De Marchi, la squadra, il Giro e un bimbo in arrivo

21.04.2021
5 min
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Alessandro De Marchi in fuga, sulla bici e nei pensieri. Ha cominciato il Tour of the Alps prendendosi la sua bella dose di vento in faccia, pedalando verso la condizione migliore, un posto per il Giro e per metabolizzare la fatica di due settimane sul Teide assieme a Chris Froome, che ha imparato a conoscere meglio. Tutto intorno la nuova squadra con cui prendere le misure e abitudini da resettare dopo anni importanti nel gruppo Bmc. E poi alla fine della stagione, che potrebbe portarlo al Tour e alle Olimpiadi, già si intravede un raggio di felicità che già scalda il cuore e le parole.

Ultime regolazioni alla sua Factor e poi si può partire
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In 4 sul Teide

«Froome… – inizia e fa subito una pausa – prima non lo conoscevo tanto, non era facile avvicinarlo oltre il limite del corrergli ogni tanto accanto. In queste due settimane sul Teide abbiamo diviso la stanza e ci siamo conosciuti meglio. D’altra parte eravamo in quattro, noi due e due ragazzi israeliani: il tempo per conoscerci non è mancato. Gli ho visto fare cose dure, lavorare sul corpo prima ancora che sulla bici, sull’equilibrio. Si vede che ancora ha dolore e nonostante tutto sta affrontando tanti sacrifici. E’ sicuro di quello che sta facendo, determinato da morire, pronto a prendersi quello che sarà senza troppa paura».

Che Froome soffra, si è visto bene nelle prime tappe e lo ha confermato Claudio Cozzi, direttore sportivo del team. Parte sempre con il bendaggio al ginocchio e a volte, come nella prima tappa a Innsbruck, ha dei momenti di disagio e altri in cui le cose si mettono a girare per il meglio. Proprio quel giorno, mentre Chris stentava nelle retrovie e si avviava a tagliare il traguardo con 5 minuti di ritardo, Alessandro concludeva la sua tappa in fuga a 3’27” da Moscon, cercando di recuperare e trasformare la fatica in condizione.

Il Tour of the Alps iniziato con una lunga fuga nel giorno di Innsbruck
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«Non si poteva fare di più – dice – eravamo a tutta. Anche avendo più collaborazione, il risultato sarebbe stato quello. Siamo qui per provarci e per farci vedere. Il posto va guadagnato».

Verso il Giro

La stagione, si diceva, è complessa e l’esclusione dal Giro lo scorso anno fu il chiaro segnale che il gruppo in cui aveva trascorso gli ultimi sei anni si stava sfaldando.

«Quella scelta è stata una grossa delusione – disse – contavo molto sulla corsa rosa, tutto era in sua funzione, mi ispirava. Al Tour andavo avanti sapendo che poi avrei corso in Italia. Avrei puntato alle tappe. Già nella prima settimana ce n’era più di qualcuna adatta alle fughe. Senza contare quelle due in Friuli, ci tenevo molto. C’erano giornate lunghe, adatte alle fughe… insomma l’ideale per me».

Averlo dato per scontato fu ciò che rese l’esclusione più difficile da digerire, per cui non c’è da stupirsi, conoscendolo, che ora parli con cautela.

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«Lo so bene – dice – che ho uno dei due numeri già cuciti sulla schiena, ma è giusto anche dare qualche segnale. La squadra è nuova, ci sono equilibri da cercare e da creare. Una cosa però posso dirla: fra corridori c’è davvero uno splendido clima, anche lo staff si sta impegnando tantissimo per non farci mancare nulla».

Voglia di crescere

La squadra è il nodo, perché non è facile ritrovarsi nel WorldTour e dover colmare in poco tempo il gap da altri team organizzati da tempo. La scelta di puntare su corridori di esperienza come il friulano nasce proprio da questo.

«Percepisci la voglia di crescere – conferma Alessandro – e ti rendi anche conto di quanto sia difficile farlo avendo poco tempo a disposizione. Per questo siamo tutti contenti di dare i nostri feedback. Ci sono delle riunioni in cui partecipiamo anche noi più esperti. Ci viene chiesto di condividere il nostro punto di vista e devo dire che stiamo fornendo un bel numero di indicazioni, che vengono raccolte e spero che gradualmente siano messe in atto. Solo mi rendo conto che non è per niente facile a stagione iniziata. E mi rendo anche conto che il confine fra dare il proprio contributo e passare per rompiscatole è sottile, soprattutto per uno come me abituato ad avere tutto organizzato al dettaglio. In questo, la squadra in cui ero prima ci aveva abituato troppo bene, altrove non ce ne sono poi troppe che lavorano a quel modo».

Nel primo arrivo in salita, tutti attorno a Froome: con il Rosso di Buja, anche Daniel Martin
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Un raggio di sole

Con la tappa che si accinge a ripartire per fare rientro in Italia e ciascuno che si tiene stretto in tasca l’esito dell’ennesimo tampone, l’ultimo sguardo è alla stagione che sta per entrare nel vivo, con l’eventuale convocazione olimpica come discriminante per le scelte.

«Diciamo che adesso si pensa a Giro – spiega De Marchi – e poi per il seguito dell’estate andremo avanti un passo per volta. Ci sarebbe il discorso Tour, che per la squadra è importante. Non nascondo che con un buon recupero dopo il Giro d’Italia si potrebbe ragionare di andarci, ma bisogna anche vedere in quali condizioni arriverò a Milano. Il discorso olimpico sarebbe un tassello che, se collocato nel tempo giusto, permetterebbe di accelerare anche altri discorsi. Prima di Rio non feci il Tour, la Bmc non mi convocò e andai a prendermi la condizione al Giro di Polonia. E comunque sia, quando sarà ottobre e sarò sfinito come ogni anno al termine della stagione, la casa si rallegrerà per l’arrivo di un altro bimbo. Dopo un periodo nervoso e duro come quello che abbiamo vissuto e che ancora stiamo vivendo, questa notizia ci ha portato tanta felicità e tanta energia. Ci voleva proprio».

Alessandro De Marchi, Andrea, Anna, Artegna, dicembre 2020
Alessandro con Andrea e Anna, ad Artegna, durante la nostra visita dello scorso dicembre
Alessandro De Marchi, Andrea, Anna, Artegna, dicembre 2020
Alessandro con Andrea e Anna, durante la nostra visita di dicembre

Il tempo di pensare agli auguri per Anna e Alessandro e a quanto si divertirà con un fratellino o una sorellina il piccolo Andrea ed è già tempo di ripartire. Il via da Imst stamattina sarà dato alle 9,50. Da Imst a Naturno ci sono 162 chilometri e quattro salite. Sarebbe, a dire il vero, un altro perfetto giorno da fughe…