Pochi big al Giro? Opportunità per molti italiani

23.11.2023
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Sembra sia già iniziato il funerale del Giro d’Italia relativamente al parterre. Niente super campioni, tutti al Tour con l’aggravante delle Olimpiadi, per le quali la Grande Boucle sembra il viatico migliore. Noi non siamo del tutto d’accordo. Alla fine qualcuno di peso ci sarà.

Di certo non vedremo il campione uscente Roglic, che ha deciso di cambiare squadra proprio per giocarsi il tutto e per tutto in Francia. E molto probabilmente non vedremo neanche Vingegaard e Pogacar. Anche se qualche “micro-porticina” aperta lo sloveno l’ha lasciata. 

Ma se così fosse, si potrebbero aprire delle enormi occasioni per i corridori italiani. E’ vero, non abbiamo atleti pronti, ma c’è una buona schiera di corridori giovani e maturi (più un “vecchietto”) che può fare bene. Al netto dei loro programmi, che ancora non si conoscono, questi atleti hanno i numeri tecnici, fisici e mentali per farci sognare. E i più giovani hanno anche margini di crescita.

Ciccone viene dalla vittoria della maglia a pois al Tour. Un segnale positivo in vista del prossimo Giro
Ciccone viene dalla vittoria della maglia a pois al Tour. Un segnale positivo in vista del prossimo Giro

Ciccone, la svolta 

Seguendo il ranking UCI, il primo “corridore che ci viene in mente “papabile” è Giulio Ciccone. L’atleta della Lidl-Trek aveva detto di aver messo una pietra sopra sul discorso classifiche generali, però è anche vero che alcune cose sono cambiate.

E’ cambiato il suo preparatore e Cicco ha scoperto nuovi orizzonti. Ed è uscito bene dal Tour: per conquistare la maglia a pois bisognava spendere parecchio fino alla fine e Giulio ha tenuto botta.

In più lo scorso anno aveva preparato la corsa rosa al dettaglio, aveva dovuto dare forfait a pochi giorni dal via causa Covid. Magari vista la situazione potrebbe essere ingolosito da tutto ciò.

Ciccone potrebbe davvero avere l’occasione della vita e una volta in ballo sappiamo che l’abruzzese riesce a tirare fuori anche quello che non ha. Ricordiamo la sua determinazione nella crono di Combloux giusto all’ultimo Tour. Lottò come un leone sulla salita per prendersi i punti del Gpm. In quel tratto fu più veloce anche di Vingegaard. Certo, il danese aveva spinto per tutto il tempo e Cicco si era concentrato su quel settore, ma ricordiamoci come andava il danese. Quel giorno prima di parlare con noi, Cicco dovette recuperare diversi minuti dopo l’arrivo, tanto era il fiatone.

Frigo e Zana sono stati compagni di squadra nella nazionale U23 di Amadori. Lo scorso anno si sono anche ritrovati in fuga insieme verso Zoldo
Frigo e Zana sono stati compagni di squadra nella nazionale U23 di Amadori. Lo scorso anno si sono anche ritrovati in fuga insieme verso Zoldo

Zana e Frigo per sognare

Capitolo giovani. Ecco che si apre un fantastico mondo di speranze e sogni. Qui si va con pressione zero. Nessuno può e deve chiedere nulla ai nostri ragazzi, ma l’opportunità è ghiotta anche per loro. Possono fare esperienza ad alto livello, iniziare a prendersi certe responsabilità e a fare i conti con le tre settimane in veste da leader.

Chi sono questi ragazzi? Pensiamo a Filippo Zana e Marco Frigo.

Il corridore della Jayco-AlUla forse è un po’ più avanti rispetto a quello della Israel-Premier Tech. Primo perché Filippo ha un anno di più e poi perché ha più esperienza e più vittorie di peso, su tutti la tappa della Val di Zoldo giusto all’ultimo Giro, e il tricolore. Aver portato sulle spalle quella maglia per un anno ti fa crescere. Certo però che se verrà Simon Yates i giochi si complicheranno per lui.

Frigo probabilmente è più bravo a crono e questo conterà non poco nella prossima corsa rosa che di crono ne ha due. Marco sta crescendo con costanza ma certo pecca di esperienza e ci sono alcuni aspetti in cui deve migliorare, ma in quanto a motore non si discute. In più lui è da corse a tappe nella mente. Ce lo disse proprio durante il Giro: «Voglio provare a tenere, per vedere in ottica futura cosa potrò fare in classifica generale».

All’ultima Vuelta, Tiberi (in testa) ha avuto come compagno di stanza Caruso (alla sua ruota). Un duo di grande solidità
All’ultima Vuelta, Tiberi (in testa) ha avuto come compagno di stanza Caruso (alla sua ruota). Un duo di grande solidità

Tiberi-Caruso: concretezza totale

Chi invece a crono potrà fare molto bene è Antonio Tiberi. Il corridore della Bahrain-Victorious ha già alle spalle due Vuelta. Al Giro sarebbe un debuttante, ma certe strade e certe dinamiche di gruppo le conosce già.

E poi ha dalla sua una squadra che sa come affrontare determinate situazioni. Non solo, prima abbiamo detto un “vecchietto”, ci riferivamo a Damiano Caruso.

E qui passiamo al siciliano. Damiano potrebbe aspirare a grandi cose. Molto grandi. E’ l’ultimo italiano ad essere salito sul podio di un GT, secondo al Giro 2021. Va bene a crono. E’ una garanzia in salita e alla distanza. In 18 grandi Giri un solo ritiro. Corre spendendo meno energie degli altri e ha un cuore grosso così. Ma se le cose non dovessero andargli benissimo, potrebbe essere la vera arma in più proprio per Tiberi. 

Il duo Bahrain non va assolutamente dimenticato. Tutto il pacchetto, ammiraglia inclusa, è estremamente competitivo.

Cattaneo aspira ad una maglia azzurra per Parigi. La speranza per i tifosi italiani è che Remco non lo voglia al suo fianco al Tour
Cattaneo aspira ad una maglia azzurra per Parigi. La speranza per i tifosi italiani è che Remco non lo voglia al suo fianco al Tour

Cattaneo e le crono

E il discorso della concretezza vale anche per Mattia Cattaneo. Atleta di una serietà unica, il corridore della Soudal-Quick Step potrebbe sfruttare al top la sua forza nelle cronometro. Anche se la stessa crono potrebbe dirottarlo verso il Tour, perché Mattia ha enormi possibilità di correre la prova olimpica contro il tempo.

Tra quelli citati sin qui è il meno scalatore forse, ma è anche vero che il Giro che arriva non è impossibile. Con Remco che fa rotta sul Tour, Cattaneo potrebbe avere i suoi spazi. Ma dipenderà molto anche da come la squadra vorrà venire in Italia. Con il velocista? Con i cacciatori di tappe? Facciamo un po’ fatica, ma magari ci sbagliamo, ad immaginare che Lefevere gli metterà vicino dei gregari fissi. Un conto è trovare strada facendo compagni che si adattano, e un conto è averli già mentalizzati al via.

E’ anche vero però che Cattaneo non dà tutte queste garanzie in termini di classifica. Ma tutto sommato questo discorso vale anche gli altri ragazzi citati.

Parlare di classifica generale al Giro per Garofoli è forzato, ma se il corridore dell’Astana sta bene ha valori importanti
Parlare di classifica generale al Giro per Garofoli è forzato, ma se il corridore dell’Astana sta bene ha valori importanti

E gli altri

A tutti questi nomi ne possiamo aggiungere altri. Ne citiamo tre: Domenico Pozzovivo, Gianmarco Garofoli e Giulio Pellizzari.

“Pozzo” è sempre Pozzo, ma gli anni passano e ad oggi non ha ancora ufficialmente una squadra per il 2024. Se le gambe (e gli infortuni) seguissero la testa, forse in carriera non avrebbe vinto solo la Roubaix. Forse.

Gianmarco Garofoli: il talento non si discute, ma il terreno da recuperare dopo i problemi di salute è davvero grande. Ciò non toglie che lui, e tutti i gli altri, possano ritagliarsi spazi importanti. Dalla sua ha quel volpone di Giuseppe Martinelli.

Infine c’è Giulio Pellizzari. Questa è davvero una scommessa. Un gioco. Una piacevole suggestione. L’atleta della Green Project-Bardiani, secondo all’ultimo Tour de l’Avenir, non hai mai preso parte ad un grande Giro e neanche è detto ci sarà, ma vista la buona annata era giusto citarlo.