Cimolai ultimo uomo di Viviani: patto con Cassani

15.06.2021
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Oggi Cimolai dovrà tirare la volata a Viviani. Glielo ha chiesto Cassani convocandolo per la Adriatica Ionica Race, che parte stamattina e finirà venerdì a Comacchio. Prendi un velocista che deve ancora rinnovare il contratto e chiedigli di fare l’ultimo uomo per uno che nelle tre settimane del Giro è stato suo rivale e ha ottenuto risultati inferiori e poi vediamo cosa succede. Cimo ha detto sì.

Ecco Davide con la figlia Mia, nata il primo giugno
Ecco Davide con la figlia Mia, nata il primo giugno

«Fu peggio nel 2018 – ammette il friulano – quando fui portato agli europei e tirai lo sprint a Trentin che vinse. Eravamo ad agosto ed ero senza contratto. Chiunque altro avrebbe fatto la sua volata, ma se dai la parola, quella deve essere. Elia ci rappresenterà alle Olimpiadi e deve arrivarci bene, meglio se vincendo. La tappa di oggi sarebbe stata un obiettivo anche per me, ma la squadra ha ritirato l’iscrizione a causa di tre positività nello staff. E a questo punto ho accettato la convocazione e le regole chiare di Cassani».

Amici da sempre

“Cimo” ed Elia sono entrambi del 1989 e corrono insieme da quando sono bambini. Sono stati nella Marchiol fra gli under 23, poi anche alla Liquigas, prima che entrambi prendessero la loro strada. 

«In questi casi – spiega Cimolai, appena diventato padre – viene prima il fatto che siamo dei professionisti e poi l’amicizia che davvero viene da tanto lontano. Non faccio l’ultimo uomo da quando ho lasciato la Fdj, ma domenica in allenamento sono comunque andato a guardarmi l’arrivo di Aviano. Credo di averlo visto bene, si arriva a una rotonda in leggera discesa e appena se ne esce, saremo ai 200 metri. E’ un arrivo… pericolosino, di fatto per me il traguardo sarà alla rotonda».

Cimolai e Viviani, compagni di americana ai mondiali del 2011: nella Adriatica Ionica Race Cimo sarà l’ultimo uomo di Elia
Cimolai-Viviani, compagni di americana ai mondiali del 2011
Cambia molto fra essere l’ultimo e invece il velocista titolare?

Il giorno e la notte, come fra imprenditore e lavoratore dipendente. Se devi fare la volata, hai sulle spalle il peso della corsa. Ed è un peso vero, tanto che alcuni vanno meglio a fare i gregari. La giornata è meno stressante.

Avere l’ultimo uomo forte fa grande differenza?

Molto. E’ quello che mi è mancato al Giro. Non ho mai chiesto di avere davanti 3-4 corridori per me, ma almeno uno che mi porti al momento della volata ci sarebbe stato bene.

Hai rinnovato il contratto?

Non ancora, sono in trattativa.

Una vittoria oggi ad Aviano cambierebbe le cose?

Non tantissimo, ma comunque credo che lo avrei fatto anche se la vittoria fosse stata importante per il rinnovo.

Al Tour Down Under del 2018, Cimo alla Fdj, Elia alla Quick Step
Al Tour Down Under del 2018, Cimo alla Fdj, Elia alla Quick Step
Come tirerai la volata?

Di solito tendo a farlo da seduto, come Guarnieri. Poi dipende dal velocista. Gaviria ad esempio preferisce che Richeze gli parta da davanti e faccia il suo sprint, ma è un modo che secondo me danneggia il velocista.

Cosa prevede il tuo finale di stagione?

Campionati italiani e poi Livigno con famiglia. Rientrerà al Wallonie dove vinsi due anni fa, poi andrò alla Vuelta in cui ci saranno sei volate. La vera proiezione è sui campionati europei a Trento e poi sui mondiali. Mi piacerebbe vestire quelle due maglie.

Cosa ti è mancato per vincere una tappa al Giro?

Ho un solo rimpianto. Nel giorno di Canale in cui ha vinto Taco Van der Hoorn, sono rimasto molto male perché il compagno che avevo con me, Patrick Bevin, non ha tirato lo sprint e ha fatto la sua volata(nella foto di apertura, i due compagni della Israel sono uno accanto all’altro, ndr). Le altre tappe non le ho vinte perché qualcuno è andato più forte o per una serie di circostanze.

Com’è la vita da padre di famiglia?

La mia compagna Alessia è bravissima, perché si alza lei la notte quando Mia deve mangiare. Ma è impegnativo, me ne rendo conto. Però mia figlia è bellissima. Guardate qua, vi faccio vedere la foto…

Cimolai a metà del guado: vincere o aiutare?

15.05.2021
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Questa volta il secondo posto non gli brucia, Cimolai è davvero un ragazzo in gamba. E’ venuto al Giro per vincere: per un altro piazzamento altri avrebbero smoccolato tutta sera, anche solo per tirarsela.

«Ma no – dice – anzi, sono contento. Non ho rimpianti. Ho fatto tutto nel modo migliore, ho dato il massimo, ma se ti batte un fenomeno, hai poco da lagnarti. E’ pure partito lungo. Io ho stretto i denti e mentre spingevo speravo che calasse, invece niente (in apertura lo sprint di Termoli, ndr). Lui è forte. Molto peggio il secondo posto di Canale, quando per essere stati tutti degli addormentati, non abbiamo ripreso Taco Van der Hoorn e ho vinto la volata per il secondo posto…».

Al via della tappa di San Giacomo, assieme al corregionale e compagno in rosa De Marchi
Al via della tappa di San Giacomo, con il corregionale e compagno in rosa De Marchi

Un fatto di gambe

Mancano due giorni alla nascita della bimba e sono tutti intorno a dirgli che in realtà il primo figlio arriva tardi. E lui, che non può uscire dalla bolla, sta lì a farsi i calcoli per quando il Giro arriverà a Sacile e magari Alessia potrà venire a fargli visita. Siamo onesti, se non ci fosse un contratto in scadenza, Davide a quest’ora sarebbe a casa accanto a lei, altro che storie! E intanto per esorcizzare l’attesa si parla ancora della volata.

«E’ stata tutta di gambe – dice – la sola accortezza tattica era prendere davanti l’ultima curva. Stamattina l’ho detto che era una tappa nel mirino, volevo vincere. Ma non avendo una squadra in supporto, nelle tappe di velocità pure posso fare poco. Bisognerà aspettare che il Giro vada più avanti, quando i velocisti saranno stanchi. Sicuramente se avessi uno o due uomini in grado di pilotarmi, risparmierei quel briciolo di forza che ti torna utile nello sprint. Diciamo che oggi ho scelto la ruota di Viviani e ho lasciato che a portarmi avanti fossero i suoi».

Alla partenza da Termoli, sapeva che avrebbe lottato per vincere la tappa
Alla partenza da Termoli, sapeva che avrebbe lottato per vincere la tappa

Ultimo uomo

Tappe per velocisti non abbondano nel seguito del Giro, mentre Cimolai, che velocisti puro non è, si contende con Nizzolo la conta dei secondi posti. Due ciascuno, finora. E allora il discorso si sposta sulle scelte. Fare le proprie volate o lanciare quelle degli altri? Accetterebbe di fare come Guarnieri, che si è specializzato ormai nel lanciare Demare?

«Ho sempre pensato di essere veloce – dice – ma se dovessi affiancarmi a un velocista forte come Viviani o Nizzolo, non avrei problemi ad aiutarli. Ho già dimostrato di essere un ottimo ultimo uomo. Un corridore intelligente deve capire il proprio ruolo e io probabilmente renderei meglio accanto a un velocista di prima fascia. Nell’attesa che arrivi, vorrei approfittare degli spazi che mi vengono lasciati e provare a vincere qualcosa. E il sogno ora sarebbe la Grado-Gorizia, che si corre in Friuli. Ma temo che il disegno vallonato favorirà le fughe».

Secondo, quasi staccato: Ewan si è davvero superato
Secondo, quasi staccato: Ewan si è davvero superato

«Qui sto bene»

Questi sono i giorni in cui si fa il mercato e attorno al nome di Cimolai qualche movimento in effetti c’è. Il suo procuratore è Manuel Quinziato, il ragionamento di Davide è onestissimo.

«La mia intenzione – dice – visto che ci sto bene, sarebbe rimanere qua. Ma ho un’età in cui bisogna scegliere per il meglio, lo stesso motivo per cui sono qui e non a casa con la mia compagna. Sarebbe bello se il velocista forte arrivasse qui. Venire in questa squadra è stata la scelta migliore. Ma adesso c’è da pensare alla famiglia, al nostro futuro e alle prossime tappe. Credo che questa sera di metà maggio, ce ne sia già a sufficienza».

La sfida di “Cimo”, i fiori di una tappa per Alessia

02.05.2021
5 min
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Avrà sempre mezza testa a casa e non potrà farci niente. “Cimo” è lì che riempie la valigia, mentre Alessia, la sua compagna, conta i giorni che mancano all’arrivo della prima figlia. Restano due settimane, per bene che gli vada Davide la conoscerà quando il Giro arriverà a Sacile, a due passi da casa. La storia è piena di casi del genere, però un conto è sentirli raccontare e un altro trovarcisi dentro. In certi momenti la vita del corridore si fa spigolosa, fra ritiri e settimane al fronte, con la valigia, lo smartphone e la bici. Cimolai lo sa bene.

«Certo che ho il magone – dice – e anche tanto. Ma quest’anno scade il contratto e mi piacerebbe garantire un futuro alla famiglia».

Con la compagna Alessia che a breve lo renderà padre (foto Paolo Mazzara)
Con la compagna Alessia che a breve lo renderà padre (foto Paolo Mazzara)

Viva la vita

Ci starebbe bene una vittoria, questa volta per fare festa. Davide non vince dalla tappa di Verviers al Giro di Vallonia del 2019 (foto di apertura) e fu una volata di resurrezione.

«In questa vittoria, in questa foto – scrisse allora “Cimo” su Instagram – c’è tutto me stesso. Riprendere la bici dopo il Giro d’Italia mi sembrava impossibile, difficile immaginare e spiegare quello che ho passato, provato e sofferto. A voi amici dedico questa vittoria perché mi siete stati vicini nel periodo più brutto della mia vita».

La sua vita aveva subito un duro colpo durante il Giro d’Italia e la stessa corsa si era trasformata in un inferno. Ma Davide riuscì a voltare pagina e la sua nuova vita e l’idea stessa di un figlio in arrivo sono state la miglior risposta. E’ inimmaginabile la carica emotiva che lo accompagnerà. Viva la vita!

«Il quadro perfetto adesso – conferma – sarebbe portare a casa una tappa e poi aiutare Martin nell’ultima settimana. La squadra avrà sei corridori per aiutare Daniel, mentre io potrò fare le mie volate. Se va bene, avrò Bevin per darmi una mano».

E’ andato al Turchia per rifinire la condizione in vista del Giro
E’ andato al Turchia per rifinire la condizione in vista del Giro

Le volate e la moto

Non è semplice, tuttavia, partire per un Giro d’Italia da velocista senza treno e “Cimo” lo sa. Ugualmente sta facendo tutto come si deve.

«Sono tornato dalla Turchia – spiega – sereno per la condizione che ho raggiunto. Ho fatto due richiami in palestra per settimana, perché alle corse perdi forza. E altre due volte ho fatto dietro moto con mio papà. Lui ormai mi conosce. Mi chiede cosa voglio fare e alla fine sa dirmi come sto, se sono stanco o se ho lavorato bene. Facciamo anche delle volate, che fra le tante che puoi fare in allenamento sono le più veritiere. Con il rapporto lungo o più agile, perché in corsa si presentano davvero mille situazioni diverse».

Le volate a casa sono lunghe oppure brevi, cercando di simulare le situazioni di corsa, con il riferimento del potenziometro e le sensazioni che cambiano se la volata la fai dopo un’ora o al termine di un lungo di sei.

Davide Cimolai, allenamenti in pista
Su strada oppure in pista, il lavoro dietro moto per “Cimo” non manca mai
Davide Cimolai, allenamenti in pista
Su strada o in pista, il dietro moto per “Cimo” non manca mai

I treni degli altri

Poi ci sono gli avversari, che ogni professionista segue grazie ai mille siti e i social dedicati, per farsi un’idea se non è riuscito a corrergli accanto.

«Se non hai un treno – dice – sprechi un sacco di energie a livello mentale. Perciò le prime tappe serviranno per vedere chi avrà il treno più forte. Non ho visto con quale squadra verrà Groenewegen, ma di certo saranno forti quelle di Caleb Ewan e di Viviani. Nizzolo avrà un paio di uomini, Sagan si arrangia e Gaviria ci sarà de vederlo. Manca il treno della Deceuninck-Quick Step che punterà tutto sulla classifica. Il mio scopo sarà infilarmi a ruota dei più forti, con tanta tensione e stando attenti alle cadute. La cosa migliore sarebbe pescare la ruota giusta all’ultimo momento, perché sgomitare per tre chilometri è snervante. Per fortuna dovrei avere per me Dowsett e Brandle, che sono due grandi cronoman e potrebbero portarmi al finale senza correre rischi».

Sanremo 2021, al traguardo con il gruppo di Bennett
Sanremo 2021, al traguardo con il gruppo di Bennett

Opzione fuga

La squadra punterà su Martin per la classifica: l’irlandese già da qualche settimana va ripetendo di non aver mai avuto una condizione così buona. Le occasioni per arrivare in volata non sono invece così numerose. Novara (2ª tappa), Cattolica (5ª tappa), Termoli (7ª tappa), Foligno (10ª tappa), Verona (13ª tappa), Gorizia (15ª tappa).

«Se una tappa è piatta – dice – sai che si tratterà di scaricare tutta la forza che hai e magari chi ne ha di più, riesce a vincere. Ma capisci che la condizione è vincente quando con il passare dei giorni, superi bene le salite. Per uno come me andrebbero bene anche le tappe con qualche muro, in realtà, ma c’è un doppio problema. Le squadre dei velocisti puri non tirano e quelli di classifica nemmeno. Così va via la fuga e di solito arriva. Perciò vedremo che piega prenderà la corsa, ma non escludo nemmeno di buttarmi a mia volta nelle fughe. Come nell’ultima tappa del Turchia. Era andata via quella buona e se la Androni non avesse tirato, magari saremmo arrivati. Sarà un Giro da interpretare, prima si possono fare tutti i discorsi del mondo».

Israel Start-Up Nation: tutti al servizio di Chris Froome

20.04.2021
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Con l’arrivo di Chris Froome, l’Israel Start-Up Nation cambia completamente i suoi connotati puntando senza mezzi termini a diventare un fattore almeno nelle gare a tappe. Si tratta di una grande scommessa che i dirigenti del team mediorientale hanno fatto. Il britannico, dopo il terribile incidente alla vigilia del Tour 2019, non ha mai dato l’impressione di aver recuperato, ma c’è una forte convinzione, in lui e nel suo entourage, di poter dare ancora qualcosa al mondo del ciclismo e riallacciare la sua storia che lo ha visto conquistare i più grandi successi nelle sfide di tre settimane.

Giro d’Italia 2021, 5a tappa, Alessandro De Marchi in maglia rosa al via da Modena
Giro d’Italia 2021, 5a tappa, Alessandro De Marchi in maglia rosa al via da Modena

Super De Marchi

Il team non si è limitato a ingaggiare il britannico, anzi lo ha fatto già nel cuore della stagione 2020 pensando a come costruirgli intorno una rosa adeguata. Ecco così che sono arrivati Impey, sudafricano di lungo corso e ottimo interprete delle prove a tappe di breve durata, ma anche il canadese Woods, adatto ad alcune classiche e utilissimo nei grandi giri, ma soprattutto Alessandro De Marchi, unanimemente ritenuto uno dei migliori luogotenenti in circolazione.

Pattuglia belga

Con il suo nuovo assetto, la squadra israeliana è adatta a ogni contesto, anzi ci si aspetta qualche acuto anche al di fuori dell’obiettivo dichiarato, il Tour de France. La pattuglia belga, con Herman, Van Asbroeck e Vanmarcke può recitare un ruolo di primo piano nelle classiche del Nord senza dimenticare il norvegese Boasson Hagen, molto utile nella gestione di alcune situazioni tattiche.

Froome è impegnato nella sua rincorsa alla salute e alla condizione
Froome è impegnato nella sua rincorsa alla salute e alla condizione

Occhio a Martin

Poi c’è Daniel Martin, irlandese spesso un po’ troppo dimenticato quando si parla di corse a tappe, dove invece ha un’ottima costanza di rendimento. C’è modo di emergere anche a prescindere da Froome, la cui voglia di rivincita però contagia tutti.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Rudy BarbierBeauvaisFra18.12.19922014
Sebastian BerwickWishartAus15.12.19992019
Patrick BevinTaupoNzl15.02.19912016
Jenthe BiermansGeelBel30.10.19952017
Guillaume BoivinMontrealCan25.05.19892010
Matthias BrandleHohenemsAut07.12.19892009
Alexander CatafordOttawaCan01.09.19932017
Davide CimolaiPordenoneIta13.08.19892010
Alessandro De MarchiS.Daniele del FriuliIta19.05.19862011
Alex DowsettMaldonGbr03.10.19882011
Itamar EinhornModiinIsr20.09.19972019
Chris FroomeNairobi (KEN)Gbr20.05.19852007
Omer GoldsteinMisgayIsr13.08.19962018
André GreipelRostockGer16.07.19822005
Carl Fredrik HagenOppegardNor26.09.19912015
Ben HermansHasseltBel08.06.19862009
Hugo HofstetterAltkirchFra13.02.19942016
Reto HollensteinFrauenfeldAut22.08.19852009
Daryl ImpeyJohannesburgRsa06.12.19842008
Daniel MartinBirmingham (GBR)Irl20.08.19862008
Krists NeilandsVentspilsLat18.08.19942016
Guy NivMisgayIsr08.03.19942016
James PiccoliMontrealCan05.09.19912014
Alexis RenardSaint BrieucFra01.06.19992020
Guy SagivNamur (BEL)Isr05.12.19942015
Mads Wurtz SchmidtRandersDen31.03.19942017
Norman VahtraTartuEst23.11.19962020
Tom Van AsbroeckGansBel19.04.19902010
Sep VanmarckeCourtraiBel28.07.19882009
Michael WoodsOttawaCan12.10.19862013
Rick ZabelUnnaGer07.12.19932014

DIRIGENTI

Kjell CalstromFinGeneral Manager
Rik VerbruggheBelDirettore Sportivo
René AndrleCzeDirettore Sportivo
Claudio CozziItaDirettore Sportivo
Oscar Guerrero CelayaEspDirettore Sportivo
Dror PekatchIsrDirettore Sportivo
Cherie PridhamGbrDirettore Sportivo
Nicki SorensenDenDirettore Sportivo
Eric Van LanckerBelDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

La Israel Start-Up Nation corre su bici Factor, che sin dall’inizio sono risultate molto interessanti: prima per il loro look e successivamente per i contenuti tecnici. Il modello Ostro è l’arma dei corridori del team, mentre lo sponsor sta ancora lavorando sul modello da crono cui tanto tiene Chris Froome.

CONTATTI

Cycling Academy LTD, Or Towers Building B, 6th Floor. Hanechos Het. 4st, 69710 Tel Aviv (ISR)

info@cyclingacademy.org – www.israelcyclingacademy.com

Facebook: @IsraelCyclingAcademy

Twitter: @TeamIsraelSUN

Instagram: teamisraelsun

Disordini alimentari, interviene Cimolai

15.02.2021
3 min
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Fra chi ha letto interessato e chi ha commentato che si tratta solo di banalità, in calce all’intervista con Laura Martinelli sui disordini alimentari è spuntato il “mi piace” di Cimolai, professionista dal 2010 e attualmente alla Israel Start-Up Nation. La cosa non è passata inosservata, per cui il primo passo è stato mandargli un messaggio chiedendogli il perché di quel giudizio, cui Davide ha risposto quasi immediatamente.

« Perché a mio avviso – ha scritto – tanti ragazzi soprattutto giovani vivono male il problema alimentazione. Purtroppo la “vecchia generazione” insegna ancora metodologie a mio avviso sbagliate».

Frank e Andy Schleck, entrambi magrissimi. Anche Andy ha smesso di colpo come Dumoulin
Frank Schleck esempio di magrezza estrema

Il mito leggerezza

Il passo successivo è stato chiedergli di parlarne e anche questa volta “Cimo” ha acconsentito.

«Il problema non è nato ieri – dice – l’ho vissuto io 12 anni fa quando sono passato. Basta guardarsi intorno, come vanno ancora le cose. Se chi ti guida ha la mentalità vecchia, se dopo cinque ore di allenamento ti danno una mela o un frutto, capisci che qualcosa non va? Così passi professionista e pensi che essere leggero sia l’unica cosa che conta, mentre magari quel chilo in più è la differenza tra andare forte e smettere di correre. Io l’ho imparato a mie spese».

Perché succede?

Ci sono due aspetti da scindere. Avrei preferito trovare sulla mia strada qualcuno che mi insegnasse a mangiare bene. Se non avessi capito da me, avrei davvero smesso di correre. Nelle squadre servirebbe qualcuno in grado di spiegarlo ai neopro’. All’estero ormai certe figure le trovi anche nelle categorie giovanili, in Italia c’è ancora troppa incompetenza. E poi c’è l’altro lato.

Che sarebbe?

Adesso come adesso, avere uno in squadra che si mette dietro di te a tavola a controllare quello che mangi, uno che non fa il nutrizionista, mi starebbe sulle scatole. Chi sei per dirmi certe cose? Ma questo succede prevalentemente in ambito italiano.

Capisci bene che se parli di un neopro’, è dura che possa gestirla da sé…

Devi avere carattere e la fortuna di ascoltare tanto i compagni più esperti. Se un giovane mi chiedesse di queste cose, io sarei ben contento di aiutarlo. Sapete che cosa davvero mi scoccia di questi ragazzi che arrivano e nemmeno ti guardano? Più ancora del poco rispetto in corsa, proprio il fatto che pensino di sapere tutto.

Fra corridori si parla dei disordini alimentari?

Sono l’argomento più importante. C’è stato chi per questo ha smesso di correre e per fortuna ce ne sono altri che hanno buttato via gli anni migliori, ma almeno si sono ripresi e sono ancora in gruppo. Uno era con me, un bel talento, e ci ha messo sei anni per tornare in sé. Un altro è passato con risultati eccezionali sulle spalle e a 19 anni già era al punto che non si concedeva nemmeno una pizza, ma dopo 4-5 anni si è messo a posto. Il discorso è: chi te lo dà tanto tempo?

Eneco Tour 2010, Cimolai è al primo anno da professionista
Eneco Tour 2010, Cimolai neoprofessionista
Hai detto che anche tu hai avuto disordini di questo tipo?

Ho buttato via 2-3 anni di carriera, i primi da professionista, poi ho cominciato ad emergere.

Ci sono squadre che hanno messo la magrezza estrema alla base di tutto.

E magari i risultati gli danno ragione. Spremono così tanto i corridori, che quando cambiano squadra, poi non vanno avanti.

Quando ricominci a correre?

Dovevo partire dalla Spagna, ma hanno cancellato. Per cui debutto nel weekend del 27-27 febbraio, con la  Royal Bernard Drome Classic e poi  Faun-Ardèche Classic, entrambe in Francia. E poi speriamo che a marzo si possa andare avanti normalmente.

Selle Italia Israel Start-Up Nation 2021

Selle Italia con Froome alla Israel Start-Up Nation

06.01.2021
2 min
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E sono quattro, e tutti di fila… Selle Italia ha rinnovato la partnership di sponsorizzazione con il Team World Tour Israel Start-Up Nation. Una collaborazione che dunque procede spedita, e che proprio nel 2021 vedrà tra gli altri anche Chris Froome pedalare con i prodotti dell’ultra centenario brand veneto.

Mirko Porta, sport mktg Selle Italia

«Dal 2018 abbiamo creduto in questo team – ha dichiarato Mirko Porta, il responsabile del marketing sportivo di Selle Italia – un gruppo ambizioso, molto ben organizzato, che ha saputo crescere in modo molto veloce. Israel Start-Up Nation ha dimostrato non solo di essere una squadra competitiva, ma anche di rappresentare una organizzazione professionale con una grande storia, che ha saputo motivare sia i pro con la loro apparizione nel WorldTour, quanto i giovani della Academy con le loro grandi storie. E il loro esempio sta ispirando moltissime persone a iniziare con il ciclismo, sia in Israele su scala nazionale che nel mondo su scala globale».

Chris Froome
Chris Froome con la nuova divisa della Israel Start-Up Nation
Chris Froome
Chris Froome con la nuova divisa della Israel Start-Up Nation

La vittoria al Giro d’Italia

La Israel Start-Up Nation è una formazione che per il 2021 si è rinforzata e che già vanta alcune vittorie importanti.

«La vittoria di Alex Dowsett all’ultimo Giro d’Italia nella bellissima tappa con il finale sul Gargano – prosegue Porta – ha rappresentato uno dei momenti clou della stagione, sia per il team ovviamente quanto per Selle Italia, in quanto ha dimostrato che i risultati non si ottengono facilmente… ma che si possono raggiungere obiettivi e realizzare sogni con il duro lavoro e la perseveranza».

Selle Italia Israel Start-up Nation
Le Selle Italia sulle bici Factor della Israel Start-Up Nation
Selle Italia Israel Start-up Nation
Le Selle Italia sulle bici Factor della Israel Start-Up Nartion

Selle Italia: sviluppo e innovazione

A Mirko Porta fa eco anche Davide Cimolai, il velocista italiano della Israel Start-Up Nation.
«Abbiamo avuto la possibilità di utilizzare un’ ampia gamma di selle sulle nostre biciclette Factor già nel 2020 – ha commentato il corridore veneto – individuando una specifica sella per le esigenze di tutti i corridori. E il bello di un’azienda come questa è che si continua a sviluppare e a innovare».

selleitalia.com

Moreno Di Biase, Lorenzo Di Camillo

Ricordate Di Biase? Era veloce, ora è grande

22.11.2020
6 min
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Di Biase andava veloce e adesso lo insegna ai suoi bambini. Dieci vittorie in sette anni da pro’. Cinque Giri e un Tour, quando al Tour andavano le professional. E lui in quel 1999 correva con la Cantina Tollo di Mondini, che poi vinse a Futuroscope.

Dopo aver smesso nel 2005 rimase per dieci anni fuori dal gruppo. Finché nel 2015 ha aperto la Asd Moreno Di Biase, che in cinque anni è diventata una delle scuole di ciclismo più belle d’Abruzzo. Moreno è sposato con Moira, nominata Presidente della società, e ha un figlio di 8 anni che si chiama Mattia. Nella foto di apertura invece è con Lorenzo Camilli, che ancora oggi continua ad allenare.

«La settimana scorsa – dice Di Biase – abbiamo finito il corso per bambini di 5-12 anni prima di chiudere la stagione. Anzi, abbiamo anche accelerato i tempi per scongiurare eventuali chiusure regionale e abbiamo dato i brevetti di primo livello».

Moreno Di Biase, scuola di ciclismo
Conclusi da poco i corsi per il primo livello. Poi l’Abruzzo in zona rossa…
Moreno Di Biase, scuola di ciclismo
Dopo i corsi di 1° livello, la zona rossa

Non sono tanti gli ex corridori che si dedicano con questa generosità al loro sport e a ben guardare nelle dichiarazioni dei candidati alla presidenza federale, in quelle di Daniela Isetti e soprattutto in quelle di Martinello, il coinvolgimento degli ex atleti nella promozione dovrebbe essere un punto cruciale.

Come è nata l’idea?

Volevo fare una scuola di ciclismo, ma nel promozionale. Non pensavo alle categorie agonistiche. Poi col passare del tempo i bambini sono cresciuti. Alcuni hanno avuto la voglia di correre e li ho portati fra gli esordienti e gli allievi. E così il prossimo anno ne avrò 20 fino alla categoria juniores. Però tutti arrivati attraverso la mia scuola, dopo aver fatto ogni anno 15 lezioni con me a Fossacesia o Lanciano.

Grande! E riesci a seguirli?

Organizzandomi bene, ma ci riesco. Fino al 2019 avevo solo esordienti e non era un problema. Quest’anno sarei stato nei guai, perché esordienti e allievi spesso corrono in località diverse. Invece dopo il lockdown sono ricominciate solo le gare in fuoristrada e sulla mountain bike partivano insieme ed è stato tutto più semplice.

Moreno, va bene che sei veloce, ma come fai?

Ho lasciato un lavoro per fare questo. Mantengo assieme a mia moglie l’ingrosso di abbigliamento per bambini, ma siccome siamo chiusi al pubblico e riceviamo solo per appuntamenti, riesco a scavarmi parecchio tempo libero. Detto questo, la scuola mi impegna durante la settimana. Due giorni a Lanciano, due a Fossacesia. Poi nei weekend si va alle gare. E quando non si corre, organizzo dei piccoli raduni per far allenare i ragazzi da fuori regione.

Leggendo i commenti sui social, con il ciclismo sei entrato in profondità nel tessuto sociale…

Il ciclismo è entrato, non Moreno. Ci sono genitori che mi scrivono e mi ringraziano. Nell’ultimo corso, ho tolto le rotelle a tre bambini ed è stato bellissimo, più di una vittoria, perché per loro ha significato essere diventati grandi. A volte siamo in giro e mi abbracciano per strada

E qualcuno, dicevi, diventa corridore?

Alcuni hanno cominciato a correre in pista senza mai essere usciti su strada. Si parla tanto di pista e federazione, ma se non siamo noi dirigenti a portare i ragazzi, come fai? Noi andiamo a Lanciano una volta a settimana.

Quanti siete a lavorarci?

Vuoi la verità? Sono da solo.

E come fai a sostenere tanti costi?

Mi danno una mano le famiglie. Intanto hanno accettato il fatto di pagare una quota annuale, cosa che va bene in tutti gli sport, ma nel ciclismo fanno davvero in pochi. E’ impostata come una scuola, io offro un servizio. Ma pensate che cosa significa fare l’abbigliamento da gara e da riposo per 20 ragazzi? Le bici invece le comprano da soli, ognuno quella che vuole e può permettersi. Va bene anche quella usata da 300 euro, ma se nel periodo in cui viviamo, lo stesso condizionamento che c’è per i cellulari vale per le bici. Se non è in carbonio e leggerissima, non va bene. Ognuno compra quella che può permettersi, io gli ricordo che ho cominciato su un pezzo di ferro e ho fatto ugualmente la mia strada.

Tutto questo per il ciclismo abruzzese?

E’ un po’ in calo. Ci sono Ciccone e Cataldo e per il resto poche squadre. Danno la colpa alla federazione, ma la federazione non ci dava niente neanche prima, quando correvo io. Le cose devi fartele da solo. Per questo adesso che siamo in zona rossa, seguo al telefono i miei ragazzi che si allenano nei loro Comuni. Io in bici ci vado poco, solo quando non siamo in circuito, perché quando sono tanti li copro meglio con l’ammiraglia.

Perché lo fai?

Volevo creare un’area giochi per tutti i bambini che vogliono scoprire i segreti della bicicletta. II mio obiettivo è sempre stato il bene dei ragazzi. Da noi si divertono e crescono prima come uomini e donne e poi come ciclisti.

Davide Cimolai, compagna Alessia

Un bimbo in arrivo e poi Froome: Cimolai, al lavoro!

21.11.2020
5 min
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La vita di Cimolai sta per cambiare. Alla Israel Start-Up Nation bussa già Froome e soprattutto il prossimo anno Davide diventerà papà.

L’inverno che bussa alle porte, insomma, è di quelli importanti. Per lui, che appena un anno fa aveva vissuto un’esperienza dolorosa proprio durante il Giro, e per Alessia che gli darà presto un figlio.

Così siamo arrivati per farci spiegare in che modo Davide viva questo momento e come lavori (e come mangi) nella settimana tipo di allenamento.

Per inquadrare il discorso, “Cimo” ha 31 anni, è alto 1,85 e pesa 66 chili. E’ un atleta molto veloce, ma non un velocista in senso stretto, dato che nei giorni buoni se la cava anche su percorsi selettivi. Non gli piace stare fermo e piuttosto che annoiarsi e guardare la tivù, si trova qualcosa da fare. Stamattina ad esempio raccoglieva le foglie dal giardino…

«La vita a volte cambia in modo incredibile – dice – a metà maggio sarò papà. Quanto a Froome, lo conosco abbastanza bene e credo che tornerà forte, non so se come prima. Ma penso che al pari di Valverde sia fra quei pochi campioni capaci di risorgere da incidenti terribili. La squadra ha fatto un grosso investimento perché ci crede, ma proprio la squadra è la grossa incognita. Non so come si stiano muovendo su mercato, ottimo l’arrivo di De Marchi, ma certo il gruppo Tour cui era abituato lui alla Ineos sarà difficile ricrearlo».

Blocchi di giorni

Seguendo l’orientamento tipico di quasi tutti i preparatori, anche Cimolai suddivide il lavoro in blocchi di 3 giorni intervallati da un riposo, che nei mesi di stacco fa coincidere (almeno ci prova) con il sabato o la domenica. E’ il preparatore (che si chiama Enrico Licini e assieme ad Alessio Camilli ha creato lo studio 4 Performance) a disegnare tabelle e strategie di lavoro, anche se dopo 11 anni di professionismo – fa notare – sarebbe in grado di gestire da solo l’ordinaria amministrazione.

«I miei blocchi di lavoro sono di tre tipi – dice Cimolai – e li adotto in funzione degli obiettivi e delle mie condizioni. C’è la combinazione che prevede i lavori di forza al primo giorno, l’anaerobico e l’intensità il secondo e la distanza il terzo. Oppure inverto il secondo e il terzo, con la distanza prima dell’intensità. Altrimenti nei tre giorni faccio forza, distanza e palestra. Il richiamo in palestra c’è sempre, anche durante la stagione per un paio di volte a settimana. Mio compito, oltre a pedalare, è quello di inviare feedback quotidiani all’allenatore, per variare il lavoro dei giorni successivi».

Davide Cimolai, preparazione invernale 2020
La preparazione invernale 2020 è iniziata: il prossimo sarà un anno importante
Davide Cimolai, preparazione invernale 2020
La preparazione invernale è iniziata

La forza

Ci tiene a dire che la forza per lui non sono le solite ripetute al medio a 50 pedalate al minuto.

«Per il tipo di corridore che sono – spiega Cimolai – lavoro con wattaggi superiori e frequenza di pedalata maggiore. Ovviamente in avvio di stagione è tutto più graduale. A queste Sfr abbino partenze da fermo e volate. Quando è il giorno delle volate, di solito faccio da solo. Se invece è previsto che si lavori dietro moto, mi aiuta l’assistente di sempre. Mio padre. Abbiamo uno scooter X-Max con il Garmin e il rullo dietro. Può capitare che faccia così l’ultima ora dopo una distanza, oppure che debba inserire dei lavori di velocizzazione. E in quel caso faccio due o tre ore da solo e poi dietro moto a ritmo gara».

I lavori di forza gli capita di farli anche in pista, ma a partire dalla primavera quando viene riaperto il velodromo di Pordenone, e ovviamente in palestra.

La palestra

La forza non si costruisce più soltanto su strada. Nei ritiri di inizio stagione e poi durante l’anno, quasi tutti hanno la loro tabella da seguire in palestra, ma gli atleti veloci di più.

«Da un anno ho la palestra in casa – dice – ed è molto comodo, anche perché adesso le hanno chiuse e avrei un problema. Faccio un’ora e 15′ filati, con lavori in circuito seguendo una tabella. Lavoro su tutto il corpo, ma in particolare sulle gambe e con carichi alti, rispetto a uno scalatore, quasi massimali. Ad esempio alla pressa, che faccio una gamba per volta, carico dai 130 ai 150 chili. Fatti questi esercizi, una volta uscivo per velocizzare. Adesso invece faccio coincidere la palestra con il massaggio. Ne faccio almeno due a settimana, con l’amico Giancarlo che trovo a 10 minuti di macchina da casa. Un bel massaggio, in modo che il giorno dopo non ci sia troppa pesantezza».

Davide Cimolai, allenamenti in pista
Quando la pista riapre, qualche seduta di forza e velocizzazione non manca mai
Davide Cimolai, allenamenti in pista
Lavoro in pista per forza e velocità

La distanza

Quando parli con un professionista, si ragiona in termini di ore e mai di chilometri. Del resto se il dislivello di un allenamento supera i 2.000 metri ha poco senso parlare di lunghezza.

«E il dislivello – dice – lo prevedo sempre, perché sennò non mi passa. Se lavoro bene nei giorni precedenti, quando faccio distanza non supero mai il medio e al massimo metto dentro qualche richiamo di forza. Per le uscite più lunghe ho un gruppo fra professionisti e dilettanti, in modo che la giornata passi meglio. In tasca non metto mai il necessario per riparare le gomme, perché ho i tubolari e non buco tanto spesso. E se succede, prendo il telefono e trovo qualcuno che venga a prendermi. Durante la stagione scorsa ho bucato solo due volte e poi il tubolare, a meno che non prendi il vetro che fa un taglio grosso, scende lentamente e dà il tempo di arrivare da un meccanico. Quello che non manca mai in tasca è qualche euro per la sosta al bar. Caffè e cornetto e si riparte. Nella distanza non guardo media né watt».

L’anaerobico

Qua invece i watt si guardano eccome. Sono lavori brevi ma intensi. I classici 30×20 o 40×20 o il minuto spinto.

«Sto fuori 3-4 ore – dice Cimolai – sono i giorni più pesanti. I battiti salgono. I watt salgono. Hai la tabella in testa e la esegui. Può capitare di non stare bene e riprogrammare, ma di sicuro la sera di questi lavori sei abbastanza spremuto. Rientrano nel discorso anche le volate e il lavoro dietro moto».

Se piove il primo giorno, si anticipa il riposo. Se viene giù il secondo giorno, si anticipa la palestra. E se continua anche il terzo giorno…

«Da noi – sorride – non piove mai per più di due giorni. Ma se accade, si prende l’acqua. E poi resta il giorno di riposo, il quarto della serie, il più bello. Se non sono morto per il lavoro dei giorni prima, faccio un giretto, prendo il caffè e mi riposo».

Davide Cimolai, rifornimento, Giro d'Italia 2020

Pasta di mandorle e basta caffè: “Cimo” mangia così

21.11.2020
3 min
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Davide Cimolai, “Cimo” per gli amici, è una di quelle persone fortunate che non ingrassano. E la cosa, in certi giorni di tensioni invernali con la bilancia, ad alcuni suoi colleghi può dare molto fastidio. In assoluto, tuttavia, avendo a che fare con un atleta professionista questa caratteristica è davvero un ottimo punto di partenza per farci spiegare come mangi nella settimana tipo di allenamento, dopo averci raccontato come si alleni.

Il regime alimentare di un professionista diventa agevole se l’atleta matura la convinzione che anche la disciplina a tavola rientri nella sua preparazione. Ricordate gli anni di Ullrich che d’inverno prendeva 12 chili e poi passava i primi 5 mesi dell’anno allenandosi con una sola mela in tasca?

Davide Cimolai, caffè
Basta caffè a casa, per Cimo solo a metà allenamento e alle corse
Davide Cimolai, caffè
Stop caffè a casa: solo in bici e alle corse
A che ora ti svegli?

Alle 7-7,30 al massimo. Non mi va di dormire troppo, la mattina sono più attivo e voglio approfittarne.

Subito colazione oppure stretching?

Subito colazione. Avena. Cereali. Una banana. Anche frutta secca. Tutto in una ciotola. Faccio così da quattro anni a questa parte. Ovviamente metto anche latte di avena.

E un caffè?

Il caffè mi piace, ho la macchina professionale, ma lo bevo soltanto in gara. Ne prendevo troppo e mi sono disintossicato. La mattina mi alzavo e mandavo giù una moka da tre, sennò la giornata non iniziava. Non era troppo salutare, per cui ho detto: okay, basta! La macchina espresso la tengo per gli ospiti. Faccio colazione, aspetto un’ora in cui sistemo casa e poi parto.

Cosa porti da mangiare durante la distanza?

Negli ultimi anni ho eliminato le barrette. Prendo con me fichi secchi, datteri o la pasta di mandorle buonissima che fa la mia ragazza. Nelle borracce, sempre due, metto maltodestrine. Quelle che passa la squadra. Comunque non parto mai senza rifornimento, perché la crisi di fame in allenamento è il peggio che possa succedere.

Davide Cimolai, borraccia, Giro d'Italia 2020
In allenamento come spesso in gara, due borracce con maltodestrine
Davide Cimolai, borraccia, Giro d'Italia 2020
In allenamento, borracce con maltodestrine
Quando torni a casa cosa prevede il pranzo?

Sono un tradizionalista: il piatto di pasta non me lo toglie nessuno. Recuperiamo i carboidrati. Poi dipende da orario e lavoro svolto. Se ho fatto due ore, parliamo di 120-130 grammi di pasta. Se ho fatto distanza o lavori pesanti, arriviamo a 2 etti.

Condita come?

Mi piacerebbe un bel sugo, ma faccio da solo perché la mia ragazza lavora e non ho mai voglia di perdere tempo. Per cui bianca o col pomodoro. Accompagnata da un piatto freddo, che sia salmone o bresaola.

Di pomeriggio?

Qualche visita in attesa della cena. Prima, anche se adesso non si può, ci scappa magari una birra all’ora dell’aperitivo. Una volta ero molto più integralista, adesso ho capito che una birretta rallegra l’animo e non fa male.

Pasta di mandorle
La pasta di mandorle fatta in casa da Alessia è il rifornimento preferito da Cimo
Pasta di mandorle
Il rifornimento? Pasta di mandorle
E per cena?

Anche qui dipende dall’allenamento. Diciamo che la base sono secondo e contorno di verdure. Se ho lavorato tanto, ci scappa anche un primo. A tavola solo acqua. Ma può capitare anche il giorno della cena fuori con la mia compagna, quando ancora si poteva.

Davvero non ingrassi?

Vero. Ma è anche vero che a fine stagione faccio un mese di fermo assoluto, perdo massa muscolare, per cui alla fine è qualcosa che si compensa. Comunque le mie abitudini alimentari mi permettono di vivere l’inverno serenamente. E alle 23 al massimo si va a letto. La tivù non ci piace poi tanto.