Ci siamo, quasi si contano le ore e ripartirà la stagione dei dilettanti. Ad aprire le danze come da tradizione saranno la Firenze-Empoli e la Coppa San Geo, entrambe il 27 febbraio.
I ragazzi scalpitano, le squadre anche e gli organizzatori… corrono e “tremano”. Oltre alle consuete difficoltà ci sono infatti i paletti imposti dal Covid.
Firenze-Empoli, parla Maltinti
«Ci siamo – dice il patron Renzo Maltinti – sin qui abbiamo superato molte criticità. Dobbiamo prima di tutto decidere quante squadre far partire, perché abbiamo tantissime richieste e dobbiamo restare nei 200 partenti. Il totale arriverebbe a 236 e allora stiamo pensando di far correre squadre da sei anziché da sette. Però poi spesso succede che dai il via libera a 200 corridori e ne partono 180, serve serietà anche da parte delle squadre vista la situazione per non sprecare spazi e far correre tutti».
Ma in questa situazione di pandemia, organizzare una gara di dilettanti è più motivo di orgoglio o è un “peso”? Perché davvero i paletti delle prefetture e delle Asl non sono pochi. E infatti Maltinti lo ammette chiaramente.
«E’ un peso – dice quasi sconsolato – se vuoi fare le cose per bene e nel rispetto delle regole è molto difficile, ma è anche l’unica strada se non vuoi che qualcuno ti metta i bastoni tra le ruote. La questura ci chiede una cosa e noi la facciamo, non vogliamo problemi. Sarebbe un peccato un fare la Firenze-Empoli. Questa è la 34ª edizione e la 44ª stagione del gruppo sportivo e finalmente anche gli altri si stanno accorgendo di questo impegno. La Federazione, Cassani… oltre alla Firenze-Empoli organizziamo altre cinque gare. Il percorso? Sarà quello classico, non c’è l’intenzione di cambiare. Alla fine i migliori ci sono sempre».
San Geo, parla Pozzani
E dalla Toscana ci spostiamo alla Lombardia a Ponte San Marco, Brescia. La Coppa San Geo-Caduti di Soprazzocco, gara tra le più antiche in assoluto non solo d’Italia, ma del mondo, viaggia infatti verso la sua 97ª edizione. Anche al patron Gianni Pozzani chiediamo se organizzare gare di questi tempi è più un orgoglio o un “peso”.
«Direi che è più un rischio – spiega Pozzani – ma se non c’è la volontà il ciclismo non riparte più. Io poi sono anche presidente provinciale e se organizzo io poi partono anche gli altri. Serve impegno, coraggio anche per curare la logistica e allestire la zona gialla e la bolla. Tanto più che noi nel bresciano siamo in una zona altamente a rischio. Anche per questo non ho preso squadre straniere. Non volevo rischiare quarantene. Ci sarà solo la squadra frontaliera svizzera».
Al via della San Geo ci saranno 31 team per un totale di 206 corridori. «Abbiamo voluto dare più spazio alle squadre italiane. Il percorso? Ci saranno da fare tre giri, invece di cinque nel finale. Sono un po’ più lunghi, ci sono dei lavori in zona Calcinato, ma sostanzialmente non cambia nulla».
Come un compito in classe
L’inizio della stagione cela sempre dubbi, speranze, paure, ma anche tanta voglia di misurarsi, in primis con se stessi, tanto più quando si è dilettanti. E’ un po’ come un “compito in classe”: dalla prima corsa si capiscono tante cose. Più di quelle che sembrano. E il corridore lo sa. E se questo vale per gli atleti, vale anche per gli organizzatori.
Quindi si riparte: 150 chilometri in Lombardia e 140 in Toscana. Corridori: a voi!