ALTEA (Spagna) – Il folletto dello Zoncolan, che su quel giorno del Giro 2021 ha costruito la seconda parte della sua carriera, è infine approdato nel WorldTour con l’Astana. Alla Eolo-Kometa non potevano dargli di più e forse per tirare fuori da Lorenzo Fortunato più di quello che ha già dato serviva un palcoscenico più alto. Offerte per cambiare squadra erano venute anche prima, ma per gratitudine e in cambio della giusta quotazione il bolognese ha scelto di condividere più a lungo il progetto di Basso. Ora che il ciclo si è chiuso, vederlo sorridere con la nuova maglia del team kazako è il viatico per un nuovo inizio.
«Mi sono trovato subito bene – spiega Fortunato – soprattutto in squadra. E’ un ambiente tranquillo, rilassato e mi sto trovando bene con i compagni e lo staff. Poi siamo in tanti italiani e questo aiuta. Sono contento della mia scelta, negli ultimi tre anni con la Eolo mi sono trovato bene e li ringrazio perché con loro sono cresciuto. Così adesso sono pronto per fare questi due anni nel WorldTour».
Due anni a perdere
I primi due anni da professionisti non sono stati indimenticabili, complici un livello non ancora sufficiente e l’arrivo del Covid nella seconda stagione, in cui forse Lorenzo avrebbe potuto fare qualcosa di più.
«Se in quei primi due anni con Scinto – sorride – mi aveste detto che sarei arrivato qua, non ci avrei creduto. Poi sono andato alla Eolo e già dopo la prima stagione sarei potuto andare via, ma ho scelto di rimanere. Sono cresciuto tanto. So quello che devo fare e cosa evitare, so come allenarmi. Sono cresciuto su questi aspetti, so mantenere l’equilibrio, sbagliando sono migliorato e mi sento ogni anno più avanti. Magari sbaglierò ancora qualcosa, ma mi sento più maturo. Mi rendo conto di essere appena entrato in un mondo nuovo. Qui siamo in 30 corridori, c’è più organizzazione. Lo staff è numeroso e il budget più ricco. Ugualmente però l’ambiente è molto familiare, si percepisce che la squadra sia una grande azienda, ma anche che umanamente si riesce a fare gruppo».
La cura dei dettagli
Essere più maturo riguarda soprattutto la consapevolezza nell’affrontare il proprio lavoro. La capacità di leggere nei propri bisogni, sfruttando al meglio i mezzi messi a disposizione da una squadra più grande e da quello staff così numeroso.
«Se non sei attento ai dettagli – prosegue Fortunato – ora non vai da nessuna parte. Tutto si è spostato al limite, però io cerco sempre di mantenere l’equilibrio e di stare il più rilassato possibile in base al periodo. Non ha senso finirsi in questa fase della stagione, ma quando arriveremo ad aprile sarà il momento di chiudere i rubinetti. Da quel momento in poi, bisognerà guardare la virgola. Sto lavorando con Luca Simoni, il nutrizionista, per mettere a posto alcune cose che trascuravo. Magari avevo la tendenza di non mangiare troppo oppure di mangiare male. Dopo l’allenamento saltavo il pranzo, invece ora ho capito che è importante mangiare il giusto, a non tirare via con uno yogurt e aspettare la cena. Sto cercando di bilanciare tutto e questo mi aiuta molto. Per questo adesso cerco di tenere un margine per averlo nel resto dell’anno, quando dovrò sparare le mie cartucce».
Più fresco al Giro
Quel che resta da capire è cosa l’Astana si aspetti da lui e cosa lui si aspetti da se stesso. Dopo il 2021 dello Zoncolan e della vittoria alla Adriatica Ionica Race, si è passati prima per la fase della classifica nei grandi Giri, poi per la caccia alle tappe e la classifica (semmai) di conseguenza.
«Rispetto agli anni scorsi – dice Fortunato – cambierò un po’ il calendario. Da me si aspettano solidità in salita, mi hanno preso per quello. Sono sicuro che posso farlo e per questo correrò il Giro d’Italia, uno dei miei obiettivi della stagione, soprattutto le tappe di montagna della terza settimana. Avrò il mio spazio, anche se correrò con un leader come Lutsenko, anche se abbiamo due calendari differenti. Qui ho il mio spazio, mi lasciano fare le mie corse già da inizio stagione, anche corse a tappe minori. Punterò il Giro, poi forse anche un altro grande Giro, con l’obiettivo di andare forte in montagna.
«Il bello è che adesso posso scegliere. A novembre con Mazzoleni, che è il mio preparatore, ci siamo messi a decidere il calendario che più fa al caso mio. Questo paga, vado a correre in base alle caratteristiche mie e della corsa. Con Maurizio mi trovo bene. Ho potenziato la palestra che gli anni scorsi trascuravo per essere più solido e poi per il resto lavorerò in salita. Dopo il Catalunya andrò in altura e poi arriverò al Giro con pochi giorni di gara, voglio essere fresco, una cosa che mi è mancata l’anno scorso. Voglio giocare le mie carte davvero al meglio».