Anche Pidcock a Tokyo in Mtb. Facciamo il punto

01.04.2021
4 min
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Non solo Van der Poel, anche un altro big della strada, seppur giovane, punta alle Olimpiadi in Mtb. A Tokyo, infatti, tra i pretendenti alle medaglie ci sarà anche Tom Pidcock. L’inglese della Ineos Grenadiers ha ottenuto il benestare dal suo team per la sfida a cinque cerchi. 

Si tratta davvero di un qualcosa di nuovo, al di fuori dagli schemi per la squadra di Sir Brailsford, la quale però come più volte abbiamo detto sta cambiando pelle.

L’inglese competitivo alla Strade Bianche tra Van Aert e Van der Poel
L’inglese competitivo alla Strade Bianche tra Van Aert e Van der Poel

Un sfida complicata

Tom è senza dubbio un asso della mountain bike. Ha vinto il titolo mondiale U23 nel 2020 (e persino quello assoluto in e-Bike). Tuttavia lo scalatore (ma è giusto definirlo “solo” così?) non ha più fatto gare di livello internazionale. Per farla breve, in Coppa del mondo non si è mai scontrato con i super big. Gli manca il testa a testa con la “cavalleria pesante” del cross country, la specialità olimpica. Lo stesso Van der Poel quando si ritrovò a gareggiare con gli elite ebbe le sue difficoltà all’inizio.

Un conto infatti è scontrarsi con calibri che rispondono ai nomi di Schurter, lo stesso Vdp, Sarrou, Avancini, Flueckiger… e un conto è con gli U23, seppur fortissimi come Vlad Dascalu, che corre in Italia nel Team Trek-Pirelli, o Filippo Colombo, ticinese che ogni tanto si affaccia su strada e spesso esce in allenamento con Nibali e Bettiol. Questi ultimi sono forti, ma ancora distanti dai leader.

Per questo motivo, quando Tom ha annunciato l’obiettivo olimpico ha dichiarato anche un calendario abbastanza intenso di prove offroad.

«Inizierò – ha detto Tom – la stagione con una gara a Leukerbad in Svizzera, tappa di apertura del Proffix Swiss Bike, il primo maggio. Si tratta pertanto di un inizio tosto, considerando il livello medio che c’è in Svizzera. A seguire ecco le tre tappe di Coppa del mondo: Albstadt, Nove Mesto e, dopo un mese circa, Leogang. A quel punto valuteremo se fare altre gare oppure no».

Nel 2020 Pidcock ha conquistato il titolo iridato U23 nel cross country
Nel 2020 Pidcock ha conquistato il titolo iridato U23 nel cross country

Obiettivo: fare punti

Uno dei nodi delle gare di cross country è la griglia di partenza. Questa è stabilita in base al ranking Uci e in questo caso Pidcock, proprio perché ha gareggiato poco, è piuttosto indietro (è 92°) e i punti Uci fatti tra gli U23 non contano in chiave olimpica. Questo non vuol dire che a Tokyo partirà così dietro, perché comunque i posti sono limitati, ma certo anche solo ritrovarsi in quarta o quinta fila vorrebbe poter dire addio alle medaglie già in fase di partenza. Il rischio di rimanere imbottigliati in cadute e noie meccaniche è molto elevato.

Per questo, ancor più che Van der Poel, Pidcock farà le prime due gare di Coppa, quelle che assegnano punti Uci: deve guadagnare posizioni. Questo potrebbe voler dire che ancora prima di cercare la prestazione, Tom correrà con l’intento di risalire il gruppo e trovare il feeling nelle gare di altissimo livello. In particolare Nove Mesto è molto complicata anche dal punto di vista tecnico, con il suo celebre rock garden, il più lungo di Coppa.

«Se farà bene ad Albstadt – ha detto il suo allenatore Kurt Bogaerts – le chance aumenteranno. Arrivare tra i primi 16 in Germania gli consentirebbe di partecipare alla gara di qualificazione dello short track (una sorta di qualificazione tipo la F1, ndr) per la gara di Nove Mesto. E partire a sua volta più avanti gli dà maggior possibilità di fare bene e di ottenere punti».

Pidcock durante i test con la sua Bmc Fourstroke
Pidcock durante i test con la sua Bmc Fourstroke

Dal pavè alle rocce

Intanto Pidcock sta correndo le classiche fiamminghe. Per le quali ci dicono essere particolarmente concentrato. La prestazione ottenuta alla Strade Bianche lo ha galvanizzato e gli ha dato la consapevolezza, semmai ne avesse avuto bisogno, che è competitivo anche WorldTour. 

Sempre secondo il suo coach questi sforzi gli potranno fare bene anche in ottica Mountain Bike, ma correre su certi terreni, acquisire la tecnica resta comunque fondamentale. E farlo in corsa lo è ancora di più.

Tom è andato in Spagna, a Banyoles, in Catalogna, per lavorare su questo aspetto. E lo ha fatto prima delle classiche del Nord, anche perché doveva mettere a punto alcuni nodi tecnici, come la scelta della bici sulla quale gareggiare visto che Pinarello (marchio della Ineos) non produce Mtb. Alla fine Tom ha optato per una Bmc Fourstroke con sospensioni SR Suntour e componenti Shimano. Una bici molto simile, per non dire identica, a quella utilizzata da Jordan Sarrou, nell’ultimo campionato del mondo (da lui vinto). Una bici sul cui sviluppo c’è la forte impronta di Julien Absalon, due volte campione olimpico e pluri-iridato. 

Si tratta di una full suspended (biammortizzata) e il marchio SR Sountour, anche se molto più piccolo rispetto a Fox e Rock Shox, consente un lavoro molto più personalizzato con i suoi corridori. Insomma, Tom potrebbe averci visto lungo nella scelta del mezzo e delle sospensioni. Sapendo che la tecnica, almeno a certi livelli, potrebbe essergli contro ha cercato di sopperire a questo gap con una bici che perdona un po’ di più.

Noi intanto aspettiamo con grande curiosità il mese di maggio, per vedere lui e VdP a confronto coi giganti della Mtb.