La storia di “Cencio” e quella del Memorial Mantovani

29.03.2021
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C’erano una volta due fratelli, Vincenzo detto “Cencio” classe 1941 e Claudio, il più piccolo, del 1943. Di cognome fanno Mantovani e a Castel d’Ario dove nascono e crescono si capisce subito che vogliono andare lontano.

Vincenzo è il primo da sinistra, per nulla contento dell’argento a Tokyo 1964
Vincenzo è il primo da sinistra, per nulla contento dell’argento a Tokyo 1964

Bici e pallone

Vincenzo ha la bici nel sangue e in casa lo capiscono presto. Alto, elegante e moderno nello stare in sella, comincia a correre fra strada e pista. E nel 1964, da dilettante come s’è usato fino al 1992, partecipa alle Olimpiadi di Tokyo e centra l’argento nell’inseguimento a squadre.

Claudio alle due ruote preferisce invece il rotolare del pallone. E mentre Vincenzo diventa professionista con la gloriosa maglia della Excelsior Milano, lui diventa portiere. Gioca prima in squadre minori fra Lombardia e Piemonte e poi approda al Milan di Nereo Rocco in cui gioca dal 1964 al 1967. Da qui si sposta al Bari, all’Atalanta, al Perugia e poi al Cesena. La sua carriera si ferma per un problema al ginocchio. Per cui nel 1974 appende gli scarpini al chiodo ed entra in azienda.

Nel 2019 il Memorial fu vinto da Attilio Viviani, qui premiato da Claudio Mantovani
Nel 2019 Claudio Mantovani premia Attilio Viviani

L’azienda di famiglia

Già, l’azienda di famiglia. L’ha creata nel frattempo “Cencio”. La carriera da professionista non è forse quello che fa per lui. E pur rimanendo in gruppo fino al 1969, i suoi ricordi più belli restano quelle Olimpiadi e altri due argenti, ancora nell’inseguimento a squadre, ai mondiali di Parigi 1964 e San Sebastian 1965. Nel 1968 partecipa al Giro d’Italia e si piazza terzo nella tappa di Napoli. Nel frattempo però si è messo a disegnare maglie e calzoncini per sé e per gli amici.

Il laboratorio Nalini nasce così, precorrendo, attraversando e vestendo la storia del ciclismo. E portando alcune innovazioni di rilievo. Il primo fondello in fibra sintetica, che mandò in pensione quello di daino. Le tecniche più evolute per lo stampaggio e la cucitura di tessuti sempre più leggeri.

I loro campioni

Quando Claudio entra in ditta, ha 31 anni e trova un’impresa già ben lanciata, ma il suo contributo le conferisce un passo anche più rapido. E così a partire dagli anni Novanta, il marchio Nalini veste alcuni dei campioni più illustri del ciclismo mondiale. Sono Nalini e diventano l’oggetto del desiderio degli amatori di allora i calzoncini di Bugno in maglia rosa. E’ Nalini la maglia di Pantani delle prime vittorie al Tour. Ed è Nalini anche quella di Indurain e negli anni a seguire di Contador. Purtroppo però Vincenzo detto “Cencio” non riuscirà a godersi appieno il successo della sua azienda, perché nel 1989 precipiterà con il suo ultraleggero, lasciando Claudio al suo dolore e con la gestione dell’azienda.

Fra i campioni vestiti Nalini, anche il primo Pantani della Carrera
Fra i campioni vestiti Nalini, anche il primo Pantani della Carrera

Il memorial

Da quel momento, Claudio Mantovani diventa una presenza fissa e discreta nel mondo delle corse. E a partire dal 1996 inaugura una corsa, il Memorial Mantovani, vinto la prima volta da Roberto Zoccarato e l’ultima da Attilio Viviani

«L’evento – dice Claudio Mantovani – ha un grande valore affettivo per noi, perché è dedicato al nostro fondatore, assume un valore ancora più profondo in un anno in cui gli stravolgimenti in atto ci fanno sentire ancora più pressante il bisogno di valorizzare e restare legati alle nostre radici. Esse possono darci la forza per avere la resilienza e la flessibilità che servono a fronteggiare momenti come questo che viviamo oggi».

Al via 33 squadre

Si corre il 3 aprile. La corsa da qualche anno la manda avanti Simone Pezzini, presidente della Sc Ceresarese che organizza l’evento, che lo scorso anno non volle saltare l’edizione e si convertì in prova per allievi.

«Però quest’anno – dice – abbiamo tutte le autorizzazioni. Correremo sul percorso classico e siamo già al completo, con 33 squadre da 7 corridori ciascuna. In realtà si voleva partire da Ceresara, ma non è stato possibile e allora va benissimo partire dalla Nalini, che è sponsor e ideatore della gara. E poi Claudio quel giorno è uno di noi, dà sempre una grande mano. Non ci sarà una vera e propria bolla, ma predisporremo alcune zone in cui potranno entrare soltanto corridori e tecnici».

Anche Elia Viviani correrà a Tokyo e ha un conto da regolare…
Anche Elia Viviani correrà a Tokyo e ha un conto da regolare…

Ritorno a Tokyo

Fra le curiosità a margine di questa storia, c’è che oggi le divise Nalini sono indossate dalla Total Direct Energie di Niccolò Bonifazio, dalla Premac Isolmant di Martina Fidanza e Francesca Baroni e soprattutto dalla Cofidis di Elia Viviani che alle Olimpiadi di Tokyo, come pure Vincenzo Mantovani 57 anni fa, andrà per l’oro nell’inseguimento a squadre. E siamo certi che quel giorno, se Elia farà parte del quartetto azzurro, avrà da lassù anche i consigli di “Cencio” che a suo modo potrà mettersi finalmente l’oro al collo e togliersi quell’espressione di disappunto sul podio di allora.