Jonathan Milan, europei Plovdiv, 2020

Milan/2. Ma c’è anche (e soprattutto) Tokyo

23.12.2020
3 min
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Seduti su una panchina sul Monte di Buja, tra ombre sempre più lunghe, foglie morte e la corona delle Alpi Giulie imbiancate di fronte a noi, continua l’intervista con Jonathan Milan. Stavolta l’argomento principale è quello della pista.

Con il quartetto azzurro si può davvero sognare e lui e Ganna possono essere due locomotive incredibili, a prescindere poi da chi lo comporrà nel giorno della gara.

Jonathan, vieni da un 2020 super in pista, a partire dai mondiali di Berlino e dagli europei di Plovdiv: cosa farai per il 2021?

Mi seguiranno Paolo Artuso, Marco Villa e Andrea Fusaz. Con Fusaz e Villa ho già lavorato bene quest’anno nell’inverno 2019-2020. Fusaz mi seguiva per la strada e Villa per la pista e non credo ci saranno problemi. Artuso e Fusaz dovranno incontrarsi per stilare bene il programma, ma sono contento di mantenere il rapporto con Andrea per quest’anno e magari anche per il futuro.

Jonathan Milan
Jonathan Milan su una panchina in cima a Monte Buja
Jonathan Milan
Jonathan Milan, U23 nel CT Friuli
Dopo che se ne è andato via Ellingworth, il tuo mentore per la pista in Bahrain-McLaren, ti sei fatto sentire con la squadra?

Cavolo! Ho detto: che succede? Ma loro mi hanno subito dato certezze. Mi ha chiamato Vladimir Miholjevic (direttore sportivo, ndr) e mi ha assicurato che il programma non sarebbe cambiato.  Ma io ero già tranquillo, alla fine è anche interesse della squadra che io vada forte alle Olimpiadi e quindi fare l’attività su pista.

Che appuntamenti di avvicinamento avrai in vista di Tokyo? 

Cercheremo di avere il picco di forma centrale (che di solito è quello più alto, ndr) per le Olimpiadi e, credo, il primo per gli europei, che hanno spostato a giugno. Ma lì sarà più importante vedere come stiamo lavorando, come vanno le cose, che il risultato. Poi credo che da quel momento la strada andrà sempre a diminuire. Chiaramente non per gli allenamenti, ma non credo farò più gare fino a Tokyo.

Quante volte ti allenerai su pista?

Penso 3-4 giorni a settimana e magari in mezzo ci saranno anche delle gare. Vediamo cosa decideranno Artuso, Fusaz e Villa.

Parli sempre alla terza persona plurale: decideranno, vedranno… Sembra quasi che tu sia staccato, che il discorso della preparazione non ti riguardi…

Perché mi fido e perché non ho le qualità per decidere io del mio picco di forma. Loro tre collaborano e per me è okay.

Jonathan Milan, rapporti, Montichiari, 2020
Milan, una pausa durante un ritiro a Montichiari
Jonathan Milan, rapporti, Montichiari, 2020
Milan, una pausa durante un ritiro a Montichiari
Parliamo dei materiali. Cosa arriverà per Tokyo?

Spero arrivi il manubrio 3D anche per me. Dovevamo andare in galleria del vento proprio in questi giorni prima di Natale, ma con il Covid non è stato possibile. Poi non so in casa Pinarello se bolle in pentola dell’altro. Comunque la novità è il manubrio, anche perché i materiali da portare alle Olimpiadi sono già stati presentati e non possono essere cambiati. Non è stato un caso che Ganna abbia usato già ai mondiali di Berlino il 3D, altrimenti non avremmo potuto utilizzarlo a Tokyo.

E’ lecito parlare di rapporti? State lavorando magari per spingere un dente più duro?

Si cerca il rapporto per andare il più forte possibile. Non è detto che sia più duro. Faremo i test anche sulla pista di Tokyo prima di sceglierlo.

Strada-pista, pista-strada: come riesci a passare da una bici all’altra?

Mi adatto bene, ci sono abituato e ho la fortuna di avere una buona sensibilità. Quindi se qualche misura non torna, se c’è qualcosa che non va me ne rendo conto subito.

Sentirai la pressione? Questo quartetto ha davvero grandi possibilità…

Per adesso no, anche perché io dico che ancora non so se ci andrò. Ma credo che la sentirò, come tutti del resto. Poi di base io avverto molto la pressione e anche per questo mi rivolgo spesso a Fred Morini (il fisioterapista della nazionale ndr). Lui mi fa i massaggi, mi mette il taping, ma soprattutto sa come farmi rilassare. Sono due anni che è con noi e mi conosce bene.