Cimolai, la svolta del Giro e il finale azzurro

09.07.2021
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Il Giro d’Italia ha dato la svolta e aperto le porte. I dubbi che dopo il 2020 erano stati dello stesso Cimolai, sono stati spazzati via dagli ottimi piazzamenti ottenuti nella corsa rosa e così adesso il velocista friulano, che nel frattempo è diventato papà della piccola Mia, si accinge a inaugurare un altro capitolo della sua carriera. Seduti a un tavolo, al riparo di un ombrellone mentre Livigno cerca refrigerio in poche gocce di pioggia, il discorso prende il largo.

Svolta al Giro

Due secondi posti (a Canale e Termoli), un terzo (a Foligno) e un quarto (a Verona), uniti al secondo posto nella classifica a punti hanno richiamato su di lui l’attenzione di qualche squadra, ragione per cui il suo manager Manuel Quinziato, di cui Davide è stato uno dei primi atleti, si è messo al lavoro per vagliare tutte le offerte.

Per Viviani

Ma la sua stagione, si diceva, non è stata soltanto il Giro d’Italia. La partecipazione alla Adriatica Ionica Race come supporto per Viviani ha dato un’altra svolta e fatto aumentare il credito e la considerazione di Davide Cassani nei suoi confronti. Ragione per cui, gli europei e i mondiali che si annunciano fra agosto e settembre potrebbero davvero essere i suoi prossimi obiettivi.

«Gli ho chiesto se voleva venire alla Adriatica Ionica – ricorda Cassani – perché avevamo bisogno di lui per aiutare Elia. E ha detto: va bene, vengo! Cimo è un grande uomo squadra. Basta vedere quello che ha fatto quando Trentin ha vinto l’europeo ed essendo ancora senza squadra avrebbe potuto pensare di più a se stesso. Basta guardare come si è comportato tutte le volte che è venuto in nazionale. Anche l’anno scorso è stato determinante e anche grazie a lui abbiamo vinto l’europeo con Nizzolo. E’ un uomo squadra, si fa trovare pronto. E i percorsi di europei e mondiali sono in effetti molto adatti a lui».

Nel 2018 tira la volata a Trentin che diventa campione europeo
Nel 2018 tira la volata a Trentin che diventa campione europeo

Verso la Vuelta

Davide non fa mistero di puntarci. E se da un lato non si sbottona sulle squadre che si sono interessate a lui, dall’altro torna sugli obiettivi che si era proposto a inizio anno.

«Dopo un 2020 opaco – ammette – mi era venuto qualche dubbio se non fosse il caso di convertirmi definitivamente al ruolo di gregario. Poi il Giro e quei piazzamenti, visto il livello degli avversari, sono stati una bella iniezione di fiducia e la svolta che cercavo. Ero partito per vincere una tappa al Giro e una alla Vuelta. Al Giro è sfuggita di un soffio, riproverò alla Vuelta. E poi europeo e mondiali».

Oggi a casa

Stamattina “Cimo” ha lasciato Livigno e ha fatto ritorno a casa, con Alessia e la piccola Mia, nata subito dopo il Giro d’Italia. La vita è cambiata in meglio. E il sorriso che ha quando parla di sua figlia è qualcosa che raramente gli avevamo visto prima. La stagione sta per riaccendersi. Alla Vuelta faremo tutti il tifo per lui.