Correre all’estero serve e si può fare. La Ballerini insegna

30.07.2021
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Fatti, non parole. La Franco Ballerini, squadra juniores diretta dal diesse Andrea Bardelli, è una delle “mosche bianche” che va a correre anche all’estero. E così facendo mette in pratica quello che in tanti declamano: cioè fare attività internazionale.

Proprio qualche giorno fa il cittì degli U23, Marino Amadori ci aveva detto della necessità che le nostre continetal andassero di più oltre confine. «E’ anche da lì che passa la crescita», ci aveva detto Amadori. Ed è lo stesso concetto che sostiene Bardelli.

Martin Svrcek (a destra) ha vinto la 3ª tappa. Sfortunato nella crono iniziale: tra i pochissimi a correre sotto la pioggia
Martin Svrcek (a destra) ha vinto la 3ª tappa. Sfortunato nella crono iniziale: tra i pochissimi a correre sotto la pioggia

In Slovacchia…

Qualche settimana fa la Franco Ballerini ha caricato nel furgone quattro ragazzi, tra cui lo slovacco Martin Svrcek, e li ha portati proprio in Slovacchia per la Medzinárodné Dni Cyklistiky. Sei giorni di trasferta, tre di gara: emozioni per i ragazzi, esperienza per il corridore che c’è in loro.

«Sono 20 anni che faccio il tecnico tra gli juniores – spiega Bardelli – ed è dal 2008 che andiamo all’estero. Fu proprio Franco Ballerini a darci questo imput, a trasmetterci l’esigenza di aprirci. Pensate, quell’anno in Slovenia vidi un giovanissimo Sagan, correva con delle scarpe che sembravano ciabatte. Questo nostro fare è la famosa crescita di cui tanti parlano, ma pochi fanno. E non lo si fa per i risultati, ma per accumulare esperienza, per saggiare nuovi terreni e altri modi di correre. E’ la nostra politica, ma posso dire che così facendo ho 15 ragazzi che sono passati da noi e che sono arrivati fino alle WorldTour».

La Medzinárodné Dni Cyklistiky si correva quasi al confine con la Repubblica Ceca
La Medzinárodné Dni Cyklistiky si correva quasi al confine con la Repubblica Ceca

Sognando la Roubaix

«Quest’anno – continua Bardelli – chiuderemo la stagione con quattro gare all’estero: che poi in realtà saranno ufficialmente tre perché in Austria ci si è andati con la Nazionale. Dovevamo fare la Kuurne-Bruxelles-Kuurne in Belgio in primavera, ma è stata annullata. Siamo stati in Slovacchia e poi andremo in Svizzera ad Aigle. Il regolamento della nostra Federazione ci limita a quattro giorni di gara oltre confine per ragazzo. Facendoli girare li ho portati quasi tutti. Ma è una regola che vale solo da noi. Le chiamano corse a tappe, ma di fatto sono delle due, tre giorni.

«Dovrebbero venire anche i tecnici a vedere cosa c’è oltre le nostre gare. Il ciclismo va avanti. E’ cambiato. Abbiamo visto un livello organizzativo elevato. Il ciclismo non è più solo da noi. Anzi, forse siamo rimasti anche un po’ indietro. Che poi è bello, perché andando fuori, conosci gente, fai amicizie e ti arriva anche qualche invito».

Bardelli inoltre ci confida che le trasferte 2021 potrebbero non essere finite qui. La Parigi-Roubaix infatti ha annunciato la gara juniores per il 3 ottobre e loro hanno fatto richiesta. Si spera che con questo nome gli organizzatori della corsa del pavé non restino insensibili.

Grande impegno e passione da parte dello staff nel seguire gli atleti
Grande impegno e passione da parte dello staff nel seguire gli atleti

Costi non elevati

«A me – riprende Bardelli – criticano perché ogni anno prendo un corridore straniero. Mi dicono che lo faccio per i risultati, ma non è per quello. All’estero, soprattutto le squadre che sono legate alle WorldTour, ne hanno tanti di atleti stranieri. L’Ag2R per esempio ha corridori juniores di 8 nazionalità differenti.

«E anche sui costi si deve fare qualcosa. Per andare a fare il Liberazione, un giorno di gara, dalla Toscana a Roma, tra viaggio, vitto e alloggio abbiamo speso 1.000 euro. Per andare a correre a Pisa, un’ora di macchina dalla nostra sede, si spenderanno domenica prossima 100 euro solo di pranzo (12 euro a pasto, tra corridori e tecnici, ndr). Per andare in Slovacchia ho speso meno. Vitto e alloggio erano compresi e ci hanno dato anche un piccolo rimborso. Non è possibile che all’estero una tessera juniores costi 5 euro e da noi ne servano 80. Oltre ai 700 euro per l’affiliazione e ai 120 euro per la tessera di un tecnico. Le federazioni straniere danno degli incentivi perché le squadre juniores facciano attività internazionale».

La Ballerini non era l’unico team straniero presente in Slovacchia. Ecco per esempio la Lux Specialized, una U19 statunitense
La Ballerini non era l’unico team straniero presente in Slovacchia. Ecco per esempio la Lux Specialized, una U19 statunitense

E i ragazzi?

E in tutto ciò a guadagnarci una volta tanto sono i ragazzi. Quando superano i confini italiani sono emozionati e gasati.

«Sono eccitati quando li porti fuori – conclude Bardelli – Per loro sono le prime esperienze lontani da casa. Sembrano partano per il Tour! Sono tesi, ci tengono a fare bene. E poi è un modo per confrontarsi con altri ragazzi. Se corri costantemente in Italia o nelle regioni limitrofe gli iscritti sono sempre quelli.

«Io invece voglio che imparino a stare in giro, ad avere dimestichezza con gli hotel, con gli orari da rispettare, sul cosa portarsi dietro, a prepararsi la borsa del freddo… Senza contare i benefici che ne traggono sul piano fisico. Un ragazzo in Slovacchia non è andato benissimo, anche se ha lavorato molto per la squadra, ma quando è tornato in Italia nella corsa successiva è andato molto forte».