Remelli: la General Store si gode il nuovo pupillo

15.04.2025
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Un secondo anno da junior che gli è valso tre vittorie, tra le quali spunta la semitappa del Giro della Lunigiana 2024 con arrivo sul muro di Bolano. Risultati che gli sono valsi anche la convocazione, da parte del cittì Dino Salvoldi, al mondiale di Zurigo vinto poi da Lorenzo Finn. Stiamo parlando di Cristian Remelli, ragazzo veneto al primo anno nella categoria under 23. Un salto fatto insieme al team General Store-Essegibi-Fratelli Curia. Alla prima gara del calendario nazionale, la Coppa San Geo, è arrivato un secondo posto alle spalle del più esperto Matteo Ambrosini.

Cristian Remelli alla prima gara della stagione, la Coppa San Geo, ha colto un buon secondo posto
Cristian Remelli alla prima gara della stagione, la Coppa San Geo, ha colto un buon secondo posto

Sulle orme della sorella

Cristian Remelli non si è fatto mancare nulla in questa prima parte del 2025, nella quale ha trovato l’esordio tra i professionisti alla Coppi e Bartali. Oggi sulle strade del Giro d’Abruzzo arriva la seconda esperienza nel ciclismo che conta. Il veneto classe 2006 ha fatto passi piccoli e decisi, ma negli ultimi sei mesi ha preso lo slancio giusto che lo ha portato a mostrare le sue qualità. 

«La vittoria al Giro della Lunigiana – ci racconta – mi ha dato tanta fiducia nei miei mezzi. Ho capito che posso competere anche a quei livelli. Il mio è un percorso che è iniziato fin da piccolo, dalla categoria giovanissimi. In famiglia non ci sono ciclisti, è stata mia sorella Eleonora la prima a pedalare e io qualche anno dopo l’ho seguita. Non sono mai stato un vincente, penso di aver vinto qualcosa da giovanissimo e basta. Poi la scorsa stagione mi sono sbloccato, ma negli anni precedenti vedevo dei miglioramenti e tuttora li vedo».

Il contatto con la General Store è nato nell’estate del 2024, dopo la prima vittoria tra gli juniores
Il contatto con la General Store è nato nell’estate del 2024, dopo la prima vittoria tra gli juniores
Sbloccato a livello di prestazione o mentalmente?

È sempre stata una crescita andata di pari passo. I piazzamenti sono sempre arrivati, ero lì per giocarmela. Mi mancava quel passo per raggiungere la vittoria che finalmente è giunto. Ho una grande passione per il ciclismo, mi piace vedere tutte le corse quando sono a casa. Questo mi ha aiutato a tenere duro e anche se i risultati stentavano ad arrivare io ero felice perché vedevo dei miglioramenti. Poi da junior, grazie al misuratore di potenza, queste sensazioni sono diventate concrete anche nei numeri

La General Store ti sta già mettendo alla prova con un bel calendario…

Credono molto in me e questo mi dà tanta fiducia. Sto prendendo parte alle gare più importanti e la squadra non mi mette pressioni. Correre con i professionisti aiuta a far crescere il motore, le corse a tappe di questo calibro (il Giro d’Abruzzo iniziato oggi, ndr) sono impegnative ma riuscire a finirle è un buon segnale. 

Che riscontro hai avuto da queste prima gare con i professionisti?

Al Trofeo Laigueglia, dove il livello era davvero altissimo, ho capito che se nei momenti cruciali non corri davanti sei tagliato fuori. Il gruppo non ti aspetta! Alla Settimana Coppi e Bartali è andata meglio, tanto che nella terza tappa sono rimasto nel secondo gruppo. Ora per il Giro d’Abruzzo punto a qualche fuga ma non sarà facile

Remelli, a sinistra, sta correndo il Giro d’Abruzzo. Si tratta della sua seconda corsa a tappe con i pro’
Remelli, a sinistra, sta correndo il Giro d’Abruzzo. Si tratta della sua seconda corsa a tappe con i pro’
Ora sei al Giro d’Abruzzo, corsa che l’anno scorso hai fatto nella categoria juniores, che effetto ti fa?

Vero! Ne parlavo ieri in ammiraglia. E’ passato un anno esatto, il 14 aprile 2024 stavo correndo l’ultima tappa al Giro d’Abruzzo Juniores. Una coincidenza che mi ha fatto un po’ sorridere, ma è così e sono contento. 

Senti che concretamente si sta avvicinando il tuo sogno di diventare professionista?

La strada è ancora lunga e c’è molto da lavorare, quindi bisogna farlo bene sperando di essere fortunati. Sono convinto che se continuerò a lavorare come fatto fino ad adesso ce la farò. 

La crescita del veneto classe 2006 è stata costante, ora si aspetta altri passi in avanti
La crescita del veneto classe 2006 è stata costante, ora si aspetta altri passi in avanti
Hai detto di avere una grande passione per il ciclismo cosa ti piace?

Nel guardarlo direi che sono stregato dai fenomeni che abbiamo il piacere di ammirare oggi. Se penso al mio ciclismo vi rispondo che è bello allenarsi con gli amici e passare il tempo insieme a qualcuno con cui mi trovo bene. Anche fare una lunga salita tranquilli e chiacchierare è piacevole. Ho anche un ristretto gruppo di persone che quando riesce viene a vedermi alle gare. 

Con con la scuola tu stai stai riuscendo un po’ a coordinare il tutto?

Da quest’anno sono entrato nel progetto studente-atleta e quando sono alle gare ho le assenze giustificate. Per il resto basta restare al passo con le verifiche e le interrogazioni. L’anno più impegnativo da questo punto di vista è stato il 2024, quando ero junior. Non avevo le assenze giustificate e quindi non potevo saltare troppe ore di lezione. Il problema è che già in quella categoria si deve viaggiare parecchio e ci si allena ad alti livelli. Ora riesco a coordinare meglio il tutto. 

Ursella: «Alla SC Padovani per ritrovare la gioia di andare in bici»

23.02.2025
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PADENGHE SUL GARDA – Lorenzo Ursella ha occhi grandi e gentili, uno sguardo timido che si contrappone alla mole di muscoli che fanno del friulano un velocista potente. Per il ragazzo della SC Padovani Polo Cherry Bank è iniziato il quarto anno da under 23, ieri alla Coppa San Geo e oggi a Misano. Un anno decisivo per ritornare a guardare alla categoria superiore: quella del professionismo. Da quel gennaio 2022 il tempo è volato, Ursella è stato uno dei primi juniores a fare la valigia per andare all’estero. Per lui si erano aperte le porte del devo team della DSM. Due stagioni nei Paesi Bassi nelle quali le cose sono andate male e per un tratto addirittura peggio. Una frattura alla caviglia in primavera lo aveva fermato creandogli non poche preoccupazioni

Ursella sistema gli ultimi dettagli prima della Coppa San Geo, prima gara in maglia SC Padovani Polo Cherry Bank
Ursella sistema gli ultimi dettagli prima della Coppa San Geo, prima gara in maglia SC Padovani Polo Cherry Bank

Un mix di emozioni

Il quarto anno da under 23 inizia con la rincorsa a cercare quella forza che avevamo ammirato quando era junior e che aveva attirato le attenzioni di tutti. 

«Questo ultimo anno da under 23 – racconta Ursella – parte con molte motivazioni, ma allo stesso tempo con un leggero velo di tristezza. So che è l’ultima chance che ho per dimostrare qualcosa, da un lato questo mi carica ma dall’altro sono consapevole che se non succede quest’anno è davvero finita. Ho tanti pensieri contrastanti».

Il velocista friulano si sistema alla partenza, la stagione 2025 può avere inizio
Il velocista friulano si sistema alla partenza, la stagione 2025 può avere inizio
Lo inizi anche con una nuova squadra.

La SC Padovani ha un bel progetto e ha organizzato tutto perfettamente. Per questo dico che inizio la stagione con la giusta carica. 

Tu sei stato uno dei primi junior ad andare all’estero con due anni al team di sviluppo della DSM…

Al di là del problema fisico in quell’esperienza è mancato un po’ il rapporto tra me e la squadra. La DSM aveva un suo metodo di lavoro, o fai quello oppure niente. Di contro io sono una persona molto distaccata, anche se ho un problema tendo a non dire nulla e affrontarlo da solo. Quando mi sono infortunato non mi sono aperto e ho avuto i miei problemi, anche mentali. Sono un po’ crollato, dall’altra parte sento di non aver ricevuto tutto l’aiuto che mi serviva. 

Ursella ha corso per due anni nel devo team della DSM, un’esperienza che non è andata come previsto (foto DSM)
Ursella ha corso per due anni nel devo team della DSM, un’esperienza che non è andata come previsto (foto DSM)
Cosa ti è mancato?

Fiducia in me stesso e in quello che facevo. Non riuscivo a dire cosa avrei voluto fare o meno. Dopo l’infortunio sono crollato di testa, provavo a rialzarmi e prendevo sempre brutte batoste. Sono entrato in un loop che mi ha bloccato mentalmente. 

Sei tornato a correre in Italia, alla Zalf nel 2023, un modo per ritrovarti?

Sì, un tentativo di riscatto. Infatti l’annata non è andata benissimo perché anche ho avuto sempre un calo psicologico. Però ho trovato una vittoria, qualche piccolo risultato. Non è stata un’annata da incorniciare ma da ricordare. 

Il gradino da fare è mentale, non fisico?

Sì. Fisicamente ho sempre avuto valori buoni, ma senza la convinzione non vai da nessuna parte. Essere arrivato alla SC Padovani è un bene da questo punto di vista, mi seguono e mi supportano. Se ho bisogno di qualcosa sono tutti disponibili e questo è quello di cui sentivo la necessità. 

E’ vero che Petacchi ti ha chiamato per convincerti a fare questo quarto anno?

Un po’ tutti mi hanno dovuto convincere. Petacchi mi è stato molto d’aiuto perché mi ha raccontato tante cose sue personali. I compagni e lo staff mi chiamavano spesso per sapere come stavo. E poi la parte fondamentale è stata ritrovare serenità anche a casa grazie alla mia fidanzata. Anche questa è una parte importante della mia vita. 

Nel 2024 è tornato a correre in Italia con la Zalf, qui al Giro del Veneto dove vinse la quarta tappa (photors.it)
Nel 2024 è tornato a correre in Italia con la Zalf, qui al Giro del Veneto dove vinse la quarta tappa (photors.it)
Cosa ti ricordi di quando eri junior che avevi bisogno di ritrovare?

La felicità di allenarmi e nel far le cose. Non trovare sempre un peso ma fare tutto con gioia. Qui ho iniziato a fare questo cammino, anche con la Zalf un po’ mi era tornata questa sensazione positiva ma quest’anno ho trovato il posto giusto. 

L’anno scorso avevi ritrovato anche la vittoria…

Sì ma non mi sentivo un vincente. Questo mi aveva fatto pensare che non avesse senso continuare. Se nemmeno dopo una vittoria riuscivo a trovare lo stimolo di continuare a fare fatica non aveva senso proseguire. Invece ora è tornata e devo dire grazie al supporto della squadra e dei compagni

Il giorno dopo l’esordio alla San Geo per Ursella è arrivata la vittoria al Gp Misano 100 (photors.it)
Il giorno dopo l’esordio alla San Geo per Ursella è arrivata la vittoria al Gp Misano 100 (photors.it)
A livello atletico che obiettivi avete?

Fino ad adesso abbiamo creato una grande base, con un bel livello aerobico. Da gennaio stiamo cercando di creare tutto il resto se mi serve per essere competitivi in gare come oggi, dove ci sono strappi e salite di tre o quattro chilometri. Ci siamo posti come obiettivo di inizio stagione la Popolarissima, voglio arrivare pronto per vincere. 

Cosa ti manca?

Penso poco, in questi due giorni ho avuto buone sensazioni. Siamo sulla strada giusta.

Olivo si sblocca alla San Geo e Boscolo se lo coccola

24.02.2024
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SAN FELICE DEL BENACO – Per capire quanto Bryan Olivo avesse bisogno di questa vittoria vi basta guardare l’immagine di apertura (immagine photors.it). Stampatevi quell’esultanza in testa e leggete le parole del corridore del CTF cercando di cogliere le sue emozioni. 

La volata ristretta mancava al repertorio di Olivo, che tra i suoi numerosi pregi aggiunge ora anche lo sprint, nel quale anticipa Donati e Bortoluzzi. Dopo la linea del traguardo fatica anche a frenare tanto è il freddo accumulato in queste 4 ore di gara. Sui monti intorno al lago di Garda la neve fa da cornice ad un primavera ancora lontana. Anzi, a complicare l’ultima ora di corsa si alternano pioggia e grandine, per la felicità di corridore e pubblico. 

Cattiveria

Olivo vince di cattiveria, per la gioia e il freddo finisce la sua corsa più di 200 metri dopo il traguardo. Quando lo raggiungiamo sta spiegando ai suoi compagni come ha fatto a vincere e non smette di sorridere. Siamo sicuri che la felicità sia alle stelle, ma anche il freddo non lo aiuta a cambiare espressione e mentre ride batte i denti. 

«Ho vinto di cattiveria – ci dice al parcheggio delle ammiraglie – anche perché il successo mi mancava da quando ero allievo secondo anno. I due anni da junior e le ultime due stagioni da under 23 sono state complicate. Come ho già detto voglio che il 2024 sia il mio anno e ho trovato il modo giusto di cominciare la stagione. E’ stato il miglior primo passo che potessi fare e ora devo continuare così.

«Mi ero staccato sullo strappo finale – continua a raccontare Olivo con gli occhi scavati dalla fatica – non ne avevo più, ma sono rientrato. Nell’ultimo giro avevano attaccato in tre ma non sono andati via, probabilmente anche loro erano al limite. Una volta capito che saremmo arrivati in volata mi sono posizionato per farla nel migliore dei modi. E’ andata bene, anche se non sono un velocista (dice ridendo, ndr). Mi sono trovato in un gruppetto dove tutte le gambe erano stanche, comprese le mie e sono riuscito a farmi valere». 

Gara al rallentatore

La centesima edizione della Coppa San Geo è stata caratterizzata, nelle sue prime tre ore, dalla fuga solitaria di Albert Walker della Rime Drali. Quasi tutta la gara fuori, con tanto coraggio e voglia di mettersi in mostra. Ma, quando un corridore solo rimane allo scoperto per così tanto vuol dire che dietro il gruppo ha deciso di lasciar fare.

«E’ stata una gara strana – conferma Olivo – con una fuga di quattro, diventata poi di un solo corridore, gli abbiamo lasciato tanto vantaggio, quasi sette minuti. Le prime tre ore siamo andati davvero piano, poi il gruppo ha accelerato sulla salita delle Zette, quella più lunga. Ci siamo spezzati e si è formato il drappello dei 10 che è arrivato praticamente fino alla fine. La pioggia e il freddo hanno inciso su un percorso molto tecnico. Noi del CTF avremmo dovuto controllare bene la corsa e aspettare evoluzioni. Io avevo il compito di buttarmi nelle fughe, ho trovato quella giusta ed è andata nel migliore dei modi».

Boscolo sorride

Il più felice di tutti, però, sembra Renzo Boscolo, che si coccola Olivo e il suo talento, sul quale ha investito e creduto. Non ha mai perso la fiducia verso questo ragazzo e oggi i suoi sforzi sono stati ampiamente ripagati. 

«E’ tornato il Bryan che ci aspettavamo – dice sotto al podio – non ha gestito bene il finale, ma ha vinto comunque, quindi stava davvero bene. Per Olivo il 2023 è stato un anno davvero difficile, ha saltato gli ultimi quattro mesi a causa di un problema fisico. Questa stagione può essere la sua, quella giusta. Il nostro progetto su di lui matura e può giungere al termine, regalandoci tante soddisfazioni. Non dimentichiamo che Bryan è un profilo interessante, oltre per strada e cronometro, anche per la pista. E’ un ragazzo che potrebbe interessare anche Villa. Ha il futuro davanti, vedremo di dargli le giuste opportunità e sono sicuro saprà coglierle.

«Poi va detto che Olivo è un ragazzo d’oro – conclude – si dà sempre da fare per la squadra, questo quando sali al piano superiore lo notano. Il suo anno parte oggi e deve continuare in questo modo. Ha vinto la prima, in maniera combattiva, è un bene per lui ma il percorso non è finito».

Skerl è ambizioso: «Voglio conquistare un contratto da pro’»

22.02.2024
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Nella stagione Under 23 che parte proprio in questo fine settimana molti sono i prospetti italiani tenuti sotto osservazione e uno di questi è certamente Daniel Skerl. Il ventenne friulano è considerato uno degli elementi maggiormente in ascesa, tanto che non sarebbe una sorpresa vederlo a fine stagione approdare nel ciclismo che conta anche perché, militando nel Cycling Team Friuli devo team della Bahrain Victorious, ha già una strada privilegiata a sua disposizione.

Il friulano è nel taccuino di più squadre pro’, non solo della Bahrain
Il friulano è nel taccuino di più squadre pro’, non solo della Bahrain

I contratti però arrivano solo per chi se li merita a suon di risultati e questo Skerl lo sa bene. Ha lavorato duro durante tutto l’inverno e non vede l’ora d’iniziare, proprio da quella San Geo dove lo scorso anno una caduta sembrava aver gettato una fosca nube su tutta la sua stagione.

«Poi per fortuna non fu nulla di grave, anzi subito dopo infilai una serie di tre vittorie consecutive in 7 giorni. Nel complesso la stagione è stata positiva, sono arrivate anche due vittorie in Francia e Romania, oltre a tanti piazzamenti. Ho avuto un livello alto per tutta la stagione. Sicuramente militare in un team di prestigio come il CTF aiuta, è come stare in una piccola squadra WT, gli input per far bene ci sono tutti, ma poi la risposta è sempre affidata alle gambe…».

Skerl, con la maglia della nuova stagione, punta a una primavera ricca con i fuochi d’artificio (foto Nicola Blasi)
Skerl, con la maglia della nuova stagione, punta a una primavera ricca con i fuochi d’artificio (foto Nicola Blasi)
Sai bene che questa stagione sarà molto importante, quindi al di là delle prove di categoria saranno fondamentali anche i confronti con i pro’. Ne hai in programma?

Penso proprio di sì, d’altronde ho già avuto modo di confrontarmi con corridori molto più maturi negli anni scorsi all’Adriatica Jonica Race o in Slovacchia, ottenendo anche qualche risultato importante. Quando gareggi in quelle prove ti accorgi di come le cose cambiano, di quanto ottenere un risultato in quel contesto vale più di una vittoria nella tua categoria. Nel 2023 ho centrato un paio di Top 5, spero quest’anno di fare ancora meglio, vorrei alzare l’asticella.

Guardandoti, quali sono i tuoi punti forti e dove invece devi migliorare?

Sicuramente la volata è il mio marchio di fabbrica, posso ormai definirmi un velocista puro. Ma questo non basta, perché si vede ben come nel ciclismo attuale per emergere bisogna anche saper tenere in salita: tutti i migliori velocisti riescono a tenere il passo sugli strappi, corse perfettamente pianeggianti non ne esistono quasi più. Devo migliorare la mia resistenza in salita se voglio competere a livelli più alti e allargare il range delle corse a me adatte.

Lo scorso anno il friulano è emerso in volata anche al Tour de l’Alsace (foto organizzatori)
Lo scorso anno il friulano è emerso in volata anche al Tour de l’Alsace (foto organizzatori)
Quando si parla di velocisti, si parla anche di treni per la volata. Voi al CTF come siete messi?

Dipende molto dal tipo di corsa. In una prova a tappe si gareggia in pochi e se hai qualcuno che bada alla classifica (come a noi capita quasi sempre) è difficile sacrificare la squadra per la volata. Devo dire però che con i compagni si lavora bene e spesso comunque uno o due compagni mi aiutano nel trovare la posizione. E’ importante il feeling che si crea nel team, tanto è vero che in ritiro abbiamo anche provato in alcune occasioni il lavoro per gli sprint, per impostare il treno soprattutto nel periodo di preparazione in Spagna.

Ma quando il treno a disposizione non c’è, riesci a cavartela, a gestirti in una volata?

Nel ciclismo attuale è difficile emergere se non hai compagni che ti pilotano, ma il discorso è corretto, è importante anche sapersela cavare da soli. In questo mi aiuta molto il mio passato nella mountain bike. Bisogna saper leggere bene quel che succede in pochissimi attimi, avere la freddezza di fare le scelte giuste pur avendo l’adrenalina a mille. Quando è capitato me la sono sempre cavata bene portando comunque a casa risultati importanti.

Inizio marzo 2023: tre vittorie in una settimana. Qui a San Pietro in Gu (Photors)
Inizio marzo 2023: tre vittorie in una settimana. Qui a San Pietro in Gu (Photors)
Il fatto che molti pronosticano un tuo prossimo approdo fra i professionisti ti mette pressione?

Non particolarmente, so che sta a me, alla mia capacità di portare risultati. Io non posso far altro che cercare di dare il massimo in qualsiasi occasione e come dice sempre mia madre “se son rose, fioriranno”. Sono altri quelli che devono decidere per me, io posso solo dare loro materiale per farlo.

Ma sai che è una stagione fondamentale…

Sì, è una sorta di spartiacque per capire quale potrà essere il mio futuro, dovrò dare più del 100 per cento. A me comunque non pesa, anzi mi fa essere ancora più determinato. Se sarò abbastanza bravo spero di guadagnarmi anche qualche chance per correre con la squadra maggiore nella seconda parte di stagione, sarebbe già quello un bel segnale, un bel passo avanti.

Importante per la sua crescita saranno i confronti con team professionistici, previsti in Belgio e Croazia
Importante per la sua crescita saranno i confronti con team professionistici, previsti in Belgio e Croazia
Farai anche gare all’estero?

Penso proprio di sì, dal programma che ci hanno dato andremo a correre anche in Belgio e per me questa sarà una prima assoluta. Sono quelle gare che guardavo sempre in televisione iniziando a sognare, sono molto curioso di vedere come mi troverò in quella che reputo l’università del ciclismo.

Cento edizioni della Coppa San Geo. Tre storie indelebili

13.02.2024
6 min
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La Coppa San Geo compie 100 edizioni. Il prossimo 24 febbraio la corsa lombarda sarà ancora una volta l’apertura del ciclismo dilettantistico italiano, primato che condivide ormai da decine di anni con la Firenze-Empoli. Ma certo quest’anno l’atmosfera è ben diversa. Quante corse tra i dilettanti, specialmente, vantano 100 anni? Pochissime.

Il primo squillo fu nel 1925 (in apertura una foto di quella edizione) e vinse Pietro Cevini. Fu Geo Davidson, pioniere e presidente dell’allora UVI (Unione Velocipedistica Italiana) a volere questa corsa. Sotto il suo striscione d’arrivo sono passati centinaia, ma forse migliaia, di ragazzi. Alcuni sono diventati campioni, altri hanno trovato spazio nella vita “normale”, ma a tutti loro la San Geo ha lasciato qualcosa. E per qualcosa non intendiamo solo la fatica, ma un’esperienza. Un insegnamento. Un ricordo.

E proprio di ricordi vogliamo parlare con tre protagonisti, più o meno recenti della San Geo.

Dalla Coppa San Geo 1991 al mondiale di Oslo 1993 nella 100KM. Magari senza quella forzatura al blocco siciliano di due anni prima, non ci sarebbe un seguito così
Dalla Coppa San Geo 1991 al mondiale di Oslo 1993 nella 100KM. Magari senza quella forzatura al blocco siciliano, non ci sarebbe un seguito così

Finalmente Fina…

Fina… lmente! No, non è un errore questo titolo, ma è lo stesso che nel 1991 utilizzò la Gazzetta dello Sport per raccontare la vittoria di Rosario Fina, da Serradifalco, Sicilia. Teatro della scena, la Coppa San Geo.

All’epoca c’era stato il famoso “blocco” degli atleti siciliani e Fina non poteva andare a correre per un team di altre regioni. Era già stato campione mondiale juniores nella cronosquadre e certo le offerte non gli mancavano. Tra queste quella di Locatelli.

«Che storia la mia San Geo – sospira Fina – il tesserino, materialmente, arrivò il pomeriggio prima della corsa. Io fino a quel momento mi allenavo, senza sapere se avrei potuto correre o meno. Per evitare quel blocco trovai una residenza e un lavoro fittizio nel bergamasco. Fortunatamente in Federazione, specie il Comitato Lombardo, c’era chi perorava la mia causa. Mentre Ingrillì, del Comitato della Sicilia, voleva trattenermi.

«In quei tempi si iniziava a parlare di Europa, di eliminare i confini (il Muro di Berlino era caduto da poco più di un anno, ndr) e feci delle minacce legali alla Fci».

La tessera alla fine arrivò. Ci furono interventi anche da parte di pezzi grossi del ciclismo lombardo e Rosario il giorno dopo potè partire. Fu già quella una vittoria.

«Se negli anni a venire i Tiralongo, i Nibali, i Visconti… sono potuti venire via e hanno potuto trovare gloria – sorride – è anche per merito di quella mia “rivolta”. E ce ne sono stati tanti di momenti così nella mia carriera. Il giorno dopo ci fu una corsa mitica. Media altissima. Partimmo in 180. Centottanta ragazzi gasati dalla prima gara dell’anno. In corsa subentrò tutta l’adrenalina accumulata, feci l’ultimo e giro e mezzo da solo e vinsi. Il giorno dopo la Gazzetta mi dedicò quattro colonne con quel titolo: Fina…lmente».

E da lì Fina ebbe il via per la sua carriera e tante altre vittorie. Dal Valli Aretine di qualche mese dopo, al successo iridato nella 100KM a Oslo 1993.

Alberto Destro vince la sua prima Coppa San Geo. E’ il 1985, si arrivava a Salò e guardate che cornice di gente
Alberto Destro vince la sua prima Coppa San Geo. E’ il 1985, si arrivava a Salò e guardate che cornice di gente

I due colpi di Destro

Alberto Destro fu un corridore degli anni ’80 e ’90. All’epoca il dilettantismo era diverso. C’erano la prima e la seconda serie e di fatto non c’erano limiti di età. Dopo gli juniores, si diventava dilettanti. E Destro è tra coloro che di Coppa San Geo ne hanno disputate di più. La vinse nel 1989 e ben sei anni dopo nel 1995, salendo sul podio nel 1987, 1992 e 1993. 

«Era la prima corsa dell’anno – racconta Destro – c’erano tutti i più forti e anche parecchie incognite. Infatti non sapevi mai come sarebbe potuta andare. Avevi i dubbi: “Mi sarò allenato abbastanza? E gli altri come staranno?”. Poi non c’erano gli strumenti di oggi che misurano i watt e tanti altri valori.

«Se chiudo gli occhi il ricordo che ho è quello della prima vittoria. Si arrivava a Salò, pioveva, faceva freddo, le gambe erano dure. Nel finale, ai 200 metri mi vidi sfumare la vittoria. Chi doveva tirare la volata a Galli, il mio avversario, si spostò e involontariamente mi chiuse tra lui e il marciapiede. Dovetti ripartire. E sul colpo di reni ebbi la meglio».

Erano tempi mitici per i dilettanti. Certe corse erano delle sfide, delle lotte quasi di principio. C’era gente, come ricorda Destro stesso, che tornava a correre dopo essere stata professionista. 

«E all’inizio – ricorda – per i ragazzi più giovani era una vera sfida confrontarsi con loro. Almeno per me era così. Dopo gli juniores passavi ed eri dilettante di seconda fascia. Se facevi un tot di punti, 21 mi sembra, passavi in prima. Alla fine era un modo per farsi le ossa e farsi trovare più pronti quando magari passavi pro’. In alcuni parti d’Europa so che ancora funziona così. Un metodo formativo, con meno “coccole” rispetto a quello che c’è ora. C’era gente di anche più di 30 anni. Ricordo Ettore Manenti per me era un punto di arrivo. Era la mia sfida batterlo».

Febbraio 2023, Davide Persico mette a segno il bis
Febbraio 2023, Davide Persico mette a segno il bis

Doppietta Persico

Infine, chiudiamo col più recente, Davide Persico, oggi in forza al team Bingoal-WB. Persico firmò la doppietta 2021-2022 con la maglia della Colpack-Ballan. E da quelle parti a questa corsa ci tengono come quasi fosse un mondiale. 

«Per me – racconta Persico – la Coppa San Geo rappresenta uno dei migliori ricordi che mi porto dietro dai dilettanti. Da quando l’ho vinta un po’ inaspettatamente, ero al secondo anno under 23, è sempre stata il mio primo obiettivo, anche per le stagioni successive. Lavoravo d’inverno con il pallino di vincere la San Geo. E riuscirci poi ripagava i sacrifici fatti e soprattutto mi dava fiducia per il proseguo della stagione».

I corridori le corse se le ricordano. Se Fina e Destro hanno raccontato dettagli di oltre 30 anni, figuriamoci Persico.

«Il mio aneddoto della San Geo riguarda un problema meccanico che ho avuto nel 2023. A pochi chilometri dall’arrivo, prima della fase decisiva, ho avuto un problema alla sella a causa di una buca. Non c’era il tempo per cambiare la bici quindi ho dovuto fare l’ultimo strappo, dove poi è esplosa e si è decisa la corsa, in una condizione non facile. Pensavo di aver buttato tutto all’aria, ma poi sono riuscito comunque a fare un ottimo sprint e a vincere».

Persico spiega che queste due vittorie sono state importanti anche per il resto della carriera  e non solo di quelle stagioni.

«Erano comunque vittorie di prestigio – conclude Davide – la squadra puntava a far bene in questa gara. Io sapevo che in pochi erano riusciti a fare il bis (solo lui, Destro e Conte, atleta degli anni ’50, ndr) ed era uno stimolo in più. Per poco non l’ho vinta per 3 anni di fila, nel 2022 infatti ho fatto terzo per una manciata di metri».

Bruttomesso, partenza a razzo pensando alla Bahrain

09.03.2023
5 min
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Una vittoria e 3 secondi posti in 4 gare. Sarebbe stato difficile anche solo pensare un miglior inizio di stagione per Alberto Bruttomesso, al suo secondo anno fra gli under 23. Il suo primo e ultimo nel Ctf, avendo già in tasca il contratto con la “squadra madre”, ossia la Bahrain Victorious. Una partenza bruciante, anche se forse quel secondo posto alla San Geo, la classica di apertura, poteva aver lasciato un po’ d’amaro in bocca, secondo quella vecchia regola che nel ciclismo non c’è podio che tenga, conta solo chi vince.

Dopo il poker di gare, Bruttomesso è “tornato in cantiere” a preparare i prossimi appuntamenti, ma intanto riguarda indietro a quanto ha fatto, al suo inizio bruciante: «Non mi sarei davvero aspettato una partenza così fulminante. Sono davvero contento, è frutto di un inverno passato bene, senza intoppi, pensando solo alla preparazione e passato per il ritiro in Spagna insieme ai ragazzi della squadra maggiore, un’esperienza illuminante. Ma credo che dietro questo inizio ci sia anche un’altra ragione più profonda».

Foto di rito in Spagna, nel ritiro congiunto della Bahrain Victorious con il Ctf, suo team Devo (foto instagram)
Foto di rito in Spagna, nel ritiro congiunto della Bahrain Victorious con il Ctf, suo team Devo (foto instagram)
Quale?

La mia preparazione è un po’ cambiata, quest’inverno ho potuto fare più ore in bici e più lavori specifici avendo più tempo a disposizione. Lo scorso anno c’era ancora la scuola e quindi avevo meno ore a disposizione, uscivo il pomeriggio finché non faceva buio. Ora posso pensare solo alla mia attività sportiva e la differenza si vede.

La scuola ti impegnava molto anche mentalmente?

Sì, era pesante soprattutto dovendo preparare l’esame di maturità e questo si rifletteva un po’ su tutta l’attività ciclistica, anche se non posso certo lamentarmi di quel che ho ottenuto nel 2022. L’esame però è andato bene, ho avuto anche un voto alto e non era assolutamente facile. Ora sicuramente posso affrontare tutto con più concentrazione e tranquillità.

Mattiussi (a sinistra) ha cambiato la preparazione di Bruttomesso, con più ore di lavori specifici
Mattiussi (a sinistra) ha cambiato la preparazione di Bruttomesso, con più ore di lavori specifici
Chi è il tuo preparatore?

Alessio Mattiussi, che proprio sapendo che avevo più tempo e testa, ha costruito per me una tabella ad hoc che seguo fedelmente e che mi sta facendo crescere.

Tu hai già in tasca il contratto con la Bahrain per il 2024. Il team principale si sta già interessando a quel che fai, ti sta seguendo nella tua crescita?

Sicuramente, intanto con 5 ragazzi del team abbiamo fatto quel ritiro prestagionale in Spagna che è stato molto importante per impostare la stagione e capire dove posso arrivare. Fusaz da quest’anno lavora sia con noi del CTF che con loro, so che il contatto è continuo e questo è importante perché ci fa già sentire della famiglia.

Questo in qualche modo influisce sulle tue prestazioni, ti senti osservato?

Non direi che cambi le cose. Io quando metto il numero di gara voglio sempre dare il 110 per cento. Di certo è uno stimolo in più, ma non sento particolare pressione, quando corro penso solo a fare il meglio per vincere, diciamo che mi scatta l’adrenalina e vado…

Una vittoria e tre piazze d’onore, si sarebbe portati a pensare che siano state prove molto simili fra loro e che questo abbia favorito la tua costanza ad alti livelli. E’ così?

No, erano prove piuttosto diverse. Iniziamo dalla San Geo, la conoscete tutti, gara con 2.000 metri di dislivello e un finale selettivo, se non vai davvero forte non emergi. Ho cercato lì di fare gara dura e più del risultato, mi ha fatto piacere scollinare davanti, eravamo in tre. Alla fine la volata è stata di una ventina di atleti. Il giorno dopo a Misano (immagine di apertura, photors.it) si gareggiava in circuito, poteva essere un percorso più semplice ma il tempo terribile ha reso la gara molto dura e lì è arrivata la vittoria.

Nel secondo weekend?

A Polese la prima parte era piatta ma poi c’erano tre salite e tutti si sono messi a spingere per eliminare gli uomini più veloci, anche lì alla fine ce la siamo giocata in non più di 25. Domenica invece era un percorso più corto e si è andati sparati, media finale di 47 chilometri orari. Io comunque ho dimostrato di esserci sempre. Ora concordato con il team c’è qualche giorno di sosta, poi inizieranno le trasferte all’estero, già dal 17 con due prove in linea prima del grande appuntamento della Gand-Wevelgem.

Bruttomesso punta ora alle prove estere, in attesa di una chiamata in nazionale (foto instagram)
Bruttomesso punta ora alle prove estere, in attesa di una chiamata in nazionale (foto instagram)
Come ti trovi nel team?

Molto bene, con i dirigenti ci sentiamo quotidianamente per parlare degli allenamenti ma anche per stringere i rapporti umani che sono fondamentali. Quando sono arrivato, conoscevo già qualche ragazzo, ma ora siamo davvero un gruppo unito di amici, ho con tutti un buon rapporto e questo si vede anche in corsa, realizzare le strategie previste è molto facile così.

Dopo una partenza così, le tue aspettative sono cambiate?

Diciamo che non guardo tanto alle gare e ai risultati, proprio in previsione di quel che sarà dal prossimo anno. Voglio migliorare come corridore, soprattutto in salita ma senza perdere il mio spunto veloce. Per questo la mia prestazione alla San Geo mi ha rincuorato, la strada è quella giusta. Prima reggevo poco il fuorigiri, ora tengo molto di più. Il prossimo anno salgo nel ciclismo che conta e voglio farmi trovare preparato da ogni punto di vista.

Zurlo ci crede: «Nel 2023 mi giocherò il tutto per tutto»

03.03.2023
4 min
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Matteo Zurlo, a pochi minuti dalla partenza della Coppa San Geo, si aggira tra i pullman con la sicurezza di uno che questo ambiente lo conosce bene. Si ferma a salutare tutti: ex compagni, sponsor venuti a godersi la prima corsa dell’anno e diesse. Lo sguardo è sicuro, il casco sulla testa e gli occhiali calati sul viso, come se non volesse farsi guardare attraverso. 

Nel 2023 Zurlo è passato dalla Zalf alla UC Trevigiani, un cambio di squadra sì, ma non è quello che si aspettava lui che sognava, ed ancora sogna, il professionismo. 

Zurlo alla partenza della Coppa San Geo, la sua prima gara di stagione (foto Sonia Castelli)
Zurlo alla partenza della Coppa San Geo, la sua prima gara di stagione (foto Sonia Castelli)

Nuovi stimoli

A pochi metri dal pullman della sua squadra c’è una piccola attività, ci spostiamo vicino alla vetrata e l’intervista inizia. 

«Sto bene dai – ci dice – tutto a posto. Iniziamo con la Coppa San Geo, prima gara della stagione, si iniziano a scoprire un po’ le carte e vediamo chi ne ha. Il cambio di team è dovuto a diversi motivi: il primo è perché la mia ex squadra (la Zalf, ndr) non teneva più tanti corridori elite. In più sentivo il bisogno di cambiare aria e di trovare nuovi stimoli, fino ad adesso li sto avendo. Con l’inizio delle gare spero di continuare con queste sensazioni che devo proprio ammettere, sono positive».

Il veneto si ferma a parlare con tutti, il suo nome è uno di quelli più importanti in gruppo
Il veneto si ferma a parlare con tutti, il suo nome è uno di quelli più importanti in gruppo

Il salto mancato

In sottofondo lo speaker chiama a rapporto le ultime squadre per la presentazione e le foto di rito. Zurlo continua a parlare, il suo palmares parla chiaro, i risultati sono arrivati: Giro del Veneto nel 2021 più dei bei piazzamenti al Giro del Friuli tra 2021 e 2022 e tanti altri. Tuttavia la chiamata dal mondo dei grandi non è arrivata. 

«In questi ultimi anni – dice con voce convinta – ho fatto molti risultati, anche nelle gare con i professionisti sono andato spesso in fuga e mi sono fatto vedere. Non sono mancate nemmeno le vittorie a dire il vero. D’altro canto ho avuto anche tanta sfortuna in queste ultime stagioni, ho combattuto con problemi al cuore, all’inizio del 2022 ho rotto due vertebre e lo scafoide. Posso dire che avrei gradito un po’ di fortuna in più, questo sicuramente, il mio però in questi anni l’ho sempre dato. Spero in questa stagione di poter cogliere l’obiettivo del professionismo, che sarebbe anche ora, dai. Ho gareggiato poco con loro, sicuramente vanno forte, però correndoci un po’ di più insieme ti adegui ed alzi il livello. Bisogna provarlo per capirlo».

Zurlo, a destra, insieme a Baseggio, i due sono tra i corridori più esperti della UC Trevigiani (foto Sonia Castelli)
Zurlo, a destra, insieme a Baseggio, i due sono tra i corridori più esperti della UC Trevigiani (foto Sonia Castelli)

Inverno senza freni

Il 2023, però, è partito bene, senza intoppi fisici e dalla San Geo in poi Zurlo ha già messo nelle gambe altri giorni di corsa. 

«Non posso lamentarmi – ammette – è filato tutto liscio e non ho mai avuto intoppi. Si comincia nel migliore dei modi, siamo belli motivati e vedremo gara per gara. Avere un anno in più in questa categoria dà un po’ di sicurezza. Ma bisogna guardare anche l’altra faccia della medaglia, ovvero che si è un po’ in là con l’età per i professionisti. Poi la speranza è l’ultima a morire, ci si prova ancora per quest’anno e speriamo di dimostrare quel che valgo. Ci sono degli esempi positivi, alla fine Lucca, che è del ‘97 (ha un anno in più di Zurlo, ndr) è passato alla Green Project quest’anno. Sono sicuro che anche lui fosse un pochino rassegnato, ma insistere gli ha dato ragione e speriamo che anche la mia tenacia venga ripagata».

L’esperienza di Zurlo è stata fondamentale per la vittoria di D’Aniello al Gran Premio La Torre (foto UC Trevigiani)
L’esperienza di Zurlo è stata fondamentale per la vittoria di D’Aniello al Gran Premio La Torre (foto UC Trevigiani)

La voce esperta

Zurlo ha quell’esperienza che serve, l’audacia di chi conosce la categoria e sa come affrontarla. Il veneto può essere un punto di riferimento della UC Trevigiani.

«Sicuramente qualche consiglio – afferma – potrò darlo ai miei compagni. Che sia in gara o in allenamento, è una cosa in più pure per loro avere dei compagni che hanno qualche anno alle spalle. Siamo in tre: Rocchetta, che correva con me alla Zalf, Baseggio ed io».

L’esperienza di Zurlo la si è subito vista anche in corsa alla San Geo, sempre al coperto, nella pancia del gruppo e pronto a mettersi davanti nei momenti giusti. Anche al Gran Premio La Torre, chiuso in quinta posizione, ha giocato un ruolo chiave nella vittoria del suo compagno Immanuel D’Aniello.

Persico regola Bruttomesso: la San Geo è sua

25.02.2023
4 min
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L’urlo per celebrare la vittoria della Coppa San Geo di Davide Persico viene portato via dal forte vento che ha contraddistinto tutta la giornata. Il bergamasco ha regolato il gruppo in una volata ristretta sul traguardo di San Felice del Benaco, paese che si affaccia sulla sponda bresciana del lago di Garda (in apertura foto Rodella). Il velocista della Colpack Ballan è stato di parola, ci aveva detto, pochi giorni fa, di volersi prendere la squadra sulle spalle, e così è stato.

A completare il podio, insieme a Persico e Bruttomesso c’è D’Amato della Biesse Carrera (foto Rodella)
A completare il podio, insieme a Persico e Bruttomesso c’è D’Amato della Biesse Carrera (foto Rodella)

Buona la prima

Scherzando diciamo a Persico che la nostra intervista a casa Santini gli ha portato fortuna e lui sorride. Il Team Colpack-Ballan oggi ha preso le redini della corsa fin dai primi chilometri, a testimonianza che l’obiettivo era chiaro: vincere. 

«E’ stata una gara un po’ nervosa – dice Persico – essendo la prima, tutti avevano qualche dubbio sulla condizione e puntavano a stare davanti, per non trovarsi a rincorrere. Noi abbiamo cercato di restare sempre nelle prime posizioni, ma la corsa è stata sempre incerta. I due circuiti finali erano veloci, ma con due strappi importanti che man mano hanno sgretolato il gruppo. Negli ultimi tre giri c’era davanti un mio compagno (Romele, ndr), aveva anche lui possibilità di fare risultato.

«Io stavo bene, mi sono messo sulla ruota degli altri ed ho aspettato paziente il momento giusto. Devo ringraziare i miei compagni, soprattutto Romele che, dopo essere stato in fuga, mi ha dato una mano a prendere una migliore posizione per la volata. Ci tenevo a partire bene, è una gara speciale per me, l’ho vinta due anni fa e nel 2022 sono arrivato terzo».

Ecco Bruttomesso

Alle spalle di Persico, con una volata di rimonta, si è piazzato Bruttomesso, alla sua prima corsa con il CTF. Sul palco qualcuno gli dice che è un secondo posto d’oro. Lui sorride, ma lo sguardo trasmette poca convinzione nelle parole ascoltate.

«Sono contento del risultato – dice – mi sentivo bene e le sensazioni erano ottime, anche in corsa mi sentivo veramente bene. Sullo strappo finale sono andati via inizialmente in due, successivamente siamo scollinati in tre. Ma in men che non si dica, ad un chilometro dalla fine ci hanno ripreso a causa della poca collaborazione tra di noi. Mi sono comunque lanciato nella volata perché stavo bene, un po’ di rammarico c’è, non posso nasconderlo.

«Il cambio di squadra – riprende dopo l’interruzione per le interviste in diretta – l’ho sentito. Complice anche il fatto che non ho più la scuola a cui pensare. Mi sono allenato bene durante l’inverno, con tante ore sulla bici. Ho modificato un po’ la preparazione lavorando un po’ anche in palestra, la differenza si sente».

Esperienze comuni per crescere

La cosa che accomuna Persico e Bruttomesso è la voglia di emergere, che passa anche per le corse all’estero. Il CTF porta i propri ragazzi oltre confine già da qualche stagione, soprattutto verso Est. Da quest’anno l’obiettivo è puntare al Nord, per trovare una nuova scuola dalla quale imparare. Ce lo hanno confermato anche in mattinata, prima della partenza, i diesse. I ragazzi fremono per queste nuove opportunità e non vedono l’ora di partire. 

Per la Colpack, invece, la novità è più fresca, lo avevamo raccontato quest’inverno quando i calendari erano da definire: «Anche con la squadra – conferma Persico – ci siamo dati l’obiettivo di essere più competitivi in ambito internazionale. Andremo a fare qualche gara in Belgio e in Croazia il prossimo mese, dove cercheremo di fare del nostro meglio e di crescere. Si è visto negli ultimi anni come il velocista deve tenere anche sugli strappi, il percorso della San Geo ne è la prova.

«Mi sono allenato tanto per diventare un corridore sempre più e anche lui (dice indicando Bruttomesso, ndr) si vede che è più preparato. Siamo due velocisti importanti per il movimento giovanile italiano e sfidarsi così a viso aperto non può che alzare il livello di entrambi. Di sicuro ci rivedremo anche al Giro d’Italia Under 23 e saranno altre belle volate».

Persico si prende la Colpack sulle spalle per spiccare il volo

25.02.2023
4 min
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Con le tre vittorie 2022 ormai in bacheca, fra poche ore a Moniga del Garda (il via alle 12,30), Davide Persico darà i primi colpi di pedale di stagione alla Coppa San Geo, con cui aprirà il quarto anno fra gli under 23. Non cambia nulla oppure cambia tutto. Nonostante sia nato nel 2001 e abbia più vita davanti che alle spalle, il senso di dover dimostrare qualcosa ti si attacca addosso ogni giorno di più. Te lo dicono tutti e alla fine ci credi, in questo ciclismo che cambia pelle e brucia tutto come paglia.

Lo scorso anno qualche offerta è arrivata, ma se vuoi farne un lavoro serio, bisogna che siano serie anche le proposte. E così Davide (con il Team Colpack-Ballan al suo fianco) ha scelto di puntare su se stesso, provando a salire il gradino giusto.

La Milano-Busseto è stata la prima vittoria 2022 di Persico, ottimamente lanciato da Gomez (photors.it)
La Milano-Busseto è stata la prima vittoria 2022 di Persico, ottimamente lanciato da Gomez (photors.it)
Partiamo dalla stagione scorsa, che cosa ti sei portato via?

Pensavo di fare un po’ meglio perché ero partito bene. Poi però non ho fatto il Giro d’Italia che mi aspettavo. Nella prima tappa non sono riuscito a ottenere il risultato che speravo e da quel momento ho preso un periodo di pausa, da cui sono uscito in condizione per il finale di stagione. Nella seconda parte stavo bene, sono migliorato tanto anche in salita e diciamo che mi è servito per iniziare bene la preparazione ed essere ottimista per quest’anno.

Sei riuscito a fare un buon inverno?

Abbiamo fatto un bel ritiro in Spagna in cui sono stato sempre bene, quindi spero di partire a un buon livello come ho sempre fatto negli altri anni. E poi di continuare questo cammino per riuscire a passare professionista.

Hai capito che tipo di corridore puoi diventare?

Non sono uno scalatore, però nei percorsi un po’ mossi posso comunque difendermi bene e poi in volata sono molto veloce. Quindi se riesco a tenere sui percorsi duri e ad arrivare in 30-40, posso dire davvero la mia.

La squadra ha rifinito la preparazione a Calpe. Persico è il primo all’interno (foto Team Colpack-Ballan)
La squadra ha rifinito la preparazione a Calpe. Persico è il primo all’interno (foto Team Colpack-Ballan)
Hai parlato della prima tappa del Giro, sei arrivato 12° con il tuo compagno Gidas Umbri che ha fatto meglio di te.

Sì, esatto. Un po’ anche la squadra, perché eravamo in pochi, eravamo solo cinque e gli altri erano tutti scalatori. Non avevo nessuno che potesse darmi una mano. Poi c’era parecchia confusione, tutti volevano fare lo sprint perché c’era in palio la maglia rosa. Quindi non è stata la giornata che speravo. Venivo da un bel ritiro a Livigno in cui stavo bene. Un sesto posto coi prof alla Adriatica Ionica Race, in cui avevo dimostrato di avere una bella gamba anche in volata e… Niente, da lì poi ho staccato un po’ per riprendere bene nel finale di stagione. Però sì, diciamo che il Giro è stato il punto negativo.

Hai qualche obiettivo in particolare?

E’ ancora fresca la novità che il Giro U23 viene organizzato da RCS, quindi devo far bene lì e poi qualche gara internazionale in Belgio e con la nazionale.

Con tua sorella Silvia c’è un po’ di competizione in casa oppure ognuno fa la sua strada?

Allora, un po’ di competizione magari c’è, però è giusto. E’ uno stimolo in più che ho in famiglia e diciamo che mi aiuta anche a migliorarmi.

Si comincia dalla San Geo e poi?

San Geo, poi in teoria corro a Misano. Marzo è abbastanza pieno. Ho un po’ di gare in Croazia con la squadra e poi due gare in Belgio: la Gand-Wevelgem e la Younger Coast Challenge. 

Ti senti un po’ sulle spalle il peso di essere il più rappresentativo della squadra?

Sì, un po’ sì. Sono al quarto anno, sembrava ieri che ero al primo. Sono passate veloci queste tre stagioni. Un po’ mi sento il peso addosso della squadra, però è anche giusto. Una responsabilità in più ci può stare.