Un altro Zurlo sulla scena: Giro del Veneto nel sacco

04.07.2021
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Si è concluso ieri il Giro del Veneto U23 ed è stato Matteo Zurlo ad aggiudicarsi la maglia amaranto. Corridore della Zalf Euromobil, fratello di Federico (professionista dal 2015 al 2020), il ciclismo è una questione di famiglia.

Ci facciamo raccontare questi cinque giorni di corsa e lo conosciamo meglio per scoprire qualcosa in più di questo promettente corridore.

Con Riccardo Verza ha diviso le fatiche e anche la maglia di leader (foto Scanferla)
Con Riccardo Verza ha diviso le fatiche e anche la maglia di leader (foto Scanferla)
Partiamo dall’ultima tappa, quella che ti ha permesso di trionfare.

La definirei difficile, dato il percorso, ma mi sono gestito bene soprattutto grazie all’ottimo lavoro di squadra. Avevamo da affrontare due salite toste. Il mio compagno Riccardo Verza, che era in testa alla generale ha perso le ruote, mentre io sono rimasto con i migliori. Sono arrivato a giocarmi la vittoria di tappa con altri 7, alla fine l’ha spuntata Francesco Romano ed io sono arrivato secondo.

Un Giro del Veneto lungo e variegato, tante strade differenti ed arrivi insoliti. Quale di questi ti è rimasto piacevolmente impresso?

Personalmente mi sono trovato bene su tutti i terreni, arrivavo da un periodo di forma positivo, con la vittoria al Trofeo Antonietto Rancilio a Parabiago, ed ho cavalcato l’onda dell’entusiasmo. L’arrivo sugli sterrati è stato quello più spettacolare dal punto di vista della gara. Con Gandin e Verza ho preso margine grazie ad una fuga e siamo riusciti ad accumulare quasi 3 minuti sui rivali.

Un momento difficile invece qual è stato?

Difficile no, ma a causa di una disattenzione nella quarta frazione, in cima ad uno strappo, non ho seguito bene le ruote dei primi e si è creato un buco. In quella giornata ho perso un minuto e la maglia di leader, che è comunque rimasta in squadra, passando sulle spalle di Verza.

Come squadra in che modo avete gestito le situazioni?

Dopo gli sterrati del secondo giorno abbiamo capito la nostra forza, non c’è mai stato un capitano designato. Ci si è gestiti giornata per giornata senza mai andare in crisi e senza farsi condizionare dalle emozioni del momento. Anche ieri quando Verza è andato in difficoltà, non siamo andati in panico. Eravamo certi di poter contare su due punte.

Un bel successo, ma ora ci racconti un po’ di te? Come ti sei avvicinato al ciclismo?

Ho iniziato presto, nei G1, nella stessa squadra di mio fratello Federico. Lui correva nella categoria G5, nella Bicisport Linda di Tezze sul Brenta. Sono passato poi alla Zalf, dove corro da ormai quattro anni. Qui mi sento a casa, anche perché sono a 15 chilometri da dove sono nato e cresciuto.

Prima del Giro el Veneto, Zurlo ha corso la Adriatica Ionica Race: la Zalf è continental (foto Scanferla)
Prima del Giro el Veneto, Zurlo ha corso la Adriatica Ionica Race: la Zalf è continental (foto Scanferla)
Che rapporto hai con tuo fratello, essendo più grande immagino ti abbia consigliato molto

Abbiamo un bel rapporto, guardandolo correre, da bambino, mi sono appassionato a questo mondo. Lui è stato importante per la mia crescita. Già che lui sia riuscito a fare un’esperienza nel professionismo la dice lunga su quanto io possa imparare dal suo passato. Non siamo uguali, questo è bene dirlo, ma avere un punto di riferimento tale è davvero bello e stimolante.

La Zalf da quest’anno è una continental, come influisce questo cambiamento sul tuo futuro?

E’ una bella novità, correre con i professionisti mi permette di accelerare il mio percorso di crescita senza però forzare la mano. Con la squadra decidiamo di volta in volta, l’ultima gara disputata è stata l’Adriatica Ionica Race.

Ora ti concederai un po’ di riposo?

Sì, meritato direi (ride, ndr), poi di nuovo al lavoro più carichi e con il morale alto.