Sei ragazze in uscita, otto in entrata, tra cui un eclatante ritorno. Nel vorticoso transito delle porte girevoli in casa SD Worx-Protime, c’è il punto fermo rappresentato da Elena Cecchini al quale tutte possono aggrapparsi (in apertura foto Getty Sport).
Con la quinta stagione che si appresta a vivere, Cecchini è una delle colonne portanti della formazione olandese. A parte Chantal Van den Broek-Blaak arrivata nel 2015 e Anna Van der Breggen giunta due anni più tardi, la trentaduenne friulana è l’atleta con la militanza più lunga (e più presenze). Quest’anno il suo ruolo di “equilibratrice” della squadra, che la rende qualcosa più di una regista in corsa e fuori proprio come le capita in nazionale, potrebbe essere maggiormente determinante considerando il grande livellamento del panorama femminile. Cecchini ha ben chiaro ciò che possono fare le sue leader e pure lei stessa.
Elena manca poco all’inizio agonistico. Com’è andata la preparazione?
Come sempre abbiamo lavorato bene nei due ritiri, nonostante il meteo non sia stato sempre buono. Rispetto al passato dove eravamo in una villa gestita da noi, stavolta eravamo in un hotel completamente a nostra disposizione. Abbiamo avuto più tempo e spazio. E’ stato importante per conoscerci meglio e non avere certi obblighi.
Quale sarà il tuo calendario?
Esordirò al UAE Tour Women. Sono felice di farlo visto che sarà la prima volta. Successivmente correrò Het Nieuwsblad, Hageland, Strade Bianche, Trofeo Binda e Sanremo Women. Poi ci sarà la solita campagna del Nord. Attualmente farò Giro e Tour, mentre dovrei saltare la Vuelta. In realtà vedrò come finirò le classiche. In alternativa potrei correre Itzulia o Burgos prima di preparare i campionati italiani.
Come abbiamo chiesto a Guarischi, anche tu potresti avere più libertà?
Di base partirò sempre con lo stesso ruolo, ma penso che se ci saranno possibilità di entrare in fuga o in un gruppo ristretto, sicuramente avrò l’appoggio del team. Tuttavia la vedo più come un’occasione da sfruttare nel post classiche.
La SD Worx ha cambiato tanto. Qual è la tua impressione?
Il più grande stravolgimento è stato il rientro di Anna (Van der Breggen, ndr) come compagna di squadra. Siamo contente anche di avere a bordo Gianpaolo Mondini come diesse, che alza la percentuale di italianità in squadra. Ad esempio, avremo anche un bus nuovo. La cultura belga-olandese della società è sempre stata senza fronzoli, che guarda al sodo, però poco per volta stanno cambiando, tirando una linea nuova su tante cose.
Il 2021 è stata la tua prima annata in SD Worx e l’ultima da atleta di Van der Breggen? Hai notato differenza da allora?
Anna fisicamente è un perfetto copia e incolla di quattro anni fa. Quando aveva smesso inizialmente aveva perso un po’ di muscolatura, però si era sempre tenuta in forma e adesso l’ho rivista come allora. La differenza c’è a livello mentale. Ora è più forte e più felice. Ho sempre pensato che avesse smesso troppo presto, però forse le pesava lo stress delle corse. Ha riscoperto il piacere di pedalare. Torna per vincere e con una maggiore leggerezza, che le darà una spinta in più.
Quanto incideranno in corsa i suoi tre anni da diesse?
Quando correva Anna tatticamente è sempre stata una volpe, basta guardare i mondiali che ha vinto per fare un primo esempio. In ammiraglia è sempre stata coinvolta, capendo subito le situazioni. Anzi, da fuori leggi meglio le gare e quindi quest’anno in corsa saprà ancora meglio come muoversi o far muovere la squadra..
Incideranno invece i tre anni senza gare?
Certo, probabilmente potrebbe soffrire all’inizio, nelle prime corse. Bisogna vedere come torna in gruppo, ma, come dicevo prima, rientra con meno tensioni. Anna conosce bene le avversarie. E ripeto: torna migliorata. Onestamente avere Anna in squadra mi rassicura e credo che sia lo stesso pensiero delle altre nostre compagne.
Van der Breggen e Kopecky in certe gare potrebbero avere problemi di convivenza?
Conoscendo bene Anna e Lotte non penso che si pesteranno i piedi. Caratterialmente sono compatibili. Devono scoprirsi come compagne di squadra, ma credo che si divertiranno a correre assieme. Penso che possano fare grandi cose e averle entrambe nelle gare più dure sarà un bene per noi. Specie nei finali dove sarà importanti avere numeri maggiori rispetto alle avversarie.
Dopo i secondi posti a Tour 2023 e Giro 2024, Kopecky può puntare alla generale di queste corse?
Il secondo posto al Giro le brucia ancora un po’, ma ormai è acqua passata (risponde sorridendo, ndr). Lotte può trasformarsi in donna da Grande Giri, può fare tutto lei. L’anno scorso al Giro era libera mentalmente e ha capito che può vincere una gara del genere. Se farà una preparazione mirata, farà un ulteriore salto di qualità. Quest’anno vuole provare a vincere una corsa delle Ardenne.
Van der Breggen punterà al Tour?
Credo proprio di sì, potrebbe essere la nostra capitana in Francia. Potrebbe fare la Vuelta, magari confrontandosi con Vollering ed avere qualche riscontro. Loro due si conoscono bene, sono simili a livello atletico. Fra Anna e Demi c’è una sana rivalità, sarà una bella sfida.
Che effetto ti farà vedere Vollering come avversaria?
Se la vedo sotto l’aspetto lavorativo non ci faccio caso, come quando corri contro altre avversarie. Dal punto di vista umano invece Demi mi manca. La sento ancora spesso, avevamo un bel rapporto. Tuttavia credo che il trasferimento suo e di altre atlete, come quello di Longo Borghini alla UAE, renderanno la stagione molto frizzante.
Per Elena Cecchini la SD Worx sarà sempre la squadra-faro?
Dipenderà dalle gare. Credo che nelle classiche saremo ancora noi il riferimento, soprattutto quelle della prima parte. Già dalle Ardenne potrebbero cambiare un po’ di cose. Quest’anno però non saremo solo noi ad avere le responsabilità di chiudere una eventuale fuga, per esempio. Il peso della corsa non sarà solo sulle nostre spalle e noi potremmo beneficiarne, correndo in modo diverso dal passato. Nelle grandi gare a tappe ci sarà più equilibrio.
Avete fatto il solito prospetto delle possibili vittorie stagionali?
Quello è un compito principalmente di Danny (Stam, il capo dei diesse ndr) che fa durante i training camp. Lui e gli altri tecnici fanno un conteggio e si confrontano con noi. Io ho detto che partire forte già dalle classiche ci dà molto morale e soprattutto non ci obbliga ad inseguire. Corri più serena e non è un dettaglio. In ogni caso dopo i podi a Giro e Tour, quest’anno il nostro obiettivo sarà rivincerli.