Villa e Persico, diteci tutto della Bingoal

19.01.2024
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Davide Persico e Giacomo Villa sono i volti nuovi, giovani e italiani della Bingoal WB. I due neo professionisti si sono affacciati al mondo dei grandi e lo hanno fatto dalla finestra della professional belga. Sicuramente il mondo è ormai più globalizzato che mai, ma le forti tinte nere, gialle e rosse, in questa enclave del Nord, rimangono. Entrare in una squadra straniera porta tanta curiosità e richiede una buona dose di adattamento. Persico e Villa arrivano da due continental italiane, qualche ragazzo straniero c’era, ma la lingua parlata era la nostra. 

I due ragazzi sono rientrati dal primo ritiro fatto con la squadra, in Spagna, hanno indossato le nuove divise e messo insieme tanti chilometri. Persico e Villa, insieme, ci raccontano questi giorni e cosa hanno visto e imparato. 

Dal 9 al 18 gennaio la Bingoal è stata a Calpe per il secondo ritiro stagionale (photonews)
Dal 9 al 18 gennaio la Bingoal è stata a Calpe per il secondo ritiro stagionale (photonews)

Primi passi

VILLA: «Siamo stati in ritiro dal 13 al 21 dicembre. Abbiamo fatto sei giorni di allenamento intenso e uno di riposo. Prima di questo ritiro ci eravamo trovati, insieme alla squadra, un paio di giorni in Belgio, a novembre, avevamo conosciuto compagni e staff. La squadra ha noleggiato il velodromo di Zolder e ci siamo allenati lì».

PERSICO: «Io avevo già fatto l’esperienza da stagista, ad agosto, quindi avevo già assaggiato l’ambiente. La differenza maggiore che ho notato è che qui ci si deve arrangiare da soli. In Italia sei più coccolato. Il team è davvero organizzato, non ci manca nulla. Vero che non siamo una squadra WT ma non possiamo lamentarci». 

Il gruppo italiano della Bingoal, da sinistra: Tizza, il diesse Spezialetti, Persico e Villa (photonews)
Alessandro Spezialetti, diesse del team, insieme ai due nuovi arrivati Persico e Villa (photonews)

Due fari italiani

Al fianco di Villa e Persico, all’interno della Bingoal ci sono due punti di riferimento: il diesse Spezialetti e il loro compagno Marco Tizza

VILLA: «Lo staff e l’ambiente sono molto tranquilli, non c’è assillo. Bisogna imparare ad esprimersi bene in inglese, entrambi lo parliamo, ma viverci è diverso. Dobbiamo essere più espliciti nelle domande e permetterci di chiedere due o tre volte la stessa cosa. Nessuno ci giudica o rimprovera per questo, come non ci dicono nulla se facciamo errori nel modo di esprimerci».

PERSICO: «Confermo quello che dice Villa. Ma avere al nostro fianco Spezialetti e Tizza è altrettanto importante. Spezialetti, essendo un diesse, conosce meglio tutte le dinamiche di gara e organizzazione. Mentre Tizza rimane il punto di riferimento tra i vari compagni».

Allenamenti e preparatori

Una prima settimana di ritiro ha permesso di prendere le misure anche sul modo di lavorare e di allenarsi. Le differenze ci sono, ma non spaventano. 

VILLA: «Non ho sofferto tanto la quantità di ore fatte, ma più il carico complessivo di lavoro. Abbiamo già inserito dei lavori specifici come forza e qualche sprint, non ancora salite e cambi di ritmo. C’è un preparatore della squadra che durante i ritiri ci dà i lavori da fare, ma poi giorno per giorno sceglie sei corridori da seguire».

PERSICO: «A casa ci segue il nostro preparatore, mentre in ritiro c’è quello della squadra. Siamo noi corridori che facciamo da tramite tra l’uno e l’altro. La squadra è sponsorizzata da Training Peaks quindi usiamo questa piattaforma per gestire tutto. Vi faccio un esempio: prima del ritiro il preparatore della squadra ci carica il piano, poi noi insieme al nostro preparatore, a casa, decidiamo come allenarci nel periodo precedente».

Bici De Rosa

L’altra parte italiana della squadra riguarda le bici, che per la Bingoal WB sono fornite da De Rosa. Come si sono adattati i due ragazzi al nuovo modello?

VILLA: «Le geometrie sono simili alla Carrera che usavo l’anno scorso. Il manubrio, ad esempio, è esattamente lo stesso. Ho trovato subito la posizione precisa e non mi sono mai dovuto fermare a cambiare misure. L’unica difficoltà l’ho avuta con la sella, perché Repente fa modelli diversi rispetto alla struttura e al buco centrale. In questo caso ho dovuto provare due o tre modelli prima di avere riscontro positivo».

PERSICO: «Era la prima volta anche per me con De Rosa. Durante lo stage avevo usato la Cinelli della Colpack. I primi 1.000 chilometri servono per abituarsi al nuovo modello, poi ci si prende la mano. Io ho avuto qualche difficoltà con il manubrio, ne avevo uno standard, ma l’attacco era troppo corto. Però per il resto è andato tutto bene».

Pronti via e si corre

Ma dopo i due ritiri (con il secondo che sta avvenendo in questi giorni) sarà il momento di mettere il numero sulla schiena. Arrivano i primi esordi, e non propriamente dietro casa.

VILLA: «Io inizierò in Francia a La Marseillaise il 28 gennaio e poi andrò a Besseges. La trasferta più lunga sarà a metà febbraio quando andrò al Tour of Rwanda. Non ci sono necessità di risultato, soprattutto nelle prime uscite, ma poi entrerà in ballo anche per noi il discorso dei punti. Quindi meglio farsi trovare pronti.

PERSICO: «Partirò più avanti, dal Tour Colombia. Ci sono due tappe adatte alle mie caratteristiche e magari mi butterò in qualche sprint. La cosa migliore sarà unire i benefici dell’altura a quelli della gara».

Al Tour Colombia ci sarà anche Cavendish. Che sensazioni hanno pensando di incontrarlo. Villa fa un sorriso divertito, gliene chiediamo il motivo. 

VILLA: «Ho sorriso perché Cavendish ha più di quindici anni di carriera. Noi, quando lui esordiva, eravamo dei bambini. Penso che per Persico sia un obiettivo che si è concretizzato, sono questi i casi in cui ti rendi conto di avercela fatta».

PERSICO: «Sono contento. Vedremo cosa succederà, ma sono contento anche solo di scontrarmi con lui. Poi magari torno a casa con una vittoria (conclude ridendo, ndr)».