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Attento e motivato, Belleri studia e punta ai pro’

25.02.2023
6 min
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Senza girarci troppo attorno, questa stagione per Michael Belleri può rappresentare il definitivo trampolino di lancio per guadagnarsi una chiamata tra i professionisti. D’altronde il 23enne bresciano di Polaveno la categoria superiore l’ha assaggiata l’anno scorso con una ventina di gare nel calendario della sua Biesse-Carrera.

Per passare “di là” Belleri sa di essere ormai nella formazione giusta e di poter contare su due diesse preparati come Milesi e Nicoletti. Ed è altrettanto consapevole che dovrà dare un seguito alle ultime due annate in cui ha dimostrato di saper vincere. I sigilli ottenuti nel 2022 a Castelfidardo (stessa gara vinta anche l’anno prima) e a Parabiago sono una parte del biglietto da visita che vorrebbe completare nei prossimi mesi aggiungendo una maggiore continuità. Come ci ha detto lui, sa a chi ispirarsi e quale potrebbe essere il suo ruolo. Tutti spunti utili che prende leggendo gli approfondimenti dei corridori sul web.

Michael com’è andato l’inverno?

Con la squadra abbiamo fatto circa venti giorni di ritiro in Spagna a Denia. Le sensazioni sono buone e mi sembra di stare bene. Anche gli ultimi allenamenti in vista delle prime gare (debutto stagionale oggi alla San Geo, ndr) hanno dato buoni riscontri. Mi sento pronto, anche se proprio queste prime gare sono sempre delle incognite. Non mi preoccupo se non andranno secondo i piani, non mi esalterò troppo se andranno bene. Quest’anno voglio fare più attenzione a certi aspetti.

Avverti un po’ di pressione quindi?

Quella c’è sempre, ma me la metto da solo. Da parte di squadra e staff non ne ho, loro mi supportano sempre e in tutto. Diciamo che essendo al secondo anno elite, voglia e motivazioni non mi mancano. Cercherò di essere regolare. Poter passare pro’ con cinque vittorie o nessuna onestamente mi cambia poco. Certo vincere aiuta sempre, ma guardate Colleoni, mio ex compagno, che nel 2020 fece sei secondi posti. Oppure Busatto l’anno scorso che ne fece otto. Da dilettanti non hanno mai vinto, ma si sono meritati un contratto in formazioni importanti, facendo in totale una marea di piazzamenti nei cinque. Sono due esempi che vorrei seguire.

Sei un corridore che va bene sugli strappi e col colpo da finisseur. Quali altre caratteristiche hai?

Sono più a mio agio sui percorsi misti, ma anche su salite medio-lunghe riesco a tenere piuttosto bene chi è più scalatore di me. Nel 2021 avevo fatto decimo sul Monte Grappa a 50” dal vincitore. Dovrei lavorare molto di più sugli sprint perché spesso si arriva in gruppetto ed è fondamentale avere uno spunto veloce. Le mie prerogative principali però sono tirare per i compagni o andare in fuga. Sono le cose che mi riescono meglio. Non ho paura di prendere vento in faccia.

Queste sono qualità sempre molto apprezzate dalle squadre professionistiche.

Lo so, infatti. L’anno scorso su venti gare disputate con i pro’, in sette sono andato in fuga. Su tutte ricordo quella alla Agostoni con 140 chilometri all’attacco con altri corridori. Oppure quando nel 2021 ho corso il Giro di Toscana con la nazionale ed ho aiutato De Marchi, il nostro capitano, a prendere una delle ultime salite davanti. Lui arrivò secondo e a fine gara venne da me a dirmi «Bravo giovane». Fu una grande soddisfazione. E’ anche da quel momento che ho pensato che io tra i pro’ potrei e saprei essere adatto come gregario.

E dal punto di vista tattico invece come se la cava Michael Belleri?

Sto imparando a gestire le energie fisiche e mentali. Spesso spreco molto. L’anno scorso a maggio a Monte Urano ho fatto terzo dietro Raccani e Lucca, ma Marco (il diesse Milesi, ndr) era arrabbiatissimo con me. Mi ha dato dei nomi (sorride, ndr), perché quel giorno avevo vinto tutti i traguardi volanti e i gpm, non mi ero risparmiato, ma avevo buttato via la corsa. Due settimane dopo sono tornato nelle Marche con Dario (l’altro diesse Nicoletti, ndr). Lui, memore di quell’episodio, mi ha detto che mi avrebbe indicato dalla radio quando muovermi nel finale.

E come è andata?

Bene, ha avuto ragione lui, perché ho vinto. Quest’anno dovrò seguire meno il mio istinto. Ho capito dove sbagliavo. Insomma, andrò sempre all’attacco, ma usando molto di più la testa.

Nel 2022 Belleri ha indossato la maglia della nazionale ai Giochi del Mediterraneo (foto instagram)
Nel 2022 Belleri ha indossato la maglia della nazionale ai Giochi del Mediterraneo (foto instagram)
Appunto, cosa ti hanno detto i tuoi due tecnici durante il ritiro?

Marco e Dario mi hanno responsabilizzato molto. Sono alla quarta stagione in Biesse-Carrera e sono uno dei più “vecchi” assieme a Belletta, arrivato quest’anno. Mi chiedevano consigli sulle strade da fare e sui miei compagni, lasciandomi anche qualche libertà in più in allenamento. Questo è un aspetto che mi dà morale perché Marco e Dario se ne intendono. Se fanno così significa che hanno visto qualcosa in me che posso trasmettere agli altri.

Da dove nasce questa esperienza?

Sono tutte cose imparate sulla strada e rubando qualche trucco del mestiere agli altri corridori, leggendo tutti i vostri articoli, specie quelli sulla preparazione. Vi confesso, anche se ve ne sarete accorti dalle mie “reazioni social” sotto i vostri profili (sorride nuovamente, ndr), che mi piacciono tutti e mi aiutano a trarre un vantaggio.

Nel 2022 Belleri ha disputato venti gare in mezzo ai professionisti (foto instagram)
Nel 2022 Belleri ha disputato venti gare in mezzo ai professionisti (foto instagram)
Questo ci fa davvero piacere Michael, ma non distraiamoci che il 2023 agonistico è iniziato! Che programma avrai?

Andiamo avanti… (piccola risata e breve silenzio, prima di tornare serio, ndr). Indicativamente dovrei fare lo stesso calendario della passata stagione. Correremo in mezzo ai pro’ a Laigueglia, Larciano, Per Sempre Alfredo, Giro di Sicilia ed altre che vedremo più avanti. Per una di queste un piccolo obiettivo però ce l’ho. Mi piacerebbe vincere o andare molto forte al Città di Brescia, la corsa che si disputa in notturna. Non è proprio adatta a me però per me è la gara di casa, o meglio dei sogni. Le luci, il pubblico e il tifo rendono l’atmosfera magica come se fosse uno stadio o una kermesse delle stelle.

Sono tutti pronti per il WorldTour? Il caso di Conca

21.10.2022
4 min
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Per uno di quei collegamenti involontari che si creano quando parli spesso con corridori e di corridori, dopo aver letto il pezzo di ieri sulla scelta di rapporti di Filippo Conca, la chiamata a Marco Milesi per farsi raccontare la Biesse-Carrera del 2023 è diventata lo spunto per un altro tema. Si può dire davvero, come ha fatto Basso, che a Colleoni e Conca avrebbe fatto bene correre due anni all’Androni anziché rompere il primo contratto e andare alla Bike Exchange e alla Lotto Soudal? Passare diretti nel WorldTour è sempre la scelta migliore?

I due ragazzi lombardi hanno ottenuto le cose migliori fra gli under 23 proprio con Milesi ed è sotto gli occhi di tutti che il loro adattamento nel WorldTour sia stato finora laborioso. E mentre Colleoni ha firmato a gennaio il rinnovo con il team australiano prolungandolo di un anno, Conca ha chiuso i due anni alla Lotto con una buona Vuelta (foto di apertura) e passerà alla nuova Q36.5 con Missaglia come direttore.

Colleoni e Conca (qui a Laigueglia alle spalle di Giordani) hanno corso con la Biesse-Arvedi fino al 2020
Colleoni e Conca (qui a Laigueglia alle spalle di Giordani) hanno corso con la Biesse-Arvedi fino al 2020
Marco, sarebbero stati davvero meglio in una professional?

Conca sicuramente. Alla Lotto non ha trovato il suo ambiente. Io ho corso in Belgio e se non entri nel loro clima, ti trovi davanti a un muro. Con Missaglia invece potrebbe tornare il Conca che attacca e che in alcune tappe si è visto alla Vuelta.

Non si poteva prevedere che alla Lotto non avrebbe trovato il suo ambiente?

Diciamo che è stato un anno particolare, perché non avendo risultati erano tutti nervosi e alla fine sono retrocessi.

Mentre Colleoni?

Kevin potrebbe dare di più e glielo dico sempre. Ha qualità. Ma nelle WorldTor ci sono altre regole e la corsa spesso è bloccata attorno al capitano. Le uniche occasioni che hai di fare la corsa sono quando non c’è un leader, come per Conca alla Vuelta. Se non hai le gambe e la testa per emergere subito, puoi scegliere di fare il gregario di lusso, altrimenti finisci ai margini.

Colleoni ha esteso il contratto con la Bike Exchange, ma secondo Milesi può fare molto di più
Colleoni ha esteso il contratto con la Bike Exchange, ma secondo Milesi può fare molto di più
Possibile che non ci sia nessuno che ti segua e ti metta nelle condizioni di emergere?

Difficilmente trovi un direttore sportivo che lo faccia, per andare in certe squadre devi essere grandicello. Uno è Davide (Bramati, ndr), ma ce ne sono pochi che danno la scossa ai giovani. Gli altri ti dicono che va bene finché va bene il capitano.

Nel 2023 qualche tuo corridore passerà professionista?

Spero Ciuccarelli con Savio, pare che alla fine riusciranno a fare la squadra. Poi Foldager, che ha firmato con la Bike Exchange dal 2024, quindi farà ancora un anno con noi. Garosio va alla Eolo-Kometa. Invece Svrcek da luglio è alla Quick Step e in Slovacchia è andato anche bene. Peccato si sia rotto la clavicola sul più bello: di fatto non lo abbiamo mai visto.

Sarete ancora Biesse-Carrera-Premac?

Esatto. In più gli sponsor tecnici hanno rinnovato tutti subito, alcuni hanno chiesto un contratto triennale. Evidentemente come immagine abbiamo lavorato bene. Sono arrivati D’Amato e Arrighetti. Abbiamo preso Rinaldi che correva nella Swiss Racing Academy di Cancellara. Ho parlato con Fabian e non sono riusciti a inserire nella Tudor tutti i giovani e mi pare che abbia un bel motore. E poi viene su qualcuno dal vivaio.

Dopo le due vittorie 2021, Ciuccarelli aveva firmato con la Drone Hopper: la squadra si farà?
Dopo le due vittorie 2021, Ciuccarelli aveva firmato con la Drone Hopper: la squadra si farà?
Prosegue il team juniores?

Certo ed è anche un bel gruppo, con gli stessi sponsor della continental. Questo ci permette di prendere allievi interessanti. Abbiamo 11 juniores con 2 campioni italiani e uno di questi, fatemelo dire, è mio figlio Alessandro. E con l’arrivo di Enrico Barbin che affiancherà Renato Galli, riusciremo a seguirlo bene.

Barbin che hai avuto anche come corridore…

Alla Trevigiani, per tre anni, nello stesso periodo di Mattia Cattaneo. Con me ha vinto il Liberazione e il De Gasperi, parliamo la stessa lingua.

Colleoni apre a Zana le porte della BikeExchange

29.09.2022
5 min
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Filippo Zana dalla prossima stagione vestirà la maglia del team BikeExchange Jayco, la prima avventura in una squadra WorldTour per il neo campione italiano. Quando si inizia un nuovo cammino è sempre bene avere un punto di riferimento, qualcuno che ti apra le porte del mondo che stai per affrontare. E chi meglio di Kevin Colleoni, uno dei pochi, anzi pochissimi, corridori italiani che militano in questa squadra (oltre al bergamasco ci sono Matteo Sobrero ed Alexander Konychev, quest’ultimo però è in scadenza di contratto)?

Coetanei

Alla vigilia della Coppa Agostoni, i corridori della BikeExchange e della Kern Pharma fanno visita a Cicli Sardi, Giant Store di Monza e vera istituzione per i pedalatori della Brianza e non solo. Un negozio nascosto da palazzoni che sembrano tutti uguali ma che in realtà non lo sono. Approfittiamo della presenza di Colleoni per iniziare ad aprire qualche spiraglio sulla nuova avventura di Zana.

«Filippo lo conosco da tanto tempo, fin dalle categorie inferiori (ci dice nel retro del negozio, lontano da occhi curiosi, Colleoni, ndr). Siamo sempre stati rivali ma amici fuori, è una bella cosa che il campione italiano venga da noi e se lo merita pienamente».

Zana porterà la maglia tricolore alla BikeExchange: «Sarà strano all’inizio averla in squadra», ci ha detto Colleoni
Zana porterà la maglia tricolore alla BikeExchange: «Sarà strano all’inizio averla in squadra», ci ha detto Colleoni
Alla BikeExchange siete pochi corridori italiani, è più facile legare?

Cerchiamo di legare un po’ di più tra di noi, forse diventa anche più semplice. Secondo me si troverà bene, sia con lo staff che con i compagni, la nostra è una squadra molto tranquilla. Avrà il giusto spazio ed i tempi necessari per capire come si lavora. 

Lo staff che vi circonda com’è? 

Mi sono sempre trovato bene con tutti: meccanici, massaggiatori, nutrizionista. Essendo per la maggior parte italiano o spagnolo anche per me integrarmi all’inizio è stato più semplice. 

La vostra nutrizionista è Laura Martinelli, vi trovate bene?

E’ con noi da quest’anno, è molto brava nel suo lavoro e non ci fa mancare nulla. Quando abbiamo bisogno di qualcosa basta chiamarla e lei è sempre disponibile. Ci mette molta programmazione e cura nel suo lavoro, se c’è un obiettivo da raggiungere pianifica tutto prima nei minimi dettagli. 

I meccanici, invece?

Abbiamo la fortuna di avere il magazzino vicino a Varese, quindi per ogni richiesta o consiglio chiamo loro. Ogni gara cambia il team dei meccanici, quindi è più difficile creare un rapporto specifico.

Zana e Sobrero sul percorso dei mondiali di Wollongong, i due l’anno prossimo saranno in squadra insieme
Zana e Sobrero sul percorso dei mondiali di Wollongong, i due l’anno prossimo saranno in squadra insieme
Con chi è più facile creare un rapporto di amicizia, confidenza?

Con i massaggiatori, perché si passa più tempo insieme dopo la corsa, sono la tua valvola di sfogo se le cose vanno male o i primi a festeggiare con te se al contrario vanno bene. Io mi sono legato particolarmente con Gobbi, che è di Bergamo anche lui, ma anche con Lenzi che è di Varese. Diciamo che sono un po’ i punti di riferimento.

Qual è stata la tua prima difficoltà, così da dare un esempio pratico a Zana…

A primo impatto direi che è stato il fatto di essere in una squadra estera, ho sempre corso in squadre italiane, come Filippo. All’inizio ti trovi di fianco grandi campioni e non sai nemmeno bene come rapportarti, pensi che siano una spanna sopra gli altri, ma con il tempo capisci che sono solo i tuoi compagni.

In una squadra australiana, con compagni da tutto il mondo l’inglese è fondamentale.

A dire la verità la cosa più difficile per me, ancora tutt’ora – dice con una risata – è quando i ragazzi australiani parlano tra di loro. Hanno un accento diverso e parole pronunciate in maniera differente, che noi europei non siamo abituati ad ascoltare.

Tu e Zana avete una corporatura simile, alti e slanciati, a livello di bici che consigli gli daresti?

Noi facciamo sempre, dopo il Lombardia, tre giorni di ritiro dove si organizzano visite mediche, abbigliamento e misure delle bici. Si fanno tante prove ed alla fine si sceglie: abbiamo due modelli di bici a disposizione: la Propel per le tappe in linea e la Tcr per le tappe di montagna.

Tu le hai usate entrambe?

Io quest’anno ho usato solo quella da scalatore (la Tcr, ndr), mentre il prossimo anno vorrei usarle entrambe. Sicuramente bisogna provarle, sono due telai diversi, sono molto soggettive le scelte.

Durante l’anno avete dei periodi in cui fate dei check con i meccanici o biomeccanici?

E’ una cosa molto soggettiva anche questa, la squadra mette a disposizione un biomeccanico che viene ai vari ritiri per permettere di fare anche delle piccole modifiche. Ma se uno desidera, durante la stagione è libero di andare anche da altre persone.

BikeExchange e Colleoni, un progetto che doveva andare avanti

17.09.2022
4 min
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E’ notizia di qualche giorno fa il prolungamento del contratto di Kevin Colleoni con la BikeExchange-Jayco. Ed è una buona notizia per un giovane italiano che milita in una squadra WorldTour. Questo consente al ragazzo lombardo di poter passare un inverno sereno e soprattutto di dare continuità a questo processo di crescita.

Lo spettro, diciamolo pure, era che senza risultati altisonanti e con il frettoloso ricambio generazionale che si è innescato, l’avventura di Colleoni nel WorldTour potesse interrompersi. Fortunatamente così non è stato. Copeland e i suoi tecnici, tra cui un certo Marco Pinotti, hanno creduto su questo atleta.

Colleoni (classe 1999) è rientrato in corsa nelle prove canadesi. Ora sotto con quelle italiane
Colleoni (classe 1999) è rientrato in corsa nelle prove canadesi. Ora sotto con quelle italiane
Kevin, hai rinnovato per un’altra stagione. Come è andata?

In realtà l’accordo c’era già da un po’ di tempo e per questo ero tranquillo. Era un accordo preso già ad inizio anno, poi quando me lo hanno proposto concretamente ho accettato subito.

Perché?

Perché mi sono sempre trovato molto bene in questo team e non avevo nessun motivo per rifiutare o cercare altro. Io sono contento e fiducioso. Sento che ogni anno faccio dei progressi. So che ci sono anche ragazzi più giovani e forti di me, ma non devo guardare a quei fenomeni che si contano sulle dita di una mano. Voglio crescere con costanza. E l’importante è non avere delle fasi di calo.

Avevi avuto altre offerte?

No, o almeno non so. Io ho cercato sempre e solo di parlare con la BikeExchange, pertanto non so se ci sono state, o ci sarebbero potute essere, altre offerte. Questo era l’obiettivo e l’ho raggiunto.

La dirigenza ha creduto in te, dunque…

Quando ero ancora un under 23 l’obiettivo con loro era quello di crescere e fare esperienza. E lo scorso anno prendendo parte a più gare di seconda fascia un po’ ne ho fatta. Quest’anno sento che vado meglio, ho fatto qualche step e già lavoro in ottica 2023, per continuare a crescere ed arrivare a fare più gare di prima fascia.

Per crescita Colleoni intende anche il feeling con la squadra e la sua maturità nell’essere corridore a 360°
Per crescita Colleoni intende anche il feeling con la squadra e la sua maturità nell’essere corridore a 360°
Quanto ha contato la presenza del tuo coach, Marco Pinotti?

Per me ha inciso tanto. L’anno scorso era un ambiente nuovo per tutti. Sono arrivato in una squadra australiana e mi ha aiutato a non essere una figurina. Marco mi ha aiutato sia dal punto di vista della preparazione che da quello gestionale all’interno della squadra.

Hai parlato di corse di primo livello. Sei reduce dalla trasferta americana con le due gare WorldTour in Canada. Sei soddisfatto?

Senza più la Vuelta, venivo da un periodo di stacco di tre settimane: niente corse. E quella era l’occasione giusta per iniziare a gareggiare pensando alle gare italiane, che sono il vero obiettivo, e per aiutare Matthews. Sono in crescita ma non sono ancora al meglio.

E quali saranno queste gare italiane in cui vuoi fare bene?

Farò la Coppa Agostoni il 29 settembre, quindi l’Emilia, la Tre Valli e il Lombardia.

Prima hai detto che non hai fatto la Vuelta, che invece era da programma: come mai? E ancora: fare un grande Giro è l’obiettivo del prossimo anno?

Sì, è uno dei goal del prossimo anno. Io mi sono posto come obiettivo la partecipazione al Giro d’Italia. Poi ne discuteremo bene a fine anno con la squadra. Riguardo alla Vuelta, non sono più andato per una decisione della squadra e anche per potermi concentrare meglio sul finale di stagione, su quelle gare che vi ho detto.

Colleoni è seguito da Marco Pinotti, con lui cura anche il discorso della crono
Colleoni è seguito da Marco Pinotti, con lui cura anche il discorso della crono
Con il discorso dei punti come sei messo? Fai parte dei primi dieci del team, quelli che contribuiscono al punteggio?

Fortunatamente sì e forse anche per questa motivazione non sono andato alla Vuelta e ho preso parte ad altre gare. L’obiettivo è fare più punti possibili da qui a fine anno, aiutando Simon Yates, che rientra dopo il Covid della Vuelta, e cercando il risultato personale.

Hai le idee chiare… Tra quelle che hai nominato, quale classica ti piace di più?

Il Lombardia. So che è WorldTour ed è più difficile, ma parte da Bergamo dove sono nato e dove mi alleno a volte. L’ho fatto anche l’anno scorso, mi era piaciuto e stavolta parto con un po’ di esperienza in più. E poi la gara di Montreal, dove sono andato bene, per certi aspetti gli somiglia. Insomma la base per fare bene c’è.

Te lo auguriamo…

E anche la Agostoni mi piace molto. Quella è un po’ la corsa di casa. Lissone è a dieci chilometri da casa mia e quelle delle Brianza sono le strade dove mi alleno tutti i giorni.

Colleoni, la crescita c’è, ma il grande Giro deve attendere

11.08.2022
4 min
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Tra le belle notizie dello Sazka Tour, non c’è stata solo la vittoria di Lorenzo Rota, ma anche l’ottima prestazione di Kevin Colleoni. Il lombardo della BikeExchange-Jayco è arrivato terzo, ma quel che più conta è stato il segnale che ha dato e le sensazioni che avuto.

Kevin ci racconta di essere in crescita, che la gamba inizia a girare e che la differenza rispetto allo scorso anno, quando era un debuttante tra i pro’, si sente.

Da oggi sarà impegnato in Norvegia, all’Arctic Race. Gambe e morale sono alti. «L’obiettivo – ammette Colleoni – è fare punti per la squadra con Groenewegen per le volate e Schultz per la generale. Magari per me è un po’ complicato fare risultato, ma vedremo giorno per giorno».

In Repubblica Ceca per Colleoni (classe 1999) un ottimo terzo posto finale
In Repubblica Ceca per Colleoni (classe 1999) un ottimo terzo posto finale

Crescita concreta

Kevin è stato un ottimo dilettante. Magari senza l’avvento del Covid avrebbe vinto di più e sarebbe passato con un palmares ancora più importante, chissà…

«Le cosa vanno bene, dai… Sto preparando questa seconda parte di stagione. Dopo lo stacco e la preparazione a Livigno sento che va bene. Meglio dello scorso anno. Mi sento più maturo e la differenza l’ho vista proprio in Repubblica Ceca».

«Riesco a stare meglio davanti, avere un obiettivo e arrivarci pronto… non è sempre scontato. Tutto sommato sto andando come mi aspettavo, non ho avuto problemi. E forse ho fatto anche qualcosina in più di quel che mi potevo attendere.

«L’anno scorso, al primo anno, è stata dura, adesso invece quando si va forte davvero sto davanti “facile”. Ci sono anche più motivazioni. E’ una crescita a 360 gradi».

A Livigno molte ore di allenamento, anche con la sua compagna Arianna Fidanza
A Livigno molte ore di allenamento, anche con la sua compagna Arianna Fidanza

Niente Vuelta

Colleoni aveva anche preso parte al Delfinato e di solito chi disputa quella corsa, a meno che non esca dal Giro, è dirottato verso il Tour. Vedendolo tra i partenti abbiamo sperato in una sua presenza alla Grande Boucle.

«Al Delfinato – dice Colleoni – sono andato per supportare la squadra e Gronenewegen in particolare. E a dire il vero il Delfinato lo avevo fatto anche l’anno scorso, ma solo per fare esperienza. 

«Il Tour non è mai stato nei programmi, quel che era in programma invece era la Vuelta, ma poi il team ha cambiato i piani e per il mio primo grande Giro dovrò aspettare il prossimo anno. E mi dispiace, perché ero pronto e l’ho dimostrato».

Neanche Kevin conosce le motivazioni reali di questo cambio di programma in corso d’opera. Probabilmente di mezzo c’è la questione dei punti o magari la scelta di andare in tutto e per tutto con un team a supporto di Simon Yates. Senza Vingegaard e Pogacar e un Roglic dato non in super condizione potrebbe essere un’occasione ghiottissima.

Colleoni sin qui ha quasi sempre lavorato per la squadra
Colleoni sin qui ha quasi sempre lavorato per la squadra

Con Pinotti…

Una cosa è certa: Pinotti è dalla sua parte. Marco segue direttamente Colleoni. Questa collaborazione va avanti da un anno e si sta rafforzando. 

«Con Pinotti mi trovo benissimo – dice Colleoni – parliamo tanto, siamo vicini di casa e abbiamo la possibilità di confrontarci faccia a faccia, a volte persino in bici. Quest’anno a Livigno, Marco è stato davvero presente».

«Lo scorso anno era la prima stagione che lavoravo con lui: non ci conoscevamo bene. Ho dovuto apprendere i suoi metodi… Adesso invece ci si fida di più, si parla di più e possiamo correggere meglio il tiro. Per esempio se un giorno non va scarichiamo, un altro giorno invece facciamo di più. Sono cose che migliorano col tempo».

Kevin Colleoni, Giovanni Aleotti, Aprica, Giro d'Italia U23 2020
Kevin Colleoni con a ruota Giovanni Aleotti nella tappa dell’Aprica Giro d’Italia U23 2020
Kevin Colleoni, Giovanni Aleotti, Aprica, Giro d'Italia U23 2020
Kevin Colleoni con a ruota Giovanni Aleotti nella tappa dell’Aprica Giro d’Italia U23 2020

Scalatore dentro

All’inizio avevamo parlato di un Colleoni dilettante molto forte. Un talento che sapeva destraggiarsi molto benone su tutti i terreni. Fortissimo in salita se la cavava anche in volata. E se c’era da andare in fuga non si tirava indietro. 

Adesso dopo un anno di professionismo che corridore è?

«Personalmente – conclude Colleoni – mi sento più scalatore che altro. Più da corse a tappe, magari brevi o corse di un giorno dure. Sin qui non ho mai disputato gare a tappe più lunghe di 10 giorni (il Giro U23, ndr) o di otto giorni tra i pro’, quindi non saprei dire se sono per i grandi Giri.

«E anche per questo sono molto motivato e curioso di vedere come posso andare in un grande Giro. E a fare sempre di più in generale».

Colleoni 2022, l’argento vivo e un posto al sole

04.01.2022
5 min
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Kevin Colleoni è di buon umore e si sente. Il 2021 gli ha lasciato un buon sapore in bocca. E anche se le cose possono sempre andar meglio, aver capito che questo può essere davvero il suo lavoro gli ha messo addosso l’argento vivo e tanta voglia di fare. Le vacanze sono ormai alle spalle. Un po’ ha staccato, racconta, ma dal 21 dicembre (data di rientro dal ritiro spagnolo) la bici c’è stata sempre.

«Diciamo che il primo anno è stato molto difficile all’inizio – spiega – per capire i ritmi e come comportarsi con i compagni. Poi è andata sempre meglio. Sono aumentati i carichi di lavoro e anche in questo mi sento migliorato. Dopo l’estate fare sei ore a buon ritmo ha smesso di essere una croce. Non è mai facile, ma adesso le gestisco meglio. Al Lombardia ho impiegato 6 ore 20’ a un ritmo che a inizio anno non avrei mai pensato di poter reggere. Aver corso con continuità ha dato i suoi frutti».

Colleoni inizia la seconda stagione da pro’. E’ passato dopo 3 anni da U23 (foto BEX Media)
Colleoni inizia la seconda stagione da pro’. E’ passato dopo 3 anni da U23 (foto BEX Media)
Proprio parlando con il tuo… gemello Conca, si ragionava sul fatto che doversi fermare spesso per problemi sia un grosso guaio…

Lo confermo. Ho avuto un paio di problemi intestinali al Delfinato e al Sazka Tour in Repubblica Ceca che mi hanno un po’ rallentato. Però per il resto è andata bene. Ha ragione Filippo, serve continuità. Finire corse a tappe in serie, anche solo di una settimana, dà un’ottima condizione.

Hai lavorato su corse o aspetti specifici?

E’ stato un lavorare in generale, per la squadra e di riflesso per me. Ho fatto sette corse a tappe e fra inizio e fine stagione ho visto che il recupero è migliorato molto. Quest’anno potremo capire dove concentrarci di più. In questo momento mi sento a mio agio su durate di 5-6 giorni. Rispetto ai primi mesi, non sono più stato ogni giorno al limite.

Da dove riparti?

Da Mallorca, non so ancora a quali prove prenderò parte. Poi Oman e un primo stacco di due settimane per andare in altura. Da lì ci saranno la Milano-Torino, Per Sempre Alfredo e la Settimana Coppi e Bartali.

Al Gp Indurain di aprile, Colleoni ha lottato su ogni salita, chiudendo 22°
Al Gp Indurain di aprile ha lottato su ogni salita, chiudendo 22°
Come va con questo andirivieni dalle alte quote?

Mi trovo bene in genere con i ritiri, anche quello di dicembre e quello della settimana prossima in Spagna. In altura si va divisi in piccoli gruppi. Sei o sette corridori con un obiettivo in comune. L’allenamento in quota funziona, non so ancora se andremo a Sierra Nevada oppure Andorra. Sono 10-12 giorni, poi si scende e si corre. Mi riadatto abbastanza facilmente, ho bisogno di un paio di corse di rodaggio. Ad esempio la Milano-Torino e la corsa di Martini serviranno per il primo obiettivo che sarà la Coppi e Bartali.

Si parla di debuttare in un grande Giro?

Quest’anno sì. Sono riserva al Giro, per il quale c’è una lista più ampia, mentre per la Vuelta c’è il mio posto pronto. Bisognerà vedere come va la stagione.

Ti senti a tuo agio in corse di 5-6 giorni, come si vive l’idea di tre settimane di gara?

Come una sfida. Ho parlato con altri corridori e con i tecnici. Un grande Giro è quello che serve per cambiare il motore. L’obiettivo è finirlo, lavorare per la squadra, arrivare in fondo.

Per le nuove maglie, il team australiano è passato all’azzurro (foto BEX Media)
Per le nuove maglie, il team australiano è passato all’azzurro (foto BEX Media)
C’è chi passa da junior, tu pensi di aver avuto il giusto avvicinamento?

Credo di aver fatto i passi giusti, con i miei tre anni da U23, anche se il 2020 è stato turbolento e si è corso poco per il Covid (Kevin si è piazzato al 3° posto al Giro U23, ndr). Rifarei tutto. Potevo passare a fine 2019, ma sarebbe stato presto. I tre anni sono serviti per passare e non soffrire troppo. E resterà la domanda se avrei avuto un miglior adattamento con un 2020 normale.

La squadra sta cambiando, Brent Copeland sta dando il suo tocco…

Si vede abbastanza nettamente. Nello staff ci sono stati parecchi inserimenti interessanti. C’è più attenzione su alcuni aspetti e credo che alla lunga se ne vedranno i risultati.

L’arrivo di Laura Martinelli come nutrizionista ha aggiunto qualcosa?

Laura ha stravolto tutto, in senso buono ovviamente. Credo che sarà difficile starci dentro soprattutto per gli australiani. Ha dato un’impostazione più rigida. C’era l’abitudine di un buffet in cui tutti prendevano quel che volevano, adesso ognuno ha il suo pasto in base al consumo calorico, al tipo di corsa, al dispendio energetico. Inizialmente magari è difficile prendere il ritmo, ma sono sicuro che alla lunga darà ottimi risultati.

L’ultima corsa del 2021 per Colleoni è stata la Veneto Classic, chiusa in 37ª posizione
L’ultima corsa del 2021 è stata la Veneto Classic, chiusa in 37ª posizione
E’ cambiata anche la bici: cosa ti sembra della Giant?

Sensazioni tanto diverse dalla Bianchi. Mi trovo bene, qualche misura è cambiata perché le geometrie sono diverse, ma mi sembra ottima per correre. In attesa delle corse, più di tanto non si può dire. Mentre a dicembre abbiamo provato quella da crono e a gennaio può darsi che andremo in pista a Valencia per fare qualche prova e mettere a punto la posizione.

Sembri motivato…

Lo sono molto, è vero. Vorrei fare bene, ritagliarmi il mio angolo, anche se già qualche occasione l’ho avuta. Ci sono stati giorni come il Lombardia in cui mi sono sentito bene, in cui ero sopra alla mia media stagionale. Dico di aver visto i miglioramenti perché in allenamento i numeri sono migliorati e in corsa, forse anche grazie all’adrenalina, si riesce a dare di più

Colleoni al fianco di Yates: «Tirando si impara…»

27.04.2021
4 min
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Al Tour of the Alps gli è toccato tirare: pratica assai diffusa e salutare tra i corridori più giovani, soprattutto se in squadra hai un certo Simon Yates, che la maglia di leader l’ha portata sino in fondo. E così Kevin Colleoni ha cominciato a dare uno spessore più solido alla sua carriera, partecipando alla vittoria di squadra senza mai tirarsi indietro. A 21 anni, se non ti chiami Pogacar o Evenepoel, per diventare grandi serve anche questo tipo di lavoro, che ti consente di mettere nelle gambe i giusti chilometri e giorno dopo giorno di crescere nella convinzione e sul piano fisiologico.

«E’ dura, sicuramente è dura – diceva alla partenza del terzo giorno, all’indomani della tappa e della maglia di Yates – siamo riusciti a prendere la maglia di leader e adesso dobbiamo controllare. Ma devo dire che veder arrivare sul pullman Simon dopo la vittoria mi ha dato tanto morale. Davvero una marcia in più».

Colleoni con Nieve e il Team Bike Exchange nel fretto della prima tappa al Tou of the Alps
Con Nieve e il Team Bike Exchange nel fretto della prima tappa al Tou of the Alps

Un peso in meno

A volerla leggere con attenzione, la sua convocazione per la corsa italo-austriaca ha tanto il sapore della promozione sul campo. Se al Uae Tour e poi alla Settimana Coppi e Bartali si poteva trattare di una messa alla prova senza particolari obblighi, la presenza nel team che già dalla partenza avrebbe dovuto scortare Yates verso la vittoria fa pensare che sul piano della solidità Kevin abbia già convinto i nuovi datori di lavoro.

«Comunque sia, ci vuole tempo – dice – perché comunque è un altro ritmo. Per stare in salita con i migliori c’è da lavorare molto, ma il fatto di essere di aiuto per la squadra offre uno stimolo per lavorare con il massimo impegno. E tutto sommato il fatto di avere un compito da svolgere è un peso in meno rispetto a quando nelle categorie minori mi veniva chiesto di fare la corsa. Qua aiutare è l’unica cosa che si può fare, perché si va veramente forte e si dà il massimo per aiutare la squadra».

Il manubrio di Colleoni come un roadbook, con tutte le cose da sapere
Il manubrio come un roadbook, con tutte le cose da sapere

La condizione cresce

Il prossimo passaggio potrebbe però vedere mezzo riflettore puntato sul bergamasco che per la preparazione viene seguito personalmente da Marco Pinotti, che da quest’anno è uno dei coach della squadra australiana.

«Finora ho sempre fatto corse da 5 giorni – spiega – così quando torno a casa, gli allenamenti sono fatti di 3-4 giorni di recupero e poi si riparte. E poi ci sono le corse. La corsa a tappe ad esempio dà condizione, però serve tempo anche per recuperare. E tutto questo pian piano mi fa migliorare. Da adesso in avanti, ci prepareremo per corse più lunghe, di una settimana e poi vedremo di fare il punto. Il mio prossimo impegno sarà il Giro d’Ungheria e poi vedremo di fare bene al Giro del Delfinato. Quindi ci sarà un periodo di stacco e poi gli italiani e poi si parlerà del finale di stagione».

Colleoni con Julien Simon al Gp Indurain: sarà 22°, migliore dei suoi
Con Julien Simon al Gp Indurain: sarà 22°, migliore dei suoi

Il suo spazio

E’ presto per valutare se ad agosto Kevin sarà convocato per la Vuelta, quantomeno dice di non averne un’idea. In ogni caso il Delfinato, per il livello del gruppo in queste ultime settimane, sarà indubbiamente un passaggio impegnativo e prestigioso.

«Finora ho aiutato Yates e mi sta bene così – dice – ma credo che qualora se ne presentasse l’occasione, avrò anche il mio spazio. Nelle corse di inizio anno mi hanno lasciato la mia libertà, però è ovvio che per avere carta bianca, bisogna andar forte e quindi c’è da lavorare ancora tanto».

Con 19 giorni di corsa e tre piazzamenti nei 10 alla Settimana Coppi e Bartali, ora Colleoni tirerà un po’ il fiato a casa, poi dal 12 al 16 maggio sarà in gara al Giro d’Ungheria. E chissà che da quelle parti non si possa incidere la prima tacca…

Team Bike Exchange: si riparte con un solo Yates

20.04.2021
3 min
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Anno di grandi cambiamenti per la società australiana, che ha preso il nome di Team Bike Exchange, dallo sponsor tecnico (saluti a Scott e passaggio alla Bianchi), fino all’impostazione stessa della squadra. L’addio di Adam Yates è molto pesante, ridisegna completamente gli equilibri del team ed è arrivato oltretutto nell’ultimissima parte del ciclomercato in maniera un po’ inattesa, soprattutto per la destinazione del britannico, gli odiati… cugini della Ineos. La separazione dei due fratelli Yates rappresenta una scelta ben precisa, quella di dare maggiori responsabilità a quello rimasto, Simon, che ha dovuto cucirsi sulle spalle i gradi di capitano per ogni grande Giro.

Tour of the Alps, Simon Yates vince da solo la 2ª tappa
Tour of the Alps, Simon Yates vince da solo la 2ª tappa

Rinforzo Matthews

I responsabili della Bike Exchange hanno pensato bene di riscrivere le caratteristiche del team, per renderlo competitivo in ogni situazione. L’arrivo di Michael Matthews porta grandissima qualità nelle corse di un giorno, soprattutto per le grandi classiche, grazie all’australiano che è un interprete di prim’ordine sia per quelle veloci che per quelle altimetricamente più impegnative.

Con Kangert invece si dà maggior corpo alla squadra per garantire copertura alle punte in montagna, aggiungendo spessore al lavoro di gente come Nieve e Meyer, mentre Chaves resta l’uomo per i colpi di mano, una funzione che sembra avergli ridato fiducia come si è visto nel 2020.

Alla Gand-Wevelgem 2021, grande lavoro per Michael Matthews
Alla Gand-Wevelgem 2021, grande lavoro per Michael Matthews

Colleoni in rampa

Con grande curiosità sono attesi poi i primi passi fra i professionisti del “figlio d’arte” Kevin Colleoni, considerato uno dei prospetti più promettenti non solo del movimento italiano, corridore che nelle prospettive del team australiano potrebbe un domani raccogliere l’eredità di Adam Yates come leader nelle corse a tappe.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Hans J.J.BauerTakakaNzl07.04.19852010
Samuel J.R.BewleyRotoruaNzl22.07.19872012
Brent BookwalterAlbuquerqueUsa16.02.19842008
J.Esteban Chaves RubioBogotàCol17.01.19902011
Kevin ColleoniPonte S.PietroIta11.11.19992021
Luke DurbridgeGreenmountAus09.04.19912012
Alexander J.L.EdmonsonTiriAus22.12.19932016
Tsgabu Gebremaryam GrmayMacalléEth25.08.19912012
Kaden GrovesBrisbaneAus23.12.19982020
Lucas HamiltonAraratAus12.02.19962017
Michael HepburnBrisbaneAus17.08.19912012
Damien HowsonAdelaideAus13.08.19922014
Amund Grohdahl JansenNesNor11.02.19942017
Christopher JensenWaldsteinDen06.07.19892012
Tanel KangertVandraEst11.03.19872008
Alexander KonychevVeronaIta25.07.19982020
Michael MatthewsCanberraAus26.09.19902011
Cameron MeyerViveashAus11.01.19882009
Luka MezgecKranjSlo27.06.19882011
Mikel Nieve IturraldeLeitzaEsp26.05.19842009
Barnabas PeakBudapestHun29.11.19982020
Nicholas SchultzBrisbaneAus13.09.19942017
Callum ScotsonGawlerAus10.08.19962019
Dion SmithTauakiNzl03.03.19932016
Robert StannardSydneyAus16.09.19982019
Simon Philip YatesBuryGbr07.08.19922014
Andrey ZeitsPavlodarKaz14.12.19862008

DIRIGENTI

Brent CopelandRsaGeneral Manager
Matthew WhiteAusDirettore Sportivo
Vittorio AlgeriItaDirettore Sportivo
Gene BatesAusDirettore Sportivo
Julian DeanNzlDirettore Sportivo
Mathew HaymanAusDirettore Sportivo
David Mc ParlandAusDirettore Sportivo
Marco PinottiItaDirettore Sportivo
Andrew SmithRsaDirettore Sportivo
Matthew WilsonAusDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Il team australiano, che ha cambiato nome ma non proprietà, corre da quest’anno su bici Bianchi: un ritorno, visto che al debutto del gruppo al professionismo proprio da Bianchi si partì. I corridori hanno a disposizione modelli Oltre XR4, Specialissima e Aquila CV: le prime due sono dedicate alle gare in linea, mentre la terza è per le cronometro. L’equipaggiamento è Shimano, gli pneumatici Pirelli.

CONTATTI

TEAM BIKE EXCHANGE (Aus)

Via Ginevra 5, 69 Lugano (SUI)

[email protected]www.greenedgecycling.com

Facebook: @GreenEdgeCycling

Twitter: @GreenEDGEteam

Instagram: greenedgecycling

Coach Pinotti ci presenta Colleoni

06.02.2021
5 min
Salva

Marco Pinotti e Kevin Colleoni, una storia tutta italiana, anzi bergamasca. L’ingegnere volante grande ex cronoman, è oggi uno dei preparatori del Team BikeExchange, la squadra che, fatalità, annovera nelle sue fila anche il giovane Kevin. Sono quindi allenatore e allievo.

I due abitano ad una manciata di chilometri di distanza, ma si conoscono di persona solo da pochi mesi.

E’ così Marco?

Esatto. Seguivo Kevin già da un paio di anni, ma non ci eravamo visti di persona. Poi una volta arrivato con noi me lo hanno affidato sia per una vicinanza fisica che di linguaggio. Vedendo i suoi risultati, lo avevo segnalato alla squadra già nel 2019, anche se fosse andato altrove. Nel 2020 si è confermato e quando ho saputo che il Team BikeExchange lo aveva preso sono stato contento: un ragazzo vicino di casa, italiano e bergamasco. Inoltre lui era con Milesi, che conosco bene e di cui mi fido, e che ho sentito quando avevo qualche dubbio, per conoscere meglio le caratteristiche di Kevin.

Cosa gli hai chiesto?

Che tipo di allenamento avesse fatto… Non volevo stravolgere la preparazione del ragazzo. Okay analizzare i dati, ma sapere come sopporta i carichi, come reagisce ai lavori è importante. La preparazione deve essere un’evoluzione. Se prima faceva 80, adesso fa 85. Non 120, non sarebbe giusto nel lungo termine.

Kevin Colleoni battuto in volata ad Extragiro da Aleotti (al centro) e Conca (a sinistra)
Kevin Colleoni battuto in volata ad Extragiro da Aleotti
Hai parlato di caratteristiche, quali sono per te quelle di Colleoni, per quel poco che hai visto chiaramente?

Resistenza e recupero – risponde in modo netto Pinotti – difficile dire adesso se sia o meno da corse a tappe il fatto che recuperi bene però è un indizio. Colleoni ha un buon rapporto peso/potenza specialmente sugli sforzi di 20′-25′, non è veloce ma nel complesso si difende bene. Per me rientra nella categoria dei passisti-scalatori. Non è leggero in senso assoluto, ma rispetto alla sua altezza (1,80 metri, ndr) dovrebbe andare forte in salita.

E’ in base a questo “screening” che con la BikeExchange avete deciso di fargli fare più corse a tappe, anche se piccole?

Sì, per questi dati e perché è nella vocazione del team. Dovrebbe fare solo Larciano, come corsa di un giorno in questa prima parte di stagione. Partirà dall’UAE Tour. Dovrebbe fare il Coppi e Bartali e l’Ungheria. Comunque è un calendario soggetto a cambiamenti, va preso con le molle. Doveva partire con Mallorca e poi fare altura, ma io ho preferito farlo correre.

Colleoni in ritiro in Spagna (foto Team BikExchange)
Colleoni in ritiro in Spagna (foto teambikeexchange)
Perché?

Perché così avrà modo di misurarsi, avere dei feedback più attendibili. In fin dei conti ha fatto un bell’inverno, si è allenato bene nonostante il meteo… Inoltre gli under 23 hanno corso poco lo scorso anno e così quando mi hanno chiesto se potesse correre l’UAE Tour ho detto di sì, meglio che gareggi. Kevin è pronto a debuttare nel WorldTour. Questa non è partita come una stagione normale e per me ogni occasione che si ha per correre va sfruttata. Colleoni rischiava che la prima competizione sarebbe davvero stato il Coppi e Bartali. All’UAE Tour ci sono due arrivi in salita, uno più duro e un più facile, una crono e potrà aiutare il team nelle volate. Si farà le ossa e sarà un bel “reality check”.

Hai parlato della crono, il territorio di Pinotti! Abbiamo visto che in ritiro in Spagna hanno fatto 7 ore e l’hanno usata, ma non per tutte e sette le ore…

No, no…

Eh infatti ci sembrava parecchio!

Hanno fatto le prime due ore con la bici da crono, poi sono tornati in albergo e hanno preso quella da strada per altre cinque ore e mezzo. In Spagna hanno fatto molto volume, un po’ per fare la base aerobica vera e propria e un po’ perché abbiamo in mente le corse a tappe. Comunque ho chiesto io di fare i lavori con la bici da crono.

Ma perché le due ore iniziali e non quelle finali come si usa normalmente?

Bella osservazione – esclama Pinotti – se ci pensi non fai una crono partendo stanco quindi mi sembra più logico usare questa bici con con i muscoli e la mente più freschi. Anche perché dopo 5 ore il muscolo si accorcia. E’ una “simulazione” migliore.

Colleoni alle prese con i test a crono nel velodromo di Valencia insieme a Pinotti
Colleoni alle prese con i test a crono nel velodromo di Valencia
Secondo te Colleoni è portato per la crono? Da junior vinse una cronoscalata davanti a Bagioli. E’ vero che una rondine non fa primavera, ma è un buon indizio…

Per me Kevin è predisposto alla crono anche mentalmente. E’ pronto a soffrire. Per ora fa fatica, ma è consapevole che questo è un passaggio obbligato. Se batte Bagioli significa che ha una predisposizione naturale per questo tipo di sforzo.

Cosa ti ha colpito di più di questo ragazzo?

La tranquillità. Sempre pacato, un metronomo negli allenamenti, preciso, anche nel caricare i file delle sedute. Fa il suo lavoro indipendentemente dai fattori esterni, come il meteo… E poi ha preso bene l’aumento dei volumi di lavoro.

Tu lo segui in allenamento? Magari anche in bici quando lui fa scarico?

Siamo andati insieme a fare il test del lattato. Voglio seguirlo negli allenamenti a crono per vedere se tiene la posizione dopo le ripetute. Comunque sì: l’obiettivo è quello di poterlo seguire dal vivo.

Siete entrambi bergamaschi, delle stesse zone, avrete anche i percorsi e le salite test uguali. Potrai capire meglio certi numeri…

Kevin vive tra Bergamo e Lecco, a Calusco, e qui la salita simbolo è la Roncola, un po’ come il monte Serra per i toscani. E’ una salita dura e i test li fa lì. Per ora non li ha mai fatti massimali, ma già da under 23 i tempi erano ottimi.

E ti ha battuto?

Eh, penso di sì!