di avere un occhio di riguardo per i classe 1998 con la nazionale. La stagione “monca” dell’anno passato non ha consentito a questi ragazzi di esprimere il loro potenziale. Ovviamente parlo di coloro che non sono già in una continental. Questi corridori qualche chance in più già ce l’hanno. Tanto più con la tendenza di oggi che vede passare corridori sempre più giovani, addirittura dagli juniores (si ritroverebbero in una zona d’ombra, schiacciati dai giovanissimi e da chi è già in una continental, ndr). Io credo che almeno un primo anno elite debba avere ancora le sue possibilità.

«In azzurro correremo più o meno le stesse corse delle passate stagioni, quindi quelle del calendario nazionale: Laigueglia, Larciano Coppi e Bartali e altre gare in cui riusciremo ad ottenere l’invito. Inoltre, Giro U23 a parte, parecchie gare a tappe sono aperte agli elite, tra queste il Giro della Romagna. Insomma, in Italia in generale non sono poche».

Già in passato la nazionale è andata in soccorso di atleti che hanno avuto difficoltà
La nazionale al via del Laigueglia 2020

Una lunga lista

Amadori preferisce non fare nomi. Ma basta dare uno sguardo alle classifiche per rendersi conto che ci sono anche nomi di peso. Cristian Rocchetta della General Store, per esempio: per lui sei podi e una vittoria. Matteo Baseggio, sempre della General Store, che si è spesso piazzato nella top ten. Matteo Zurlo della Zalf, per lui una vittoria e un secondo posto. Senza contare che ci sono ragazzi anche di anni precedenti al 1998 che vantano anche delle vittorie: Stefano Gandin, Riccardo Lucca…

«Non è facile indicare questo o quel nome – dice Amadori – io ho tirato giù una lista di 20-25 corridori del 1998 molto interessanti che qualcosa di buono hanno fatto. In che zone se ne contano di più? Direi che sono sparsi sul tutto il territorio italiano a macchia di leopardo, chiaramente laddove ci sono più tesserati ci sono più ragazzi in questa situazione».