Trentin, Livigno e tutta Spagna per europei e mondiali

13.07.2021
4 min
Salva

Non ha fatto il Giro e neppure il Tour, dov’è Matteo Trentin? La voce arriva bella squillante come al solito, sullo sfondo si riconosce il vociare del centro di Livigno, dove Matteo resterà sino al 20 luglio. Un appartamento in centro, Claudia, i bambini e un bel sole che però in teoria da oggi e per un paio di giorni lascerà il posto a qualche pioggia. Il programma è arrivare fortissimo al finale di stagione, vincere finalmente una corsa e poi presentarsi a tutta agli europei e al mondiale.

«Farò tutto il programma spagnolo – dice – rientro al Castilla y Leon, poi San Sebastian, Getxo, Burgos e la Vuelta. Il problema è non aver fatto grandi Giri, quindi devo macinare corse. La gara migliore per preparare il mondiale sarebbe il Tour of Britain. Inizialmente sembrava che aprissero, adesso sembra che cambi e che ogni municipalità possa dare regole diverse… Voglio un calendario sicuro, si può capire. E mi sta bene sapere cosa farò e dove sarò pronto per combinare qualcosa di buono».

Terzo alla Gand, dietro Van Aert e Nizzolo
Terzo alla Gand, dietro Van Aert e Nizzolo

Tricolore saltato

La ripresa dopo le classiche è passata per la Vuelta Andalucia, lo Slovenia e l’Appennino. Ma c’era la sfortuna in agguato e a causa della caduta in Spagna, il campionato italiano è andato a farsi benedire.

«E’ stato un infortunio più che altro fastidioso – spiega – sono caduto, ma dato che si era in corsa e si andava a tutta, sono ripartito, sapete com’è… Poi però si è infettata la ferita e avevo un piede fuori posto, con versamento nella caviglia. L’italiano però l’ho saltato per la ferita. Stavo facendo antibiotici e non sarebbe stato il massimo con i 40 gradi all’ombra di Imola. Per cui in accordo con la squadra, si è deciso di non andare. Mi è dispiaciuto».

Assieme a Colbrelli, punta azzurra agli europei e al mondiale
Assieme a Colbrelli, punta azzurra agli europei e al mondiale

Europei in casa

Mentre qualcuno lo chiama e lui per un secondo sparisce, il discorso si sposta sugli obiettivi di fine stagione. Perché se è vero che europei e mondiali sono adatti per Colbrelli, Cimolai e Nizzolo, figurarsi che cosa ne pensi Trentin.

«Gli europei saranno duri – dice – con tanta salita, ma le due volte che ho fatto la Vuelta, poi in salita andavo bene, per cui sono tranquillo. Il mondiale sono andato a vederlo, la salita dell’europeo invece l’ho fatta per anni due volte al giorno per cinque giorni alla settimana quando andavo a scuola. Non in bici, ma in bus, però ce l’ho tutta presente. Parte da Porta Aquila e sale verso Povo, all’Università, poi alla rotondina giri a sinistra verso Villazzano e la discesa è tutta da pedalare. La strada della Bolghera, svolta verso le caserme e poi si va verso il Duomo per l’arrivo. Invece il mondiale sarà un casino…».

Stress iridato

Avendo vissuto a Trento per qualche anno, la sua descrizione solleva ricordi e riferimenti comuni: il percorso degli europei è stato presentato ieri e presto ci torneremo. Ma ad aprile siamo stati anche noi sui percorsi del mondiale di Leuven e quella sua previsione ci incuriosisce.

«Sarà come Glasgow più o meno – dice ricordando gli europei vinti nel 2018 – ci sarà una fase di riposo sulla tangenziale che faremo due volte a giro, poi sarà per tutto il giorno un super stress nel tenere la posizione. Saremo sempre in curva. E se si pensa che a settembre in Belgio potrebbe anche capitare la giornata di maltempo, il quadro è completo. Sarà una classica, un percorso parecchio tecnico e nervoso».

Autografi in Andalucia: il suo programma sarà tutto spagnolo
Autografi in Andalucia: il suo programma sarà tutto spagnolo

Nessun regalo

Le classiche, il suo pane quotidiano, anche nel primo anno al Uae Team Emirates. Trentin non ha vinto, ma è stato fra i protagonisti di tutte le corse cui ha preso parte, pagando spesso il pegno alla sfortuna e a qualche foratura di troppo.

«Sono andato bene – rivendica con orgoglio – ho fatto anche i miei piazzamenti. Terzo alla Gand, terzo al Brabante. Ottavo all’Het Nieuwsblad, quarto a Kuurne. Poi ho staccato, sapendo che il finale di stagione sarà bello impegnativo. Alla Vuelta Andalucia non ero neanche male, ma sono caduto e in questo ciclismo non può mancarti neanche un quarto, perché la paghi. Lo stiamo vedendo al Tour. Tutti quelli che sono caduti, anche la caduta più leggera, l’hanno pagata. Per cui adesso finisco questi 20 giorni in altura, vado per una settimana a casa e poi si riparte. Com’è giù il tempo? Mi sa che una pioggerellina farebbe comodo anche a voi…».

Dino Salvoldi, Elisa Balsamo, europei Plovdiv 2020

Ragazze in vacanza, ma dicembre è già qui…

17.11.2020
3 min
Salva

Europei e stagione finita anche per Dino Salvoldi, tecnico delle ragazze. Per lui chiusura col botto, grazie all’oro di Balsamo-Guazzini e il bronzo di Miriam Vece nei 500 metri, a 50 centesimi dall’argento. E dire che l’ultimo giorno era anche iniziato col brivido per Vittoria Guazzini che non si sentiva troppo bene.

«Non era pretattica – si schermisce Salvoldi – era vero. Negli ultimi trenta giri l’ho vista in riserva piena e ho spostato il peso dei giri su Elisa. E quando ci siamo accorti che eravamo sbagliati e Guazzini si sarebbe trovata per ultima, Vittoria è stata bravissima».

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, madison spettacolare ma sofferta
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Balsamo, Guazzini: madison spettacolare e sofferta

Un bilancio si può fare. E quando una nazionale torna a casa con tre ori, quattro argenti e un bronzo mettersi a sottilizzare potrebbe far passare per antipatici.

Che cosa si può dire?

Che ci aspettavamo meglio dalle inglesi, soprattutto nell’ultima madison. Sapevamo quale sarebbe stata la tattica della Russia, ma con poche coppie forti in pista, devi fare tutte le volate. Invece allargando lo sguardo, è stata una stagione davvero compressa, che ha reso difficile programmare gli eventi. Una situazione di grande incertezza…

Chiara Consonni, Plouay 2020
Chiara Consonni a Plouay: la Valcar ha fornito un bel gruppo di atlete alla pista
Chiara Consonni, Plouay 2020
Chiara Consonni, una dei gioiellini della Valcar
Ma guardando i risultati, l’avete ben gestita, no?

Con il gruppo della Bulgaria è andato tutto bene e le ragazze si sono presentate con un’ottima condizione. Se lotti alla pari o arrivi davanti alle inglesi, vuol dire che ci sei.

A sentire le ragazze è un peccato che non si facciano le Coppe del mondo quest’anno…

Si era deciso che nell’anno olimpico non si sarebbero fatte e quando Tokyo è slittato, non si è rimesso mano al calendario. Però posso dire che non condividiamo la scelta di spostarle ad aprile, maggio e giugno come vorrebbero fare. Meglio correrne tre fra febbraio e marzo, per le ragazze non sarebbe un problema. Più avanti si va a interferire con l’attività su strada.

Alzini, Balsamo, Consonni, Guazzini e Vece sono tutte ragazze della Valcar: c’è buona collaborazione?

Non è una cosa ricercata, a cicli c’è sempre una squadra che fornisce un bel numero di atlete alla nazionale, ma devo dire che con loro c’è grande condivisione e mi sento davvero di ringraziarli. Hanno voluto sostenere il progetto olimpico fino a Tokyo. Elisa Balsamo ha ormai un grande valore di mercato, ma non è voluta scendere a compromessi ed è rimasta nella Valcar che per lei è davvero una seconda famiglia.

Vittoria Guazzini, Elisa Paternoster, 2019
E per Tokyo tornerà in pista anche Letizia Paternoster, qui con Guazzini
Vittoria Guazzini, Elisa Paternoster, 2019
Paternoster è guarita. Qui è con Guazzini
C’è da temere che dopo le Olimpiadi, gli squadroni le portino via tutte?

Le ragazze della nazionale si fanno forti della maglia azzurra, che è gratificante come risultato e come visibilità. Se stessimo parlando di professionisti uomini, direi di sì. Ma le ragazze di cui parliamo sono tutte inserite nei corpi militari e, calcolatrice alla mano, non è che gli stipendi che prenderebbero nei team WorldTour giustifichino la rinuncia allo stipendio fisso.

Quindi adesso si va tutti in letargo?

Un paio di settimane per tirare il fiato ce le concediamo. Però come ci siamo già detti a Montichiari, a dicembre si ricomincia a scaldare il motore. Non sappiamo ancora se a febbraio ci saranno gli europei, ma sappiamo per certo che a luglio ci saranno le Olimpiadi. E per quelle c’è da programmare e lavorare tanto.

Miriam Vece, Migle Marozaite, velocità, europei Plovdiv 2020

Vece, valigia, risate e gambe d’acciaio

17.11.2020
5 min
Salva

Parlare con Miriam Vece è uno spasso. Forse perché è abituata all’esilio svizzero e non vedeva l’ora di parlare un po’ italiano. Oppure perché come ogni velocista che si rispetti, ha in circolo la giusta dose di follia. La sua storia è singolare e qualcuno l’ha gia raccontata. Ma un po’ di compagnia non guasta, per cui dopo gli europei abbiamo bussato alla sua porta, trovandola in Italia, prima che sparisca nuovamente in Svizzera.

Miriam Vece, bronzo 500 mt, europei pista 2020
Miriam Vece, un bel sorriso dopo il bronzo nei 500 metri
Miriam Vece, bronzo 500 mt, europei pista 2020
Il bronzo nei 500 metri vale un bel sorriso

Le cose vanno così. Miriam vive a Romanengo, provincia di Cremona. E quando inizia a correre, si rende conto che la salita non fa al caso suo. In più dicono che la mischia delle volate la renda nervosa e così pensa di passare alla pista. Non immagina ancora che cosa significhi in Italia essere una velocista, ma lo scopre alla svelta. Infatti nel 2018, anno in cui vince due titoli europei U23 nei 500 metri e nella velocità, il cittì Salvoldi le propone di entrare nel centro Uci di Aigle. Qua non avrebbe compagne con cui allenarsi, ad eccezione di Elena Bissolati con cui divide i ritiri azzurri. Lassù migliorerà di certo. Il dado è tratto e a fine 2018 scatta il piano. I risultati iniziano a vedersi. Ai Giochi Europei di Minsk 2019 arriva il bronzo nei 500 metri. Agli europei dello stesso anno, l’argento nei 500 metri e il bronzo nella velocità. Ai mondiali di Berlino 2020 il bronzo nei 500 metri. Mentre ai recenti campionati europei di Plovdiv, Miriam è rimasta fuori d’un soffio dalla semifinale della velocità e ha preso il bronzo nei 500 metri, a 50 centesimi dall’argento.

Perché sei una velocista?

Correvo su strada e ho visto che la salita non mi piaceva. Non ci ho messo tanto, giusto tre gare da junior (ride di una risata contagiosa, ndr).

Così hai scelto la specialità meno affollata d’Italia…

Quella è proprio la parte più dura. Sei da sola. In palestra. In pista. Un mondo completamente diverso. Stando in Svizzera almeno c’è un gruppetto di 5-6 ragazzi con cui scambiare due parole.

Miriam Vece, 500 mt, europei pista 2020
E’ il momento di lanciarsi, una spinta e si va…
Miriam Vece, bronzo 500 mt, europei pista 2020
Pronta a scattare, una spinta e si va
Come funziona la settimana lassù?

Di solito tutte le mattine, rulli o wattbike (una bici statica su cui fare potenziamento, ndr). Poi due sessioni a settimana in palestra. Due o tre sessioni in pista. Il sabato uscita su strada e la domenica riposo.

Sembra divertente quanto un corso ufficiali! Certo immaginando gli stradisti che escono e fanno ripetute all’aria aperta…

A volte è divertente anche un allenamento durissimo (sorride, ndr), ma il caffè al bar ci tocca soltanto il sabato.

A cosa pensi vedendo il vuoto di vocazioni nella tua specialità?

Penso che se faccio risultato, si crea movimento, ma la vedo dura. Penso che in Italia non ci sia la mentalità, perché si tratterebbe di abbandonare la strada. E poi le ragazzine hanno l’esempio della Paternoster e del quartetto. E da quest’altra parte ci siamo soltanto Elena ed io.

Di recente Daniela Isetti, candidata alle elezioni federali, ha detto di voler potenziare il settore velocità perché assegna parecchie medaglie olimpiche.

Ci sono tre medaglie, non poche. Ma c’è anche l’adrenalina e l’emozione. L’ansia prima della gara, la concentrazione. Non sono discipline banali.

Si percepisce il cambio di passo. Sulla logistica si può scherzare, ma la passione è una cosa seria. La fatica quotidiana per andare più forte è un fronte su cui non si transige. Ed è giusto così.

Serve tanta forza. Con quali rapporti gareggi?

Nei 500 metri, uso il 56×15, che è il più agile e i permette di guadagnare nel primo giro. Nei 200 invece passo al 62×15.

Su strada si guarda al rapporto potenza/peso: nella velocità?

Il peso non incide tanto, ti agevola solo nelle partenze da fermo. Ma sono altre le cose da guardare, fra tecnica e forza.

Gli scalatori sognano Pantani, i velocisti vanno appresso a Sagan. E tu?

Per me c’è solo Miriam Welte, anche se ha smesso. Un po’ perché si chiama come me. Un po’ perché nella velocità olimpica fa il primo giro come me. E poi perché ha vinto il mondiale nei 500 metri che sono la mia specialità.

Ti senti con Salvoldi o sei completamente in mano agli svizzeri?

E’ stato Dino a darmi la possibilità di andare su e ci sentiamo spesso, anche se il lavoro lo impostano i tecnici di Aigle.

Miriam Vece, Elena Bissolati, europei pista 2019, velocità olimpica
Due velociste azzurre: Miriam Vece ed Elena Bissolati
Miriam Vece, Elena Bissolati, europei pista 2019, velocità olimpica
Elena Bissolati e Miriam Vece, poi quasi il vuoto…
Torni spesso a casa?

Poco, prima delle gare o un weekend al mese.

Corri mai su strada?

Non farebbe male, ma vanno forte e anche solo stare in gruppo sarebbe una faticaccia.

Com’è la sistemazione di Miriam Vece nella… caserma Uci?

Stanza singola per tutti e da quest’anno il bagno in camera. Il bagno in corridoio era proprio brutto (risata argentina, ndr).

E dove si mangia?

Per fortuna adesso si mangia nel dormitorio, grazie al Covid (sospiro di sollievo, ndr). Prima si faceva tutto in pista e non era proprio simpatico. Adesso almeno mi sveglio coi miei tempi, faccio colazione, mi preparo…

A che ora ti svegli?

Alle 8 per essere in pista alle 10.

E la sera cosa si fa?

Gran vita (scoppia a ridere, ndr). Giochiamo a carte, Play Station, internet, televisione. Nei weekend si fa magari un giro sul lago. Praticamente è come essere in ritiro a vita.

E quest’inverno?

Non sappiamo molto, non si sa quando si faranno gli europei ed è certo che non ci saranno gare di classe 1 e 2. Starò un po’ a casa, poi tornerò a Aigle. Meglio non perdere tempo.

Questa intervista è stata davvero uno spasso…

Non sono una delle più forti, ma almeno sono divertente.

Ma la domanda a questo punto è la seguente: la permanenza di Miriam Vece in Svizzera finirà dopo Tokyo oppure è un… ergastolo?

Da una parte spero sia un ergastolo. Sono arrivata su che stavo già facendo dei buoni tempi grazie alla preparazione con Dino, poi da quando son lì sono in continuo miglioramento. E francamente credo sia uno dei pochi modi per vedere fino a dove posso arrivare.

Jonathan Milan, bronzo chilometro da fermo, europei Plovdiv 2020

Facciamo il punto col cittì e poi le ferie

17.11.2020
4 min
Salva

Domenica i corridori, ieri i tecnici e così anche il cittì Marco Villa è finalmente tornato a casa dagli europei in Bulgaria e ha chiuso la stagione. Quanto a lungo non si sa. Diciamo che le ultime settimane del commissario tecnico piacentino non sono state delle più rilassanti, a capo di una stagione che dalla ripresa ha messo in fila una serie di difficoltà tecniche oggettive. Ad esempio le poche corse di atleti come Lamon che al dunque si sono ritrovati con meno gambe di quel che speravano.

Eppure, partiti per gli europei senza tre titolari del quartetto, gli azzurri sono tornati con cinque medaglie. Nessun oro, purtroppo. Ma tre argenti: Donegà nella corsa a punti, quartetto e inseguimento individuale con Milan. E due bronzi: Lamon e Moro nella madison e Milan nel chilometro.

Francesco Lamon, Stefano Moro, bronzo madison, europei Plovdiv 2020
Francesco Lamon, Stefano Moro, bronzo nella madison
Francesco Lamon, Stefano Moro, bronzo madison, europei Plovdiv 2020
Francesco Lamon, Stefano Moro, bronzo nella madison
Qualcosa di positivo insomma c’è stato…

C’è la nota positiva di Milan (nella foto di apertura durante la gara del chilometro da fermo, ndr) e del quartetto arrivato davanti senza tre titolari. Vuol dire che la scuola c’è e funziona. Invece c’è stata qualche prestazione sotto tono. Non per puntare ancora il dito su Lamon, ma domenica nella madison siamo stati a lungo in testa a pari punti, poi le gambe non ci hanno sorretto e abbiamo difeso a malapena il bronzo.

Fra le note positive mettiamo anche Donegà?

Certo, con riserva. L’ho sempre schierato nella corsa a punti, da junior e U23. Ma spreca troppo. Non puoi fare un attacco a giro e poi trovarti a corto di energie quando devi fare i punti che servono. Va a sfinimento, un po’ perché è giovane, un po’ perché è impulsivo e un po’ perché è… testone. E poi continua a scattare dalla testa del gruppo. Ciò detto, questa gara gli piace e possiamo lavorarci.

Ti ha meravigliato la medaglia di Milan nel chilometro?

Ne abbiamo già parlato a Montichiari. Milan è più veloce di Ganna, ad oggi forse è meno cronoman. Ma quanto a brillantezza ne ha da vendere.

Marco Villa, Matteo Donega, europei U23, Fiorenzuola 2020
Villa ha portato Donegà anche agli europei U23 di Fiorenzuola
Marco Villa, Matteo Donega, europei U23, Fiorenzuola 2020
Donegà chiamato da Villa anche agli europei U23
Il fatto che nell’inseguimento abbia fatto 4’06” mentre Pippo vinse il primo oro a 4’16” dice che potenzialmente Milan vale di più?

No, significa che il livello della specialità si è innalzato e adesso per andare in finale serve fare 4’06”. E per vincere c’è da abbattere ormai il muro dei 4’ che Pippo ha già fiutato. Ora Johnny fa gli stessi lavori di Ganna, che nel 2016 non servivano perché si facevano altri tempi. Ma questo non toglie che Milan sia una bella sorpresa. L’anno scorso è entrato ai mondiali in un quartetto che ha fatto 3’46” e certi numeri non vengono per un colpo di fortuna.

Cittì, perché 4’06” in semifinale e 4’08” in finale?

Avevo paura che le quattro ore di recupero non bastassero e così è stato. Oliveira aveva già perso finali contro Pippo e il tedesco, sa come si fa: Johnny è voluto partire a tutta, voleva stravincere, ma in quel recupero faticoso si è visto che l’altro ha fatto la Vuelta e ha un’altra solidità.

Quartetto azzurro europei Apeldoorn 2019, Ganna, Plebani, Conosnni, Lamon
Agli europei di Apeldoorn 2019, giravamo con Ganna, Plebani, Consonni, Lamon
Quartetto azzurro europei Apeldoorn 2019, Ganna, Plebani, Conosnni, Lamon
Quartetto 2019 con Ganna, Plebani, Consonni, Lamon
Avete cambiato rapporto in finale?

No, non ho voluto appesantirlo. Ma è stato bravo. Poteva andare alla deriva, invece negli ultimi due giri ha riguadagnato qualcosa.

Gli assenti si sono fatti sentire?

Abbiamo un gruppo whatsapp, hanno sempre scritto, anche durante la gara.

Si tiene da sempre il Garmin sotto la sella?

A differenza delle gare su strada, in pista non puoi tenerlo sul manubrio. E allora lo mettiamo sotto la sella per registrare i dati della prestazione.

E adesso, cittì, vai in vacanza?

L’idea era quella. Però mi ha già scritto Consonni, che ha finito le ferie e vorrebbe ripartire. Magari però una settimana me la faccio.

Anche Viviani ha voglia di ripartire.

Mi pare che abbiamo parlato a lungo anche di questo. Elia è venuto dopo il Giro e si è scampato il contagio… Andare a Livigno invece di venire in pista è stato certamente un punto del rendimento opaco di quest’anno. Ma il fatto è che questi lavori che ha sempre fatto e sono stati la sua forza deve farli con costanza. Invece ultimamente li ha saltati troppo spesso. E badate bene, non parlo solo dei benefici in pista. Elia è vincente in strada solo quando si allena in quel modo. E lui lo sa…

Arnaud Demare, Lapierre, Sidi, Giro d'Italia 2020

Fidanza, Balsamo, Demare: ruote veloci di Sidi

16.11.2020
3 min
Salva

Le ruote veloci di Sidi per questa stagione 2020 si chiamano Martina Fidanza, Elisa Balsamo e Arnaud Demare. Tutti e tre accomunati dal modello di calzatura ideato e prodotto dallo storico brand di Maser (Treviso) impiegato in gara: il Wire2.

Fidanza scratch

Martina Fidanza, atleta della Eurotarget-Bianchi-Vittoria ha vinto l’oro e di conseguenza indossato la maglia di campionessa europea su pista nello scratch grazie ad un finale clamoroso. L’azzurra si è difatti resa protagonista una spettacolare rimonta, superando la fuggitiva bielorussa a soli 100 metri dal traguardo.

Logo Sidi
Logo Sidi

«Se questa scarpa è la più usata dai velocisti, un motivo ci sarà – ha dichiarato entusiasta Fidanza – ed in pista ci si corre meravigliosamente bene. E’ affidabile, sicura e possiede quella resistenza che serve per sopportare gli sforzi e gli sprint estremi. La suola è leggerissima, e questo permette di gestire i cambi di intensità senza pensieri. Poi adoro il design: fa venir voglia di correre e di vincere».

Balsamo fa il bis

Elisa Balsamo è la nuova campionessa europea dell’omnium e della madison. Due medaglie che proiettano definitivamente l’atleta della Valcar-Travel Service nel gotha del ciclismo internazionale.

Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Per Elisa Balsamo due ori agli europei in pista di Plovdiv calzando le Wire
Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Due ori per Elisa Balsamo con le sue Wire

«Gli atleti hanno sempre bisogno di una grande concentrazione e non possono permettersi di pensare che qualcosa vada storto dal punto di vista tecnico – ha dichiarato Balsamo – e con Sidi so che posso correre focalizzandomi solo sulla competizione. Le mie Wire rappresentano una garanzia. Mi piacciono perché sono ultraleggere e comode, questo anche grazie alla facilità di regolazione del sistema di chiusura. I piccoli dettagli fanno sempre la differenza, specialmente quando sei in corsa e non vuoi perdere secondi preziosi».

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Ugualmente Sidi, ugualmente oro: questa volta Martina Fidanza nello scratch
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Un altro oro per Sidi con Martina Fidanza

Demare al Giro

La maglia ciclamino al Giro 2020 Arnaud Demare quest’anno ha centrato quattro vittorie di tappa. Il francese è uno “storico” testimonial Sidi e si è invece soffermato sulle prestazioni della Sidi Wire 2, che ha indossato durante la corsa rosa.

«Mi trovo molto bene con questa scarpa – ha difatti dichiarato il francese della Groupama-Fdj – una calzatura davvero perfetta sia dal lato della resistenza che da quello della leggerezza. La suola è ideale per lanciarsi nelle volate perché massimizza la rigidità e allo stesso tempo trasferisce tutta la potenza esattamente nel modo che ti aspetti».

www.sidi.com

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020

E prima di andare, un bacio da Balsamo e Guazzini

15.11.2020
5 min
Salva

Come due parentesi, una all’inizio e una alla fine, le azzurre della pista hanno aperto gli europei di Plovdiv con l’oro di Martina Fidanza nello scratch e li hanno chiusi oggi con l’oro di Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini nella madison. Nel mezzo, il bronzo di Miriam Vece nei 500 metri, l’argento di Alzini nell’inseguimento e quello del quartetto, ancora l’argento di Silvia Zanardi nella corsa a punti, l’oro di Balsamo nell’omnium e poi l’argento di Rachele Barbieri nell’eliminazione. Un bottino da grande potenza del ciclismo su pista, da non chiare il capo al confronto con Gran Bretagna e Russia.

Miriam Vece, 500 mt, europei pista 2020
Miriam Vece, bronzo nei 500 metri: portabandiera della velocità azzurra
Miriam Vece, 500 mt, europei pista 2020
Miriam Vece, bronzo neo 500 metri

Balsamo regina

Elisa Balsamo non stupisce più o, meglio, ci ha abituati al suo rendere semplice l’eccezionalità. In questo anno martoriato dal Covid, la piemontese si è portata a casa il bronzo nell’americana ai mondiali di Berlino e a seguire gli europei under 23 su strada a Plouay. Non ha partecipato agli europei under 23 su pista di Fiorenzuola per la caduta della Gand-Wevelgem, ma si è rifatta vincendo l’ultima tappa della Challenge by La Vuelta a Madrid e poi volando in Bulgaria per i due ori in pista.

A volte guardarsi indietro è un esercizio utile e pensando a lei viene facile il ricordo della vittoria nel mondiale juniores di Doha, circondata dalla stessa banda di scalmanate che ancora oggi la supportano in giro per il mondo. Al settimo cielo sul podio, frastornata durante il cocktail di festeggiamento sul mare, con i genitori accanto e il suo mondo da raccontare ai primi giornalisti.

«Mi riconosco in quella ragazza – dice Elisa, lungo la via dell’aeroporto – nel senso che il mio percorso da allora è stato e continua ad essere molto progressivo. Ogni anno mi scopro più forte e più motivata e ringrazio per questo la mia squadra, che mi sta lasciando crescere. Non c’è un taglio netto fra quella Elisa e come sono oggi».

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini: cambio all’americana e via verso l’oro…
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Balsamo, Guazzini: cambio all’americana e via…

Mie care inglesi…

La madison non è un terno al lotto, ma è comunque un bel rompicapo, soprattutto se in gara ci sono poche coppie di alto livello e quindi bisogna buttarsi in tutte le volate.

«Sapevamo che potevamo giocarcela – dice Elisa – contro quelle avversarie, soprattutto dopo aver visto come era andato l’omnium. Avevamo di fronte le coppie più forti a livello europeo da quando è stata introdotta la madison e confermo che se ci fossero state più partecipanti la tattica avrebbe rivestito un ruolo più importante. Ma confermo anche che aver battuto le inglesi nell’omnium e anche nella madison davvero non ha prezzo».

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
E fatta, un abbraccio in cui sfogare le tensioni della gara più indecifrabile
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020

Capolavoro Guazzini

Sulla stessa linea anche Guazzini, campionessa europea nel quartetto U23 a Fiorenzuola e parte del trenino che a Plovdiv ha preso l’argento. A dire il vero, Vittoria aveva aperto la giornata con una leggera indisposizione che aveva fatto tremare le vene ai polsi dell’entourage azzurro. Tanto che a un certo punto, quando lei era ormai prossima alla riserva, il peso dei giri è passato sulle spalle della Balsamo. E quando alla fine si sono rese conto che alla volata sarebbe arrivata proprio Guazzini, la toscana si è rimboccata le maniche e ha tirato fuori l’ennesimo capolavoro di giornata.

«Per fortuna – sorride – una volta salita in pista, le cose si sono sistemate. Sì, speravo di vincere, ma sono gare particolari e il valore oggettivo delle inglesi faceva la differenza. Non è banale dire che hanno quasi fatto il record del mondo del quartetto, erano in forma. E quando alla fine ci hanno fatto i complimenti, la soddisfazione è stata al massimo. E’ bello aver vinto alla fine di un anno come questo, di fatto cominciato ad agosto. Ma adesso qualche settimana di vacanze non ce la toglie nessuno».

Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Guazzini, la giornata non era cominciata benissimo
Vittoria Guazzini, europei pista, madison, 2020
Guazzini ha raddrizzato la giornata

Valcar miniera d’oro

Il segreto sta anche nella provenienza comune e nella programmazione che essa rende possibile. Pur arrivando dagli angoli più disparati d’Italia, una bella fetta delle azzurre di Plovdiv veste quotidianamente la maglia della Valcar-Travel. Provate a leggere i prossimi nomi e diteci se non vi ricordano qualcosa. Martina Alzini, Elisa Balsamo, Chiara Consonni, Vittoria Guazzini e Miriam Vece erano tutte in Bulgaria.

«Ho ricevuto molte offerte – spiega Elisa Balsamo – ma ho scelto di rimanere alla Valcar anche per il prossimo anno. Questo mi permetterà di lavorare bene per le Olimpiadi in pista. E’ una famiglia, siamo persone e non numeri. Valentino, il nostro sponsor, dice sempre che siamo le sue figlie. Ci conosciamo dal 2015, dal primo anno junior. Tengono a noi, si vede nei momenti di difficoltà, quando non mettono pressione».

Stasera probabilmente ci sarebbe da festeggiare, ma anche questa è una delle cose che l’attualità s’è portata via. La valigia dei ricordi che alle 20 si è imbarcata sul volo per l’Italia è bella piena di vibrazioni e colpi d’occhio che non dimenticheremo. E quando alla fine si potrà tornare a brindare, sarà davvero una gran festa.

Matteo Donegà, Jonathan Milan europei 2020

Milan, Donegà e Zanardi che non ci sta…

14.11.2020
5 min
Salva

Stasera ci eravamo tutti convinti che Jonathan Milan avrebbe fatto i buchi per terra. Quando poi il gigante biondo del Ct Friuli ha ceduto al peso della tensione e del rapporto, anziché provare delusione ci siamo messi a fare un paio di considerazioni elementari.

La prima: Oliveira, che l’ha battuto, ha corso prima la Vuelta e fatto l’intera stagione WorldTour. Quindi aveva recupero e forza da vendere.

La seconda: Oliveira che l’ha battuto, sempre lui, ha 4 anni di più.

La terza: quando Ganna nel 2016 vinse il primo mondiale aveva anche lui vent’anni e fece 4’16”141, mentre oggi Milan in qualificazione ha impiegato 4’06”890. Dieci secondi di vantaggio sul campione del mondo.

Jonathan Milan, inseguimento, europei Plovdiv 2020
Milan alla partenza: uno sguardo al Garmin che registrerà i watt e si parte
Jonathan Milan, inseguimento, europei Plovdiv 2020
Uno sguardo al Garmin e Milan va in partenza

Semifinale super

«Ho dato tutto in semifinale – racconta Jonny – perché avevo paura di Gonov e ovviamente anche di Oliveira. E’ venuto fuori il mio miglior tempo di sempre, mentre poi in finale ho dato tutto, ma si sono sommate le fatiche dell’inseguimento a squadre. Volevo tirare fuori la vittoria. Quei 6 decimi sono niente, ma abbastanza perché lui stasera faccia festa ed io no. Ma fra tre mesi ci sono i prossimi europei e io mi rifarò».

Eri nervoso?

E non poco, che disastro! Marco Villa ha cercato di calmarmi, di darmi tranquillità. Lo stesso i compagni. E alla fine sono partito abbastanza motivato. Ho dato il 101 per cento con l’obiettivo di non farmi battere.

Sei partito forte, poi sei calato.

Abbiamo cercato di mantenere una tabella leggermente superiore alla semifinale. Giravo in 15”100-200 a giro, leggermente più alto del mattino. Ho cercato di essere il più regolare possibile, ma a metà è sceso il piombo.

Marco Villa, Jonathan Milan, inseguimento, europei Plovdiv 2020
Per Milan, tabella più lenta che in semifinale: 15″100-200 a giro
Marco Villa, Jonathan Milan, inseguimento, europei Plovdiv 2020
Si gira un po’ meno che in semifinale
Sembrava quasi che non ce la facessi a spingere il rapporto…

Mi chiedo anche io perché. Forse ho ceduto un po’ mentalmente, ma negli ultimi due giri ho provato a mangiucchiargli ancora qualcosa. E’ stata una stagione corta ma fantastica, l’anno prossimo ci riprovo. Ho dato tutto, ora è il momento di riposare.

Hai fatto la pace con Bressan, dopo lo screzio sul passaggio al professionismo?

Sì e mi dispiace che ci sia stata quella discussione. “Bress” ci vuole un bene dell’anima, questo risultato è anche merito suo.

Sorpresa Donegà

La stessa maglia del Ct Friuli l’ha addosso Matteo Donegà, classe 1998 di Bondeno (Ferrara), che agli europei non doveva neanche andarci. Aveva concluso i suoi due giorni di allenamento a Montichiari e se ne era tornato a casa, quando i tamponi positivi di Scartezzini e Bertazzo hanno indotto Villa a richiamarlo.

«Era di sabato – ricorda – il lunedì ho fatto i tamponi e poi sono partito per la Bulgaria. Avevo quasi staccato, è stata una sorpresa».

Lo scratch è andato male, l’individuale molto meglio, come mai?

Ho saputo dello scratch la mattina stessa, perché quelli del quartetto volevano concentrarsi solo sull’inseguimento. Solo che non ho corso alla Donegà, non ho saputo gestirla e sono finito decimo.

Matteo Donegà, corsa a punti, europei Plovdiv, 2020
Donegà, una corsa a punti con 20 scatti in 20 giri
Matteo Donegà, corsa a punti, europei Plovdiv, 2020
Donegà, corsa a punti con 20 attacchi
Che cosa significa correre alla Donegà?

Significa fare 20 scatti in 20 giri. Costringerli a inseguire. Già la convocazione è stata una sorpresa, ma arrivare sul podio al primo europeo elite è stato anche di più. Sono partito con la consapevolezza che sarebbe stato difficile. Fin dall’inizio ero abbastanza teso. Sapevo che avrei fatto la corsa a punti, la specialità che più mi piace. Ma non credo che la tensione abbia giocato brutti scherzi, semplicemente Mora è andato più forte.

Ma in futuro?

Ho la consapevolezza che in futuro ci sarò anche io. Per cui adesso stacco qualche giorno e ricomincio con la palestra. E’ un attimo che si ricominci…

Zanardi con rabbia

Chiudiamo con Silvia Zanardi, classe 2000 di Fiorenzuola d’Arda, e la sua rabbia per l’argento. Il bello è che non fa molto per mascherarla e questo va bene, se si corre per vincere. Nel velodromo della sua città d’origine a ottobre ha vinto la corsa a punti agli europei under 23, ma questa volta contro la Archibald ha saputo da subito che il compito sarebbe stato difficile.

«Infatti direi che sono stata più contenta a Fiorenzuola – ammette – perché ho indossato la maglia, ma certo questo secondo posto mi fa onore».

Silvia Zanardi, europei Plovdiv 2020
E poi c’è Silvia Zanardi: l’argento non le basta. Voleva vincere!
Silvia Zanardi, europei Plovdiv 2020
Rammarico Zanardi: era meglio vincere
Questo non significa che fossi rassegnata in partenza, giusto?

Certo che no, sono partita convinta e ci ho provato. Ma già da subito si è visto che lei ne aveva di più.

C’è così tanta differenza rispetto alle gare U23?

Le prestazioni sono superiori. Inoltre, dato che non c’erano tutte le nazionali, è stato più difficile controllare.

Salvoldi ha parlato dei difficili equilibri fra di voi…

Noi cerchiamo di fare gruppo (e intanto ride, ndr) ma sappiamo che ci giochiamo il posto. Però non ci facciamo la guerra e quando ci togliamo il body da allenamento, siamo tutte amiche. Io però quando salgo in pista, voglio vincere. Sarebbe stato meglio vicere. Sì, un po’ rosico…

Quindi adesso vacanze?

Non troppo, del resto con il lockdown ci siamo riposati abbastanza. E’ stato un anno positivo per quel poco che ho potuto correre. Una bella stagione, in crescita. Con il mio allenatore stiamo lavorando per migliorare ogni anno. Sto crescendo piano piano, sto seguendo il mio percorso.

Francesco Lamon, Gidas Umbri, Stefano Moro, Jonathan Milan, quartetto, europei Plovdiv 2020

I pensieri di Lamon, maestro di quartetto

14.11.2020
4 min
Salva

Plovdiv, partenza del quartetto maschile: Lamon è pronto a scattare. Villa si avvicina e gli dice poche parole: «Duro Lemon, mi raccomando». Francesco annuisce, strappando il gesto alla concentrazione. Ma cosa c’è sotto la visiera del primo uomo del trenino azzurro? Nella sua mente è tutto un ribollire, da scacciare per concentrarsi sulla finale. Ma non è facile. Le gambe non sono al top e nelle insicurezze spesso si infilano i pensieri. Come ha vissuto i giorni di avvicinamento vedendo andar via per Covid i compagni di mille battaglie? E come è stato essere il riferimento di tanti debuttanti?

Francesco ha appena finito i massaggi. Al suo europeo manca la madison di domani e poi potrà tornarsene a casa. Il racconto è fluido, come nelle mattine della pista quando si aspettano le battaglie del pomeriggio.

Marco Villa, Francesco Lamon
Parte la finale del quartetto. Villa di avvicina a Lamon: «Duro Lemon, mi raccomando»
Marco Villa, Francesco Lamon
Parte la finale: «Duro Lemon, mi raccomando»
Come stavi?

Partiamo dal presupposto che se anche ci fossero stati gli altri, non so come sarebbe andata. E’ stato un anno strano, con sensazioni diverse dal solito. Non c’era l’attitudine allo sforzo, la base delle gare su strada che a me personalmente è mancata tanto. Poi c’era il dubbio se Ganna sarebbe partito con noi e nemmeno si poteva pretenderlo dopo i mondiali di Imola e il Giro d’Italia.

Invece Ganna a un certo punto è comparso in pista.

E addirittura insisteva, così a noi è venuto morale, uno stimolo in più. Poi invece si è ammalato e dopo di lui anche Scartezzini e Bertazzo. E a quel punto ci siamo chiesti se avesse senso partire. Ne abbiamo ragionato con Villa e alla fine aveva ragione lui. Era comunque un’occasione di fare esperienza, ottenere un risultato. E così siamo venuti in Bulgaria come se nulla fosse successo.

Però dei veterani c’eri solo tu e con il Covid non si sa come funziona…

Eravamo tutti sul chi va là. All’inizio pensavamo che quello di Ganna non fosse Covid. Avevamo fatto tutti i tamponi. Poi Scartezzini e Bertazzo. E io mi sono chiesto: perché a me no? Mi sono convinto di averlo avuto nei mesi scorsi, quando non si correva. Senza sintomi, senza essermene accorto. Nel quartetto ho sentito di non essere in forma, non ero il solito Lamon.

Hai corso davvero poco su strada?

La Vuelta San Juan a inizio anno. Poi una corsa ad Alessandria ad agosto, una in Veneto e le due gare toscane, al Del Rosso e Ponsacco. Cinque corse. Al confronto con Ganna che ha fatto tutta la stagione e Milan che ha fatto il Giro U23, ero troppo indietro.

Non potevi entrare in qualche nazionale?

Bella domanda, ma non mi sento di dire che ne avessi più diritto di altri. Tutti avevano e hanno bisogno di correre.

Francesco Lamon, Vuelta San Juan 2020
La Vuelta San Juan è la prima delle cinque gare su strada di Lamon nel 2020
Francesco Lamon, Vuelta San Juan 2020
Poche per Lamon 5 gare su strada in tutto il 2020
Hai assaggiato il quartetto senza le sue colonne, pensi ci sia un futuro per questi ragazzi?

Secondo me sì. I giovani non hanno tanta esperienza e magari si vede, ma spingono. Milan è con noi da un anno e ha debuttato sul serio ai mondiali di Berlino. Ha un buon livello, potrebbe addirittura essere con noi a Tokyo. Lo dirà Villa.

Hai sempre fatto il primo uomo?

No, per i primi 5 anni sono stato il quarto. Poi nel 2017 ho provato come lanciatore, visto che andavo bene nel Chilometro da fermo. Ed è un ruolo che preferisco, non soffro le partenze. So che devo dare tutto, ma senza strappare, per non danneggiare i tre che mi seguono.

Il tuo sforzo è brutale, non varrebbe la pena usare un dente in meno?

Farei di certo meno fatica, ma quando poi il quartetto è lanciato, sarei nei guai. Addirittura, rispetto agli altri che usano il 61, ho un rapporto un po’ più lungo, il 62×14, come Ganna. Così quando sono a ruota recupero un po’ meglio.

Madison e poi vacanze?

Sì, una decina di giorni, in cui andrò anche a farmi qualche analisi per capire i valori sballati dell’ultima volta. E poi si comincerà a lavorare per il 2021 ancora con la maglia Arvedi.

Bene così, in bocca al lupo per domani. Duro Lemon, mi raccomando…

Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020

Dopo la Vuelta, un’altra gioia per Elisa

13.11.2020
5 min
Salva

E’ un’altra sera di festa in casa Italia, questa volta con Elisa Balsamo e subito dietro Martina Alzini e Silvia Valsecchi. Il velodromo di Plovdiv, che per qualche settimana è parso una condanna per gli atleti destinati a partire per i Campionati europei, ormai è un tempio da dividere fra Gran Bretagna e Italia. Perché, come dice Dino Salvoldi, quando ci sono le inglesi al completo, il livello della gara diventa altissimo.

«Ma quando le prove sono decise dal crono – aggiunge il cittì delle azzurre – c’è poco da fare considerazioni. Loro ci battono, ma a volte andiamo meglio noi. Stiamo facendo progressi importanti. E nella finale dell’inseguimento, ci sta che la Alzini avesse difficoltà in finale. Lei è molto muscolare, non recupera facilmente. Per cui è andata alla pari fino ai primi mille metri, poi ha cominciato a calare».

Martina Alzini, Silvia Valsecchi, inseguimento, europei Plovdiv 2020
Martina Alzini, Silvia Valsecchi: argento e bronzo nell’inseguimento
Martina Alzini, Silvia Valsecchi, inseguimento, europei Plovdiv 2020
Alzini e Valsecchi: argento e bronzo

Alzini record

Martina però è contenta matta. Il tempo del mattino – 3’26”836 nuovo record italiano – non avrebbe avuto il coraggio di pronosticarlo, se non altro per pudore, anche se per farlo ha dato tutto.

«Sono molto soddisfatta – dice – l’oro sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Stamattina sono partita molto tranquilla, era l’ultima gara e avrei dato tutto. Una delle prestazioni più belle che abbia fatto. Mentre in finale sapevo di aver raschiato il fondo, ho faticato a recuperare. E poi queste prove a fine stagione sono state strane. E’ stato l’europeo delle sorprese. Chi poteva dire cosa è successo ai ragazzi? E chi poteva prevedere che con il quartetto avremmo fatto questo tempo? Penso e spero che tutto questo sia un punto di partenza e non certo un arrivo».

Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
E’ fatta, conquistato l’omnium a Plovdiv
Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
E’ fatta, omnium conquistato

Valsecchi stupita

Stupore e soddisfazione anche per Silvia Valsecchi, che a sentirla parlare si è trovata qui quasi per caso e che nel vincere la “finalina” per il terzo posto ha infilato un tempo (3’28”878) migliore di quello che alla Evans è valsa il titolo europeo (3’29”456). 

«Per la preparazione che avevo – dice – non speravo nel bronzo. Quest’anno dopo il rinvio delle Olimpiadi ho fatto fatica a vedere uno scopo nell’allenamento e di fatto ho ricominciato a giugno. Io poi ci metto un po’ ad andare in forma. Così mi è servito tanto il Giro d’Italia. Poi ho fatto qualche gara open e dopo sono stata a Montichiari. Quindi la Vuelta. Sapevo già che non avrei fatto il quartetto, ma Salvoldi mi ha dato la possibilità dell’inseguimento individuale. Sono arrivata direttamente da Madrid. Abbiamo fatto un 3.000 di prova e trovato i rapporti giusti. Peccato doversi fermare proprio ora, peccato abbiano deciso che dopo le Olimpiadi non ci sarebbero state le Coppe del mondo, ma ormai è così…».

Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Dopo la vittoria, lacrime di gioia
Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Dopo la vittoria lacrime di gioia

Balsamo d’acciaio

E poi è scesa in pista Elisa Balsamo, capace di far sembrare semplici le cose difficili. Anche se quando sei in bici contro le migliori d’Europa, di facile non c’è assolutamente niente.

«Elisa – dice Salvoldi – è stata perfetta nello scratch e nell’eliminazione, poi si è gestita bene. Mentre le altre non avevano più gambe per attaccarla. Sono contento per lei. Come abbiamo detto ieri a proposito della Rachele Barbieri, le cose possono succedere. Ma perché succedano, devi farti trovare pronto. E lei fino al 4 novembre è stata con noi a Montichiari, poi è andata alla Vuelta e ha vinto l’ultima tappa. Elisa non va mai piano, ma se recupera bene allora diventa prestativa ai massimi livelli».

Il campionato europeo delle azzurre ora aspetta l’americana Balsamo-Guazzini di domenica e anche i 500 metri di Miriam Vece, che ieri è rimasta male e non poco per non essere entrata in semifinale. La ragazza ha carattere e per rifarsi nei 500 metri ha chiesto (e ottenuto) di non correre il keirin di domani.

Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Per Elisa è il terzo titolo europeo su pista
Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Un altro titolo europeo per Elisa

Pura gioia

Ed Elisa cosa dice? Elisa ha quel sorriso di quando il mondo gira al suo stesso ritmo e le sembra di riconoscerne ogni sussulto. Dopo la vittoria, come anche Martina Fidanza due giorni fa, si è seduta ed è crollata nel pianto liberatorio più bello.

«Non è stato facile – dice – sapevo di stare bene, ma non pensavo assolutamente di potermela giocare con la Trott (Laura Kenny Trott, seconda in classifica finale, ndr). Invece quando le ho battute nelle volate della corsa a punti, ho sentito che le cose avevano preso il giro giusto.

«Diciamo che è stata una stagione strana. Come ci siamo già detti, pensavo che dopo i 18 punti al ginocchio della Gand-Wevelgem fosse andato tutto. Invece quella sosta per guarire, magari mi ha permesso di recuperare bene. Poi c’è stato questo avanti e indietro dalla strada alla pista. Montichiari, la Vuelta e Plovdiv. All’inizio si fa fatica nel passare dalla bici da strada a quella del quartetto, mentre quella delle gare di gruppo ha le stesse geometrie ed è funzionale. Anche perché le tappe della Vuelta erano brevi. Quelle lacrime? Niente di strano. Era pura gioia…».