Belleri, futuro alla Biesse-Arvedi (che torna continental)

26.08.2021
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Michael Belleri, bresciano della Biesse Arvedi, si sta mettendo in mostra in questa sua ultima stagione da under 23. Il colpo di pedale è ottimo e la condizione è ormai affermata, così Michael, passista-scalatore, si sta mettendo in mostra. Non sa ancora quale sarà il suo futuro ma la fiducia non gli manca, fiducia nei suoi compagni e nel team cremonese, ormai la sua seconda casa. Scambiamo due parole con lui, spaziando tra gli ottimi risultati ottenuti e le lacrime versate sul percorso di Capodarco, quando a causa di una caduta non è riuscito a dare il suo contributo alla squadra.

A Castelfidardo Belleri conquista il Gp Santa Rita, la sua prima vittoria
A Castelfidardo Belleri conquista il Gp Santa Rita, la sua prima vittoria
La vittoria al GP di Santa Rita te l’aspettavi?

La rincorrevo da un po’, era da tanto che andavo forte ma per troppa foga o mancato tempismo la vittoria non arrivava. Quella di Santa Rita è stata il coronamento di mesi di lavoro duro e di grandi sacrifici, sullo strappo finale ho agito di rabbia e istinto, quelli che mi sono mancati negli appuntamenti precedenti.

Questo spiega l’emozione che non sei riuscito a contenere a Capodarco.

A Capodarco volevo riconfermarmi, non con un altro primo posto ma con una bella prestazione per i miei compagni. Una caduta ha compromesso tutti i miei obiettivi e quelli della squadra, quelle lacrime erano per loro, volevo essere utile e ripagare gli sforzi della gara precedente. 

Ma come sei caduto? Eravate appena partiti…

Da appena 10 chilometri, mentre stavo risalendo il gruppo, sono caduto. Un incidente strano, perché si stava andando molto forte visti i continui scatti per portare via la fuga. Io ero sul lato sinistro della carreggiata, c’erano molte macchine parcheggiate. Nel momento della frenata sono stato scaraventato su questo veicolo fermo. Mi sono fatto molto male, davvero tanto (un trauma facciale, dolore alle costole e alla spalla destra, ndr). Sono risalito in bici ma dall’ammiraglia mi hanno fermato subito. 

Una reazione spontanea che però mi fa pensare a quanto sia forte il legame nella Biesse Arvedi.

Sì, siamo una famiglia, sembra una frase scontata ma è davvero così, la squadra è composta da 16 ragazzi ma divisi tra pista e strada. Io passo molto tempo e faccio molte gare (viste le caratteristiche fisiche ndr) con Bonelli, Ciuccarelli e Carboni. Con loro e Javier Serrano ho corso il Giro d’Italia U23, facendo prima un ritiro di due settimane al Sestriere e successivamente a Livigno per preparare questa seconda parte di stagione.

Ecco, visto che ne hai parlato, il Giro d’Italia U23 com’è andato?

Bene, l’obiettivo era prendere la maglia verde (quella del Gpm, ndr) poi Ayuso è stato troppo forte ed è arrivato un secondo posto. A dire il vero sono stato anche un po’ sfortunato, la penultima tappa, quella di Nevegal, la nona, ero a due punti da lui ed ero pronto a giocarmela ma anche lì son caduto e non ho raccolto punti. Mi sono visto sfumare l’obiettivo davanti agli occhi.

Al Giro d’Italia U23 ha indossato la maglia verde, poi vinta da Ayuso (foto Instagram)
Al Giro d’Italia U23 ha indossato la maglia verde, poi vinta da Ayuso (foto Instagram)
Ti sei comunque messo in mostra però, anche in vista della prossima stagione

Ho indossato la verde per qualche giorno e sono stato spesso in fuga, su nove tappe in linea sono andato tre volte in avanscoperta. Sicuramente mi sono fatto notare, ma non ho timori per la prossima stagione, mi vedo ancora qui.

Perché?

La Biesse Arvedi si scinderà e la Biesse tornerà una Continental come nel 2020. Per questo dico che mi vedo qui, sto bene e so che un posto per me ci sarà sempre con questi colori.

Avevi già assaporato il professionismo correndo qualche gara lo scorso anno?

A causa del Covid ho corso meno del previsto con i pro’, tuttavia ho corso il Trofeo Laigueglia e il Giro dell’Appenino, diciamo che ho già fatto un antipasto al tavolo dei grandi. 

E che sensazioni hai avuto?

Belle, positive, sono andato forte, anche se i pro’ vanno al doppio (scherza Michael, anche se sembra consapevole delle proprie qualità, ndr).

A proposito del Covid, vedo che hai corso meno rispetto al solito, causa pandemia o scelta?

Diciamo scelta obbligata. Ad inizio stagione c’erano poche gare, si parla di 3 gare al mese a marzo e aprile, di conseguenza è aumentato il periodo di preparazione. Ora invece ci sono molte gare, 9-10 al mese ed il lavoro fatto inizialmente viene ripagato da una condizione sempre di livello medio-alta. Considerando che ho fatto anche Giro Under 23 e dell’Emilia, corse a tappe di 10 e 4 giorni, avrò messo insieme una trentina di giorni di gare.

Belleri è un classe 1999. Il prossimo anno resterà alla Biesse (foto Tosoni)
Belleri è un classe 1999. Il prossimo anno resterà alla Biesse (foto Tosoni)
Cosa preferisci? Corse a tappe o gare di un giorno, visto che vai forte in entrambe…

Io sono un passista-scalatore, quindi mi piace correre ovunque, mi viene difficile cercare di far classifica viste anche le mie caratteristiche di attaccante puro. Ecco il motivo per cui punto alle varie classifiche “secondarie”, questo tipo di tattica mi permette di gestirmi e di non essere sempre a tutta anche nelle gare a tappe. Ci sono giorni dove l’obiettivo è conservare la gamba ed in gruppo mi si vede appena, mentre altri sono sempre all’attacco, ma mi piace correre così, non mi risparmio mai quando serve.

Vivi in una terra piena di ciclisti, molti corridori si allenano dalle tue parti (lago di Iseo), ti alleni con loro o preferisci la solitudine?

Mi alleno spesso con gruppetti più o meno numerosi, ci sono tanti dilettanti e professionisti con cui condividere la fatica. In gruppo mi diverto e passa di più il tempo, ma penso che ogni tanto bisogna anche staccarsi e allenarsi da soli, così si impara ad ascoltare il proprio fisico e la propria mente.