Il Manghen, le sfide, la scuola. Quanto spinge il piccolo Andreaus

09.02.2025
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La sua casa si trova quasi ai piedi del Passo Manghen, la salita che nell’immaginario di chiunque sia nato a Borgo Valsugana e sogni di fare strada con la bicicletta rappresenta il confine fra diventare grandi o restare piccoli. La prima volta che Elia Andreaus ha salito il gigante della Valsugana aveva 15 anni. Arrivò in cima con Thomas Capra e i compagni del Veloce Club Borgo e oggi, a tre anni di distanza, il suo sogno sta per diventare realtà.

Dal Team Giorgi, in cui ha corso il secondo anno da junior, la sua strada ha incrociato quella del CTF Friuli, divenuto nel frattempo Bahrain Victorious Development Team, In cui ha ritrovato suo fratello Marco: tre anni di più. Eppure, nonostante sia tutto più grande, Elia mantiene i piedi per terra. Va a scuola, si allena in bici e vive i 18 anni come è giusto che siano. Chi lo conosce meglio lo descrive come un vulcano che non sta mai fermo. Va a pesca e va a sciare, ricorda l’esplosività di Trentin prima che Matteo diventasse saggio e sul lavoro è una macchina da guerra. Grande motore, grandi mezzi e il gusto di battere sulle salite i record altrui. Lo sentiamo nel pomeriggio al termine di un allenamento, nella routine di tutti i giorni che lo vede uscire di scuola alle 12,20, andare rapidamente a casa che per fortuna non è distante e partire con la bici alle 13,30.

«Adesso si stanno allungando le giornate – sorride – il problema c’è a novembre e dicembre. Di questi tempi si fanno anche tre ore con la luce, che è buono. E tutto sommato andare in bici dopo scuola va bene, in certi giorni serve anche per sfogarsi».

Elia Andreaus, classe 2006, ha corso fino allo scorso anno nel Team Giorgi
Elia Andreaus, classe 2006, ha corso fino allo scorso anno nel Team Giorgi
Con l’ingresso nel devo team le cose stanno cambiando?

Eh sì, l’anno scorso ero abituato molto bene al Team Giorgi. Non ci facevano mancare nulla, però adesso è tutto più organizzato. Siamo seguiti di più, alla fine è come essere professionisti. Si sapeva che sarebbe diventato un devo team, era nell’aria.

Quanto è stato brusco il passaggio da junior a under 23?

Rispetto all’anno scorso l’impegno è cresciuto. Faccio più ore, però allo stesso tempo riesco a conciliare scuola e bici senza problemi. Ovviamente se la domenica devo fare cinque ore, sabato sera non esco con gli amici, anche se ogni tanto vado lo stesso (ride, ndr). Credo che fino all’esame di maturità mi terranno un po’ tranquillo, poi sicuramente le ore aumenteranno. Da luglio si farà sul serio.

Qualche mese fa ci hai spiegato di avere un tutor scolastico: è ancora così?

Sì, ce l’ho dalla seconda superiore, perché in prima non si poteva avere. Comunico i giorni in cui ci sono impegni sportivi e i professori mi vengono incontro per le ore di assenza, che non vengono conteggiate. Anche le verifiche e le interrogazioni si possono programmare. Ad esempio dal 14 al 21 febbraio sarò in ritiro con la squadra a Udine. L’ho comunicato agli insegnanti già da tempo e quindi abbiamo concordato che le verifiche e le interrogazioni di quella settimana le recupererò dopo il rientro.

Da quest’anno, Andreaus corre nel Bahrain Victorious Development Team: 15 atleti, 8 italiani
Da quest’anno, Andreaus corre nel Bahrain Victorious Development Team: 15 atleti, 8 italiani
Ti aspettano e ti mettono sotto il giorno stesso che torni a scuola?

No, quello no. Non è che torno dal ritiro e il giorno dopo mi interrogano. Mi accordo con gli insegnanti e stabiliamo quando fare ogni cosa. Da quel punto di vista quasi tutti i professori mi vengono incontro, sono fortunato.

La squadra comincia da Rodi, quando è previsto il tuo debutto?

Non in quella trasferta, perché fra una cosa e l’altra prende quasi 20 giorni. Io non so ancora dove e quando partirò, in teoria potrei cominciare alla Popolarissima, che è il 16 marzo. Poi forse farò alcune corse in Slovenia la settimana dopo, ma penso che conoscerò a breve il calendario definitivo. Non so se ci saranno corse con i professionisti, si vedrà in base a come si sviluppa la stagione.

Squadra nuova, chi segue la tua preparazione?

Da quest’anno ho iniziato a lavorare con Alessio Mattiussi, che segue anche altri corridori del devo team. Invece nell’ultimo anno e mezzo, ero allenato da Paolo Alberati e seguito come procuratore da Fondriest. Maurizio per me che sono trentino è una figura di riferimento. Quando usciamo in bicicletta, quelle due o tre volte all’anno, nonostante la sua età si vede che va forte. Adesso ovviamente le cose sono un po’ cambiate, magari gli tiriamo un po’ noi il collo o almeno lui ci dice così.

E’ il 17 giugno 2021, Elia ha 15 anni e conquista il Manghen con Thomas Capra
E’ il 17 giugno 2021, Elia ha 15 anni e conquista il Manghen con Thomas Capra
Che posto è Borgo Valsugana per fare ciclismo?

Per allenarsi è il top, anche se in inverno è dura: ad esempio durante le vacanze di Natale, partivo la mattina alle 10 e c’erano 7 gradi sotto zero. Però in estate è il massimo, perché la mattina ad agosto parti con 18 gradi e ti alleni per tutto il giorno al fresco e comunque non al caldo come in altre parti.

Quali sono le tue salite preferite intorno casa?

Mi piace Panarotta, che prendi a Levico, a 15 chilometri da Borgo. Poi c’è il Manghen, che è forse è la più iconica che abbiamo qua. Se vado su in cima, poi scendo dall’altra parte e faccio la distanza. Sono proprio dei bei posti.

Qual è un obiettivo raggiungibile per questo primo anno da U23?

A livello di risultati, almeno fino all’esame di maturità, non mi pongo grandi obiettivi. Semmai mi piacerebbe capire che tipo di corridore sono e ovviamente vorrei crescere il più possibile. Si vedrà strada facendo, anche perché non ho idea di quanta differenza di livello ci sia fra juniores e under 23.

La prima vittoria 2024 di Elia Andreaus è stata la Piccola Liegi, seguita da altri 4 successi
La prima vittoria 2024 di Elia Andreaus è stata la Piccola Liegi, seguita da altri 4 successi
Ti alleni mai con tuo fratello Marco?

Allenarci insieme non capita spessissimo, perché lui ha finito la scuola, quindi può uscire la mattina. Magari capita di farlo nel weekend e usciamo insieme anche a Thomas Capra, che vive qui vicino.

Qual è la cosa che meno ti piace dell’allenamento?

Quando il mese è brutto e magari inizia a piovere o fa freddo, ma dipende dalla temperatura. Se è sotto zero, sinceramente il primo giorno sto al caldo, magari faccio un po’ meno o faccio un po’ di rulli o posticipo il lavoro al giorno dopo. Se invece ci sono 5 gradi e magari pioviggina, si esce ugualmente. Anche sabato scorso ho fatto 4 ore sotto l’acqua. Il vero problema non è tanto essere bagnati, quanto prendere freddo.

Qual è invece la cosa più bella dell’allenamento?

Sfogarsi e poter mangiare di tutto. Mangiare quello che si vuole dopo tante ore di bici è uno dei piaceri della vita…

Capra e i primi passi al CTF, con le dritte di Andreaus

17.04.2024
4 min
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COL SAN MARTINO – La voce di Thomas Capra sembra scavargli i polmoni tanto è profonda, quasi come se li scuotesse da dentro. I suoi occhi scuri piantati per terra, e qualche volta nei nostri, cercano parole e risposte. Il corridore del CTF è passato under 23 dopo due anni da junior sotto i riflettori. Con Renzo Boscolo e il suo team, Capra ha fatto un salto importante nella categoria. 

«I primi mesi – dice al via del Trofeo Piva – sono andati molto bene. Mi sono adattato alla categoria o comunque non ho trovato grossi problemi. Un aiuto me lo ha dato anche Marco (Andreaus, ndr), è già al terzo anno e lo conosco molto bene. E’ anche lui della Valsugana, come me. Il suo contributo per inserirmi tra gli under 23 e nel CTF è stato importante».

Il miglior risultato al momento è un terzo posto al GP Brda-Collio
Il miglior risultato al momento è un terzo posto al GP Brda-Collio

Passi decisi

Questi mesi sono andati bene anche nei risultati, con qualche piazzamento e il segnale che sulle qualità si può lavorare. Ora tocca a chi di dovere sgrezzare il diamante per farlo brillare. 

«Non da meno – prosegue Capra – è stato lo staff della squadra. Mi hanno messo a mio agio e abbiamo subito iniziato a lavorare. Sono stati tutti molto disponibili e mi hanno aiutato parecchio. Ci siamo concentrati molto sulla palestra durante questo inverno, al fine di aumentare la forza e l’esplosività. Mi sento un corridore che gioca molto sulla sua forza, anche nelle volate, quindi curare questi aspetti è importante».

Il salto di categoria non si è fatto sentire, complici le qualità atletiche del ragazzo
Il salto di categoria non si è fatto sentire, complici le qualità atletiche del ragazzo
Quindi al CTF tutto bene?

Assolutamente. Rispetto agli anni scorsi è tutta un’altra cosa, mi sto trovando molto meglio. Tra compagni c’è un bel feeling, si vede che in corsa siamo uniti e riusciamo a fare il massimo. Non per caso siamo il team che ha vinto di più fino ad ora. 

Avere un riferimento tra i compagni come Andreaus ti ha aiutato?

Ci siamo confrontati tanto, anche prima della mia decisione di venire a correre al CTF. Abbiamo parlato spesso della squadra e lui ha sempre usato parole di elogio per ogni ambito. Sia per l’organizzazione che per le qualità, diciamo che Andreaus mi ha facilitato nella decisione finale. 

L’inserimento al CTF è stato facilitato dal grande rapporto instaurato con i compagni
L’inserimento al CTF è stato facilitato dal grande rapporto instaurato con i compagni
Quali sono gli argomenti che avete toccato spesso nei vostri discorsi?

Tanto la logistica e l’organizzazione. Entrambi veniamo dal Trentino, mentre la squadra è in Friuli. Questo aspetto risulta comunque importante. Abbiamo parlato di come la squadra organizza gli spostamenti. Un dettaglio da non trascurare anche con la scuola di mezzo. 

In gara che cosa hai notato?

Poche differenze, mi ha aiutato sicuramente il fatto di essere un corridore con un buon fondo. Avere più chilometri di corsa non ha rappresentato un limite. Di solito più aumentano i chilometri più solitamente sto meglio. 

Capra ha già mosso i primi passi al Nord da junior, qui alla Parigi-Roubaix di categoria del 2023
Capra ha già mosso i primi passi al Nord da junior, qui alla Parigi-Roubaix di categoria del 2023
Tu hai corso all’estero da junior e lo hai fatto anche ora da U23, che differenza hai visto?

Il salto di categoria in questo caso direi che si sente. Alla Youngster quest’anno è stata tutta un’altra cosa rispetto a correre in Belgio con la nazionale juniores. Ci si muove più come fanno i professionisti. Con la nazionale lo scorso anno non si riuscivano ad aprire ventagli nonostante ci fosse vento. Una cosa che secondo me è dovuta al fatto che tra compagni di nazionale non c’è tutto questo feeling

Alla Youngster invece ci avevate già raccontato che se ne aprivano parecchi.

Si usano tanto, il vento diventa un fattore determinante e quando corri con compagni con cui ti alleni tutti i giorni queste situazioni riesci a sfruttarle meglio. Infatti dopo pochi chilometri c’era un vero disastro. Sono sicuro che gare del genere daranno una grande mano nel crescere, sia a me che ai miei compagni. 

Casagranda, il punto sulla Coppa. E Conci cosa dice?

12.09.2021
3 min
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Stefano Casagranda è l’anima della Coppa d’Oro. Così, digerita a fatica l’impossibilità di organizzarla lo scorso anno e nonostante un momento personale non troppo semplice, quest’anno si è buttato nella mischia con la forza di un leone e con il supporto portentoso del Veloce Club Borgo. Sotto lo sguardo un po’ ammirato e un po’ preoccupato di sua moglie Caterina Giurato, che non si tira indietro e fa alacremente la sua parte.

Alla partenza stamattina si respirava la solita aria di festa, con la concomitanza degli europei di Trento che non sembrava aver inciso troppo sull’entusiasmo degli allievi e delle loro società. Fra gli ospiti, oltre a Ivan Basso e Gianni Bugno (entrambi vincitori della corsa), si sono visti il presidente Dagnoni e il suo predecessore Di Rocco che ieri, nella conferenza stampa dell’Uci, ha ringraziato e fatto capire che ogni occasione sarà per lui motivo di saluto agli amici con cui tanto ha lavorato. Casagranda nel mezzo ha fatto in modo che tutto girasse a dovere.

Che vuol dire aver rifatto la Coppa d’oro dopo un anno di stopP?

Sicuramente è stato emozionante vedere questa gente che torna a Borgo per una festa del ciclismo.

Il numero sul casco resta per i ragazzi un grande souvenir
Il numero sul casco resta per i ragazzi un grande souvenir
Perché non s’è potuta fare la classica sfilata nel centro?

Ci sono ancora restrizione Covid. Noi ci siamo presi la responsabilità di far partire comunque tutti i ciclisti, probabilmente qualcun altro viene pagato per prendersi delle responsabilità e fa altro per non prenderle. Lo dico con un po’ di polemica, ma è così purtroppo.

Come ha reagito Borgo al ritorno?

Penso che tutti i paesani, almeno quelli storici, sono contenti di avere qui una settimana di festa. Mi ricordo che una volta, quando c’erano più di denari, si partiva il martedì con i concerti in piazza e la solita lunga festa. Noi siamo riusciti a illuminare il castello e illuminare le piazze per tutta la giornata di ieri. E oggi abbiamo fatto il resto con i colori delle maglie dei ciclisti.

Casagranda con Ivan Basso, nelle fasi prima del via
Casagranda con Ivan Basso, nelle fasi prima del via
Si torna alla normalità? 

Anche se oggi vedo ancora qualche mascherina, mi auguro che l’anno prossimo sia tutto come un tempo.

Quanti corridori avete avuto? 

Oggi c’erano 398 iscritti per circa 360 partenti. Ieri fra tutte le categorie ne abbiamo avuti quasi 850 e 1.000 giovanissimi.

Come si mette in strada una corsa con 360 corridori?

Abbiamo 300 persone su tutti i bivi, abbiamo veramente coperto tutto. Abbiamo 16 motostaffette, siamo veramente coperti. Io penso che sia più facile organizzare la Coppa d’Oro che una corsa con 100 corridori cui nessuno tiene. Insomma qui ci sono tanti volontari che ci chiamano. Abbiamo una grande tradizione, è ovvio che partire da zero sarebbe difficile.

Coppa d’Oro, un papà speciale, con le idee tanto chiare…

12.09.2021
6 min
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Borgo Valsugana, un’ora alla partenza della Coppa d’Oro. A Trento i professionisti si preparano per il via degli europei. Lo speaker chiama e presenta i quasi 400 allievi venuti da tutta Italia e da qualche angolo d’Europa per la classica più bella. Ai piedi del palco, Ivan Basso dà le ultime dritte a suo figlio Santiago, che corre con la maglia della Bustese. La Coppa torna dopo il Covid grazie al coraggio del Veloce Club Borgo e del suo presidente Stefano Casagranda. E’ mancato qualcosa nelle celebrazioni della vigilia, ma la piazza è il solito ribollire di sguardi nervosi e gambe guizzanti.

«Sono qui in triplice veste – ha detto Basso poco fa al microfono – come padre, come ex vincitore di questa corsa nel lontano 1993 e come dirigente sportivo».

La chiamata dei corridori dura quasi un’ora, i ragazzi vengono presentati, poi attendono il via
La chiamata dei corridori dura quasi un’ora, i ragazzi vengono presentati, poi attendono il via

Impossibile sottrarsi alla curiosità, mentre a turno i tifosi di ieri e di oggi chiedono di farsi la foto, sotto lo sguardo divertito di suo figlio Levante, che sta un passo indietro. Lui di correre al momento non ha troppa voglia, però ha chiesto al padre che scuole si debbano scegliere per fare il mestiere di Stefano Zanatta

Quando sentisti parlare per la prima volta di questa corsa?

Quando ero esordiente di secondo anno. Questa è la corsa che inizia a proiettarti nella lista dei predestinati. Non è cruciale per la carriera, ma da qui si comincia a tracciare una linea particolare. Erano le prime trasferte, le prime volte che con la squadra si andava in un albergo. E poi ovviamente il contesto. Nelle categorie giovanili, la maggior parte delle gare gare si fa nella provincia, quella era la prima volta che anche andavo fuori regione.

Alla partenza anche Gianni Bugno, vincitore della Coppa d’Oro nel 1980
Alla partenza anche Gianni Bugno, vincitore della Coppa d’Oro nel 1980
Tanta emozione?

C’erano delle emozioni particolari. L’albo d’oro e la storia di questa corsa fanno alzare la tensione, era la prima volta che sentivo quel dolore allo stomaco da prestazione. Prima si andava alla Sagra del Brinzio a Varese, insomma…

Cosa ricordi di Ivan Basso da allievo?

Ero pieno di ricci (ride, ndr)! Ivan basso allievo era già un ragazzo che sognava di diventare un ciclista professionista. Dopo la vittoria in questa gara, sono iniziati i primi articoli sui giornali, le prime attenzioni particolari nei tuoi confronti, soprattutto le squadre che ti cercavano. I primi soldini. Significava anche che arrivavo nella categoria juniores dove potevo già vestire l’azzurro. Il passaggio più emozionante dopo aver vinto la Coppa d’Oro fu vestire la maglia azzurra da junior.

Si corre per il proprio direttore sportivo, ma cosa significò vincerla?

C’era l’orgoglio di diventare un ciclista professionista. Facendo un piccolo parallelo con oggi, la categoria allievi era gestita con le metodologie di allora. In questo momento c’è stata un’evoluzione anche nelle categorie giovanili, ma non sempre se c’è troppa esasperazione la crescita del giovane continua con lo stesso trend. Una volta questa era considerata un momento di passaggio nella crescita, non uno spartiacque.

Quanto è diverso oggi?

Premetto che non mi intrometto e con Santiago parlo di tutto fuorché di ciclismo. E’ Dario Andriotto che si occupa del settore giovanile e anche di mio figlio, ma ritengo che fra i giovanissimi e gli juniores ci siano società che lavorano bene e altre che hanno probabilmente delle aspettative troppo alte per quella categoria

Basta guardare le bici con cui corrono…

Però io non sono d’accordo che un allievo debba avere una bicicletta come quella che usa Fortunato al Giro d’Italia. Ritengo che sia una categoria dove ci vuole il buon senso. Sono ragazzi di 15 anni, devono allenarsi, imparare a mangiare. Ogni anno devi crescere un po’, a questa età è un controsenso dare tutto al massimo. Porto l’esempio di Santiago…

Stefano Casagranda è il presidente del Vc Borgo, organizzatore della Coppa d’Oro
Stefano Casagranda è il presidente del Vc Borgo, organizzatore della Coppa d’Oro
Prego…

Tu non puoi trattare Santiago come un under 23, quando poi lo vedi che un minuto dopo la gara, si mette a giocare a nascondino coi suoi fratelli di sei e nove anni. Non hanno ancora la capacità e la tenuta psicologica. Per cui puoi mettergli dei tubolari velocissimi e gli ingranaggi più belli, ma non cambia niente. Questa è un’età secondo me dove bisogna ancora lasciare libertà e la possibilità di fare altri sport. Ci sono atleti che iniziano a correre 17-18 anni che magari hanno qualche difficoltà nel gruppo, ma a livello di forza ne hanno di più e fanno risultato meglio di chi magari ha iniziato da giovanissimo.

Santiago aveva le tue stesse emozioni venendo a Borgo?

Le stesse. Qual è il genitore appassionato di ciclismo che non ha l’ambizione che suo figlio possa fare il ciclista? Però tutto a suo tempo. Sono convinto che se deve arrivare, arriverà.

Come vi regolate con i ragazzi che escono da squadre un po’ troppo… spinte?

Non li prendiamo. Perché comunque i nostri responsabili dello scouting sono ex atleti, persone che hanno corso con me e sanno distinguere. Per evitare questo problema stiamo cercando di creare una filiera, non una filiera unica perché altrimenti sarebbe penalizzante per le altre società, creando dei gemellaggi con società satelliti. Tant’è vero che stiamo già prendendo ragazzi di 15-16 anni da inserire nelle nostre squadre, ad esempio i due gemelli Bessega. E seguiamo bene tutto. Andriotto oggi è al Buffoni e io sono qua. Ma vorrei aggiungere una cosa…

Quale?

La stragrande maggioranza lavora nel modo giusto, non è tutto sbagliato. Però cercare il risultato e l’esasperazione nella categoria allievi, poi negli junior e anche negli under 23 fa dei grossi danni. Perché comunque non hanno la testa per sopportare i carichi di lavoro o diete particolari. Non hanno la testa per sopportare la pressione e soprattutto devono imparare a perdere. Quindi rischi che a spingere sul fatto che devono vincere le corse, poi non sanno usare il cambio, non sanno frenare, non sanno dare i cambi, non sanno fare una doppia fila, fanno le volate con le mani alte

Vittoria 2021 a Tommaso Alunni su Perracchione e Brunori (foto Natascia Graziola/Mosna)
Vittoria 2021 a Tommaso Alunni su Perracchione e Brunori (foto Natascia Graziola/Mosna)
Tu sei sempre stato molto attento alla preparazione, daresti loro il misuratore di potenza?

No! Ritengo che il misuratore di potenza inizi a dare delle indicazioni utili al secondo anno da e solo in allenamento. Sono d’accordo con l’intervista che ha fatto Andrea Morelli. E’ il cardiofrequenzimetro la vera innovazione. Perché con il cuore l’atleta dovrebbe iniziare a capire e ad ascoltare il proprio corpo. Perché la vera differenza non sarà quanti watt hai al chilo. Quello che fa la differenza tra il campione il corridore normale è la capacità di andare oltre con la testa. Vince chi sa soffrire di più e che basta tener duro ancora un po’. Sono le cose che non insegni, che il corridore impara da sé.

EDITORIALE / Europei e Coppa d’Oro, un’occasione da cogliere

30.08.2021
3 min
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Facciamo in modo che il 12 settembre diventi un grande giorno di ciclismo? Sentite cosa succede. Nel fare i programmi dei prossimi viaggi, ci siamo accorti che nello stesso giorno degli europei di Trento, a 40 chilometri di distanza si correrà la Coppa d’Oro. La classica per allievi più famosa d’Europa.

Si svolge a Borgo Valsugana dal 1965 ed è l’unico evento al mondo in cui gli atleti corrono per la gloria dei propri direttori sportivi. La organizzano Stefano Casagranda e il Veloce Club Borgo. Negli anni l’hanno fatta crescere, coinvolgendo le ragazze con la Coppa Rosa e a seguire gli esordienti e i giovanissimi. E’ tanto alto il livello degli allievi al via, che il prossimo anno alcuni fra i primi correranno probabilmente gli europei nella categoria juniores. Un certo Pogacar la corse nel 2013, non riuscì a vincerla e il 12 settembre nello stesso giorno a Trento correrà l’europeo degli elite.

Nel 2013 alla Coppa d’Oro si mise in luce Pogacar, anche se non vinse (foto Coppa d’Oro)
Nel 2013 alla Coppa d’Oro si mise in luce Pogacar, anche se non vinse (foto Coppa d’Oro)

Calendari da studiare

Siamo onesti fino in fondo. Il primo pensiero davanti alla concomitanza è stato per chi compila i calendari. Si tratta di organismi diversi, ma come si fa a sovrapporre due eventi del genere nella stessa area geografica senza pensare di metterli a sistema? Perché non coinvolgere gli allievi nel circo degli europei, studiando una formula che dia al Trentino la palma di regione ciclistica per eccellenza?

Chiaro, parliamo con occhio da appassionati prima ancora che da giornalisti specializzati. E ci rendiamo conto che in Italia la grande stampa forse neanche lo sa cosa sia la Coppa d’Oro.

Ci siamo resi conto che la corsa di Borgo si conclude alle 13. Più o meno alla stessa ora partiranno i pro’ da Trento. I due eventi sono in qualche modo conciliabili.

Ancora Nizzolo in piazza Duomo, da cui partiranno gli europei (foto Giacomo Podetti)
Ancora Nizzolo in piazza Duomo, da cui partiranno gli europei (foto Giacomo Podetti)

Agitiamo le idee

Qualcuno un giorno raccontò una celebre frase di Enzo Ferrari, secondo cui un grande giornale deve essere agitatore di idee e di uomini. Perciò questo editoriale vuole essere uno stimolo per Maurizio Evangelista e Stefano Casagranda, organizzatori delle due prove, e anche per Enrico Della Casa che presiede la Uec, perché si facciano quantomeno una telefonata. Le date non si toccano, per gli orari forse ci sarebbe tempo. Ma perché ad esempio non aggiungere una premiazione a quelle degli europei, chiamando sullo stesso palco i due vincitori della Coppa d’Oro? Oppure perché non prevedere una navetta che porti a Borgo i giornalisti interessati? Così ci rimangeremo quei pensieri e avremo per un po’ addosso la sensazione di aver reso il 12 settembre un giorno speciale per due ragazzini e i loro direttori sportivi.

Coppa d’Oro, si lavora sodo per tornare

06.02.2021
5 min
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Fra le tante corse saltate lo scorso anno, una in particolare è capace di accendere ricordi incredibili in chiunque vi abbia partecipato: la Coppa d’Oro di Borgo Valsugana. Corsa per allievi con la particolarità che ciascun corridore riceve il compenso di una lira e gareggia per il proprio direttore sportivo. Cancellare la Coppa d’Oro è come se non ci corresse la Sanremo, perciò gli organizzatori del Veloce Club Borgo, piuttosto che farla sparire e visto che si corre di settembre, lo scorso anno si sono inventati comunque delle manifestazioni alternative. Ma non è stata la stessa cosa, per cui l’attesa dell’edizione 2021 è già notevole.

Fino al qualche anno fa, ciascun corridore riceveva come compenso una lira
Fino al qualche anno fa, ciascun corridore riceveva come compenso una lira

Iscrizioni record

«Abbiamo già una quarantina di società iscritte – racconta Stefano Casagranda, ex professionista e presidente del Vc Borgo – e di queste, 30 sono arrivate il primo giorno. Apriamo le iscrizioni il 1° gennaio e dopo cinque minuti c’era già il pieno di nomi. Funziona che di solito ammettiamo le prime 10 del ranking nazionale, poi assegniamo i numeri in base alla data di iscrizione. Anche se poi si infilano sempre e ti trovi in prima fila quelli con numeri superiori al 100».

Andrea Bagioli, già campione italiano, vince la Coppa d’Oro del 2015
Andrea Bagioli, già campione italiano, vince la Coppa d’Oro del 2015

Borgo e le bici

La Coppa d’Oro venne organizzata per la prima volta nel 1965 da Carlo Dalla Torre. Le prime tre edizioni si svolsero nelle città Avio, Preore e Trento e a partire dal 1968 sbarcò definitivamente a Borgo Valsugana. Il Vc Borgo che la organizza svolge prevalentemente attività con ragazzi dai 7 ai 16 anni e strizza l’occhio agli adulti, tesserati come amatori. Negli anni, accanto alla Coppa d’Oro sono nate la Coppa Rosa (allieve), la Coppa di Sera (esordienti uomini e donne) e la Coppetta d’Oro (giovanissimi).

I percorsi partono e arrivano tutti a Borgo Valsugana, con la salita di Telve a indurire la corsa degli allievi. Le prove per i più piccoli si snodano invece all’interno del paese. Casagranda prosegue.

Nel 2018 vince Marco Brenner (Germania), per il direttore sportivo Christian Brenner
Nel 2018 vince Marco Brenner (Germania), per il direttore sportivo Christian Brenner
Che cosa è successo nel 2020?

Abbiamo organizzato gare per esordienti e allievi, uomini e donne, le sole in Trentino. Non sono partiti in 500 ma in 150 ed è stata la prova della voglia di reagire.

Quest’anno di tornerà alla normalità?

La voglia è quella, con un solo punto di domanda. Buona parte dei fondi che servono per l’organizzazione della prova, vengono dalla Festa del Patrono, San Prospero, che si svolge la seconda domenica di luglio e il lunedì successivo. In quell’occasione, con il Veloce Club abbiamo uno stand gastronomico, con le cui entrate sosteniamo la Coppa d’Oro. Quest’anno saranno nuovamente permesse le feste e le sagre? Per questo, dal primo gennaio abbiamo fatto un accordo con una società di ricerca sponsor, che già opera nel basket e nella pallavolo, per vedere se si trova il supporto da parte di qualche sponsor esterno. Non solo…

Nel 2019 vittoria del britannico Max Poole per il direttore sportivo Dan Harvey
Nel 2019 vittoria del britannico Max Poole per il direttore sportivo Dan Harvey
Cos’altro?

Dovremo chiedere alla Federazione. Si pensava di far pagare 10 euro di iscrizione, che saranno restituiti a coloro che pernotteranno a Borgo e dintorni, in modo da sostenere gli hotel della zona. L’idea è di tornare alla formula classica, magari anche migliore, con più premi. E per noi de Vc Borgo potrebbe essere anche un anno buono, perché abbiamo un allievo che va davvero forte: Thomas Capra. Per quest’anno avremo una bella squadretta.

La preparazione dei numeri e di ogni cosa che riguarda la corsa coinvolge tutti gli amici de Vc Borgo
La corsa coinvolge tutti gli amici de Vc Borgo
Le tante iscrizioni riguardano soltanto gli allievi?

No, abbiamo il problema degli esordienti. Per gli allievi abbiamo la deroga e possono correre in 500. Gli esordienti invece possono correre in 200, invece riceviamo 250 iscrizioni per i primi anni e 250 per i secondi. Ma neppure noi teniamo ad avere un’altra deroga, sarebbero troppi da tenere in strada e al riparo da rischi.

Quanto tempo serve per organizzare il pacchetto completo?

Ci sono periodi in cui siamo rilassati, ma ogni settimana arrivano mail da società e da sponsor cui bisogna rispondere. Si lavora tutto l’anno. La cosa buona è che nel direttivo abbiamo tutti intorno alla mia età, meno di 50 anni, e abbiamo parecchie idee da mettere in campo. L’ultima è stata l’idea di far andare in moto il medico di gara, in modo che sia più pronto. E Covid permettendo, ci piacerebbe organizzare un convegno il venerdì prima della gara, parlando di sicurezza e temi che interessino tutti, avendo sul posto così tanti direttori sportivi. Spero che per settembre si torni alla normalità. Del resto il 28 gennaio qua vicino hanno organizzato la Marcialonga…

Il presidente del Vc Borgo Stefano Casagranda con Ugo Segnana, direttore tecnico della prova
Coppa d'oro
Stefano Casagranda con Ugo Segnana, direttore tecnico
Come va con le monete da una lira?

Va che non ce ne sono più. Adesso abbiamo le 5 lire e poi passeremo al centesimo di euro. Non è un gadget che possiamo chiedere indietro, chi ce l’ha se lo tiene stretto. Neanche so bene dove trovino le monete, credo ci pensi la banca di qui. Quando nel 2015 facemmo l’edizione dei 50 anni, nonostante fossimo già passati alle 5 lire, riuscimmo a trovare monete da una lira per l’ultima volta. E fu bellissimo…