Davide Cimolai, Madonna di Campiglio, Giro d'Italia 2020

Cimolai e il gruppetto, un giorno fra amici…

22.10.2020
3 min
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Cimolai sorride e inizia a raccontare la giornata dei velocisti sullo Stelvio, in quella che poteva diventare una tappa infernale. Il friulano della Israel Start-Up Nation ha appena finito i massaggi e ha il tono rilassato di chi sarebbe pronto a ricominciare anche subito, ma la stanchezza è tanta.

«Ma oggi – dice – l’abbiamo gestita alla grande. Non siamo andati mai nel panico, perché con Guarnieri e i ragazzi della Groupama si è fatto un ottimo lavoro. Il gruppetto praticamente è partito sulla prima salita, ma ad essere onesti non pensavamo di perdere così tanto tempo sullo Stelvio. E alla fine c’è toccato andar forte sui Laghi di Cancano. Diciamo che un tappone di montagna come questo per noi velocisti è più da mal di testa che da mal di gambe…».

I buoni rapporti portano il buon umore. Una battuta qua e una là ed entriamo nella giornata del gruppetto, nel tappone con 5.700 metri di dislivello che ha premiato Jay Hindley e vestito Kelderman di rosa.

Arnaud Demare, Davide Cimolai, Elia Viviani, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Demare, Cimolai, Viviani, il gruppetto va…
Arnaud Demare, Davide Cimolai, Elia Viviani, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Demare, Cimolai, Viviani, il gruppetto va…
Subito il gruppetto, quindi?

Sulla prima salita verso Campo Carlomagno, è bastato uno sguardo e ci siamo ritrovati. Sempre i soliti, con Viviani, Guarnieri e gli altri. Siamo saliti bene e nella pianura successiva abbiamo raccolto altri venti corridori, perché davanti sono partiti abbastanza forte. Quindi ci siamo gestiti girando e siamo arrivati ai piedi dello Stelvio.

Serve testa per iniziare una gara ah handicap come questa?

Serve testa per gestirsi, tenendosi alla larga dalle nevrosi dei direttori che creano il panico. E poi ci sono i velocisti giovani, quelli che magari esagerano. Ma basta poco, gli si fa arrivare un bel richiamo e si mettono a posto. Alla fine a menare le danze siamo sempre gli stessi

Siete arrivati ai piedi dello Stelvio ed era freddo?

Ma no, alla fine ne avevamo tutti così paura che eravamo davvero coperti bene. E poi in cima ci siamo fermati e ci siamo vestiti per bene.

Si riesce anche a parlare in una salita così lunga?

Abbastanza, ma non crediate che andiamo su chiacchierando come in una passeggiata. Comunque si deve tenere un bel ritmo. E poi siamo velocisti, domani c’è l’ultima volata, quindi qualche considerazione su questo si è fatta.

Dicendo cosa?

Che Vegni ieri si sarebbe lamentato perché non ci sono stati attacchi. Mi rendo conto che potrei sembrare il tipico velocista che si lagna, ma a me alla fine cambia poco. Sarebbero state più spettacolari tappe più brevi e con salite di 8 chilometri da fare due volte, di tappe così lunghe con salite da 20 chilometri. Lo dico da appassionato. Siamo tutti sfiniti e mi rendo conto che l’assenza di attacchi al pubblico magari non piace.

Hai detto che non pensavate di perdere tanto sullo Stelvio…

Esatto, tanto che a un certo punto ai piedi dei Laghi di Cancano è arrivato Guarnieri a dirci di menare perché un po’ rischiavamo. Così abbiamo fatto tre chilometri forte e poi abbiamo potuto mollare ancora. Siamo arrivati a 50’58” con quasi 20 minuti di anticipo sul tempo massimo.

Come avete fatto la discesa dallo Stelvio?

Volando. Come dicevo, ci siamo fermati per vestirci e poi siamo andati a tutta. Vedevo poco fa su Strava e soltanto Masnada ha fatto meglio di me. Devo fargli i complimenti, lui era lì a lavorare per Almeida.

Domani si arriva in volata, avete risparmiato le forze per questo?

Chi è stato furbo lo ha fatto di sicuro. Per questo i giovani che volevano andare troppo forte sono stati messi simpaticamente a posto.

Che volata sarà domani?

Dopo tre tappe di montagna, con la distanza aumentata fino a 260 chilometri perché per il crollo di un ponte si fa un giro più largo e con tutta la giornata sotto la pioggia… sarà una volata al rallentatore.

Hindley è il più forte in salita, Demare in volata. Si parte già battuti?

Non credo. Demare può aver tolto motivazioni a Sagan perché ormai la maglia ciclamino è andata, ma noi non partiremo certo battuti.