Coden e i suoi ragazzi in Spagna: tra vittorie e prove di futuro

19.09.2025
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Alessandro Coden e i suoi ragazzi sono tornati a casa dopo il viaggio che li ha condotti in Spagna per correre la Volta Ciclista a Galicia. A cavallo tra le verdi colline a picco sul mare i corridori della Campana Imballaggi-Geo & Tex-Trentino hanno raccolto una vittoria di tappa con Leonardo Volpato. Dopo 2.250 chilometri per riportare in Italia i mezzi, Coden è stanco ma felice: questa esperienza entra in un contesto più grande che prevede una crescita costante del team (in apertura foto Volta a Galicia). 

«Siamo partiti domenica alle tre del pomeriggio – racconta Alessandro Coden – e siamo arrivati lunedì mattina alle undici. Io in ammiraglia e il meccanico in furgone, un viaggio lungo ma siamo contenti di com’è andato. Abbiamo preso anche le misure con questo genere di trasferte: non è la prima fuori dall’Italia, ma la Spagna era davvero lontana. Ad esempio, per una questione di costi e trasporto, il massaggiatore l’ho preso direttamente sul luogo».

Per la Campana Imballaggi-Geo & Tex-Trentino la trasferta in Spagna è stata estremamente produttiva (foto Volta a Galicia)
Per la Campana Imballaggi-Geo & Tex-Trentino la trasferta in Spagna è stata estremamente produttiva (foto Volta a Galicia)
Come mai siete andati fino in Spagna?

Perché mi piace fargli fare certe esperienze ai ragazzi. La Volta ciclista a Galicia è una corsa a tappe nazionale ma c’erano squadre giovanili di alto livello e anche corridori elite di grande spessore. In Spagna è diverso perché si trovano anche ex professionisti di 30 o 32 anni in queste gare. Gente che ha corso e ha un certo tipo di esperienza. Mentre in Italia le corse a tappe di questo livello hanno per lo più atleti under 23.

Si corre in maniera diversa?

Diciamo che non c’è un meglio o un peggio. Tutte le gare sono importanti, noi siamo venuti in Spagna perché in gruppo ci sono corridori esperti che vedono la corsa in maniera differente. Si apprende un modo nuovo di vivere la gara, dal chilometro zero si va a tutta, senza rispiarmiarsi. Chi ha le gambe tiene il ritmo e vince.

I tuoi ragazzi come si sono comportati?

Bene, sono contento di quanto fatto. Abbiamo anche vinto una tappa con Leonardo Volpato. Per molti di loro questa era la prima esperienza all’estero, quindi era un passo necessario per la crescita e la maturazione. Le tappe erano impegnative, ma noi siamo stati sempre nel vivo della corsa. Il giorno in cui Volpato ha vinto, la squadra ha tenuto testa a tutti. Siamo andati in fuga, poi eravamo presenti nel contrattacco e poi abbiamo dato la stoccata finale. 

Esperienza che entra in un’ottica di crescere sotto tutti i fronti?

Dal 2026 vogliamo fare un calendario ancora più impegnativo con tante corse all’estero. Al 99 per cento saremo continental e questo è un salto importante, ma necessario. Terremo i migliori atleti, come Volpato, e ci saranno innesti interessanti. L’idea è di avere una decina di ragazzi e fare una formazione competitiva

Come mai fate questo passo?

Vogliamo vedere se cambia qualcosa, l’obiettivo è di risultare più appetibili per prendere atleti strutturati e ampliare il bacino d’utenza. La società e gli sponsor, tra cui ovviamente Campana Imballaggi, hanno deciso di fare degli investimenti. Non nascondiamo che l’impegno economico sarà maggiore, abbiamo già misurato la febbre con la trasferta in Spagna.

In che senso?

Parlo dei costi. In Galizia eravamo ospitati dall’organizzazione e questo ci ha dato una grande mano. I biglietti aerei, la benzina e tutto il resto lo abbiamo pagato di tasca nostra. Però siamo decisi e fiduciosi, dovrebbero entrare anche due nuovi sponsor. Quindi direi che siamo pronti.

La scelta della Campana Imballaggi, prossima continental

05.08.2025
5 min
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Quello della Campana Imballaggi-Geo & Tex – Trentino è un impegno oneroso, considerando che ha tre squadre: una di allievi, una di juniores e una di under 23. Tre squadre con i loro staff, con il loro calendario, con tante speranze riposte nei ragazzi che pian piano crescono sperando di trovare spazio fra i “grandi”.

Alessandro Coden, manager del team Under 23 pronto a un salto di qualità nel 2026 (foto team)
Alessandro Coden, manager del team Under 23 pronto a un salto di qualità nel 2026 (foto team)

A gestire la formazione degli U23 c’è Alessandro Coden, che descrive la struttura: «Alla guida degli juniores c’è un mio ex atleta. Con gli U23, anche noi facciamo tanta attività all’estero, abbiamo corso il Giro d’Austria, prima del Giro NextGen, poi andremo in Spagna a settembre e forse avremo anche un impegno in Belgio, per far assaggiare ai ragazzi che cosa significa correre al Nord. Senza contare tutta l’attività internazionale in Italia. E’ un impegno oneroso, considerando che fra i due team ci sono più di 20 ragazzi impegnati pressoché ogni domenica».

Rispetto al passato sta diventando sempre più difficile gestire una squadra under 23?

La gestione di per sé non lo sarebbe, fortunatamente abbiamo degli sponsor che ci sostengono e che rimangono nel tempo. Non guardano solo ai risultati, ma a tutto il complesso dell’attività e del lavoro con i ragazzi. Sanno che se non fai questo tipo di attività, impegnandoti anche all’estero, confrontandoti con il meglio della categoria, non cavi un ragno dal buco. Ma nel confronto con gli altri anni non è che in questo sia diverso.

La Campana Imballaggi nel complesso ha 28 ragazzi, fra U23, juniores e allievi (foto team)
La Campana Imballaggi nel complesso ha 28 ragazzi, fra U23, juniores e allievi (foto team)
Negli ultimi anni però si sono affermati i devo team, la strada per il professionismo è diventata più ardua se non si passa attraverso di loro…

Esatto, su questo devo dire che il nostro mondo è cambiato e c’è maggiore squilibrio. Io sono sempre stato di un’idea precisa: quando uno junior passa di categoria, dovrebbe fare i primi due anni in Italia, in un team italiano. Ci deve essere un sistema che tuteli il movimento nazionale, altrimenti si rischia di sparire tutti.

Secondo te aiuterebbe un sistema come è in vigore negli altri sport, nei quali quando un atleta firma per un grande team, chi l’ha cresciuto prende un indennizzo secondo una sorta di schema piramidale?

Qualcosa del genere c’è già, ma certamente aiuterebbe se ben strutturato. Io però non ne faccio solo una questione economica, secondo me servirebbe anche per tutelare l’attività nazionale nel suo complesso, dando anche il tempo ai ragazzi di maturare, perché non tutti coloro che passano da junior sono già pronti, anzi…

Christian Piffer è una colonna del team, atteso a risultati nella seconda parte dell’anno (photors.it)
Christian Piffer è una colonna del team, atteso a risultati nella seconda parte dell’anno (photors.it)
In questo momento è più difficile gestire un team juniores o U23?

Per quel che vedo, è più difficile con gli juniores perché hai addosso la maggior parte dei genitori che si preoccupano del rendimento e delle possibilità del figlio, senza pensare davvero al suo futuro. So ad esempio che ci sono tanti ragazzi che stanno passando nei devo team e per farlo lasciano la scuola, abbandonano prima dell’ultimo anno delle superiori. E’ una scelta folle, se poi la tua scommessa ciclistica non funziona, sono guai seri.

A tuo modo di vedere quanta colpa c’è in questo da parte delle famiglie?

Tanta, e non so neanche se sia per il miraggio economico come avviene nel calcio. Io so solo che vengono da me e mi dicono: «Mio figlio ha già firmato per quella squadra» e non sanno neanche che si parla di un team U23 e non professionistico. Sono abbagliati dal nome. E come succede la maggior parte delle volte, dopo un paio d’anni la riconferma non c’è e tornano all’ovile, ma senza diploma non hanno nulla in mano. E lo dice uno che le superiori neanche le ha fatte.

Leonardo Volpatop è tornato quest’anno alla Campana Imballaggi. 6° giovane al Giro d’Austria (photors.it)
Leonardo Volpatop è tornato quest’anno alla Campana Imballaggi. 6° giovane al Giro d’Austria (photors.it)
Perché?

Non nego che me ne sono pentito, ma io ho avuto la fortuna di entrare nella Polizia Penitenziaria quando correvo. Ma se un ragazzo non ha questa fortuna di entrare in un corpo militare, se per qualsiasi ragione nella sua militanza nel team internazionale si fa male o qualcosa va storto, che gli resta? E’ qui che i genitori hanno una grossa responsabilità, dovrebbero essere loro abbastanza maturi da pensarci, da riflettere sul futuro dei loro ragazzi e non farsi abbagliare da facili quanto immaginari guadagni.

Venendo al gruppo vostro, su chi punteresti fra i tuoi ragazzi per un futuro ciclistico?

Ad esempio c’è Leonardo Volpato, che dopo due anni alla MBH Bank Ballan ha deciso di venire con me a fine stagione. Ha fatto 10° al campione italiano, è sempre lì, è un bravissimo ragazzo ma è un po’ testardo. Si allena da matti, ma alla fine porta meno di quel che meriterebbe. Adesso ha incominciato ad ascoltare di più e gli effetti si vedono: bene al Giro d’Austria, bene al NextGen. Qui mi tolgo un sassolino dalla scarpa: ci dicevano che eravamo i peggiori, alla fine abbiamo fatto quarti fra le squadre italiane. Oltre a lui c’è Piffer, c’è Vecchiutti che ha vinto una corsa la settimana passata, quella di San Donà in notturna che per noi è un campionato del mondo.

Da Francesco Vecchiutti è arrivata la vittoria più attesa, al Memorial Cochi Boni (photors.it)
Da Francesco Vecchiutti è arrivata la vittoria più attesa, al Memorial Cochi Boni (photors.it)
E dagli junior chi ti segnalano?

C’è un bel ragazzino, Alessandro Avi che farà l’under 23 con noi anche perché nel 2026 passeremo continental. E’ uno che va bene nei percorsi ondulati, su salite non tanto lunghe.

Perché diventare continental?

Perché è ora di cambiare. In Italia dobbiamo adeguarci, se guardate, di team regionali ce ne sono pochi, per fare un certo tipo di attività devi fare il salto. Ci proviamo, non è detto che la facciamo. Certamente c’è un aggravio di spese notevole, devi dare un minimo di stipendio ai ragazzi, anche a quelli dei primi anni, poi ci sono le assicurazioni, la fidejussione. La cosa un po’ mi preoccupa, ma per il futuro della Campana Imballaggi dobbiamo farlo…

Finamoni: «Alla Campana per amore verso il ciclismo giovanile»

26.02.2025
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La chiusura del settore giovanile da parte della SC Padovani a favore della formazione continental aveva portato tanti ragazzi a trovarsi senza squadra di punto in bianco. Una situazione che ha aperto il cuore e le porte della Campana Imballaggi e di Alessandro Coden. Infatti dopo un colloquio con sponsor e collaboratori è nata la formazione allievi della Campana Imballaggi. La figura di riferimento sarà Massimo Finamoni, diesse della categoria alla Padovani e anche lui migrato ciclisticamente in Trentino dopo la chiusura della squadra (in apertura Stefano Colombo/ Cyclingshoots).

«Sono appena arrivato in ufficio – racconta Finamoni – oggi (ieri per chi legge, ndr) piove e i ragazzi non si allenano, ho un cuore anche io (dice con una risata, ndr). Gli impegni non mancano comunque, visto che devo portare le bici dal meccanico».

A sinistra Massimo Finamoni insieme ad Alessandro Coden (foto Stefano Colombo/Cyclingshoots)
A sinistra Massimo Finamoni insieme ad Alessandro Coden (foto Stefano Colombo/Cyclingshoots)

Il richiamo dei ragazzi

Finamoni ha legato la sua passione del ciclismo alle categorie giovanili. Appena parla ci fa subito capire che avere a che fare con la crescita personale e atletica di questi ragazzi gli dà un qualcosa di unico.

«Prima di allenare gli allievi – spiega ancora Finamoni – ero con gli esordienti e nel mio percorso sono passato anche dalla categoria juniores. Però la dimensione che più mi piace e mi realizza a livello personale è quella degli esordienti e degli allievi. Mi sento di essere un educatore ciclistico e questo mi dà tanta voglia di lavorare e mettermi a disposizione. Capisco l’importanza delle mia figura nella crescita e nella maturazione dei ragazzi».

La formazione allievi della Campana Imballaggi è composta da otto ragazzi, cinque dei quali arrivano dalla Padovani (foto Stefano Colombo/Cyclingshoots)
La formazione allievi della Campana Imballaggi è composta da otto ragazzi, cinque dei quali arrivano dalla Padovani (foto Stefano Colombo/Cyclingshoots)
La chiusura della Padovani è stata una doccia fredda?

Per un certo verso sì, ma d’altra parte la squadra era stata scottata dalla scelta di alcuni ragazzi che avevano deciso di cambiare maglia di punto in bianco. Dopo tante delusioni e complice l’interesse di alcuni sponsor, hanno deciso di creare definitivamente il progetto continental.

Come hanno preso la scelta i ragazzi?

Alcuni non sapevano dove sbattere la testa considerando che erano alla Padovani da sempre. Ci sono state delle reazioni di rabbia cieca alla base delle quali ho capito ci fosse della frustrazione. Io dico sempre che i pensieri dei ragazzi sono come l’olio, vengono sempre a galla. Per fortuna si è trovata una soluzione. 

Essere diesse di una squadra allievi vuol dire insegnare loro le basi del ciclismo
Essere diesse di una squadra allievi vuol dire insegnare loro le basi del ciclismo
Così hai preso i ragazzi e siete andati alla Campana…

Avrei potuto anche continuare a lavorare in Padovani, mi avevano offerto di rimanere e far parte dello staff della continental. Mi sono trovato un po’ tra l’incudine e il martello con sei ragazzi che sarebbero diventati allievi di secondo anno senza squadra. Nel cercare una sistemazione ho parlato con Alessandro Coden che mi ha detto di essere disposto a prenderli tutti. 

E sei andato anche tu.

Ci ho pensato un attimo, in realtà quasi nulla, e sono entrato nella Campana Imballaggi. Volevo restare con i giovani, sono consapevole che questo è il mio posto. Ho ringraziato Galdino Peruzzo, il presidente, e i Vice-Presidenti Alberto Ongarato e Martino Scarso per l’offerta ma ho seguito il cuore. Voglio insegnare ciclismo, quando entri in squadre grandi non lo puoi fare, ma è giusto che sia così. 

Il rapporto con i ragazzi della categoria allievi è molto diretto
Il rapporto con i ragazzi della categoria allievi è molto diretto
Insegnare ciclismo agli allievi cosa vuol dire?

Fargli vedere e spiegargli come si mangia, ci si allena oppure come si approccia una gara. I giovani si affidano totalmente alla figura di riferimento e questo crea un legame molto bello. Adesso che fa freddo mi chiedono se devono indossare i guanti, o quale giacca. Se passi in una realtà continental il corridore sa cosa deve fare, è giusto che sia così. E poi c’è un altro aspetto.

Quale?

Mio figlio, che era in Padovani con me, ha 18 anni. Questa scelta di venire alla Campana l’ho fatta anche per lui. In questo modo riesco a insegnarli cosa vuol dire gestire una squadra e quali sono gli aspetti importanti da curare. Coden e tutti gli sponsor della Campana Imballaggi mi hanno messo nelle mani una tavola vuota sulla quale disegnare. Inoltre tratta tutti i suoi atleti allo stesso modo: dagli allievi alla squadra under 23/elite. 

La stagione della formazione allievi inizierà il 22 marzo
La stagione della formazione allievi inizierà il 22 marzo
Avrete una squadra di otto ragazzi ci ha anticipato Coden…

E sarebbero potuti essere molti di più. Abbiamo ricevuto una ventina di richieste, la maggior parte delle quali non è stato possibile accettare. 

Quando iniziate la stagione?

Il 22 marzo, manca meno di un mese. Siamo carichi.

Campana Imballaggi: arrivano gli allievi, un anno prima del previsto

20.12.2024
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La Campana Imballaggi-Geo & Tex Trentino avrà una novità importante nella prossima stagione: alle già presenti squadre under23/elite e juniores si aggiungeranno gli allievi. Un impegno non da poco che allunga la catena dei ragazzi guidati da Alessandro Coden. Avere una categoria in più non è una cosa da sottovalutare in questo momento storico, il ciclismo fa fatica ad andare avanti. I grandi mangiano i piccoli e il rischio di vedere le squadre chiudere i battenti è sempre più alto

«E’ presto detto – dice Alessandro Coden mentre risponde al telefono – come sia arrivata questa decisione. La SC Padovani ha chiuso le categorie allievi e juniores concentrando le proprie forze sulla formazione continental (in maniera diversa, ma si ripresenta il senso del grande che mangia il piccolo, ndr). Di colpo sette allievi si sono trovati senza squadra, la voce ci è arrivata e abbiamo deciso di metterci in moto».

Alessandro Coden diesse e responsabile della Campana Imballaggi-Geo & Tex Trentino (photors.it)
Alessandro Coden diesse e responsabile della Campana Imballaggi-Geo & Tex Trentino (photors.it)

Questione di attimi

Il racconto di Alessandro Coden fa capire come il problema sia stato recepito e risolto in breve tempo. Non sono serviti tanti giri di parole o spiegazioni…

«Ho parlato con i nostri sponsor – continua – Roberto Campana e Federico Morbiato e in una riunione e mezza si è fatto tutto. Hanno aumentato il budget quel tanto che basta per permettere di dare il giusto supporto alla nuova squadra e ci siamo messi in moto. Cinque dei sette ragazzi che ci avevano contattato hanno deciso di venire da noi. Nel frattempo ne sono arrivati altri tre, tra questi c’è il campione regionale veneto esordienti».

Questi gli otto ragazzi che comporranno la squadra allievi per il 2025
Questi sono cinque degli otto ragazzi che comporranno la squadra allievi per il 2025
Chi li seguirà?

Ci stavamo già ponendo il problema per capire come gestirli e in che modo lavorare, poi alla fine la soluzione era sotto al naso. Visto che la SC Padovani ha chiuso c’era il tecnico libero, si chiama Finamoni. Praticamente abbiamo ereditato la struttura della Padovani che ha chiuso i battenti.

Quello di aggiungere la categoria allievi era un passo che avevate già in mente?

Sì, ma dal 2026, non da questa stagione. Però quando ci è arrivata questa notizia non abbiamo potuto tirarci indietro. Ma è stata una cosa che è venuta naturale, sia a me che a tutti gli sponsor. 

La Campana Imballaggi-Geo & Tex Trentino ha anche la formazione juniores (photors.it)
La Campana Imballaggi-Geo & Tex Trentino ha anche la formazione juniores (photors.it)
D’altronde i grandi team prendono i ragazzi sempre più presto.

Vero, quindi arrivare a fare una squadra come la nostra non è facile. Abbiamo juniores e under23/elite. Ora si sono aggiunti anche gli allievi. Si tratta anche di un modo per continuare ad avere un vivaio interno che possa funzionare bene. Ma non è solo questo. 

E cosa?

Ci sono tante formazioni giovanili che chiudono e molti ragazzi sono liberi, senza squadra. Magari i giovani che hanno voglia di correre e andare in bici ci sono ancora, ma se mancano le squadre… Non si parla di fenomeni, però è vero che da allievi non puoi sapere che percorso faranno. Alcuni di questi ragazzi non sono mai stati valutati o visti da qualche tecnico. 

La possibilità di continuare il cammino c’è, questo è Busanello che passerà da juniores a under 23
La possibilità di continuare il cammino c’è, questo è Busanello che passerà da juniores a under 23
Meritano di continuare.

Anche solo per amore verso questo sport. Poi crescendo si vedrà.

Che impegno è stato economicamente?

Un dispendio abbastanza alto, alla fine noi della Campana Imballaggi forniamo a tutti i ragazzi le bici nuove ogni anno e i kit per allenamenti e gare. Questo lo facevamo sia per i grandi che per gli juniores e ora si sono aggiunti gli allievi. Lavoriamo perché tutti i nostri atleti si sentano parte dello stesso gruppo, per far vedere che c’è una continuità. Come in tutte le cose ci siamo messi prima al tavolo e abbiamo capito quanti soldi servissero. Le cose si fanno solo se c’è la possibilità di farle bene. 

Quanti ragazzi avete ora?

Dodici tra under 23 ed elite, otto juniores e otto allievi. Il totale è di ventotto. Non tutti avranno la possibilità di fare il percorso completo, ma l’occasione non manca. Siamo una delle poche realtà che lavorano in questo modo. 

Le polemiche non scalfiscono la Campana Imballaggi di Coden

05.06.2024
4 min
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La Campana Imballaggi-Geo & Tex-Trentino è una delle tre squadre under 23 italiane al via del Giro Next Gen. Tra l’altro la sua presenza non è stata scevra di polemiche, visto che sin qui la squadra di Alessandro Coden non ha raccolto grossi risultati, va detto però, come vedremo, che è anche stata colpita da una buona dose di sfortuna.

Ma proprio per capire come i trentini approcceranno al Giro Next e cosa ci si potrà attendere da loro, ne abbiamo parlato con Coden. Le sue squadre negli anni magari non hanno fatto man bassa di vittorie, ma hanno sempre mostrato solidità e una certa costanza di rendimento.

Il direttore sportivo e manager, Alessandro Coden tra i suoi ragazzi
Il direttore sportivo e manager, Alessandro Coden tra i suoi ragazzi
Alessandro, come sta andando la vostra stagione?

Quest’anno a dire il vero un po’ così e così. Mi spiego. In inverno siamo andati in Sardegna, alla Maddalena, presso un residence che è nostro sponsor. Abbiamo trovato un clima buono, ma anche sin troppo caldo, così quando i ragazzi sono rientrati si sono presi bronchiti, infezioni polmonari, malanni vari. Non solo…

C’è altro?

Quando abbiamo iniziato a correre ecco cadute e infortuni, clavicole rotte e mononucleosi, quindi davvero una grande sfortuna. L’infermeria era piena. Adesso però da 2-3 settimane le cose iniziano ad andare meglio. Siamo stati invitati a tutte le corse nazionali ed internazionali e i ragazzi che erano caduti sono riusciti a portare a termine le gare.

E poi c’è il capitolo Giro Netx Gen…

Abbiamo fatto regolare domanda quest’inverno quando si poteva fare e ci hanno accettato. Per questo abbiamo ricevuto un sacco di critiche, ma di queste non me ne importa nulla. Noi quando siamo rimasti fuori, non abbiamo criticato nessuno. Io non ho chiamato nessuno per interviste sfogo. Ripeto, abbiamo fatto regolare domanda e siamo stati accettati. So bene delle polemiche… Ad una gara, quando eravamo parcheggiati con i mezzi sentivo delle critiche nei miei confronti a voce alta, sul fatto che avessimo pagato, sugli sponsor, che non era giusto andassimo noi… Ho risposto che non pagavamo nessuno, che siamo stati accettati e che l’organizzatore ricorda quel che alcune squadre avevano fatto lo scorso anno (il riferimento è allo scandalo dello Stelvio, ndr).

Il team di Coden sin qui ha avuto molta sfortuna, ma il peggio sembra essere alle spalle
Il team di Coden sin qui ha avuto molta sfortuna, ma il peggio sembra essere alle spalle
E’ chiaro che con tante esclusioni importanti qualche voce si sarebbe sollevata. Alla fine sono rimasti a casa team importanti come Groupama-Fdj o Q36.5…

Okay, ma siamo al Giro Next Gen… d’Italia. Trovatemi una squadra italiana under 23 che abbia davvero fatto tanto meglio di noi con under 23 italiani? Forse la Biesse, ma gli altri no. O almeno non di molto. 

Con che obiettivi partite per il Giro Next?

Noi andiamo con l’obiettivo di finirlo con tutta la squadra, che poi è qualcosa nel nostro Dna. Già nel 2022 portammo alla traguardo finale 4 atleti su 5 e uno lo perdemmo per caduta e non perché non ce la faceva. Tra l’altro, la mia “piccola squadra” fu la terza tra tutte le italiane. Dicono che non lo meritiamo ma abbiamo sempre onorato al meglio il Giro Under 23.

Filippo Gallio è uno dei ragazzi pronti per il Giro Next Gen
Filippo Gallio è uno dei ragazzi pronti per il Giro Next Gen
Alessandro sei stato molto chiaro. Andiamo avanti e veniamo ad argomenti più tecnici. Visti i tanti infortuni, come state lavorando adesso?

Come accennato, stiamo ingranando. Abbiamo fatto 18 giorni di altura sul Pordoi. Siamo scesi il venerdì e il sabato eravamo al via della Due Giorni Marchigiana e Ferroni, uno dei miei ragazzi, si è fatto 140 chilometri di fuga. E anche in quell’occasione tutti i ragazzi hanno completato la corsa. A Fiorano, qualche giorno fa, ne abbiamo piazzati quattro nel primo gruppo.

Chi fa parte del gruppo Giro Next?

Lorenzo Ferroni,  i due gemelli Gallio, Alessandro e Filippo, Leonardo Vardanega, Damiano Obetti e Tommaso Mantovan. Quest’ultimo è un primo anno. Davvero bravo. Viene dalla mtb, mi sembra uno scalatore di buona speranze. Certo, deve imparare tanto, ma in chiave futura, specie in salita potrà fare bene.

Invece una curiosità, con tutte queste critiche come ti comporti con i ragazzi? Fai da “scudo” in qualche modo?

I miei ragazzi ci ridono sopra. Loro restano tranquilli e li vedo molto motivati. Gli ho detto più volte che faremo bene. Prenderanno ore probabilmente, ma avremo la solidità per arrivare fino in fondo.

Strada e Mtb: la visibilità KTM in Italia è sempre più… evidente

12.01.2024
3 min
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Il bike brand austriaco KTM ha riconfermato per la stagione 2024 la propria partnership tecnica e di sponsorizzazione con la formazione under 23/elite e juniores Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino. La squadra, coordinata dal team manager Alessandro Coden e in grado negli ultimi anni di conquistare diverse maglie e medaglie internazionali su pista grazie ai propri velocisti, in questo 2024 potrà contare nuovamente su Mattia Predomo. Il forte velocista proprio questa settimana è impegnato nelle gare di velocità in occasione del primo grande evento della stagione: gli Europei su pista di Apeldoorn in Olanda.

«Nel corso dei primi ritiri stagionali – ha dichiarato Coden – abbiamo svolto lavori improntati soprattutto sul fondo, cominciando a mettere benzina importante nelle gambe dei ragazzi. E lo abbiamo fatto sfruttando in pieno il potenziale tecnico che una realtà del calibro di KTM è stata in grado di riservarci. Siamo entusiasti e felici di poter pedalare assieme a loro. Posso affermare con certezza che anche quest’anno potremo contare su un gruppo di bravi ragazzi, con la testa sulle spalle ed una forte passione per la bicicletta. Stiamo studiando per la stagione un calendario decisamente più internazionale dell’anno scorso, i cui dettagli verranno però ufficializzati più avanti».

KTM ha supportato i ragazzi della Campana Imballaggi anche nella stagione 2023
KTM ha supportato i ragazzi della Campana Imballaggi anche nella stagione 2023

Accanto a BBBike Shop

Ma l’impegno di KTM in Italia, in termini di iniziative di marketing e comunicazione, è da sempre fortemente orientato anche al settore Mtb. E’ notizia di qualche giorno fa ad esempio che i circuiti offroad di riferimento del Centro Italia – il Tour3Regioni, la Supersix Race ed il Caveja Bike Cup – avranno quest’anno proprio il brand austriaco quale loro main sponsor. Il produttore austriaco ha difatti scelto la realtà organizzativa Bike-Advisor per arricchire in maniera importante la propria visibilità nell’ambiente amatoriale delle ruote grasse. 

KTM ha instaurato una collaborazione con diverse realtà legate al mondo della bici
KTM ha instaurato una collaborazione con diverse realtà legate al mondo della bici

L’azienda austriaca sarà appoggiata sia tecnicamente quanto logisticamente dal concessionario BBBike Shop di Forlì, storico riferimento commerciale per l’area romagnola. In occasione di ogni prova dei circuiti sarà possibile per tutti gli appassionati toccare con mano gli ultimi modelli proposti sul mercato dal colosso bike austriaco, nonché avere tutte le informazioni utili da parte degli esperti di BBBike Shop Forlì. Durante la stagione, inoltre, alcuni atleti dei team sponsorizzati da KTM (il KTM Protek Elettrosystem, il KTM Alchemist Brenta Brakes dei fratelli Samparisi e quelli giovanissimi della neonata KTM Academy Le Marmotte, realtà presentata ufficialmente nello scorso mese di dicembre…) presenzieranno ad alcune delle prove in programma. 

KTM

Tra pista e strada, riparte la Campana Geo&Tex Trentino

30.12.2022
5 min
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Siamo alla vigilia del 2023 e questo anno passato tra pista e strada ha alimentato entusiasmo e tanti risultati arrivati da ambo i fronti. La Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino si trova in ritiro a Riva del Garda per la precisione a Ceniga, ospite della famiglia Zambanini presso l’Hotel Garnì delle Rose. Questa stagione ha regalato maglie iridate e titoli europei su pista con i due velocisti Bianchi e Predomo. Mentre su strada la crescita costante non ha trovato un vero e proprio exploit, ma con Minali, Elipanni e Corrocher è pronta a mettere i puntini sulle i. 

La formazione trentina che ha sede a Lavis vanta un bacino di juniores proprio, da cui per il 2023 ha attinto, senza rinunciare a qualche innesto proveniente dal panorama giovanile esterno. Mentre a rinforzare l’impegno dedicato alla pista è arrivato Mattia Harracher, direttamente dalla nazionale BMX. Il trentino è pronto a giocarsi le proprie carte per un posto nella velocità azzurra. Con il team manager Alessandro Coden, sulle rive del Garda andiamo alla scoperta della nuova rosa tra ambizioni e nuovi volti. 

Il ritiro dalla famiglia Zambanini è un appuntamento ricorrente di inizio stagione
Il ritiro dalla famiglia Zambanini è un appuntamento ricorrente di inizio stagione
Primo ritiro con la formazione 2023, dove vi trovate?

Siamo ospiti dell’Hotel Garnì Delle Rose a Ceniga di Dro dalla famiglia di Edoardo Zambanini, professionista con la Bahrain-Victorious ed ex nostro junior.

Un luogo ricorrente nei vostri ritiri…

E’ una vita che andiamo ospiti della famiglia Zamabanini. Edoardo è cresciuto con me e ancora oggi esce in bici con noi. 

Siete tutti presenti al ritiro?

In questi giorni mancano Bianchi e Predomo che si trovano in ritiro con la nazionale visto che la Coppa del mondo su pista è in corso. 

A livello di organico il roster è deciso?

Siamo al completo. C’era in ballo uno straniero, ma siamo in alto mare. Come organico siamo definiti. I tre della pista e i dodici elite/U23. 

Dalla vostra formazione juniores quali ragazzi sono saliti?

Dagli juniores sono saliti i due gemelli Gallio, Filippo e Alessandro ed Edoardo Bolzan. Mentre dalla Montecorona juniores ho preso un ragazzo che non ha vinto, ma si è sempre piazzato nei dieci, si chiama Mirko Sartori

A novembre presso la sede Geo&Tex 2000 è stato presentato il roster elite/U23 e juniores
A novembre presso la sede Geo&Tex 2000 è stato presentato il roster elite/U23 e juniores
Altre new entry?

Yuri Lunardelli dalla Team Gaiaplast Bibanese che ha fatto una buona stagione e infine Samuele Disconzi dalla General Store. 

Chi sono i capitani della squadra?

Capitani nella nostra formazione non ce ne sono. Ci sono dei ragazzi che sono un po’ più responsabili degli altri che sono Elipanni, Minali e Corrocher. 

Tra i vostri U23 c’è anche Cassol che pratica ciclocross…

E’ sempre stato con noi, Cassol fa ciclocross in preparazione alla strada. Per essere competitivi bisognerebbe dedicarcisi di più come per la pista. 

Per quanto riguarda la vostra sezione velocità chi è arrivato?

Ho preso Mattia Happacher che viene dalla BMX. E’ venuto con noi per fare la pista con la nazionale e fare il primo uomo con la velocità a squadre

La formazione trentina conta dodici atleti per la strada e tre per la pista
La formazione trentina conta dodici atleti per la strada e tre per la pista
I tre della pista faranno anche strada?

Esclusivamente pista, è impossibile con questi ragazzi qua. O si fa strada o si fa pista. 

Per le gare più dure su chi ti affiderai?

Per le corse un po’ più dure abbiamo Bolzan che arriva dagli juniores dove ha dimostrato di essere forte. Con Disconzi, Lunardelli e Sperandio penso che essendo al secondo o terzo anno di U23 siano pronti per fare dei risultati nelle gare più impegnative. 

Che obiettivi hai prefissato per il 2023?

Intanto cominciamo come abbiamo deciso con il preparatore passo per passo, con calma. Poi decideremo il da farsi. Alle gare arriviamo sempre tranquilli. In tanti non sanno che la stagione è lunga per la categoria, si corre fino alla fine ottobre. Se si parte con calma si va lontano. Al contrario se si da tutto subito con il primo caldo si viene rimbalzati. 

C’è chi dice che correre troppo negli U23 non sia d’aiuto. Che 2022 avete disputato?

Nel 2022 non abbiamo corso poco. Con tutte le corse a tappe, gare in Italia e all’estero siamo arrivati a 65 giornate di gara. Abbiamo fatto il nostro e sarà così anche per il 2023.

Sullo sfondo per la vostra formazione c’era la prospettiva di diventare continental. Come progetto è stato rimandato o è un obiettivo?

Considerando i regolamenti che ci sono adesso non conviene più fare una continental. Nelle regionali se facessi una continental con i corridori giovani attuali potrei correre solo con cinque di loro. Si va poco lontano così. E’ più un argomento che interessa agli sponsor. Se fossimo in Austria sarebbe un discorso differente ma siccome siamo in Italia non conviene. 

Campana Geo&Tex Trentino, la squadra dei velocisti azzurri

23.08.2022
6 min
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Alla base di tutto c’è il passaggio di categoria e una crescita costante fondata sui meriti. Se poi ci si aggiunge la possibilità di progredire e avere una base solida su cui lavorare anche in pista l’originalità è servita. La Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino (foto in apertura di Sportcity-fotoBolgan) nei suoi primi due anni nella categoria U23 sta costruendo qualcosa di unico nel suo genere, con la formazione maggiore che attinge dalla squadra juniores e collabora con il movimento velocità della nazionale coordinato da Ivan Quaranta

Ne parliamo con il regista di tutto ciò, Alessandro Coden che per primo ha avuto l’intuizione di un collettivo che riuscisse ad essere competitivo su più fronti. I risultati stanno iniziando a venire a galla, Matteo Bianchi e Mattia Predomo con le quattro maglie europee su pista e i primi risultati individuali che stanno arrivando dagli atleti della strada. Un progetto che vive a pieno l’obiettivo senza però mettere fretta ai giovani, che possono crescere con i loro tempi e tutti i mezzi a disposizione. Nella prospettiva anche il passaggio a Continental con qualche interrogativo da parte del diesse trentino. 

Alessandro Coden è il diesse della squadra under 23 élite
Alessandro Coden è il diesse della squadra under 23 élite
Descrivi la tua formazione a chi non la conosce a fondo?

Ci dedichiamo a tutte le gare, non abbiamo disegnato la squadra per un terreno specifico. Non abbiamo i leader, ma ci difendiamo su tutti i fronti. Come team il nostro focus è sempre fare una squadra media. Mi spiego meglio. Come ben si sa gli atleti cercano gli squadroni. Però non sanno che forse stanno meglio nelle squadre piccole. A metà anno si pentono, si lamentano e ti richiamano. Il pensiero di alcuni juniores è di vincere e sbaragliare le gerarchie ma poi si trovano a fare i muli.  Non abbiamo pretese di risultato ma lavoriamo costantemente per emergere.

Siete nell’ultimo capitolo della stagione, che bilancio dai alla tua squadra?

Ci possiamo ritenere soddisfatti della stagione che stiamo facendo. La vittoria l’abbiamo conquistata, nei primi dieci riusciamo a piazzarci in maniera ricorrente con delle belle prove di squadra. Il nostro gruppo anche se piccolo è coeso e forte, ci possiamo ritenere contenti. 

Parlaci dei tuoi ragazzi…

Partiamo con Michael Minali, avevo previsto venisse fuori nel mese di giugno/luglio e così è stato. Tra i giovani abbiamo Matteo Sperandio che si è piazzato tre volte. Il colombiano Brayan Malaver che ha fatto un 4° e un 8°. Da adesso fino a fine stagione per quanto riguarda la strada se arriva qualcosa in più siamo contenti. Mi aspettavo qualcosa in più da Lorenzo Visitainer. Ma è molto sfortunato, tra cadute ed epiloghi di gara sfortunati non ha raccolto quanto previsto. In più con lui abbiamo preparato le crono ma per élite sono state praticamente inesistenti. 

Michael Minali è tra i più promettenti della formazione 2022
Michael Minali è tra i più promettenti della formazione 2022
Su strada state crescendo, su pista invece avete già raccolto risultati importanti…

E’ il secondo anno che facciamo la categoria U23, gli sponsor non mi fanno pressione e ci permettono di crescere con fiducia. Su pista invece stiamo raccogliendo risultati ottimi con Matteo Bianchi e Mattia Predomo. Quattro titoli europei under 23 ad Anadia e l’exploit di Matteo con la medaglia d’argento e il record italiano sotto il minuto nel chilometro da fermo agli europei di Munich 2022. 

Hai intenzione di ampliare la rosa per quanto riguarda la pista?

Sì, nel gruppo pista ne aggiungerò altri due di quelli che erano all’europeo e ai mondiali. Quindi saremo quattro l’anno prossimo. Posso solo dire che saranno uno junior e un under 23. 

Come gestite pista e strada?

Facciamo i lavori su pista e su strada in modo tale da dare una preparazione completa. Gli atleti possono andare tranquillamente a Montichiari durante la settimana. Con Quaranta riusciamo a collaborare in sintonia. Si può lavorare insieme e accetta anche dei consigli, non è una cosa scontata. Il movimento velocità sta dando una grossa mano, si stanno gettando basi solide per il futuro. Però è una gestione separata, chi va su strada fa solo quello e vale lo stesso per i pistard. 

Che rapporto avete invece con i gruppi sportivi?

Non abbiamo rapporti. La preparazione passa tutta tra noi e la nazionale. E’ una sicurezza personale per i ragazzi che hanno uno stipendio a fine mese. Bianchi è stipendiato dall’Esercito e questo riguarda solo la base economica del ragazzo. 

La squadra dispone di un bacino tra gli juniores da cui attinge e promuove il suo progetto di crescita (foto di CyclingShoots)
La squadra dispone di un bacino tra gli juniores da cui attinge e promuove il suo progetto di crescita (foto di CyclingShoots)
Per quanto riguarda la rosa strada invece avete già degli innesti decisi per il 2023?

Salgono quattro dalla nostra formazione juniores. Sto parlando con altri atleti per completare la rosa, ma non posso dire niente. 

Che aspirazioni avete per il prossimo anno?

Vogliamo dare continuità al progetto. Gli sponsor vorrebbero che diventassimo continetal. Geo&Tex è sponsor dell’Adriatica Ionica Race e ci vorrebbe partenti alla corsa. 

Cosa ne pensi di un eventuale passaggio a continental?

In italia i giovani cercano queste tipo di squadre. Ma a livello italiano secondo il mio parere personale, se la situazione non cambia non serve a niente. Quante gare fanno le Continental con i professionisti? Non ne vedo molte. Se si va in altri parti d’Europa come la Germania, la categoria U23 è inesistente corrono già tutti insieme con i pro’, diventa chiaro che si corra di meno ma si alzi la qualità. In italia le continental sono come se fossero under 23, è stato sbagliato il modo di intendere il passaggio. 

Veniamo a Bianchi e Predomo, come li hai scoperti?

E’ iniziata da lontano, cinque anni fa quando erano allievi. Entrambi penso che se non avessero preso questa strada sarebbero già rispettivamente indirizzati in altro tipo di carriere. Uno starebbe studiando e l’altro sarebbe nell’azienda di famiglia. Con noi sono cresciuti. Erano due ragazzi che nelle categorie giovanili su strada avevano fatto poco o niente. E se non raccogli niente su strada in Italia vieni lasciato indietro dalla stragrande maggioranza delle squadre. 

Qui Matteo Bianchi e Mattia Predomo con le medaglie e le maglie conquistate agli europei su pista under 23
Qui Matteo Bianchi e Mattia Predomo con le medaglie e le maglie conquistate agli europei su pista under 23
Gli hai dato i mezzi e una prospettiva…

Hanno tutti e due la stessa storia. Li ho rispediti indietro subito perché erano abituati male e un po’ viziati sportivamente. All’inizio mi hanno dimostrato poca voglia e poco impegno e gli ho fatto riconsegnare tutto. Bianchi tornò in lacrime dopo tre giorni. Mi ha detto: «Da oggi in poi non sbaglierò più». Così ha ricominciato il percorso e si sono visti i risultati. Anche Predomo mi ha dimostrato di che pasta è fatto e ora puntano entrambi in alto. 

Ti aspettavi un tempo così da Bianchi agli europei di Munich 2022?

Un tempo così no, perché non era mai stato provato. Pensavo stesse a ridosso del minuto, ma non sotto. A 59 secondi ci si poteva arrivare ma non in quel modo. Ero fiducioso perché veniva da un bel carico di lavoro ed era in fiducia dopo gli europei U23. 

Per Predomo quali sono i prossimi impegni?

Lui potrà fare bene ai mondiali juniores a Tel Aviv che inizieranno proprio oggi.  Farà tutte e tre le discipline: chilometro da fermo, velocità e keirin. Il programma è spalmato bene quindi c’è spazio per recuperare. 

Matteo Bianchi, l’italiano che ha infranto il muro del minuto

21.08.2022
8 min
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L’italiano più veloce di sempre nel chilometro da fermo. Matteo Bianchi non ha ancora 21 anni (li compirà il 21 ottobre) ed è già diventato un riferimento nella velocità italiana. Ad un passo dal trasferirsi in Svizzera al centro UCI di Aigle per dedicarsi a pieno alla velocità in pista, a gennaio è stato arruolato da Ivan Quaranta che gli ha dato fiducia e da li è partito tutto. 

59”661. Un tempo stratosferico del bolzanino di Laives che ha abbattuto il muro del minuto come mai nessun azzurro aveva fatto prima. Un argento europeo tra i “grandi”, conquistato a Monaco che ha dato molte conferme e rilanciato il velocista dopo le due medaglie d’oro conquistate negli europei U23 ad Anadia nel Keirin e nel chilometro da fermo. Bianchi atleta dell’Esercito, è all’inizio di un percorso, viene seguito passo a passo dalla sua squadra, la Campana Imballaggi Geo&Tex e dal suo diesse Alessandro Coden che lo ha capito e rimesso in sella tra le curve pendenti del velodromo. Riviviamo insieme a Matteo curva dopo curva il suo chilometro e le emozioni che lo hanno portato ad essere il primatista italiano e vice campione europeo.

Bianchi in finale ha conquistato la medaglia d’argento con un tempo di 1.00.089
Bianchi in finale ha conquistato la medaglia d’argento con un tempo di 1.00.089

Dove tutto è partito

Ventun anni ancora da compiere, quando però Bianchi ci risponde alle domande sembra di parlare con un ragazzo che dimostra esperienza, educato e con la testa sulle spalle. Non sono solo frasi fatte e lo si capisce dalle risposte misurate e ponderate. Dietro ognuna di queste infatti si percepiscono la passione e la dedizione ad un lavoro così stressante come quello delle discipline veloci in pista. 

Matteo raccontaci un po’ di te, dei tuoi inizi…

Ho iniziato da G5 nel gruppo sportivo Mendelspeck. Da esordiente e allievo, le società dell’Alto Adige avvicinavano i ragazzi alla pista spingendoli a fare qualche gara e allenamento. Ho iniziato a girare nei velodromi di Mori e a Pescantina. Sono sempre andato volentieri. All’inizio facevo tutte le discipline come si fa normalmente. Poi ho continuato fino ad allievo, dove ho raccolto il primo risultato, un bronzo ai campionati italiani. Poi da juniores ho iniziato a partecipare all’europeo, al mondiale e al secondo anno ho portato a casa due medaglie entrambe sul chilometro da fermo. Da li poi mi sono concentrato sulla velocità.

E’ stato amore a prima vista la velocità in pista

Mi ci sono avvicinato per caratteristiche, era abbastanza congeniale per quelle discipline che richiedevano potenza ed esplosività. Fino a juniores ho corso in strada poi ho dovuto fare una scelta. Era troppo difficile preparare due cose così differenti. Io faccio sempre il paragone con le persone con cui parlo. E’ come chiedere a Bolt di fare la maratona. 

Ti alleni su strada?

La mia squadra la Campana Imballaggi Geo&Tex mi dà una mano con gli allenamenti, ovviamente mi alleno su strada faccio alcuni allenamenti specifici. Ma non corro con loro la domenica. 

A gennaio hai fatto una scelta importante, allenarti in Italia e rinunciare ad andare a Aigle in Svizzera…

A gennaio c’erano solo voci sul movimento velocità che si è poi venuto a creare. A dicembre ero deciso ad andare in Svizzera e dedicarmi al cento per cento alla velocità. Poi fortunatamente è nato questo movimento. Rimanere in Italia è sempre meglio perché si sta casa con i propri compagni e affetti. Ci alleniamo a Montichiari, è stato chiuso quando ero juniores. Poi ha riaperto e adesso andiamo là. Come ben si sa la situazione è complicata ed è aperto solo per noi della federazione con limiti di non più di 60 persone alla volta. 

Negli europei under 23 Bianchi ha conquistato due medaglie d’oro, nel Keirin e nel chilometro da fermo
Negli europei under 23 Bianchi ha conquistato due medaglie d’oro, nel Keirin e nel chilometro da fermo

Il record

Abbiamo tutti negli occhi i record che hanno segnato le epoche in tutte le discipline. Questi europei che hanno visto concentrarsi molti sport ci hanno fatto ricordare che questi atleti passano una carriera a combattere contro il cronometro e contro se stessi. La velocità è una specialità che richiede concentrazione e calma. All’esterno invece vengono trasmesse adrenalina e frenesia. E’ per questo forse che Bianchi sembra quasi misurare ogni parola come se quello che avesse fatto sia qualcosa di naturale. Nonostante lui non se lo aspettasse sa che non è un risultato frutto del caso ma una combinazione di fattori. 

Come sei arrivato a questo europeo di Monaco?

Sapevo di essere in una buona condizione dopo l’europeo U23 dove ho vinto due medaglie d’oro. Sicuramente non pensavo di riuscire a strappare un tempo del genere. Anche perché poi essendo una pista così, non avevo idea se potesse essere veloce o meno. E’ una pista che è stata montata appositamente per l’evento. Quando gareggiamo conosciamo le piste più o meno veloci, a seconda del luogo dove si trova, temperature, umidità, materiali. Questa si è rivelata veloce.

Veniamo al giorno del record, come lo hai vissuto?

Le gare dei giorni prima mi hanno fatto bene, il team sprint infatti è sempre un termometro per la condizione. Correndo insieme agli atri frazionisti capisci se sei in forma o meno. Due giorni prima avevo il lancio della velocità, il giorno prima avevo riposo e la mattina avevo le qualifiche all’una. La mattina mi sono svegliato alle 8, ho fatto la colazione solita, circa due ore prima sono andato in pista e ho fatto la mia attivazione e il riscaldamento. In bici abbiamo delle posizioni abbastanza estreme quindi è importante anche tenersi elastici con tutto il corpo. Poi ho fatto tutti gli esercizi per arrivare con il fiato rotto e le gambe pronte. Tutto in regola nella norma per poter dare il massimo. Niente di nuovo, non ho cambiato niente. 

Sentivi di poter fare qualcosa di grande?

Io non soffro la competizione. Ormai gareggio da talmente tanti anni che non ho ansie. Soprattutto per una gara del genere dove arrivavo senza aspettative. Nessuno si aspettava che l’italiano, per giunta under 23, potesse insidiare le posizioni sul podio, con delle grandi Nazioni e grandi movimenti come Francia, Germania e Inghilterra. Quindi ero senza pressioni e con la testa sgombra. Probabilmente anche quello ha fatto la differenza. Quando parti così senza aspettative cercando di dare il massimo alla fine sei molto libero da pensieri e preoccupazioni.

Cosa ti passa nella testa al blocco di partenza?

Niente. Arrivi lì con il manubrio ben stretto tra le mani, ruota bloccata nei pistoni messi in pozione dai giudici, pronto a dare il massimo per la maglia che stai portando

In partenza nella qualificazione sente il bolzanino sente di aver lasciato qualche centesimo
In partenza nella qualificazione sente il bolzanino sente di aver lasciato qualche centesimo
Raccontaci il record dalla tua prospettiva?

In qualifica ho sbagliato la partenza. Per cercare di partire bene e limare ogni decimo può darsi che ne abbia lasciato li qualcuno. Però a vedere dai tempi non era una partenza lenta. Anche se quell’errorino magari avrebbe abbassato un po’ il tempo. Una volta partito ero solo concentrato a spingere bene il 59×14,  stare composto in bicicletta e curare le traiettorie, anche perché se le sbagli si fa più strada e vanno a incidere sul tempo. 

Che cosa provavi durante i giri?

In qualifica ero a tutta, in quei secondi ero come in una bolla e non riuscivo ad ascoltare niente. Non avevo idea di che tempo stessi facendo, me ne sono accorto solo dopo quando ho alzato la testa guardato verso il tabellone e ho visto quel tempo. In finale a differenza del solito, sentivo Ivan Quaranta che mi urlava «Sei primo!». Mi dava coraggio e fiducia. 

59”661, il muro del minuto abbattuto, mai un italiano ci era riuscito…

Ero incredulo. Una senzazione strana. Alla fine è stato un percorso. Quando ero junior e vedevo 1.02, dicevo di aver fatto un gran bel tempo. Poi ho avuto due anni sfortunati perché il primo anno under 23 non ho corso il chilometro all’europeo e da nessun’altra parte. Il secondo anno l’ho fatto poche volte e quando sono andato all’europeo a metà prova ho bucato. Ho avuto due anni un po’ vuoti dopo quel secondo anno da juniores che mi aveva lanciato. Poi ho ripreso il mio percorso e sono arrivato a questo europeo facendo tutto secondo i miei piani con un’ottima condizione e sono riuscito a fare questo tempo e conquistare la medaglia.

La dedichi a qualcuno questo medaglia?

Credo sia frutto del lavoro e dell’impegno. La dedico alla mia famiglia che mi supporta sempre. Alla mia squadra e Alessandro Coden che mi sta sempre dietro, io lo definisco come un secondo papà. Mi aiuta sempre ma mi da anche le bastonate quando faccio delle cavolate. Poi però quando porti a casa i risultati lo vedi che è li con gli occhi lucidi ed è felice come se fossimo figli suoi. Un ringraziamento va anche a Matteo Tugnolo e Daniele Napolitano, i miei compagni del team sprint. Infine Ivan Quaranta che ci allena al migliore dei modi in nazionale

Prossimi obiettivi?

Al momento abbiamo in calendario, il mondiale a ottobre. Andiamo a partecipare e per farci vedere. Sicuramente non andremo con l’ambizione del risultato perché è un po’ presto. Poi a febbraio si inizierà con la qualificazione olimpica per Parigi. Anche se questa è solo un’ambizione che dà ancora più motivazione, non una pretesa. 

Il campione europeo Melvin Landerneau ha chiuso in 59.975 davanti a Bianchi e il tedesco terzo Maximilian Dörnbach
Il campione europeo Melvin Landerneau ha chiuso in 59.975 davanti a Bianchi e il tedesco terzo Maximilian Dörnbach

Un movimento in crescita

L’italia nelle discipline veloci sembra aver trovato un entusiasmo nuovo, puro e genuino. I tecnici della nazionale con Quaranta in prima linea nelle discipline veloci sono riusciti a trasmettere obiettivi e nuova linfa per il futuro.

«Siamo un gruppo molto giovane – prosegue Bianchi – abbiamo tanta strada per crescere. Nelle categorie juniores ci sono ragazzi promettenti che stanno arrivando su molto bene. Il lavoro di Ivan sta pagando. Si sta impegnando anche tra gli allievi per vedere se c’è qualche atleta veloce da portare in questo mondo. Sta prendendo un bel piede questo progetto, poi nei prossimi anni magari si potrà creare qualcosa di interessante. Spero che con un po’ di visibilità, vedendo queste medaglie in pista qualche ragazzo prenda interesse e veda uno sbocco, una strada da intraprendere con sogni da inseguire. Fino a qualche anno fa era difficile immaginarsi una carriera nella velocità».