Quei tre italiani sui Muri: orgoglio e coraggio. Trentin racconta

09.04.2025
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Diciamoci la verità, un po’ abbiamo anche sognato quando domenica scorsa, ad un certo punto, in testa al Giro delle Fiandre c’erano tre italiani. E che italiani: Matteo Trentin, Davide Ballerini e Filippo Ganna. A un certo momento, dopo le bordate di Pogacar, erano rimasti in tre in un drappello di quattro. Da italiani ci siamo esaltati. Eravamo orgogliosi. In quei momenti anche i social hanno segnalato una certa gioia per quell’azione.

Tutto era nato con una fuga di quelle importanti, volte ad anticipare. In questa fuga c’era Ballerini. Poi è arrivato un contrattacco con Ganna e Trentin. Chiaro che nessuno si aspettava (o chiedeva loro) di vincere. Ma essere stati nel vivo della corsa è stato importante.

E alla fine, come Italia abbiamo ottenuto un ottavo, un decimo e un 22° posto. Con l’aiuto proprio di uno di quei protagonisti, Matteo Trentin, riviviamo il Fiandre dei tre italiani, che nella fuga di testa hanno trovato ad accoglierli il giovane Romele.

Matteo Trentin (classe 1989) è un veterano del Nord… e non solo!
Trentin (classe 1989) è un veterano del Nord… e non solo!
Matteo, come è andato questo Fiandre? E cosa ci puoi dire del gruppetto degli italiani, se così possiamo chiamarlo?

La gamba è buona, dispiace che i risultati non lo siano altrettanto. Sì, una bella azione per noi italiani, peccato che ci siamo staccati! Non era un attacco previsto, però se si andava a rivedere l’andamento delle corse precedenti al Fiandre si sarebbe potuto capire chi avrebbe fatto quell’attacco. Un attacco volto ad anticipare, prima del secondo Qwaremont. C’era giusto un intruso…

Chi?

Jasper Stuyven. Lui era un altro calibro e alla fine è andato forte. Abbiamo cercato di anticipare per trovarci davanti nel momento clou della corsa, il più duro, quando poi appunto fosse esplosa la gara. Tutto per fare qualcosa di meglio del “piazzamentino”… ma non è andata a buon fine.

Vi hanno ripreso, eravate nel terzo drappello: Pogacar, il gruppetto Van der Poel e poi voi. Cosa è successo?

E’ successo che sono finite le gambe! Davanti e dietro andavano forte.

Matteo, sei un veterano. E dunque in questa veste di esperto, come hai visto Ballerini e Ganna? Partiamo da Pippo…

Devo dire che al primo scatto, se non fosse stato per Pippo, non sarei rientrato sulla fuga. Io ero al vento già da un po’ e lui ha davvero tirato forte, ha dato un ottimo impulso all’azione. Come l’ho visto? Sui muri ha sofferto molto, si vedeva, ma poi nel finale ne aveva eccome. Ha fatto una volatona.

Ecco i tre italiani in azione alla Ronde… Vedere tre nomi del genere ha esaltato i tifosi del Belpaese
Ecco i tre italiani in azione alla Ronde… Vedere tre nomi del genere ha esaltato i tifosi del Belpaese
Lunga…

Lunga, ma soprattutto forte. Io ho anche provato, ma non è stato possibile uscire dalla sua ruota. Segno che ha forza. E’ Pippo: è così, ha una potenza immensa.

E Ballerini?

Ballero bene. Mi aveva fatto un’ottima impressione già alla Gand e in corsa si è mosso molto bene. Lui è bravo su certi percorsi. In bici si muove anche bene, meglio di Pippo da un punto di vista tecnico. Anche lui, come me e Ganna, ha avuto un momento di crisi prima del finale, però poi ha disputato una buona volata anche lui.

Matteo, sappiamo che andate forte e che si parla poco, ma c’è stata una sorta di alleanza italiana?

No, direi di no. Ognuno ha fatto la sua corsa, poi certo è stato bello ritrovarsi in tre in quel momento. Di sicuro quando eravamo rimasti in quattro e tre eravamo noi, non ci siamo risparmiati e nessuno di noi faceva il furbo. Poi neanche a dire che qualcuno ha fatto qualche scatto sciocco, del tipo che ci si corre contro, perché non ce n’è stata occasione.

Il gruppetto di Trentin, Ganna e Ballerini si giocava l’8° posto, andato proprio a Ganna (foto Instagram)
Il gruppetto di Trentin, Ganna e Ballerini si giocava l’8° posto, andato proprio a Ganna (foto Instagram)
Si è visto. Proprio Ballero ci aveva detto prima del Fiandre che almeno non ci si corre contro…

Ma sì dai, alla fine è stato bello. Sono contento di come sia andata sotto questo punto di vista. Pippo e Ballero hanno ottenuto dei buoni piazzamenti, ma non dopo essere stati invisibili per tutta la corsa: sono stati nel vivo. Mi spiace solo non aver raccolto qualcosa di più, ma almeno mi porto via una buona gamba.

Matteo, ne hai fatti ben 13 di Fiandre e domenica avete siglato una media record. Mentre pedalavate ti stupivi di vedere certi wattaggi o certe velocità?

In corsa non si ha tempo di pensare a queste cose, poi però a fine gara vai a vedere il tempo di percorrenza, la media oraria, e ti accorgi che almeno 60-70 corridori sono andati più forte del vincitore di 5-6 anni fa. Ormai la cosa bella è che non mi stupisco più di questi “record”: si va forte sempre! Se vedi, ci sono quei 4-6 atleti e poi un drappello dietro di 30-40 corridori.

Che Roubaix ti aspetti? Tatticamente vedremo un andamento simile al Fiandre?

Difficile. Alla Roubaix tanto dipende dal vento, dal meteo… e poi è tutta piatta. E’ più complicato fare certe azioni o la selezione davanti. Si va via veloci e si fa una scrematura.