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Zanardi ritrova Zanardi: vince e salta nel WorldTour

13.09.2023
6 min
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La vittoria è il balsamo migliore, soprattutto a capo di una stagione in cui Silvia Zanardi ha avuto più frenate che rilanci. Partita forte, poi rallentata dalla mononucleosi, è ripartita in cerca di una direzione precisa, nell’ultima stagione con la BePink, prima di passare in una WorldTour di cui la piacentina non vuole ancora fare il nome.

Al Tour de l’Ardeche, che ha visto il ritorno prepotente di Marta Cavalli, Zanardi ha vinto una tappa andando in fuga e ha lottato fino all’ultimo giorno per un posto sul podio, salvo pagare la prepotenza delle scalatrici nell’ultima frazione: corta, dura e veloce come un dispetto.

Alla vigilia della vittoria, il terzo posto di Avignone dietro Pikulik e Van Dam ha fatto capire che la condizione era giusta
Alla vigilia della vittoria, il terzo posto di Avignone dietro Pikulik e Van Dam ha fatto capire che la condizione era giusta
Soddisfatta?

Ho vinto una tappa e ho portato a casa le due maglie che avevo già vinto nel 2022, anche se quest’anno puntavo a fare un po’ meglio in classifica. Mi sono mancate le gambe in salita. L’ultima tappa era lunga appena 69 chilometri e le francesi della FDJ e anche la Human Powered Health volevano attaccare e alla fine ci hanno fatto fuori, con un ritmo potente e faticoso, per me che non sono una scalatrice.

Una tappa davvero corta…

Personalmente preferisco le gare più lunghe, perché mi piace stare tante ore in bici e non ho problemi a recuperare. Però era il settimo giorno, una tappa corta ci può stare… 

In questo mondo in cui si viene giudicati per i risultati, che cosa vuol dire vincere?

Sicuramente è sempre bellissimo. In più diciamo che mi mancava vincere in fuga. Walter (Zini, ndr) mi dice sempre che bisogna attaccare e, se non ci provi, non saprai mai come andrà a finire. Quel giorno me lo sentivo anche io. Sono partita dopo un traguardo volante, eravamo in tre e mancavano 80 chilometri all’arrivo. Pensavo che la fuga non andasse a buon fine, invece dopo il secondo gpm ci ha raggiunto un gruppetto di altre cinque. Abbiamo iniziato a girare e abbiamo preso un po’ di vantaggio. A quel punto ho pensato che tenere duro mi sarebbe servito per superare le salite, invece quando sono finite avevamo ancora un buon margine. Così su uno strappettino, Walter mi ha suggerito di provare ad andare via. Si è formato un gruppettino più piccolo e siamo arrivate al traguardo. 

La collaborazione fra Zini e Zanardi va avanti da cinque anni e probabilmente proseguirà nel WorldTour
La collaborazione fra Zini e Zanardi va avanti da cinque anni e probabilmente proseguirà nel WorldTour
Pensi che Silvia sia questa o più quella che aspetta la volata?

Sinceramente sono una di quelle che aspetta per far la volata, pur sapendo di non essere una vera velocista. Sono più per i percorsi mossi, da gruppetti e volate ristrette. In una volata di gruppo diciamo che al 99 per cento io perdo. Diciamo che al Liberazione è andata bene perché magari non c’erano tante avversarie, ma era un obiettivo e sono stata contenta di averlo vinto.

La foto dell’arrivo ricorda quella dell’europeo di Trento…

Vero. Anche se non ho vinto lo stesso giorno (la vittoria porta la data dell’8 settembre, ndr), diciamo che è il mese giusto. Pochi giorni prima di due anni fa, quando vinsi a Trento (era il 10 settembre del 2021, ndr).

Serve Zini che ti punzecchia oppure prima o poi certi ragionamenti ti entreranno in testa?

Penso che non sia lui il problema, penso sia una cosa più personale, di convinzione. Se mi avesse detto di andare, io per assurdo non ci sarei andata. Perché il mio cervello è fatto così e spesso ragiona al contrario. E’ da inizio anno che combatto contro questa contraddizione. Lo so che andare in fuga aiuta anche a trovare la condizione, ma non sempre ce la faccio.

Sei stata per anni 5 anni con Walter, ora si va nel WorldTour. Come mai hai atteso tanto?

Alla BePink ho fatto un bel percorso, ma è giusto che sia arrivato anche il mio momento. Sinceramente non avevo tanta fretta di cambiare o di andare in una squadra WorldTour. Non mi sentivo ancora pronta l’anno scorso: un salto così voglio farlo con la consapevolezza di non dover tornare indietro. Voglio farlo e rimanerci per anni, quindi sicuramente bisognava trovare il momento giusto. L’anno scorso era presto, questa volta è giusto.

La vittoria di Trento agli europei U23 del 2021, venuta a capo di una corsa dura e una volata ristretta
La vittoria di Trento agli europei U23 del 2021, venuta a capo di una corsa dura e una volata ristretta
E’ un fatto soggettivo oppure hai la sensazione che alcune colleghe abbiano fatto il passo troppo presto?

Qualcuna ha fatto questo errore, perché ovviamente andare in una WorldTour attira, anche se sei giovane. C’è un tempo per tutto, quindi io non consiglierei alle giovani di fare questo passo dal primo anno, perché comunque è un passo importante. Personalmente preferisco un percorso come quello che ho fatto io, passare magari da una squadra continental, dove ti lasciano crescere, ti lasciano i tuoi spazi e impari quello che serve per salire di livello, fermo restando che non si finisce mai di imparare.

Continuerai a lavorare con Zini?

L’idea è quella di continuare ad averlo come preparatore. Sicuramente il prossimo anno ci saranno tanti cambiamenti e avere lui al mio fianco, che può supportarmi, per me è una sicurezza. Per ora sono contenta di farmi seguire ancora da Walter, in futuro vedremo.

Nel futuro ci sono ancora strada e pista?

Sì, l’ho detto subito alla squadra che a me piace fare pista e sicuramente continuerò. Tutte noi italiane abbiamo in testa che il prossimo anno ci sono le Olimpiadi. E’ vero che a 24 anni sono giovane e potrei pensare anche a quelle dopo, però comunque la voglia di andare a Parigi c’è. Ai mondiali di Glasgow ho visto che il livello si sta alzando ogni anno, vedendo le velocità medie e le avversarie. Non bisogna mai abbassare la guardia e bisogna sempre migliorarsi. Ogni anno bisogna fare uno step in più.

Settima nella corsa a punti, al mondiale di Glasgow. Zanardi ha 9 titoli europei e 2 mondiali in pista
Settima nella corsa a punti, al mondiale di Glasgow. Zanardi ha 9 titoli europei e 2 mondiali in pista
L’Ardeche è stato un momento di rinascita per altre italiane, vedi Marta Cavalli…

Mi sono allenata con lei prima dell’Ardeche e sapevo che era in ottima condizione e che puntava comunque a questo Tour. Sicuramente veder vincere un’italiana è più bello che una straniera.

Che cosa sarà la BePink senza Silvia Zanardi?

Sono entrate due nuove ragazze da stagiste e hanno fatto qualche gara in Francia e in Belgio. Sono giovani e volenterose, hanno sicuramente voglia di crescere e di imparare. Quindi sono sicura che resterà comunque una squadra italiana dove si può fare un bellissimo percorso di crescita. Non so chi prenderà il mio posto, ma sono sicura che ci sarà una “Zanna” al posto mio.

Il primo podio estero della Basilico. E non finisce qui…

22.08.2023
4 min
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Mentre a Glasgow si assegnava il titolo mondiale femminile, Valentina Basilico andava a cogliere il suo primo piazzamento sul podio in una gara internazionale estera, la Picto Charentaise che è una delle classiche del calendario francese. Un piazzamento frutto di una volata imperiosa, chiusa alle spalle della vincitrice francese Verhulst e della olandese Achtereekte. Due cicliste di squadre WorldTour, mentre la ragazza di Desio è una colonna della BePink.

Una prestazione non casuale la sua, frutto della condizione scaturita dal Giro d’Italia, non è un caso infatti che dopo la corsa rosa, la Basilico non sia quasi mai uscita dalle prime 20 nelle gare successivamente effettuate, tutte all’estero e in un contesto di primo piano.

«Eppure non è che al Giro le cose fossero andate così bene – racconta la lombarda – le tappe non erano adatte a me, sulla carta ce ne erano 3 per velociste ma si è sempre andate fortissimo e le volate sono state quasi assenti. Mi aspettavo di più, ma almeno la mia condizione con tanto lavoro e tanta salita è cresciuta».

Il podio francese, con da sinistra Achtereekte (NED), Verhulst (FRA) e la lombarda (foto Alain Biais)
Il podio francese, con da sinistra Achtereekte (NED), Verhulst (FRA) e la lombarda (foto Alain Biais)
Sei uscita meglio di com’eri entrata…

Sì, è vero, prima della corsa rosa non avevo ottenuto grandi risultati, il mio ultimo podio risaliva a inizio maggio. Almeno a qualcosa il Giro mi è servito…

Che corsa hai trovato in Francia?

Era decisamente un percorso più adatto alle mie caratteristiche. Una gara vallonata, con strappi brevi, dove c’era continuamente da rilanciare l’azione. Molte provavano ad allungare, ma nel complesso il gruppo è rimasto sempre compatto. Io mi sono sempre tenuta nelle prime 15-20 posizioni per non farmi sfuggire qualche azione decisiva.

Il team di Zini in gara nelle corse franco-belghe di agosto, a confronto con veri colossi (foto Instagram)
Il team di Zini in gara nelle corse franco-belghe di agosto, a confronto con veri colossi (foto Instagram)
Nel team come ti stai trovando?

Molto bene, le ragazze anche in Francia hanno lavorato molto, io ho dovuto solamente finalizzare. Con le compagne abbiamo formato un bel gruppo, sia in corsa che fuori, c’è sempre una bella atmosfera.

Dopo la corsa francese sei rimasta comunque nelle posizioni che contano degli ordini d’arrivo.

Sono gare che mi piacciono molto. In Belgio si trovano percorsi più piatti, dove conta essere veloci, ma va anche detto che non sempre sono io a finalizzare la corsa, alla Konvert Koerse ad esempio lavoravo per Vettorello e Zanardi, erano loro deputate a fare la volata.

Valentina quest’anno ha vinto il GP Esperia in Rosa. 5 le Top 10 in gare internazionali (foto Instagram)
Valentina quest’anno ha vinto il GP Esperia in Rosa. 5 le Top 10 in gare internazionali (foto Instagram)
Sono queste gare dove ti trovi anche a correre con le formazioni WorldTour. Noti una differenza?

Notevole. Senza nulla togliere agli impegni e alla passione che ci mettiamo noi, ma soprattutto chi dirige la squadra, si vede che quelli sono altri ambienti, con una gestione attentissima a ogni aspetto e grandi mezzi a disposizione. Io quest’anno ho avuto la possibilità di correre spesso contro le più grandi e quando ti trovi a gareggiare contro gente come Wiebes o Kool hai solo da imparare. Mi piace molto sfruttare quelle occasioni e correre a quei livelli, dove anche un piazzamento conta parecchio.

Rispetto allo scorso anno quando hai fatto il tuo esordio nella massima categoria, noti cambiamenti, anche dal punto di vista della gestione fisica delle corse considerando che hai solo 20 anni?

Sì, vedo che riesco a gestirmi molto meglio, che c’è stato un incremento prestativo. Non è solo questione di fisico, io credo che molto conti anche l’approccio mentale alle gare e la condotta delle stesse.

Per la Basilico le esperienze all’estero si stanno dimostrando molto formative (foto Instagram)
Per la Basilico le esperienze all’estero si stanno dimostrando molto formative (foto Instagram)
Sai già dove correrai il prossimo anno?

No, spero di rimanere nel team dove mi trovo molto bene, anche perché il calendario che affrontiamo è di ottimo livello. E’ chiaro che se arrivasse un contatto con un team del WorldTour ci penserei, come farebbe chiunque, ma per ora va bene così.

Il tuo calendario prevede soprattutto gare in linea, ma Giro a parte, nelle corse a tappe come ti trovi?

A me piacciono molto, per certi versi sono anche preferibili alle gare d’un giorno, intanto perché ho un recupero veloce, poi perché in una corsa di più giorni ci sono giornate dove puoi giocarti le tue carte e altre dove lavori per le altre ma non sei costretta ad andare sempre a tutta. Ora poi che ho rotto il ghiaccio con un podio, magari presto arriverà anche qualcosa in più…

Giro Donne, si parte. Chi vince? Rispondono Arzeni e Zini

30.06.2023
8 min
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Finalmente é il 30 giugno e parte il Giro Donne, salvato in extremis nelle sale… operatorie della Federciclismo, soprattutto in vista dei prossimi quattro anni targati Rcs Sport. L’edizione 2023 sarà l’ultima a carico di PMG Sport/Starlight, che ha disegnato un percorso che strizza l’occhio a tante atlete e che dovrebbe garantire interesse in ognuna delle nove tappe.

Anche se la start list si è definita davvero all’ultimissimo istante, abbiamo interpellato due diesse italiani per capire che Giro Donne sarà. Opinioni che vanno dalla A di Arzeni alla Z di Zini, che saranno al via con le rispettive UAE Team ADQ e BePink Gold.

Giro aperto

Fatta eccezione per la breve prova contro il tempo iniziale – adatta alle specialiste – tutte le altre tappe saranno aperte a più soluzioni, nelle quali le leader per la generale potranno recuperare o guadagnare terreno sulle dirette rivali. Di questo avviso è Davide Arzeni, che punta a centrare il podio finale con Persico.

«Non sarà un Giro Donne per scalatrici pure – spiega “Capo” – ci sono tante salite anche se manca quella totem con arrivo in quota come l’anno scorso al Maniva. Per la verità c’è nella quinta tappa (il Pian del Lupo, la “Cima Coppi” con i suoi 1.407 metri, ndr) ma è posizionato ad 80 chilometri dalla fine. In quel caso bisognerà vedere come interpreteranno la corsa le atlete. Credo che quella e la settima frazione, quella dell’entroterra tra Albenga e Alassio, saranno decisive al fine della generale. Sulla carta, giornate semplici non ci sono e anche la tappa di Canelli, a metà delle due di cui parlavo prima, sarà bella tosta. L’arrivo di Modena appare l’unica possibilità per velociste, però nasconde delle insidie nella parte centrale. Insomma, ogni tappa potrebbe essere corsa come una classica».

Arzeni e la sua UAE Team ADQ partono ambiziosi per il Giro Donne sia per le tappe che per il podio finale
Arzeni e la sua UAE Team ADQ partono ambiziosi per il Giro Donne sia per le tappe che per il podio finale

«Dove potrebbero esserci le volate, saremo pronti a sfruttare l’occasione con Consonni – prosegue Arzeni – che tuttavia correrà il Giro come preparazione al Tour Femmes. La generale la cureremo con Persico, supportata da Magnaldi, e confidiamo di fare molto bene. Silvia al campionato italiano è andata fortissimo, peccato solo per il risultato. Lei è cresciuta tanto rispetto all’anno scorso nonostante fosse difficile riconfermarsi dopo i grandi risultati ottenuti.

«Tra le avversarie per la lotta alla maglia rosa, non credo che la SD Worx sarà il faro della corsa anche se vengono con Fisher-Black. Lei ha dimostrato di andare molto forte al Tour de Suisse, ma dà meno garanzie di Vollering per quello che ha detto la stagione. Per la vittoria finale vedo bene Longo Borghini, Van Vleuten e anche Cavalli. Marta l’ho vista in crescita e sapete che sono sempre contento quando lei va forte. Detto questo, naturalmente noi della UAE partiamo con ottimi propositi, visto che siamo tra i primi cinque team al mondo. Rispettiamo tutti ma non abbiamo paura di nessuno e siamo pronti a batterci».

Il testa a testa tricolore tra Longo Borghini e Persico con Cavalli sullo sfondo. Per Arzeni tutte e tre si daranno battaglia al Giro Donne
Il testa a testa tricolore tra Longo Borghini e Persico con Cavalli sullo sfondo. Per Arzeni tutte e tre si daranno battaglia al Giro Donne

Giro chiuso

Anche per Walter Zini il tracciato del Giro Donne è particolarmente stuzzicante, anche se ammette che la sua BePink-Gold non ci arriva nel miglior stato di forma. Il team manager milanese però si augura che le sue ragazze possano essere attive e trovare una buona condizione giorno dopo giorno. Per la generale invece prevede una sfida piuttosto stretta tra pochissimi nomi.

«Arriviamo da un periodo difficile – racconta Zini – e per come siamo ora puntiamo a centrare qualche bel piazzamento in alcune tappe. Ciò non significa che non ci faremo vedere, la voglia di entrare nelle fughe, ad esempio, ce l’abbiamo eccome. Porto atlete che sanno correre con entusiasmo, tra cui Casagranda che è al primo anno fra le elite e che parteciperà più leggera mentalmente, visto che si è fatta anticipare gli esami di maturità, conclusi bene, apposta per venire con noi. In ogni caso sulla carta, anche se non sono al top, Zanardi e Vitillo potrebbero fare bene in un paio di tappe adatte a loro, così come Basilico spero che possa essere protagonista allo sprint a Modena».

Walter Zini spera in una crescita della sua BePink tappa dopo tappa
Walter Zini spera in una crescita della sua BePink tappa dopo tappa

«Per quanto riguarda la starting list – continua – il livello sarà alto, ci saranno quasi tutte le migliori. Il percorso si presta a tante interpretazioni. Ci sono tante cacciatrici di tappe come la Vos mentre per la generale vedo la Van Vleuten favorita rispetto a tutte le altre. Molte delle sue avversarie spesso pagano una giornata storta facendo fatica a recuperare il distacco. Quanto meno questo è ciò che abbiamo visto negli anni scorsi. La quarta e la sesta tappa sono difficili, ma anch’io penso che la quinta e la settima definiranno la classifica. Anzi, nella frazione ligure per me potrebbero fare più selezione le discese che le salite».

Conclusione sarda

Il finale del Giro Donne sarà in Sardegna, da cui partì un anno fa, con due tappe che si prestano ad imboscate. La logistica per forza di cose ha creato una situazione piuttosto insolita. Infatti nelle precedenti trentatré edizioni mai si era verificato un giorno di riposo (e di trasferimento in questo caso) così vicino alla conclusione. Tutto ciò può generare qualche circostanza particolare ai fini della generale?

«Bisogna dire che non si poteva fare altrimenti – analizza Zini – quindi bisogna prenderne atto. Le tappe sarde sono sempre movimentate, lo abbiamo visto nel 2022, e credo lo saranno anche quest’anno. Tuttavia non penso però che potranno stravolgere la classifica, anche se bisognerà capire chi avrà recuperato meglio dallo stress del viaggio».

Van Vleuten tra Cavalli (a sinistra) e Mavi Garcia. L’anno scorso il Giro Donne è finito con questo podio
Van Vleuten tra Cavalli (a sinistra) e Mavi Garcia. L’anno scorso il Giro Donne è finito con questo podio

«Per quello che ho visto dalle altimetrie e planimetrie – fa eco Arzeni al suo collega – sono due tappe che possono presentare dei trabocchetti, durante le quali bisognerà fare attenzione al vento o alle forature, che spesso capitano quando si corre da quelle parti. Anche secondo me la generale resterà invariata perché credo che le atlete cercheranno di scavare i solchi più ampi nelle prime sette tappe in modo da ripartire con margini di sicurezza. Viceversa se così non fosse allora attenzione perché ci sarà da divertirsi parecchio».

Zanardi conquista Caracalla, ma Tonetti cresce forte

25.04.2023
6 min
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«Vince Zanardi». Le parole di Paolo Sangalli a due giri dalla fine del Gran Premio Liberazione non lasciavano spazio a dubbi e si sposavano con quelle di Walter Zini, ben prima di metà corsa. Il tecnico della BePink, seduto nel classico punto sopra alle Terme di Caracalla, spiegava prima di avere le ragazze contate per vari infortuni e poi raccontava che finalmente la sua atleta di punta fosse prossima alla condizione, quindi si potesse sperare in un buon risultato.

«Silvia va in forma correndo – spiegava – come i corridori di una volta. In allenamento non riesce a salire quel gradino in più che invece la corsa ti impone. Per questo credo che dalla prossima trasferta spagnola, in cui saremo fuori per due settimane, tornerà pronta per centrare dei buoni risultati».

Buona la prima

Intanto il primo bel risultato arriva da Roma, a capo di una corsa sempre tirata (in apertura, foto Spalletta). Nonostante le poche atlete al via (probabilmente le imminenti partenze del Lussemburgo e della Vuelta España hanno fatto la loro parte), la BePink ha preso in mano la corsa negli ultimi giri, quando serviva stare davanti, in una giornata che non ha proposto grandi attacchi su un percorso che a detta di Amadori e Sangalli – cittì degli U23 e delle donne – ricorda molto quello del prossimo mondiale di Glasgow.

«Ci voleva – dice Silvia, tornata indietro dalla volata lunghissima – ultimamente ci siamo andati vicino un po’ di volte e oggi il lavoro di squadra ha pagato. Siamo state al Giro di Campania cercando di tirare su il morale e trovare la condizione migliore e oggi è andata bene. La corsa magari non è stata battagliata fin da subito, però quando è arrivato il momento, eravamo un bel gruppo. Noi siamo riuscite sempre a essere in quasi tutti gli attacchi e poi me la sono giocata in volata».

Sono state 75 le ragazze al via del Liberazione di Roma, probabilmente per concomitanze internazionali (foto Spalletta)
Sono state 75 le ragazze al via del Liberazione di Roma, probabilmente per concomitanze internazionali (foto Spalletta)

Gruppo ridotto

Il Liberazione è una corsa difficile da interpretare. Sembra disegnato per un arrivo in volata, ma proprio per questo a volte l’attacco a sorpresa può scombinare i piani delle più veloci. Per questo la vittoria di Zanardi assume un bel valore. Innegabile che l’assenza dei team WorldTour abbia livellato i valori: i team italiani c’erano tutti, ma il fatto che, ad esempio, la Valcar sia diventata il Devo Team della UAE Adq ha privato il gruppo di quel team formidabile, che l’anno scorso si prese Roma con Silvia Persico. Forse se il Giro di Campania fosse stato a sua volta internazionale, qualche squadrone avrebbe valutato di fare il pacchetto completo.

«Il nostro direttore Walter Zini – sorride Zanardi – dice che la volata è sempre l’ultima soluzione. Può capitare di tutto, ad esempio può caderti la catena, come mi è successo domenica scorsa. Per questo un paio di volte ho provato a portare via un gruppetto, ma si è capito che non c’era altra soluzione. Non si poteva sottovalutare nessuno. La Uae aveva due atlete abbastanza veloci, anche la Top Girls e la Isolmant potevano giocarsela in volata, come poi è stato».

Tonetti felice a metà

Alle sue spalle infatti si è piazzata Cristina Tonetti, che abbracciando le compagne ha avuto un crollo emotivo. Lucio Rigato l’aveva studiata bene, convincendo le sue ragazze della Top Girls-Fassa Bortolo a rendere la corsa dura, ma alla fine è stato impossibile sfuggire alla logica dello sprint.

«E’ stata una volata davvero lunga – spiega Cristina – Zanardi è entrata praticamente in testa all’ultima curva e grazie al suo spunto veloce è riuscita ad arrivare alla fine. Forse come squadra non ci siamo giocati le nostre carte al 100 per cento, ma penso che lei allo sprint sarebbe stata comunque imbattibile. Negli ultimi cinque giri abbiamo cercato di fare la maggior selezione, sapendo di essere battute allo sprint, ma purtroppo non c’è stato verso di portare via la fuga. Quel crollo? Un calo di tensione. Sono molto emotiva, non lo nascondo, però credo sia il bello dell’umanità che c’è nel ciclismo. Insomma, essere se stessi è sempre positivo».

Cristina Tonetti è arrivata seconda, prima della compagna Bariani: per lei un ottimo punto di partenza
Cristina Tonetti è arrivata seconda, prima della compagna Bariani: per lei un ottimo punto di partenza

Obiettivi in arrivo

Il suo 2023 prosegue a partire da mercoledì con la trasferta in Lussemburgo, mentre suo padre Gianluca e la madre Gabriella hanno già ripreso la via di Como, temendo di incappare nel traffico di rientro.

«Quest’anno – prosegue Tonetti – abbiamo cominciato la preparazione con più calma in quanto gli appuntamenti più importanti li abbiamo fra maggio, giugno e il Giro d’Italia a luglio. Stiamo iniziando piano piano a carburare. Sarebbe bello raccogliere i frutti del lavoro che si è fatto e non nascondo che il mio obiettivo principale è provare a conquistare la maglia azzurra per gli europei. Non credo di essere ancora al livello per un mondiale».

Sul podio, Zanardi fra le due ragazze della Fassa Bortolo (Tonetti e Bariani)
Sul podio, Zanardi fra le due ragazze della Fassa Bortolo (Tonetti e Bariani)

Zanardi che riparte

Zanardi ha ritrovato il sorriso dopo un periodo un po’ complicato, consapevole che le buone sensazioni in bicicletta diventano anche la chiave per il benessere personale e la serenità che permette di arrivare ai risultati migliori.

«Ora andrò in Spagna con una parte della mia squadra – spiega – mentre l’altra metà andrà a fare il Lussemburgo. Sono abbastanza sicura che in Spagna troverò la condizione, alla Vuelta cercheremo di fare il massimo, anche perché siamo una delle poche squadre continental e cercheremo di metterci in luce. Poi l’obiettivo sarà far bene anche al Giro e nelle prossime gare.

«Diciamo che sono uscita da un periodo un po’ basso, però ci stiamo riprendendo. Questa vittoria ci voleva, tenevo tantissimo a far bene perché era uno dei miei obiettivi di stagione, quindi sono super contenta. Le mie compagne sono state bravissime anche durante la corsa. Dopo il terzo giro sono stata coinvolta in una caduta e per fortuna c’era Alessia Patuelli che mi ha tirato dentro. Quindi devo ringraziare un po’ tutte. Sì, finalmente sono contenta».

Zanardi, carburare in fretta dopo il solito periodo opaco

21.03.2023
4 min
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Silvia Zanardi ha un rapporto conflittuale con questo periodo dell’anno. Una sliding door climatica che soffre più del dovuto e che le condiziona prestazioni e pensieri. Il termine dell’inverno, o se preferite l’equinozio di primavera, giunto ieri può essere un segnale incoraggiante per la 23enne della BePink (in apertura foto Ossola), anche per scrollarsi di dosso un po’ di malanni e malumori di stagione.

«Domenica al Trofeo Binda – ci racconta Zanardi – non stavo ancora bene. Ho un gran raffreddore e ho fatto fatica. Probabilmente può essere una conseguenza degli sbalzi termici degli ultimi giorni e del virus gastrointestinale che ho avuto al Trofeo Ponente in Rosa quasi due settimane fa. In Liguria dopo la cronosquadre inaugurale, ho sfruttato il giorno successivo in cui è saltata la tappa per vedere se stavo meglio ma il giorno dopo ancora mi sono dovuta fermare a metà corsa».

Finora il miglior piazzamento stagionale di Zanardi è un quarto posto alla Valenciana (foto Ossola)
Finora il miglior piazzamento stagionale di Zanardi è un quarto posto alla Valenciana (foto Ossola)

Un deja-vù da allontanare

E’ una situazione di alti e bassi ricorrente quella che vive Silvia da qualche anno. Le sessioni in pista, i ritiri al caldo della Spagna seguiti dalle prime gare nella zona di Valencia. Ha aperto le ultime due stagioni con buoni risultati tra estero e Italia. Poi quando ricompare il brutto tempo, la forma stenta a restare alta.

«Dal 2021 ad oggi – prosegue Zanardi – mi ritrovo sempre giù di tono in questo periodo. Non so perché. In autunno e inverno mi sono dedicata molto alla pista. Ho disputato la prima prova di Nations Cup a Giakarta (23-26 febbraio, ndr) correndo madison, omnium e inseguimento a squadre. Forse ho accusato più del previsto anche i tanti viaggi aerei e non ho recuperato a dovere. E per la verità ho ancora anche qualche chilo da smaltire. Ma sia chiaro, non voglio trovare scuse o giustificazioni.

«E’ colpa mia che non riesco a gestire bene questa mia stanchezza fisiologica. Quando vedo che inizio a non stare come vorrei, tendo a deprimermi, faccio fatica a spronarmi e perdo la costanza. So che bisogna essere al 100 per cento in questi dettagli. Adesso però è il caso di rimettersi in sesto».

Zanardi alla cronosquadre inaugurale del Ponente in Rosa. Due giorni dopo abbandonerà a causa di un virus intestinale (foto Ossola)
Zanardi alla cronosquadre inaugurale del Ponente in Rosa. Due giorni dopo abbandonerà a causa di un virus intestinale (foto Ossola)

Diesel Zanardi

L’attuale stagione della velocista della BePink non sarà priva di traguardi intermedi. Conosciamo Silvia e sappiamo che non ama sbilanciarsi troppo, specie se la sua condizione psico-fisica non è ottimale. Alcuni argomenti poi, come l’eventuale passaggio nelle Fiamme Azzurre o il salto nel WorldTour nel 2024, restano momentaneamente tabù e preferisce non dirne nulla. Tuttavia è consapevole che non può sottrarsi agli appuntamenti più importanti col suo club e con la maglia azzurra.

«Gli obiettivi – va avanti Zanardi, che finora ha raccolto quattro top ten – sono gli stessi di sempre o comunque quelli già prefissati. Nel breve voglio fare bene, anzi il meglio possibile, nelle prossime gare, che siano open o internazionali. Ad esempio il Liberazione è una corsa che mi piace. A giugno tornerò a lavorare in pista per preparare i campionati italiani che quest’anno si terranno a casa mia, a Fiorenzuola d’Arda. Quelle corse torneranno utili in previsione dei mondiali anche se di questo ne dobbiamo ancora discutere con Marco e Walter (rispettivamente il cittì della pista Villa e il suo team manager Zini, ndr)».

L’inizio del 2023 di Zanardi è stato sotto tono ma lei non cerca scuse e vuole recuperare (foto Ossola)
L’inizio del 2023 di Zanardi è stato sotto tono ma lei non cerca scuse e vuole recuperare (foto Ossola)

«Non nascondo che mi piacerebbe fare ancora i mondiali su strada come nel 2022 – conclude Silvia, quasi al termine di un piccolo sfogo – ma so che bisogna meritarsi la chiamata. Di sicuro vorrei fare bella figura al Giro Donne. L’anno scorso non avevo potuto finirlo perché ero dovuta partire con la nazionale per gli europei U23 che si accavallavano. Per tutto ciò che concerne il prossimo anno ne riparleremo più avanti. Ci sono verità che tengo per me, che conosciamo solo io e pochissime altre persone. Adesso posso solo dirvi che col caldo uscirà la vera “Zanna”. Ci metto un po’ a carburare ma so che posso ripetere vittorie e prestazioni di un anno fa».

BePink leader dei team italiani. E se diventasse un Devo Team?

14.02.2023
5 min
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L’effetto porte girevoli nel ciclismo femminile ha determinato un passaggio di testimone tra le continental italiane. In base al ranking, nel 2023 sarà la BePink a guidare i team del nostro Paese dopo la trasformazione della Valcar in UAE Development (quindi con licenza emiratina), che comanda proprio la classifica della seconda serie portandosi in dote i punti raccolti l’anno scorso.

La BePink ha iniziato la stagione dal 26° posto assoluto, piazza consolidata negli ultimi anni considerando che davanti a lei ci sono team continental con budget più alti e che sono in lizza per passare nel WorldTour. Abbiamo così voluto fare una chiacchierata con Walter Zini, il team manager della squadra lombarda, per capire come vivono l’eredità che hanno raccolto.

Basilico (a destra) ha ottenuto un buon nono posto alla prima tappa del UAE Tour
Basilico (a destra) ha ottenuto un buon nono posto alla prima tappa del UAE Tour
Partiamo intanto dal UAE Tour Women. Com’è andato?

Lo avevamo preparato bene a Calpe durante il nostro tradizionale raduno all’AR Diamante Beach Spa Hotel, ma siamo andati negli Emirati senza troppe aspettative. Abbiamo fatto un buon nono posto con Basilico nella prima tappa. Nella seconda invece ha un po’ dormito, rimanendo coinvolta in una caduta. Nello stesso giorno è caduta anche Teolis, costretta ad abbandonare la corsa senza conseguenze. D’altronde c’era molto fermento e nervosismo in gruppo a causa del vento. Nella terza ci siamo fatti vedere mandando in fuga Crestanello. La nota negativa invece è stato il ritiro di Bertolini.

Cosa è successo?

Matilde purtroppo è caduta nella prima frazione in una inversione di marcia attorno ad una rotonda. Una caduta sciocca, quelle in cui rischi di farti più male. Ha battuto la parte destra rompendosi il gomito. Abbiamo fatto subito tac e lastre per capire la vera entità. E’ stato un vero peccato. Lei è giù di morale, ma almeno sta bene e in queste ore stiamo valutando se operarla o meno a Bergamo.

Quest’anno sarete la formazione italiana più importante. Avvertite questa particolare situazione?

Devo dirvi sinceramente di no. Nel senso che noi già negli anni passati volevamo dare una impronta internazionale alla nostra squadra, compatibilmente con il calendario e le possibilità. Abbiamo sempre ragionato con questa ottica per far crescere al meglio le nostre atlete. Diciamo che forse adesso potrebbe essere un motivo d’orgoglio in più nei confronti degli sponsor, cui dobbiamo tanto. Per il resto, ci sono aspetti contraddittori da considerare in questo contesto.

Quali?

Come in tutte le cose c’è il rovescio delle medaglia. Quest’anno non faremo la Roubaix per una incomprensione con gli organizzatori. Speriamo che possano rimediare accettando la nostra richiesta al Tour Femmes. Purtroppo non ci hanno preso alla Liegi e soprattutto alla Freccia Vallone, dove nel 2022 eravamo stati protagonisti con Zanardi che restò a lungo in fuga, vincendo tre gpm. Tuttavia abbiamo ricevuto l’invito al Women’s Tour in Gran Bretagna, una importante gara a tappe WorldTour. Diciamo che alcuni criteri di assegnazione punti e di conseguenza di elaborazione del ranking andrebbero rivisti per la partecipazione a certe corse.

Zanardi ha partecipato agli europei su pista, disputando la corsa a punti (foto Arne Mill)
Zanardi ha partecipato agli europei su pista, disputando la corsa a punti (foto Arne Mill)
Cosa intendi?

Adesso il calendario femminile è sempre più pieno. Non ha senso vedere gare WorldTour in cui partono solo 70 ragazze come al Down Under o altre gare minori in cui sono solo in 40, se non meno. Fare punti lì è più semplice che in altre gare europee storiche. La nostra vittoria WT a Burgos con Vitillo, dove c’erano 120 partenti, non può valere come altre dove c’è meno gente. Oppure come per i campionati nazionali. Vincere in Olanda non è la stessa cosa di farlo in un Paese con partecipazione e livello più basso. Noi fortunatamente siamo sempre riusciti a centrare buoni risultati. Però per una squadra come la nostra è più difficile, tenendo conto che nei Devo team possono correre atlete del WT. Non dico che non sia giusto, ma secondo me bisognerebbe rivedere qualcosa nei regolamenti.

Cosa pensi dei team di sviluppo?

La tendenza delle grosse formazioni sia maschili che femminili è questa. Negli uomini è già avviata da un po’ di anni. Alla fine è stato visto che in pratica costa meno fare un development team che andare in giro a cercare talenti. E’ più conveniente perché così le atlete che hai te le puoi fare crescere come vuoi. Nel giro di poco tempo si arriverà a questa situazione.

La BePink ha raccolto l’eredità della Valcar come miglior team italiano (foto Saccani)
La BePink ha raccolto l’eredità della Valcar come miglior team italiano (foto Saccani)
Quindi, se arrivasse una richiesta, Walter Zini valuterebbe l’idea di fare diventare la BePink un team di sviluppo?

Ad oggi non me lo hanno mai proposto, anche se so che ci sono diverse formazioni WorldTour che stanno cercando. Prima di tutto farei attenzione alle opportunità di crescita delle ragazze. In ogni caso mi potrebbe interessare questa evoluzione, per mettere la mia esperienza al servizio della squadra. Noi sappiamo quanto sia difficile adesso fare attività nel femminile, quindi sapremmo anche come ben comportarci in una nuova eventuale nuova veste. Prima però vediamo di fare una bella stagione come nel 2022. Anzi cerchiamo di fare meglio.

Andrea Casagranda, è lei adesso l’atleta di famiglia

18.12.2022
5 min
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«Quando sono nata io, mio padre ha smesso di correre». Il passaggio di consegne è avvenuto quel 22 settembre 2004 quando Andrea Casagranda è arrivata nella vita di Stefano, a quel tempo alla Saeco, e di sua madre Caterina. Ora l’atleta di famiglia è proprio lei, che nel 2023 diventerà elite con la BePink.

Che il ciclismo fosse nel sangue e nel destino della giovane Casagranda (foto PH Rosa in apertura) era praticamente già scritto. Oltre a papà (9 stagioni da pro’ con 5 vittorie, tra cui una tappa alla Parigi-Nizza), attuale presidente del Veloce Club Borgo ed organizzatore della storica Coppa d’Oro, anche mamma Caterina Giurato è da sempre nell’ambiente in qualità di diesse. Abbiamo deciso quindi di conoscere meglio la diciottenne della Valsugana facendoci raccontare com’è la sua vita da sempre in mezzo alle biciclette.

Andrea Casagranda nel 2022 ha disputato la Gand-Wevelgem con la nazionale (foto Rocco Maes)
Andrea Casagranda nel 2022 ha disputato la Gand-Wevelgem con la nazionale (foto Rocco Maes)
Andrea iniziamo dagli ultimi due anni da junior nel Breganze. Come sono stati?

Alla fine li giudico buoni, anche se mi aspettavo di più visto come ero partita. Nel primo anno ho raccolto inaspettatamente risultati importanti, considerando che da allieva e esordiente mi piazzavo poco. Un bel decimo posto a Cittiglio, una vittoria e in generale belle prestazioni. Quest’anno invece ho preso il Covid a gennaio. Ho dovuto rincorrere la forma giusta e questo mi ha demoralizzata. Forse ero un po’ saltata di testa. Forse pensavo di ottenere molto di più perché più grande di un anno. Tuttavia sono stata piuttosto presente nelle top ten, riuscendo a correre anche la Gand-Wevelgem con la nazionale. Ciò non toglie però che avrei voluto disputare una stagione migliore.

Hai tratto qualche insegnamento da questo?

Sì, certo. Che non tutto viene subito, per scontato. Ho imparato che non bisogna demordere, che nel ciclismo si cresce sempre step by step. Che sì, ci vogliono le gambe ma la testa conta molto di più di quello che si può immaginare. E’ un aspetto sul quale sto lavorando tenendo conto che adesso correrò nella categoria più alta.

Sei spaventata quindi dal primo anno elite?

Direi di no. Innanzitutto ringrazio la BePink che si è interessata a me prendendomi. Sono molto contenta di essere con loro. So che sono nella formazione giusta per fare esperienza ed imparare a correre. Non avrò troppa pressione. Avrò compagne giovani ma già molto preparate e navigate. Spero di poterle aiutare. Fino alla maturità so che dovrò concentrarmi sullo studio. Per mia fortuna ho buoni voti (frequenta il Liceo Scientifico di Scienze Applicate a Borgo Valsugana, ndr) però da luglio 2023 potrò pensare solo al ciclismo.

Che tipo di corridore sei? Ti ispiri a qualche atleta?

Mi definirei passista-scalatrice. Nelle categorie giovanili siamo tutte passiste, poi crescendo e facendo gare più dure escono le vere attitudini. In salita ho notato che mi trovavo bene. Non altrettanto in volata. Sono tutt’altro che veloce (ride, ndr). Mi sto allenando però per diventarla un po’ di più perché serve sempre esserla. Ammiro molto Longo Borghini. Magari poter fare la metà delle imprese che ha fatto lei…

Stefano Casagranda è il presidente del Veloce Club Borgo, organizzatore della Coppa d’Oro
Stefano Casagranda è il presidente del Veloce Club Borgo, organizzatore della Coppa d’Oro
Andrea Casagranda com’è finita a correre in bici? Forzatura o per passione?

Dico sempre che ho iniziato ciclismo da G1 in modo automatico. I miei genitori non mi hanno mai spinto, anzi mio padre sapendo la fatica che si fa mi ha sempre messo in guardia mentre ero giovanissima. Ovvio però che quando mamma e papà lavorano nel ciclismo e ne senti parlare tutti i giorni, è naturale che finisci a correre. Mio fratello Niccolò ha un anno in più di me e aveva iniziato prima. Andavo alle sue gare, mi piaceva, mi divertivo e ho voluto cominciare. Il ciclismo a Borgo Valsugana è veramente di casa. Qui abbiamo Trentin, mentre a Pergine c’è Oss. E poi ricordo bene la settimana tricolore del 2012…

Come l’avevi vissuta?

Come una festa. Da noi, dicevo, tantissimi giovani corrono in bici e tutti ci sentivamo coinvolti. Mio padre era nell’organizzazione e andavo con lui a preparare i percorsi. Mi piaceva vedere le nostre strade addobbate e pieni di professionisti in allenamento. Avevo otto anni, ci capivo molto poco (sorride, ndr) ma mi piaceva. Credo che alla lunga e inconsciamente quei campionati italiani siano stati un incentivo per correre in bici.

Quanto parli di ciclismo con i tuoi genitori?

Abbastanza ma senza fissazioni. Sono contenti di me e che vada alla BePink. Mi chiedono come sto e che allenamenti devo fare. Se possono mi aiutano altrimenti mi appoggio ai tecnici del Veloce Club Borgo. Mia madre è stata la mia allenatrice proprio lì e fino a quest’anno ha guidato esordienti e allieve del Trentino Cycling Academy. Mio padre invece, a proposito della fatica, se n’è fatto una ragione (ripete divertita, ndr).

Andrea nasce passista, ma da junior ha sviluppato attitudini per la salita (foto Tre Giorni Giudicarie Dolomiti)
Andrea nasce passista, ma da junior ha sviluppato attitudini per la salita (foto Tre Giorni Giudicarie Dolomiti)
Ti ha pesato essere figlia d’arte?

No, anche se spesso sentivo dire che siamo raccomandate. Ne parlavo con mio padre dopo che abbiamo letto la vostra intervista a Cristian e Sara Pepoli. Lui ha corso con mio padre e si conoscono bene. Personalmente mi sento orgogliosa di fare lo sport che faceva mio padre, così come penso lo sia Sara, che ho conosciuto alle gare. Non si possono fare paragoni tra figlie e padri. E in ogni caso io non lo sento.

Quanto sa Andrea Casagranda di suo padre Stefano?

Mi sono sempre interessata molto alla sua carriera. Andavo a cercare qualcosa su Youtube, tipo la tappa che ha vinto al Giro del Trentino. So che è stato il suo secondo successo da pro’ con quasi 120 chilometri di fuga solitaria. Poi da junior come diesse ho avuto Davide Casarotto che è stato suo compagno di squadra per tanti anni. Figuratevi quanti aneddoti mi raccontavano…

Acquisti mirati e tridente per la BePink. Ci dice tutto Zini

08.12.2022
6 min
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Squadra che vince non si cambia, recita un popolare adagio dello sport. La BePink del 2023 avrà due figlie d’arte come volti nuovi, ma il grande colpo di mercato è l’aver trattenuto le sue migliori interpreti per ultimare il loro programma di crescita.

Un roster di 13 atlete con una età media di 21 anni, più bassa rispetto a quella dell’anno scorso. Walter Zini e Sigrid Corneo potranno contare ancora sul tridente che l’anno scorso, tra strada e pista, ha conquistato 18 delle 23 vittorie stagionali, compresi quattro titoli europei. Basilico, Vitillo e Zanardi guideranno il team continental lombardo, alla ricerca di una consacrazione personale e collettiva. Sentiamo da Zini come si comporterà la sua BePink l’anno prossimo (in apertura con Zanardi e Vitillo, c’è Letizia Brufani, a sinistra).

Walter Zini è il team manager della BePInk dal 2012 e nel ciclismo femminile dal 1997 (foto Saccani)
Walter Zini è il team manager della BePInk dal 2012 e nel ciclismo femminile dal 1997 (foto Saccani)
Walter avete fatto un paio di innesti mirati in squadra.

Sì, abbiamo cambiato di poco. Tre delle quattro partenti andranno in squadre spagnole. Quagliotto alla Laboral, Drummond alla Zaaf, Escursell alla Massì-Tactic, mentre Dioguardi stava valutando il suo futuro agonistico. Le ringrazio per essere state con noi negli ultimi anni. Abbiamo deciso di sostituirle solo con due ragazze, anche se valuteremo se inserire qualcun’altra più avanti. Arriva Alessia Patuelli dalla UAE Team ADQ (figlia dell’ex pro’ Andrea, ndr) dove ha fatto due stagioni sottotono. E’ una classe 2002, spero di recuperarla e riportarla ai suoi livelli giovanili, in cui aveva dimostrato grandi cose. Poi abbiamo preso Andrea Casagranda dal Breganze Millenium (figlia dell’ex pro’ Stefano, ndr). Sarà al primo anno tra le elite e non vogliamo metterle pressione, ma è una ragazza molto promettente. Entrambe saranno un valore aggiunto.

Hai resistito alle sirene degli squadroni per Vitillo e Zanardi. Però alla fine del 2023 potrebbero partire. Sei preparato a perderle?

Diciamo di sì, ma intanto c’è da correre la prossima stagione e fare bene. Se loro due e altre delle nostre ragazze ripeteranno ciò che hanno fatto nel 2022, non avremo problemi a privarcene. Le aiuteremo a trovare la sistemazione più adatta. Ho ragazze che potenzialmente potrebbero essere pronte al WorldTour, però a me interessa farle passare affinché possano restarci per il resto della loro carriera. E’ per questo che hanno scelto di fare ancora un anno in BePink, per maturare ulteriormente.

Ti aspettavi la stagione che ha fatto “prezzemolino” Basilico?

Sono soddisfatto di Valentina. Le sue doti non si discutono però bisogna pesare i risultati che ha fatto. Ha vinto tre gare open e due in Argentina alla Vuelta Formosa dove il livello era più contenuto rispetto al solito. Attenzione, non sto dicendo che non valgono. Sono importanti e ce le teniamo strette, anche perché ha sempre vinto bene. Ma per me, ad esempio, vale tantissimo il secondo posto che ha fatto al fotofinish a Fourmies dietro Copponi della Fdj-Suez. Lassù c’era davvero un bel lotto di partenti e se avesse fatto una volata più pulita avrebbe fatto il colpaccio. Lei è un vulcano in tutti i sensi. Ha qualità, ma deve imparare a usarle al momento giusto. Ci stiamo lavorando.

Vitillo e Zanardi invece sono chiamate all’annata del definitivo salto di qualità?

Le doti di Matilde sono note. Anche lei ha fatto un grande 2022, con due ori in pista all’europeo U23 insieme a Silvia. Non è molto vincente perché ancora non ha esplosività, però se le lasciano troppo spazio in fuga sa colpire, come a Burgos dove ha vinto una gara WT. Si giocherà di più le sue carte e credo che possa stare con le migliori in certe corse. Però deve essere pronta a correre in modo diverso. Sta crescendo bene e in fretta. La “Zanna” invece dovrà provare nuove gare…

Ce lo ha detto infatti, anche se non era molto convinta.

Sì lo so. Silvia viene da me e mi dice: «Sai che pensavo peggio?». Come alla Freccia Vallone. Non era in forma, però l’avevo mandata in fuga dove andavano forte sia davanti che dietro. Alla fine è stata l’ultima fuggitiva a essere ripresa. Le ho mostrato i dati e analizzandoli le ho detto che fra un po’ di anni potrebbe fare dei piazzamenti a Huy. Nel 2023 mi piacerebbe portarla a correre la Roubaix. Ho fatto richiesta di partecipare e spero ce la accettino. Quest’anno ha vinto in solitaria, andando in fuga o su terreni cui pensava di non essere adatta. Per la definitiva consacrazione le manca il grande risultato nelle gare vere. Penso a Cittiglio o alle Strade Bianche, visto che lei sa guidare molto bene la bici. Deve convincersi dei propri mezzi. Quest’anno lavoreremo per la maturazione psico-fisico.

Per Walter Zini chi sono le altre ragazze che possono mettersi in mostra?

Ce ne sono diverse. Crestanello ha un gran potenziale. Abbiamo aggiustato il metodo di lavoro e nel 2023 potremo vederla davanti nelle volate. Lara si alternerà a Basilico in base al loro stato di forma. Brufani, Vettorello e Bertolini si sono rivelate subito importanti per la squadra, le ultime due pur essendo arrivate a metà di questa stagione. Poi c’è anche Teolis che può rilanciarsi, specie in salita. Ha risolto qualche problema alla schiena e lei ha una grande capacità di gestirsi in corsa. Ma in realtà siamo ben equilibrati. Anche Hajkova, Jencusova e Savi sono sempre preziose in ogni gara col loro contributo. Tutte le mie ragazze sono fondamentali nell’economia del gruppo e bisogna riconoscergli questi meriti.

Che 2023 vuole fare la BePink?

Stare sulla falsariga di quest’anno in termini di risultati andrebbe benissimo. Però vorrei maggiore consapevolezza. Siamo giovani, ma alcune sono mature per fare un certo tipo di attività. La ciliegina sulla torta sarebbe una vittoria in gare di spessore, magari al Nord. E magari anche più di una.

Zanardi: Champions finita, ora sotto con i ritiri azzurri

04.12.2022
5 min
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Poche ore fa era sull’anello del Lee Valley Velopark di Londra per l’ultimo atto della Uci Champions League della pista. Anche quest’anno Silvia Zanardi è stata una delle protagoniste della spettacolare manifestazione allestita da Discovery Sports Events. Il risultato al termine delle cinque prove è peggiore rispetto a dodici mesi, fa ma non è quello che conta o che preoccupa.

«In questa gara – spiega con serenità la 22enne piacentina della BePink – c’è in palio sempre un bel montepremi e tutte vanno sempre come delle moto. L’ho fatta volentieri anche quest’anno perché è utile per viaggiare da soli ed imparare a sistemare sempre meglio la bici, benché a Berlino mi sia fatta male ad un dito mentre sistemavo il rapporto da usare (ride, ndr).»

Ci sono tanti obiettivi nel mirino di Zanardi per la prossima stagione, nella quale non sarà più U23. Diventa “grande” Silvia infatti e lei, da inguaribile incontentabile di se stessa come se non avesse ancora vinto o fatto nulla, vuole lasciare il segno prima di trovare approdo nel 2024 in un team WorldTour. Riprendono le sue parole ad intervallarsi con le nostre…

Com’è andata questa Champions League? Non l’hai fatta solo per fare esperienza perché quella ormai ce l’hai.

Devo dire di sì. In effetti ho aiutato Rachele (Barbieri, ndr) consigliandole rapporti più lunghi, visto che qui si disputano gare corte ed esplosive a differenze delle altre che facciamo con la nazionale. Sono partita contratta nelle prime due prove, a Mallorca e Berlino, poi già a Parigi ho sentito di stare meglio. Ho affrontato le ultime due giornate a Londra più fiduciosa. Ecco, credo proprio che la Champions di quest’anno potrebbe tornarmi utile per gli europei in pista che ci saranno a Grenchen dall’8 al 12 febbraio.

Zanardi, insieme a Guazzini, era una delle due U23 che il cittì Sangalli ha schierato al mondiale australiano
Zanardi, insieme a Guazzini, era una delle due U23 che il cittì Sangalli ha schierato al mondiale australiano
Sarà il primo grande appuntamento del tuo 2023. Ci stai già pensando?

Mi piacerebbe fare ancora la madison, la corsa a punti e il quartetto (rispettivamente oro e due argenti europei nel 2022, ndr) però devo parlarne sia col cittì Villa che con Walter (Zini, team manager della BePink, ndr). Comunque da domani fino al 15 dicembre sarò in ritiro a Calpe col gruppo pista della nazionale e avremo modo di abbozzare dei programmi. Tra l’altro in quei giorni faremo un paio di gare o ad Anadia o a Grenchen. Aspettiamo la conferma.

Restando in tema azzurro, dopo il mondiale di quest’anno, c’è anche il gruppo strada da curare, giusto?

Mi sono integrata bene perché fortunatamente molte di loro sono anche nel gruppo pista e questo rende tutto più semplice, anche se poi alla fine ci conosciamo tutte. Sono andata in Australia per fare la mia gara tra le U23 se si fosse creata la situazione. Ma sono andata soprattutto per rendermi disponibile ad aiutare le mie compagne. Penso di aver dato il mio contributo, però credo anche di aver dimostrato a Paolo (il cittì Sangalli, ndr) di poter contare su di me in appoggio alla squadra.

A marzo Zanardi vince al Trofeo Ponente in Rosa. Si ripeterà in Ungheria, al Tour dei Pirenei e all’Ardeche (foto Ossola)
A marzo Zanardi vince al Trofeo Ponente in Rosa. Si ripeterà in Ungheria, al Tour dei Pirenei e all’Ardeche (foto Ossola)
Movistar, BikeExchange e un altro paio di formazioni WT si erano interessate a te, ma hai deciso di restare alla BePink. Perché?

Naturalmente sono sempre stata lusingata e lo sono ancora di queste voci. Non ho accettato le loro proposte perché ho preferito proseguire nel processo di crescita che ho iniziato qua. Mi ritengo a buon punto, ma sono ancora giovane. Qui nel 2023 ho la possibilità di fare un ulteriore step con la giusta pressione, anche se con Walter, che era su con me a Londra, non c’è una giusta pressione (dice sorridendo, ndr).

Appunto, lui con te usa bastone e carota. Cosa ti dice in merito?

Walter vorrebbe correre di più al Nord per farmi fare esperienza. Io non amo le gare in Belgio, ad esempio. C’è il pavè, ci sono strappi duri e c’è troppo freddo. Glielo dico sempre che non fanno per me. A piace stare al caldo (ride, ndr). Battute a parte, lui ha ragione e so che devo passare per queste corse per formarmi. Nel 2023 non dovendo preparare le gare U23 in pista con la nazionale potrò correre di più su strada, magari andando di più al Nord.

Nel 2023 Silvia (qui con Brufani e Vitillo) sarà ancora il faro della BePink
Nel 2023 Silvia (qui con Brufani e Vitillo) sarà ancora il faro della BePink
Considerando la stagione che hai fatto, in cosa devi migliorare per l’anno prossimo o in generale?

Vorrei mantenere una maggiore continuità mentale tra un periodo di gare e l’altro. Concentrazione, se vogliamo darle un nome. Quest’anno ho avuto un momento in primavera in cui mi ero un po’ persa. Avendo un anno in più non dovrei ripetere gli stessi errori. O almeno spero. Di sicuro mi impegnerò perché non accadano più certi episodi di deconcentrazione.

Come si vede Silvia Zanardi da grande? Ovvero da fine 2023 in poi?

Non nascondo che mi piacerebbe andare in una formazione WorldTour. So che i team manager e diesse delle altre squadre osservano sempre tutto. Tante cose, dai risultati a ciò che succede fuori o lontano dalle dalle gare. Finora ho ottenuto buoni risultati, ma posso fare meglio. Nella prossima stagione vorrei alzare il livello delle vittorie o prestazioni che ho fatto quest’anno. Quello sarebbe un ulteriore bel biglietto da visita per chi mi cercherà.