Nel mondo del Covid in cui i ritiri delle squadre sono blindati e gli incontri con la stampa si vivono su Zoom, incontrare Mikel Landa in una stanza virtuale sembra persino una simpatica alternativa alla solita telefonata. Viva il progresso, ma sarebbe davvero tanto triste immaginare di dover vivere per sempre così.
Il basco che già nel 2017 finì quarto al Tour de France, nel 2020 ha assaporato il gusto di farlo lottando per la vittoria.
«Allora non me lo aspettavo – dice – non era previsto. Vissi il Tour lottando per la vittoria di Froome e quando arrivammo in fondo, mi ritrovai ai piedi del podio».
Non dice, perché tanto non servirebbe a niente, quale fu la delusione quando alla vigilia dell’ultima tappa di Parigi, Froome prese la parola e disse che il Team Sky non avrebbe cercato di guadagnare quel piccolo secondo che divideva il basco dal podio, a capo di un Tour che aveva visto Landa andare in fuga, dimostrare di avere gambe da primo della classe, poi rialzarsi per aspettare il capitano.
Piatto ricco
Il 2020 gli ha dato una nuova dimensione e ha compattato attorno a lui un mini gruppo di fidatissimi che finora si sono messi incondizionatamente a sua disposizione: Caruso, Colbrelli e Pello Bilbao. Saranno nuovamente loro ad accompagnarlo nel 2021 in cui l’asticella è stata messa ancora un po’ più su. Con il Giro come prima meta e il Tour a seguire. Prima e dopo, le classiche del Nord e le Olimpiadi sarebbero un corollario che in sé basterebbe a giustificare un’intera stagione.
«Non abbiamo ancora visto il percorso del Giro – dice il basco – lo guarderò e a quel punto potrò decidere la mia strategia. Ovviamente più montagne ci saranno e meno crono, e per me meglio sarà. Cercherò di sfruttare al meglio le tappe di montagna. Di sicuro voglio essere di nuovo competitivo in un grande Giro, lottare per il podio o per la vittoria».
Giro poi Tour
Il programma dunque è ambizioso e mentre lo dice Landa tiene le dita incrociate, avendo già assistito in Spagna alla cancellazione della Challenge di Mallorca.
«Voglio o vorrei partire alla Vuelta a Andalucia – dice – poi sceglierò tra Tirreno-Adriatico e Catalunya e sarò sicuramente nei Paesi Baschi. Ho visto che al Tour ci sono due cronometro, ma la mia intenzione è di continuare a migliorare in questa disciplina, perciò non scapperò. E poi le Olimpiadi di Tokyo… Sono una bella opportunità con un percorso così duro. Andarci sarebbe un regalo, ma per il momento lo vedo lontano. Facendo il Tour posso arrivare bene ai Giochi. Per me è un’ottima opzione».
Caruso con lui
Sull’argomento, chiudiamo con una battuta di Damiano Caruso, che già corse le Olimpiadi di Rio e che nel 2020, senza il Covid fra i piedi, avrebbe putnato al Giro per se stesso e poi avrebbe aiutato Landa al Tour.
«Le Olimpiadi vanno guadagnate – dice il siciliano – ma è chiaro che se raggiungerò la mia forma migliore, farò parte della squadra italiana. Quando alle mie chance personali, è vero che l’anno scorso avrei avuto la finestra del Giro. Ma per quest’anno il Giro sarà tutto di Mikel. Andremo là per lui. Quanto a Caruso, vedremo poi…».