La curiosa storia di Contessa, da diesse a massaggiatore

01.02.2025
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Ilario Contessa continua a rinnovarsi. Corridore, massaggiatore, direttore sportivo e di nuovo massaggiatore. Solo che stavolta il “pesce” è grosso. Il veneto infatti è approdato nella fila della Bahrain-Victorious, uno dei maggiori team del WorldTour.

Dopo una carriera passata tra ammiraglie e corse giovanili, Contessa ha deciso di cambiare prospettiva, tornando ad una mansione che di certo non gli era mai stata del tutto estranea. E così, dopo aver chiuso il capitolo da direttore sportivo alla Work Service, si è ritrovato ad avere tra le mani le gambe dei campioni della Bahrain-Victorious. Una storia di ciclismo, di amicizie e di legami che resistono nel tempo.

Adesso Contessa si trova a Lievin per i Mondiali di ciclocross, chiamato dal commissario tecnico Daniele Pontoni a prendersi cura degli azzurri. Un attestato di stima che dimostra quanto il suo ruolo, sia riconosciuto e apprezzato nell’ambiente. Ma come è nato questo nuovo capitolo della sua carriera?

Contessa (classe 1984) fra i suoi ragazzi alla Work Service lo scorso anno in veste di direttore sportivo
Contessa (classe 1984) fra i suoi ragazzi alla Work Service lo scorso anno in veste di direttore sportivo
Ilario, inizia una bella avventura…

Sì, sono molto contento. Ho cambiato mansione, ma sempre nel ciclismo, che è il mio mondo. Sono felice di essere rientrato da un’altra porta, grazie a tanti amici. Durante gli anni ti fai delle conoscenze e a volte si concretizzano in opportunità importanti.

Quali conoscenze?

Grazie a Pontoni, che mi ha fatto entrare nel giro già lo scorso anno al Mondiale gravel. E a Renzo Boscolo, che ha creduto in me e mi ha aiutato a firmare il contratto con Bahrain, tanto più ora che il Cycling Team Friuli e la development della Bahrain sono divenute una cosa sola.

Qual è il tuo ruolo adesso nella Bahrain-Victorious? Sei nella Devo o anche nel WorldTour?

Sono massaggiatore della Bahrain Victorious. Siamo tre ragazzi che seguono la devo, ma facciamo anche dei giorni con la WorldTour. Ho già un calendario stabilito con entrambe le squadre: principalmente seguo la devo, ma avrò anche una bella fetta di giorni con la WorldTour. In Spagna abbiamo fatto il primo ritiro tutti assieme, massaggiatori della prima squadra e della giovanile, con lo stesso metodo di lavoro. Adesso la stagione è iniziata e ci alterniamo tra le due formazioni.

E sempre Contessa in veste da corridore. Ilario ha corso fino al 2006, nella categoria U23
E sempre Contessa in veste da corridore. Ilario ha corso fino al 2006, nella categoria U23
Certo questo cambio di ruolo è curioso…

Ho fatto il direttore sportivo per 22 anni, ma ho sempre praticato anche la parte di massaggiatore. Già nei primi anni con il Cycling Team Friuli, 15 anni fa, andavo con Renzo Boscolo. Non ho imparato quest’inverno, ecco! E’ una competenza che ho sviluppato nel tempo. Come direttore sportivo non ho trovato una soluzione che mi convincesse e sono rientrato nel ruolo di massaggiatore.

Ilario, ti aiuta aver ricoperto gli altri due ruoli? Pensiamo al “giro delle stanze” che faceva il diesse, a come ti interfacciavi con lui quando eri un atleta e quando al contrario il giro delle stanze lo facevi tu. E ancora, a come t’interfacciavi con il tuo massaggiatore…

Ve lo confermo. Da corridore hai sempre un po’ di timore nel parlare con il direttore sportivo, mentre col massaggiatore ti confidi di più. Durante un’ora di massaggio racconti tutta la giornata. Il direttore lo vedi a cena o in ammiraglia, ma è difficile avere lo stesso tipo di rapporto. Il massaggiatore ha un ruolo più manuale, non decisionale, quindi i corridori si aprono di più. Però i ruoli vanno distinti: ora sono massaggiatore e basta. Conosco tanti ragazzi che seguo nel team di sviluppo e anche qualcuno nella WorldTour, come Edoardo Zambanini, che avevo alla Zalf. Queste connessioni aiutano.

Il WorldTour che hai trovato è come te lo aspettavi?

No, è ancora più grande di quanto pensassi. Io ho fatto tutte le categorie, dai giovanissimi alla continental all’alto livello, quando in Work Service avevamo Rebellin e Lucca, ma qui siamo due o tre spanne sopra. L’organizzazione, i mezzi, gli atleti, tutto è curato nei minimi dettagli. Abbiamo fatto un ritiro in cui devo e WorldTour erano insieme in tutto: allenamenti, massaggi, pasti, rifornimenti. Una sinergia incredibile.

Come una grande famiglia: WorldTour, devo, management e tutto lo staff insieme ad Altea, in Spagna. Contessa è parso entusiasta
Hai già incrociato Zambanini in ritiro allora?

Purtroppo no, quando sono andato in Spagna lui era già al Teide per un ritiro. Gli avevano cambiato i programmi. Ci siamo sentiti per telefono, così come con Pasqualon, che è della mia zona, ma non ho ancora avuto modo di rivederlo. Spero di incontrarli presto. Erano contenti che fossi lì.

Chi hai massaggiato tra i tuoi vecchi amici?

In Spagna ho seguito la devo e ho ritrovato ragazzi con cui ho già lavorato lo scorso anno al Giro d’Italia e al Tour Alsazia, come Capra, Olivo e Borgo. Proprio Borgo era alla Work Service, non con me, ma comunque l’ho incrociato nel percorso.

Pianeta giovani. L’esempio di Terrinoni, che lotta nel Lazio

07.05.2024
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Riprendiamo il filo del discorso proprio laddove lo avevamo lasciato con Ilario Contessa: «Ho insistito molto per la collaborazione con il Team Coratti perché nel Lazio hanno parecchi giovani e Pierluigi Terrinoni lavora bene». Parole non di circostanza che il direttore sportivo della Work Service-Coratti ci aveva detto poco dopo la vittoria del suo Santiago Ferraro al Liberazione juniores. Ferraro, laziale, “prodotto” di questa collaborazione veneto-laziale.

Un team del Nord dunque che cerca una collaborazione con uno del “Sud”, perché ciclisticamente parlando almeno rispetto al Veneto il Lazio è parecchio a Sud, anche geograficamente. Abbiamo così chiamato Terrinoni per conoscere il suo metodo di lavoro.

Dal Team Coratti sono passati quasi tutti i ciclisti del Lazio che sono poi diventati professionisti. Senza andare troppo indietro ma restando nel periodo della gestione di Terrinoni ne citiamo tre: Valerio Conti e i fratelli Sterbini. Evidentemente qualcosa di buono c’è.

Pierluigi Terrinoni, segue da anni il ciclismo giovanile nel Lazio
Pierluigi Terrinoni, segue da anni il ciclismo giovanile nel Lazio
Pierluigi, parole importanti quelle di Contessa…

Abbiamo parecchi ragazzi. Il mio metodo principale per avvicinarli al ciclismo parte dalla vita concreta. Se vedo un ragazzino in mtb, se vedo qualcuno che in paese o in zona si muove spesso in bici gli chiedo esplicitamente se ha voglia di provare a salire su una bici da corsa, se ha voglia di provare a fare ciclismo. La mia domanda è : “Ti va di correre in bici?”. Da 40 anni faccio così.

Metodo diretto e semplice e si fa di necessità virtù…

Per forza. Qui nel Lazio non abbiamo quella tradizione e quella cultura ciclistica che c’è al Nord, in cui almeno una persona nel peggiore dei casi in famiglia va o andava in bici. E’ difficile. Bisogna dare a ragazzo e famiglia un certo supporto, insegnargli tanto. Metterlo in bici da un punto di vista sportivo… ma mi diverto e sono soddisfazioni.

Non è facile lavorare con tante categorie e su un territorio tanto vasto
Non è facile lavorare con tante categorie e su un territorio tanto vasto
Quanti ragazzi avete?

Abbiamo 15 giovanissimi, 6 esordienti, 11 allievi e 14 juniores, di questi ultimi 5 sono del Lazio e altri 9 sono del Veneto in quella che è la Work Service-Coratti, appunto la collaborazione con Contessa. In più stiamo aspettando anche un ragazzo australiano, Vinnie Manion, che ha già vinto una corsa ad inizio stagione. E’ nel giro della sua nazionale con la quale ha disputato la Corsa della Pace qualche giorno fa in Repubblica Ceca.

Pierluigi, ma come si fa a tenere le fila di un gruppo che copre un area tanto vasto come l’intero Lazio? Tu hai corridori dal reatino al frusinate…

In effetti è un bell’impegno. Seguo io la preparazione di tutti, dagli esordienti agli juniores. La domenica sera o il lunedì mattina invio loro il programma settimanale e loro lo eseguono. Con qualche allievo di secondo anno e con gli juniores integro con l’analisi dei file. Loro hanno il potenziometro e con quello non si scappa. Però non ce n’è bisogno, ho trovato un gruppo di ragazzi molto volenteroso, molto serio.

Quindi non li hai mai tutti insieme?

D’inverno, il sabato e la domenica li radunavamo tutti qui nella “casina” di Fiuggi: dagli esordienti agli juniores. Si stava insieme e si partiva insieme, poi ogni categoria svolgeva il proprio lavoro con il proprio direttore sportivo. Mentre adesso, in piena stagione, i ragazzi di zona il martedì e il giovedì li seguo io. Gli altri invece lavorano a casa.

Santiago Ferraro, che ha vinto il recente GP Liberazione, vive nel Lazio ma grazie all’affiliazione con la Woork Service corre anche al Nord
Santiago Ferraro, che ha vinto il recente GP Liberazione, vive nel Lazio ma grazie all’affiliazione con la Woork Service corre anche al Nord
In questi temi di preparazione non hai citato i giovanissimi. Perché?

Perché li lasciamo più liberi di divertirsi e con loro la preparazione è diversa. Si parla di stare in gruppo, di tattiche, di modo di correre… Che poi siamo tornati ad avere i giovanissimi da qualche anno. L’ultima volta volta fu ai tempi dei fratelli Sterbini e di Conti. Ci eravamo concentrati con loro. Avere un vivaio serve. Anche perché prendevamo gli atleti dalle altre regioni limitrofi e spesso dovevamo ricominciare quasi dalle basi. Anche per questo, la speranza è che una volta che iniziano con noi restino fino agli juniores. Ma devo dire che sin qui, a parte un paio di casi, è sempre andata bene.

Oggi non è facile in effetti. Uno li cresce e poi se sono bravi sono richiamati presto dalle sirene degli squadroni…

E’ così e spesso in certe dinamiche ci sono anche i genitori, ma devo dire che sono e siamo fortunati alla Coratti. Abbiamo dei genitori che collaborano moltissimo, ma rispettano i ruoli. Accompagnano, aiutano nei rifornimenti, ma quando c’è la riunione o bisogna parlare con i ragazzi si fanno da parte. E se gli equilibri sono questi è anche bello coinvolgerli. Senza il loro supporto sarebbe difficile andare avanti, perché serve personale e il personale costa… Li ringrazio.

Ferraro sfreccia a Caracalla: «E neanche dovevo esserci»

27.04.2024
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ROMA – «Fino a ieri mattina neanche dovevo farla questa corsa. Sono stato inserito all’ultimo minuto in sostituzione del mio compagno Edvard Novak, che si è infortunato giovedì scorso». Sono queste le prime parole che riesce a dire Santiago Ferraro. E’ incredulo, guarda nel vuoto. Adesso abbiamo capito il perché.

Il corridore laziale della Work Service-Coratti ha vinto in casa. Ferraro infatti è di Cerveteri, terra di Etruschi, sulla costa tirrenica a nord di Roma. Questa mattina vicino a lui c’era tutta la famiglia, compreso il nonno Giuseppe che lo ha seguito, nonostante il bastone, alle Terme di Caracalla.

Telefonata all’ultimo

E dire che Ferraro ha corso un GP Liberazione affatto al risparmio. In quasi tutti gli attacchi era presente. Forse ha corso così proprio perché aveva la testa libera, senza pressione. Versione che tra l’altro condivide anche mamma Mimma.

«Davvero non ci credo – spiega Ferraro – non so che dire. Sono stato quasi tutta la corsa all’attacco e poi ho vinto la volata. Eravamo in quattro, anche se il gruppo ci ha ripreso proprio sul rettilineo di arrivo. Sono stupito anche perché questo di Caracalla non è un percorso ideale per me, infatti dovevo fare domani il Gp Primavera. Credo che lo farò lo stesso… ma più felice! E poi sono stupito perché nell’ultima corsa che ho fatto non avevo belle sensazioni. Cosa ha funzionato? Forse ho avuto un po’ di fortuna… non so. Ci ho provato più volte, quella buona è stata ai 3 chilometri dall’arrivo».

Santiago Ferraro dunque vince il GP Liberazione. Ma chi è? E’ un ragazzo del 2006. Ha iniziato da G3. E’ il campione regionale in carica. Fa il liceo classico e si allena spesso con il fratello, Lorenzo, in corsa tra gli allievi.

«Mi danno un bel da fare con l’alimentazione – dice sorridente mamma Mimma – seguono alla lettera il nutrizionista. Escono insieme, o meglio partono insieme, poi ognuno fa le sue tabelle. Santiago si allena sulle colline della Tolfa… le ha spianate!».

«Santiago è un ragazzo umile – aggiunge il direttore sportivo, Ilario Contessa – ascolta molto. E’ un corridore moderno che può sia andare in battaglia che vincere le volate ristrette, visto che ha un buono spunto. Ma certo deve finire di scoprirsi».

Santiago Ferraro, il vincitore, dopo l’arrivo. Con lui il diesse Contessa
Santiago Ferraro, il vincitore, dopo l’arrivo. Con lui il diesse Contessa

Vittoria in casa 

Mentre Ferraro racconta, proprio Contessa lo aiuta a cambiarsi. Come ormai fanno i professionisti, gli passa calzini e maglia pulita per andare al podio. Nel frattempo compagni, amici, famigliari e patron Coratti si radunano attorno a lui. La gioia è tanta.

La Work Service-Coratti infatti ha sede nel Lazio e per chi, come Simone e Umberto Coratti, investe da anni nel settore giovanile è una soddisfazione immensa vincere in casa. Ma è il “sistema Work Service” che sembra funzionare bene: dai più piccoli fino alla continental.

«E’ una soddisfazione incredibile – dice con soddisfazione Ilario Contessa – noi ci puntavamo a questa corsa perché siamo una squadra mista, veneto-laziale, ma da qui a vincere chi se lo aspettava? Il percorso non era proprio adatto a noi. Come vi ha detto Santiago, lui doveva correre domani al Primavera che è un po’ più duro. Ma vivendo non troppo lontano, abbiamo inserito lui per sostituire Novak in extremis».

Progetto Work Service

«Sono stato io – prosegue Contessa – a insistere molto per questa fusione con il team Coratti. Loro hanno un vivaio solido e corridori buoni, sia tra gli esordienti che tra gli allievi, uno dei quali è proprio il fratello di Santiago, Lorenzo. E poi Pierluigi Terrinoni lavora bene. Coi giovani ci sa fare».

Di solito il Liberazione è una corsa veloce, che si vince risparmiando, almeno così recitava il “manuale della gara romana”, ma a quanto pare qualcosa è cambiato.

«Santiago ha fatto una corsa incredibile – riprende Contessa – in fuga dall’inizio alla fine. Il Liberazione si corre così, sprecando. Non è vero che bisogna solo limare. E’ una corsa per chi ha gamba e riesce a fare selezione, specie in questa categoria. Il percorso è per persone con potenza: se andiamo a vedere è difficile che si arrivi con una volata. Quest’anno sembra un arrivo di gruppo, ma si erano avvantaggiati in quattro. Nelle ultime tre edizioni mai uno sprint di gruppo».

Il podio finale con Santiago Ferraro, Matteo Gabelloni e Michele Bonometti
Il podio finale con Santiago Ferraro, Matteo Gabelloni e Michele Bonometti

Salvoldi ride

E’ questo modo di correre e l’effetto sorpresa che fa mettere le mani nei capelli, ma in senso buono, anche al cittì Dino Salvoldi. Giusto stamattina si parlava di quanto sia complessa questa categoria che chiede risultati, ma anche progetti e lungimiranza.

Dino deve creare formazioni e gruppi per vincere e per crescere. E a proposito di crescita, a questa età i ragazzi cambiano anche fisicamente e spesso i valori in campo variano più velocemente del previsto.

«Ma se vogliamo – dice Salvoldi – questo è anche il bello del mio mestiere. Ferraro non è un nome del tutto nuovo. Aveva già vinto una corsa, ma non certo a questi livelli e con questi nomi in campo. Se sarà più “attenzionato”? Certo che sì, ma adesso è importante che trovi una costanza di rendimento, che prenda consapevolezza: questo è quello che gli può far fare la differenza fra l’essere un juniores buono e uno juniores di alto livello».

Giro Next Gen: le scelte di Contessa, Rosola e Chicchi

06.06.2023
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Prosegue il nostro viaggio tra le squadre che parteciperanno al Giro Next Gen e la loro preparazione. In questo secondo capitolo “spiamo” in casa di altre tre formazioni: Work-Service, General Store e Technipes #InEmiliaRomagna. Il percorso di avvicinamento offre diverse sfumature, che è il caso di approfondire.

Nella Work-Service corre Mion, la sua preparazione al Giro Next Gen è passata anche dalla pista (photors.it)
Nella Work-Service corre Mion, la sua preparazione al Giro Next Gen è passata anche dalla pista (photors.it)

Mion in pista

Ilario Contessa sarà il diesse al seguito dei ragazzi della Work-Service al Giro Next Gen, risponde al telefono mentre è in direzione Bassano. Da qualche anno Contessa è tecnico al velodromo della città ed oggi lo aspetta un’attività intensa, che in parte c’entra con la corsa rosa under 23. 

«Sto andando a fare un po’ di lavori di velocizzazione con Mion – racconta – uno dei ragazzi che parteciperà al Giro Next Gen. Lui è l’unico della squadra che corre su pista e in questo periodo, in cui si è alla ricerca di brillantezza e dello spunto finale, viene utile lavorare al velodromo. Chiaramente Mion è il solo che può fare questi lavori perché arriva già da questo mondo, per gli altri sarebbe troppo complicato».

Per i ragazzi di Contessa il Giro dell’Appennino di venerdì è stata una tappa importante nella preparazione alla corsa rosa (photors.it)
Il Giro dell’Appennino di venerdì è stata una tappa importante nella preparazione alla corsa rosa (photors.it)

Ognuno per sé

La Work-Service non ha impostato un lavoro uguale per tutti, troppo difficile organizzarlo con un calendario così pieno. Allora ognuno dei ragazzi si è messo d’impegno per lavorare al meglio, sempre con l’occhio del tecnico a curare il tutto. 

«Non poteva fermare l’attività – afferma Contessa – per questo non abbiamo fatto un ritiro in altura tutti insieme. I ragazzi hanno lavorato a turni differenti e con blocchi di lavoro personalizzati. Ognuno di loro ha un preparatore personale ed abbiamo deciso insieme i periodi. Chi preferiva allenarsi in altura ci è andato in autonomia, gli altri sono rimasti a casa. Io monitoravo tutti tramite le piattaforme dedicate, in modo tale da intervenire nel momento in cui ce ne fosse stato bisogno».

«La parte più difficile – riprende – è stato organizzare tutto il calendario, le corse come dicevamo prima sono molte e non possiamo fermarci. I ragazzi hanno già fatto qualche corsa a tappe: Coppi e Bartali e Giro di Sicilia, chiaro che questa è più lunga (8 tappe, ndr). Vedremo come risponderanno, il livello sarà altissimo, considerando che non c’è più la regola che chi ha fatto una corsa WorldTour non potrà partecipare». 

Per i corridori della General Store una preparazione a casa con blocchi di lavoro di più giorni (foto Instagram)
Per i corridori della General Store una preparazione a casa con blocchi di lavoro di più giorni (foto Instagram)

I ragazzi di Rosola 

La General Store, che sarà seguita da Paolo Rosola, ha optato per un programma di lavoro diverso. Niente altura, ma lavori specifici da casa, la condizione è da affinare per arrivare competitivi al via di Agliè. 

«Sarà un bel Giro d’Italia – dice subito – ci sono molte squadre straniere e questo alza il livello. Noi dovremo farci trovare pronti e cogliere al massimo tutte le occasioni che ci capiteranno. Saremo una squadra garibaldina, votata all’attacco. Proprio per questo la preparazione si è votata alle distanze ed alla velocizzazione. Abbiamo messo nelle gambe tanti chilometri ed in più abbiamo provato un paio di tappe».

«Ammetto – riprende – che siamo in ritardo. Il percorso è uscito all’ultimo, ed in più i ragazzi erano un po’ indietro di condizione. Così abbiamo optato per lavorare da casa, andare in montagna voleva dire esporsi al rischio meteo, con la possibilità di perdere giorni di allenamento. I nostri atleti si sono allenati a casa con blocchi di quattro giorni: intensità, un giorno di riposo e poi una gara. Qualche volta il giorno dopo la corsa abbiamo inserito una distanza, per abituarli alla fatica».

Technipes #InEmiliaRomagna

Il team guidato da Chicchi, Coppolillo e Chiesa ha scelto un avvicinamento classico, con due settimane di ritiro sull’Etna. Erano presenti quasi tutti i ragazzi che partiranno per il Giro Next Gen, ne mancava solo uno: Umbri. 

«Purtroppo Umbri – racconta Chicchi – ha avuto un incidente in allenamento con una macchina e si è lussato due dita della mano. Di conseguenza non è riuscito a venire con noi in ritiro, non godrà del beneficio dell’altura, ma in base ai dati possiamo dire che è comunque in buona condizione.

«La scelta di andare sull’Etna, nonostante non fossimo molto vicini, è dovuta al fatto che lì  ci sono meno distrazioni rispetto a Livigno (dice con una risata, ndr). Poi il Rifugio Sapienza è super attrezzato, lo scelgono tantissimi professionisti. C’è la possibilità di scegliere tra allenarsi in quota oppure scendere sul mare e salire solo per riposare. Un vulcano come l’Etna dà molte più alternative. L’altura in sé poi serve per fare una solida base di lavoro e amalgamare il gruppo. Nel fine settimana i ragazzi poi sono andati a correre per “sbloccare” le gambe e riprendere il ritmo gara».

Lucca e Conforti: entrambi pro’ ma con storie diverse

10.03.2023
5 min
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Riccardo Lucca e Lorenzo Conforti hanno una cosa in comune, anzi due: le maglie che indossavano nel 2022 e quelle di quest’anno. Entrambi i ragazzi nel 2022 correvano per la Work Service, Lucca nella continental e Conforti nella formazione under 23. Quest’anno, invece, la maglia è quella della Green Project Bardiani CSF Faizanè

I colori delle maglie sono uguali, ma i percorsi per arrivare nel professionismo sono stati completamente diversi. Lucca ha sudato questa categoria, arrivandoci solamente a 25 anni, mentre Conforti è passato subito, appena diciottenne. La stagione è iniziata per entrambi, e insieme a Ilario Contessa, tecnico della Work Service, analizziamo questi primi mesi dei suoi due ex corridori

Riccardo Lucca è partito con un calendario impegnativo, dopo l’esordio in Spagna ha corso al UAE Tour ed alla Strade Bianche
Lucca in azione alla Strade Bianche, la sua seconda gara WorldTour con la Green Project

Il motore di Lucca

Il percorso di Lucca, da atleta, è diametralmente opposto a quello di Conforti, così come il calendario di gare. Prima la partenza dalla Spagna, poi UAE Tour, Strade Bianche ed in questi giorni la Tirreno-Adriatico. I risultati non sono dei migliori ma per il suo ex diesse, che lo conosce molto bene, non c’è da preoccuparsi. 

«Lucca – racconta Contessa – è un diesel, all’inizio della stagione fa sempre fatica, anche nel 2022 è stato così. Poi, piano piano, con l’arrivo del caldo, cresce, lo ha dimostrato con la vittoria all’Adriatica Ionica Race. Il suo calendario è impegnativo per essere al suo primo anno da professionista, ma vista l’età più matura ci sta. A correre gare WorldTour come UAE Tour, Strade Bianche e Tirreno si fa fatica. Lui è un corridore che avrebbe bisogno della fuga o di tirare per un capitano, cosa che in Green Project difficilmente può fare.

«Deve puntare alle fughe, anche se nel ciclismo moderno le cose sono cambiate. I team di punta lasciano sempre meno spazio, anche oggi (ieri, ndr) alla Tirreno-Adriatico, il gruppo è rientrato sulla fuga a 60 chilometri dall’arrivo. Per le corse fatte fino ad ora non mi sorprenderei di vedere Lucca partecipare alla Milano-Sanremo o al Giro d’Italia, sono corse adatte a lui, non pensate che solamente perché è arrivato nel professionismo tardi vuol dire che sia scarso. La Green Project lo ha preso subito dopo un test, anzi, a metà prova Pino Toni gli aveva già fatto capire che sarebbe passato professionista l’anno successivo.

«Riccardo (Lucca, ndr) – dice ancora Contessa – ha le qualità per entrare in un team WorldTour. Non lo vedo molto lontano da una carriera alla De Marchi, un uomo da fughe, instancabile. Il ragazzo queste qualità le ha, a dirla tutta per metterle a frutto appieno avrebbe bisogno proprio di una formazione WorldTour».

Per Lucca con la Work sette vittorie nel 2022, una delle più belle è quella ottenuta al Giro del Friuli in cima allo Zoncolan (foto Bolgan)
Per Lucca sette vittorie nel 2022, l’ultima quella ottenuta al Giro del Friuli in cima allo Zoncolan (foto Bolgan)

Il giovane Conforti

Conforti è uno di quei ragazzi che dalla categoria juniores passano direttamente nel mondo del professionismo. La Green Project sta continuando il progetto giovani, cosa già iniziata lo scorso anno. Il giovane toscano ha cominciato la stagione in Croazia all’Umag Trophy e con un bel piazzamento ottenuto pochi giorni dopo al Porec Trophy. 

«Ha esordito con corse 1.2 – dice Contessa – sono gare più semplici. Conforti è un ragazzo che da junior ha fatto vedere belle cose. L’anno scorso si è rotto il braccio prima del Giro della Lunigiana, altrimenti si sarebbe messo in mostra e lo avrebbero portato ai mondiali di Wollongong. Ha un buono spunto veloce e tiene bene nelle salite corte, sono andato a seguirlo in qualche corsa. Questa sua promozione nel mondo dei professionisti fa parte di un nuovo trend: quello di portare gli juniores già tra i grandi. E’ una cosa che stanno facendo anche alcuni team WorldTour come la Ineos».

Salto giusto

Un salto del genere va ponderato bene, è ben diverso rispetto a passare da una development legata alla squadra WorldTour. Conforti è già professionista, con le pressioni e le attenzioni che ne derivano. 

«Quando l’anno scorso mi ha detto che lo aveva contattato la Green Project – riprende Contessa – non ho potuto dirgli nulla. Chiaro che avrebbe potuto fare un anno con noi tra gli under 23 ma l’occasione del professionismo era troppo ghiotta. Ora ha un contratto con tutte le sicurezze che ne derivano (ma anche insicurezze, ndr). A mio modo di vedere sarebbe stato più corretto fare un percorso tramite un team development come hanno fatto Savino e Raccagni Noviero. Due atleti usciti sempre dal nostro team juniores, che ora sono nel Devo Team della Soudal Quick Step. Anche perché ritengo sia più semplice entrare nel WorldTour tramite la squadra di sviluppo che da una professional. Guardate Zana quanta fatica ha fatto per arrivare alla Jayco AlUla, correndo tre anni in Bardiani con risultati e successi non da tutti.

«Sarebbe tutto diverso se in Italia ci fosse una WorldTour – conclude – ma per il momento se si vuole rimanere da noi la Green Project è una delle squadre più solide. Conforti le qualità le ha, altrimenti non sarebbe dove è adesso. Nel 2023 avrà l’occasione di fare un calendario più ricco di quello che avrebbe fatto con noi. Il Giro d’Italia U23 sarà una grande chance per farsi vedere. Magari verso fine stagione farà qualche corsa con i professionisti in Italia, come hanno fatto gli altri ragazzi l’anno scorso».

Lucca tra i pro’: emozioni e promesse mantenute

05.11.2022
4 min
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Spuntare la casella delle categorie di bici.PRO nella sezione “News” e “Professionisti” parlando di Riccardo Lucca ci riempie il cuore di gioia. “Succede a chi ci crede” così potremmo definire l’Odissea di Lucca, che nel 2023 sarà nelle file della Bardiani CSF Faizanè, che nella nuova stagione cambierà nome. Il trentino di Rovereto approda nel mondo dei professionisti all’età di 25 anni. Tardi se si considera la media di queste ultime stagioni, ma i sogni ed il destino non stanno a guardare i giorni o i mesi, loro passano, anche quando meno te lo aspetti.

Il 19 agosto arriva la notizia dai canali social della Bardiani: Lucca farà parte del team per le prossime due stagioni
Il 19 agosto arriva la notizia dai canali social della Bardiani: Lucca farà parte del team per le prossime due stagioni

L’inverno tanto atteso

Questo inverno, che ancora tale non si può definire viste le temperature anomale, è quello della certezza per Lucca. Ce l’ha fatta, ma da qui si riparte, guai pensare di essere arrivati.

«Dopo le corse – ci dice da casa sua – mi sono fermato per un bel periodo. Basta, avevo bisogno di fermarmi. Non sono andato in vacanza, non ne ho avuto modo. Ho cercato per un po’ qualcuno con cui andare via, poi ho deciso di godermi la tranquillità di casa. Stavamo ristrutturando e sono rimasto qui a lavorare, abbiamo demolito qualche muretto (dice ridendo, ndr). Ho iniziato in questi giorni a fare qualcosa: un po’ di corsa, qualche camminata in montagna, ma nulla di che. Il primo ritiro con la squadra sarà a metà dicembre».

La Bardiani ha già fatto un mini ritiro a fine ottobre, per conoscersi e fare gruppo
La Bardiani ha già fatto un mini ritiro a fine ottobre, per conoscersi e fare gruppo

Un’estate “leggera”

Il 19 agosto, sui social della squadra di Reverberi, è arrivata la notizia della firma di Lucca. Una gran bella notizia, per tanti motivi: il primo sicuramente personale per il corridore. Il secondo, è per tutti gli altri elite, mai smettere di crederci.

«A fine giugno ho avuto i primi contatti con la Bardiani – racconta Lucca – e avevo in programma un test con Pino Toni, poi slittato a causa del Covid. Avere un contratto per il 2023 mi ha fatto vivere gli ultimi mesi qui alla Work Service in maniera consapevole. L’obiettivo delle mie ultime stagioni era stato finalmente raggiunto, questo mi permetteva di andare alle corse libero di testa. Questa “spensieratezza” mi ha permesso di vincere ancora in stagione.

«Quando mi sono trovato il contratto firmato davanti ho fatto un bel respiro (dice ridendo, il buon umore non glielo toglie nessuno ora, ndr). Me lo sono proprio sudato, mi sono passate per la mente tante immagini. Quello che ho fatto prima non si cancella, anzi, mi deve aiutare a ricordare da dove sono partito».

Pochi giorni dopo l’annuncio della firma con la Bardiani la vittoria sullo Zoncolan al Giro del Friuli (foto Bolgan)
Pochi giorni dopo l’annuncio della firma con la Bardiani la vittoria sullo Zoncolan (foto Bolgan)

Il professionismo

Lucca ci ha corso con i professionisti, la sua non sarà un’esperienza “da zero”. Anzi, la sua vittoria più bella è arrivata proprio tra i grandi, all’Adriatica Ionica Race, nella soleggiata Sirolo.

«Sicuramente il livello si alzerà ulteriormente rispetto alle gare fatte fino ad ora, quando una professional corre tra i grandi alza le aspettative. Arrivo ad un’età più matura, questo non so se può essere un vantaggio o meno, dipende da tante cose. A 25 anni ho una maggiore consapevolezza delle mie qualità e delle mie caratteristiche, mi sento più sicuro e formato. Affronterò corse più lunghe, con chilometraggi che non ho mai fatto nemmeno in allenamento e gare a tappe più impegnative. I margini di crescita non mancheranno».

Lucca e il ds Contessa sono legati da una promessa fatta nel 2019 e finalmente realizzata: il passaggio di Riccardo tra i pro’
Lucca e il ds Contessa si sono fatti una promessa nel 2019: il passaggio tra i pro’. Matenuta!

La rivincita di Contessa

«Riccardo potrebbe essere un buonissimo gregario per una WorldTour, speriamo che almeno possa provarci in una professional». Queste le parole di Contessa, diesse della Work Service, dopo la vittoria di Lucca all’AIR

«Lui per me è contentissimo – racconta Riccardo – e io lo sono per lui. Questa è stata la nostra rivincita, Contessa in me ci ha sempre creduto. Avevamo già lavorato insieme quando ero al quarto anno, nel 2019. Mi aveva promesso che avremmo lavorato insieme per farmi passare e se non ci fossimo riusciti sarebbe stata una doppia sconfitta: per me e anche per lui. Ci siamo riusciti alla fine, anche se a distanza di qualche anno. La cosa bella è che quando sono tornato alla Work Service, non sapevo che ci sarebbe stato anche lui, forse il destino ci ha fatto riunire per mantenere quella promessa fatta qualche anno fa».

Plebani: «Più fiducia dopo Cali e ora penso agli europei»

16.07.2022
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A Cali, Colombia, è andata in scena l’ultima prova di Nations Cup su pista. Prova che ha incoronato Davide Plebani nella classifica finale dell’inseguimento individuale (foto Instagram di apertura). Il 25enne bresciano corre da quest’anno nella Work Service di Ilario Contessa e a inizio stagione aveva dichiarato di voler tornare in maniera costante e prepotente sul parquet. La medaglia d’oro conquistata dopo le tre prove disputate tra aprile e luglio dà morale e fiducia, con la speranza di ritagliarsi un posticino agli europei ad agosto. 

Plebani a sinistra insieme a Milan, il bresciano grazie al secondo posto conquistato a Cali ha vinto la Nations Cup (Photo RS)
Plebani (a sinistra di Milan)grazie al secondo posto di Cali ha vinto la Nations Cup (Photo RS)

Una Colombia dorata

Cali, nella terza ed ultima prova di Nations Cup, sorride a Plebani che raccoglie i frutti di una prima parte di stagione che non può lasciarlo indifferente. 

«Non mi fermo – ci dice Davide convinto – sono tornato il 12 dalla Colombia e sono andato direttamente in altura, dove starò fino al 20 luglio. Avevo fatto un po’ di altura prima ed ora ho deciso di dare un altro colpetto, così da tenere una buona condizione. L’obiettivo di inizio stagione era quello di tornare su pista con costanza e direi che ci sono riuscito, ho lavorato molto per questo. Sono stato anche l’unico a fare tutte e tre le prove di Nations Cup : Glasgow, Milton e Cali».

Il gruppo degli azzurri alla Nations Cup di Cali festeggia i successi ottenuti (foto Federciclismo)
Il gruppo degli azzurri alla Nations Cup di Cali festeggia i successi ottenuti (foto Federciclismo)

Viaggi molto lunghi

Ma come si è preparato Plebani per arrivare pronto a tutti e tre gli eventi? Quattro mesi sono lunghi e mantenere alto il livello di condizione non è facile, serve testa ed un programma di allenamento ben studiato.

«Le prove di Coppa iniziano il giovedì e finiscono la domenica- racconta Plebani – solitamente si andava nel luogo della corsa il lunedì, così si aveva il tempo giusto per adattarsi ai vari fusi orari e per far girare un po’ la gamba. Si facevano dei lavori ad alta intensità, con qualche richiamo sulla forza ma a bassa frequenza cardiaca, per non affaticare il corpo, che dopo viaggi così lunghi aveva bisogno di adattamento. Le settimane prima delle gare facevo dei lavori specifici su pista. Tranne per l’appuntamento di Cali, dove, in accordo con la squadra, ho fatto il Giro del Veneto, che è finito il 2 luglio ed il 3 siamo partiti per Cali».

Plebani a sinistra, è stato l’unico azzurro a correre tutte e tre le tappe di Nations Cup, qui a Milton (foto Federciclismo)
Plebani a sinistra, è stato l’unico azzurro a correre tutte e tre le tappe di Nations Cup, qui a Milton (foto Federciclismo)

Il rapporto con la Work

Alla luce del fatto che Davide sia andato a correre il Giro del Veneto prima della decisiva trasferta di Cali, ci si chiede come abbia lavorato per arrivare pronto alle tre prove di Nations Cup .

«Con Contessa – riprende – ho un rapporto trasparente e di assoluta fiducia, sia mia nei suoi confronti che viceversa. Sono sempre a disposizione della squadra, quando mi sento in condizione o penso di aver bisogno di lavorare un po’ su strada glielo dico e mi metto a sua completa disposizione. Per allenarmi e lavorare al meglio ho un preparatore personale con cui mi confronto tutti i giorni.

«Sono consapevole che, curando molto la pista, quando arrivo a correre su strada faccio un po’ più di fatica, però quando serve non mi tiro indietro. Ad esempio, prima del Giro del Veneto mi sentivo bene e ho chiesto a Contessa di poter fare qualche sprint. Poi però nella settimana precedente la corsa non mi sono allenato su strada perché ho lavorato per far bene a Cali e ho perso un po’ di condizione. Così ho rivisto i miei piani e sono stato di supporto a Lucca».

Il confronto con il suo diesse Contessa è costante, i due collaborano e si fidano l’uno dell’altro (foto Scanferla)
Il confronto con il suo diesse Contessa è costante, i due collaborano e si fidano l’uno dell’altro (foto Scanferla)

E con Villa?

«Marco – spiega Davide – non ci dice cosa dobbiamo fare, siamo noi che dobbiamo organizzare la nostra preparazione. Sei tu atleta che devi arrivare pronto agli appuntamenti o al ritiro su pista, non importa come. La cosa fondamentale è che quando gira, il cronometro dica che hai lavorato bene. Con Marco ho un livello di comunicazione migliore rispetto agli altri anni, mi confronto spesso con lui e gli dico tutte le mie sensazioni e i miei impegni. Per farvi un esempio: dopo Milton sono andato in down, le coppe erano vicine ed ero troppo “tirato”. Ho fatto esami del sangue e avevo tutti i valori al minimo. Ne ho parlato con lui e mi ha consigliato di andare in altura, di riprendermi e tornare poi per Cali».

Villa 2021
Villa non interviene nella preparazione dei corridori, con loro si confronta ma lascia libertà
Villa 2021
Villa non interviene nella preparazione dei corridori, con loro si confronta ma lascia libertà

Obiettivo europei

Dopo aver raccolto un bel risultato come quello della Nations Cup, è giusto anche guardare con speranza e fiducia al futuro. Davide ha voglia di guadagnarsi la fiducia di Villa e tornare a respirare aria di nazionale anche negli eventi più importanti.

«Ora il mio programma di lavoro – conclude Plebani – prevede qualche giorno in altura, scenderò il 20 luglio. Farò qualche giorno di adattamento e andrò probabilmente a correre alla “Sei giorni di Fiorenzuola” dall’1 al 6 agosto. In teoria andremo con qualcuno della nazionale e dovremmo fare la mattina allenamenti ed il pomeriggio le gare. Far parte della squadra degli europei nell’inseguimento individuale sarà tosta, visto che i posti saranno solamente due. Riuscire a far parte della squadra dell’inseguimento a squadre rimane l’obiettivo più concreto, anche se sarà molto difficile, vedremo cosa succederà».

Strepitoso Lucca: davvero troppo vecchio per passare?

07.06.2022
5 min
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Taglia il traguardo in lacrime e non sa che nell’ammiraglia alle sue spalle, il diesse Contessa ha iniziato a farlo ben prima. Riccardo Lucca ha vinto di prepotenza in una corsa di professionisti e anche per lui si tratta della prima volta. Alle sue spalle un gruppo da corsa elite, perché per vincere si deve andare in fuga e non è detto che vengano sempre a prenderti. Probabilmente la caduta di Carboni nella penultima discesa l’ha avvantaggiato, ma quella curva l’avevano vista tutti e la scivolata del marchigiano parla forse di troppa foga.

Corsa al riscatto

E’ la corsa di chi vuole far sentire la propria voce e Lucca è uno di quelli che s’è abituato a camminare con i sassi nelle scarpe. L’anno scorso ha vinto sei corse con la maglia della General Store, ma ha pagato caro il fatto di avere già 24 anni. Come Alfio Locatelli si sentì dire da un procuratore che alla stessa età era già vecchio, il trentino di Rovereto ha semplicemente trovato le porte chiuse.

«Ieri è stata una brutta giornata – dice – ho pagato caro il Grappa. Ho perso più di 7 minuti e in classifica stamattina ne avevo quasi 10. Per questo sono entrato in quella fuga così numerosa. Ero convinto che ci avrebbero preso, invece si sono fermati. Prima di me ha provato Carboni, ma è caduto. E io arrivando, piangevo…».

Gregario da WorldTour

Il suo nome salta fuori dalle cronache delle ultime tappe e dai successi degli anni passati e di colpo la vittoria mette in fila i vari tratti e compone l’identikit di un corridore forte che magari si è fatto scivolare sopra il tempo nei primi anni di carriera.

«Sapevamo tutti delle grandi qualità di Riccardo – dice Davide Rebellin sfinito sul traguardo – ha un grande motore e merita di proseguire a un livello superiore, perché è un ragazzo vincente che sa anche fare lavoro di squadra. Merita una chance».

Sulla stessa lunghezza d’onda è Ilario Contessa, che con Lucca aveva già lavorato nella sua prima parentesi nella marchigiana Work Service.

«Il primo giorno – racconta al settimo cielo – era il più forte di tutti, ma ha pagato l’inesperienza di essere l’unico atleta continental e non è riuscito a gestire il finale. Va bene che ha vinto l’amico Scaroni, ma quel giorno non è andata bene. Alla luce di oggi però, ce la facciamo bastare ugualmente. Riccardo potrebbe essere un buonissimo gregario per una WorldTour, speriamo che almeno possa provarci in una professional».

Le porte chiuse

Lucca adesso non piange più e quando dice che nessuno l’ha ancora cercato per passare professionista, lo fa allargando le braccia.

«Forse ho perso del tempo – dice – ma certo i miei anni da junior sono stati gli ultimi in cui non facevano passare ragazzi così giovani. Adesso quei miei errori li uso per farli vedere ai nostri under 23, per correggerli quando è necessario. La squadra sta andando nella giusta direzione, abbiamo vinto quattro corse con quattro diversi corridori e adesso gli U23 andranno al Giro, mentre io avrò il Giro del Veneto e poi i campionati italiani su una distanza che non ho mai fatto. Ci saranno i corridori più forti, sarà comunque un’esperienza. Nessuno mi ha cercato, mentre tanti continuano a passare. Poi però vedo che tanti passano presto, non trovano il giusto colpo di pedale e sono in difficoltà».

Attacco frontale

Sirolo si specchia nell’Adriatico in un primo accenno di vacanze e spiagge. Antonio Nibali, sfinito dopo il traguardo, ha raccontato di averci provato e che la sua idea fosse più o meno la stessa messa in atto da Lucca. Scollinare con 5-6 secondi al penultimo passaggi sul Gpm e poi tirare dritto. Perché la discesa, diceva, si faceva meglio da soli che in gruppo.

Il finale ha proposto l’attacco frontale di Tesfatsion a Zana, che però ha risposto senza particolare affanno. E mentre il vicentino pedala verso l’attesa vittoria, il corridore eritreo cresce ogni giorno sul piano della fiducia. Chissà se anche su di lui ha già messo gli occhi qualche squadrone.

Contessa e il bilancio dei primi mesi in Work Service

20.05.2022
6 min
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Ilario Contessa è sempre indaffarato. Alla Work Service le cose da sistemare e mettere a posto per questa seconda parte di stagione sono tante e lui non è uno che si tira indietro.

«Stavo preparando le cose per questo weekend – dice Contessa appena alzata la cornetta – sarà pieno di gare. Sabato si corre il Marchigiana e domenica gli junior sono impegnati in due corse: Strade Bianche ed una qui in provincia di Padova».

Il diesse, innamorato del ciclismo, è tornato alla Work dopo una parentesi di due anni alla Zalf, con lui tracciamo un punto su questi primi, intensi, mesi di corse.

Alla prima tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali Giovanni Bortoluzzi ha conquistato la maglia del Gpm
Alla prima tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali Giovanni Bortoluzzi ha conquistato la maglia del Gpm

Tanti podi, poche vittorie

«La stagione della squadra è partita bene, abbiamo fatto qualche podio di troppo e qualche vittoria di meno – dice ridendo – ma sono soddisfatto. Il Giro di Sicilia è stato super, siamo andati davvero bene. Abbiamo ottenuto un bellissimo piazzamento con Venchiarutti nella terza tappa vinta da Miholjevic. Nella seconda tappa con l’arrivo a Caltanissetta Lorenzo Ginestra si è piazzato quindicesimo, sono davvero contento per lui, è giovane e questi risultati danno morale».

Venchiarutti Pontedera 2022
Il podio di Pontedera, con Venchiarutti fra De Pretto (2°) e Di Felice (3°) (foto Federciclismo)
Venchiarutti Pontedera 2022
Il podio di Pontedera, con Venchiarutti fra De Pretto (2°) e Di Felice (3°) (foto Federciclismo)

Il ritorno alla vittoria di Venchiarutti

Nicola Venchiarutti e Riccardo Lucca sono i due corridori su cui ci eravamo concentrati ad inizio stagione. Ora, dopo qualche mese, i primi risultati si sono visti, anche se i margini per migliorare ci sono ancora. 

«Venchiarutti è partito bene – racconta Ilario – ha vinto a Pontedera e si è piazzato al Giro di Sicilia, dopo il quale ha preso una maledetta bronchite che lo ha fermato per un po’. Meglio averla presa ora che era in un periodo di “riposo” piuttosto che in altri momenti della stagione. I prossimi appuntamenti che sta preparando sono l’Adriatica Ionica Race, il campionato italiano e poi con la nazionale farà i Giochi del Mediterraneo».

«La vittoria gli ha fatto bene, all’inizio della stagione ha avuto qualche tentennamento proprio per la disabitudine a vincere. Si è sbloccato e questo gli ha dato il giusto morale. Con noi sta bene, non se lo sarebbe aspettato neanche lui, anche se siamo una continental si lavora sodo e con grande professionalità. E’ chiaro che rispetto agli anni scorsi ha fatto un passo indietro ma con noi è sempre sotto supervisione diretta da parte della Drone Hopper».

Dopo la bella vittoria a Pontedera per Venchiarutti un bel quarto posto nella terza tappa del Giro di Sicilia
Dopo la bella vittoria a Pontedera per Venchiarutti un bel quarto posto nella terza tappa del Giro di Sicilia

Lucca crescerà

Un altro che sorride, forse un po’ meno, è Riccardo Lucca, lui e Ilario si sono ritrovati alla Work. Il feeling tra i due c’è, Riccardo lavora sodo e aspetta il suo momento, che arriverà…

«Quando dicevo dei troppi podi un po’ mi riferivo a lui – dice ridendo di nuovo Ilario – gli manca la vittoria per coronare il lavoro fatto fino ad ora. A Montecassiano era in forma ma non è riuscito ad imporsi e a Monte Urano ha trovato un giovane molto forte, Raccani. Con il caldo lui prende spunto e riesce a dare il meglio di sé, io in lui ci credo».

«Spiace che non sia stato chiamato a fare i Giochi del Mediterraneo, Lucca a crono è sempre andato bene. Ha fatto dei piazzamenti anche al campionato italiano qualche anno fa. Anche per lui il programma di corse prevede Adriatica Ionica e campionati nazionali, su strada e a crono. Correrà anche il De Gasperi ed il Giro del Veneto, dove nel 2019 ha vinto una tappa proprio in maglia Work».

Per Riccardo Lucca una prima parte di stagione con tanti piazzamenti, con l’arrivo del caldo spera di trovare la vittoria (foto Scanferla)
Per Riccardo Lucca una prima parte di stagione con tanti piazzamenti, con l’arrivo del caldo spera di trovare la vittoria (foto Scanferla)

Spazio anche ai giovani

Nei pensieri e nei programmi del diesse ci sono anche gli under 23, il programma per loro è fitto e si avvicina il Giro d’Italia Under 23, un bel palcoscenico. 

«Con gli under stiamo preparando il Giro – racconta l’indaffarato Ilario – tra poco andranno sul Pordoi e faranno un po’ di giorni lì, una volta scesi faranno il De Gasperi e poi si inizia. Una corsa come il Giro è bello farlo andando preparati, non siamo all’altezza degli squadroni che lotteranno per vincere ma ci saremo. Anche al Recioto, al Belvedere ed al Piva siamo stati propositivi».

Bene anche gli U23 della Work Service, qui alla Due Giorni per Alessandro Bolis (foto Scanferla)
Bene anche gli U23 della Work Service, qui alla Due Giorni per Alessandro Bolis (foto Scanferla)

E l’eterno Rebellin?

Davide Rebellin smetterà di correre a fine stagione, lo aveva annunciato. Il recupero dall’infortunio procede e sembra pronto a tornare.

«Davide – racconta Contessa – è pronto per incominciare la sua stagione, anche lui dovrebbe correre l’Adriatica Ionica e poi i campionati italiani, vorrebbe smettere in quell’occasione. Diciamo che ha quelle 4 gare che vorrebbe fare per chiudere la sua carriera, il recupero è andato bene, visivamente gli manca un po’ di volume muscolare del polpaccio infortunato. Ora servirà lavorare bene sul ritmo gara ma sono gli ultimi dettagli, vuole divertirsi e godersi le ultime corse».

Davide Rebellin ha subito un infortunio durante la scorsa stagione, il suo rientro è atteso all’Adriatica Ionica Race
Davide Rebellin ha subito un infortunio durante la scorsa stagione, il suo rientro è atteso all’Adriatica Ionica Race

Un giudizio personale

E’ sempre difficile autovalutarsi, si rischia di eccedere in eccesso o in difetto, ma un primo bilancio sul ritorno in Work ad Ilario lo chiediamo lo stesso, senza pressioni. 

«Solitamente commentano gli esterni – ci incalza con una battuta- ma mi sembra di aver lavorato bene, mi trovo bene con la squadra. Bisogna guardare avanti, verso i prossimi anni. Ritengo di aver dato una nuova verve al team, spero che i miei aiuti siano ben graditi. Mi reputo ancora giovane per il ruolo che ricopro, ho solamente 37 anni e rapportarsi con ex pro’ o elite di alto livello è stimolante e si impara gli uni dagli altri. Se devo fare un paragone extra ciclistico mi definirei un Sarri o un Mourinho, non talentuoso nel praticare lo sport ma con entusiasmo e lavoro ho fatto la mia gavetta. Sono partito dai giovanissimi e ho fatto tutte le categorie, spero un giorno di fare il salto che mi manca!».