A Pesaro una Serata di grande ciclismo

23.11.2022
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E’ stata una seconda edizione davvero molto ben riuscita quella andata in archivio venerdì 18 novembre scorso presso la funzionale area convegni del Baia Flaminia Resort di Pesaro. Di cosa parliamo? Semplice, della “Serata di grande ciclismo 2022”: un evento organizzato in perfetta sinergia da Maurizio Radi (Fisioradi Medical Center) e Giacomo Rossi (Cà Virginia Country House Bike Resort), con il concreto supporto di diversi sponsor sostenitori, con il chiaro scopo di celebrare al meglio la stagione ciclismo marchigiano appena terminata – ma non solo – riconoscendo giovani atleti, appassionati, addetti ai lavori ed anche alcuni noti corridori professionisti. Tra questi, il campione d’Italia in carica tra i professionisti Filippo Zana.

Una festa che a differenza di quella svoltasi l’anno scorso (il periodo era sempre lo stesso, dunque a fine novembre), ha voluto per questa seconda edizione allargare il proprio raggio di attenzione verso un ciclismo inteso nelle sue molteplici sfaccettature e discipline: a 360 gradi, potremmo ben dire.

La stella Filippo Zana

Dopo il rituale saluto delle Istituzioni, presenti in sala c’erano tra gli altri l’Assessore alla Rapidità, all’Urbanistica e allo Sport Mila Della Dora, il Consigliere Regionale Nicola Baiocchi, il Vice Presidente del Consiglio Regionale Andrea Biancani ed il Prefetto di Pesaro e Urbino Tommaso Ricciardi, il palco è letteralmente divenuto… “di proprietà” del mondo del ciclismo. Molto lunga la lista dei premiati: dai professionisti Filippo Zana, Giovanni Carboni, Gidas Umbri, Matteo Malucelli e Gianmarco Garofoli si è passati ai più giovani atleti marchigiani che quest’anno si sono distinti alle corse. E allora ad essere premiati sono stati Giacomo Sgherri (Campione Regionale Allievi), ed al quale è stato consegnato anche il premio speciale Memorial Marco Ragnetti, Edoardo Tesei (Campione Regionale Esordienti) e Sebastiano Fanelli, il tricolore 2022 tra gli Juniores.

Anche il ciclismo femminile ha avuto la sua ribalta, e ad essere riconosciute sono state Alice Palazzi, atleta della Fassa Bortolo Top Girls, e Chiara Ciuffini “fresca” campionessa italiana e mondiale Gravel tra gli amatori. Spazio poi al Paraciclismo, con i premi consegnati al cattolichino Andrea Casadei, campione italiano su strada a cronometro, e a Svetlana Moshkovich, campionessa del Mondo Handbike e Medaglia di bronzo Paralimpica. A conclusione di serata sono stati chiamati sul palco anche Marco Nardinocchi, campione italiano Bike Trial Elite 2022 e Zico Pieri, il detentore del record mondiale di Everesting consecutivi. Finale – emozionante – dedicato al riconoscimento di Gaetano Gazzoli, anima storica del Gran Premio Capodarco ed autentica icona del ciclismo marchigiano.

La bici è per tutti

«Siamo davvero entusiasti dell’esito e soprattutto della partecipazione degli appassionati di ciclismo a questa nostra seconda edizione – ha dichiarato Maurizio Radi – una serata bellissima, nel corso della quale abbiamo riunito, grazie al comune denominatore della bicicletta, moltissime persone. Ringrazio tutti gli amici, e poi le aziende e le realtà locali che non ci fanno mai mancare il proprio sostegno. La partecipazione alla nostra “Serata di grande ciclismo” è stata molto forte, decisamente al di sopra delle nostre migliori aspettative: un riscontro che ci stimola a fare ancora meglio in vista dell’edizione del prossimo anno. Ormai è un dato di fatto: la bicicletta si diffonde sempre più. Sono davvero tante le persone che la utilizzano per migliorare il proprio stato di salute, e questo è un risultato importante che ci riempie di soddisfazione».

Morfeo Gadget: che premi!

Una menzione speciale va effettuata alla Morfeo Gadget, azienda friulana specializzata nella realizzazione di premi, trofei e riconoscimenti realizzati mediante l’impiego di stampanti 3D e previsti in materiali 100% naturali, biodegradabili e dunque sostenibili. A rappresentare l’azienda erano presenti a Pesaro sia Gianluca che Riccardo Pellegrini, i titolari della Morfeo Gadget, che per l’occasione hanno avuto modo di consegnare al campione d’italia Filippo Zana una bellissima riproduzione in 3D della sua maglia tricolore conquistata quest’anno sul circuito di Alberobello.

Fisioradi

Ca’ Virginia

Gaerne festeggia i 90 anni di Ernesto e i 60 di attività

20.10.2022
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E’ stata una giornata di festa quella vissuta in Gaerne appena qualche ora fa per celebrare i 90 anni del fondatore Ernesto Gazzola e “tagliare il traguardo” dei primi 60 di attività sul mercato dello stesso brand veneto.

Gaerne, nome che deriva dalle iniziali di Gazzola Ernesto, rappresenta una delle aziende italiane di vertice per quanto riguarda la realizzazione di scarpe per il ciclismo e di stivali da moto. Il tutto attraverso una produzione interamente Made in Italy rimasta fedele negli anni alle origini ed al territorio trevigiano nel quale l’azienda è letteralmente “immersa”.

Sono 60 gli anni di attività di Gaerne, riferimento nella produzione di stivali da moto e calzature da ciclismo
Sono 60 gli anni di attività di Gaerne, riferimento nella produzione di stivali da moto e calzature da ciclismo

Una storia d’altri tempi

Una storia d’altri tempi quella di Gaerne, che muove i primi passi nel secondo dopoguerra. Ernesto Gazzola cresce difatti in una famiglia numerosa composta da ben otto figli, dove i soldi non bastavano mai. Iniziò ad imparare un mestiere per aiutare la sua famiglia, lavorando presso il ciabattino del paese: la storia di Gaerne inizia proprio qui… Poi il primo lavoro in fabbrica, mentre alla sera, in casa, iniziava ad assemblare i suoi primi modelli da vendere al Mercato di Montebelluna. Sempre supportato dalla moglie Vittoria, orlatrice e donna della sua vita, con la quale festeggia 65 anni di matrimonio.

Le prime scarpe firmate Ernesto Gazzola vennero create nel 1962, e due anni più tardi, nel 1964, viene assunto il primo dipendente. Da allora, di strada, commercialmente, ne è stata fatta moltissima. Un percorso di crescita che ha reso Gaerne un’azienda solida e riconosciuta a livello mondiale. Senza, tuttavia, disperdere i propri valori fondanti e uno stretto legame con il territorio. Le scelte di Ernesto, affiancato dai figli Gianna, Gianni e Marta a cui ha tramandato i propri valori, hanno successivamente permesso di proseguire nella crescita aziendale.

Queste sono le scarpe celebrative per i 60 anni di attività di Gaerne: le GE.60

GE.60, solo sessanta pezzi

A festeggiare i novant’anni di “patron” Ernesto Gazzola hanno anche contribuito due atleti: Andrea Verona e Filippo Zana. Gaerne ha omaggiato questi suoi campioni con due prodotti “limited edition” ideati appositamente per celebrare al meglio l’importantissima ricorrenza. Zana ha ricevuto la numero 1 della nuova GE.60, un modello da collezione prodotto in appena 60 esemplari numerati. Mentre ad Andrea Verona ha ricevuto il primo pezzo della nuova maglia GE.60 MX Jersey.

Tornando sulla nuova GE.60 consegnata a Zana, quest’ultima è stata realizzata con una grafica che prende ispirazione dal mondo dell’arte, in modo più specifico dalla corrente artistica dell’Action Painting, che prevede la libera applicazione dei colori con gesti veloci e spontanei. La tomaia della GE.60 si è quindi trasformata in una tela per accogliere un originale tricolore che evoca l’anima italiana di Gaerne. Ciascuna delle sessanta paia realizzate con questa tecnica risulta essere unica ed irripetibile in quanto diversa in ogni dettaglio estetico… A fine lavorazione, la scarpa viene ulteriormente impreziosita dalla firma di Ernesto Gazzola a certificare un prodotto super esclusivo che immaginiamo sarà oggetto del desiderio di collezionisti ed appassionati.

Gaerne

Le vacanze in Kenya, poi per Zana inizia la nuova vita

15.10.2022
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Il tricolore da far splendere nel WorldTour. La vittoria nel campionato italiano di fine giugno in Puglia ha spalancato le porte della Bike Exchange-Jayco a Filippo Zana, che con gli australiani ha firmato un contratto triennale. C’è tanta voglia di crescere nel ventitreenne vicentino sbocciato nella Bardiani Csf-Faizanè che, oltre a vestirsi con il simbolo del primato nazionale, ha sfiorato l’azzurro ai mondiali in Australia.

Sobrero e Zana sono stati i messaggeri di Bennati al mondiale: nel 2023 correranno insieme alla Bike Exchange
Sobrero e Zana sono stati i messaggeri di Bennati al mondiale: nel 2023 correranno insieme alla Bike Exchange
Ti avevamo lasciato su quel ponticello 4 chilometri dal traguardo della prova iridata: ce lo racconti?

Eravamo io e Sobrero. Sicuramente sarebbe stato bello correre, però è stata una gran bella esperienza: tutto serve nella vita.

C’è un punto in comune tra il campionato italiano che hai vinto e il mondiale, ovvero l’assenza di radioline: ci sveli qualche retroscena?

Al campionato italiano andavamo dietro alla macchina, anche perché la prima parte era in linea e non avevamo molte informazioni. Anch’io andavo dietro per chiedere come eravamo messi e che cosa dovevamo fare: per fortuna è andata per il meglio per me.

Per il tuo modo di correre è stato un vantaggio non avere riferimenti?

Diciamo che alla fine servono sempre le gambe. Poi, le radioline danno qualche vantaggio, ma se hai le gambe stai davanti, altrimenti ti stacchi

La vittoria del tricolore in Puglia, venuta dopo la Adriatica Ionica Race, ha segnato per Zana la svolta
La vittoria del tricolore in Puglia, venuta dopo la Adriatica Ionica Race, ha segnato per Zana la svolta
E al mondiale?

Cercavamo di dare più riferimenti e informazioni possibili ai nostri compagni. Probabilmente con le radio sarebbe potuto cambiare qualcosa e, magari, il gruppo di Rota non sarebbe stato ripreso. Comunque, Evenepoel ha fatto vedere di essere il più forte e il nome del vincitore non sarebbe cambiato. Non trovo tanto il senso che si corra sempre con le radioline e poi manchino nelle due o tre volte l’anno in cui ti giochi qualcosa di molto importante. Le regole stanno così, perciò mi adeguo e cerco di fare del mio meglio.

Il 2022 è stato un anno incredibile per te: te l’aspettavi?

Diciamo che quest’anno ci sono stati tanti alti e bassi. Al Giro d’Italia non ero molto felice, poi per fortuna è arrivata la condizione, per cui c’è stato un mese e mezzo che mi sono fatto vedere, dopodiché è arrivata anche la maglia.

La maglia tricolore di Zana sul San Luca, accanto a Izagirre, all’ultimo Giro dell’Emilia
La maglia tricolore di Zana sul San Luca, accanto a Izagirre, all’ultimo Giro dell’Emilia
Cos’è cambiato da quando hai indossato il tricolore?

La maglia pesa un po’, cerco di onorarla sempre al meglio. E’ dura, ma mi auguro di partire col piede giusto anche l’anno prossimo, in cui avrò tante motivazioni. Il passaggio di squadra mi stuzzica, fa bene al morale, speriamo di fare bene.

Che cosa ti aspetti da questa avventura alla Bike Exchange?

Penso che entrare nel WorldTour sia il sogno di tutti i ragazzi che cominciano a correre in bici. Sono riuscito a realizzare quello che da bambino sembrava così lontano e ora corro al fianco di grandi campioni

Siamo in anni di grandi cambiamenti, con l’avvento di tanti giovanissimi talenti come Pogacar, Van Aert, Evenepoel: che ne pensi?

Sono dei fenomeni contro cui dobbiamo correre. Spero di farmi valere e di farmi valere ogni tanto. 

Anche Zana, come qui Simon Yates, ha sostenuto le visite mediche a Torino nei giorni scorsi (foto BEX Media)
Anche Zana, come qui Simon Yates, ha sostenuto le visite mediche a Torino nei giorni scorsi (foto BEX Media)
Ti piacerebbe più fare un grande Giro o hai messo nel mirino qualche classica?

Vorrei fare un grande Giro in supporto di qualche mio compagno poi, se ce ne sarà occasione e la condizione mi assisterà, magari avere qualche giorno di libertà se si è lì davanti con un po’ di gamba. Le classiche sono bellissime, forse un po’ meno adatte a me, ma se ci fosse qualche possibilità… La più adatta a me potrebbe essere la Liegi, poi mi piacerebbe fare la Roubaix almeno una volta nella vita ed entrare nell’inferno del pavé. Tutte le gare a cui si va, sono buone per vincere.

Col tuo tricolore rappresenti il movimento italiano, che sta brillando su pista trascinato da Ganna, ma che sta ricevendo anche troppe critiche su strada…

Tanti hanno criticato il nostro movimento e parlato di crisi, ma non credo sia così in difficoltà, visto che anche al mondiale eravamo là davanti e siamo stati tutto il giorno in corsa. Certo, adesso non abbiamo un fenomeno che possa vincere le classiche o grandi Giri alla Pogacar o Evenepoel. Magari ci manca quella stella poliedrica, però mi sembra eccessivo dire che siamo messi malissimo. Col passare degli anni possiamo crescere ancora molto. Abbiamo tanti giovani che stanno crescendo, per cui speriamo di trovare anche noi un fenomeno italiano.

Il mondiale, sia pure da riserva, ha permesso a Zana (qui con Trentin) di mettere un piede nel ciclismo dei grandi
Il mondiale, sia pure da riserva, ha permesso a Zana (qui con Trentin) di mettere un piede nel ciclismo dei grandi
Ti concederai un po’ di relax?

Sento il bisogno di una bella vacanza. Era da tanto che volevo andare in Kenya e ci andrò con la mia ragazza.

Il tuo tipico allenamento autunnale?

Cerco di uscire sempre, dopo la quarantena i rulli hanno preso solo polvere. La mia salita personale è il Costo che va ad Asiago, perché penso sia la più calda del Veneto in inverno. E poi è il ritrovo dei ciclisti dell’Alto Vicentino.

Da solo o in compagnia?

Ci sono un po’ di professionisti che abitano in zona, per cui ci troviamo per strada. C’è Brambilla, poi Battistella e Richeze, che abita a Bassano. In allenamento ci si incrocia e ci si trova, per cui è bello anche così.

Colleoni apre a Zana le porte della BikeExchange

29.09.2022
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Filippo Zana dalla prossima stagione vestirà la maglia del team BikeExchange Jayco, la prima avventura in una squadra WorldTour per il neo campione italiano. Quando si inizia un nuovo cammino è sempre bene avere un punto di riferimento, qualcuno che ti apra le porte del mondo che stai per affrontare. E chi meglio di Kevin Colleoni, uno dei pochi, anzi pochissimi, corridori italiani che militano in questa squadra (oltre al bergamasco ci sono Matteo Sobrero ed Alexander Konychev, quest’ultimo però è in scadenza di contratto)?

Coetanei

Alla vigilia della Coppa Agostoni, i corridori della BikeExchange e della Kern Pharma fanno visita a Cicli Sardi, Giant Store di Monza e vera istituzione per i pedalatori della Brianza e non solo. Un negozio nascosto da palazzoni che sembrano tutti uguali ma che in realtà non lo sono. Approfittiamo della presenza di Colleoni per iniziare ad aprire qualche spiraglio sulla nuova avventura di Zana.

«Filippo lo conosco da tanto tempo, fin dalle categorie inferiori (ci dice nel retro del negozio, lontano da occhi curiosi, Colleoni, ndr). Siamo sempre stati rivali ma amici fuori, è una bella cosa che il campione italiano venga da noi e se lo merita pienamente».

Zana porterà la maglia tricolore alla BikeExchange: «Sarà strano all’inizio averla in squadra», ci ha detto Colleoni
Zana porterà la maglia tricolore alla BikeExchange: «Sarà strano all’inizio averla in squadra», ci ha detto Colleoni
Alla BikeExchange siete pochi corridori italiani, è più facile legare?

Cerchiamo di legare un po’ di più tra di noi, forse diventa anche più semplice. Secondo me si troverà bene, sia con lo staff che con i compagni, la nostra è una squadra molto tranquilla. Avrà il giusto spazio ed i tempi necessari per capire come si lavora. 

Lo staff che vi circonda com’è? 

Mi sono sempre trovato bene con tutti: meccanici, massaggiatori, nutrizionista. Essendo per la maggior parte italiano o spagnolo anche per me integrarmi all’inizio è stato più semplice. 

La vostra nutrizionista è Laura Martinelli, vi trovate bene?

E’ con noi da quest’anno, è molto brava nel suo lavoro e non ci fa mancare nulla. Quando abbiamo bisogno di qualcosa basta chiamarla e lei è sempre disponibile. Ci mette molta programmazione e cura nel suo lavoro, se c’è un obiettivo da raggiungere pianifica tutto prima nei minimi dettagli. 

I meccanici, invece?

Abbiamo la fortuna di avere il magazzino vicino a Varese, quindi per ogni richiesta o consiglio chiamo loro. Ogni gara cambia il team dei meccanici, quindi è più difficile creare un rapporto specifico.

Zana e Sobrero sul percorso dei mondiali di Wollongong, i due l’anno prossimo saranno in squadra insieme
Zana e Sobrero sul percorso dei mondiali di Wollongong, i due l’anno prossimo saranno in squadra insieme
Con chi è più facile creare un rapporto di amicizia, confidenza?

Con i massaggiatori, perché si passa più tempo insieme dopo la corsa, sono la tua valvola di sfogo se le cose vanno male o i primi a festeggiare con te se al contrario vanno bene. Io mi sono legato particolarmente con Gobbi, che è di Bergamo anche lui, ma anche con Lenzi che è di Varese. Diciamo che sono un po’ i punti di riferimento.

Qual è stata la tua prima difficoltà, così da dare un esempio pratico a Zana…

A primo impatto direi che è stato il fatto di essere in una squadra estera, ho sempre corso in squadre italiane, come Filippo. All’inizio ti trovi di fianco grandi campioni e non sai nemmeno bene come rapportarti, pensi che siano una spanna sopra gli altri, ma con il tempo capisci che sono solo i tuoi compagni.

In una squadra australiana, con compagni da tutto il mondo l’inglese è fondamentale.

A dire la verità la cosa più difficile per me, ancora tutt’ora – dice con una risata – è quando i ragazzi australiani parlano tra di loro. Hanno un accento diverso e parole pronunciate in maniera differente, che noi europei non siamo abituati ad ascoltare.

Tu e Zana avete una corporatura simile, alti e slanciati, a livello di bici che consigli gli daresti?

Noi facciamo sempre, dopo il Lombardia, tre giorni di ritiro dove si organizzano visite mediche, abbigliamento e misure delle bici. Si fanno tante prove ed alla fine si sceglie: abbiamo due modelli di bici a disposizione: la Propel per le tappe in linea e la Tcr per le tappe di montagna.

Tu le hai usate entrambe?

Io quest’anno ho usato solo quella da scalatore (la Tcr, ndr), mentre il prossimo anno vorrei usarle entrambe. Sicuramente bisogna provarle, sono due telai diversi, sono molto soggettive le scelte.

Durante l’anno avete dei periodi in cui fate dei check con i meccanici o biomeccanici?

E’ una cosa molto soggettiva anche questa, la squadra mette a disposizione un biomeccanico che viene ai vari ritiri per permettere di fare anche delle piccole modifiche. Ma se uno desidera, durante la stagione è libero di andare anche da altre persone.

Zana riserva (con Sobrero), ma la prende bene e racconta

22.09.2022
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Le due riserve azzurre per il mondiale di domenica saranno Sobrero e Zana. Solo che mentre il primo ha corso la crono individuale e poi ha conquistato l’argento nel Team Relay, il campione italiano della Bardiani-CSF-Faizanè andrà via dall’Australia senza aver attaccato il numero sulla schiena. Si potrebbe pensare che sia seccato, di certo è dispiaciuto, ma tutto sommato l’ha presa bene, perché di base Filippo è un bravissimo ragazzo. Esserci, dice, è comunque una grande soddisfazione.

Lo scorso anno, Zana fu il regista del cittì Amadori, nella nazionale che vinse fra gli U23 con Baroncini
Lo scorso anno, Zana fu il regista del cittì Amadori, nella nazionale che vinse fra gli U23 con Baroncini

Grazie a Bennati

Lo incontriamo dopo pranzo mentre si avvia verso la stanza. La mattina se ne è andata tutta in pioggia e corridori divisi fra rulli e quelli che sono usciti comunque. E adesso che parliamo, fuori spunta un timido sole che se non altro fa sperare per domani e i giorni successivi, quando ci sarà da correre.

«Sicuramente mi sarebbe piaciuto correrlo – ammette con il suo tono educato – però già essere qua è veramente una grande emozione ed esperienza. Quindi mi dispiace, però allo stesso tempo sono già molto felice di essere stato convocato. Penso sia il sogno che avevo da quando ero bambino. E’ la nazionale maggiore, insomma…

«E Bennati è veramente bravo. Diciamo che ha finito da poco di correre, quindi è quasi come avere un altro compagno. E’ bello avere un cittì così giovane, perché riesce a darci dei consigli, almeno a me che sono più giovane, davvero importanti».

La bici di Zana è la sola a non avere il nome scritto, perché è l’unica con il fregio tricolore
La bici di Zana è la sola a non avere il nome scritto, perché è l’unica con il fregio tricolore

Il più timido

Bennati lo aveva detto in fase di convocazione: Zana deve esserci. Perché è un giovane di ottime prospettive, perché è il campione italiano e quella maglia tricolore merita rispetto. E conoscendo Daniele, c’è da scommettere che abbia sofferto nel comunicargli l’esclusione, in uno di quei passaggi che fa crescere come tecnici e come uomini. Ieri parlando di Zana, Bettiol lo aveva definito un po’ timido, rimarcando però che si stava integrando.

«Sì, dai – sorride – io sono un po’ così. Anche in squadra ci ho messo un po’. Sto sulle mie, ascolto, però questo è un bel gruppo, stiamo bene e spero che domenica si riesca a fare un bel risultato. Mi piace stare qui perché si sta insieme anche finito di mangiare e questa è una cosa bellissima, perché se c’è gruppo va tutto meglio, anche in gara. Sicuramente ti dà qualcosa in più».

Nuovi stimoli

E così di colpo la stagione, che era iniziata un po’ storta e aveva avuto al Giro un apice negativo (anche a causa di un cambio di preparazione di cui si è parlato poco), si è raddrizzata a partire da giugno. Prima la vittoria alla Adriatica Ionica Race, poi il campionato italiano e più di recente i bei piazzamenti al Sazka Tour e al Tour du Limousin. Di lui, come noto, si erano già accorti da un pezzo i tecnici della Bike Exchange-Jayco che lo hanno fatto firmare fino al 2025.

«Diciamo che la seconda parte di stagione mi ha soddisfatto – sorride – e adesso che la stagione è quasi finita, cerchiamo portarla a casa nel migliore dei modi. Anche per iniziare la prossima con nuovi stimoli e la speranza di crescere sempre di più».

Dopo la prova sul percorso, anche Zana si è convinto della sua velocità: «Ma lo strappo resta nelle gambe»
Dopo la prova sul percorso, anche Zana si è convinto della sua velocità: «Ma lo strappo resta nelle gambe»

Più duro del tricolore

L’Australia resterà sicuramente un bel ricordo, senza escludere che la nuova squadra possa portarcelo presto di nuovo, utilizzando il Tour Down Under come battesimo di fuoco, cosa che gli permetterebbe di vedere posti simili sotto il sole torrido di gennaio.

«Diciamo che siamo venuti qui – sorride – in un periodo un po’ così, alla fine dell’inverno. Però sono bei posti, un po’ selvaggi e belli. Potremo dire (sorride, ndr) di essere passati anche di qui! Anche se per noi tutte le attenzioni erano e sono incentrate sul percorso, che è sicuramente veloce. Però quando si entra nel circuito e si inizia a farlo forte, di sicuro la salita resterà nelle gambe a qualcuno. Nelle curve non si frena e lo strappo è duro. I primi 200 metri magari si fanno di slancio, poi però si deve alleggerire il rapporto. Quindi bisogna stare attenti. Perché il percorso può essere anche non durissimo, però sono i corridori che fanno la gara. Bisogna vedere come si muoveranno le altre nazionali. Secondo me il circuito dell’italiano era più facile, perché lo strappo era molto meno duro. Però sicuramente era più caldo…».

Copeland si tiene Matthews e Yates. E c’è Zana in arrivo

30.07.2022
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La vittoria di Matthews a Mende su Bettiol, le ultime di Yates in Spagna e il prolungamento della sponsorizzazione per altri tre anni hanno portato al Team Bike Exchange-Jayco una folata di buon umore. Brent Copeland, che guida la squadra da due anni, ragiona e spiega, al termine di un Tour positivo e in vista del rush finale. La sola nota dolente al momento è quel 18° posto nel ranking UCI che un po’ preoccupa e un po’ è di stimolo.

«E’ stato un Tour molto positivo – dice il manager sudafricano – con vittorie da parte di uomini in cui crediamo molto. Su Matthews abbiamo investito molto due anni fa, quando lo aiutammo a pagare la clausola rescissoria con la Sunweb. Non ha portato tantissime vittorie, ma tanti piazzamenti importanti. La sua sfortuna è di avere caratteristiche simili prima a Sagan e ora a Van der Poel e Van Aert, per cui sembra che debba correre per il secondo posto, ma non è davvero così».

Brent Copeland è diventato team manager del team australiano a fine 2020
Brent Copeland è diventato team manager del team australiano a fine 2020
Siete passati dall’avere uno sponsor pronto a sfilarsi, al rilancio per altre tre stagioni…

C’entra sempre Matthews. Gerry Ryan (titolare delle aziende che supportano il team, ndr) ha preso la decisione di prolungare per altri tre anni perché Michael possa concludere con noi la sua carriera. E poi adesso in Australia c’è la… febbre per i mondiali. Quelli di Wollongong non saranno una corsa per velocisti, ma gli si adattano davvero bene. Nella tappa che ha vinto al Tour, c’era tanta salita. Ci saranno anche altri favoriti, ma confidiamo che Matthews sarà il leader della nazionale. E poi ogni tanto ci penso che l’ultima volta che si è fatto un mondiale laggiù (Geelong 2010, ndr), lui ha vinto fra gli under 23.

Uno sponsor così sembra innanzitutto un appassionato.

C’è stata la fase in cui ha capito che ci fosse la possibilità di mollare, ma proprio in quel momento ha capito quanto fosse innamorato di questa squadra. Gli è tornata voglia alla grande. E’ venuto al Giro per 10 giorni. E’ stato a Copenhagen per la partenza del Tour e a Parigi avevamo 60 ospiti. Si vede che gode il momento della squadra. Il Covid è stato pesante, non poter uscire dall’Australia non è stato semplice. La vittoria di Yates nella crono di Budapest è stata una grande gioia. E quella sera ha detto che resta per i corridori e per il personale, perché è bello vedere un gruppo lavorare così. Non capita spesso di sentire certe cose da un capo.

Groenewegen ha vinto a Sonderborg ed è stato secondo a Parigi
Groenewegen ha vinto a Sonderborg ed è stato secondo a Parigi
Magari se a Parigi, Groenewegen avesse vinto…

Magari, davvero! Però Gerry è un uomo di sport, conosce le storie degli atleti. Possiede la più forte squadra di rugby, investe in altre realtà. E ha capito perfettamente, vedendo l’ordine di arrivo, quanto sacrificio e quanto impegno siano serviti per fare quel secondo posto. Per questo alla fine era contento lo stesso.

E’ vero che per lui il team femminile vale quanto quello maschile?

Direi di più, ma non mi azzardo (sorride, ndr). La storia di Gerry nel ciclismo inizia grazie alle donne. Nel 1992, c’era Kathy Watts che doveva andare alle Olimpiadi di Barcellona, ma non aveva fondi. Così chiese a Jayco, l’azienda di caravan e camper di cui Gerry è titolare. Lui la supportò e lei tornò con l’oro nella prova su strada e un argento in pista: un investimento ben fatto. Così è entrato nel ciclismo femminile. Poi ha supportato la Federazione australiana spingendo sulle donne e con Shayne Bannan fece partire il team. Presero Annemiek Van Vleuten, che vinse tutto. E’ importante il team femminile, non perché serva averlo, ma perché ci crediamo tanto.

Gerry Ryan è nel ciclismo dal 1992. Ha rilanciato con altri 3 anni di sponsorizzazione
Gerry Ryan è nel ciclismo dal 1992. Ha rilanciato con altri 3 anni di sponsorizzazione
E poi è arrivata Giant, come vanno le cose?

Lunedì a Parigi, dopo la fine del Tour, abbiamo fatto una riunione con il responsabile dell’azienda e abbiamo avuto indicazioni molto positive. Loro sono pazzeschi, i corridori sono contenti. Si può lavorare molto bene.

Secondo anno della tua gestione: la squadra ti somiglia?

Ho cercato di cambiare il modo di lavorare e le cose stanno funzionando. Me lo ha chiesto il capo quando sono stato contattato. L’anno scorso siamo stati ancora frenati dal Covid e dal fatto che i ragazzi non siano potuti tornare a casa. I risultati di quest’anno sono il vero risultato del nostro lavoro.

La rincorsa di Yates alla Vuelta è iniziata a Ordizia. Anche per lui rinnovo di contratto
La rincorsa di Yates alla Vuelta è iniziata a Ordizia. Anche per lui rinnovo di contratto
Il rinnovo di Yates fa pensare che per i grandi Giri continuerete a puntare su di lui?

Non ci sono tantissimi corridori di qualità sul mercato, quelli buoni hanno tutti contratti molto lunghi, almeno 4-6 anni. Per questo la nostra regola è investire su quello che abbiamo e correre come possiamo. Fare classifica al Tour non era proponibile e allora abbiamo corso puntando alle tappe. E comunque abbiamo ancora tanta fiducia in Simon, che farà una bellissima Vuelta ed è già stato sul podio del Giro. Vedremo che programma farà l’anno prossimo.

Fra gli arrivi, c’è anche il campione italiano, preso ben prima che lo diventasse…

Zana è un corridore che seguivamo da un po’. Cercavamo uno scalatore da far crescere con noi per dare prima supporto ai leader e poi per concedergli il suo spazio. Pinotti lo ha sempre apprezzato molto e certo adesso che ha vinto il campionato italiano avrà anche qualche opportunità in più. Ha fatto il Giro, meno bene di come ci si potesse aspettare, ma lo ha concluso. Poi ha vinto la Adriatica Ionica Race e ha tenuto la condizione fino all’italiano. Vuol dire che il motore è importante.

Sul podio di Alberobello, Zana ha brindato alla maglia tricolore
Sul podio di Alberobello, Zana ha brindato alla maglia tricolore
Hai parlato di Pinotti, che idea ti sei fatto di Marco?

E’ un assett importantissimo della nostra squadra. E’ un piacere lavorare con lui. E’ un uomo sincero, dice le cose come le pensa ed è molto preparato. Con lui Sobrero ha fatto un bel salto di qualità. Matteo ha dei margini importanti e può crescere. Speravamo potesse fare classifica alla Tirreno e corse simili, non certo al Giro. Adesso va al Polonia, sono curioso di vederlo all’opera. Non serve mettergli pressione, ma ha dei numeri importanti e in altura ha lavorato bene.

Insomma, momento positivo, con il solo neo del ranking?

E’ un peccato. Veniamo da anni difficili e il ranking fa la media delle ultime tre stagioni, per cui paghiamo il 2020 del Covid e il ritiro di Yates dal Giro. Ma non è la nostra posizione, stiamo lavorando bene e sono certo che il Tour si rivelerà un punto di partenza. Un po’ di preoccupazione c’è stata all’inizio, soprattutto da parte dei direttori sportivi. Ma gli ho detto di non cambiare modo di correre per fare punti. Continuiamo a puntare ai nostri obiettivi e i risultati certamente verranno.

Gabburo a Livigno, nel mirino la gamba e un nuovo contratto

28.07.2022
4 min
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Davide Gabburo si trova a Livigno insieme a tanti altri corridori che preparano le corse di fine stagione. Sotto la sua voce riecheggia il rumore del paese e dei suoi abitanti. Davide, insieme ad alcuni suoi compagni della Bardiani CSF Faizanè sono in centro a godersi queste ultime ore di sole

«Sono qui a Livigno da domenica 17 – esordisce Gabburo – insieme a 6-7 miei compagni di squadra, stiamo facendo un’ultima grande fase di preparazione. Ci siamo sentiti tra di noi ed abbiamo deciso di venire in ritiro tutti insieme, così da non allenarsi da soli. Riprenderò a correre dal Giro di Danimarca, in programma dal 16 al 20 agosto».

Gabburo ora si trova a Livigno a preparare la seconda parte di stagione. Punta a far bene nelle gare del calendario italiano
Gabburo ora si trova a Livigno a preparare la seconda parte di stagione
Sei uscito da una prima parte di stagione positiva con due bei piazzamenti al Giro.

Rispetto al Giro dello scorso anno, posso dire che sono stato anche più fortunato. Nel 2021 la sfortuna mi ha preso alla Corsa Rosa e mi ha accompagnato anche per il resto della stagione. A livello di preparazione non ho cambiato nulla, ho preparato il Giro in maniera più specifica ritrovandomi con una gamba migliore. 

Il secondo posto di Napoli ed il quarto di Treviso sono lì a testimoniarlo…

I percorsi erano giusti per me, quello di Napoli si addiceva particolarmente alle mie caratteristiche. So di non essere un corridore che regge sulle salite lunghe, ma ci provavo. D’altronde quando sei in fuga è tutto un po’ diverso, non sai mai come possono andare le cose. Questi piazzamenti mi danno più sicurezza nei miei mezzi, più morale e tanta fiducia, oggettivamente un secondo posto al Giro ti fa affrontare le gare minori con un’altra mentalità.

Davide, in fuga nella tappa di Treviso, dove ha colto un buon quarto posto dopo tanti chilometri in fuga
Davide, in fuga nella tappa di Treviso, dove ha colto un buon quarto posto dopo tanti chilometri in fuga
Infatti poco dopo è arrivata la top 10 al Giro di Slovenia.

Esatto, ho fatto bene nella generale uscendo una sola volta dai quindici. Non c’erano corridori scarsi, alla fine il bel Giro fatto mi ha portato tante belle sensazioni. Ora il focus è sulle gare del calendario italiano che ci saranno a settembre, mantenere la condizione alta per tutti questi mesi non è facile e questo periodo di “stacco” è utile anche per ricaricare la mente.

Nel mezzo c’è stato anche il tricolore di Zana, con il quale hai corso spesso gomito a gomito.

Al campionato italiano la squadra ha lavorato bene, eravamo cinque nei primi 20 oltre ad aver conquistato la maglia con Filippo. Sono molto contento per lui, davvero, ho corso spesso al suo fianco e ne conosco il valore, è un po’ strano allenarsi con la maglia di campione italiano accanto, ma ci faremo l’abitudine (dice ridendo, ndr).

Gabburo, in seconda posizione, ha sfruttato la condizione post Giro d’Italia raccogliendo una top ten al Giro di Slovenia
Gabburo, in seconda posizione, ha sfruttato la condizione post Giro d’Italia raccogliendo una top ten al Giro di Slovenia
Quello che ti manca può essere la vittoria? L’ultimo scalino per arrivare in cima…

E’ anche quello più difficile da fare, sono una persona che rimane con i piedi per terra, ci spero sempre ma non sono uno che si monta la testa. Ripeto, le gare in Italia saranno un bell’obiettivo sul quale concentrarsi, spero che la squadra mi dia la possibilità di fare questo calendario.

In Italia ci sono anche le gare nel Veneto, casa tua…

Giro del Veneto e Veneto Classic sono gare a cui tengo particolarmente, l’anno scorso in entrambe sono rimasto fuori dai 10 di poco (Davide ha concluso rispettivamente 14° e 16°, ndr) vorrei provare a migliorarmi.

Gabburo, dopo più di un mese di pausa dalle corse, riprenderà a gareggiare in Repubblica Ceca il 4 agosto
Gabburo, dopo più di un mese di pausa dalle corse, riprenderà a gareggiare in Repubblica Ceca il 4 agosto
La Bardiani ha puntato tanto sui giovani, come ti trovi con loro?

Non abbiamo corso molto con i più giovani, uno che ho visto un po’ di più è Tolio. Sono tutti dei bravi ragazzi e sono pronti ad ascoltare noi più grandi, non è una cosa scontata ora. Apprezzano la buona parola ed il consiglio e questa è la strada giusta per crescere.

E per l’anno prossimo?

Sono in scadenza di contratto a fine stagione, non so ancora come andrà, non ho parlato con nessuno. Ho dimostrato di aver fatto una bella prima parte di stagione quindi spero che arrivi qualcosa, non è facile. Sereno non lo sono mai (scherza Gabburo, ndr), sono abituato alle scoppole. Diciamo che dopo questa prima parte di 2022 sono un pochino più tranquillo.

Zana in Gaerne: ritirate le G.STL personalizzate col tricolore

16.07.2022
3 min
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Il campione italiano Filippo Zana ha recentemente visitato il quartier generale di Gaerne per ritirare personalmente un paio di calzature molto, molto particolari. Zana, come poi tutti i corridori della Bardiani CSF Faizanè, corre con Gaerne, e l’incontro presso la sede del brand veneto a Maser (Treviso) ha voluto celebrare la consegna al corridore vicentino di un paio di G.STL Special Edition tricolore personalizzate a mano dall’artista Morris Spagnol.

Uno speciale omaggio realizzato da Gaerne per il campione italiano, dunque, per un paio di calzature speciali che accompagneranno Zana nel corso delle gare previste in questa seconda parte di stagione, partendo già ai primi di agosto allo Sazka Tour in Repubblica Ceca.

Ecco le Gaerne G.STL personalizzate per Zana con il tricolore
Ecco le Gaerne G.STL personalizzate per Zana con il tricolore

Dipinte a mano da Morris Spagnol 

Come anticipato, le nuove Gaerne Carbon G.STL di Filippo Zana sono dipinte a mano dall’artista Morris Spagnol. Nella parte laterale della scarpa il nome di Filippo è stilizzato all’interno dalla bandiera italiana, dove il tricolore sfuma per creare un effetto di velocità. Gaerne, che quest’anno celebra i 60 anni d’attività, ha così voluto omaggiare Zana con una scarpa personalizzata: una versione unica del modello utilizzato in occasione della vittoria al campionato italiano e con il quale il corridore vicentino ha sviluppato in questi anni uno speciale feeling.

«Per noi è un vero onore aver realizzato questa scarpa che racchiude questo risultato importante per Zana e per tutta la Bardiani CSF Faizanè – ha dichiarato Ernesto Gazzola, fondatore e presidente di Gaerne spa – un team con cui collaboriamo da tanti anni. E’ stata una stagione fantastica per Filippo, prima con la vittoria dell’Adriatica Ionica Race e poi con questo straordinario risultato. Siamo orgogliosi di averlo supportato nel raggiungimento di questa vittoria che resterà per sempre accanto al suo nome e non potevamo che onorarlo con questa scarpa che di sicuro si farà notare in gruppo. Non vediamo l’ora di vederlo gareggiare con queste calzature per tagliare nuovi importanti traguardi».

Filippo Zana insieme ad Ernesto Gazzola fondatore e presidente di Gaerne
Filippo Zana insieme ad Ernesto Gazzola fondatore e presidente di Gaerne

«Gaerne è al mio fianco sin dal mio primo anno nel professionismo – ha ribattuto un entusiasta Zana – con le loro scarpe in questi tre anni ho sviluppato un rapporto unico, un vero e proprio feeling che ha accompagnato la mia crescita come professionista, fino ai successi di quest’anno e alla vittoria del campionato italiano. Ricevere questo speciale omaggio è quindi per me motivo di grande orgoglio».

Gearne

Zana porta la sua MCipollini Dolomia al vertice del tricolore

15.07.2022
3 min
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Filippo Zana è il nuovo campione italiano professionisti 2022 (in apertura con Philippe Zecchetto, CEO Diamant srl). Il vicentino vestirà la maglia tricolore per i prossimi dodici mesi, cercando di onorarla ovviamente al meglio anche per dar lustro agli sponsor che con passione e determinazione sostengono il progetto agonistico di Bruno Reverberi.

Tra questi, una menzione particolare la merita MCipollini che alla Bardiani CSF Faizanè fornisce le biciclette da strada e da crono. E Zana, sul traguardo Alberobello, ha letteralmente trascinato sul gradino più alto del podio del campionato italiano la propria Dolomia: il modello più leggero, reattivo e versatile prodotto a mano dai tecnici MCipollini.

Duecentotrentasette durissimi chilometri, una vera e propria cavalcata, da Marina di Ginosa fino alla città dei trulli: Alberobello. Tutti disputati sotto un sole cocente, hanno permesso a Filippo Zana e alla sua Dolomia di diventare i nuovi campioni italiani di ciclismo su strada nella categoria professionisti. Come è noto, nella volata finale, il giovane portacolori della Bardiani CSF Faizanè ha avuto la meglio su Lorenzo Rota, Samuele Battistella e Andrea Piccolo: i tre compagni che lo accompagnavano nella fuga rivelatasi poi vincente.

Filippo Zana solleva al cielo la sua nuova MCipollini Dolomia tricolore
Filippo Zana solleva al cielo la sua nuova MCipollini Dolomia tricolore

Leggera, reattiva e versatile

«Sono felicissimo di questo successo – ha dichiarato Zana – il primo grazie lo rivolgo al team, così come agli sponsor che sostengono la nostra attività agonistica. Eravamo la squadra più numerosa, dovevamo provarci. Sono entrato nella fuga giusta, è stato tutto perfetto… Sono davvero felice di pedalare su una MCipollini, una delle migliori biciclette oggi in circolazione. La mia Dolomia poi è davvero innovativa, studiata nei minimi dettagli per essere leggera, reattiva e performante. Sono grato allo staff MCipollini per la preziosa collaborazione, e per la professionalità finalizzata a poterci mettere sempre nelle migliori condizioni possibili a dare del nostro meglio».

«Realizzata mediante l’impiego di un tessuto in fibra di carbonio 3K, per garantirne la massima reattività – dichiarano con soddisfazione dal quartier generale dello stesso bike brand – il telaio della MCipollini Dolomia “pesa” appena 780 grammi, così da rendere più… leggere anche le salite più ripide! A questa importante caratteristica abbiamo associato una massima integrazione per quanto riguarda i cablaggi idraulici, l’impiego della tecnologia TCM, ed una poderosa possibilità in termini di personalizzazione attraverso colorazioni ed effetti speciali a completa discrezione del cliente».

MCipollini